L’OPINIONE / Angelo Sposato: Nel decreto del Governo del Sud c’è solo il titolo

di ANGELO SPOSATO – Il Governo ha completamente cancellato il Sud sui temi dello sviluppo, del lavoro, della salute, delle infrastrutture. Il decreto Sud porta solo il nome e la Zes unica è un modo per cancellare gli interventi nelle regioni più svantaggiate come la Calabria. In questo contesto la nostra regione, dopo aver subito definanziamenti sulle infrastrutture strategiche, revoche di progetti sull’ idrogeno dalle partecipate (Enel Rossano), mancata possibilità di fare assunzioni nella sanità, abbandono degli oltre 30000 beneficiari del reddito di cittadinanza, rischia di rimanere schiacciata dalla propaganda della lega sull’autonomia differenziata e ponte sullo stretto, entrambe irrealizzabili per mancanza di risorse.

Di fatto hanno detto al Presidente della regione Occhiuto di arrangiarsi da solo. E la giunta regionale, invece di creare condizioni di sviluppo e lavoro annuncia di voler chiudere gli unici impianti energetici ecosostenibili esistenti come la centrale a biomasse del Mercure.

Anche nella nostra regione avevamo da tempo chiesto di discutere di un piano straordinario del lavoro, facendo leva sui fondi di coesione, sul Pnrr e sulle diverse misure di finanziamento. Era un dei temi principali della vertenza Calabria che presto porteremo in piazza. Al governo regionale vogliamo dire di non fare propaganda sul precariato e sullo stato di bisogno di lavoro. Anche sui tirocinanti ci vuole chiarezza ed evitare di creare illusioni o false promesse. Se il governo regionale ha promesso ai tirocinanti la stabilizzazione nella pubblica amministrazione lo dica con chiarezza e lo faccia se ne ha le risorse e la norma lo consente.
Ma non dica ai lavoratori che il sindacato confederale a differenza di quello autonomo è da ostacolo al processo. Questo non è onesto. Lo faccia se ne è capace altrimenti non soffi sul fuoco della propaganda o saremo noi che manifesteremo con i lavoratori tirocinanti sotto la cittadella regionale.
Ci vediamo a Roma, il 7 ottobre per #laviamaestra del lavoro e della costituzione, contro le scelte sbagliate del governo. (as)
[Angelo Sposato è segretario generale di Cgil Calabria]

Sposato (Cgil Calabria): Governo intervenga con norme immediate per sicurezza sul lavoro

«Il Governo, anziché ridurre le tutele sulla sicurezza, deve intervenire con norme immediate ed incisive». È quanto ha dichiarato il segretario generale di Cgil Calabria, Angelo Sposato, a seguito dell’ennesima morte sul lavoro a Lamezia.

« Non basta più solo il cordoglio – ha ribadito – non bastano più i comunicati. Le morti sul lavoro non sono solo fatalità, ma hanno anche delle responsabilità, da accertare certo, ma è un dato di fatto che partendo il più delle volte dallo stato di bisogno delle persone, taluni speculano sulla sicurezza, rendendosi responsabili della vita delle lavoratrici e lavoratori, e in Paese civile tutto ciò è intollerabile».

«Questo non è modo di fare impresa – ha evidenziato – mettere in pericolo i lavoratori per il profitto significa farlo in piena consapevolezza. Serve un’azione radicale non solo dell’ispettorato del lavoro ma anche di tutte le forze dell’ordine perché quando si mette così in pericolo la vita delle persone è un problema anche di sicurezza pubblica».

«Chiederemo a tutte le prefetture calabresi – ha annunciato – di allertare le procure per un’azione a tappeto sui temi della sicurezza e della salute in Calabria. Ed anche il sistema imprenditoriale calabrese, a tutti i livelli, è necessario prenda le misure idonee per fermare questa spirale di infortuni mortali che negli ultimi mesi è fuori controllo.

Si è creata una cultura del liberi tutti che mette a repentaglio la vita delle persone e questo è molto grave». (rcz)

L’11 settembre a Crotone il seminario della Flc Cgil su “Istruzione in Calabria, quale futuro”

Lunedì 11 settembre, a Crotone, alle 9.30, al Museo e Giardini di Pitagora, si terrà il seminario Istruzione in Calabria, quale futuro organizzato dalla Flc Cgil insieme all’Associazione Professionale Proteo Fare Sapere, a cui prenderà parte la segretaria nazionale Gianna Fracassi.

Sarà presente, anche, Giusi Princi, vicepresidente della Regione.

Rappresentanti provenienti a vario titolo dal mondo della Scuola, Università, Ricerca e Afam, rifletteranno su tematiche calde e urgenti quali il dimensionamento scolastico, la dispersione scolastica, il calo demografico, il rinnovo contrattuale, le conseguenze dell’autonomia differenziata, il Pnrr.

Un focus sarà dedicato all’analisi della condizione abitativa della popolazione studentesca, a cura del Sunia calabrese e nazionale. Agli interventi seguirà una tavola rotonda sulle tematiche emergenti, che vedrà l’importante partecipazione di figure accademiche e politico-istituzionali. (rkr)

La sospensione del Reddito di cittadinanza un dramma per la Calabria

di LUIGI VERALDI E ALESSANDRA BALDARI – Saranno 14.384, in  Calabria, i destinatari del famigerato sms con cui  l’Inps  comunicherà o ha già comunicato la sospensione del Reddito di cittadinanza che ha rappresentato l’àncora a cui i cittadini più deboli socialmente ed economicamente si sono aggrappati per non sprofondare dalla povertà alla disperazione.

In una regione come la nostra, in cui le opportunità di trovare un lavoro stabile, dignitoso e a tempo indeterminato sono rarissime, tanto che sono attualmente ancora presenti consistenti bacini di precariato o part time involontari anche nei servizi pubblici, è una misura che colpirà in maniera pesante chi in questi anni è riuscito a fatica a sbarcare il lunario.

Va precisato, a chi  fosse sfuggito, che il Reddito di cittadinanza non è stato solo una misura di sostegno per disoccupati e fragili (ovvero chi non può lavorare), ma ha ristorato anche chi ha un lavoro talmente povero da non raggiungere la soglia minima di sussistenza.

La disposizione di sospensione allo scadere del settimo mese prevede che,  in presenza di un componente nel nucleo familiare minore, disabile o over 60, per continuare a percepire il RdC fino a dicembre si venga presi in carico dai servizi sociali e che, in caso di sospensione, sia prevista la riattivazione comprensiva degli arretrati non percepiti se la presa in carico sia effettuata dai servizi sociali entro il 31 ottobre.

Questo è il primo scoglio pressoché insormontabile, atteso che in Calabria gli ambiti territoriali e i comuni sono particolarmente carenti di queste figure professionali, nonostante i fondi stanziati e la possibilità di assumere e stabilizzare anche in deroga ai vincoli di contenimento della spesa del personale al fine di conseguire il previsto livello di garanzia di erogazione dei servizi, ovvero un assistente per ogni 5000 o 6500 abitanti a seconda della grandezza del Comune, finanziato strutturalmente dal ministero del Lavoro.

 Insieme alla grave carenza di personale che andrebbe colmata al più presto, sono da considerare le difficoltà tecniche della presa in carico (i sistemi dei Comuni  non dialogano con quelli dei CPI) dopo la  valutazione che, certamente, richiederà  il tempo necessario, un tempo di sospensione che potrebbe generare gravissimi disagi per chi è in condizioni di assoluto bisogno di un sostegno economico semplicemente per vivere.

La sospensione ricade anche sui nuclei familiari che non presentano caratteristiche di fragilità, ma che al loro interno hanno un membro tra i 18 e i 59 anni, quindi “occupabile”, in tal caso dovranno rivolgersi ai Centri per l’impiego per sottoscrivere il patto di servizio e a cui, a partire dal primo settembre potranno richiedere il Supporto per la formazione e il lavoro per cui è prevista da gennaio una indennità di partecipazione per 12 mensilità, pari a 350 euro, in presenza di Isee non superiore a 6 mila euro.

In questo caso, non meno profonda è  la nostra preoccupazione, per due motivi: il primo i Cpi della Calabria non sono attrezzati ancora a fronteggiare con celerità questo drammatico carico di lavoro, a cominciare dalle sedi non ancora sistemate, sovraffollate di personale e utenti perché carenti delle caretteristiche strutturali necessarie, almeno nei grossi centri di Cosenza e Reggio Calabria, con sistemi informatici non aggiornati alla normativa vigente e strumentazioni carenti; il secondo perché conosciamo bene l’esigua offertra di lavoro in Calabria, in ragione della scarsa presenza di attività produttive, ma anche della debolezza delle politiche attive che, seppur rafforzate dalle recenti nuove assunzioni ancora in via di completamento, non hanno mai strutturato efficaci percorsi di formazione e riqualificazione delle persone che hanno necessità di rientrare nel mercato del lavoro.

Ignorare questo contesto di allarmanti vulnerabilità significa abbandonare alla disperazione migliaia di persone che comunque resteranno senza un minimo reddito per fronteggiare le necessità quotidiane e mettere in difficoltà le lavoratrici e i lavoratori che dovranno occuparsi di loro, un grave attacco alle persone più deboli che ancora una volta segna il profilo di questo Governo.

La Cgil e la Fp Cgil hanno chiesto al Governo di prorogare i termini almeno fino al momento in cui si siano create le condizioni di continuità per non lasciare indietro nessuno, alle istituzioni locali, Regione per CPI, Comuni, Inps chiediamo di attivare con urgenza tavoli di confronto per superare le criticità che si presenteranno.

[Alessandra Baldari e Luigi Veraldi sono rispettivamente segretario generale di Fp Cgil Calabria e segretario di Cgil Calabria]

Cgil Calabria presenta gli emendamenti a riforma Consorzi di Bonifica

La Flai Cgil Calabria ha presentato, nel corso dell’audizione della Sesta Commissione del Consiglio regionale, alcuni emendamenti al disegno di riforma dei consorzi di bonifica.

«Una riforma che lascia soddisfatti Flai e Cgil Calabria – si legge in una nota – ma sul quale andare a limare ancora qualche aspetto in termini di tutela dei lavoratori. In particolare, nell’incontro odierno, al quale sono stati presenti la Segretaria Generale Flai Cgil Calabria Caterina Vaiti e la Segretaria Flai Cgil Calabria con delega alla Bonifica, Federica Pietramala, è stata chiesta l’applicazione del contratto integrativo, nonché di ogni altro tipo di emolumento non previsto dal Ccnl ma percepito in busta paga. Si è discusso del Tfr, nonché della tempistica rispetto ai tempi determinati e delle risorse necessarie ad avviare il consorzio unico e si chiesto di mettere in campo adeguate politiche di prepensionamento per garantire il ricambio generazionale».

«Nessuno dei testi presentati dai consiglieri di maggioranza o opposizione sulla riforma dei consorzi di bonifica conteneva le clausole sociali per i lavoratori attualmente in servizio – ha dichiarato il segretario generale Cgil Calabria Angelo Sposato –, ci si è solo interessati del numero dei consorzi. Abbiamo ottenuto le tutele come sindacato nelle interlocuzioni con giunta e commissione e lo abbiamo ribadito in audizione. Riformare i consorzi è un atto necessario di responsabilità e di buon governo. Si è arrivati al punto di non ritorno di pignoramenti e debiti che non garantivano più continuità dei servizi e salari dei lavoratori, con la politica che bivaccava e giocava al rimando sine die per interessi corporativi».

«Piano di assetto idrogeologico, acqua, tutela del patrimonio ambientale sono le misure per garantire il territorio. Servono progetti a misura ambientale e non clientelare, auspichiamo che il Consiglio regionale sappia cogliere l’opportunità ed approvare una riforma necessaria. Subito dopo – aggiunge Sposato – occorre una cabina di regia per un piano strategico delle reti e manutenzione del territorio assieme a Calabria Verde e Protezione Civile. La politica si occupi di questo».

«Questa riforma – ha commentato Vaiti – può segnare un cambio di passo. Oggi con i nostri emendamenti abbiamo chiesto maggiori tutele per i lavoratori, seppur soddisfatti che con l’inserimento delle clausole sociali la politica abbia recepito le nostre sollecitazioni.  La riforma Gentile ci dà un barlume di speranza che questi consorzi possano diventare enti veramente produttivi e che diano dignità ai lavoratori». (rcz)

Emergenza sbarchi, la Cgil incontra il prefetto di RC Mariani

La Cgil Calabria ha incontrato il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, per discutere della questione sbarchi, notevolmente aumentati in questi giorni,  e dell’accoglienza dei migranti sul territorio reggino, facendo riferimento anche a Roccella per i flussi balcanici e alla Piana di Gioia Tauro, con l’obiettivo di superare gli insediamenti formali ed informali di Rosarno, Taurianova e San Ferdinando.

Un incontro promosso dal Dipartimento Immigrazione Cgil Calabria e il Silp Cgil Calabria, a cui hanno partecipato  il Segretario Generale CGIL Calabria Angelo Sposato, la Segretaria CGIL Calabria con delega all’Immigrazione Celeste Logiacco, il Segretario Generale Silp CGIL Calabria Ottavio Spinella e il Segretario Generale CGIL Area Metropolitana di Reggio Gregorio Pititto.

La CGIL, nel riconoscere l’importante lavoro svolto dalla Prefettura e da tutti gli operatori impegnati sul campo, ha ribadito il suo impegno a sostegno delle politiche di accoglienza e integrazione.

In particolare, CGIL Calabria ha proposto il riutilizzo di alcune strutture esistenti in città che potrebbero risultare idonee, utilizzando i fondi europei destinati alla c.d. emergenza immigrazione, a poter affrontare momentaneamente l’enorme flusso migratorio in atto sulle coste reggine.

Siamo convinti che solo lavorando in sinergia con le istituzioni, ognuno per le proprie competenze, sia possibile superare le criticità esistenti. (rrc)

Emergenza caldo, Cgil Calabria: Servono maggiori controlli nei cantieri e segnalazioni da lavoratori

Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria e Simone Celebre, segretario generale di Fillea Cgil Calabria, pur esprimendo soddisfazione per l’ordinanza emanata dal governatore Roberto Occhiuto di sospendere le attività lavorative in condizioni di esposizione prolungata al sole dalle 12.30 alle 16.00, hanno ribadito l’urgenza di «controlli affinché sia effettivamente rispettata una maggiore consapevolezza e adesione da parte delle imprese».

«Abbiamo constatato in queste settimane in cui abbiamo affrontato più volte il tema e informato cantiere per cantiere dei rischi da stress termico e degli strumenti a disposizione per salvaguardare lavoratori e imprese – hanno detto – che i grandi gruppi hanno avviato la cassa integrazione lì dove non sono riusciti a rimodulare gli orari di lavoro e che molti piccoli cantieri si stanno fermando nelle ore più calde. Molti altri però, invece, continuano a impiegare i lavoratori anche nella fascia oraria sulla quale vige il veto dell’ordinanza regionale».

«Un simile comportamento è inammissibile – hanno proseguito Sposato e Celebre – visti i picchi di temperatura raggiunti che, oltre a rappresentare una chiara e severa avvisaglia della crisi climatica in corso, possono avere gravi conseguenze sui lavoratori. Ecco perché invitiamo i lavoratori a segnalarci quanto previsto dall’ordinanza regionale non venga messa messo in pratica sul loro posto di lavoro onde consentirci di potere intervenire a salvaguardia della loro dignità e salute».

La Cgil, poi, ha criticato il decreto lavoro per l’emergenza caldo: «Il ministero ha redatto un Protocollo su misure normate dal Testo unico sulla sicurezza sul lavoro e linee guida senza nessun elemento per renderle esigibili e vincolanti. Non è questa la strada per invertire la rotta. La cassa integrazione non può essere in questi frangenti una facoltà ma deve essere  – hanno concluso – un obbligo lì dove non si riescano a rimodulare gli orari di lavoro e a preservare i lavoratori». (rcz)

Cgil Calabria: Metrocity RC disponga tavolo al Mit per impedire chiusura della Jonio Tirreno

Il segretario generale della Fillea Cgil Calabria e il responsabile del Dipartimento Infrastrutture e Trasporti Cgil Calabria, rispettivamente Simone CelebreNino Costantino, hanno evidenziato come «la Città Metropolitana di Reggio Calabria debba reagire prontamente alla chiusura della Jonio-Tirreno proponendo un tavolo tecnico autorevole e serio presso il ministero dei Trasporti, coordinato dal Ministero dell’Interno, perché una chiusura così lunga potrebbe causare non solo disagi ma anche una insofferenza sociale a cui va data immediata risposta».

«La nostra attenzione sulla Strada di grande Comunicazione Tirreno Ionio – hanno spiegato – oltre alle tante ripercussioni sul lavoro, sulla sua durata e sicurezza, sulla sua qualità, è dovuta anche alla nostra storia. Fu il sindacato a spingere negli anni Sessanta e Settanta per un’arteria che non costringesse i cittadini della provincia di Reggio e della Calabria a “circumnavigare” la punta dello stivale ma che tagliasse quel tratto di montagna tra l’Aspromonte e le Serre per aprire una via diretta e più moderna per la mobilità dell’intera area».

«E, infatti, il sindacato confederale calabrese – viene ricordato in una nota – dopo una serie di manifestazioni, il 6 ottobre 1977 tenne un incontro con la Comunità Montana che aveva il compito di occuparsi dei progetti della strada. I lavori finirono però solo dopo 13 anni con delle opere come i guard rail già allora, appena dopo l’inaugurazione, fuori norma. Da allora fino ad oggi tanti interventi tampone per una strada, comunque, tanto utile quanto pericolosa che ha provocato tantissime morti e che va radicalmente manutenuta soprattutto nelle gallerie della Limina e del Torbido».

«L’utilità della Bovalino-Bagnara oggi si dimostra in tutta la sua necessità – hanno continuato Celebre e Costantino –. Pensare, però, di interrompere completamente la circolazione per circa due anni è senza dubbio sbagliato perché contrasta con gli interessi di intere popolazioni che quotidianamente la percorrono per lavoro. Sarebbe per altro un colpo durissimo all’economia già pesantemente colpita, aggiungendo un altro macigno alle condizioni di insufficiente ammodernamento di un’area che ha bisogno come il pane, invece, di essere raccordata al resto della Calabria».

«Solo per fare un esempio – hanno detto ancora – un cittadino di Vibo Valentia che deve raggiungere Marina di Gioiosa Ionica oggi ci impiega solo 59 minuti, con la chiusura della Jonio Tirreno 3 ore. Riteniamo inimmaginabile una ipotesi di questo tipo. Pensiamo, invece, che tecnicamente ci siano tutte le condizioni per prevedere cantieri mobili, a senso alternato, notturni, garantendo sicurezza e diritti dei lavoratori, ma in grado cioè di garantire durante le fasi più complicate dell’appalto un grado minimo e sufficiente di circolazione».

«È impensabile ritenere – hanno concluso – che l’intera area ritorni agli anni ‘80, è improponibile che una generazione di studenti non possa spostarsi per continuare gli studi, è inaccettabile che chi lavora sia costretto ad orari lunghi e intollerabili. È medievale credere che non si possa trovare una soluzione alternativa per avviare i lavori di ammodernamento senza la chiusura totale». (rcz)

Proroga concessioni balneari, Filcams Cgil: Quale salvaguardia per i lavoratori?

Giuseppe Valentino, segretario generale di Filcams Cgil Calabria, si è chiesto «come si fa a dire ed affermare che la proroga in barba alla direttiva europea che dovrebbe garantire la concorrenza e quindi non “i privilegi” di chi oggi detiene le concessioni balneare sia una misura che salvaguarda 20.000 lavoratori in Calabria?».

«Non prova un minimo di pudore nell’affermare questa baggianata quando i dati economici attuali parlano di un settore turistico in Calabria in mano all’irregolarità diffusa ed all’illegalità», ha detto Valentino, chiedendo se «la deroga del Governo prevede che i concessionari dei lidi devono applicare i CCNL di settore e garantire la regolarità contributiva se vogliono ottenere la proroga? A noi ci pare di no; ci sembra evidente invece, come questo provvedimento sia l’ennesimo regalo alle aziende che possono avere “mano libera” su lavoratrici e lavoratori».
«In più il rischio è di essere presi in giro due volte – ha spiegato – da una parte sfruttati sul lavoro, dall’altra chi lavora e paga le tasse dovrà farsi carico come tutti i cittadini di eventuali multe e sanzioni che arriveranno dall’Europa. Un vero e proprio capolavoro che è molto difficile pensare sia stato realizzato a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori».
«Certo, importante è il tema di chi ha già una concessione – ha proseguito – ha investito negli anni sulla propria attività e oggi troverebbe ingiusto vedersela sottratta, specie in territori come il nostro dove il rischio è che le gare siano “drogate” da economia criminale che potrebbe decidere (come già accade in molti resort e strutture turistiche) di gestire direttamente le aziende e le concessioni».
«Ma se questa Giunta regionale ed il Governo che guarda caso – ha detto ancora – hanno lo stesso orientamento politico avessero l’intelligenza e l’umiltà di ascoltare il mondo del lavoro, si potrebbe immaginare un sistema che salvaguardia le concessioni delle aziende che negli anni passati, possono dimostrare di aver rispettato i diritti della lavoratrici e dei lavoratori, applicati i contratti nazionali e salvaguardato l’occupazione».
«Invece, si continua arrogantemente, come fa il Presidente Occhiuto – ha concluso – a pensare che il Turismo non sia un tema sul quale si possa tenere un confronto con le Organizzazioni Sindacale, forse perché gli affari sono grossi e le risorse a disposizione alimentano la filiera dei consensi, naturalmente sacrificando la dignità e la qualità della vita di lavoratrici e lavoratori che continuano a chiedere tutele ed attenzione». (rcz)

Dalla Cgil un piano strategico enogastronomico e culturale per un lavoro dignitoso

«Bisogna fare una battaglia contro la precarietà e mettere a regime un sistema che possa dare qualità di servizi e del lavoro mettendo insieme i vari turismi che abbiamo in Calabria, beni culturali, enogastronomia, turismo religioso e puntare su una Carta Turistica unica in Calabria. Anche la Regione deve avviare una discussione profonda sul rilancio del settore e sui diritti dei lavoratori». È quanto ha dichiarato Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, nel corso dell’iniziativa del sindacato svoltasi al Castello di Squillace e organizzata con la collaborazione delle federazioni di categoria che si occupano di turismo e agroalimentare (Filcams e Flai Cgil).

Per Sposato, infatti, «il settore turistico è in crescita, ma occorre stimolarlo, sia dal punto di vista dell’offerta sia in termini di qualità dei servizi e del lavoro. Le potenzialità del settore non corrispondono, infatti, alla qualità del lavoro: contratti irregolari, sfruttamento, utilizzo di contratti impropri».

La segretaria generale Flai Cgil Calabria, Caterina Vaiti, mette l’accento sulla creazione di “percorsi di cibo”: «Il turismo enogastronomico deve essere strettamente legato al turismo culturale, unendo le bellezze paesaggistiche e turistiche a dei percorsi del cibo che partano dal nord al sud della Calabria. In questo è fondamentale la collaborazione tra comuni per far sì che la persona che, ad esempio, sceglie la meta balneare sia incentivato ad andare anche nell’hinterland con dei percorsi studiati e sinergici per poter apprezzare le specialità locali e il cibo del luogo».

«Importante – ha aggiunto Vaiti –  è che i due ministeri, quello del Turismo e quello dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste siano connessi e che a cascata lo siano anche gli assessorati regionali. In Calabria non abbiamo un assessorato al Turismo, perché la delega è rimasta al presidente della Regione, mentre riteniamo sarebbe opportuno che ci sia un assessorato ad hoc e che gli assessorati possono viaggiare insieme».

«Occupare la cultura, questa la provocazione che vogliamo lanciare stasera da Squillace da dentro un castello. Se abbiamo ancora meravigliosi castelli in Calabria – ha affermato il segretario generale Filcams Cgil Calabria Giuseppe Valentino – è perché c’erano le corti, i re e le regine che man mano abbiamo cacciato per vivere in democrazia».

«Oggi paradossalmente gli stessi castelli che i Comuni hanno acquisito in nome per conto del popolo ci vengono privati, non sono fruibili se non a pagamento, e così per altri luoghi meravigliosi e di interesse paesaggistico che siano parchi archeologici, attrattive turistiche e culturali.  Abbiamo bisogno di costruire una cultura alternativa che permetta alla Calabria di diventare una terra di libertà in tutti i sensi. L’iniziativa di ieri è stata una piccola tappa in un percorso nel quale l’obiettivo è quello di mettere il sistema turistico sottosopra. C’è bisogno – ha concluso – di ripensare ad un sistema turistico fruibile da tutti e che attivi dal basso le imprese, le associazioni, il territorio e naturalmente le lavoratrici ed i lavoratori i cui diritti devono essere garantiti nel rispetto dei CCNL di settore».

Al termine dell’evento, moderato dal giornalista Pietro Melia e a cui hanno preso parte anche Enzo Scalese, Segretario Generale Cgil Area Vasta,  Andrea Coinu, vice presidente Effat (European Federation of Food, Agriculture and Tourism Trade Unions), Francesco Perino, presidente EBTC (Ente Bilaterale Turismo della Calabria), Carolina Scicchitano, direttore amministrativo e finanziario Gal Serre Calabresi e Franco Caccia, assessore Turismo e Programmazione del Comune di Squillace, si è tenuto un aperitivo di solidarietà alle popolazione delle Marche e dell’Emilia Romagna. (rcz)