Anteprima estiva della Rassegna Teatrale di Cittanova curata dall’Associazione Kalomena, guidata da Girolamo Demaria. Si riparte stasera portando il teatro in piazza, dopo la chiusura forzata del Teatro “Gentile” a causa del Covid. Una scelta per riaprire idealmente le porte del teatro che è diventato un motivo d’orgoglio per tutta la Calabria.
«Nell’ambito di Cittanova Estate 2021 promossa dall’Amministrazione Comunale, con il patrocinio della Città Metropolitana e della Regione Calabria – ha detto Demaria –, abbiamo allestito una Rassegna di 4 spettacoli teatrali, con ingresso gratuito, nei giorni 10, 11, 12 e 20 agosto, con la presenza di artisti del teatro di prosa e del teatro comico di rilievo nazionale, quali Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini, Francesca Reggiani, Debora Villa e Michela Andreozzi.
Il centro storico con la sua piazza sarà il teatro all’aperto e il simbolo della nostra voglia e determinazione di ritornare alla preziosa normalità, incontrandoci nuovamente con gli spettatori e con la loro voglia ascoltare, vedere, ridere e di farsi raccontare tutto ciò che il teatro è capace di trasmettere.
Tali eventi saranno arricchiti da una serie di attività tese a potenziare l’offerta culturale della nostra città, trasformando Cittanova in un vero e proprio “teatro/museo a cielo aperto”, al fine di valorizzarne il patrimonio architettonico del centro storico, i suoi palazzi gentilizi, gli edifici religiosi e quello paesaggistico-monumentale come la Villa Comunale, nonché l’enogastronomia e le tradizioni».
Proprio su piazza Garibaldi, cuore del centro storico e teatro naturale all’aperto, sarà allestita l’anteprima estiva della Rassegna Teatrale, con ingresso gratuito, che avrà come titolo Il Teatro riparte dalla Piazza, una scelta tesa a far riaprire idealmente le porte del teatro, portandolo in piazza, sotto le stelle.
Sarà, significativamente, la compagnia del Teatro Belli di Antonio Salines con la commedia“Càsina, o le allegre comari di Plauto”, un’opera di Plauto con la regia di Carlo Emilio Lerici e due interpreti d’eccezione come Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini, ad inaugurare la rassegna stasera, 10 agosto, in Piazza Garibaldi.
In questa occasione sarà ricordata la figura del maestro Antonio Salines, Direttore artistico della nostra Stagione Teatrale e cittadino onorario di Cittanova, recentemente scomparso.
«L’avergli affidato nel 2015 la Direzione artistica della nostra Stagione Teatrale – ha ricordato Demaria – ha consentito al Teatro Gentile di proiettarsi in una dimensione regionale e nazionale di primaria qualità, permettendogli anno dopo anno di crescere e puntare l’asticella qualitativa sempre più in alto e poter proporre un’offerta alla pari con i grandi teatri delle grandi città».
Seguiranno tre serate di teatro comico con tre grandi protagoniste nazionali del cabaret. L’11 agosto andrà in scena Debora Villa con lo spettacolo 20 di risate, il 12 agosto sarà la volta di Francesca Reggiani con Il meglio di…! ed il 20 agosto chiuderà la rassegna Michela Andreozzi con il divertentissimo A letto dopo carosello. (rs)
Domani, giovedì 5 agosto, e sabato 7 agosto, a Cittanova, con partenza alle ore 22.00 dal Teatro Gentile, gli studenti del Liceo Scientifico “Michele Guerrisi”, giovani Ciceroni della cultura, guideranno i partecipanti lungo la passeggiata che percorrerà l’itinerario de Le Vie dei Poeti, progetto avviato nel 2018 dall’Associazione Kalomena in occasione dei 400 anni della nascita della città.
Con l’installazione delle poesie, inaugurate nell’agosto del 2020 in occasione dei 402 anni della nascita di Cittanova, si è inteso puntare a promuovere e divulgare la conoscenza di autori locali e di loro opere. Un percorso che è stato affidato a dodici poeti cittanovesi vissuti tra l’ottocento e il secolo scorso, le cui diverse sfaccettature tematiche della loro narrazione ci fanno riflettere ed emozionare.
I partecipanti, dunque, faranno tappa nei luoghi nei quali sono posti i pannelli con le poesie, dove saranno illustrate le figure dei poeti e verranno declamati e analizzati i loro versi, facendo anche emergere le influenze letterarie che i grandi poeti di quell’epoca, quali Giovanni Pascoli, Giosuè Carducci, Gabriele D’Annunzio, hanno esercitato nei confronti dei nostri poeti locali e sulla composizione delle loro opere.
Gli studenti, diretti dalle docenti Luana De Santis e Concetta Giovinazzo nell’ambito del Piano Estate promosso dal Miur ed elaborato dalla dirigente scolastica, dott.ssa Clelia Bruzzì, assieme all’Associazione Kalomena e col patrocinio dell’Amministrazione Comunale, in queste settimane sono impegnati, con grande passione, nella ricerca e nello studio di questi autori locali e delle loro poesie e sono pronti a diventare Ciceroni della Cultura.
Con questa iniziativa, attraverso il passato, si è voluto riportare alla luce il deposito di valori che, parlando ancora oggi un linguaggio vivo, ci trasmette il senso del cammino percorso dalla nostra comunità e di una identità che mira a fare tesoro della memoria, ma con lo sguardo aperto al futuro.
L’itinerario, dislocato significativamente dentro e fuori il centro storico nell’intero centro abitato cittadino, è teso a fare scoprire, visitare e rendere centrale ogni angolo caratteristico di Cittanova, creando un rinnovatolegame tra autore, luogo e visitatore che diverrà così parte dell’agire della storia che si potrà apprendere, fare propria e raccontare. (rrc)
di FRANCESCO RAO – Parlare concretamente di sviluppo economico, soprattutto in una regione come la Calabria che pur avendo per dote naturale molteplici valori aggiunti, puntualmente disattesi tanto dalla classe politica quanto da un crescente numero di imprenditori, stremati dalla burocrazia e dalla crisi dei vari comparti produttivi, potrebbe essere la prosecuzione dell’ormai perdurante mancata riconoscenza dell’intelligenza di tutti i Calabresi onesti. In questa occasione, certo che non sia l’unica e la sola, vorrei sottoporre ai nostri lettori l’alternativa reale e concreta, contrapposta alla chiara ed evidente assenza di una visione politica complessiva da mettere in campo per dare forma al futuro della Calabria, ponendo delle basi solide ed evitare di assistere alla presentazione di reiterate ricette messe a punto da un superato modello politico, sempre più intento a contarsi e vantarsi senza preoccuparsi di come agire per far contare di più la Calabria nello scenario nazionale ed internazionale.
Come già detto in apertura, la Calabria non ha un solo punto di forza per poter avviare un processo di sviluppo strutturale. I punti di forza sono molteplici. Purtroppo, gran parte dei decisori politici si limitano ad una superficiale conoscenza di tali indicatori e se qualche anima buona, con umiltà e disponibilità, offre spunti riceve silenzi per poi assistere all’uso improprio e storpiato di progetti utili ad alimentare i dibattiti televisivi senza vedere poi alcun seguito concreto. È possibile invertire la rotta ed è anche possibile trovare lungo i nuovi percorsi nuove soluzioni. La Calabria ci sta chiedendo di avviare un grande balzo in avanti, ricorrendo al coraggio ed alla determinazione da sempre nostri alleati per affrontare le molte difficoltà vissute in un Meridione povero e tecnologicamente arretrato che, a differenza della rimanente parte dell’Italia, è stato considerato nel tempo più una zavorra che una opportunità.
In tal senso, quanto ha svolto sino ad ora la Cooperativa “Zomaro Resort” con sede a Cittanova, territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria, potrebbe essere una buona prassi da mettere in atto per dare vita ad un vero e proprio modello teso a consolidare un processo di sviluppo socioeconomico innovativo, capace di invertire la tendenza di questa regione, ricorrendo a processi di agricoltura moderna. Se l’idea imprenditoriale, condotta dai componenti della Cooperativa “Zomaro Resort”, è stata semplicissima, intuitiva e lungimirante, in contropartita la politica non è stata sempre attenta e pronta a sostenere in lungo e largo il progetto.
Il frutteto coltivato dalla Cooperativa, grazie alla sottoscrizione di un contratto d’affitto stipulato con il Comune di Cittanova, si trova in Aspromonte alla località “Zomaro” ed ha una estensione di 103 ettari di terreno. Per raggiungere gli odierni risultati sono stati utilizzati quei famosi finanziamenti Europei di cui tanto si parla durante le varie competizioni elettorali ma, una volta eletti, l’attenzione per gli impegni assunti viene meno e sopravviene l’isolamento ed il conseguente abbandono di proposte e progetti da mettere in atto per affrancare dall’isolamento e dalla povertà i rispettivi territori. C’è da dire che nell’ambito dell’agricoltura, la Regione Calabria, tramite i PSR, ha avviato una vera e propria rivoluzione a somma positiva che in pochissimo tempo ha reso possibile anche la realizzazione del più imponente meleto presente in Calabria. Nello specifico, il lavoro quotidiano di tutti i componenti della Cooperativa “Zomaro Resort” ha portato alla piantumazione di circa 25.000 piante di melo. La particolarità di questo impianto, oltre ad essere coltivato in modalità intensiva e certificato da sistema biologico, è la resistenza della pianta alla ticchiolatura, temutissima malattia del melo diffusa a livello mondiale causata dagli ascomiceti. Grazie a tale innovazione praticata dai vivai, la fase di produzione richiederà un minore numero di trattamenti, un ridotto consumo d’acqua ed in una maggiore qualità finale dei frutti.
Il 2021 sarà il terzo anno di produzione di mele. Già in passato, seppur in minime quantità, ricorrendo alla pubblicità programmata sui canali social, le mele ed i mirtilli della Calabria hanno raggiunto un segmento di consumatori di nicchia disseminati in quasi tutte le regioni d’Italia. La risposta ottenuta, commentano i titolari della Cooperativa, è stata entusiasmante: «Acquistando i nostri frutti, oltre ad apprezzare le straordinarie qualità siamo stati sostenuti tanto nell’azione imprenditoriale quanto nel senso etico intriso nell’intero progetto produttivo. Questa scelta, rinnovata di anno in anno, è una conferma che rende orgogliosi tutti noi, incoraggiandoci ad andare avanti».
Oltre alle mele sono state piantumate ben 5000 piante di nocciolo, qualità “Tonda di Giffoni”; 300 piante di ciliegio, varietà “Kordia” e “Regina”; 20.000 piante di mirtilli, varietà “Duke”,“Blue crop” e “Brigette. Successivamente, sempre tramite finanziamenti regionali ed a seguito di una progettazione con finalità socioeducativa, è stata progettata una fattoria didattica per la quale sono stati ottenuti i finanziamenti per la realizzazione.
Il prossimo Anno Scolastico, verrà proposta all’Ufficio Scolastico Regionale la sottoscrizione di una convenzione volta a consentire la fruibilità del percorso didattico messo a disposizione degli studenti calabresi e fruibile all’interno dell’azienda nelle apposite strutture. Infine, proprio la scorsa settimana, la Cooperativa “Zomaro Resort”, avendo partecipato ad un bando promosso dall’Assessorato alla Tutela Ambientale della Regione Calabria, si è classificata al primo posto nella graduatoria regionale, ottenendo un nuovo finanziamento per la realizzazione di un punto di ospitalità diffusa annessa al percorso della ciclovia calabrese afferente al circuito italiano recentemente premiato nell’ambito dell’Italian Green Road Award 2021 (l’Oscar italiano del cicloturismo che premia ogni anno la miglior ciclovia italiana). Anche quest’ultima azione diverrà strutturale all’azione messa in atto dalla “Zomaro Resort” mediante la realizzazione di un progetto complessivamente ampio e teso a rendere possibile una maggiore fruibilità di quelle potenzialità positive, espresse dalla montagna e sino ad ora poco valorizzate.
Se la coltivazione e la produzione dei frutti è stato il punto di partenza, la realizzazione di apposite strutture in legno, l’apertura di una piccola officina per riparare le biciclette, la possibilità di offrire in noleggio l’utilizzo di biciclette a pedalata assistita e macchine elettriche, rappresenterà una ragione in più per incoraggiare i visitatori a recarsi sullo Zomaro per incontrare oltre alla bellezza dell’Aspromonte anche i sapori dei frutti coltivati ed una serie di servizi sino ad ora inimmaginabili. Tutto ciò sarà anche una valida circostanza per creare opportunità occupazionali e guardare con maggiore attenzione all’ospitalità di quanti inizieranno a percorrere la ciclovia della Calabria.
Realizzate le opere già finanziate, una volta raggiunto lo Zomaro, ai visitatori potrà essere consigliata anche l’esperienza di percorrere in mountain bike i sentieri lungo le fiumare, raggiungendo in meno di due ore il mare, oppure far visitare i centri storici di Gerace, Siderno Superiore, Locri, San Giorgio Morgeto e Cittanova. Naturalmente bisognerà iniziare ad avere una visione molto più aperta ed attenta ai bisogni registrati, impegnandosi ad offrire tutta la bontà, la qualità e la tipicità dei prodotti che esprime il territorio.
Questa è l’esperienza che un gruppo di persone, intenzionate a non abbassare la testa al cospetto della disoccupazione ed alla persistente povertà educativa e culturale presente in questo territorio che ha fornito risposte concrete a quanti vorranno cogliere il segnale di riscatto e superare il consolidato sentimento di sfiducia ed apatia sempre più diffuso tra le giovani generazioni. In tali ambiti, oltre alla lavorazione della terra praticata con mezzi meccanici, c’è bisogno di tante altre professionalità.
Il modello illustrato vuole essere anche uno dei sistemi utilizzabili in Calabria per generare occupazione e nuova economia, promuovendo tutta la bellezza dei territori incontaminati dei tre Parchi nazionali e soprattutto impegnandosi a mantenerli tali anche per il futuro. Questi straordinari successi sono uno dei lati della medaglia che oggi condividiamo con i lettori di Calabria.Live. Dall’altra parte ci sono state anche molte amarezze, delusioni, momenti di sconforto e di profonda solitudine, ma alla fine trionfa il bene. Personalmente ho scelto di promuovere il bene di questa terra, in quanto della Calabria è stata diffusa una immane quantità di negatività che ha consolidato nel tempo una reputazione negativa e tale immagine nel tempo alimentava in modo silente lo sconforto e lo scoramento di quanti vivono in questa terra e di quanti non verranno mai per paura di trovare soltanto il male veicolato.
La natura, da sempre, è stata più generosa dell’uomo. Ma il male compiuto dall’uomo alla natura prima o poi dovrà essere motivo di riappacificazione. Occorre quindi una rinnovata volontà nella quale la sopraffazione non dovrà più trovare spazi per dare seguito ad ulteriori degenerazioni. Dove oggi la Cooperativa “Zomaro Resort” ha realizzato tanti piccoli sogni, gli storici lo hanno indicato come il luogo che nel 72 A.C. vide consumare la battaglia condotta dai Romani, guidati dal Console Marco Licinio Crasso, con lo schieramento di ben otto legioni per trovare e sconfiggere Spartaco ed i ribelli che al suo fianco stavano mettendo in difficoltà la Repubblica di Roma.
Oggi come ieri, nel medesimo luogo, si scrive una pagina di storia importantissima per il futuro della Calabria e, forse, anche per il futuro dell’Italia. I giovani componenti della Cooperativa sono orgogliosi del lavoro compiuto e si apprestano a guardare con fiducia la raccolta dei frutti, attendendo per la prossima primavera gli studenti delle scuole e l’accoglienza di quanti vorranno pernottare nelle strutture che presto verranno allestite in una straordinaria cornice offerta dal verde dell’Aspromonte dove ancora si respira aria pura.
Quanti continuano ad affermare che in Calabria non è possibile realizzare i sogni forse dovrebbero recarsi sullo Zomaro per vivere l’interezza di un sogno che non si conclude alle prime luci del mattino ma, proprio all’alba, schiude i suoi fiori per emanare quel profumo straordinario del riscatto e della speranza.s
di FRANCESCO RAO – La Scuola continua ad avere una serie di criticità che il Covid, in buona parte, ha contribuito ad enfatizzare. Nell’ultimo anno, la pandemia oltre a mietere vittime ha letteralmente aperto uno squarcio nel sistema educativo e formativo italiano creando una fase priva di precedenti. Tutto ciò, contrariamente al passato, non potrà essere risolvibile con l’applicazione di metodi e soluzioni già praticate. Bisognerà attivare nuove strategie, ponendo come punto di partenza la volontà di far andare avanti ogni azione formativa, educativa ed aggregativa in sicurezza per rendere possibile ai nostri studenti di realizzare una duplice azione: evitare lo scoramento dei momenti di solitudine; rimettere in moto i processi formativi anche mediate l’utilizzo di spazi aperti.
Il primo elemento da tenere in considerazione dovrà essere una novità metodica nella quale, la cabina di regia che dovrà seguire questa delicatissima fase non dovrà fermarsi con l’eventuale cambio di governo ma dovrà persistere nel rispetto della volontà istitutiva esercitando sempre facoltà d’indirizzo e controllo ma nel rispetto degli elementi che ne contraddistinguono la mission operativa da protrarsi sino a quanto non verrà dichiarata la fine della pandemia. Potranno essere sostituiti i componenti, potrà essere riveduta e corretta la curvatura progettuale, ma l’operatività della cabina di regia dovrà persistere sino al raggiungimento di un primo importantissimo traguardo: portare ad un limite fisiologico del 4%, su scala regionale, la dispersione scolastica in Italia.
Per alcuni versi, il sistema educativo e formativo italiano aveva già accumulato ritardi rispetto ad altri modelli europei. Tale affermazione, a scanso di ogni equivoco, non vuole essere unademinutio capitisnei confronti di quanti lavorano nel mondo della Scuola. E’ una constatazione dettata dalla contingenza temporale e dalle mutevoli richieste di professionalità richieste da un mercato del lavoro che corre, ponendosi un duplice obiettivo: generare occupazione e innovazione per poter poi raggiungere alti standard di produzione e competitività.
A seguito di una buona parte di riforme non del tutto perfezionate, il nostro sistema scolastico appare per mille versi incompleto. Vuoi per motivi di instabilità politica, vuoi per una rinnovata mentalità, tesa ad anteporre alla bontà dei progetti il concetto di discontinuità rispetto al passato tra chi ha governato e chi governa, oggi il cerino in mano se lo ritrova anche l’attuale Presidente del Consiglio, Prof. Mario Draghi. Proprio lui, sin dai tempi non sospetti, aveva focalizzato la sua attenzione sulle numerose problematiche afferenti al mondo della Scuola, individuabili a volte come cause, ed a volte come effetti. L’attuale Premier, sin dalle prime dichiarazioni nell’esercizio delle funzioni, ha ben pensato di condividere una necessità nazionale: far recuperare tempo ed opportunità formative ai nostri studenti durante l’estate. Se da una parte si è levato lo scudo delle proteste, con questa riflessione, senza voler entrare nel merito politico, vorrei muovere una proposta tesa ad illustrare l’opportunità e la visione offertaci dal Presidente Draghi.
Il periodo estivo, oltre all’auspicata pausa pandemica, potrebbe essere anche una valida parentesi per restituire ai nostri studenti la possibilità di allineare competenze, socialità e rimettere in moto quell’arricchimento creativo, attivabile mediante la partecipazione ad attività laboratoriali da realizzare in appositi percorsi extrascolastici, messi in atto previo l’emanazione di bandi ai quali le Istituzioni scolastiche e gli Enti Locali potranno partecipare per erogare le attività programmate dal Ministero. Questo modello estensivo del percorso scolastico tradizionale, oggi più che mai, è necessario in quanto i dati illustrati nel grafico sottostante, indicano chiaramente la misura del divario esistente tra gli studenti residenti nelle macro aree dell’Italia e la necessità di dover agire per tempo senza dover continuare a procrastinare.
Proviamo a trasformare il dato in opportunità per poi immaginare l’Italia dei prossimi 30 anni. Non bisognerà essere in possesso di particolari competenze per dedurre quale sarà la proiezione e quale potrebbe essere il risultato: la penuria di conoscenza e sapere, alimenterà soprattutto la corruzione, la criminalità e la qualità delle politiche messe in atto per amministrare l’Italia intera, partendo dalla cellula più piccola del nostro Stato e cioè dai Comuni sino a raggiungere le più alte cariche istituzionali. Per illustrare tale circostanza, sono stati riportati i risultati dei test OCSE PISA del 2018, i quali prendono in esame l’ambito della lettura e della matematica.
Il lettore, come potrà evincere dalla lettura dei grafici, avrà sicuramente constatato l’emergenza educativa da governare nell’immediatezza. Rimandare, soprassedere, sminuire oppure applicare le pregresse misure, con l’intento di ottenere vecchi risultati, comporterà un incremento esponenziale del divario culturale non soltanto tra Nord e Sud ma si rischia di aprire ulteriori divari culturali anche nei luoghi dove tali fenomeni, sino a qualche anno addietro erano marginali o inesistenti. Il livello emergenziale, presente e futuro, riconducibile alle cause afferenti alla deprivazione culturale, non riguarderà soltanto quanti vivranno fenomeni di povertà educativa, ma tenderà ad estendersi anche a quei segmenti sociali che in passato apparivano sottratti a tale dinamica perché riconducibili ad una classe mediamente agiata ed oggi non più tale. In tal senso, la Pandemia potrebbe essere paragonabile ad un catalizzatore che ha accelerato ogni processo emergenziale e dove erano presenti criticità non mitigate dalle politiche di governo o delle Regioni l’attesa di una mancata tenuta sociale non è un fatto da sottovalutare.
Il titolo di questa riflessione vuole essere una proposta concreta, utile per i ragazzi ma anche per l’intero Paese. Pertanto, prima ostacolare l’opportunità, aggrappandosi a mille scuse ed alimentando le solite forme di pregiudizio tese a bloccare la proposta sul nascere, chiederei la cortesia di voler provare ad immaginare una prosecuzione dell’attività scolastica nei mesi estiva, intravedendo immediatamente l’opportunità che risiede nell’iniziativa e mettendo da parte, sin da subito, l’idea di una Scuola estiva, pensata sulla replicabilità del modello tradizionale immaginando un laboratorio estivo di peer-education, svolto prevalentemente all’aperto e imbastito da quel modello di offerta formativa, da sempre affascinante che tutti noi conosciamo come l’“Estate Ragazzi”, frequentata annualmente da quanti non vedevano l’ora di poter indossare il cappellino colorato del “Gr.Est.” e le magliette colorate dei rispettivi gruppi di gioco.
L’insuccesso scolastico, emerso dal monitoraggio invalsi, rappresenta un campanello d’allarme che molto presto diventerà assordante. Sulla scorta di tali evidenze, prevedere l’insuccesso formativo oggi non può essere più una tra le opportunità da perseguire ma dovrà essere il passo decisivo da compiere e portare a termine con un cronoprogramma ben definito. Far maturare un risultato in controtendenza alle dinamiche attuali nell’arco dei prossimi 7 anni non dovrà essere una missione impossibile ma un lavoro d’insieme, dove la cooperazione possa divenire l’elemento di novità teso a generare una sommatoria positiva. Tutto ciò, affinché possa realmente essere funzionale, non dovrà essere il programma di un governo, ma dovrà assumere l’aspettativa di uno Stato che investe annualmente i soldi del contribuente, tanto nei confronti dei docenti quanto nei confronti degli studenti, per poter avere come risultato, oltre ad una crescita culturale degli Italiani lo sviluppo socio-economico del Paese.
La funzione educativa e formativa rivolta ai nostri giovani, in prima istanza, dovrà avere questi obiettivi ed i docenti dovranno sentirsi i veri protagonisti del cambiamento che l’Italia ci chiede. Affinché possano trasferire ai loro discenti competenze, abilità e motivazione, occorre che gli stipendi del personale scolastico non sia tra i più bassi della pubblica amministrazione italiana. Per rimettere in moto la speranza ed avviare la crescita c’è bisogno di motivazione. La svilente quantità di cavilli burocratici esistenti che di fatto ostacolano la volontà di quanti vorrebbero poter diventare docente, si trasforma in una gigantesca scala mobile dove moltissimi aspiranti insegnanti trascorreranno più della metà della loro vita a conseguire titoli, spendendo soldi in corsi e testi per sostenere concorsi per poi sentirsi umiliati da norme e regolamenti messi in atto per rendere sempre più distante la meta. Ho avuto modo di conoscere molti docenti carichi di entusiasmo, ma con il passare degli anni ho visto spegnere l’ardente desiderio di compiere bene il proprio dovere in quanto esasperati da un sistema voraginoso e complesso dove c’è di tutto ma alla fine la Comunità educante è troppo piccola per accogliere e formare i nostri ragazzi. Le cause sono tante e in questa sede eviterò di approfondirle, un dato è certo: il Dirigente scolastico dovrà tornare ad occuparsi di coordinamento didattico, mettendo da parte le tonnellate di carte che alimentano la quotidiana burocrazia. Per quest’ultima fase, bisognerà affidare maggiori Risorse Umane e mezzi finanziari ai Direttori Amministrativi. I Docenti dovranno tornare ad insegnare, i genitori non dovranno sottrarre il lavoro ai Pubblici Ministeri ed i Giovani dovranno tornare a studiare per diventare grandi.
Tornando alla proposta iniziale e mettendo da parte l’eventuale preoccupazione afferente a ciò che dovranno svolgere i nostri ragazzi, proviamo ad immaginare cosa e quanto potranno apprendere i nostri studenti utilizzando i due mesi estivi. Per i più piccoli, l’esperienza del gioco, unitamente ad altre attività didattiche, somministrate in modalità partecipate e tese ad ottenere anche restituzioni sulle discipline affrontate, seppur praticate in modo meno oneroso di come avviene durante l’Anno Scolastico, sarà sempre il punto di partenza per apprendere le regole, metterle in pratica e tornare a vivere il percorso di crescita in un segmento dove possa tornare a prevalere il noi e non l’egoistico io.
Questo modello di sperimentazione, con annesse attività trasversali quali educazione civica (per es. partecipare ad attività svolte dal volontariato o dall’azione Cattolica), oppure alla possibilità di svolgere percorsi tesi a conoscere l’ambiente, potrebbero essere anche un validissimo vettore per far uscire dal paradigma del “learning loss[1]” moltissimi studenti, proiettati ad una forma di apatia diffusa e sempre meno propensi ad essere coinvolti nello svolgimento delle attività didattiche erogate attualmente in modalità D.A.D. Attraverso percorsi alternativi, da realizzare in sicurezza all’interno dei laboratori scolastici oppure nei parchi comunali, quanti frequenteranno tali attività, riparati dal caldo sotto gli alberi, potrebbero ritrovare gli stimoli ideali per rientrare in aula con maggiore carica e determinazione quando verrà avviata l’attività scolastica nel prossimo autunno. Oggi, l’onda lunga proveniente dagli Stati Uniti d’America ed il cambiamento sociale in atto, bisogna assumerli come variabili di sistema non come semplice novità. Nell’arco di pochissimi anni, la mancata innovazione dei modelli forativi raderà al suolo i vecchi modelli di lavoro ed i traballanti modelli occupazionali. Ciò che le nostre giovani generazioni dovranno apprendere sin da subito, non dovranno essere soltanto le abilità ma bisognerà concentrarsi molto e di più sulle competenze.
C’è un settore in Italia che sta cercando tecnici però il segmento scolastico non è in linea con le richieste ed i poli tecnologici soffrono unitamente alle opportunità di sviluppo in quanto i percorsi afferenti al sistema di Industria 4.0 continuano ad essere poco incentivati. Non va sottovalutato il fatto che in Italia vi sia anche una parte del sistema Universitario ingessato su un modello che a volta potrebbe essere paragonabile alla prosecuzione delle segmento di Scuola Superiore. Idem per ciò che riguarda i Master post laurea. In tali percorsi, contrariamente a quanto avviene in altre parti del mondo, noi Italiani abbiamo fatto a modo nostro evitando agli studenti di trascorrere metà della loro giornata a contatto con il lavoro per il quale hanno deciso di studiare ed approfondire e rendendo il Master una prosecuzione dell’Università.
Perciò, l’idea di fondo che mi trova perfettamente in linea con quanto immaginato dal Presidente Draghi, tra l’altro rimarcato in più circostanze anche dal Ministro Patrizio Bianchi, potrebbe essere una Scuola aperta al territorio ed intenta a cogliere le opportunità di una crescita strutturale della società in modo innovativo ed attraverso una duplice propensione tesa a volere e sapere quanto sia importante mettersi in gioco sin dalla giovane età.
In un sistema formativo moderno, il coinvolgimento di personale tecnico, educatori e professionisti disposti a lavorare durante la fase estiva su basi progettuali ben definite, utilizzando laboratori interni alla Scuola ma anche utilizzando luoghi quali parchi, Musei, Palazzetti dello Sport, Centri storici di Città o di Paesi, stazioni ferroviarie, sentieri di montagna, percorsi fluviali, spiagge non dovrebbe essere altro che una forte spinta emotiva per far crescere la capacità critica e la fantasia di questa generazione oggi reclusa in casa, intenta a trascorrere giornate standardizzate.
Penso ad attività didattiche e formativa non in linea con le disposizioni normative di cui al Decreto Ministero della Pubblica Istruzione n. 139 del 22/08/2007, ma articolate in modo tale da promuovere oltre alle abilità le competenze e le conoscenze personali attraverso una serie di attività da svolgere mediante lo sviluppo dei quattro assi culturali di riferimento.
Come si potrà notare dalla tabella relativa all’insuccesso scolastico, i dati INVALSI documentano le dinamiche afferenti alla dispersione scolastica in Italia. Come già detto, potrà essere ampiamente prevedibile l’effetto che andrà a riverberarsi in tali contesti dove, oltre alla deprivazione culturale ed alla povertà educativa oggi si affiancherà l’effetto del “learnig loss” proprio a seguito delle problematiche più volte analizzate ed illustrate in questa ed in altre mie riflessioni. Oggi siamo ad interrogarci sulla durata della pandemia, ma non c’è una forte consapevolezza a quali difficoltà saranno esposti i nostri studenti.
Sulla scorta di questa brevissima riflessione, l’opportunità di rendere possibile l’avvio di percorsi sperimentali, tesi ad avviare attività scolastico-formative durante il periodo estivo, potrebbe essere anche una vera e propria opportunità per attivare scambi culturali, fruibili dagli studenti residenti al Nord o al Centro Italia che trovandosi in vacanza nel Meridione d’Italia potrebbero frequentare le attività previste per il periodo estivo, suddivise per classi e gestite nel rispetto di una programmazione semplice ma efficace che potrebbe trovare in pochissimo tempo una condivisa attività di programmazione ed attuazione nel rispetto dei programmi Ministeriali e, come già detto, in funzione agli Assi culturali ed alle competenze chiave, nelle quali, potrebbero trovare spazio anche discipline proposte in modo democratico dagli stessi partecipanti. Quest’ultima opportunità, oltre a rendere maggiormente motivante la proposta, potrebbe essere un’ennesima trasversalità afferente all’abito dell’educazione civica ed alla tutela dell’ambiente.
Quindi, messa da parte ogni paura:
I Genitori non dovranno vedere i propri figli impegnati a Scuola 5 per ore al giorno durante l’estate, immaginando sofferenza e non processi di apprendimento ma sarà utile uno slancio di fiducia teso a far crescere i giovani e soprattutto rendere loro qualche opportunità in più per il futuro;
Nessuno dovrà veder bloccate le proprie ferie perché il proprio figlio o la propria figlia dovrà frequentare le attività estive;
Per i Docenti, non dovrà esserci la preoccupazione di dover insegnare anche durante l’estate, senza poter avere ferie (anche se ogni impiegato afferente al mondo della Scuola, come da CCNL, ha diritto a 32+4 giorni di ferie l’anno). Nulla di tutto ciò, quanti vorranno potranno lavorare anche in tali ambiti ma con nuovi metodi, rendendosi disponibili per tempo;
Gli Educatori insieme ai Professionisti coinvolti, non dovranno pensare di dover fare volontariato durante l’estate ma dovranno guardare all’opportunità di poter lavorare con giovani essendo retribuiti grazie ai fondi che dovranno essere messi a disposizione dallo Stato;
L’opportunità di mettere in campo un sistema che possa far “recuperare” tempo ed entusiasmo agli studenti, impegnandoli nei mesi estivi, con una pausa dal 10 al 20 agosto e prevedendo crediti formativi per il futuro per quanti sceglieranno di investire su se stessi mediante l’adesione a tali percorsi, potrebbe essere un primo serio provvedimento per mettere all’angolo la virulenta pericolosità della povertà educativa, la deprivazione scolastica e il crescente fenomeno del Learnig Loss destinati ad alimentare nel tempo oltre ai fenomeni di dispersione scolastica anche l’analfabetismo funzionale e la decadenza sociale.
Scrivo questa riflessione perché gran parte del modello operativo esposto è stato ampiamente sperimentato durante l’estate del 2020 con le attività programmate e realizzate a Cittanova, mio Paese d’origine situato in Calabria, grazie ai fondi messi a disposizione dal Ministro Bonetti, l’Amministrazione Comunale ha inteso promuovere questo modello inclusivo e tutti i partecipanti all’Estate Ragazzi” hanno dimostrato una straordinaria partecipazione ed una costante puntualità, dedicandosi con talento e passione ad ogni iniziativa. Personalmente la più grande soddisfazione non è stata l’aver scritto l’intera progettazione o l’esser stato nominato responsabile del progetto ma vedere tantissimi bambini e giovani, giocare e leggere, colorare e divertirsi durante un’estate piena di colori. (raf)
(Francesco Rao è un sociologo e docente, vive a Cittanova)
Ha espresso grande soddisfazione il Pd di Cittanova per la decisione dell’Asp di Reggio Calabria, che consentirà agli anziani di vaccinarsi a Cittanova nei locali dell’ex Ospedale, dove sarà allestito un Centro di Vaccinazione.
«Si tratta – si legge in una nota – di un importante risultato ottenuto grazie all’impegno del PD, del sindaco e dell’Amministrazione Comunale. Occorre, pertanto, mettere in evidenza l’azione sollecita profusa dal Sindaco e dall’Amministrazione comunale nell’interlocuzione continua e serrata con l’Asp reggina per rivendicare la necessità di avere un Centro di vaccinazione anche a Cittanova».
«Accanto a ciò – continua la nota – si sottolinea il sollecito impegno dell’On. Nicola Irto e del Gruppo regionale del PD, interessati del problema da parte del nostro circolo, i quali incontrando il Commissario per la sanità Guido Longo hanno chiesto e condiviso l’impegno ad aumentare del 30 per cento i punti di vaccinazione nella regione, comprendendo tra questi Cittanova, Laureana e Delianuova».
«Avevamo denunciato da settimane – viene ricordato nella nota del PD – il fatto che non si potessero esporre a gravi rischi le persone fragili over 80 anni, ben 700 nostri concittadini, facendoli recare nel pieno dell’inverno presso strutture di altri comuni, per due volte nell’arco di tre settimane, per poter effettuare le dosi di vaccino. E abbiamo avanzato, con grande forza, la richiesta di predisporre quanto necessario per consentire ai nostri concittadini di potersi vaccinare nel proprio comune di residenza, considerata anche l’esistenza di una struttura come quella ospedaliera pienamente idonea per tale servizio».
«Adesso – continua ancora la nota – grazie al positivo risultato ottenuto, i nostri anziani potranno recarsi presso i propri medici di famiglia per prenotare il loro vaccino. Sarà altresì essenziale garantire il vaccino al proprio domicilio a quanti non sono in grado di muoversi dalla loro abitazione. Occorrerà, inoltre, tenere elevata l’attenzione, col fine di individuare le soluzioni più efficaci e razionali che consentano di favorire la somministrazione dei vaccini in maniera tempestiva e capillare, a cominciare dalle fasce più deboli della popolazione e dalle categorie maggiormente esposte al rischio contagio, con un chiaro piano operativo da parte dell’Asp e attraverso comunicazioni altrettanto chiare e uniformi».
«Con tale spirito – conclude la nota – continuerà l’impegno del PD cittadino per tutelare i diritti della nostra comunità e perché essa venga rispettata, con il forte auspicio di uscire presto da questa difficile emergenza, creare le condizioni per rimettere in moto il tessuto socio economico cittadino e tornare a poter vivere senza le attuali limitazioni guardando con fiducia al futuro». (rrc)
Il Circolo PD di Cittanova ha espresso grande soddisfazione per l’assunzione a tempo indeterminato presso il nostro Comune di 28 lavoratori ex Lsu-Lpu, a partire dal 30 dicembre 2020.
Le assunzioni, mediante concorso riservato con la prova selettiva di idoneità, riguardano diversi profili professionali di categoria “C”, “B” e “A”.
Dopo anni di precarietà, viene finalmente garantita la stabilità occupazionale a lavoratori che hanno assicurato per oltre 20 anni servizi essenziali all’Ente comunale, divenuti risorse importanti per il funzionamento stesso del Comune.
Viene portato a compimento l’impegno assunto verso questi lavoratori da parte del PD e delle forze della coalizione “Cittanova Cambia”, impegno tradotto con gli importanti provvedimenti adottati dall’Amministrazione comunale.
Il percorso di stabilizzazione è stato complesso e difficile anche sul terreno legislativo nazionale, ma raggiunge oggi un traguardo significativo. Un percorso iniziato molti anni fa, quando grazie ai governi di centro sinistra gli ex Lsu-Lpu hanno ottenuto il primo contratto a tempo determinato, prorogato di anno in anno fino al 2017 per consentire i tre anni necessari per la stabilizzazione in base alla “legge Madia” e, poi ancora, poiché non tutti i comuni erano pronti, ulteriori tre anni di proroga fino al 2020.
Adesso, dopo anni condannati di fatto in un “limbo”, in cui il loro destino era legato alle incerte e non scontate proroghe che di volta in volta erano costretti a sudarsi, che gli impedivano di poter progettare il proprio futuro, giunge un intervento risolutore che solleva definitivamente dalla situazione di precarietà questi lavoratori e le loro famiglie restituendogli la dignità che essi meritano.
Una bella pagina quella odierna, resa possibile dall’impegno costante portato avanti nel corso di questi anni; un primo parziale ma decisivo passo a cui dovrà seguire la necessaria espansione oraria contrattuale per questi lavoratori.
Da parte sua, il Pd proseguirà questa fondamentale battaglia per l’affermazione dei diritti e del lavoro, contro tutte le forme di precarietà e per assicurare la giustizia sociale.
Il Circolo PD di Cittanova ha inviato una lettera a Poste Italiane, con la richiesta di adeguare lo sportello Postamat e ripristinare apertura pomeridiana degli sportelli dell’Ufficio Postale di Cittanova.
«Ci sono pervenute – si legge in una nota del Circolo –innumerevoli segnalazioni da parte di cittadini che lamentano un’eccessiva lentezza nella funzionalità del Postamat e la chiusura pomeridiana degli sportelli dell’ufficio Postale di Cittanova. Presso altri Comuni calabresi e della provincia di Reggio Calabria, Poste Italiane ha provveduto alla sostituzione dei vecchi apparati con macchine di ultima generazione, che oltre alla velocità operativa danno anche la possibilità di fruire di servizi aggiuntivi come il pagamento dei bollettini di conto corrente».
«Considerata la numerosissima utenza – continua la nota – che quotidianamente fruisce del succitato servizio e la circostanza che quanti si recano presso gli uffici postali del luogo, oltre a dover essere muniti degli appositi strumenti di protezione individuali contro il Covid-19, devono mantenere la distanza di almeno un metro, sia in attesa all’esterno degli uffici, con lunghe file all’addiaccio, che nella sala aperta al pubblico».
Il Circolo Pd, dunque, ha chiesto la «sostituzione, presso l’Ufficio Postale di Cittanova, del vecchio Postamat con uno sportello automatico di ultima generazione, dotato di moderni dispositivi di sicurezza, tra cui il macchiatore di banconote, che rende inutilizzabile il denaro sottratto in caso di atto vandalico, nonché, a maggior tutela della clientela, del nuovo sistema elettronico antiskimming, per impedire la clonazione delle carte di credito. Un nuovo sportello automatico, dotato di una maggiore velocità operativa e di nuovi servizi aggiuntivi, snellirebbe enormemente anche le lunghe file agli sportelli in sala» e il ripristino dell’apertura pomeridiana degli sportelli dell’Ufficio postale».
«Interpretando l’unanime richiesta – conclude la nota del Circolo Pd – proveniente dai nostri concittadini, rivolgiamo una forte sollecitazione all’Azienda di Poste Italiane affinché voglia riservare la necessaria attenzione a tale indubitabile e fondata istanzasegnalatae confidiamo, nell’ambito di un non più procrastinabile piano di modernizzazione delle strutture sui territori locali, in un rapido intervento atto a porre fine ai disagi patiti dall’utenza dell’Ufficio Postale di Cittanova e dalla nostra comunità locale». (rrc)
Il Circolo del Partito Democratico di Cittanova ha chiesto all’Asp di Reggio Calabria che venga concesso di utilizzare una parte dei locali dell’ex ospedale per poter effettuare i tamponi gratuitamente ai cittadini.
«Riteniamo grave ed ingiustificabile – si legge in una nota – che, dopo oltre 20 giorni dall’inoltro di una apposita richiesta in tal senso da parte dell’Amministrazione comunale all’ASP di Reggio Calabria, non vi sia stata, da parte dei responsabili di questo Ente, alcuna risposta. Cittanova è stata investita molto seriamente dalla seconda ondata della pandemia, con molte persone purtroppo contagiate dal virus, alle quali va tutta la nostra affettuosa vicinanza. Tutti i cittadini stanno sopportando notevoli restrizioni di natura personale ed economica. I ragazzi sono costretti a studiare a distanza, con tutte le limitazioni che da ciò ne deriva. L’intera comunità cittadina è impegnata con notevoli sacrifici a comportamenti ed azioni tese a contenere la diffusione del virus».
«Risulta, perciò – prosegue la nota — del tutto incomprensibile la ragione per la quale si palesino queste resistenze da parte dell’ASP provinciale che, nei fatti, ad oggi, impedisce di poter ampliare il tracciamento dei potenziali positivi attraverso i medici di base. Questo in palese contrasto con il positivo impegno profuso da parte dei medici dell’Usca, sia nell’effettuazione dei drive in all’aperto, che nella collaborazione con gli amministratori cittadini, ed a fronte della disponibilità dei kit inviati dal Commissario straordinario Domenico Arcuri. Molti cittadini, stando l’innalzamento della curva dei contagi, poiché i tempi per poter effettuare il tampone molecolare non sono compatibili con una necessaria azione rapida di prevenzione, si vedono costretti a ricorrere a soluzioni alternative private, dovendo sostenere costi che non tutti sono in grado di sopportare, in particolar modo in questo difficile momento di crisi economica».
«La diffusione del virus, purtroppo – continua il Circolo cittadino – non aspetta i tempi della burocrazia di cui, purtroppo, è permeato il nostro sistema sanitario, mentre medici, infermieri e operatori sanitari sono costretti a combattere spesso a mani nude. L’esperienza insegna che più efficiente è il tracciamento prima saranno isolati i positivi riducendo la probabilità del contagio. Non vorremmo che questa conclamata inerzia e colpevole assenza di risposte possa fare prevalere, consapevolmente o meno, il concreto e dannoso affossamento di questa importante tipologia di azione, nella difficile sfida per circoscrivere e spegnere la diffusione dei contagi da Covid-19. L’ennesima misura prevista sulla carta ma disattesa e non attuata».
«Sollecitiamo, pertanto – ha ribadito il Circolo cittadino del Pd – un forte appello ai vertici dell’Asp reggina perché concedano i locali dell’ex Ospedale cittadino richiesti dall’Amministrazione comunale, affinché i medici di base e i pediatri, i cui studi sono inadatti, possano effettuare in locali idonei i tamponi in forma gratuita ai loro pazienti e ai cittadini, consentendo così una più celere tracciabilità dei contagi, fondamentale per attivare risposte rapide di contenimento del virus sul territorio».
«Riteniamo infine che – conclude la nota – per il prossimo futuro, occorrerà che i vertici della sanità calabrese, guidati da qualche giorno dal dott. Guido Longo, a cui vanno i nostri auguri di buon lavoro, nell’ambito di un necessario riassetto dell’intero sistema sanitario calabrese, di un rilancio della sanità pubblica e, di conseguenza, della sanità sul territorio e di riorganizzazione della rete degli ospedali, assumano fattivamente la questione dell’utilizzo della struttura dell’ex Ospedale di Cittanova. E, partendo da quanto già previsto da precedenti atti aziendali, vengano individuati e realizzati ulteriori servizi e prestazioni sanitarie di qualità ed innovative, tesi a garantire il pieno, efficace ed ottimale utilizzo della struttura ospedaliera, al servizio della tutela della salute dei cittadini». (rrc)
A Cittanova, è nata l’Associazione Progetto Città della Piana, che si propone di costruire una città smart lineare e policentrica, proiettata nel Mediterraneo con salde radici in Europa e che sappia guardare a quanto di positivo si muove nel mondo.
«Una città – si legge in una nota – che possa concorrere dignitosamente con altri territori affinchè il territorio pianigiano diventi più inclusivo, più verde, più prospero e sicuro. Una Città che scopra il gusto di imparare a fare innovazione praticando la via della soft economy delle risorse naturali(acqua, aria, ambiente, borghi, paesaggio, cultura, bellezza). In poche parole, una Città che sappia imboccare con decisione il sentiero ecosostenibile dello sviluppo».
«Una città di 170.000 abitanti – prosegue la nota – nella quale i cittadini sarebbero orgogliosi di identificarsi, in grado di diventare una vera e propria piattaforma di sviluppo per l’intera Calabria e il meridione, contribuendo a spostare il baricentro dello sviluppo verso il Sud».
L’Associazione è composta da Armando Foci, presidente, Luigi Ottavio Cordova, vicepresidente, Aldo Polisena, segretario generale. Presidenti onorari il prof. Nino Galloni e il prof. Giuseppe Mandaglio.
«Abbiamo iniziato in sordina nel 2014 – ha ricordato Aldo Polisena, segretario generale dell’Associazione – occupandoci di viabilità, Pedemontana e di trasporto sostenibile. Oggi proponiamo un progetto rivoluzionario».
«Forse è un sogno o forse è il futuro – ha dichiarato Armando Foci, presidente dell’Associazione – ma è arrivato il momento di guardare oltre, e puntare ad una Piana, che possa diventare, anche una grande Città, per valorizzare le tante risorse esistenti ed attrarre finanziamenti capace di valorizzarle».
«Salutiamo con grande soddisfazione – ha dichiarato il sindaco di Cittanova, Francesco Cosentino – la nascita nella nostra città di una Associazione che ha propositi importanti».
«Il Consiglio Regionale della Calabria che io rappresento – ha dichiarato il Consigliere Regionale di Io Resto in Calabria, Marcello Anastasi – è assieme a voi, pronto a sostenere un Progetto di grande respiro e che si propone, tra le altre cose, anche la felicità dei cittadini di questo territorio».
Nel corso del dibattito, sono intervenuti i neo sindaci di Polistena, Marco Policaro, di Maropati, Rocco Ciurleo, di Molochio, Marco Caruso, e di Giffone, Antonio Albanese; Angelo d’Angeli, sindaco di Serrata; l’ing Bruzzese, Carmela De Marzo, l’ing. Domenico Morano, Domenica Sorrenti, Luigi Ottavio Cordova editore del Corriere della Piana e Nicola Marazzita.
Presenti l’imprenditore Nino Cento, il sociologo Francesco Rao, il giornalista Ilario Camerieri, l’architetto Francesco Mandaglio, la giornalista-scrittrice Caterina Sorbara, la prof.ssa Franca Ieranò, presidente di Progetto Donna, l’ing. Giuseppe Romeo, il sindacalista Giovanni Tomaselli, il neo consigliere comunale di Anoia, Angelo Sciotto e tanti altri.
Dopo il dibattito, è stato approvato lo Statuto e sono stati eletti gli organismi. (rrc)
Il senatore del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Auddino, ha dichiarato che sia inaccettabile che Molochio e Cittanova, nel progetto della Pedemontana della Piana di Gioia Tauro, siano stati tagliati fuori dal collegamento diretto che, da nord a sud, sarebbe dovuto arrivare fino ad Oppido Mamertina.
«Indubbiamente – ha dichiarato il senatore – la variante a valle, nel tratto in questione, di “pedemontana” ha ben poco perché invece di far uscire dall’isolamento un Comune di montagna come Molochio, lo lascia ancora una volta isolato a beneficio del comune della Piana che, a differenza di quest’ultimo, non risulta appartenere alla Comunità Montana».
«La vicenda della Pedemontana ha dell’incredibile – ha aggiunto – il tracciato originario del secondo lotto che prevedeva il passaggio dai paesi di Cittanova, Molochio, Terranova e Oppido Mamertina negli anni ha visto variare il suo percorso lasciando fuori Molochio. La logica e il buon senso hanno lasciato il posto ad una “variante” di cui non si avvertiva la necessità e di cui non si comprendono le ragioni».
«La Pedemontana – ha spiegato Auddino – è una via di comunicazione importante per la realizzazione del potenziale economico e la crescita dei comuni dell’entroterra; è evidente come le amministrazioni che si sono succedute negli anni non abbiano sollecitato a sufficienza l’importanza di investire sulla buona viabilità e sulla sua ricaduta positiva nel tessuto produttivo dell’intero comprensorio».
«La nuova rete viaria – ha spiegato il senatore del Movimento 5 Stelle – rappresenta una scelta strategica per l’economia dell’entroterra aspromontano ed inciderà positivamente nella vita quotidiana dei cittadini; escludere ampie fette di popolazione dalla possibilità di collegarsi direttamente a questa arteria di grande comunicazione equivale a condannare i tanti cittadini di quel comprensorio ad un isolamento che potrebbe determinare mancate chance di sviluppo economico».
«Per questo motivo – ha concluso – auspico che si intervenga con determinazione ed impegno affinché si diano risposte concrete alle comunità interessate che vivono da anni in una situazione di isolamento. È giunto il momento di valutare la possibilità di annettere all’attuale tracciato il tratto mancante del progetto originario reclamato dai territori rimasti isolati e collegare direttamente Cittanova con Molochio». (rp)
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