L’incomprensibile “dimenticanza” nel bilancio regionale delle risorse da destinare alle associazioni dei calabresi nel mondo e alla Consulta dell’Emigrazione, organo istituito da legge regionale, ha portato in primo piano l’importanza di mantenere vivo il legame con i conterranei che vivono lontano. Il loro amore verso la terra che li ha visti nascere o ha dato i natali a padri e nonni, è alimentato e sostenuto, quasi sempre senza interesse e a proprie spese, da oltre 200 associazioni che raggruppano le comunità calabresi in ogni angolo del mondo. La Regione deve impegnarsi non solo a riparare all’errore, ma a varare un piano importante perché i calabresi nel mondo si sentano ancor più vicini e legati alla propria terra. Non si tratta di folclore e feste di piazza, anche se servono pure quelle, bensì di instaurare un ponte non solo ideale con quanti, pur lontani, continuano ad avere la Calabria nel cuore. Il lavoro dei consultori è stato importante e vanno ammirata la dedizione e l’impegno finanziario personale che molti presidenti e segretari dei circoli calabresi mettono con entusiasmo per organizzare, creare opportunità di incontri e scambi culturali, senza avere o avere avuto niente dalla regione. A chi chiedeva di organizzare un evento, al massimo da Germaneto, durante la presidenza Oliverio, arrivava al massimo un “obolo” di mille-duemila euro. Insufficienti persino a pagare qualche biglietto aereo. Però poi la stessa Regione finanziava delegazioni in visita ai “calabresi” nel mondo senza badare a spese. Conosciamo l’infelice esperienza della Fondazione (se ci sono state irregolarità e risulteranno responsabilità penali lo chiariranno i giudici nel processo fissato a luglio), ma non può essere tutto ciò preso a pretesto per cancellare con un colpo di spugna le risorse da destinare alla Consulta e alle associazioni. Nè il vergognoso stanziamento di 100mila euro per il 2021 e altri 100mila per il2022, possono giustificare la colpevole “distrazione” dell’aula che ha votato il bilancio.
La presidente Santelli, durante la campagna elettorale, negli ultimi giorni, dichiarò che era importante puntare sulla reputazione della Calabria e contare sui calabresi nel mondo. Non può essersene dimenticata, neanche a causa dell’emergenza coronavirus: provveda presidente Santelli, tenendo a mente le parole, straordinarie, del grande Leonida Repaci: «calabrese non è un’espressione geografica, ma categoria morale». (s)
- Stefano Scuncia, presidente dell’Associazione Culturale Magna Grecia Pieve Emanuele e consultore uscente per l’Italia, ha inviato questa preziosa testimonianza di entusiasmo e passione che caratterizza quasi tutti coloro che sono “al servizio” dei calabresi nel mondo.
di STEFANO SCUNCIA – Parlare di “Consulta dei Calabresi” significa innanzitutto parlare di Associazionismo, Emigrazione, Cultura, Turismo. Come si può pensare di mettere in risalto una Regione, rendendola abbondantemente attrattiva e quindi valorizzandola sempre più?
La Consulta, con le sue attività, rappresenta l’organo esecutivo, attraverso cui tutte le finalità della legge regionale del 26 Aprile 2018, n.8 vengono applicate sul territorio; un territorio vastissimo se si considera l’alto numero di calabresi emigrati all’estero. Qui esprimo il mio pensiero, ma sono certo di poter parlare anche a nome di tutti i miei colleghi: la Consulta ha sempre perseguito l’obiettivo di rivalutare, far conoscere, diffondere la cultura, la storia e le tradizioni della Calabria e per farlo ha sempre messo in atto una strategica azione di coordinamento con tutte le associazioni diffuse in Italia ed in tutto il mondo. La finalità principale è sempre stata quella di dar voce ad una terra, molto spesso sottovalutata; una terra del cui patrimonio artistico si conosce ben poco e di cui spesso si usano connotazioni criminose, ben poco rappresentative della maggior parte dei cittadini calabresi. Una terra, a malincuore, abbandonata e mai dimenticata; una terra sempre pronta ad accogliere chiunque e, per tanto, positivamente arricchita da una pluralità di culture, tradizioni e sfumature antropologiche. Chi è oggi il cittadino Calabrese? Chi siamo noi oggi? Siamo un popolo alla ricerca di una giusta “legittimazione”; siamo un popolo, per buona parte emigrante, con il desiderio di ritornare nella nostra terra e di vivere tutta la bellezza di cui ne è innatamente ricca. Ed è proprio su questo punto che la Consulta muove i suoi passi, cercando di coniugare l’aspetto storico-antropologico-culturale a quello di sviluppo territoriale. Perché, è ben noto, di quanto tutti i calabresi emigrati all’estero (ma anche semplicemente fuori regione), nutrano il costante desiderio di rientrare e, perché no, anche di investire nella propria terra di origine. Quindi, il lavoro della Consulta si arricchisce sempre di più di stimoli ed obiettivi; l’idea di incrementare i c.d. “Pull Factors”, con lo scopo di rendere sempre più attrattiva la nostra regione, è diventata senza dubbio una delle finalità principali del nostro mandato. Ma non è affatto facile… Riteniamo sia opportuno insistere su alcuni aspetti e per farlo abbiamo bisogno del lavoro e delle attività coordinate anche delle associazioni e delle federazioni di riferimento. Le associazioni (e di conseguenza i loro progetti), necessitano di un supporto non solo strettamente “istituzionale”, ma anche economico e concreto.
Riporto qui la mia esperienza associativa, non per vezzo personale, ma solo come esempio di attività concreta e fruttuosa (in termini di ritorno di immagine per la Calabria) svolta nel Nord Italia. L’associazione “Magna Grecia”, di cui sono Presidente, opera nell’hinterland milanese da ben 22 anni, ma con non poche difficoltà. Sin dagli arbori, il suo scopo principale è sempre stato quello di dare voce ai cittadini calabresi emigrati in terra lombarda e, tenendo sempre presente questo obiettivo, si è costantemente cercato di arricchirla di forme di partecipazione ed azioni strategiche. Ogni anno, nel Comune di Pieve Emanuele (15 km da Milano), si tiene un’importantissima rassegna di tradizioni musicali, culinarie e culturali, denominata: “Colori, sapori e musiche della Magna Grecia”. Si tratta di un evento, della durata di 5 giorni, in cui vengono messi in risalto tutti gli aspetti culturali e folkloristici della nostra regione. È un festival che ogni anno attira migliaia di persone, un appuntamento durante il quale tantissimi emigrati calabresi si incontrano, godendo di spettacoli e manifestazioni legate alla loro (nostra) terra. La rassegna non si limita solo a mega concerti di musica popolare calabrese, ma si esplica in una serie di ulteriori attività gastronomiche e culturali. Molto significativo è, ad esempio, il particolare coinvolgimento di tutte le scuole pievesi: centinaia di bambini partecipano attivamente ai laboratori organizzati al fine di far conoscere loro le attività artigianali e manuali della tradizione calabrese. L’evento rappresenta anche un’occasione per esporre stand pubblicitari raffiguranti luoghi simbolo della Calabria, dove personale specializzato illustra le modalità per raggiungere, esplorare e conoscere la nostra terra. Nella giornata di chiusura viene anche organizzato un convegno tematico con ospiti illustri ed esponenti istituzionali, deputati a interloquire e a dibattere su aspetti antropologici, storici e geografici della Calabria.
L’organizzazione dell’evento, di cui ho solo fatto una breve sintesi, è chiaro necessiti di supporto pratico, logistico e motivazionale. E, al di là dell’aspetto pragmatico, il tutto è sempre sostenuto dall’amore e dalla passione prima verso la nostra terra e poi verso l’associazione stessa. Il lavoro svolto in ambito associativo non riguarda soltanto la manifestazione, ma si distribuisce in una serie di ulteriori attività, spalmate nel corso dell’anno: borse di studio per giovani talenti calabresi; Babbo Natale e zampognari alle prese con le consegne di caramelle nelle scuole; spettacoli di cabaret con artisti del panorama televisivo; feste del tesseramento con menu a base della cucina tipica calabrese. Collaborazione e progetti con Città Metropolitana di Milano, Regione Puglia,, Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Università agli Studi di Milano, Dipartimento Sociologia Cattolica di Milano, Circoli Didattici del Comune di Pieve Emanuele. Come si evince, ogni occasione rappresenta un ottimo motivo per sponsorizzare e promuovere la nostra terra, ed è per questo che risulta impensabile non tener conto di tutto l’impegno profuso nel raggiungimento di questi obiettivi.
Non si può valorizzare una regione, senza tener conto degli attori che, (ribadisco) coordinati dalla consulta, mettono in campo energie, passione e sudore per mantenere alto il nome della Calabria. È un impegno continuo, portato avanti con tanto amore. Una sfida, alla quale difficilmente, ci si vuole sottrarre. E la sfida altro non è che la continua ricerca e (successiva) realizzazione di iniziative capillari, pronte a superarsi ogni volta, destinate a migliorare sempre di più nell’ottica di uno sviluppo degno della nostra meravigliosa terra. I prossimi progetti, per ora, prevedono l’incremento dell’aspetto turistico ed il potenziamento di strategie atte a far conoscere e soprattutto ad attirare ed incuriosire qualsiasi cittadino si avvicini alle nostre iniziative. Sarebbe anche interessante potenziare il “turismo di ritorno”, inducendo gli emigrati a ritornare in Calabria e ad investire, non sottoforma di rimesse, ma sottoforma di collocamento di risorse attive e redditizie (sotto tutti i punti di vista). E per indurre un emigrato a rientrare, non bastano degli incentivi economici; servono soprattutto canali “diversi” , che puntino dritto alla curiosità, al sentimento, all’amore per la propria terra, in modo da provare quello stimolo giusto da indurre a “fare ritorno”. Bisognerebbe puntare, forse, più sul cuore che sulle tasche. E in tutto questo, il lavoro della Consulta e quello delle manifestazioni associative gioca sicuramente un ruolo fondamentale.
Alla luce di quanto ho appena illustrato, spero risulti chiara la necessità di continuare a sostenere e a promuovere i progetti della Consulta e delle associazioni e spero risulti altrettanto chiaro il bisogno di supportare anche economicamente l’operato di questi organi che, se pur nel loro “piccolo”, rappresentano sicuramente degli istituti importanti di promozione culturale e di vicinanza ai cittadini. (ssc)
Nell’immagine di copertina: un momento della festa dello scorso anno dei calabresi a Buenos Aires (courtesy foto Krysia Misa)