PONTE, SALVINI A REGGIO
PER IL TOUR ANTIMAFIA: «MI FIDO DELLA CALABRIA»

di CLAUDIO LABATECredo nella Calabria, credo nei giovani calabresi, negli ingegneri, nelle imprese, negli artigiani, e il Ponte sarà un acceleratore di sviluppo per tutto quello che i calabresi aspettano da 50 anni».

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si sente rinfrancato e «rafforzato» dalle riunioni che hanno scandito le tappe del “tour antimafia” pensato per dare un segnale forte, di cooperazione e legalità, in vista dei lavori per il Ponte sullo Stretto. Una nota di Palazzo, d’altra parte, informa che nel corso della riunione «estremamente positiva», sono emerse «tante idee e la totale sintonia» tra il ministro Salvini e i presenti, tra cui il Prefetto Clara Vaccaro, il Procuratore Giuseppe Lombardo, i sindaci di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e di Villa San Giovanni Giusi Caminiti.

«Grazie al ponte – ha detto il ministro dialogando con la stampa – l’alta velocità arriverà a Reggio Calabria, è in fase di progettazione la 106, su cui abbiamo messo 3 miliardi, e quindi sapere che lasceremo in eredità a chi verrà più di centomila posti di lavoro e le aziende del territorio coinvolte è qualcosa che mi rende orgoglioso».

In particolare, la nota del Mit, ha sottolineato che «c’è piena condivisione» sul tema dei controlli anti criminalità, su cui Salvini ha poi ribadito che «ovviamente occorrerà tutti vigilare su infiltrazioni, appetiti, ‘ndrangheta, mafia… è chiaro che non è una questione calabrese, quelli che dicono non fare il ponte perché sei in Calabria e in Sicilia e quindi ci sono la mafia e la ‘ndrangheta insultano. Non è stata la stragrande maggioranza dei calabresi e dei siciliani, però oggi col procuratore, con l’Università, coi sindacati, con Confindustria, coi carabinieri, con tutti abbiamo messo a terra il massimo dell’attenzione possibile. La lotta alla mafia la crei se dai opportunità di lavoro e speranza per i ragazzi del territorio».

Indipendentemente dai tempi del Cipess, per Salvini è importante ribadire che «l’obiettivo è che l’estate 2025 sia l’estate dell’avvio dei cantieri, il che vuol dire bonifiche, indagini geotermiche, espropri, con abbondanti indennizzi ovviamente per tutte le persone coinvolte, e quindi conto di rivederci a progetto approvato, a ingegneri e operai al lavoro, perché creare lavoro per me è la cosa fondamentale».

L’occasione è stata quindi propizia anche per tornare sullo scontro con il Quirinale, i cui sviluppi Salvini affida al lavoro che sta portando avanti il collega Ministro dell’Interno. «Noi vogliamo essere ancora più cattivi, severi e trasparenti rispetto a quello che la normativa oggi prevede. Vogliamo che siano coinvolte le massime professionalità per non lasciar da solo i prefetti di Reggio Calabria e Messina a combattere. Loro sono eccezionali però, ripeto, è una terra dove bisogna verificare che neanche un euro finisca nelle tasche sbagliate». E a chi gli domanda se quella norma che era stata proposta ritornerà, il Ministro risponde «stiamo lavorando perché lo spirito che sostiene le prefetture, l’antimafia, le forze dell’ordine, possa avere ulteriori uomini e professionalità. Il nostro obiettivo – ha ribadito – è di prevenire qualsiasi malintenzionato». Salvini poi aggiunge anche di essere molto contento dell’approvazione del decreto sicurezza che dà più poteri e tutele legali alle forze dell’ordine, «e scelgo uno dei tanti episodi che permette lo sgombero immediato delle case occupate abusivamente da chi non ha titolo di farlo oltre che prevedere una stretta sulle truffe agli anziani. Quindi sono molto soddisfatto di quel testo».

Insomma, il vice premier garantisce sull’alto livello di guardia mantenuto da tutti coloro che ruotano attorno alla mega opera confermando che già la Procura e la Prefettura sul tema degli espropri stanno facendo ricognizioni su nomi e cognomi, indirizzi e proprietà. «Poi, ripeto, quando coinvolgi centomila lavoratori, migliaia di imprese in tutta Italia, è chiaro che devi essere assolutamente attento 24 ore su 24, però io mi fido, io mi fido della Calabria e mi fido della Sicilia».

Naturalmente il Ministro ha chiaro il fatto che parteciperanno aziende di tutta Italia ma sul tema ribadisce: «A me interessa soprattutto che le aziende, gli artigiani, professionisti calabresi e siciliani siano protagonisti».

E protagonisti della giornata sono anche coloro che il Ponte non lo vogliono. Sin da ieri un tam tam di messaggi social e privati chiamava alla mobilitazione, ma ad accogliere il Ministro in piazza non erano proprio in tanti. Di certo rumorosi con slogan, bandiere, fischietti e trombette.

«Io rispetto – ha detto ancora il ministro – su 7 milioni di persone, anche le 50 persone che sono fuori a insultarmi. Ognuno è libero di protestare, di non volere ponti, autostrade, ferrovie porti e aeroporti, siamo in democrazia».

Il caso Cutro

C’è anche il tempo per rispondere alle domande dei cronisti su Cutro, il processo e il dietrofront di Occhiuto. «Sono sicuro che donne e uomini alla Guardia Costiera ogni giorno h24 fanno il massimo per salvare vite, e nessuno mai mi convincerà che un uomo o una donna in divisa non fa il massimo mettendo a rischio la sua vita per salvare altre vite». E a chi gli fa notare che un sindacato della Guardia Costiera sostiene che avrebbe chiamato Occhiuto per fargli ritirare la richiesta di parte civile, lui fa spallucce e serafico afferma di non sentire il presidente della Regione da parecchio tempo. (cl)

[CourtesyLaCNews24]

Ciucci (Ad Stretto): Società applica normative di trasparenza e anticorrunzione

«A differenza di quanto riportato da due membri della Camera dei Deputati, a società si conforma alle normative in materia di trasparenza (decreto legislativo 33/2013) e di prevenzione della corruzione (legge 190/2012), ponendo in essere gli adempimenti previsti dalle suddette disposizioni, nonché dai provvedimenti emanati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione». È quanto ha detto Pietro Ciucci, amministratore Delegato di Stretto di Messina, rispondendo al capogruppo del Pd in Commissione Trasporti, Anthony Barbagallo e il capogruppo del PD in Commissione Ambiente, Marco Simiani, che hanno presentato un’interrogazione alla Camera rivolta ai ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

«In particolare, Stretto di Messina pubblica nell’apposita sezione “Società Trasparente” del proprio sito istituzionale informazioni, dati e documenti previsti in assolvimento degli obblighi su trasparenza e anticorruzione», ha concluso Ciucci, rispondendo ai parlamentari del Pd.

Barbagallo e Simiani, infatti, nell’interrogazione hanno evidenziato come «dopo i rilievi posti dalla Corte dei Conti sulla gestione finanziaria di Anas il Governo non può più girarsi dall’altra parte. La Corte, infatti, ha sottolineato che il bilancio 2023 si è chiuso con una perdita di 162,7 milioni di euro riconducibile alla svalutazione del valore della partecipazione detenuta nella società Stretto di Messina», hanno detto Barbagallo e Simiani.

«Secondo i magistrati contabili – hanno aggiunto –la disciplina vigente non è compatibile con il criterio della valorizzazione ‘al costo’ della società SdM nel bilancio Anas 2022, nel quale si ometteva l’analisi dei costi funzionali al riavvio dell’opera di collegamento stabile tra Sicilia e Calabria».

«Una violazione della legge accertata anche dal perito indipendente nominato dal Mef – hanno proseguito – che ha ritenuto non funzionali al riavvio dell’opera oltre 85 milioni di euro di costi sostenuti da SdM, con conseguente grave svalutazione del valore delle azioni di SdM. Inoltre, sempre la Corte, contesta anche il ricorso a onerosi e ingiustificati pareri di professionisti esterni e segnala la necessità che la Sdm, particolarmente esposta a gravi comportamenti corruttivi, debba essere riportata nell’ambito di applicazione della normativa anticorruzione e trasparenza, dalla quale attualmente risulta esclusa in quanto partecipata da FS».

«Il Ponte, dunque – hanno concluso – rischia di affossare i bilanci dell’Anas, società importante che va difesa e tutelata. Il governo deve garantire la vigilanza esplicitamente invocata nella relazione della Corte dei conti, superando l’attuale situazione di incertezza determinata dal rapporto concessorio e riportando Anas nell’ambito di applicazione della normativa anticorruzione e trasparenza. Il governo intervenga al più presto». (rrm)