Tansi accoglie De Magistris: una rivoluzione arancione insieme per cambiare la Calabria

De Magistris, ieri in Calabria, è stato ospite di Carlo Tansi con cui ha dialogato sul futuro della Regione e una comune strategia per la conquista di Germaneto. È stato lo stesso Tansi a darne notizia: «Una rivoluzione all’insegna della buona politica e del vero cambiamento in Calabria – ha detto –, partita da casa mia, oggi pomeriggio. Sì, perché battuta a parte sul luogo della riunione, poco fa ho avuto il piacere di ospitare il sindaco di Napoli Luigi De Magistris per un faccia a faccia, appuntamento riservato e ristrettissimo anche in ragione del rispetto delle vigenti norme antiCovid, incentrato su un programma di governo virtuoso della nostra meravigliosa regione. Un incontro al cui termine, al di là di ogni forma di egoismo e personalismo evocata ad arte da settimane da alcuni organi di stampa o da qualche vecchio arnese del sottobosco affaristico calabrese, si è capito come ci siano i margini per procedere lungo binari paralleli in una stessa direzione. Una strada che porta alla liberazione della Calabria dalla cappa, opprimente e soffocante, della partitocrazia di tutti i colori. Un’immarcescibile nomenclatura affaristico-mafiosa,  che è giunta l’ora di mandare a casa una volta per sempre.

«Certo, il cammino da fare è ancora lungo – ha aggiunto Tansi – e io dovrò sempre confrontarmi con la base del mio Movimento, Tesoro Calabria, e i candidati delle tre liste che mi sostengono, ma i presupposti per far partire da questo momento in avanti un’onda arancione, un autentico tsunami capace di travolgere un sistema politico subalterno, inefficiente e paralizzato, esistono. Eccome. Anzi, mi spingo fino al punto di dire che ci sono le basi per far partire dalla nostra regione una sorta di laboratorio. Una casa comune che, se ne ricorreranno tutte le premesse da me evocate di continuo quale fondamento del buon governo, possa gettare uno sguardo ben oltre i confini territoriali calabresi. Un piano di amministrazione virtuosa dei cittadini e delle varie realtà meridionali e nazionali che si focalizzi su tutto il Sud e non solo. È il mio auspicio e quello delle tante donne e uomini meravigliosi che lavorano con me a questo progetto fin dall’estate del 2019. Ecco perché abbiamo gettato un macigno nella palude in cui da decenni è impantanata e frenata la Calabria, cercando da adesso in poi di prosciugarla, senza pensare alla spartizione delle cariche o al ruolo del leader. Liturgie della politica-politicante che, come noto, non ci appartengono e da cui rifuggiamo». (rp)

 

CALABRIA, SOFFIA VENTO DI POPULISMO
DE MAGISTRIS, AMATO-ODIATO, È TENTATO

di SANTO STRATI – È trascorso appena qualche giorno dalla firma del decreto di indizione dei comizi elettorali per l’11 aprile da parte del presidente pro-tempore Nino Spirlì, che già circola con insistenza la voce dell’inevitabile rinvio al 9 giugno. Un election-day che vedrà impegnati gli italiani nel rinnovo di importanti Consigli comunali (a Roma, Milano, Napoli, etc). E proprio da Napoli, dove concluderà il 9 giugno il secondo e ultimo mandato da sindaco, Luigi De Magistris viene “strattonato” dalla sinistra più a sinistra e dagli arancioni per un impegno personale come futuro governatore. E De Magistris, che conosce molto bene la Calabria (e Catanzaro, sia perché è stato alla Procura, sia perché ha sposato una catanzarese) ci sta pensando. La tentazione è forte, ma sono necessarie alcune condizioni per la sua discesa in campo. Innanzitutto c’è da vedere cosa succederà al Governo: chi entra, chi esce, e quali nuovi equilibri saranno partoriti dalla crisi mancata (?). Poi ci sono alcune perplessità che derivano dalla diversità di vedute sul futuro di Germaneto e, quindi della Calabria, tra la tentazione del civismo e l’inossidabile scelta dell’usato sicuro, con i partiti tradizionali.

Cominciamo dalla parte più facile: in Calabria sta soffiando un forte vento di populismo e il movimento arancione di De Magistris si attaglia perfettamente alle istanze di quanti non credono più nei partiti tradizionali e aspirano a un radicale cambiamento. Quando, lo scorso settembre, l’attuale sindaco di Napoli è venuto a Reggio per chiudere la campagna elettorale di Saverio Pazzano (La Strada) l’accoglienza in piazza è stata abbastanza calda: a quel tempo nessuno s’immaginava la repentina scomparsa della compianta Jole Santelli e non c’era motivo di ipotizzare un qualsiasi impegno a respiro regionale. Certo, i segnali di aspettative diverse erano ben evidenti: lo stesso successo riportato da Pazzano, antagonista-David contro Falcomatà-Golia, è stato superiore a quanto ci si attendeva. Poi ci sono le varie anime dei movimenti civici che mostrano aneliti populisti che niente hanno a che vedere con le promesse mancate dei pentastellati: a cominciare da quello di Pino Aprile, per finire a Carlo Tansi (Tesoro di Calabria) passando per il Movimento La Calabria che vogliamo di Giuseppe Nucera. Tante anime civiche che non sono riuscite a trovare una pur minima intesa, con toro-scatenato Tansi che ha subito rotto ogni premessa di accordo e annunciato più volte di voler andare per proprio conto.

E Tansi rappresenta una delle spine al fianco delle aspirazioni del primo cittadino di Napoli: l’ex capo della Protezione Civile calabrese ondeggia e tentenna sul possibile accordo con De Magistris e il suo peso elettorale (8-10%) è sicuramente determinante ai fini di una corsa che possa vedere una (im)possibile corsa unita a sinistra. È questa la parte più difficile: Stefano Graziano, attuale commissario dem in Calabria, napoletano, è il primo sponsor di De Magistris e sta cercando in tutti i modi di presentare questa candidatura come la soluzione alle divisività e incomprensioni che caratterizzano tutto il centro sinistra . Non sarebbe una soluzione “alla Callipo” che si è rivelata disastrosa sotto tutti i punti di vista (considerate anche le dimissioni quasi immediate dal Consiglio del re del tonno), ma un compromesso per battere un centrodestra già sicuro di avere la vittoria a tavolino. De Magistris incontrerà entro il 19 gennaio Tansi e i notabili del Partito Democratico in una sede simbolica (la sede del PD al Nazareno, a Roma) per capire se ci sono i margini per un’intesa che lo vedrebbe candidato governatore con Tansi alla vicepresidenza, oppure se è una missione suicida, senza alcuna possibilità di successo. Dunque è da immaginare che entro il 20 gennaio avremo la risposta definitiva dallo stesso De Magistris circa il suo impegno in prima persona per la conquista del Palazzo Santelli a Germaneto. Se dovesse essere negativa, difficile ipotizzare un suo impegno a favore di Carlo Tansi sempre più intestardito a correre da solo con le tre liste pronte già da prima di Natale: De Magistris non avrebbe alcun interesse specifico a inimicarsi i dem in una campagna contraria al loro (disperato) tentativo di unire e riunire le forze per la Presidenza della Regione.

I militanti di DemA Calabria, Rinascita per Cinquefronti e La Strada  hanno stilato un manifesto di intenti  pro De Magistris: «In un momento in cui si discute solo di nomenclature, e in cui il nome di de Magistris viene usato come spauracchio da certi ambienti del centrosinistra e da certo civismo di facciata – scrivono Michele Conia e Saverio Pazzano –, dopo aver parlato con​ tanti soggetti calabresi che lottano nei territori, portatori sani di valori democratici e protagonisti di vertenze legate ai diritti e consapevoli della necessità di un’alternativa seria, concreta, avulsa dal sistema di spartizione di posti e prebende che governa da decenni questa regione, il passo successivo è stato naturale. Abbiamo incontrato Luigi de Magistris e gli abbiamo chiesto di candidarsi per guidare uno schieramento di rottura, fuori da logiche stantie e schemi classici, perché come noi, conosce e ama la Calabria, come noi è consapevole che bisogna rompere col passato, come noi sa che questo non può avvenire per miracolo ma con un grande lavoro e con l’entusiasmo di chi sa che la Calabria ha le energie e le intelligenze per farlo. Gli abbiamo detto che saremo al suo fianco con le nostre energie e le nostre esperienze».

In questo contesto, non va però, dimenticata la figura di Mario Oliverio, “riabilitato” con colpevole ritardo e non ancora “riammesso” a corte dai dem (fa ancora parte della Direzione Nazionale): la sua assoluzione non gli dà via libera per una ricandidatura in prima persona (avrebbe il suo uomo da mettere in corsa, visto che ha ancora qualche grana giudiziaria da cui uscire) ma gli consente di tenere un atteggiamento oltremodo critico sulla proposta di Graziano per candidare De Magistris a rappresentare il centro-sinistra. Il suo scarso feeling con Graziano è arcinoto, come sono pesanti le dichiarazioni che ha fatto a proposito dei rumours sulla candidatura del “papa straniero” che viene da Napoli. Difficile presagire gli esiti dell’incontro prossimo venturo in cui ci sarà l’abbraccio dei dem all’avventura De Magistris-Tansi o se il gelo (probabile) metterà ulteriore scompiglio su un elettorato di sinistra sempre più disorientato e amareggiato.

Il candidato naturale che poteva essere l’ex presidente del Consiglio regionale (e attuale vicepresidente) Nicola Irto, in grado di raccogliere un discreto consenso per una partenza in pole position, non piace – a quanto sembra – ai piani alti del Nazareno, ovvero non è riuscito a trovare sponsor pronti a impegnarsi sulla sua persona. Ha un profilo pulito, Irto, ma ha il torto, durante i cinque anni di Presidenza del Consiglio, di non aver saputo adeguatamente seminare opzioni a suo favore e preparare il consenso necessario a favorire la discesa in campo. In confronto, De Magistris – amato-odiato in pari misura – a Catanzaro e in Calabria ha saputo tenere la piazza, anche nel confronto con il presidente De Luca, mostrando di aver maturato un’attitudine politica che non può permettersi di mandare alla deriva.

Le elezioni al 9 giugno potrebbero essere quella combinazione astrale di eventi che a volte cambiano il corso delle cose: finisce il mandato (non rinnovabile) a Napoli, e De Magistris si trova nelle condizioni ideali per tentare il ritorno in Calabria. La moglie e i figli sarebbero felici di tornare a Catanzaro, bisognerà vedere che ne pensano i calabresi. (s)

Tansi “bacchetta” il presidente Spirlì e il Commissario Longo per il piano vaccinale

Carlo Tansi “bacchetta” il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, e il commissario ad acta Guido Longo per il piano vaccinale in Calabria che, ad oggi, non è ancora operativo.

«Il piano vaccinale in Calabria – ha detto Tansi – non è ancora operativo, tanto da aver spinto l’Asp di Cosenza, in previsione dell’avvio della somministrazione alla cittadinanza, a chiedere l’aiuto dell’esercito al fine di garantire la regolare distribuzione del siero antiCovid a tutti i destinatari. In base ai dati dell‘Agenzia del Farmaco, le dosi somministrate sono circa 5mila sulle 25.630 disponibili, con una percentuale di impiego pari al 20%. Numeri che ci posizionano agli ultimi posti in Italia».

«Allo stesso modo – ha aggiunto – non è ancora partito il piano straordinario di incremento del trasporto pubblico locale, richiesto dalle prefetture proprio per evitare assembramenti di studenti in viaggio verso, e poi di rientro, le varie scuole. La didattica a distanza, la cosiddetta Dad, è di sicuro un’opportunità per i ragazzi ed è complementare a quella in presenza, ma sta diventando una sorta di scappatoia per sottrarsi alle responsabilità istituzionali offerta a quanti non riescono a risolvere i problemi strutturali della scuola».

«Meno male, però – ha proseguito Tansi – che il nostro eroe, il governatore f.f. Nino Spirlí, è pronto a “combattere fino all’ultimo secondo” pur di tenere le scuole chiuse invece di attivarsi per farci tornare in zona gialla, rendendo operativi i piani dei trasporti elaborati per far fronte all’emergenza Coronavirus di cui non si sa peraltro che fine abbiano fatto».

«Il commissario straordinario alla Sanità calabrese, Guido Longo, e lo stesso istrionico Spirlí  – ha concluso – diano dunque risposte serie e immediate ai calabresi, che non meritano una simile mortificazione di fronte all’intero Paese». (rrm)

Elezioni: Tansi accoglie la candidatura di De Magistris a governatore, anzi no, o forse se…

Appena si è sparsa la voce della proposta avanzata dal coordinatore regionale del Partito Democratico in Calabria, on. Stefano Graziano, all’attuale sindaco di Napoli Luigi De Magistris, come candidtao unitario della sinistra alle prossime elezioni regionali, numerose sono state le reazioni. La principale quella dell’ex capo della Protezione civile in Calabria, Carlo Tansi, già candidato presidente alle passate elezioni, e di fatto candidato presidente con tre liste (pronte) che fanno riferimento al suo movimento Tesoro di Calabria. Prima Tansi ha mostrato disponibilità, fatta salva la riserva sulla disponibilità di De Magistris di non ricandidare consiglieri uscenti. Poi – a seguito di una lettera (apocrifa?) di critiche da parte di De Magistris, Tansi ha corretto il tiro, sparigliando ancora una volta il confuso mondo della sinistra calabrese.

«Ho appreso dagli organi di stampa – aveva scritto in una nota Carlo Tansi – che per la costruenda coalizione di centrosinistra PD-Movimento 5 Stelle si potrebbe proporre candidato alla presidenza della Regione Calabria Luigi De Magistris, attuale Sindaco di Napoli in scadenza del mandato decennale. In verità l’interessato non ha confermato ma non ha nemmeno smentito. La notizia non mi coglie né indifferente né impreparato, anzi, se l’attuale sindaco di Napoli volesse offrire – da una diversa prospettiva rispetto a più di dieci anni orsono quando rivestiva il ruolo di magistrato – il suo diretto contributo per favorire il riscatto sociale, civile e democratico della nostra regione, sarebbe già un primo passo verso la possibilità di un radicale cambiamento della gestione politica e burocratica che il Movimento Civico Tesoro Calabria auspica da tempo. Ma il problema principale resta il vero ed integrale ricambio della rappresentanza politica che andrà a governare la Calabria dai seggi del Consiglio Regionale, che è il motivo per cui sono stato costretto ad abbandonare il “tavolo di confronto” organizzato dal PD.
Vorrei chiedere a De Magistris se accetterebbe di guidare una coalizione avendo nelle liste ex Consiglieri Regionali, ex Assessori e uomini politici che ricoprendo incarichi di governo o sottogoverno, hanno contribuito alle attuali condizioni di sfacelo in cui è stata ridotta la Regione più bella ma anche più povera d’Italia. Mi riferisco esplicitamente ai consiglieri Guccione (che siede sugli scranni del consiglio regionale da ben oltre 20 anni!), Bevacqua, Irto, Aieta e affini, e a soggetti riferibili, a vario titolo a Incarnato, Adamo-Bruno Bossio, Sebi Romeo e affini…. e ad altri soggetti similari che in questo momento possono sfuggirmi.
Io mi sono rifiutato di accettare le candidature di tali soggetti e, dal primo incontro, ho precisato – ai rappresentanti del PD e agli altri esponenti convocati al “tavolo” – questa mia richiesta che, insieme alla scelta in tempi brevi di un candidato alla presidenza, ha rappresentato il motivo del mio definitivo abbandono del tavolo stesso, in quanto nodo principale mai sciolto all’interno di una coalizione regionale che aspirava a essere – ahimè solo a parole – erede naturale della migliore tradizione riformista.
Luigi De Magistris, qualora volesse candidarsi, dovrebbe chiarire il suo pensiero sull’attuale classe politica. Se anche egli dichiara, come ho fatto io, indispensabile l’esclusione dalle candidature degli attuali proprietari di scranni regionali che ho citato sopra, allora le possibilità di offrire un’alternativa seria e concreta di rinnovamento morale ed etica della classe politica calabrese, diventa più che concreta».

Poi, a seguito di una nota critica nei suoi confornti, Tansi ha replicato subito. «Voglio manifestare un atroce dubbio: siamo sicuri che la nota nei miei confronti l’abbia scritta De Magistris? Oppure è opera di qualche politicaccio regionale che ancora vuole restare imbullonato alla sua poltrona per altri cinque anni?». Manifestando la sua «stima incondizionata nei confronti di Luigi De Magistris che in passato ha mostrato da PM in Calabria tanto coraggio e determinazione con le sue acute indagini giudiziarie contro la casta calabra, prima che fosse ingiustamente allontanato dal potente sistema ndranghetistico dei colletti bianchi che hanno impedito il decollo della Calabria», Tansi ha sottolineato la correttezza del suo operato durante l’incarico presso la Protezione Civile. «Sento spesso dire – ha dichiarato –, quando si parla di me, che in passato sarei stato un beneficiato della politica per l’incarico di dg della Protezione Civile calabrese. Una critica strumentale, e quel che più conta falsa, considerato come il ruolo di dirigente della Prociv regionale io lo abbia ottenuto a seguito della partecipazione a una selezione pubblica nazionale per titoli, cioè a cui si partecipava in base al curriculum. E invito a prendere visione del mio curriculum tecnico-scientifico frutto di un’attività di ricerca applicata tecnico-scientifica maturata in campo internazionale in trent’anni di servizio presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche del quale mi onoro di essere ricercatore. A ciò si aggiungono 13 anni di docenza universitaria presso l’Unical».  (rp)

Tansi rompe con il PD: «Non vogliono cambiare, ripropongono una classe politica vecchia»

Com’era prevedibile, il geologo Carlo Tansi ha rotto in modo definitivo il tavolo di confronto con il Partito Democratico, al quale aveva imposto un termine temporale di 72 ore per indicare il nome del candidato della colazione  che avrebbe visto riuniti i dem, le tre liste di Tansi, i grillini e alcune liste civiche. Niente da fare. È stato lo stesso ex capo della Protezione Civile della Calabria, già candidato governatore alle elezioni dello scorso gennaio, a darne notizia, con una nota al vetriolo con cui rimarca la sua distanza diffusa poco dopo le 21 di ieri.

«Sono stato informato – afferma Tansi – che la riunione del “tavolo del centrosinistra” fissata per stasera allo scopo di definire il nome del Candidato alla presidenza della Regione di una eventuale coalizione, è stata rinviata. Pertanto il termine temporale di 72 ore, concordato all’unanimità nella riunione di venerdì scorso, risulta di fatto superato senza nessun plausibile motivo.
Con rammarico, prendo atto che gli impegni presi sono stati disattesi e, coerentemente con le indicazioni degli esponenti del Movimento Civico Tesoro Calabria, condivisi da quanti si sono posti al mio fianco per sostenere una battaglia elettorale finalizzata a cercare di vincere le elezioni del prossimo 14 febbraio, sono costretto ad abbandonare il “tavolo della trattativa”, a cui avevo aderito al solo scopo di trovare una soluzione unitaria, per l’attuazione di un programma di governo della Regione, realmente e integralmente innovativo.
«Evidentemente devo constatare che le formazioni politiche che mi hanno invitato, in 4 giorni e dopo la prima settimana dall’inizio della fase di campagna elettorale, non sono stati in grado di proporre né un programma integrativo a quello proposto da Tesoro Calabria, né il nome di un candidato alla presidenza che, al posto mio, fosse in grado, per volontà politica, di sostenerne la coraggiosa realizzazione, contro i legacci di stampo clientelare, gli accordi trasversali e la lotta alla malavita organizzata.
«Circondato e spinto da tante persone libere e perbene, che credono con me che anche in Calabria si può cambiare, continuerò la mia sfida elettorale, con le tre liste civiche già presentate e altre due in fase di presentazione a supporto della mia candidatura a presidente, e con tutte le forze civiche che si vorranno aggregare. Sono convinto che – come già è accaduto a Crotone – vinceremo contro una classe politica calabrese oramai vecchia e maleodorante di cui i calabresi hanno le tasche piene». (rp)

UNA SINISTRA ‘SMARRITA’ PER LA REGIONE
ELEZIONI DA RINVIARE E LE BEFFE DI TANSI

di SANTO STRATI – Ma siamo sicuri che le elezioni regionali si terranno il 14 febbraio? La festa degli innamorati non invita a stringere fidanzamenti tra i partiti della sinistra, smarrita come già avvenuto per il 26 gennaio scorso, senza un vero leader e, soprattutto senza idee. Pur rispettando il lavoro del commissario Stefano Graziano, non si può non notare come il centrosinistra di fronte alla grande opportunità di riprendersi la Cittadella di Germaneto sembra voglia giocare al ribasso, con l’idea di perdere facile. Ci mette del suo l'”intruso” Carlo Tansi che sta facendo un girotondo di illusioni per pd e Cinque Stelle, ma pensa solo a finalizzare il risultato a suo favore. È incredibile che l’ex capo della Protezione Civile calabrese, che ha provato alle elezioni di gennaio a dare una scossa alla sonnecchiosa vita politica della regione (senza riuscire a raggiungere il quorum minimo dell’8%), stia diventando l’ago della bilancia per tutto il centrosinistra. Un po’ ammicca la sua disponibilità, Tansi, poi la respinge sdegnato. E a chi gli chiede perché – dopo aver parlato del “partito unico della torta” mettendo insieme tutte le coalizioni attuali – vada ai tavoli di confronto con i dem e i Cinquestelle, replica via facebook che l’intento suo è quello di diventare «una spina nel fianco della Casta», per poterla distruggere. Insomma, un cavallo di Troia che penetra nelle segrete stanze del potere dem e poi scatena l’inferno.

Attenzione, qui non c’entrano i poemi omerici, nè l’Eneide, e soprattutto Tansi è difficile vederlo nel ruolo di novello Ulisse: il gioco è talmente scoperto ed evidente che, alla fine, probabilmente, gli si ritorcerà contro. È un personaggio tosto Carlo Tansi, determinato e forse troppo pieno di sé per rendersi conto che la politica è l’arte del compromesso e che se si minano le fondamenta non solo non si costruiscono i palazzi, ma quasi certamente si fa crollare anche quel poco che si è costruito.

Risponde secco Tansi a chi gli rinfaccia di essersi seduto al tavolo dei politici di professione e dei civici di area progressista che «Non c’è alcun accordo o inciucio con nessuno. Noi abbiamo presentato le nostre tre liste con Carlo Tansi Presidente e con questa squadra andremo avanti fino in fondo. Ecco perché a qualche leoncino da tastiera in evidente malafede, che vuole farci apparire come prossimi a stringere accordi con il PUT (Partito Unico della Torta), rispondo parafrasando un pezzo del Rigoletto: ‘Centrodestra – centrosinistra per me pari sono. Questa o quella per me pari sono’.

«In verità – dice Tansi su FB –, quindi, è solo ed esclusivamente per amore della Calabria che mi sono dichiarato disponibile a confrontarmi con qualsiasi formazione politica e civica realmente intenzionata a salvare la nostra terra dalle troppe malefatte commesse spudoratamente e soprattutto impunemente. Parlo di interessi privati e di lobbies ed ancora di speculazioni che hanno impedito la naturale evoluzione di una terra dalle enormi potenzialità, un Tesoro (Calabria) appunto! Finora sono stato invitato a un confronto solo dalle forze di centrosinistra. Ma sono pronto a un dialogo costruttivo anche con i movimenti civici e i partiti tradizionali di centrodestra (eccetto la Lega), per liberare finalmente la nostra amata regione dalla zavorra dei politicanti di professione. La coalizione Carlo Tansi Presidente vuole vincere le prossime elezioni contro il PUT anche per liberare finalmente la Calabria dalla zavorra dei politicanti di professione. E per vincere è necessario far tornare i calabresi liberi e perbene alle urne».

Dunque, spariglia i giochi Tansi – dopo aver già presentato tre liste pronte – aprendo (provocatoriamente) alla destra per farsi desiderare di più dalla sinistra. Ma gli elettori siamo sicuri che, incazzati come, non reagiranno sdegnati a questo giochino che non sembra né astuto né percorribile? Tansi ha snobbato i movimenti civici che potrebbero costituire un elemento di rottura col passato (tanto per fare un nome, Pino Aprile), ma evidentemente l’aspirante governatore si è gasato sul risultato di Crotone e ritiene di poter far valere la sua forza “politica” (stimabile in un 7-10% al massimo) nei tavoli in cui si decide. Di sicuro, sta approfittando a piene mani della debolezza di un centrosinistra che sconta la mancata convocazione di un congresso e un commissariamento del pd che non piace a nessuno. E, bisogna dire, fa persino bene a mantenere questo ruolo di negromante dei partiti in disfacimento, perché di fronte alla debolezza dell’avversario o del presunto partner occorre giocare pesante, per essere sicuro di vincere. Perché forse così col suo atteggiamento, quanto meno, potrà far risvegliare la sinistra dal suo inspiegabile torpore letale.

La crisi di smarrimento della sinistra ha origini lontane, in Calabria, legata agli atteggiamenti divisivi che hanno caratterizzato gli ultimi decenni e che nemmeno i governatori (di sinistra) che si sono succeduti sono riusciti ad evitare: manca una visione d’insieme, manca l’unità d’intenti che potrebbe portare al risultato. Succede che, poco onorevolmente vista la storia che ha alle spalle, il partito democratico si stia appoggiando, in modo rinunciatario, alla stampella del partner governativo pentastellato. Ignorando la caduta libera in cui sono coinvolti i grillini e tutto il Movimento. E pensa di poter replicare in Calabria l’accordo (?) di governo che tiene in piedi il Conte 2. Ora, premesso che l’attuale esecutivo si regge per scommessa e ogni giorno rischia di inciampare (non è successo a causa dell’emergenza Covid), di quale accordo stiamo parlando? Di una visione che viaggia in modo parallelo sempre verso estremi opposti? Tant’è che dentro ai dem l’insofferenza mista a fastidio verso il partner pentastellato cresce giorno dopo giorno. E allora?

Allora succede che le elezioni hanno bisogno di numeri e nessuno, inclusa la “macchina da guerra” del centrodestra, li ha in misura tale da poter guardare con ottimismo il futuro. La destra è confusa e tentenna sul candidato da proporre pur avendo delle interessanti carte da giocare: il vicecapogruppo alla Camera di Forza Italia, Roberto Occhiuto, già “scartato” da Salvini quando dichiarò guerra (vincendola) al di lui fratello Mario e sul quale ci sarebbe ancora più di un mugugno leghista; la decisionista sindaca di Vibo Valentia, Maria Limardo, che potrebbe continuare la declinazione al femminile del Presidente della Regione e il pur ottimo avv. Gianluca Gallo, attuale apprezzato assessore all’Agricoltura e al Welfare, nonché esponente di spicco di Forza Italia. Salvo che, rimischiando gli accordi che assegnano a Forza Italia la Cittadella di Germaneto, nella strategia nazionale che vede la scadenza del Comune di Roma una significativa opportunità di rilancio, si faccia posto a Fratelli d’Italia con la sua inossidabile (non solo nel nome) Wanda Ferro. I giochi sono apertissimi e l’endorsement di ieri mattina del Corriere della Sera che ha dedicato mezza pagina al “papa straniero” Bernardo Misaggi (forte dell’amicizia personale con Berlusconi) quale potenziale candidato governatore, in realtà serve a destabilizzare un quadro già confuso di suo.

La sinistra un candidato ideale ce l’ha già, è Nicola Irto, ex presidente del Consiglio regionale, oggi uno dei vicepresidenti dell’Assemblea, che avrebbe le caratteristiche funzionali al gradimento dell’elettorato calabrese. Ma da Roma al mattino si dicono entusiasti, il pomeriggio diventano pensierosi e alla sera scartano la candidatura cercando un asso vincente. E la storia si ripete, giorno dopo giorno, mentre il tempo scorre e l’ipotesi delle elezioni a febbraio mette i brividi a tutti. Una cosa è certa, Zingaretti non ripeterà l’errore – clamoroso – che ha commesso con Callipo, ma il suo partito sta dando troppa importanza ai Cinque Stelle in Calabria e lasciando troppo spazio a Tansi.

Tutta la sinistra e il centro si schierano contro le elezioni nel giorno di San Valentino, ma il governo che ha stabilito l’arco temporale su cui doveva scegliere la data delle urne il presidente pro-tempore Nino Spirlì, nel caso ve lo foste scordati, è composto da dem e grillini. In buona sostanza, l’Esecutivo usa una mano per dare il via e l’altra per stoppare la corsa. I calabresi, in ansia per ben altri motivi (covid e crisi economica che distrugge le attività) rischiano francamente di infischiarsene. Con buona pace dei sognatori di una terra che ha bisogno di essere governata da gente seria, competente e capace di superare il guado della stagnazione. Il Recovery Fund, checché se ne pensi, è il grimaldello per scardinare la porta (chiusa) dello sviluppo mancato. Ci sarà qualcuno a saperlo utilizzare per il bene della Calabria e dei calabresi? (s)

 

ELEZIONI REGIONALI / “Pazza” Idea Tansi per un Pd ancora sotto scopa M5S

Pur di battere il centrodestra alle ormai prossime regionali del 14 febbraio, un pezzo del PD calabrese tratta per candidare a presidente l’ex capo della Protezione Civile, Carlo Tansi. Una “pazza idea” che sta viaggiando sottotraccia, a fari spenti, ma che convince i segreti promotori.

Il ragionamento è semplice. Solo mettendo tutti assieme, dal centrosinistra classico ai Cinquestelle e ai movimenti civici, la partita – che vede sulla carta in vantaggio il centrodestra – potrà riaprirsi. E poiché l’ondata antipolitica coinvolge anche il PD, Tansi potrebbe essere la foglia di fico ideale per fare dimenticare le responsabilità dell’era Oliverio e il fallimento della breve esperienza Callipo.

La strada per giungere a questo obiettivo è piena di ostacoli. Tansi non è stato tenero in questi mesi con il PD che egli considera alla stregua del centrodestra responsabile dei mali della Calabria. E poi il geologo prestato alla politica è un personaggio anomalo, un po’ anarchico, che difficilmente potrebbe piegarsi ai desiderata dei partiti tradizionali. Sarebbe, in altri termini, un presidente che difficilmente obbedirebbe alle logiche spartitorie dei partiti.

Eppure, la “pazza idea” cammina perché c’è la consapevolezza che il centrosinistra non ha un nome pronto e spendibile. Certo non mancano i dirigenti di apparato, come il reggino Nicola Irto. Oppure opzioni della cosiddetta società civile vicina al PD, dall’editore Florindo Rubbettino al re delle cravatte Maurizio Talarico, già interpellati con scarso successo nelle ultime regionali.

Il problema è che Tansi, con le sue tre liste civiche, vale all’incirca il 10%, una percentuale di tutto riguardo che potrebbe risultare decisiva per la vittoria della “grande alleanza” anti-centrodestra.

Questo ragionamento, da quanto ha potuto apprendere Calabria.Live, sarebbe già stato posto all’attenzione del segretario nazionale Nicola Zingaretti che si sarebbe riservato una valutazione dopo avere “sentito” il territorio.

La sensazione è che se entro due settimane il centrosinistra allargato ai Cinquestelle non avrà indicato un suo nome per la presidenza, la “pazza idea” potrebbe prendere quota. (rp)

 

Elezioni, tensione tra Pino Aprile e Carlo Tansi: il Patto Civico sceglie la Calabria

Nei giorni scorsi,  Carlo Tansi, capo del movimento Tesoro Calabria e Pino Aprile, leader del Movimento 24 agosto si sono incontrati e, quest’ultimo, ha chiesto a Tansi di fare un passo indietro, in quanto Tansi si era proposto come presidente, quando «l’accordo con il Patto era un altro: parlare di programmi, allargare la base della sfida civica e poi cercare persone per applicare quel programma, i candidati, il presidente» ha spiegato Aprile.

Tansi, infatti, ha voluto fare delle precisazioni in merito: «in questo periodo sto avendo degli incontri con le varie anime calabresi, espressione di movimenti e associazioni a carattere civico perché convinto che, unire le forze e gli obiettivi, possa dare maggiore slancio al messaggio rivoluzionario e di cambiamento, tanto auspicato, per la Calabria».

«Invitato da Pino Aprile, insieme ad altre persone – ha spiegato Tansi – in uno di questi incontri mi chiede, in prima battuta e ancor prima di iniziare alcun tipo di riflessione sui temi, esplicitamente, come condizione la rinuncia alla mia candidatura alla presidenza della Regione. Ora, mi preme dire, come ribadito al momento allo stesso, che io non ho mai detto di dovermi per forza candidare ma non accetto, da chicchessia, che la cosa mi venga imposta come condizione per un eventuale accordo. Un accordo che, ribadisco, seppur auspicato non era ancora stato discusso nel merito».

«Ancora di più – ha proseguito Tansi – quando mi rendo conto che, presenti a quel tavolo vi erano seduti Domenico Gattuso, responsabile della lista 10 idee per la Calabria che alle ultime elezioni ha appoggiato la candidatura di Pippo Callipo alla presidenza della Regione, Pietro Tarasi candidato nella lista Io resto in Calabria a supporto di Callipo, Roberto Ameruso sindaco di Tarsia e nel recente passato schierato con il PD a sostegno di Mario Oliverio e Francesco Aiello dei 5 stelle inviso perfino nel suo movimento».

«Personaggi e personalità – ha detto ancora Tansi – che definire ‘vergini’ del sistema é a dir poco azzardato. La mia storia parla da sola, sempre contro il sistema e contro il malaffare, sempre in prima linea pagandone spesso le conseguenze. Allora chiedo, caro Pino, cosa ti spinge a pretendere, come prima condizione di un eventuale cammino insieme, il mio fare un passo indietro sulla candidatura. Io una risposta me la sono data, e mi dice che ci sia il tentativo di usare Tesoro Calabria, la mia storia, e i principi fondanti che animano il movimento, per sponsorizzare un candidato che tu senz’altro hai già in mente».

«Mi è sembrato un colpo basso – ha detto ancora – che mai mi sarei aspettato da una persona che ho sempre stimato per il suo impegno e le sue scritture. Tesoro Calabria é il patrimonio, la casa, la forza di migliaia di persone che si riconoscono nella legalità, contro il malaffare, contro l’arroganza di un potere che è anteposto al bene dei calabresi onesti».

«Questa casa è libera ed è aperta a tutti – ha concluso – ma non a chi pretende di dettare le condizioni in casa altrui».

Pino Aprile, dal canto suo, ha voluto dare spiegazioni in merito alle parole di Tansi, sopratutto per «per evitare che gli elettori abbiano informazioni errate».

«Sin dalla prima telefonata a Carlo Tansi – ha spiegato Aprile – ho proposto: per dare alla Calabria un segnale forte e chiaro che lavoriamo per migliorare il suo futuro e non il nostro (pur se perfettamente legittimo) facciamo un accordo: né io (nonostante le pressioni di molti), né tu (che già lo hai fatto una volta) ci candidiamo e sceglieremo, tutti insieme un volto giovane, capace, onesto, di successo, che mostri quale Calabria vogliamo costruire. Poi, le varie competenze potranno trovare campi in cui essere fruttuosamente spese».

«Una proposta, giusta, sbagliata, bella, brutta… – ha aggiunto – una proposta che poteva essere accettata o rifiutata. Tansi l’ha accettata. E questo è stato ripetuto ogni volta che ci siamo sentiti e nella prima riunione degli aderenti al Patto. Solo alla seconda, mentre si cercava di parlare di Sanità in Calabria, Lavoro in Calabria, Trasporti in Calabria, il tema posto da Tansi era (sette-otto volte): perché non io presidente? Nulla vieta che lo faccia, è suo diritto, ma l’accordo con il Patto era un altro: parlare di programmi, allargare la base della sfida civica e poi cercare persone per applicare quel programma, i candidati, il presidente».

«Il Patto è per la Calabria, non per Tansi – ha proseguito Aprile – Bastava dirlo subito e non smentire l’accordo: “Non avevo capito”. No? Se non è vero è penoso; se è vero, è preoccupante: non è una cosa così difficile da capire».

«E da quando – ha detto ancora Aprile – gli aderenti al Patto Civico per la Calabria (per la Calabria!) non hanno accettato di ribaltare il crono-programma (prima si parla di progetti, poi di candidature), sono diventati tutti impresentabili, basti dire che addirittura, alle scorse elezioni, qualcuno di loro non ha sostenuto Tansi!».
«Eppure – ha concluso – sono le stesse persone con cui Tansi si era seduto (online…) al tavolo per far parte di un Patto che sarebbe andato bene se avesse accettato l’imposizione della sua auto-candidatura». (rrm)

SOVERATO – Carlo Tansi si scelgono i candidati di tesoro di Calabria

Oggi pomeriggio alle 18.30 Carlo Tansi, già candidato governatore in Calabria, presso la sede di Tesoro Calabria di Soverato (accanto ai magazzini Gualtieri) terrà un incontro per definire la lista e il candidato a sindaco del movimento Tesoro Calabria in vista delle comunali di Soverato.

«La sfida del movimento – afferma il geologo e ricercatore del CNR – è riportare i principi di democrazia che nel passato recente sono stati completamente assenti a Soverato per la mancanza di un’opposizione attenta e propositiva.
Sarà una battaglia dura contro l’illegalità, sul discutibile modo gestire la macchina amministrativa comunale troppo spesso piegata a interessi clientelari di singoli soggetti vicini ai centri di potere e lontana dai veri bisogni del territorio. Tutto ciò ha comportato improvvisazione, superficialità, scarsa progettualità e poca trasparenza sulle modalità con cui sono stati spesi svariati milioni di fondi pubblici.

«È intento di Tesoro Calabria coinvolgere i cittadini sui diversi temi riguardanti la città, focalizzando l’attenzione soprattutto sui giovani – che hanno una visione innovativa – per avviare uno sviluppo razionale ed equilibrato di Soverato, lontana da logiche clientelari, ma basata non solo sul consumo di merci, su eventi o su servizi estemporanei concentrati nei soli mesi di luglio e di agosto.
«Soverato ha forze sociali, intelligenze, volontà per realizzare uno sviluppo stabile e diffuso su tutto il territorio, in tutto l’arco dell’anno, che risponda alle tante esigenze della cittadinanza tutta, di ogni età e categoria sociale. Si vuole costituire un terreno fertile per combattere la frammentazione sociale e migliorare il ‘desiderio’ e la ‘capacità’ di progettare e agire collettivamente rendendo la società locale più connessa, solidale, capace, innovativa e resiliente.

«Tra i punti prioritari vi è la cura del territorio inteso come un sistema dinamico e armonico delle componenti ecologiche e della vocazione turistica e commerciale: non più movide sfrenate che lasciano cicatrici profonde sul tessuto urbano e sulla vivibilità e che, finita l’estate, lasciano Soverato “povera” come prima.

«Tutto ciò può attuarsi incrementando gli spazi destinati al verde pubblico, che negli ultimi anni è stato selvaggiamente depredato. Ma anche attuando un piano traffico e interventi che non stravolgano la natura e il tessuto sociale della città, ma sia attento ai bisogni di ogni singolo cittadino. Ma anche avviando un turismo presente 12 mesi all’anno con strategie di attrattività di respiro europeo, con coinvolgimenti programmati che coniughino le esigenze economico-commerciali, al rilancio delle peculiarità culturali e al coinvolgimento sinergico del comprensorio. L’attrattività urbana che deriverà da questi processi innovativi avrà riflessi positivi sullo sviluppo socio-economico di Soverato, riconferendole la centralità socio-economica del passato rispetto a un contesto strategico per l’intera regione». (rcz)

OPINIONI / Carlo Tansi: perché dico no al progetto del Ponte sullo Stretto

Sul ritorno di interesse intorno al progetto del Ponte sullo Stretto, riceviamo questa riflessione di Carlo Tansi, ex candidato presidente per Tesoro Calabria alle ultime elezioni regionali.

«In questo momento il #PontesulloStretto non può essere una priorità per la Calabria.

Con il mare di soldi, di miliardi di euro, che servono per realizzarlo potremmo costruire buona parte della rete ferroviaria Jonica della Calabria ferma a 100 anni fa o migliorare e velocizzare la rete ferroviaria tirrenica. Oppure potremmo quasi completare il programma di realizzazione dell’autostrada lungo il bordo Jonico della Calabria, e abbandonare così per sempre la “strada della morte” (la ss106) che ogni anno miete decine di vittime.
Oppure potremmo realizzare una serie di collegamenti trasversali stradali e ferroviari che colleghino la costa ionica a quella tirrenica. O migliorare le strade provinciali e comunali che versano in condizioni pietose.
O ancora potremmo ultimare le tante strade incompiute della Calabria come la trasversale delle Serre, come la superstrada Marcellinara-Piano Lago, e tante altre strade abortite.
O potremmo potenziare gli aeroporti di Crotone, Reggio e Lamezia ed ultimare finalmente l’aviosuperficie di Scalea.
Solo dopo che avremo migliorato collegamenti da terzo mondo i turisti che verranno in Calabria potranno apprezzarne tutto il suo splendore e noi Calabresi non dovremo più impiegare il doppio del tempo per muoverci tra località della nostra regione rispetto al tempo necessario per raggiungere Roma o Milano.
O infine potremmo mettere in sicurezza sismica tutte le scalcinate scuole della Calabria dove i nostri figli passano gran parte del loro tempo e gli ospedali che, nella regione più sismica d’Italia, in caso di terremoto cadrebbero come castelli di carta.
E poi il Ponte sullo Stretto alla Calabria non porterebbe alcun beneficio. Porterebbe benefici solo alla ndrangheta, pronta come un falco a fiondarsi su tutti gli appalti per la sua realizzazione.
A tutto ciò si aggiunge il gravoso problema del vento che porterebbe alla chiusura al transito del ponte per molti giorni dell’anno poiché oscillerebbe in modo eccessivo. E ancora il fatto che il ponte sarebbe realizzato a cavallo della faglia attiva, che separa Calabria e Sicilia, che il 28 dicembre del 1908 ha provocato uno dei più violenti terremoto della storia dell’umanità mietendo 120.000 morti.
E infine una riflessione: vale la pena realizzare un’opera faraonica da miliardi e miliardi di euro che distruggerebbe tanti microambienti della nostra splendida natura, per guadagnare 5/10 minuti per attraversare lo Stretto?
Non sono per partito preso contro il ponte, ma credo che in questo momento in Calabria ci siano altre priorità».