Biennale dello Stretto, gli eventi formativi dell’Ordine degli Architetti

Nell’ambito della Biennale dello Stretto, l’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria ha organizzato una serie di eventi formativi che rientrano nell’ambito della formazione continua obbligatoria rivolta ai professionisti.

«Con La Biennale dello Stretto si dà continuità ad un’offerta formativa professionale di alto profilo scientifico che vuole invertire il concetto di formazione passando da mero obbligo a vera e propria opportunità professionale. Opportunità per i tecnici, per le amministrazioni ma soprattutto per la società civile su cui ricadono le azioni dei professionisti», ha dichiarato il presidente dell’Ordine, Ilario Tassone.

Infatti, saranno rilasciati dei crediti formativi professionali ai sensi dell’art. 7 del DPR n. 137/2012 delle linee guida e di coordinamento attuative del regolamento per l’aggiornamento e lo sviluppo professionale continuo

Il programma formativo si articola in quattro giornate, da venerdì 30 settembre a lunedì 3 ottobre e con un palinsesto ricco di dibattiti, così distribuito: 

30 settembre 2022 – Le tre linee d’acqua

Mattina 10,00/13,30 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci:

Evento Formativo: Presentazione de La Biennale Dello Stretto – Esperienze Mediterranee (3 Cfp)

Pomeriggio 15,30/20,00 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci:

Evento Formativo: Sguardi-La Ricerca Del Cambiamento-Paesaggi Invisibili (4 Cfp)

1° ottobre 2022 – Città e Territorio

Mattina 9,30/13,30 Museo Archeologico di Reggio Calabria

Evento Formativo: Le Tre Rive – Mappe Mediterranee (4 Cfp)

Pomeriggio15.00 alle ore 20.30 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci

Evento Formativo: Connessioni Mediterranee- Mobilità Mediterranea- Chi Fa I Luoghi (5cfp)

2 ottobre 2022 –Territori in Rete

Mattina 9,30/14,00 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci

Evento Formativo: Architettura come processo educante- Paesaggio, Cinema e Turismo- Territori in rete (4 Cfp)

Pomeriggio 15.00/19,00 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci

Evento Formativo: Rigenerare da Sud- Acqua Risorsa Territoriale- Qualità nell’esercizio della professione (4 Cfp in Discipline Deontologiche)

3 ottobre 2022 – Responsabilità e Generosità

Mattina 10,00/13,30 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci

Evento Formativo: Agire Sostenibile- Letture a Sud (3 Cfp)

Pomeriggio 15,00/20,30 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci

Evento Formativo: Raccontare il Mediterraneo- Bioma Mediterraneo – Le Vie Del Mediterraneo- Visioni Mediterranee (5cfp).

Inoltre, per garantire il raggiungimento del Forte Siacci di Campo Calabro (RC), sede degli eventi, è stato predisposto un servizio transfert, anch’esso gratuito, con partenza da Reggio Calabria e Villa San Giovanni.

Ai fini dell’organizzazione, la richiesta del servizio dovrà essere formalizzata attraverso prenotazione da inoltrare all’indirizzo mail ordinearchitettirc.formazione@gmail.com, tenendo conto delle seguenti scadenze: Eventi del 30/09/2022 entro le ore 15:00 del 29/09/2022; Eventi del 01/10/2022 entro le ore 15:00 del 30/09/2022; Eventi del 02/10/2022 entro le ore 15:00 del 01/10/2022; Eventi del 03/10/2022 entro le ore 15:00 del 02/10/2022. (rrc)

Biennale dello Stretto: siglato in traghetto il protocollo d’intesa per il via

Nata dal progetto Mediterranei invisibili dell’archistar Alfonso Femia la Biennale dello Stretto, alla sua prima edizione, è pronta a vedere la luce: ieri a bordo della nave Telepass di Caronte-Tourist, in navigazione nello Stretto è stato siglato il protocollo d’intesa con le città metropolitane di Reggio e Messina, da rispettivi sindaci Federico Basile e il ff Carmelo Versace. A firmare il protocollo anche il presidente degli architetti di Reggio Ilario Tassone e il presidente della società benefit 500×100 arch. Alfonso Femia.

La Biennale dello Stretto vuole invitare a scoprire il Mediterraneo, la sua storia, il paesaggio e l’abitare nelle due sponde che si specchiano là dove il mito colloca Scilla e Cariddi. Ovviamente non sarà soltanto limitata ai territori di Reggio e Messina, bensì coinvolgerà tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, quindi Europa e Africa, per racocntare l’urbanizzazione dell’ambiente, la storia e la cultura del Mare Nostrum.

Secondo Carmelo Versace «La Biennale dello Stretto è una straordinaria opportunità per il nostro territorio una occasione per costruire attraverso il confronto e l’incontro tra i tecnici e la comunità territoriale, una visione d’insieme sul futuro di quest’area che contiene nel suo Dna geografico, paesaggistico e culturale un bagaglio di potenzialità davvero unico al mondo. Oggi proseguiamo sul cammino avviato, mettendo a frutto i risultati raggiunti in questi anni e continuando ad offrire la nostra piena collaborazione, in sinergia con gli altri enti territoriali, per la creazione di una visione omogenea delle politiche dello sviluppo sull’area metropolitana dello Stretto». Gli ha fatto eco il sindaco metropolitano di Messina Federico Basile che ha auspicato una «conurbazione di Messina e Reggio Calabria, condivisa da tutti e fondata sulla qualità delle proprie produzioni, su una rinnovata identità culturale e su un progetto di rinascita credibile e raggiungibile, che possa coinvolgere tutti i cittadini».

L’ideatore dle progetto, arch. Femia ha voluto sottolineare che non si tratta semplicemente di un evento «ma la tappa importante di un percorso intrapreso cinque anni fa, che ha permesso di incontrare, osservare e ascoltare in diretta le voci dei territori mediterranei, particolarmente di quelli celati. Il progetto vuole essere un’occasione di proiezione nel futuro, attraverso l’attivazione di un laboratorio internazionale sulle tre rive del Mediterraneo e sulle relazioni tra il Mediterraneo e il resto del mondo, costruendo un dialogo che il mutante contesto ambientale rende sempre più necessario e urgente».

Ilario Tassone, presidente degli Architetti della provincia reggina, ha rimarcato come la Biennale dello Stretto sia  «uno scenario ideale per spiegare come l’architettura sia attivatrice di valori sociali, etici, ambientali ed economici alla scala urbana e territoriale, che attraverso l’impegno progettuale genera processi internazionali di scambio e riflessione».

Il taglio del nastro ha visto la partecipazione anche della prof.ssa Francesca Moraci curatrice della Biennale che, insieme con l’architetta Mariangela Cama, coordinatrice del progetto, ha espresso un pensiero comune: «C’è una condizione culturale che si sta evolvendo – ha detto la Morace – unita ad una capacità sociale di pensare al futuro dello Stretto nella duplice dimensione di baricentro del Mediterraneo». La coordinatrice Cama ha, quindi, sottolineato che il progetto «è frutto di una profonda condivisione di idee e di intenti e il processo virtuoso che la Biennale ha già iniziato ad innescare, sono un risultato straordinario che riattribuisce allo Stretto e a tutto il Sud la storica dimensione internazionale che gli appartiene». (rrc)

REGGIO – Venerdì al via la Biennale dello Stretto

Venerdì 16 settembre, a Reggio, prende il via la Biennale dello Stretto, l’iniziativa congiunta che coinvolge le Città Metropolitane di Reggio Calabria e Messina.

L’iniziativa sarà presentata a bordo della nave Telepass, in partenza alle 12.40 dal Porto di Villa San Giovanni.

Nell’occasione saranno presenti il sindaco facente funzioni della Città Metropolitana di Reggio Calabria Carmelo Versace, il sindaco della Città Metropolitana di Messina Federico Basile, il presidente dell’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria Ilario Tassone e il presidente della Società benefit 500×100 Alfonso Femia.
Durante l’incontro sarà firmato il protocollo d’intesa finalizzato alla realizzazione congiunta dell’evento.
Al fine di consentire agli organi di stampa di accedere alla nave per prendere parte all’evento, si richiede entro e non oltre la giornata di domani, mercoledì 15 settembre, di far pervenire a questo indirizzo mail la Vostra adesione fornendo le generalità di coloro che interverranno. (rrc)

LO STRETTO E I “MEDITERRANEI INVISIBILI”
CULTURA È SUGGESTIONE D’UN TRAMONTO

di SANTO STRATI – Si può fare una proposta di legge per salvaguardare un tramonto? Sì, si può, soprattutto se il tramonto riguarda Stromboli ma coinvolge la Costa degli Dei: un fenomeno che si ripete solo quattro giorni all’anno (il 26-27-28-29 agosto) e si osserva dal lato calabrese del Tirreno. La cultura, quella che salverà la nostra Calabria, è anche nella bellezza di un tramonto, che, osservato dalla costa calabrese, fa vedere il sole “inghiottito” dal cratere. In realtà, la proposta di istituzionalizzare questo tramonto (a firma di Vittorio Sgarbi) è venuta fuori in un ambito ben più significativo, durante il bell’incontro sui “Mediterranei invisibili” e lo Stretto promosso dall’architetto Alfonso Femia, originario di Taurianova e oggi archistar mondiale, che ha lanciato già da alcuni anni l’idea di una Biennale che unisca le due sponde. Lo Stretto come pretesto e motivazione per un’operazione culturale di altissimo prestigio e livello: un’idea che è piaciuta molto a Sgarbi, il quale si è prodigato a far ospitare il convegno nell’esclusiva Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto (dove ha sede, tra l’altro, la Commissione Antimafia della Camera dei Deputati), coinvolgendo il ministro del Turismo Massimo Garavaglia. L’incontro a Sam Macuto è stato quindi l’occasione per mettere insieme con un parterre di relatori di grande rilievo (Francesca Moraci dei UniMediterranea, il direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria Carmelo Malacrino, Patrizia Giancotti antropologa dell’Accademia di Belle Arti di Reggio, Maria Fedele, assessore Turismo del Comune di Taurianova e il ministro Garavaglia, moderati da una brillante Francesca Agostino che è anche una delle animatrici del progetto sul Tramonto di Stromboli). È stato un incontro che dovrebbe avere molti seguiti: parlare del territorio, delle sue potenzialità soprattutto alle nuove generazioni, significa non solo aprire alla curiosità e stuzzicare l’interesse di giovani e future risorse, ma anche tracciare marcatori di sviluppo. Sgarbi che ha confessato di annoiarsi abitualmente ai convegni ha voluto sottolineare di aver trovato, invece qui, molti motivi di coinvolgimento: lo Stretto rappresenta – ha detto –  la civiltà e la cultura europea che, cominciando a Vienna, a Londra, prima di arrivare nel nuovo continente finisce in Sicilia. L’idea di una Biennale dello Stretto può diventare il luogo che testimonia le tante cose che lì vengono create e non hanno modo di farsi conoscere. Ci sono tanti eventi al Nord (si pensi a Venezia, alla Triennale di Milano), al Meridione nulla». Per questo, questo tipo di incontri può essere da stimolo per individuare risorse che mandino avanti un progetto grandioso come una esposizione internazionale che emuli al Sud la Biennale di Venezia.

Intanto, in attesa del Ponte (in ferro, se mai si farà), l’idea di costruire un ponte ideale tra Sicilia e Calabria è suggestiva e vede protagonista lo Stretto di Messina nella proposizione di una Biennale (sul modello veneziano) che va a sconfinare al Sud. L’obiettivo – sostiene l’architetto Femia – è di conoscenza e di coscienza per arrivare alla consapevolezza: lo Stretto come omphalos di cultura e civiltà. Il progetto è stato avviato da tempo: «Il percorso che ci porta qui – ha detto Femia – è nato quattro anni fa: un team di architetti, artisti, fotografi, giornalisti ha esplorato i luoghi e gli aspetti più invisibili del Mediterraneo. Attraverso le direttrici geografiche individuate per ogni viaggio è stata costruita una mappa con riferimenti essenziali (infrastrutture, paesaggio, ambiente urbanizzato) su cui orientare le risorse e sviluppare in termini progettuali iniziative e interventi».

Se come dice Sgarbi al di sotto di Napoli c’è un’altra realtà anche in campo artistico, allora l’idea di una Biennale dello Stretto assume un ulteriore significato tutt’altro che divisivo: significa coinvolgere città e borghi in una ricerca che vuole esaltare il territorio e le sue specificità, oltre a persone e personalità artistiche in grado di lasciare un segno distintivo. Un racconto del territorio che diventa bene comune, dove – afferma Femia – «arte, architettura e politica possono cooperare per una crescita collettiva dei luoghi. La Biennale chiama a raccolta l’immaginazione, la progettualità, la ricchezza intellettuale del territorio». Sono stati indagati l’Area Grecanica con Amendolìa e Gallicianò, la Costa Viola, Rosarno, Scilla, Gerace per arrivare fino a Messina dove risaltano antiche fortificazioni passando dalla Rada di San Francesco, l’area portuale di Tremestieri, la passeggiata a mare della Batteria Masotto.

«Il progetto – secondo l’arch. Femia – è il primo passo nella direzione di sinergie e collaborazioni tra cittadini, istituzioni e amministrazioni. Mutando lo sguardo, lo Stretto, storicamente letto come divisivo tra Messina e Reggio, tra Calabria e Sicilia, diventa connessione che unisce i territori». È un luogo straordinario il Mediterraneo e l’idea di sconfinare a Sud acquista il sapore non di una provocazione, quanto dell’acquisita consapevolezza che il territorio racchiude una forza e una ricchezza ai più sconosciute. Ma Femia non parla al singolare, semmai allarga il campo, guarda ai Mediterranei Invisibili: «Viviamo una società che è figlia negli ultimi venti-trent’anni della schiavitù della velocità e abbiamo volto lo sguardo a oriente e ad altri mondi dimenticando, invece, questo luogo che è molto più ampio di come può sembrare e che può ancora ci può insegnare tantissimo, il Mediterraneo. E dalla nostra riflessione nasce l’esigenza di guardare al plurale, i Mediterranei, per indicare il luogo più importante, storico nei millenni dell’umanità, che ci ha raccontato la storia del mondo a tutti i livelli, artistici, economici, sociali, culturali, politici. Abbiamo coinvolto più di 80 artisti, scrittori, giornalisti, architetti, designer, fotografi per rispondere e reagire emotivamente quasi emotivamente a questa duplice riflessione». Il progetto è stato presentato alla Biennale di Venezia nel 2018 e successivamente a Città della Pieve per dare centralità all’idea per poi decidere che il luogo più significativo dove concentrare questa ricerca fosse lo Stretto.

«Avevo aperto un dialogo sulla sensibilità attraverso la proposizione dei Mediterranei invisibili, motivato dalla necessità di non volgere lo sguardo altrove: lo Stretto, alla fine, è diventato il baricentro di questa ricerca, è il magnete del Mediterraneo. Oggi che siamo tutti connessi è facile costruire un percorso che metta in gioco il tempo: per tre-quattro anni abbiamo scandagliato, anche emotivamente, le coste dello Stretto, tra Reggio e Messina intuendo la potenzialità dello Stretto come laboratorio permanente. Il viaggio come strumento di dialogo. Due parole racchiudono il senso di questo progetto: responsabilità, nell’azione presente, e generosità nel rapporto col futuro di ogni nostra azione. E la cultura come motore operativo è l’elemento più straordinario che oggi si possa immaginare».

Dunque, il progetto della Biennale dello Stretto può divenire il punto di raccolta della centralità del Mediterraneo tra arte, cultura e interscambio di conoscenze con i popoli che vivono il Mediterraneo in quanto si affacciano su di esso. E il Mediterraneo, anche dal punto di vista della crescita e sviluppo della Calabria, trova, per esempio, con il Porto di Gioia Tauro un ruolo di centralità che lo pone come motore e propulsore di iniziative economiche che fanno da preludio a interventi di natura sociale sul territorio. Lo Stretto è importante ma nessuno le mette al centro del dibattito politico e culturale. L’iniziativa di Alfonso Femia, dunque, merita attenzione e sostegno da una parte e dall’altra dello Stretto, perché come – sottolineato la prof. Francesca Moraci – «va condiviso il percorso di un codice di futuro diverso qui nell’area dello Stretto, dove la diversità riesce a fare sistema» e il territorio magico di entrambe le sponde è il respiro del Mediterraneo che rigenera la relazione in un mare che divide e unisce. E a supporto di tale progetto, anche il meraviglioso tramonto stromboliano (da osservare dalla Calabria), diventa un’ulteriore suggestione e un contributo ad attrarre attenzione sul territorio. Ricco, importante, ancora tutto da scoprire e valorizzare. (s)