Armonie d’Arte fa tappa al Museo Archeologico di Reggio Calabria

Armonie d’Arte Festival fa tappa al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, con tre appuntamenti tra teatro, danda e intelligenza artificiale.

Si parte martedì 3 settembre con “Umano C”, creazione di Remi Picò, artista visivo esperto in nuove tecnologie ed attivo in contesti statunitensi di altissimo prestigio, e coreografie di Filippo Stabile, uno dei più apprezzati coreografi italiani under 35, una metaperformance tra intelligenza artificiale e umani partecipanti, tra naufragio e rinascita. Il tentativo di situare il progresso tecnologico nell’interstizio tra eredità antropologica e creatività contemporanea, rimanda ad una poetica complessa e restituisce visioni esperenziali che si alimentano però di culturalità concettuale.

Così il segno del viaggio, della memoria, della migrazione e del naufragio, ma anche della scoperta/rinascita e quindi di futuro, incarnato dai Bronzi di Riace, suggerisce e stimola interazioni tutte da sondare e da attivare. Questo studio ne è una testimonianza ed è l’avvio anche di un laboratorio permanente orientato alla ricerca e all’output di ricerca sul rapporto tra intelligenza artificiale e artisticità umana. Prima assoluta, produzione del Festival in collaborazione con Entopan, la performance è preceduta da un breve talk.

Venerdì 6 settembre è invece la volta della compagnia “Muta Imago” con “Dopo il diluvio”.

Muta Imago è una compagnia teatrale nata a Roma nel 2006. È guidata da Claudia Sorace, regista, e Riccardo Fazi, dramaturg e sound artist. Da anni la compagnia sta portando avanti un percorso di ricerca sulla percezione del tempo e sulle possibilità che il teatro ha di formulare nuove modalità di racconto che indaghino le caratteristiche del rapporto tra tempo, memoria e identità. E così sarà anche con questo nuovo lavoro, con la regia di Claudia Sorace, drammaturgia / suono Riccardo Fazi, voci di Fazi e Sorace, canto Sara Bertolucci, musiche originali eseguite dal vivo da Lorenzo Tomio.

Una cerimonia augurale, nella quale rituali passati, urgenze presente e previsioni future si incontrano. Un’orchestrazione di voci e suoni, luci e gesti che, susseguendosi in un ritmo narrativo e percettivo immersivo, dà vita ad un cortocircuito temporale. Attraverso “Dopo il diluvio” il luogo ospite diventa così sede, grazie alla visione di Muta Imago, di una rinnovata liturgia degli “Auspici”.

In scena si avvicendano frammenti di conoscenza, armonie oramai estinte provenienti da antichi strumenti a fiato, e frequenze elettroniche sintetiche che evocano un passato dimenticato insieme a un futuro tanto distopico e imprevedibile quanto seducente. Il pubblico, accolto inizialmente da uno spazio in apparente rovina, scenario di un possibile evento catastrofico, attratto dal fluire della partitura composta da voci e dal passaggio di luci, si troverà all’interno di un Tempio riemerso dalle sue stesse rovine. Invitato a muoversi liberamente nello spazio, seguirà, con la propria cadenza, i sistemi evocativi, che da territori di memoria trasportano verso dimensioni desideranti. Come nel teatro antico, spazio e tempo di scena e di vita ritrovano la loro traccia comune. Anche con “Muta imago” un breve talk precederà la performance.

Infine, domenica 8 settembre, a Reggio arriva la Compagnia Abbondanza Bertoni, una delle realtà più importanti italiane più volte premio Ubu, con “Idem – Io contengo moltitudini”.

Idem è una delle infinite e possibili messinscene della verità tra quattro esseri umani. Prendono forma le moltitudini che li attraversano presentando iconografie di gruppo e morfologie di identità personali tramite continue migrazioni di spazi, luoghi e personalità.

Idem è una danza di forme ed espressioni, atteggiamenti e attitudini che percorrono continuamente il corpo e il viso degli interpretati. Il movimento implode dentro di loro senza mai trovare una via d’uscita.

Idem è così vibrazione di un corpo e più corpi: creature tarantolate che urlano il loro essere mille in uno e che trovano identità e condivisione nella compulsività della relazione.

Idem è fatto di sensi con cui il pensiero si identifica, di ansie, di piaceri e di paure. Di mille nascite, piccole morti e di una sola resurrezione finale. L’intento di questo spettacolo è quello di lasciare libero spazio per una libera forma a queste voci in un flusso liquido e continuo di “identità” che germogliano, sfioriscono e si incrociano prendendo contorno e contenuto per una visionaria metafora ballata del vivere.

Con i tre appuntamenti di Armonie d’Arte a Reggio si consolida la collaborazione tra il Museo Archeologico Nazionale di Reggio, guidato dal direttore Fabrizio Sudano e la Fondazione Armonie d’Arte, guidata dal presidente Chiara Giordano.

«Una collaborazione – ha dichiarato il direttore Sudano – che nasce dalla comune volontà di valorizzare il grande Patrimonio italiano oltre che calabrese, in un’ottica culturale che pone al centro una rinnovata narrazione e un diverso posizionamento del mediterraneo nel dibattito socio cultuale e socio economico globale». 

«Per la prima volta una sezione di un Festival internazionale all’interno di un luogo potente come il Museo archeologico di Reggio – ha dichiarato il presidente Giordano – che a pieno titolo può candidarsi ad essere un epicentro culturale a tutto tondo in grado di esprimere un patrimonio eccezionale e, nel contempo, rappresentare anche un’agorà culturale ed artistica tal che il Museo sia uno spazio dinamico dello stare per la cultura contemporanea e per un pubblico sempre più trasversale».

«Cercheremo di essere all’altezza della fiducia che il direttore del Museo dott. Sudano ha riposto in noi e che, d’altronde – ha concluso – noi tutti della comunità culturale e non solo riponiamo in lui e nella sua capacità di un rinnovato protagonismo del Museo e di Reggio Calabria al centro del panorama nazionale e internazionale. Sarà la prima volta, quindi, che il Museo vedrà la presenza di un Festival culturale internazionale con un’attività strutturata e dedicata». (rrc) 

BORGIA (CZ) – Il concerto dell’Ensemble Janoska

Questa sera, al Parco Archeologico di Scolacium di Borgia, alle 22, è in programma il concerto della Janoska Ensemble.

L’evento rientra nell’ambito di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano.

Ondrej Janoska (violino), Roman Janoska (violino), František Janoska (pianoforte) e Julius Darvas (contrabbasso), dopo la consacrazione al Musikverrein di Vienna e la Concert House, con più di 100.000 copie vendute dall’inizio della collaborazione in esclusiva con la Deutsche Gramophon, sono l’ennesima qualificatissima proposta del Festival che si conferma una realtà che ha fatto e fa la storia dello spettacolo culturale in Calabria.
L’esuberanza musicale che è il marchio di fabbrica dell’Ensemble Janoska e che risulta ancor più evidente nelle composizioni dei componenti del gruppo, sorprendenti nella loro gamma espressiva che spazia dal mood e sound più commovente a quello più trascinante, riescono , d’altronde, a trasformare quella che sarebbe una proposta di nicchia, in una vera festa della musica per tutti .
«Cerchiamo di non inseguire il main streaming, nonostante sia ovviamente più utile in termini di consenso facile e di sostenibilità economica –ha dihciarato il direttore artistico Chiara Giordano – ma proporre repertori e spettacoli particolari e che, diversamente, qui non arriverebbero, riuscendo così anche a sostenere il turismo culturale per una Calabria straordinaria che valga il viaggio». (rcz)

A Catanzaro Armonie d’Arte incontra il Premio Nobel Nadia Murad

Domani, giovedì 22 e venerdì 23 agosto ad Armonie d’Arte festival la cultura, l’arte, la musica di respiro internazionale si incontrano per un doppio appuntamento con la storia: Il festival diretto da Chiara Giordano, infatti, nel corso del Gala del Mediterraneo – Blu Femmina, incontrerà il premio Nobel per la Pace, Nadia Murad, che sarà insignita dello Scolacium Award assieme all’artista Noa.

Quest’ultima interverrà da remoto poiché impossibilitata a lasciare Israele a causa della  crisi politica in Medio Oriente e della conseguente sospensione dei voli di tutte le compagnie aeree, ad eccezione di quella di bandiera che, però, è in overbooking per la richiesta massiccia di lasciare il Paese da parte della popolazione che teme un imminente attacco bellico.

“Scolacium award” è un progetto speciale del Festival dedicato al valore dirimente, etico e sociale, della speranza nel tempo contemporaneo: una volta all’anno, nel cuore del Mediterraneo, il Festival incontra grandi personalità che si sono spese per la salute della persona o del pianeta o delle società.

L’intento è che loro offrano una testimonianza, mentre il Festival restituisce un riconoscimento di amicizia e gratitudine. Medici, scienziati, politici, intellettuali, giornalisti, attivisti, e poi, sempre, anche gli artisti. Nel difficile tempo contemporaneo, segnato da antiche e nuove barbarie, il concetto di speranza e di impegno etico è quanto mai indispensabile. Il valore della Pace, in Calabria, terra di transiti e approdi millenari, permanenze complesse e sbarchi contemporanei, ma anche crocevia di destini e di nuove opportunità per il mare nostrum, ha un significato forte e forse più ampio che altrove, in Italia. 

«Un’eccezionale opportunità per la Calabria – ha commentato  Chiara Giordano – il progetto Scolacium Award è un unicum a livello internazionale perché mette insieme un luogo del patrimonio, rappresentativo della grande storia mediterranea, fondamentale per lo sviluppo della civiltà occidentale, e la coscienza etica contemporanea per un futuro sostenibile».

«D’altra parte – ha concluso – il Gala del Mediterraneo intende essere proprio un grande focus narrativo attraverso la più alta musica internazionale sulle antiche e nuove rotte mediterranee».

Nel corso del Gala del Mediterraneo, in programma venerdì 23 agosto al Parco Archeologico di Scolacium, si parte con il fado con Dulce Pontes, il flamenco con Estrella Morente, il rebetiko greco con Eletheria Arvanitakī, la canzone napoletana antica con Maria Nazionale. Dopo il collegamento con Noa, l’esibizione, in prima assoluta, dell’Orchestra Sinfonica Brutia, diretta da Francesco Perri in una produzione originale di Armonie d’Arte, con idea e testi di Chiara Giordano.

Uno spettacolo con grandi voci internazionali per parlare di Mediterraneo attraverso la sua musica e il suo femminino.

Cinque straordinarie artiste del palcoscenico globale, autentiche star nei loro generi, le proprie radici attraverso i relativi repertori musicali, intensi, poetici, appassionanti, connotativi dei vari territori, diversi ma accomunabili, in coerenza al macro tema di Armonie d’Arte Festival ovvero “nuove rotte mediterranee” e alla sua declinazione annuale 2024 “permanenze”.

Uno spettacolo artistico che, nel mondo valoriale più tipicamente femminile ed espressione di antropologie diverse del mediterraneo, trova sia motivazione che obiettivo.

In questo momento storico, peraltro, alcuni tratti fondamentali di cui la femminilità è particolarmente portatrice – come il dialogo, l’inclusività, la disponibilità, la passione, la dedizione, l’amore – ci sembrano più che mai necessari e da valorizzare.
Raccontare il mediterraneo, anche attraverso questi mondi femminili, profondi, complessi ma densi e potenti, empatici, creativi ed emozionali espressi dalla musica di queste terre, è quindi un’esigenza urgente, per essere così partecipi di un nuovo umanesimo del Mare Nostrum, che sia via di civiltà, di opportunità, d’arte e cultura, oltre le antiche e nuove barbarie a cui pure siamo costretti ad assistere ancora. (rcz)

BORGIA (CZ) In scena “La Fura dels Baus”

In scena domani sera, al Parco Archeologico Nazionale di Scolacium, alle 22, lo spettacolo La Fura dels Baus in Free Bach 212, diretto e sceneggiato da Miki Espuma e David Cid, che ha, anche, la direzione musicale dell’Ensemble Divina Mysteria, composto dal violinista Pavel Amilcar e dal suonatore di gamba Thor Jorgen oltre allo stesso Espuma.

Lo spettacolo, che rientra nell’ambito di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano, è una libera interpretazione della partitura originale della Cantata BWV 212 by J.S. Bach di Johann Sebastian Bach, attualizzata attraverso l’uso della musica elettronica, del flamenco, l’arte visiva di proiezioni avanzate.

Composito, multidisciplinare, adattato site spefic a Scolacium per il Festival, che attraversa generi e linguaggi diversi, dalla musica alla danza. Una creazione dove rotte artistiche diverse si intersecano armonicamente, coerentemente, in un approccio da una parte fedele al repertorio antico e dall’altra stimolato dalle istanze colorate della musica etnica e delle tecniche più avanzate. (rcz)

Al Parco Scolacium in scena domani “Madama Butterfly”

Domani sera, al Parco Archeologico Scolacium di Borgia, alle 22, in scena Madama Butterfly, una produzione di Armonie d’Arte con l’Orchestra internazionale della Campania diretta dal Leonardo Quadrini, il Coro lirico Cilea diretto dal Claudio Bagnato ed i danzatori di “Create Danza”, con la regia di Chiara Giordano e Alessio Rizzitello, moving director e light designer Filippo Stabile, costumi Nicola Galea e assistente regia e di produzione Josephine Cariati.

Lo spettacolo rientra nell’ambito di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano, e prevede una speciale promozione dedicata a tutte le donne: l’accesso gratuito al Parco per assistere alla pièce che vede nel cast il soprano Maria Teresa Leva (Madama Butterfly / Cio Cio-san) senza timore di smentita la migliore Butterfly italiana sulla scena internazionale, il raffinato tenore Mickael Spadaccini (B. F. Pinkerton), la più giovane ma solida Michela Rago servente di Cio Cio-san (mezzo soprano), e più veterani Silvano Paolillo baritono (Sharpless, console degli Stati Uniti a Nagasaki), Carmelo Caruso (Goro, nakodo) (tenore), già apprezzati in molte altre produzioni precedenti del Festival. 

«Un’opera complessa – ha spiegato Giordano – e potremmo dire con una visione musicale e tematica contemporanea, per tessitura musicale e contenuti testuali. In questo mood si colloca la volontà registica di sottolineare Butterfly come icona, senza tempo, di un profilo femminile abusato; così si è pensato di articolare i tre atti in 3 modalità stilistiche diverse e che, insieme nell’unità operistica, restituiscano anche una valorialità etica ed estetica appunto unitaria: Butterfly è una donna di ogni tempo, tradizionale, presente, e in qualche modo futuristico, o comunque senza il tempo che connota persone e cose.  Lo sforzo di un Festival, deve essere, infatti, proporre nuove riflessioni, nuovi tentativi di lettura, nuovi allestimenti, nuova produzione artistica, anche in presenza di repertori consolidati e direi quasi sacri».

«In luogo poi come il Parco Scolacium – ha concluso – del tutto unconventional per lo spettacolo dal vivo, produrre l’Opera lirica è certamente un’operazione molto difficile, quasi da opera Lab, ma lo sforzo appare proprio per questo affascinante, forse persino necessario». (rcz)

SIBARI (CS) – Al via Sybaris Arte

Domani, al Parco Archeologico di Sibari, prende il via Sybaris Arrte, una rassegna ideata e curata dalla Fondazione Armonie d’Arte ma voluta e sostenuta dalla Direzione del MIC Museo e Parco archeologico di Sibari, all’interno del suo più grande progetto #Sibarinprogress. 

Danza, musica e teatro animeranno il Parco per un agosto dalle tinte sempre precipuamente culturali, tratto distintivo di ogni evento all’interno del circuito di Armonie d’Arte, guidato da Chiara Giordano, ma al contempo variegate e anche innovative: dalla lirica, alla danza, alla multimedialità, dal pop alla world music, ce n’è per tutti i gusti nei sei appuntamenti di “Sybaris Arte”, tutti ad ingresso gratuito per i possessori della communitycard PAS o, comunque, ricompreso nel costo del biglietto di accesso al Parco. 

Si parte, alle 22, con Suoni di Sybaris, una produzione originale di carattere ambient/sperimentale dedicata all’antica Sybaris, con performance e installazione di Remi Picò.

Qui patrimonio e nuove tecnologie, storia e creatività contemporanea, umanesimo e intelligenza artificiale: questi i temi di una serata dedicata alla musica sperimentale e allestimenti innovativi ed esperenziali. Suoni, musica, rumori contemporanei, sottese alla storia e alle storie di Sybaris, diventano un repertorio sonoro che da una parte può essere legittimamente ipotizzato popolare l’antica città e dall’altra,  attraverso un’accurata ricerca e utilizzando l’Intelligenza artificiale,  interseca e ricompone tutti questi  elementi  in una suggestiva proposta ambient da offrire prima come lezione/spettacolo dal vivo di musica sperimentale, e poi come allestimento sonoro emozionale, per una fruizione del tutto inedita del sito o del Museo della Sibaritide.

Remi Picone, d’altronde è ricercatore scientifico e artista interdisciplinare, laureato in Scienze dell’Informazione e dottorato in Biologia Cellulare e Molecolare, Nanotecnologie, Scienze Fisiche e Computazionali presso l’University College London, ha lavorato presso istituzioni prestigiose come la Harvard Medical School a Boston e l’University College London, London Centre for Nanotechnology e Laboratory for MolecularBiology nel Regno Unito. Ha pubblicato su riviste di alto profilo come Nature ed è coinvolto in importanti progetti di ricerca, con prestigiosi riconoscimenti. Parallelamente alla carriera scientifica, artisticamente è un creativo a tutto tondo, anche con performance, a livello internazionale e in contesti di alto profilo, esplorando la coesistenza tra ambienti naturali e artificiali, compreso intelligenza artificiale, attraverso un approccio interdisciplinare e multimediale.

Si prosegue il 13 agosto con Marina Rei in versione unplugged. Marina Acoustic Concert è il live di una delle più raffinate cantautrici italiane; la cantautrice romana presenta sul palco il suo ultimo progetto discografico ‘Donna che parla in fretta’, un album live che racchiude tutti i suoi maggiori successi e le collaborazioni che ha intessuto in quasi 30 anni di musica. Insomma un raffinato entertainment coniugato alla potenza iconica del parco archeologico di Sibari.

E ancora, il 16 agosto l’omaggio al melodramma ed a Giacomo Puccini nel centenario della sua morte, con “Donne pucciniane”, icone di musica e contemporaneità, ed è un concerto lirico sinfonico con l’Orchestra Internazionale della Campania diretta da Leonardo Quadrini e la voce recitante di Sebastiano Somma, dedicato alle figure femminili del repertorio pucciniano attraverso le arie più amate, ma anche con una narrazione drammaturgica, quasi in forma di lezione concerto o documentario televisivo.

Il 19 agosto il concerto di una delle voci più straordinarie, Noa (accompagnata da Gil Dor) per il “Mediterraneo di Pace”. La voce e il repertorio di una grande artista internazionale, israeliana di origini yemenite, che da sempre si è posta al di sopra dei contesti e congiunture politiche in una visione spirituale dell’arte come via di civiltà, 

Si passa alla danza contemporanea il 24 agosto: Da Cassandra a Medea, da Tosca a Turandot: Donne di amore e di sangue con la compagnia “Create Danza”.

Una nuova creazione originale di danza contemporanea che connette simboli femminili del tempo antico e moderno, oggi ancora drammaticamente attuali, e che porta la firma di Filippo Stabile, uno dei più interessanti coreografi italiani under 35, già autore della creazione Phaos realizzata con grande successo lo scorso anno proprio al Parco di Sibari

Infine, il 25 agosto grande chiusura con “Canto alla durata”, un pellegrinaggio nella poesia, happening di Franco Brambilla, tra le personalità storiche più eminenti del teatro italiano.

Una creazione performativa site specific liberamente ispirata al testo di Peter Handke, Premio Nobel per la Letteratura; un lavoro con un forte impatto emotivo, significativo e poetico, soprattutto in luogo lontano ma anche forte e percepibile, coerente come il Parco di Sibari che ha fatto e fa i conti proprio con il tempo, le certezze, la misurabilità, il rivissuto.

«Considerato il valore precipuo e iconico del sito – ha commentato il direttore artistico Chiara Giordano – la nuova attenzione e frequentazione del pubblico favorita da una dinamica e propositiva direzione nella persona del dott. Filippo Demma, con tante attività già esperite ed un clima più maturo per accogliere l’offerta artistica spettacolistica, ad una programmazione generalista e più orientata al numero dei visitatori, oggi é possibile proporre un cartellone che ascolti soprattutto la vocazione del luogo».

Cosi Sybaris Art é pensata per amplificare la possibile intersezione tra mondo antico, pietre millenarie e tematiche artistico culturali contemporanee, rappresentando un modo armonico di contribuire alla qualificazione della visita o della permanenza, come un’esperienza particolare di valore da conservare e raccontare. (rcs)

A Soverato due concerti internazionali per Armonie d’Arte Festival

Il prossimo 17 luglio, a Soverato, alle 22, all’Orto Botanico, si terrà il concerto di Jacques Morelenbaum, che omaggerà l’immenso patrimonio musicale della nazione sudamericana ormai da decenni protagonista della scena globale.

L’evento rientra nell’ambtio di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano.

D’altronde da Heitor Villa Lobos in poi, il violoncello è diventato una delle icone musicali del Brasile; infatti il suo timbro dolce e romantico, l’incredibile somiglianza del suo suono con la voce umana e la sua naturale flessibilità tra articolazioni oscillanti e pura poesia fanno sì che questo strumento, di origine europea, assuma un’identità molto brasiliana. Combinando tutti questi elementi, il violoncellista, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra e produttore cheè  Jaques Morelenbaum offre una visione che coniuga tradizione e innovazione con un infallibile fascinazione del pubblico.

«Siamo felicissimi di questo concerto – ha dichiarato Giordano – perché in linea completa con la nostra ratio culturale, laddove le permanenze della tradizione della bossanova intersecano i sound, i ritmi, le nuove rotte musicali  del Brasile contemporaneo, facendo viaggiare il suo immenso patrimonio artistico lungo le rotte di tutto il mondo».

Il 18, poi, ritorna ad Armonied’Arte Festival la pianista giapponese Hiromi, nel frattempo diventata un’autentica superstar del Jazz, dopo oltre vent’anni di pubblicazioni e partnership di assoluto livello. Tecnica eccelsa, brillantezza, creatività, si inseguono nei concerti di questa virtuosa tenuta a battesimo dai Maestri Chick Corea e Stanley Clarke, per poi spiccare il volo per una carriera solista dai consensi entusiastici ed unanimi in tutto il mondo. Con il suo quartetto in cui spicca il nipote d’arte Adam O’Farrill ,(il nonno Chico è stato uno dei progenitori del più ruggente ed autentico suono cubano), presenterà “Sonicwonder”, il suo ultimo album che ne riassume estro e meraviglia, anche nell’utilizzo del sintetizzatore oltre che del prediletto pianoforte. Esibizioni stupefacenti che segnano un lungo, continuo e incredibile percorso che cancella i confini tra jazz e classica, composizione e improvvisazione.

«Il jazz – ha spiegato la direttrice artistica – è sincretismo culturale, musica che arriva lungo rotte di mare che uomini e donne dall’Africa nera approdavano forzatamente nell’America bianca portando il loro sound, il loro canto nelle lunghe e dure ore di lavoro nei campi,  e ha coniugato mondi lontanissimi, ha camminato strade che intersecavano storie e destini diversi, e tutti i colori. Ancora oggi raccoglie eredità in cui ogni linguaggio musicale appare, ed è, possibile, rigenerandosi».
«Questo è anche e straordinariamente Hiromi. Dunque – ha concluso – in coerenza con i nostri temi generali e annuali, parliamo esattamente di “permanenze”  e ”nuove rotte”, non solo mediterranee ma globali, in una Calabrai straordinaria che vale il Viaggio». (rcz)

Armonie d’arte omaggia Caruso in una doppia data oggi e domani

Un concerto di grandissimo impatto emozionale e alto profilo artistico quello che andrà in scena il 22 agosto ore 22:00 all’Auditorium dello Spirito Santo di Vibo Valentia e il 23 alla Grangia di Sant’Anna di Montauro (Cz), grazie ad una coproduzione originale tra Armonie d’Arte Festival e Orchestra Sinfonica della Calabria.

Nel segno del mito mai tramontato di Enrico Caruso, uno spettacolo che è un omaggio al suo genio dalla doppia anima: la canzone napoletana e l’opera lirica. Ed infatti il titolo del concerto “Napoli & Caruso”, esprime proprio l’idea di questi due mondi straordinari, quello partenopeo e quello del melodramma, due simboli di eccezionale italianità nel mondo intero. E sarà la raffinata e particolarissima voce di una grande artista come Lina Sastri a portare il cuore di Napoli in scena, affiancata dalla potente ed elegante voce di uno dei tenori più importanti della scena internazionale come Fabio Armiliato.

Brani tra i più amati e famosi di entrambi i repertori come Reginella, Era de maggio, O surdato ‘nammurato, Torna a Surriento, Core ‘ngrato, ‘O sole mio, e sul fronte lirico, tra gli altri, Lucean le stelle dalla Tosca di Puccini, Vesti la Giubba da Pagliacci di Leoncavallo, e brani sinfonici che ricordano i luoghi della strepitosa carriera di Caruso e quindi Un Americano a Parigi di Gershwin, Libertango di Piazzolla, il Can Can dall’Orfeo ed Euridice di Offenbach, e, ovviamente non mancherà Caruso di Lucio Dalla.

Un progetto curato dal direttore artistico di Armonie d’Arte Festival Chiara Giordano che ha trovato accoglienza e potenziamento nell’Orchestra Sinfonica della Calabria diretta da Francesco Ledda, giovane compagine orchestrale che gode della direzione artistica del grande violinista Salvatore Accardo, e già dell’importante riconoscimento del Ministero della Cultura come Iconoclastie – Istituzione Concertistica Orchestrale con sede a Vibo Valentia.

«Armonie d’Arte è sempre orientato a nuove produzioni, alleanze e colleganze» – dichiara Chiara Giordano – «e un omaggio a Caruso nel centocinquantenario della nascita, con una delle due Ico calabresi, è apparsa come magnifica opportunità e segue l’identità del Festival: dunque non una carrellata di brani più o meno pertinenti, ma una precisa e particolare intenzione di un viaggio ideale nelle anime diverse del mondo di Enrico Caruso, grazie alla partecipazione con grandi artisti di vocazione appunto diversa, che certamente regaleranno tutta l’emozione di un personaggio indimenticabile e di repertori conosciuti e cari a tutte le latitudini».

Non resta che attendere con gioia questo spettacolo che possiamo già definire “del cuore”. Prove aperte alle 19.00 di entrambi i giorni e maggiori informazioni per i concerti serali su www.armoniedarte.com oppure al +393888290696. (rcz)

Armonie d’Arte, il concerto di Stefano Bollani e di Trilok Gurtu

Domani sera, a Roccelletta di Borgia, al Parco Archeologico di Scolacium, è in programma il concerto del pianista Stefano Bollani e del mago delle percussioni, Trilok Gurtu.

L’evento rientra nell’ambito di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano.

Quello che rappresenta l’incontro tra il piano di Bollani e le percussioni di Gurtu è un approdo segnato dalle note. Se la musica resta la possibilità di transiti fulminei o percorsi elaborati ma sempre possibili tra mondi diversi, allora Bollani e Gurtu rappresentano un emblema di approdi musicali, di ponti tra un genere e l’altro, ed il loro concerto si annuncia come un esempio pieno e mirabolante.

Stefano Bollani è un pianista che fa sognare, un musicista capace di suonare con ogni fibra del suo corpo. È irresistibile, fisico, mimico nelle esibizioni e il suo intento è giocare e re-inventarsi attraverso una visione onnivora della musica. Può, in effetti, suonare ogni cosa: dal jazz alla musica classica, passando dalla bossa nova di cui è un fine conoscitore, oppure la canzone d’autore e popolare italiana.

Trilok Gurtu è invece uno dei più grandi protagonisti nella storia delle percussioni, capace di fondere la tecnica occidentale e indiana per sviluppare uno stile e un suono innovativo, tali da metterlo al fianco di alcuni dei supremi protagonisti del gotha mondiale del jazz.

L’incontro tra questi maestri non può che trasformarsi in poesia e magia, regalando al pubblico una serata indimenticabile e piena di stupore ed emozioni. (rcz)

Armonie d’Arte, successo per i concerti di Vinicio Capossela e Daniele Silvestri

La 23esima edizione di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano, continua a raccogliere successi e consensi. Lo scorso 2 agosto, al Parco Archeologico Nazionale della Sibaritide è andato in scena lo spettacolo di Vinicio Capossela.

L’artista – tra i più importanti ed incisivi nel panorama della canzone d’autore italiana degli ultimi trent’anni – ha regalato al numeroso pubblico accorso nella sua unica data regionale un live istrionico e travolgente. Di fronte ad oltre 1500 spettatori, Capossela ha “acceso”, metaforicamente ma non solo, una notte già premiata di suo da una meravigliosa luna piena.

Capossela, accompagnato magistralmente dalla sua band, ha presentato un live che ha attraversato gran parte della sua carriera, partendo dai brani che compongono il suo ultimo album, Tredici canzoni urgenti, premiato di recente con la Targa Tenco come miglior disco italiano dell’anno. Accanto al più recente capitolo del suo percorso discografico, hanno trovato spazio anche altri brani cardine della sua carriera, sempre sospesi tra un folk-blues a tratti orchestrale, a tratti più “intimo” e “scarnificato”. L’artista ha dedicato a Mimmo Lucano per l’utopia sociale di Riace “Il Povero Cristo”, ha lucidato alcuni dei gioielli di casa, come le travolgenti “Marajà”, “Che coss’è l’amor”, alternate a momenti più intimi, “Signora Luna”, “Camera a Sud”, “Ultimo Amore” e “Con una Rosa”, fino al colpo d’ala finale, in cui Capossela ha inanellato, in doppia, poderosa sequenza “L’Uomo Vivo” con il sempre tellurico “Il Ballo di San Vito”, un brano che non finisce mai di sorprendere, per la densità e varietà delle sue intrinseche connotazioni, non solo popolari.

 «Un concerto davvero unico, che ha messo insieme un luogo di grande importanza, un grande artista visionario come Capossela e dei temi importanti del nostro tempo –  ha sottolineato Chiara Giordano, direttrice artistica di Armonie d’Arte Festival – siamo in particolar modo soddisfatti del supporto ricevuto da parte della direzione del Parco, dell’amministrazione di Cassano all’Ionio, e anche grazie a loro se siamo riusciti a creare un evento così speciale».

Il giorno successivo, giovedì 3 agosto, un’altra notte di mezza estate tra musica e questa volta natura con il live di Daniele Silvestri. Il cantautore romano si è esibito, infatti, in un contesto straordinario per un tour estivo, oltre che suggestivo come pochi: il bosco adiacente all’antico complesso monastico di Serra San Bruno, tra secolari abeti bianchi e giovani faggi. “Sembra di stare in Austria”, ha esordito di fatti scherzando l’artista. Scenario surreale, temperature ottobrine, numeri da grandi eventi per un live che ha tenuto per oltre due ore alta l’attenzione del pubblico giunto da tutta la Calabria a Santa Maria del Bosco per celebrare uno dei più amati cantautori contemporanei.

 Ben trenta i brani in scaletta ripercorrendo i suoi successi più celebri, aprendo con un sentito omaggio a Paolo Conte e chiudendo con i suoi pezzi più radiofonici, quelli che hanno fatto letteralmente scatenare il pubblico sotto il palco.  La “verde milonga” di Conte ha dato infatti il benvenuto alla Calabria, spazio poi alle diverse letture e visioni di “Uomo” che da sempre caratterizzano il repertorio di Silvestri: “L’uomo intero”, “L’uomo col megafono”, “L’uomo nello specchio”. Immancabili, in una nostalgica carrellata dei suoi brani più ascoltati, “Ma che discorsi”, “Occhi da orientale”, “Le cose in comune”, “Sempre di domenica”, “L’amore non esiste”. Per ascoltatori più appassionati, “Colpa del fonico”, “Monetine”, “Le navi” e “While the children play”, canzone contro la guerra. Il dialogo col pubblico è semplice ma continuo, Silvestri di questo interscambio ne ha fatto un album ed un tour, proprio l’ultimo, che si chiama “Estate X” proprio perché nasce – un live dopo l’altro – da un confronto con la platea. Un tour senza schemi, a sorpresa proprio come un’incognita.

Sul palco assieme a lui, un gruppo affiatato di ottimi musicisti che hanno scaldato il pubblico di Serra San Bruno con il loro talento. A cominciare da Marco Santoro, calabrese originario di Sambiase, al fagotto, per proseguire con i tastieristi Gianluca Misiti e Duilio GaliotiDaniele Fiaschi (chitarrista), Jose Ramon Caraballo Armas (percussionista), Gabriele Lazzarotti (bassista) e Piero Monterisi (batterista). Il percorso musicale è appagante e coinvolgente, ancor più in conclusione quando si rompono le righe ed è il cantautore stesso ad invitare tutti sotto palco per il gran finale con “La Paranza”, “Salirò”, “Testardo”, “Cohiba”.

«Mi piacciono i festival che cercano di riportare l’attenzione sui luoghi belli, sui luoghi storici che possiamo rivivere ancora adesso. È stato davvero magico», ha dichiarato Silvestri appena sceso dal palco. (rcs)