di FRANCESCO RAO – La recente proposta di legge, promossa dal Consigliere regionale Luciana De Francesco e approvata durante i lavori dell’ultimo Consiglio, ha meritato anche la mia attenzione perché oltre a riflettere nello spirito della legge un nobile fattore culturale, riserva una straordinaria attenzione nei confronti di ogni singola persona affetta da alopecia per motivi oncologici.
Tutto ciò è un chiaro segnale va ben oltre il mero principio istituzionale, assegnato generalmente ad un provvedimento del Legislatore, in quanto, in questo specifico caso, l’intervento normativo anziché divenire un elemento con il quale si prescrive una limitazione dell’agire personale, rappresenta una vera e propria opportunità volta a incidere immediatamente sulla qualità della vita dei soggetti interessati, in modo particolare per quanti vivono le complesse fasi inerenti al percorso chemioterapico. Come si legge nella relazione illustrativa redatta dalla De Francesco, “il numero dei malati oncologici in Calabria cresce costantemente e non c’è una famiglia che non conti o che non abbia contato almeno un caso a sé vicino”.
L’affermazione riportata è davvero forte in quanto, molto spesso, noi calabresi siamo stati costretti non soltanto a vivere la malattia ma con essa abbiamo dovuto affrontare i viaggi della speranza per cercare fuori regione le migliori cure, sperando di vincere il male e poter riabbracciare la vita. Tante volte, oltre alla ricerca di cure è stato necessario fare anche i conti con altre difficoltà e tra esse, a seguito dei trattamenti terapeutici, vi è la perdita della maggior parte o di tutti i capelli. L’impatto della reazione farmacologica, mentre da una parte tende a curare il male, dall’altra devasta l’autostima della persona.
Come bene afferma il Consigliere, “l’impatto sulle donne, essendo i capelli l’espressione tipica della femminilità per eccellenza, ma anche sugli uomini” finisce per diventare un secondo male, ancora più potente e aggressivo. Molti anni addietro, l’oncologo Umberto Veronesi, intuì l’importanza della ricostruzione del seno a carico del Servizio Sanitario Nazionale per tutte quelle donne che avevano subito un intervento di mastectomia preventiva, notando come tale circostanza ha rappresentato per le dirette interessate un motivo in più per concentrarsi sulla guarigione e non sulla patologia, evitando di lasciare le evidenti cicatrici che spesso oltre a deturparne il corpo alimentavano ulteriori malesseri interiori.
Questa volta, la Regione Calabria, attraverso questa norma, manifesta una fortissima volontà tesa a migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici, aprendo anche ad una collaborazione con le agenzie del terzo settore impegnate in tale ambito, fornendo un piccolo aiuto mediante un contributo economico da utilizzare per l’acquisto di una protesi tricologica al fine di sopperire alle conseguenze dovute ai trattamenti terapeutici previsti in questi casi specifici.
Nel concludere la relazione illustrativa, la firmataria della legge afferma: «siamo consapevoli che questa misura non può essere sostitutiva delle tante altre in materia di sanità che dovranno essere attuate, specialmente in tema di patologie oncologiche, ma, se un sistema sanitario pubblico capace di rispondere alle esigenze dei cittadini è fatto certamente di cure e servizi all’avanguardia, in una società civile, degna di essere considerata tale, sono molto importanti anche misure come questa. Bisogna comprendere quanto sia delicata la fase della vita che i pazienti oncologici devono affrontare nel sottoporsi alle cure, ed è fondamentale sostenere anche l’aspetto morale e psicologico di chi affronta una prova di vita così importante, quale la lotta al cancro».
Per quanto riguarda i benefici previsti, oltre all’attuale detrazione fiscale del 19%, riconosciuta al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi, la spesa per l’acquisto della protesi tricologica potrà essere detratta fiscalmente allegando idonea documentazione, come previsto dall’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 9/E del 16 febbraio 2010, nella quale ha chiarito che la parrucca può rientrare tra le spese sanitarie detraibili se serve a rimediare al danno estetico provocato da una patologia e ad alleviare una condizione di grave disagio psicologico nelle relazioni della vita quotidiana. In questa ipotesi – continua la De Francesco -, la parrucca svolge una funzione sanitaria a tutti gli effetti e può essere considerata a pieno titolo come qualsiasi dispositivo medico destinato dal produttore a essere usato per attenuare malattie o lesioni e messo in commercio con queste finalità. Per concludere, la presente legge si propone, inoltre, l’obiettivo di promuovere la creazione di una “Banca dei capelli regionale”, un organo al quale ciascun cittadino calabrese, in maniera del tutto volontaria, potrà donare periodicamente i propri capelli, che saranno destinati alla realizzazione di protesi tricologiche.
Quest’ultimo proposito potrà rappresentare un piccolo gesto di solidarietà, valore al quale i calabresi sono dediti, che sicuramente potrà essere fondamentale per donare una grande speranza a quanti vivono momenti di grande sofferenza. (fr)
In copertina, Luciana De Francesco