Il presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini, ha deciso di accogliere la diffida-ricorso presentata dall’opposizione sull’elezione dei componenti delle Commissioni nell’ultima seduta dell’Aula. La decisione è stata presa – ha detto il presidente Tallini – «Senza entrare nel merito giuridico del contenzioso ed esclusivamente come contributo alla chiarezza e alla distensione dei rapporti politici, nonché all’esigenza che la minoranza partecipi in maniera convinta e costruttiva ai lavori delle Commissioni. Non perché ne riconosca la fondatezza, come del resto si evince dal parere degli Uffici del Consiglio, ma per superare questa impasse, ripristinare la fisiologica dialettica politica maggioranza-opposizione, mettendo rapidamente le Commissioni nelle condizioni di operare nell’interesse preminente della Calabria. Mi sono assunto questa responsabilità, perché non intendo mantenere oltre una situazione di paralisi istituzionale dell’Assemblea».
Come si ricorderà, lo scorso 12 giugno, in Consiglio regionale sono state formalizzate le sei commissioni permanenti del Consiglio, con la nomina degli organismi di presidenza e di segreteria. L’opposizione ha contestato l’elezione e ha abbandonato l’aula annunciando ricorso e chiedendo l’annullamento dell’elezione.
Sul documento della minoranza – ha ricordato il presidente Tallini – «il Segretariato Generale del Consiglio regionale ha esaminato con attenzione e scrupolosità la diffida-ricorso proposta dagli undici Consiglieri regionali di minoranza con cui si chiede l’annullamento dell’elezione dei presidenti e dei vicepresidenti delle Commissioni consiliari, nonché la sospensione delle procedure di costituzione delle stesse commissioni e di conferimento di incarichi di collaborazione presso le strutture speciali degli stessi organismi consiliari. La risultanza più importante di questa puntuale verifica, riassunta in una nota ufficiale firmata dai dirigenti Maurizio Priolo, Maria Stefania Lauria e Sergio Lazzarino, è che il paventato ricorso al Tar in caso di mancato accoglimento della diffida non avrebbe alcun fondamento giuridico in quanto risulterebbe viziato da difetto assoluto di giurisdizione, poiché lederebbe le attribuzioni costituzionali riconosciute ai Consigli regionali. Detto in altre parole – spiega Tallini – l’elezione dei presidenti e dei vicepresidenti delle Commissioni è un atto pienamente legittimo in quanto non è un atto amministrativo, bensì una decisione strettamente collegata alla potestà di auto organizzazione del Consiglio ‘con carattere di essenzialità e diretta incidenza, tale che, in sua mancanza, l’attività del Consiglio […] sarebbe menomata o ne sarebbe significativamente incisa’. Inoltre, i dirigenti ci ricordano l’esigenza di tutelare la funzione legislativa regionale che il Consiglio deve potere esercitare ‘in piena autonomia politica, senza che organi ad esso estranei, possano vincolarla né incidere sull’efficacia degli atti che ne sono espressione’. L’elezione dei presidenti e dei vicepresidenti delle Commissioni è pertanto un atto organizzativo interno di un organo a competenza legislativa. Se ne deduce – aggiunge il Presidente del Consiglio regionale – che ‘il sindacato del giudice amministrativo cede di fronte al principio costituzionale di separazione dei poteri’. Ho citato testualmente alcuni passaggi del parere del Segretariato Generale, supportati da una ricca e consolidata giurisprudenza. Lo stesso Segretariato Generale ha individuato nel Presidente del Consiglio regionale, garante delle prerogative e delle garanzie dell’esercizio dei diritti dei consiglieri regionali, il soggetto istituzionale competente a decidere sulla diffida-ricorso e a ricercare la risoluzione del contenzioso. Non intendo sottrarmi a questa responsabilità, anche perché sono sinceramente preoccupato per il vulnus democratico creatosi con la non partecipazione al voto delle minoranze e per la situazione di stallo nell’attività dell’Assemblea regionale».
Tallini ha concluso con un auspicio: «Mi auguro – ha detto – che nessuno ceda alla tentazione di strumentalizzare, in un senso o nell’altro, questo atto di responsabilità e di imparzialità compiuto dalla Presidenza. Essendo necessario un atto di pari forza per procedere all’annullamento della deliberazione consiliare del 12 giugno scorso, sentita la Conferenza dei Capigruppo, procederò alla convocazione di una nuova seduta del Consiglio regionale per adottare gli atti conseguenti e procedere all’elezione dei vertici delle Commissioni. Non ho dubbi che tutti i Consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione, contribuiranno a ristabilire corretti rapporti politico-istituzionali all’interno dell’Assemblea che, come tutti sanno, è attesa da un enorme carico di lavoro».
In serata, Tallini, sollecitato da alcuni giornalisti che chiedevano ulteriori chiarimenti sulla sua disponibilità ad accogliere la diffida-ricorso presentata dai consiglieri regionali di opposizione, ha affermato: «Ho parlato di accoglimento della diffida-ricorso dei colleghi dell’opposizione in termini squisitamente politici, dopo aver chiarito che gli uffici preposti hanno relazionato sulla vicenda e accertato che non sono stati compiuti atti illegittimi. Del resto non sono presidente di un tribunale ma di un’Assemblea legislativa. Ribadisco, perciò che, facendomi carico del ruolo di garante sia delle prerogative e sia dell’esercizio dei diritti di tutti i consiglieri regionali, e al fine di chiarire e distendere il clima politico-istituzionale, consapevole dell’esigenza che la minoranza partecipi in maniera convinta e costruttiva ai lavori delle Commissioni, ho deciso di accogliere la diffida-ricorso presentata dai colleghi dei Gruppi di opposizione per consentire in una prossima seduta che si possa votare in Aula i rappresentanti della minoranza negli uffici di presidenza delle Commissioni consiliari». (rp)