CATANZARO – Il consigliere Celia: Nuovi servizi estivi passo importante per mobilità e turismo

Il consigliere comunale di Catanzaro, Fabio Celia, ha evidenziato come «l’introduzione dei nuovi servizi estivi, Circolare Mare e Trenino del Mare, che rappresentano un significativo miglioramento della mobilità e dell’esperienza turistica nel quartiere marinaro».

Questa iniziativa, frutto della collaborazione tra AMC e Comune, si propone di rispondere alle esigenze di residenti e turisti, offrendo soluzioni di trasporto efficienti, comode e sostenibili lungo il litorale. Dal 15 luglio al 31 agosto, tutti i giorni, inclusi i festivi, saranno operativi i seguenti servizi: Circolare Mare: una linea sperimentale che percorre tutto il lungomare con fermate strategiche in Area Teti, Via Lungomare S. Pugliese, Via Nicea, Via T. Gullì, Giovino e Via G. Toraldo. Questo servizio è pensato per facilitare gli spostamenti lungo la costa, rendendo più accessibili le nostre bellissime spiagge e i punti di interesse.

Trenino del Mare: un servizio turistico che parte dall’area Teti con fermate in Via del Progresso, Piazza Garibaldi, Via Fiume e Giovino. Questo trenino offre un’esperienza unica, permettendo ai turisti di scoprire le meraviglie del nostro territorio in maniera piacevole e rilassante.

«Questi nuovi servizi che dimostrano l’impegno del Comune di Catanzaro nel migliorare la qualità della vita dei cittadini e nell’accogliere al meglio i turisti. Il Circolare Mare e il Trenino del Mare non solo facilitano gli spostamenti, ma speriamo possano contribuire anche a rilanciare il turismo e l’economia locale», ha proseguito il consigliere comunale Celia, sottolineando come «l’obiettivo è quello di potenziare l’offerta di trasporto pubblico estivo, promuovendo una mobilità più sostenibile e integrata».
«Questi servizi – ha concluso – rappresentano un’importante opportunità per valorizzare il nostro quartiere marinaro e renderlo ancora più attrattivo e accessibile». (rcz)

L’OPINIONE / Franco Cimino: Catanzaro, la città bella soffre. Il vescovo l’aiuti

di FRANCO CIMINO – Due anni fa, in occasione della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale e della carica di Sindaco, mi sono posto, per porla di rimando, la domanda su cosa, tra le altre tante, cosa avesse bisogno Catanzaro. La nostra Città ha tutto, mi sono risposto. Ha la Bellezza tra le più attrattive. Una Bellezza bella, perché vera. Chi mi conosce sa della mia ricorrente definizione: è la più bella città del mondo. Ironia tanta e qualche indispettita reazione, hanno accompagnato questo mio dire a mantra. “Ma sì scemu o pacciu, Cimì?”, in estrema sintesi. Eh sì, perché solo uno scemo potrebbe dirlo. Ovvero, un fuori di testa, che ha l’insolazione anche d’inverno. Chi dice “è bella, però l’hanno rovinata”. Chi più duramente: “no, invece, è proprio brutta”.

Sono, quest’ultimi gli estranei al luogo, o perché forestieri o perché l’hanno da tempo abbandonato con quel sentimento negativo. E, invece, io nuovamente lo affermo: “Catanzaro è la Città più bella del mondo”. E ne spiego le sue ragioni di fondo. Catanzaro è Città del mare e dei monti. Insieme, lo è. Per l’eguale importanza della due ricchezze, lo è. Anche se il mare, il mio mare, di ricchezze aggiuntive ne ha tante da “annegarsi lui stesso”. I nostri monti sono quelli della piccola Sila, non i tre colli su cui Catanzaro è sorta, adagiandovisi, pur se noi abbiamo caricato sopra quelle brevi alture un milione di metri cubi di cemento. Il nostro mare è quello nel quale tutta intera la Città si tuffa. E con gli occhi lo accarezza, potendosi essi stessi affacciare dai cento terrazzi naturali. Pur dal loro punto più alto, lo sguardo sulla magnifica distesa di un celeste continuamente cangiante, è straordinario.

Il nostro mare si muove con dolcezza e “imperio” su quel tratto di costa cui si portano i paesi dell’antichità più classica, anche essi bellissimi, Borgia e Squillace, soprattutto. Questa articolata caratteristica fa immaginare che vi sia, per merito del mare e di quei monti e della storia che li attraversa, una nuova grande Città. Ricca e dotata di tutto, arte, cultura, religiosità, tradizioni, paesaggi. E territorio ancora inviolato accanto all’altro da salvare razionalizzando i nuovi interventi secondo una moderna architettura urbanistica. E una nuova filosofia della Città. Questa nuova realtà si potrebbe formare unendo, senza invasioni e senza accorpamenti innaturali, tutto quel ben di Dio che si muove da Borgia-Squillace, salendo da Catanzaro fino a Taverna. Avrei anche il nome già bell’e pronto: Catanzaro, la Città delle due M, Magna Graecia e Mattia Preti.

In questa nostra attuale bellezza, c’è che pochi luoghi al mondo hanno i monti leggeri e il mare profondo a distanza di soli venti minuti. E quella di un solo abbraccio. Pochi luoghi al mondo consentono a chiunque, dai bambini agli anziani, ai residenti e ai villeggianti, di poter stare al mare del lungo caldo mattino e vivere al fresco del lungo pomeriggio e della interminabile sera del Centro Storico e della Sila, passando da Pontegrande e le due piccole Sant’Elia, per non dire della Pineta di Siano. Basterebbe solo questo per testimoniare della nostra Bellezza. E della possibile ricchezza da essa producibile. Potrei dire molto di più. Della ricchezza del mare, anche. E lungamente. Potrei dire della bellezza, forse un po’ “messicana”, della sua gente. Tutta quella che abita quel vasto territorio.

Ma mi fermo qui. È tutto oro quel che c’è nelle mie parole?Il quadro così dipinto è reale? È perfetto? Assolutamente no! Catanzaro ha tanti problemi. I più sono gravi. Ha molte brutture, le più sono pesanti. Ha tanti graffi sulla pelle. Molti sono ferite. Quelli sul suo volto, autentici sfregi. Ha numerose contraddizioni, specialmente sociali. Alcune rappresentano il massimo dell’ingiustizia. Talune, il limite estremo ben oltre la legalità, di cui si discetta con ritualità scenica. Potrei agevolmente dire che tutte le località, piccole grandi, ce l’hanno. Ma i nostri sono più gravi. E inquietanti. Più pericolosi che altrove. Li abbiamo creati tutti noi, nella nostra insipienza e irresponsabilità. Noi, nessuno escluso, li stiamo facendo aggravare e crescere, con la nostra pigrizia e il cattivo spirito di rassegnazione. Di tutti questi problemi ho lungamente innumerevoli volte detto, denunciandoli con rigore. Oggi me, e ve, li risparmio.

Ciò che mi preme sottolineare è la risposta chiara alla domanda iniziale. A Catanzaro per essere degna della sua grande bellezza, trasformando i suoi problemi in occasione di sviluppo, ha bisogno della Politica. Ci eravamo ripromessi due anni fatti, tutti, di cambiare quella dominante per un paio di decenni almeno, in cui all’ignoranza e alla rozzezza culturale, all’assenza di ideali e idealità, di partiti e movimenti, si erano aggiunti l’egoismo sfrenato, il disamore per la Città, l’assoluta mancanza di senso delle istituzioni.

Le aule del Consiglio Comunale quasi sempre vuote per la discussione dei problemi, quasi sempre piene per la rissa sugli interessi personali interni e di gruppi di potere esterni, rappresentavano la spia luminosa di un degrado mai visto prima. E da noi. Poche volte, altrove. In questi due anni la situazione non è cambiata e quella Politica con la maiuscola ha perso persino il suo più lontano significato. Dalla campagna elettorale è uscito non il voto spaccato in due, falso problema, non un sindaco azzoppato, falso problema, non due maggioranze contrapposte, falso problema, non due proposte inconciliabili, falso problema, non partiti ferocemente antagonisti, falso problema.

Da quella brutta campagna elettorale é venuta crescendo una guerra fratricida tra gruppi sempre più piccoli e persone sempre più incattivite. È venuta affermandosi una cultura di tipo personalistico in cui le istituzioni non hanno neppure la denominazione più generica. Un’idea dell’interesse che non oltrepasso lo spazio del proprio cortile. Una vista sulla città che non supera il metro quadro di pavimento sul quale attacchiamo i nostri occhi. È venuta imponendosi una concezione del potere sempre più cinica e ingannatrice intorno alla quale imperversano i mali peggiori: arrivismo, opportunismo, trasformismo e la compravendita di consensi molto transitori per la formazione di una sempre più posticcia maggioranza numerica. In questo drammatico contesto Catanzaro non può andare avanti. Occorre un immediato giro di boa. Un cambio radicale di intenti e comportamenti. Da soli non ce la facciamo più. Questa politica piccola da sola non ce la può fare.

Occorrerebbe un miracolo. Quello del nostro Santo patrono, con il quale non si è ancora realizzato quello stretto appassionato rapporto che ovunque si realizza tra la gente, non solo i fedeli, e il santo, cui formalmente il luogo è affidato. Probabilmente San Vitaliano è giustamente troppo arrabbiato con noi, per le tante volte in cui ci avrebbe aiutato senza che neppure ce ne fossimo accorti. Però, un aiuto alla sua Chiesa possiamo chiederlo. È il nostro Vescovo che ce lo può offrire, attraverso la Sua parola severa, ammonitrice, che oggi può dire a tutti perché si migliori, ciascuno nel proprio spazio. Non ci assolva pubblicamente dal peccato più imperdonabile, il danno alla Comunità, la ferita al territorio, l’abbandono di quanti si trovano nel più grave bisogno. L’offesa alle istituzioni, la chiesa laica della Democrazia. Non ci assolva per le divisioni feroci della politica.

Per lo spettacolo misero che essa diseducativamente offre ai giovani, allontanandoli vieppiù dall’impegno verso la comunità e i suoi spazi vitali. Il nostro Vescovo, personalità alta e credibile, uomo dalla parola nutrita, ci rivolga la pressante richiesta di unire la Città. Unirla nel Consiglio Comunale. Unirla nell’impegno dei cittadini verso di essa. Unirla nel rapporto ferreo tra cittadini e istituzioni. Tra istituzioni e Politica. Tra Politica ed etica. Tra etica e ideali. Tra ideali e idee. Tra idee e progetti. Catanzaro sia viva, oltre che bella! (fc)

CATANZARO – Giovedì si presenta il Magna Graecia Film Festival

Giovedì 18 luglio, a Catanzaro, alle 11, nella Sal Concerti di Palazzo De Nobili, sarà presentata la 21esima edizione del Magna Graecia Film Festival, in programma dal 27 luglio al 4 agosto a Catanzaro.

Interverranno il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, il fondatore e direttore artistico della kermesse Gianvito Casadonte, il commissario straordinario della Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande, la vicepresidente nazionale della Lilt-Lega italiana per la lotta ai tumori, Concetta Stanizzi.

Per l’occasione – oltre al cartellone degli eventi e al ricco parterre di ospiti nazionali ed internazionali – verranno anche illustrate la nuova partnership con l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e l’Ufficio Scolastico Regionale e la speciale iniziativa realizzata con Poste Italiane per il Festival. (rcz)

A Catanzaro un evento interamente dedicato a Mario La Cava

di ELISA CHIRIANOForse anche le fotografie, che Mario La Cava scattò nel corso del suo viaggio in Israele nel 1961, potranno, prima o poi, essere esposte nello Spazio Coriolano Paparazzo – Cine Sud: è questo l’auspicio di Francesco Mazza, che a Catanzaro, su Corso Mazzini, ha realizzato con il suo staff un suggestivo luogo di incontri e confronti d’autore.

Proprio qui, lo scorso giovedì 4 luglio, tra la mostra “Fotografie dell’umano”, l’incantevole volto di Nega ritratta da Nino Bartuccio e il dramma dei migranti raccontato da “Popoli in movimento” di Francesco Malavolta, si è svolto un evento interamente dedicato a Mario La Cava. Uomo leale e generoso, viaggiatore instancabile, animato da un’eccezionale passione per la lettura e per la letteratura, con la quale instaurò un rapporto diretto senza filtri o mediazioni.

Scrittore colto, che prese la lezione dei classici e la elaborò in maniera del tutto originale, rifiutando ogni tipo di poetica precostituita e orientandosi verso un personalissimo stile narrativo, alimentato anche dalla letteratura francese, russa e italiana dell’Ottocento e del Novecento. Incarnò il modello dell’intellettuale autonomo, indipendente, atipico, ben distante da luoghi comuni.  Il suo stile narrativo, sobrio, misurato, disadorno, attento alla sua gente, ma anche proiettato oltre i confini regionali, non è stato ancora pienamente compreso da certa critica, che ha tentato di storicizzarlo, facendolo entrare in questa o quella corrente letteraria.

Di Mario La Cava si è discusso in occasione del terzo “giovedì letterario” voluto, organizzato e moderato da Francesco Mazza, in dialogo con due critici e ben noti studiosi di letterature europee, Milly Curcio e Luigi Tassoni, fra l’altro legati allo scrittore di Bovalino da grande amicizia. Significativa la presenza in sala anche di Grazia e Rocco La Cava (figli dello scrittore), oltre a Domenico Calabria, presidente del Caffè letterario Mario La Cava di Bovalino.

Un pomeriggio dedicato alla riscoperta di un autore che sapeva guardare dentro e oltre, che ebbe, fra l’altro, una fitta corrispondenza epistolare con Leonardo Sciascia (notissima l’edizione curata proprio da Curcio e Tassoni), e che nel 1961 a proprie spese e con l’accredito della sede lucana del “Corriere del Mezzogiorno”, si recò a Gerusalemme per assistere alle fasi finali del processo a Adolf Eichmann (nella stessa sala stampa c’era anche il filosofo Hannah Arendt).

Viaggio in Israele, pubblicato per la prima volta nel 1967 da Edizioni Fazzi, e che La Cava definì “libretto”, in realtà è un testo di sorprendente attualità, unico nel suo genere, proprio perché non può essere ascrivibile a nessuna classificazione specifica. Tuttavia, come annotò con rammarico lo stesso autore, non godette di buona fortuna e passò pressoché ignorato sia dai lettori che dalla critica letteraria. L’ultima edizione, curata da Milly Curcio, con un saggio di Luigi Tassoni, è stata pubblicata nel 2011 da Edicampus, nella collana dell’Università di Roma Tor Vergata. Si tratta di un prezioso libro, ormai introvabile, e pertanto è indispensabile pensare a una nuova edizione, magari arricchita da ulteriore materiale documentario, come ad esempio la corrispondenza che legò Mario La Cava a cittadini israeliani al suo rientro in Calabria.

«È un romanzo sul bene e sul male, ma anche qualcosa d’altro –  sottolinea Milly Curcio – un unicum dal punto di vista stilistico e letterario (il protagonista, l’autore e l’io narrante, ad esempio, coincidono nella stessa persona). Erroneamente questo libro è stato presentato come un romanzo-inchiesta, un romanzo-storico, un reportage, un quaderno di viaggio, ma non è niente di tutto ciò».

Di pregio sono le dodici pagine centrali in cui La Cava descrive Eichmann, il suo aspetto, quegli occhi che «nemmeno per un momento si prestarono ad essere guardati”, “le labbra di chi non aveva mai sorriso ad alcuno». «È un libro che va letto anche facendo attenzione a tre livelli strutturali e formali che si integrano senza sovrapporsi, consiglia da semiologo Luigi Tassoni, confrontandolo con le diverse posizioni di Bellow e di Kertész. Il primo livello è dato dall’occasione del processo ad Eichmann; il secondo è costituito dal viaggio in sé, che diventa anche imprevedibile e avventuroso; il terzo caratterizza una sorta di viaggio nel viaggio, che La Cava compie tra la gente e le case di ebrei e musulmani, a scoprire, con il piglio del giornalista, ma anche del narratore, gli aspetti peculiari di una società così simile a quella del Sud d’Italia.

«Viaggio in Israele è un vero gioiello – prosegue Tassoni – anche e soprattutto se confrontato con opere scritte nello stesso decennio e sullo stesso tema, come ad esempio “Gerusalemme: andata e ritorno” del Nobel per la Letteratura 1976 Saul Bellow». L’intento che guida però i due autori è diverso: La Cava vuole conoscere la quotidianità di quella gente di Israele. Bellow cerca tipi umani che rispondano alla sua domanda “chi è un ebreo e cosa è – o non è – l’ebraismo?”

Il ricco epistolario Lettere dal centro del mondo 1951-1988” (Rubbettino, 2012), curato da Milly Curcio e Luigi Tassoni, è un essenziale punto di riferimento per il lettore o lo studioso che oggi voglia accostarsi alla riscoperta di due grandi narratori del Novecento. È la fitta corrispondenza (che si legge quasi come un romanzo) tra Mario La Cava e Leonardo Sciascia, e rivela i retroscena privati, le difficoltà, persino il freddo e la solitudine, che dànno origine alle opere di due maestri del romanzo e del racconto europeo. Molte sono le somiglianze tra il più giovane scrittore siciliano e l’amico maestro calabrese sin dagli esordi. Racalmuto e Bovalino: la provincia diventa centro del mondo, grazie agli occhi aperti di scrittori, che sapevano guardare al mondo, al di là di angusti confini regionali.

Ne dànno prova i venticinque Racconti di Bovalino, pubblicati da Rubbettino nel 2008, con una prefazione di Luigi Tassoni e postfazione di Milly Curcio, in un linguaggio nitidamente classico e semplicemente moderno, che ci offrono un microcosmo di fortune e sfortune, di grazia e disgrazie, amori e disamori, aspirazioni, disdette e sogni, appartenenti a una memoria comune e alla radice della nostra storia di oggi.  Il fascino della narrazione di La Cava è in quel tempo sospeso che tuttavia conserva il pregio dell’attualità. «Le cose di La Cava costituivano per me esempio e modello del come scrivere: della semplicità, essenzialità e rapidità a cui aspiravo» – scriverà Leonardo Sciascia nel 1987.

L’incontro di Catanzaro si è concluso con la lettura di alcuni brani estratti dalle opere di La Cava (riportati anche nel volume Terzo Regno. Parole come pietre e luci. Scrittori calabresi, pubblicato nella collana editoriale Cine Sud, a cura di Francesco Mazza), con un intervento del Presidente del Caffè Letterario di Bovalino, Domenico Calabria, e del prof. Franco Cimino.

Forte commozione ha suscitato tra i presenti anche la proiezione di un estratto di “Mario La Cava. L’arte della semplicità”, film-documentario girato nel 1985 con la regia di Mario Foglietti e con testo di Luigi Tassoni, che, come i film-documentari realizzati con la regia di Francesco Mazza, offre una testimonianza diretta e utile ai giovani lettori sugli scrittori calabresi.

CATANZARO – Asp CZ: Effettuate visite preventive per emergenza caldo a carcere “Caridi”

L’Asp di Catanzaro ha reso noto di aver effettuato uno screening per valutare eventuali condizioni di rischio maggiore derivante dall’emergenza caldo di queste giornate alla Struttura sanitaria del Carcere “Ugo Caridi” di Catanzaro.

La condizione detentiva e la situazione di edilizia penitenziaria – che non prevede la climatizzazione – rappresentano un fattore di rischio aggiuntivo in un contesto climatico che genera in tutta la popolazione problemi potenziali per la salute. Da questa considerazione la decisione della Direzione sanitaria del carcere di avviare questa attività aggiuntiva di prevenzione, in una fascia di età più a rischio. L’attività di prevenzione è stata condotta dal personale sanitario medico ed infermieristico della struttura penitenziaria con il supporto della Polizia Penitenziaria nei detenuti ultrasessantacinquenni, attraverso una valutazione generale, un elettrocardiogramma e la valutazione di alcuni parametri ematochimici.

L’attività è stata integrata da un’informativa sulla necessità di una corretta idratazione. Le visite hanno rappresentato anche l’opportunità di monitorare le diverse condizioni di salute e le terapie in corso con un approccio multidisciplinare. (rcz)

Sant’Anna Hospital, consigliere di CZ Capellupo: Presa di posizione di Fiorita e Consiglio comunale forte segnale

Per il consigliere comunale di Catanzaro, Vincenzo Capellupo, «la presa di posizione del sindaco e del Consiglio comunale sulla vicenda del Sant’Anna Hospital sono un segnale forte e concreto, dato ai lavoratori e ai malati calabresi che stanno pagando per questa vicenda un prezzo altissimo».

«Il Consiglio Comunale dedicato alla vicenda del S. Anna Hospital è stato un passaggio istituzionale fondamentale perché se è vero che non possiamo sapere oggi quale sarà l’esito di una vicenda che resta estremamente complessa», è stato comunque dato un segnale concreto «che, evidentemente – ha detto Capellupo – altri non hanno inteso dare nonostante fossero stati invitati a partecipare alla seduta».

«E non vorremmo – ha aggiunto – che alcune assenze confermassero la sensazione che esista una precisa volontà politica di indebolire il sistema sanitario del Capoluogo di Regione. Penso in proposito, e solo per citare alcuni fatti, alle paradossali vicende: sulla facoltà di medicina a Cosenza; ai 200ml di euro che l’art.20 della legge 67/88 prevedeva per il nuovo ospedale di Catanzaro spostati verso altri territori; alla crisi che sta investendo il sistema socio assistenziale – vedi la situazione dei lavoratori di Fondazione Betania. Occorre, quindi, partendo dal S. Anna una più complessiva riflessione sul sistema socio-sanitario del Capoluogo di Regione».
«Tornando al S. Anna – ha proseguito – rinnovo quanto chiesto in Consiglio comunale: nell’incontro che verrà richiesto dal sindaco Fiorita al commissario Occhiuto, l’oggetto principale dovrà essere la garanzia pubblica che il budget e l’accreditamento del S. Anna non verranno toccati fino a quando non si completeranno le procedure del tribunale per l’individuazione di un soggetto subentrante che riporti il Centro di alta specialità del cuore alla sua piena efficienza».
«Diversamente nessuno sarà disposto a farsi carico di struttura e dipendenti – ha concluso – e avremo l’abbassamento dei Lea in ambito cardiovascolare, la parcellizzazione del budget, la fine dei livelli occupazionali e l’aumento dell’emigrazione sanitaria con costi sociali ed economici enormi per i calabresi». (rcz)

CATANZARO – Il Rotary Club CZ Tre colli festeggia 20 anni dalla fondazione

Domani il Rotary Club Catanzaro Tre Colli festeggia i 20 anni dalla Fondazione, ma non solo: la serata sarà resa ancora più speciale dallo scambio di consegne tra l’attuale presidente Carlo Maria Comito e il nuovo presidente Giuseppe Caputo.

La celebrazione del ventennale rappresenta un momento di riflessione sui successi ottenuti e sulle numerose iniziative realizzate dal Rotary Club Catanzaro Tre Colli nel corso degli anni. Dalla sua nascita, il club ha promosso numerosi progetti a beneficio della comunità locale, dimostrando un costante impegno nel sociale e nella promozione di valori come la solidarietà e il servizio agli altri.

Durante la serata, i soci del club, insieme agli ospiti, avranno l’opportunità di ripercorrere i momenti più significativi di questi venti anni, attraverso testimonianze, ricordi e racconti. Sarà anche l’occasione per esprimere gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito con dedizione e passione al raggiungimento degli obiettivi del club.

Il passaggio di consegne tra Carlo Maria Comito e Giuseppe Caputo segna un momento di continuità e rinnovamento. Carlo Maria Comito, che ha guidato il club con grande dedizione, passerà il testimone a Giuseppe Caputo, il quale ha già dimostrato di essere pronto a raccogliere la sfida e a portare avanti con entusiasmo le attività del Rotary Club Catanzaro Tre Colli.

Il Presidente Giuseppe Caputo, nel suo discorso di insediamento, illustrerà le sue visioni e i suoi progetti per il prossimo anno rotariano, con l’obiettivo di continuare a fare del Rotary Club Catanzaro Tre Colli un punto di riferimento per la comunità. (rcz)

A Catanzaro torna la rassegna di teatro classico Graecalis

Dopo due anni, dal 10 luglio al 22 agosto torna al Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro Graecalis, la rassegna di teatro classico giunta all’11esima edizione dell’Associazione Graecalis.

La rassegna, nata da un’idea di Luigi La Rosa, ha animato per anni l’estate catanzarese e, dopo anni «trascorsi a Vibo e nel resto della Calabria», ha spiegato La Rosa «torniamo a Catanzaro, dove tutto ha avuto inizio, ma con una nuova veste associativa che ci consente di realizzare in pieno le finalità di divulgazione e promozione della cultura teatrale, cosa che ha da sempre mosso i membri che compongono Graecalis».

«Siamo orgogliosi di poter salutare l’avvio di un nuovo ciclo per Graecalis, uno degli eventi di maggior pregio che la città ha visto nascere e crescere e che si rilancia sotto la sapiente guida del presidente Luigi La Rosa», ha sottolineato l’assessora alla Cultura, Donatella Monteverdi.

«Questa amministrazione comunale condivide la stessa mission improntata alla divulgazione e alla promozione della cultura, in tutte le sue forme – ha concluso – e, perciò, si è lavorato in questi mesi con l’organizzazione per creare le giuste condizioni per un nuovo start a Catanzaro».

Oltre alla partnership col Comune di Catanzaro, c’è una grande novità: la trasformazione di Graecalis, da rassegna stagionale, ad Associazione attiva nel Terzo Settore e nella Promozione sociale.

«Abbiamo fortemente voluto questa trasformazione associativa, perché lo scopo del nostro sodalizio è stato da sempre quello di promuovere i valori e la Bellezza della cultura classica ad un pubblico sempre più ampio, poiché crediamo fortemente nella finalità educativa e civile del Teatro e dell’Arte», hanno detto i componenti dell’Associazione, guidata da La Rosa, nelle vesti anche di curatore letterario e la cui direzione artistica è affidata a Salvatore Venuto, le cui capacità artistiche sono ampiamente note e apprezzate dal pubblico.
Il 17 luglio appuntamento con la lirica e la poesia di “Casta Diva – La vita di Maria, il mito della Callas“, produzione originale Graecalis. Uno struggente viaggio di parole e musica incentrato sulla vita del grande soprano, la cui figura si sdoppierà in scena così come nel titolo: da una parte Maria, donna dalle forti passioni e dai grandi dolori, interpretato da Mariarita Albanese; dall’altra, la Diva Callas, che rivivrà sulla scena con incantevoli innesti delle più celebri arie del belcanto , ad opera del soprano Barbara Luccini.
Il 25 luglio il recital Il canto della Dea: si ritorna alla tragedia greca ma, anche in questo caso, con un taglio specifico ed estremamente attuale. Saranno le donne che hanno reso il Mito immortale ad alternarsi sulla scena per parlare agli spettatori delle loro passioni, delle loro paure e dei loro valori, così simili e quasi sovrapponibili a quelli della donna di oggi. Da Medea ad Antigone, passando per una serie di figure delle altre opere tragiche, si scoprirà la disarmante attualità della tragedia greca.
L’8 agosto, “Con gli occhi di Ulisse”, un recital poetico sulla figura dell’eroe più controverso della mitologia greca: odiato dagli altri e alle volte anche da sé stesso, scaltro, spregiudicato e affamato di sapere, Ulisse affascina e intimorisce, conquista e si lascia vincere dagli eventi. Tra Odissea, Dante, Tennyson e Guccini, gli attori di Graecalis faranno rivivere il mito di Ulisse, le sue avventure e i mille giochi di luce e di ombre che rendono Ulisse “la mente colorata” della classicità.
Il 21 agosto, gran finale con “Quel che non fu fatto, lo sognai”, lo spettacolo poetico incentrato su Gabriele D’Annunzio e produzione originale di Graecalis. È lo stesso La Rosa a spiegare la scelta di un’opera che non ha apparentemente nulla a che vedere con il mondo classico: «In D’Annunzio è presente un fortissimo retaggio del mondo classico: maestro del verso, sapiente compositore di armonie verbali, D’Annunzio incarna il poeta contemporaneo che rievoca la grandezza e le atmosfere della poesia classica greca​ e latina, oltre ad abbinare una decisa componente drammatica sia del suo vissuto come personaggio che delle sue opere».
Sulla scena, Salvatore Venuto darà vita, corpo e voce al Vate in un percorso rievocativo di fantasmi di passioni e sogni incantevoli che si trasformeranno nelle sue poesie più celebri e struggenti. ​(rcz)

CATANZARO – Giovedì la premiazione de “La rosa d’argento”

Giovedì 11 luglio, a Catanzaro, alle 16.30, alla Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, si terrà la premiazione de “La rosa d’argento”, il riconoscimento organizzato dalle associazioni Fidapa e Ande in collaborazione con la Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, giunto ormai alla decima edizione.

Il Premio, intitolato ala memoria della compianta prof.ssa Emilia Zinzi, rappresenta oggi una importante attestazione di merito a donne che si sono distinte per l’attività svolta in diversi ambiti professionali, e sarà consegnato ad Maria Antonietta Santacroce, ideatrice del Fetsival d’AutunnoEmilia Garito, ingegnere informatico apprezzata a livello internazionale, esperta nel campo dell’intelligenza artificiale e a Paola Rotella, imprenditrice che ha adottato politiche basate sui principi fondamentali di non discriminazione e inclusione.

L’iniziativa si aprirà con i saluti istituzionali della presidente Fidapa – sezione Catanzaro – Rossella Barillari, della presidente Ande Roberta Porcelli, del presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia Pietro Falbo e dell’assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro Donatella Monteverdi. A Matilde Zinzi, storica dell’arte e nipote di Emilia Zinzi, sarà affidato un breve ricordo della compianta professoressa ripercorrendo il percorso professionale e umano. Le conclusioni sono affidate a Marisa Fagà, presidente nazionale di Ande. (rcz)

Catanzaro coordina il tavolo tecnico delle cinque città calabresi incluse nel Pon metro

Condividere strategie ed orientamenti di programmazione sui temi dell’inclusione sociale, per assicurare lo scambio di esperienze e di buone prassi e per rafforzare la capacità contrattuale unitaria delle aree urbane intermedie calabresi nei confronti del Governo sulle procedure di realizzazione dei progetti. È questo l’obiettivo del Tavolo tecnico-politico, coordinato dal Comune di Catanzaro, delle cinque città calabresi che partecipano al Programma Pon Metro Plus 2021-2027, finanziato dall’Agenzia di Coesione Territoriale alle Città Intermedie.

Il tavolo è stato promosso dal sindaco Nicola Fiorita e comprende, oltre Catanzaro, Lamezia Terme, Crotone, Corigliano-Rossano e Castrovillari.

L’accordo si è concretizzato in una riunione a cui hanno preso parte, per Catanzaro, il sindaco Fiorita, il dirigente del settore Politiche sociali, Antonino Ferraiolo, e il consulente Antonio De Marco; il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro; l’assessore alle Politiche sociali di Crotone Filly Pollinzi; i dirigenti Giovanni Soda e Francesco Calà, su delega dei sindaci di Corigliano-Rossano e Castrovillari.
Le Città hanno, inoltre, deciso di allargare il Tavolo, in una seconda fase di concertazione, al confronto con le Organizzazioni regionali del Terzo Settore, nell’ottica della piena valorizzazione dell’approccio di coprogrammazione, che ha già caratterizzato la fase di predisposizione dei progetti e che costituirà ancora l’asse fondante della fase di attuazione.
È stato, ancora, concordato di attivare a breve una interlocuzione unitaria con l’Agenzia di Coesione, oggi Dipartimento alla Presidenza del Consiglio, per sollecitare la pronta chiusura della fase istruttoria dei Progetti presentati da ormai tre mesi dai Comuni, e che avrebbero dovuto essere approvati, per il loro concreto avvio, al 30 giugno.
«L’apertura di questo importante momento di condivisione ha sancito, peraltro, il convinto riconoscimento del ruolo guida del Capoluogo calabrese, fatto che contribuirà certamente a rafforzare la logica di cooperazione tra le Città impegnate nei processi di trasformazione urbana e di sviluppo – ha commentato il sindaco Fiorita –. Dall’altro, il coordinamento consentirà di potenziare la strategia dell’inclusione sociale che Catanzaro ha inteso assumere a pieno nei propri orientamenti, facendola diventare cartina da tornasole della qualità della programmazione comunale sul territorio e dei connessi processi di coesione». (rcz)