Ambiente, dal 30 settembre i procedimenti “Paur” e “Via” saranno telematici

Dal 30 settembre, , il settore Economia circolare – Valutazioni e Autorizzazioni ambientali, Sviluppo sostenibile dell’amministrazione regionale e i Comuni calabresi, riceveranno e gestiranno, in modalità totalmente telematica e dematerializzata, le pratiche ambientali le istanze di “Paur” (Provvedimento autorizzatorio unico regionale, Valutazioni e autorizzazioni ambientali, Sviluppo sostenibile) e le istanze di “Via” (Verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale e Valutazione di incidenza ambientale).

Lo ha reso noto l’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio, in ossequio alla  normativa vigente, il dipartimento Tutela dell’ambiente, con il Ddg n. 7980 del 2 agosto 2021, ha avviato la procedura per la digitalizzazione dei procedimenti ambientali di cui la Regione è amministrazione competente, mediante l’utilizzo della piattaforma informatica regionale denominata “CalabriaSuap”, gestita da Fincalabra spa, appositamente riconfigurata.

«Siamo estremamente soddisfatti di essere i primi in Italia ad aver avuto l’intuizione di utilizzare lo stesso strumento telematico già in uso da anni da parte di migliaia di professionisti e cittadini, adottando – ha detto l’assessoreDe Caprio – l’approccio metodologico di successo usato per l’avvio dello sportello unico anche alle procedure amministrative in campo ambientale. Questo ha permesso di introdurre una rivoluzione positiva in tempi rapidi, di uniformare processi e soprattutto di introdurre innovazione, maggiore efficienza e trasparenza a costo zero per la collettività. La Calabria è avanti». (rcz)

MARE E SPIAGGE DETURPATE IN CALABRIA
ADESSO BASTA CON I RIFIUTI ABBANDONATI

La cura e tutela dell’ambiente è una questione molto delicata e sentita in Calabria, sopratutto quando si parla dei rifiuti che, purtroppo, sono un’emergenza continua in una regione che vede le sue belle spiagge e il mare deturpati da cumuli e cumuli di spazzatura di ogni genere.

E non bastano le iniziative intraprese da Associazioni come quella di Plastic Free che, da tempo, ha avviato una importante campagna per ripulire le spiagge dai rifiuti o quelle intraprese da altre Associazioni o da cittadini che, volontariamente, ripuliscono strade e spiagge, perché, come ha sottolineato il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, «l’ambiente è una risorsa fondamentale per la crescita della Calabria, che deve assolutamente cambiare pagina e passo», sopratutto a seguito dei tristissimi e sconfortanti dati che sono emersi dalle ultime indagini di Legambiente.

Nel Dossier Mare Nostrum, divulgato nei primi giorni di luglio, è emerso che la Calabria si colloca al quarto posto nella classifica del mare inquinato con 458 infrazioni accertate, 635 persone denunciate e arrestate e 275 sequestri effettuati, mentre nella 28esima edizione di Comuni Ricicloni, sempre di Legambiente, è stato rilevato un dato preoccupante: su 404 Comuni calabresi, solo sette sono Rifiuti Free. Andando a livello Provinciale, emerge che tra le province calabresi, è quella di Cosenza a dominare le presenze con 5 comuni; Vibo Valentia con un solo comune e Catanzaro con uno. In cima alla classifica dei comuni rifiuti free calabresi troviamo San Benedetto Ullano (Cs), che per i risultati raggiunti ha ottenuto anche il titolo di “comune riciclone” a livello nazionale: con 1.453 abitanti, ha raggiunto l’80,3% di raccolta differenziata (rd) ed una produzione pro capite di secco residuo di 52,2 kg all’anno.

Un dato preoccupante, che fa capire la necessità di «incentivare la comunicazione e l’informazione per i cittadini affinchè si possa realizzare una raccolta differenziata di qualità, ma soprattutto aiutare i comuni con interventi mirati tra i quali, per esempio, l’applicazione della tariffazione puntuale, in nome del principio “chi inquina paga” e la realizzazione di impianti di riciclo e riuso in ogni provincia calabrese» come ha spiegato la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, che ha sottolineato come «i dati dell’ultimo Report di Legambiente su “Comuni Ricicloni” ci restituisce l’immagine di una regione che può e deve fare molto di più per rendere più efficace il sistema di gestione dei rifiuti».

Ed è qui che entra in gioco la campagna Ricicla Estate: la raccolta differenziata ti segue in vacanza, promossa da Legambiente Calabria in collaborazione con il Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, composta da 40 tappe che vedrà coinvolti oltre 30 Comuni calabresi, nello specifico Catanzaro, Vibo Valentia, Cropani, Reggio Calabria, Crotone, Cittanova, Santa Maria del Cedro, Corigliano-Rossano, San Giovanni in Fiore, San Benedetto Ullano, Caulonia, Caminia di Stalettì, Cicala, Sersale, Villapiana lido, Tropea, Pizzo, Nicotera, Briatico, Drapia, Palmi, Davoli, Belvedere Marittimo, Zambrone, Steccato di Cutro, Santa Domenica di Ricadi, Lorica, Cariati, Siderno, Lamezia Terme, Parghelia, Le Castella.

La campagna nasce per ricordare che anche in vacanza bisogna fare la raccolta differenziata, e che i rifiuti non vanno abbandonati. All’interno degli stabilimenti balneari saranno collocati gli appositi bidoncini per depositare, in modo differenziato, i rifiuti, permettendo ai consorzi che garantiscono il riciclo di dare loro una nuova vita e trasformare quello che prima era solo un rifiuto in una preziosa risorsa. Grazie al lavoro dei volontari di Legambiente, bambini e adulti potranno imparare, giocando, a svolgere correttamente la raccolta differenziata.

«La direzione in cui andare è chiara – ha detto la presidente Parretta –, ed è quella tracciata dall’Europa nello stabilire la gerarchia comunitaria nella gestione dei rifiuti che definisce come prioritari gli obiettivi della prevenzione e del riciclaggio, con il chiaro obiettivo di discariche zero. Per realizzare la Calabria del futuro è necessario seguire il modello delle “4R”: ridurre, riusare, riciclare, recuperare».

«Non ci scoraggiamo – ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio – ripartiamo, non ci demoralizziamo. Stiamo lavorando bene. Abbiamo adottato il servizio di tracciamento dei rifiuti e tutti i 404 comuni calabresi si sono iscritti. La raccolta differenziata è l’unica vera strategia per arrivare a discarica zero e gestire correttamente il ciclo dei rifiuti che va collocato al centro dell’economia circolare. Basta speculazioni. Con senso di responsabilità costruiremo rapidamente gli ecodistretti, valorizzeremo i rifiuti e li trasformeremo in risorsa».

«Sempre di più – ha detto ancora l’assessore regionale – dobbiamo riutilizzare i materiale perché questa è la strada individuata dall’Europa e l’Italia deve seguire questo modello d’avanguardia. Stiamo lavorando sulla depurazione, lo abbiamo fatto dialogando con tutti i sindaci, sappiamo che ci sono aree prive di depuratori o collettamenti, ed abbiamo investito 65 milioni di euro per intervenire. Il danno più grande deriva dalla mancata separazione delle acque bianche dalle acque nere. Abbiamo chiesto oltre 260 milioni di euro sul Recovery Fund affinché tutti i comuni della Calabria possano porre rimedio a questo fenomeno che è la maggiore causa dell’inquinamento».

Quella dei rifiuti, dunque, è un problema che deve essere affrontato in fretta e nel migliori dei modi perché, come ha evidenziato il segretario generale della Fisascat CislFortunato Lo Papa, i rifiuti, ma anche i cantieri aperti nel pieno dell’estate, sono fattori che «possono influenzare negativamente un ambito di primo piano per la Calabria», oltre che disincentivare il turismo.

«Come spiegare – ha dichiarato Lo Papa – a chi si appresta a godere delle nostre bellezze, la spazzatura per strada, i miasmi nauseabondi esasperati dalle alte temperature, a volte anche sulle stesse spiagge? Mentre il settore rifiuti continua ad essere in emergenza da anni, le istituzioni alternano la ricerca di soluzioni tampone al voltarsi dall’altro lato. Ecco il nostro biglietto da visita, monnezza e cattivi odori nel post Covid». (rrm)

AMBIENTE E LEGALITÀ, INCONTRO A POLSI
PER SALVAGUARDARE LA NOSTRA CALABRIA

di TOMMASO MARVASI – Si avvicina domenica 18 luglio e la curiosità e l’attesa per la giornata di Polsi Ambiente 2021 aumentano. Lo avevo anticipato circa un mese fa, quando annunciai il convegno di Polsi Ambiente 2021 sul tema “Ambiente e legalità”: andremo a Polsi da cittadini e non da eroi per parlare normalmente di cose normali, come l’ecologia, come la salvaguardia dell’ambiente, che non può prescindere dalla legalità.

Non voglio ripetermi: lo faremo in un luogo dalla bellezza prepotente, nel cuore dell’Aspromonte, forse (anzi non forse) il Parco Nazionale più misterioso d’Italia. Vi arriveremo con difficoltà, con le inadeguate strade che lo rendono difficilmente accessibile. Qualcuno verrà in fuoristrada percorrendo una strada sterrata e pittoresca. Altri attraverso un percorso più lungo ma sostenibile anche da un’auto normale (ma robusta).

Quando saremo lì riuniti e cominceremo a ragionare, ciascuno di noi con le sue peculiarità, con la sua cultura, con la sua religiosità, con le sue idee, ci accorgeremo che il discorso sull’ambiente non soltanto è centrale, nel senso di coinvolgere veramente tutti, ma che è anche l’unico discorso possibile e che abbia una prospettiva concreta.

L’essenzialità dell’austero Santuario della Madonna della Montagna, ci inviterà a ripensare ad un modo di vivere, al progresso vertiginoso degli ultimi due secoli, che ha portato l’umanità sull’orlo del baratro, con un consumo non responsabile delle non infinte risorse del pianeta e con influenze negative sull’ecosistema.

Non mi ritengo un conservatore neppure riguardo alla terra e neppure per un istante penso che la situazione geografica, climatica e dei mondi animali e vegetali sia immutabile. Credo che il clima possa cambiare, che ci possa essere un’ultra era glaciale o il suo opposto, che il mare possa aumentare o diminuire di livello con le conseguenze sulle terre emerse.

Ma sono fermamente convinto che l’uomo debba fare di tutto perché questi cambiamenti siano naturali, derivino dalla vita propria del pianeta e non siano indotti o accelerati da una sua sciagurata attività.

Un modo di vivere, il nostro, che comporta anche la necessità non espressa e non dichiarata di mantenere la non eguaglianza tra gli uomini. Meno di metà della popolazione mondiale (1,2 miliardi tra europei e nordamericani; che consumano più ricchezza di tutti gli altri uomini messi insieme; circa mezzo miliardo di sudamericani e forse un altro miliardo e mezzo di asiatici) vive più o meno al livello che noi conosciamo. L’altra metà non gode delle nostre stesse “comodità”. Per far capire subito: pensate se tutti i 7,6 miliardi della attuale popolazione mondiale fosse motorizzata come in Europa. Quanto petrolio servirebbe e quanto inquinamento ne deriverebbe. E pensate che noi apparteniamo alla parte di popolazione che se bevesse l’acqua che bevono altri miliardi di uomini si ammalerebbe.

L’uomo ha preso coscienza di ciò ed il problema, se riesce a coinvolgere persino un vecchio e comodoso signore come il sottoscritto, significa che è entrato nella nostra cultura.

Ne parleremo a Polsi, un luogo estremamente significativo, dal quale può partire un movimento culturale inarrestabile.

Ringrazio innanzitutto Claudia Salvestrini, la valorosa direttrice del Consorzio PolieCo, una delle più esperte conoscitrici del mondo dei rifiuti italiano e dei traffici illeciti internazionali di rifiuti: che determinano più movimenti finanziari del traffico di droga.

Parleranno di ecologia e delle sue regole il prof. Silvio Greco, calabrese notissimo nel mondo ecologico, che ha avvertito anni ed anni fa, quando nessuno neppure lo riteneva possibile, che tramite i pesci stavamo mangiando la plastica e che ci dirà su “Antropocene Calabro”; i giuristi prof. Tommaso Oberdan Scozzafava, dell’Università Roma 3, apprezzato autore anche non scientifico (ultima sua recentissima pubblicazione “Resoconto di una storia insolita”, Avigliano Ed,); prof. Antonio Viscomi, dell’Università Magna Grecia, già chiamato a fa parte della Giunta Oliverio della Regione Calabria; e prof. Franco S. Toni di Cigoli, che darà una visione internazionale del problema; l’avv. Angelo Calzone del WWF Calabria dirà di problematicità ambientali anche legate al territorio.

Porteranno infine il loro saluto – oltre alle Autorità presenti – gli onorevoli Paola Balducci e Gianfranco Rotondi che, sull’onda del convegno di Saint Vincent 2020, hanno presentato la scorsa settimana, al Grand Hotel President di Siderno l’associazione “Verde è Popolare”.

Naturalmente con un posto d’onore riservato ai “padroni di casa”, il Rettore Rev.mo Don Antonio Saraco, il Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte, dott. Leo Autelitano, il Sindaco di San Luca, Bruno Bartolo, e l’avv. Giuseppe Campisi, Presidente dell’Associazione dei Sindaci della Locride. Infine l’arch. Francesco Macrì, Presidente GAL Terre Locridee e Comitato “Locride Capitale della Cultura 2025”: iniziativa che sta dando forza ed orgoglio all’intero territorio. (tm)

L’autore, avvocato e giornalista, è originario di Siderno, vive a Roma
[Courtesy La Discussione]

Saccomanno (Lega): Dossier Mare Monstrum di Legambiente deve far riflettere

Il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, ha sottolineato come i dati emersi dal dossier Mare Monstrum di Legambiente, sulla Calabria, debbano far riflettere, sopratutto perché l’ambiente «è una risorsa fondamentale per la crescita della Calabria, che deve assolutamente cambiare pagina e passo».

«Ancora una volta – ha detto Saccomanno – la Calabria esce distrutta e mortificata dal dossier annuale di Legambiente! Nessun miglioramento nel tempo e sempre negli ultimi posti nelle classifiche nazionali sia per i reati ambientali e per le denunce (quinto posto, dopo Campania, Sicilia, Puglia e Lazio), che per l’inquinamento marino e la pesca illegale (quarto posto)».

«Ma, quello che fa maggiormente paura – ha aggiunto – è il continuo abusivismo edilizio e l’inerzia delle amministrazioni che dovrebbero procedere alle relative demolizioni! Le ordinanze di demolizione, infatti, nei comuni costieri sono state eseguite solo nel 24,3%. Una assoluta mancanza di azioni che, naturalmente, non solo lascia in piedi oltre il 75% dei manufatti abusivi, ma stimola ad eseguirne altri, visto che le sanzioni non si attuano. Una pagina ancora più pesante per l’inquinamento legato a depuratori inesistenti o mal funzionati o, comunque, agli scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti. In sostanza, una situazione di estrema e profonda illegalità che regna sovrana da moltissimi anni e mai nessuno delle autorità competenti è riuscito ad intervenire per cercare di mettere fine ai tantissimi reati e per tentare di migliorare una condizione con rilevanti danni per la Calabria».

«L’ambiente – ha ribadito – ha necessità della dovuta attenzione che, però, nella nostra regione manca e tutti quelli preposti ai controlli spesso preferiscono voltarsi dall’altra parte ritenendo che non sia un campo d’interesse. Si tratta, invece, di una risorsa fondamentale per la crescita della Calabria che deve assolutamente cambiare pagina e passo. La politica deve fare il proprio dovere fino in fondo con la individuazione di persone competenti, capaci e oneste culturalmente e mentalmente. Chi non comprende che l’ambiente è una risorsa rilevantissima e preziosa per la nostra terra non può, certamente, rivestire collocazioni di rilievo».

«La Calabria non ha un piano regionale organico per la tutela ambientale e per lo sviluppo turistico – ha denunciato Saccomanno – una miopia che è la conseguenza di una mancanza di sensibilità e di competenza. Dall’altra parte, le Forze dell’Ordine e la Magistratura, che tanto hanno fatto per reprimere i reati ambientali, devono attrezzarsi con reparti speciali e con un pool di magistrati che possano affrontare decisamente e autorevolmente questo settore che fino ad oggi non ha avuto la giusta e dovuta considerazione. La Lega, sarà sempre più incisiva e farà di tutto per ripristinare una legalità pesantemente calpestata da anni di incuria, omissioni e incapacità politica e gestionale. Le risorse finora spese senza alcun risultato dovranno essere addebitate agli amministratori leggeri e forse facenti parte del sistema delle lobby di potere che hanno e continuano a rubare in danno di tutti i calabresi».

«Anche su questo – ha concluso – si chiede una maggiore attenzione da parte degli organi di controllo ed in particolare delle Procure della Repubblica e della Corte dei Conti. Un’azione unitaria e straordinaria che dovrà ripristinare quella legalità concreta che finora è mancata». (rcz)

La Regione ha approvato il Piano regionale di tutela della qualità dell’aria

La Regione ha approvato il  Piano regionale di tutela della qualità dell’aria, su proposta dell’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio.

La delibera, inoltre, è rivolta anche all’aggiornamento della classificazione di zone e agglomerati ai fini della valutazione della qualità dell’aria, per come stabilito dalla normativa di settore con obbligo a carico delle Regioni.

«Sulla base dell’ultimo quinquennio di monitoraggio – è scritto – è stato evidenziato da Arpacal un miglioramento della classificazione nelle varie zone, con particolare riferimento ai microinquinanti (metalli pesanti, benzene e ipa) oltre a monossido di carbonio e anidride solforosa».

«Si sono registrati – riporta ancora la delibera – valori inferiori alle soglie di valutazione inferiore e, pertanto non vi sono rischi correlati o situazioni di criticità sulla qualità dell’aria, con potenziali effetti tossici conseguenti alla diffusione/dispersione di tali microinquinanti sulle polveri o smog».

Su proposta dell’assessore De Caprio, sono stati approvati anche il rafforzamento della rete per il monitoraggio ambientale dei corpi idrici della Regione Calabria e la redazione del Piano di tutela delle acque.La delibera in questione prevede due finalità, di cui la prima è quella di «conseguire la redazione di uno specifico progetto di monitoraggio ambientale dei corpi idrici e redazione del Pta in capo ad Arpacal, utilizzando le risorse finanziarie disponibili sull’Azione 6.4.2 del Por Calabria Fesr Fse 2014/2029».

La seconda finalità è «la stipula di un apposito protocollo d’intesa con Arpacal e con l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, che garantisca in contemporanea una attività di ricerca e condivisione sia delle strategie di intervento del monitoraggio ambientale sia degli indirizzi di governo a livello regionale e di distretto idrografico, laddove il nuovo Pta si configura come elemento di raccordo tra le competenze regionali e distrettuali». (rcz)

IL MIELE È AMARO ANCHE PER LA CALABRIA
OGGI IL GIORNO DELLE API PER L’AMBIENTE

Sono 118 mila gli alveari a rischio in Calabria. Un gravissimo danno, se si considera che, nella nostra regione, secondo i dati della Anagrafe Nazionale Zootecnica – Banca Dati Apistica, lavorano 1385 apicoltori tra professionisti e hobbisti e, questi ultimi, producono miele per autoconsumo ma possiedono il codice di attività. Gli apiari sono 5406, gli alveari 118.465 e gli sciami 12.103.

«Dati e numeri nel tempo sono aumentati in parallelo con gli alveari dedicati al biologico, ma che adesso stanno subendo un duro colpo. Sono più di 3.500.000 i Kg di miele che si produce, che genera un valore alla produzione di oltre 15 milioni di euro. In media una singola ape visita in genere circa 7 mila fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele». È l’allarme lanciato da Coldiretti Calabria, in occasione della Giornata Mondiale delle Api, che si celebra il 20 maggio, sottolineando come «l’inverno bollente e la primavera primavera segnata da ripetute gelate, hanno creato gravi problemi agli alveari con le api che non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare, a causa delle basse temperature che hanno danneggiato i fiori».

Per questo, l’Associazione, visto il momento di grave difficoltà per gli agricoltori, ha ribadito la richiesta al Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria «di verificare i danni sulle aziende apistiche per la dichiarazione dello stato di calamità in questo delicato comparto, fondamentale per la salvaguardia della biodiversità e delle produzioni di qualità».

«Le anomalie del meteo – ha sottolineato Coldiretti – che si sono registrate hanno colpito le piante in piena fioritura, con pesanti conseguenze sul raccolto di miele mentre la pioggia ed il forte vento hanno ulteriormente ostacolato l’attività di bottinatura delle api per salvare le quali sono state somministrate sostanze zuccherine. Un intervento straordinario e costoso a causa della carestia da clima pazzo. Le difficoltà delle api sono un pericolo grave per la biodiversità, considerato che questi insetti contribuiscono all’impollinazione».

«Il ruolo delle api è fondamentale considerato che – ha evidenziato la Coldiretti – dall’impollinazione dalle api dipendono, in una certa misura, ben 3 colture alimentari su 4, come mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri e i meloni e secondo la Fao, ma l’impollinazione operata dalle api è fondamentale anche per la conservazione del patrimonio vegetale spontaneo. La crisi delle api rappresenta un danno ambientale ed economico in una situazione in cui ha spinto all’aumento del 13% degli acquisti familiari di miele nel 2020. Ma sugli scaffali dei supermercati italiani, più di 1 vasetto di miele su 2 viene dall’estero.  Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica.

«La Coldiretti – si legge in una nota – ricorda che il miele prodotto sul territorio è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti».

A ribadire che il contrasto alla moria delle api sul territorio italiano passa necessariamente dal sostegno agli apicoltori, è il deputato del Movimento 5 StellePaolo Parentela, ricordando che «numerosi sono tati i risultati raggiunti a tutela delle produzioni made in Italy: creazione dell’anagrafe apistica, introduzione dell’obbligo dell’indicazione del Paese di origine in etichettatura, lotta al coleottero Aethina Tumida, potenziamento dei controlli dell’Ispettorato Repressione Frodi (Icqrf) sul falso miele cinese, semplificazioni burocratiche per la vendita diretta, per il nomadismo e limitazioni e divieti all’utilizzo di fitofarmaci così da tutelare le api».

«Agli interventi normativi, incluso il riavvio del Tavolo apistico al Mipaaf grazie all’impegno dell’ex Sottosegretario Giuseppe L’Abbate – ha proseguito – si sono aggiunti i sostegni economici come i 2 milioni di euro per progetti finalizzati a sostenere produzioni e allevamenti di particolare rilievo ambientale, economico, sociale e occupazionale. Il comparto apistico potrà contare anche su parte dei 10 milioni di euro messi a disposizione delle cosiddette filiere minori nell’ultima Legge di Bilancio nonché è stato tra i settori che hanno sempre beneficiato degli esoneri contributivi previdenziali e assistenziali per 10 mesi nel 2020 e ora nel 2021».

«L’impegno del MoVimento 5 Stelle – ha concluso Parentela – per la salvaguardia delle produzioni apistiche continua. Stiamo lavorando per l’abbassamento dell’Iva sulla pappa e gelatina reale e servizi di impollinazione, per estendere l’obbligo in etichetta dei paesi di origine anche dei mieli in miscela, l’estensione del credito d’imposta per investimenti innovativi (Transizione 4.0) per tutelare le arnie dai furti e dai parassiti nonché per prevedere un ecoschema dedicato agli impollinatori nel Piano Strategico Nazionale della nuova Pac, dove il settore apistico è l’unico a vedersi raddoppiate le risorse». (rrm)

MetroCity RC: incontro area jonica su ambiente e risorse idriche

Iniziative comuni da avviare nell’ambito territoriale caccia di Siderno e a favore dell’area della Locride: i consiglieri della città metropolitana di Reggio Giuseppe Marino e Domenico Mantegna hanno incontrato a Siderno il presidente dell’Ambito Territoriale di Caccia RC2 dottor Domenico Tallarida e i componenti della stessa Atc. Un incontro cordiale che è servito a fare il punto della situazione non solo sui temi della caccia ma anche della cura del territorio in generale. Un’analisi ad ampio spettro nel quadro delle competenze e delle funzioni svolte dall’Atc RC2 con riferimento alla tutela degli habitat naturali e delle risorse ambientali del comprensorio di riferimento che abbraccia ben 38 Comuni del versante ionico reggino. 

«Con i rappresentanti dell’Atc – hanno spiegato i consiglieri di Palazzo Alvaro Marino e Mantegna delegati rispettivamente, fra le altre cose, al Demanio idrico e fluviale e alle Attività produttive – ci siamo confrontati sulla strategia di sviluppo territoriale, ponendo l’accento sulla necessità di rilanciare politiche per il comparto agricolo che siano in grado di far ripartire il tessuto produttivo di un settore che, storicamente, riveste un’importanza strategica per l’economia e l’occupazione del nostro territorio. In questa direzione – hanno sottolineato i rappresentanti della Metrocity – la Città metropolitana intende avviare anche un’azione incisiva sul fronte della tutela e valorizzazione del patrimonio del demanio fluviale e della risorsa idrica. Un percorso che deve vedere protagonista proprio l’Atc il cui ruolo può rivelarsi fondamentale sotto il profilo della promozione di interventi e iniziative anche in termini di una più efficace interlocuzione con la Regione Calabria».

«Questo momento – hanno inoltre rimarcato Marino e Mantegna – si inserisce nel quadro di un programma di più ampio respiro che la Città metropolitana sta portando avanti attraverso una presenza e un impegno costanti sul territorio da parte dei consiglieri metropolitani. Un lavoro di prossimità – hanno poi concluso i rappresentanti di Palazzo “Alvaro” – che sta ponendo al centro dell’agenda della Metrocity le istanze delle comunità locali e i temi strategici sui quali stiamo lavorando, con l’obiettivo di cogliere tutte le opportunità di crescita e sviluppo di cui il nostro Ente dispone, anche nell’ambito delle misure per la ripartenza post Covid”.

REGGIO – Ambiente, il consigliere Fuda: Partecipazione e cooperazione tra Comuni per superare le emergenze

Il consigliere metropolitano delegato all’Ambiente, e sindaco di Gioiosa Jonica, Salvatore Fuda, ha spiegato che «il lavoro che stiamo portando avanti, di concerto con il sindaco Giuseppe Falcomatà, è quello di far entrare il settore dei rifiuti dentro una dimensione di modernità».

«Un’azione – ha spiegato – che si è sviluppata in un tempo brevissimo perché la Città metropolitana si occupa da poco di questo settore, senza peraltro avere un ruolo di gestione diretta ma solo una capacità operativa che le consente di intervenire per conto dei 97 Comuni reggini».

Nel giro di appena un anno, l’Ente di Palazzo “Alvaro” ha dovuto dotarsi di una struttura tecnica e amministrativa capace di coordinare questi processi, ha spiegato ancora Fuda, «e la Regione ci ha consegnato comunque un sistema inefficiente sia per quanto riguarda l’impiantistica che per quanto attiene il sistema di gestione economico finanziario del comparto rifiuti con molti comuni che hanno enormi difficoltà a corrispondere i costi di gestione. Dunque una situazione molto complicata che si sta cercando di normalizzare attraverso un continuo dialogo con i vari enti e soprattutto con i territori che poi sono i veri protagonisti del ciclo integrato dei rifiuti».

La Città metropolitana sta accompagnando le comunità in questa funzione gestionale, individuando soluzioni per questa fase di transizione «ma con lo sguardo rivolto – ha evidenziato Fuda – ad un sistema impiantistico pubblico in grado di soddisfare tutte le esigenze dei territori. E mi riferisco alla capacità di ricevere il differenziato, che è in aumento, prodotto dalle comunità. Su questo fronte ci sono investimenti programmati per i tre contesti chiave che corrispondono peraltro alle aree omogenee, con cui vogliamo creare il sistema di gestione e trattamento dei rifiuti dell’intera area metropolitana, ovvero Sambatello, Siderno e Gioia Tauro».

Punto centrale di queste politiche è la partecipazione, «assumendo la consapevolezza –  ha sottolineato il rappresentante di Palazzo “Alvaro” – che gli impianti sono indispensabili per chiudere il ciclo e che le nuove discariche di servizio non rispondono più alle vecchie logiche, ma sono siti in cui vengono raccolti rifiuti stabilizzati. Occorre, quindi, guardare al rifiuto anche come risorsa e all’intera filiera con spirito partecipativo e di controllo civico da parte degli stessi cittadini, sia nella fase di progettazione che di gestione delle opere. In queste ore stiamo lavorando incessantemente per predisporre azioni in grado di fronteggiare l’aumento dei quantitativi nella stagione estiva in stretta collaborazione e coordinamento con la Regione Calabria e con l’assessore Sergio De Caprio, il quale non sta facendo mancare la sua costanza attenzione e vicinanza». (rrc)

 

Marcello Anastasi: allarme liquami scaricati in mare a Gioia Tauro

Il consigliere regionale di Io Resto in Calabria Marcello Anastasi ha lanciato un motivato allarme sugli scarichi di liquame in mare nell’area di Gioia Tauro. «Gli episodi di scarichi di liquami in mare – ha detto –, purtroppo non nuovi nella provincia di Reggio Calabria e nella Piana di Gioia Tauro, oltre a un grave danno ambientale comporterebbero conseguenze altrettanto devastanti per un territorio già fiaccato dal punto di vista socio-economico da oltre un anno di emergenza sanitaria. Per questo ho depositato un’interrogazione a risposta immediata rivolta al presidente della Giunta regionale affinché si accendano i riflettori sul tema della depurazione prima che sia troppo tardi». È

«La Iam SpA gestisce, oltre all’impianto di depurazione nella zona della Piana di Gioia Tauro, una rete di oltre 100 km di condotte fognarie ad esso collegate, su cui incidono 28 scolmatori di piena dislocati in tutto il territorio. Sembra però che né la Città Metropolitana, che ne ha la competenza, né l’azienda, abbiano effettuato la manutenzione necessaria, o per lo meno non se ne ha contezza».

In proposito Anastasi ha raccolto le segnalazioni di importanti associazioni come l’Osservatorio ambientale Iride di Gioia Tauro che riferiscono che «alcuni scolmatori pare si attivino anche in assenza di precipitazioni, cosa che non rispetterebbe la normativa vigente sul limite degli scarichi».

Proprio una circostanza simile, se confermata, rischierebbe secondo Anastasi di «comportare un copioso scarico di liquami in mare, ovvero un enorme rischio ambientale, con le conseguenze del caso».

Per tali ragioni il consigliere regionale di IRIC ha chiesto, sempre in un’ottica di collaborazione istituzionale su tematiche rilevanti per la salute dei cittadini e dell’ambiente, «quali misure intenda prendere la Giunta regionale, in particolare l’assessore all’Ambiente, dott. Sergio De Caprio, per monitorare e affrontare di conseguenza la questione della corrispondenza dell’impianto alle normative e dei possibili sversamenti di liquami e se intende intervenire per i ripristino della condotta finale scarico sottomarina dell’impianto di depurazione danneggiata in più punti ed il cui punto finale si trova a meno 100 metri lineari dalla linea di spiaggia rendendo visibile il deflusso in superficie e comunque al di sotto del limite stabilito per legge in 300 metri lineari, al fine di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini della zona». (rp)

Attivato il sistema informativo per la Biodiversità

È stato attivato il sistema informativo ambientale per la biodiversità in Calabria.

Grande soddisfazione è stata espressa dall’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio, spiegando che «si tratta di un passo importante nell’indirizzo e nell’applicazione della Convenzione di Aarhus».

La Convenzione di Aarhus è la “Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini e l’accesso alla giustizia in materia ambientale” firmata a Aarhus, in Danimarca, nel 1998. L’Italia ha ratificato la Convenzione nel 2001.

Il sistema – spiega una nota dell’assessorato – è stato implementato grazie a un complesso progetto di monitoraggio finalizzato alla mappatura degli habitat e delle specie, secondo quanto previsto dalle direttive europee in materia. Un progetto di indagine in campo per acquisire informazioni scientifiche e rafforzare il quadro delle conoscenze sullo stato di conservazione dei 184 siti della rete europea “Natura 2000” presenti in Calabria.

«L’attività – prosegue la nota – è stata condotta dal settore Parchi del dipartimento Ambiente della Regione, in collaborazione con gli enti gestori di aree protette, con l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Calabria (Arpacal) e con la supervisione scientifica delle università calabresi.

Nello specifico, il nuovo portale consente la fruizione di dati e informazioni scientifiche sugli habitat e sulle specie animali e vegetali presenti in Calabria, sugli endemismi, sullo stato di conservazione e sulle possibili cause di degrado ambientale. Le informazioni ambientali sono organizzate per habitat/specie e per Zone speciali di conservazione». (rcz)