Antonino Ditto, eccellenza di Seminara nel mondo

di PINO NANOStudiando e approfondendo la storia del medico-scrittore di Seminara Santo Gioffrè, proprio discutendo con lui di medicina di alto profilo e di ricercatori calabresi che oggi fanno invidia al mondo della ricerca internazionale, è proprio Santo Gioffrè che mi parla di uno dei tanti figli di Seminara che hanno fortuna lasciando la Calabria per andare a studiare altrove.

È  il caso di Antonino Ditto, classe 1969, medico oncologo le cui pubblicazioni scientifiche sono oggi testi sacri per i massimi esperti di oncologia ginecologica in ogni parte del mondo. Alle spalle questo ricercatore calabrese ha una lunga esperienza interamente trascorsa e vissuta all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dove arriva nel 1999, e dove si specializza con il massimo dei voti e la lode in Ostetricia e Ginecologia. “ Ho poi perfezionato – ricorda lui stesso- la mia formazione in strutture di riferimento nazionali e internazionali come il Memorial Sloan Kettering Cancer Center New York (Usa). Sono membro del consiglio direttivo della Società italiana di ginecologia oncologica (Siog), membro dell’Aagl e del gruppo oncologico dell’Aagl e del Multicenter Italian Trials in Ovarian cancer and gynecologic malignancies (Mito), European Society of Gynecologic Oncology (Esgo), International Gynecologic Cancer Society (Igcs). Ma sono stato Segretario per 3 mandati della Società italiana di ginecologia oncologica (Siog)”.

A Milano, all’Istituto Nazionale Tumori che fu una creatura del compianto prof. Umberto Veronesi, lo raccontano come una delle massime autorità scientifiche riconosciute dal mondo della ricerca in tema di trattamento dei tumori ginecologici, qui si parla di  carcinoma cervicale, endometriale, ovarico e vulvare e di malattia pre-invasiva, con particolare expertise nella chirurgia mini-invasiva, chirurgia radicale, e chirurgia maggiore. 

Parliamo, insomma, di un medico che vanta un numero record di quasi 6 mila interventi interventi eseguiti, un chirurgo che si occupa da anni di tecniche chirurgiche innovative come le tecniche nerve sparing, il linfonodo sentinella e la chirurgia 3D.Ma l’uomo collabora anche con i maggiori gruppi di ricerca che si occupano di Ginecologia Oncologica, e si occupa di diagnosi e trattamento delle patologie HPV correlate mediante colposcopia, conizzazione e interventi laser. Così come collabora a studi cooperativi nazionali e internazionali nel trattamento delle neoplasie ginecologiche. Un’autorità assoluta non solo in Italia e in Europa. E viene da sorridere, e da riflettere, se per un attimo si pensa che grand parte della sua vita da ragazzo Antonino Ditto l’abbia trascorsa tutta a Seminara dove viveva con la sua famiglia.

Oggi lui è il nuovo Direttore della Ginecologia Oncologica all’Istituto dei Tumori di Aviano, più precisamente direttore di un Centro di Riferimento classificato come centro di alta specializzazione e di rilievo nazionale per l’oncologia tutta. 

Parliamo anche qui di un Centro di Riferimento Oncologico che ha incominciato la sua attività nel 1984 ed è stato riconosciuto nel 1990 come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) dal Ministero della Salute (MdS). Un Istituto che si dedica alla cura e alla ricerca sui tumori in tutte le loro fasi: dalla prevenzione alla diagnosi e dal trattamento alle cure riabilitative con il paziente ed i suoi famigliari sempre al centro della sua attenzione. Il sostegno finanziario del Cro è garantito dal Friuli Venezia Giulia (FVG), dal Ministero della Salute e da una varietà di collaborazioni esterne, in particolare dall’Airc.

«Con il nuovo incarico da Direttore Della ginecologia Oncologia Dell’Istituto Tumori Cro di Aviano – sottolinea – cercherò di mantenere e valorizzare un ambiente con elevato expertise, con dei colleghi competenti e una struttura che valorizzi la medicina di precisione, la cura e la qualità di vita delle singole pazienti, grazie aduna eccellente pratica clinica, alla ricerca ed alla sperimentazione».

Ci sono mille motivi diversi perché lo studioso calabrese si senta oggi fiero di questo suo nuovo incarico. Il Centro di Aviano ha infatti “lo sguardo sempre rivolto all’innovazione”, che include sperimentazioni su nuovi modelli organizzativi e sociosanitari. L’Istituto dispone di piattaforme tecnologiche con macchinari all’avanguardia per clinica e ricerca: citofluorimetria multispettrale/cell sorting, sequenziamento NGS, analisi d’espressione genica e microRna, epigenetica, microscopia e tecniche d’immagine, modelli pre-clinici in vivo e in vitro, farmacogenomica, nanomedicina, e spettroscopia. Termini non consueti, ma che indicano i nuovo orizzonti della ricerca oncologica. Straordinariamente dotate sono anche la diagnostica d’immagine (scanner CT, 3-T MR, PET-CT, SPECT-CT) e la radioterapia (IMRT, Vmat, Tomoterapia, Iort) che insieme permettono piani terapeutici più efficaci e meno tossici. Il Cro si sta attrezzando anche per la terapia protonica e le terapie cellulari.

Perché mi soffermo su questi particolari tecnici? Perché raccontare nei dettagli questa realtà di eccellenza della sanità italiana significa poter comprendere ancora meglio il peso e il ruolo che uno studioso e un ricercatore come il prof. Antonino Ditto ricoprirà fino al termine del suo incarico.

Oggi l’offerta clinica del Centro Tumori di Aviano comprende trattamenti di oncologia medica innovativi (medicina di precisione, immunoterapia, e trapianto autologo di midollo), chirurgia generale, senologica e ginecologica, ed un’avanzata radioterapia sia curativa che palliativa, ma c’è anche purtroppo un’Area Giovani, interamente dedicata agli adolescenti con tumori. Nel 2018 lo staff del Centro di Aviano era di 653 persone, di cui 109 medici, e 90 borsisti/contrattisti. Pensate, sono stati visitati 11.200 pazienti, diagnosticati 2.955 nuovi casi e trattati 7.321 pazienti di cui circa la metà provenienti da fuori regione. Sei anni dopo questi numeri saranno quanto meno raddoppiati.

-Professore, una parola di speranza?

«Vede, quello che posso dirle è che il team di Oncologia Ginecologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori mette al servizio delle nostre pazienti più di un secolo di Ricerca. E che la conoscenza porta alla cura.Per molti tumori non sono ancora state trovate cure definitive. La ricerca scientifica e i progressi in campo medico svolgono quindi un ruolo fondamentale nell’individuare e sperimentare terapie sempre più efficaci. L’Unità di Oncologia Ginecologica è da sempre dedicata alla cura e alla ricerca sul cancro, e ha come obiettivo primario quello di offrire alla paziente una valutazione multidisciplinare del trattamento più efficace, con particolare attenzione alla preservazione delle funzioni riproduttive».

«Quello che posso assicurarle è che il nostro reparto è un centro di riferimento nazionale ed internazionale per il trattamento chirurgico di tutte le principali patologie oncologiche dell’apparato genitale femminile. Alle donne affette da queste neoplasie viene proposta una vasta gamma di possibilità terapeutiche innovative che coprono tutte le varie fasi della malattia con un elevato standard qualitativo. E le eico anche che l’attività dell’Unità di Oncologia Ginecologica è continuamente rivolta al miglioramento degli standard assistenziali e terapeutici, e allo sviluppo di nuove procedure per la diagnosi precoce della patologia primaria e delle metastasi. Numerosi protocolli di ricerca clinica sono attualmente in corso e condotti in collaborazione anche con altri organi internazionali».

-Professore, mi scusi ma le avevo chiesto una parola di speranza…

«Penso che il cancro lo sconfiggeremo con la prevenzione, la diagnosi precoce, lo screening e con una chirurgia adeguata effettuata da mani esperte. Per questo ritengo che parlare di tumori ginecologici sia fondamentale.Insieme, un giorno non molto lontano, sconfiggeremo anche il cancro». (pn)

L’OPINIONE / Roberto Occhiuto: Il Vinitaly occasione per dimostrare quanta eccellenza ci sia in Calabria

di ROBERTO OCCHIUTO – Quella del Vinitaly è una bella occasione per dimostrare al Paese quanta eccellenza ci sia in Calabria. Tante cantine alle quali la Regione, grazie al lavoro dell’assessore Gianluca Gallo, ha dato la possibilità di esporre i propri prodotti qui al Vinitaly.

Ed è bello che la Calabria abbia scelto questo slogan ’dove tutto è cominciato’, perché la nostra è la terra di Enotria, che ha tanti vitigni eccellenti e tante piccole cantine che necessitano di essere sostenute sui mercati internazionali del vino”.

Un comparto tanto importante perché è profondamente legato al territorio. Promuovere le nostre eccellenze del vino significa fare una grande operazione di marketing anche in campo turistico. Ricordo che molte cantine in Italia hanno fatto la fortuna dei luoghi in cui sono ubicate. Per questo è compito della Regione sostenere sempre meglio le nostre aziende vitivinicole.

Quest’anno al Vinitaly abbiamo cambiato strategia per quanto concerne i nostri spazi di esposizione. Un’operazione che ci consentirà di replicare questa formula anche nei prossimi anni. Eravamo abituati a fiere in cui si facevano allestimenti che poi si rottamavano, invece questo spazio bellissimo che presentiamo quest’anno diventerà proprietà delle cantine calabresi che lo utilizzeranno anche nelle prossime edizioni del Vinitaly.

Qui abbiamo abbiamo tantissimi produttori calabresi che fanno grandi sacrifici per dimostrare quanto sia eccellente la Calabria.
Tra questi voglio segnalare alcune piccole cantine che sono state costituite da giovani e che stanno contribuendo a dare maggiore innovazione ad un lavoro antico che la Calabria sta declinando finalmente in maniera decisamente moderna.

Quest’anno la nostra regione al Vinitaly, dai grandi ai piccoli produttori, si presenta unita in un’unica grande vetrina espositiva.
Un bell’esempio di massa critica, un’operazione importante e intelligente, che dimostra lo sforzo che stiamo compiendo per rendere visibile sia i grandi marchi sul panorama nazionale e internazionale che le piccole ma preziose cantine che producono in quantità più limitata prodotti di grande qualità.

Sulle politiche regolamentari europee relative alle avvertenze delle etichette sui vini, sto apprezzando molto il lavoro che sta facendo il ministro Francesco Lollobrigida. Un’azione incisiva su cui mi sono già confrontato ieri e con cui continuerò a farlo. Credo che tra il lavoro del governo regionale e quello nazionale sui temi del vino e dell’agricoltura ci sia una sintonia assoluta.

È stato molto bello incontralo ieri mentre si festeggiava in piazza con i produttori calabresi durante la presentazione del nostre eccellenze. (rb)

[Roberto Occhiuto è presidente della Regione Calabria]

Il calabrese Francesco Amato ai vertici di Asl Roma2

di PINO NANOMedici calabresi ancora ai vertici della sanità italiana. L’ultima nomina “eccellente” riguarda la Regione Lazio, dove il Governatore Francesco Rocca ha appena scelto come responsabile della Asl più grande d’Italia, la Asl Roma 2, un medico calabrese che di fatto è cresciuto tra le corsie dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza vivendo e respirando per anni profumi e soprattutto tematiche tutte calabresi. 

Parliamo qui del dr. Francesco Amato, che lascerà ora Cosenza per prendere servizio, come Commissario Straordinario e fino alla nomina del Nuovo Direttore Generale a partire dal prossimo 29 marzo, nella sua nuova sede di Roma Capitale. 

Per lui, ma anche per l’intera classe medica calabrese, è un riconoscimento di qualità altissimo, che viene appunto da Roma Capitale e dove certamente non sarebbero mancate scelte o opzioni alternative. Alla fine, la qualità finisce con l’essere premiata.

Per darvi l’idea di cosa sia questo incarico siamo andati alla Regione Lazio per chiedere cosa significa nei fatti delle cose l’Asl Roma2, e scopriamo che sotto la guida del nuovo Commissario calabrese finiranno tre grandi ospedali romani, l’Ospedale Sandro Pertini, l’Ospedale Sant’Eugenio, e l’Ospedale CTO – Andrea Alesini. A questo si aggiungono 9 diversi Dipartimenti di eccellenza, il Dipartimento delle Professioni ed Assistenza alla persona, il Dipartimento di Prevenzione, il Dipartimento Tutela delle Fragilità, il Dipartimento di Salute Mentale, i Dipartimenti Emergenza-Urgenza, i Dipartimenti di Medicina, i Dipartimenti di Chirurgia, il Dipartimento delle malattie di genere, genitorialità, del bambino e dell’adolescente, il Dipartimento dei servizi diagnostici e farmaceutica, e infine il Dipartimento Assistenziale Ortopedico/Riabilitativo.

Insomma, una cittadella sanitaria per numero di utenze e per numero di prestazioni giornaliere grande quanto la Calabria.

Ma veniamo al nuovo Commissario Straordinario, che ha alle spalle un curriculum di alto profilo.

Classe 1962, origini cosentine, il 6 agosto prossimo compirà 62 anni. Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Palermo con 110 e Lode dove, nel 1990, ottiene anche la Specializzazione in Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore. Successivamente completa la sua formazione seguendo i Corsi di Aggiornamento annuali in Anestesia e Rianimazione a Torino e conseguendo il Master di II Livello in Metodologia Clinica delle Cefalee presso l’Università degli Studi di Torino nel 1995.

Presidente del Gruppo Tecnico di Terapia del Dolore del Ministero della Salute, oltre ad essere stato Presidente Nazionale della Società Italiana Clinici del Dolore dal 2010 al 2015, da molti anni collabora con un gruppo di professionisti e ricercatori che opera nelle strutture sociosanitarie con lo scopo di favorire lo sviluppo di una nuova cultura che consenta di allontanare, sempre più, dai pazienti “il dolore non necessario” attraverso una incisiva azione di socializzazione, secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ed al fine di promuovere e realizzare un modello che consenta di recuperare il diritto alla non sofferenza. Per lunghi anni si è occupato principalmente di lombosciatalgia, ernia del disco cervicale, dolore vascolare, polineuropatia diabetica, dolori artrosici e nevralgia posterpetica.

È stato Assistente Medico di Anestesia e Rianimazione presso differenti Strutture Ospedaliere nel torinese, fino al 1993, finché non diventa Dirigente Medico di I livello presso l’Unità Operativa Complessa di Terapia del Dolore e Cure Palliative dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.

Ma il professionista non è nuovo a incarichi di vertice. Francesco Amato è stato infatti direttore sanitario dell’Annunziata di Cosenza fino a metà ottobre dello scorso anno e attualmente, e fino al 29 marzo giorno in cui entrerà in aspettativa rispetto alle funzioni dell’Annunziata, è direttore del dipartimento Oncologia e ad interim anche Direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza dell’ospedale hub cosentino. 

Una carriera brillantissima, che oggi gli permette di entrare a far parte del gotha della medicina italiana a tutti gli effetti. Basti pensare ai tanti clinici e professori universitari che gravitano oggi su Roma.

Lui, fra l’altro, è anche Consulente del Ministero della Salute presso il Dipartimento di Programmazione Sanitaria, e Componente della Cabina di Regia Nazionale del Piano Nazionale della Cronicità,” cellula sanitaria” che stabilisce la governance ed il riassetto delle cure primarie e l’attuazione del piano nazionale della cronicità. E siccome lo studioso non si fa mancare proprio nulla, parallelamente all’attività clinica è anche Professore a contratto nella Scuola di Anestesia Rianimazione e Terapia del Dolore presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro.

Autore di numerose pubblicazioni scientifiche legate alla Terapia del Dolore, ha scritto un vero e proprio manuale di terapia del dolore “Following Nature, l’interpretazione biomolecolare come strategia per lo sviluppo di nuovi farmaci contro il dolore”, che porta la presentazione dell’ex Ministro della sanità Beatrice Lorenzin. Ma porta la sua firma anche il primo manuale di accreditamento dei Centri di terapia del Dolore. In realtà grazie al suo impegno professionale e alla sua storia di ricercatore clinico l’Unità Operativa di Cosenza da lui diretta è stata classificata, la fonte è il “Corriere della Sera” del 16 settembre 2009, fra le prime Dieci in Italia.

Ma c’è di più. In qualità di presidente della Federazione del Dolore ha siglato un protocollo di Endorsement con la società mondiale di anestesiologia, “Endorsement  SIVA World Society of Intravenous Anaesthesia” e ha proposto all’ex Ministro della salute Balduzzi il modello attuativo Hub-Spoke per il riordino della rete ospedaliera nazionale. Come Responsabile del progetto Ospedale senza Dolore dal 2003 ha organizzato e costituito il centro di Terapia del Dolore Hub regionale identificato fra i primi 5 centri italiani, ma tutta la sua storia professionale – a giudizio unanime del mondo accademico scientifico italiano- lo indica grande esperto delle principali tecniche invasive e non, neuromodulazione, neurostimolazione con o senza amplificatore di brillanza-discectomia e procedure micro invasive intradiscali- esperienza di impianto e gestione di presidi di infusione e stimolazione a permanenza- impianti di sistemi infusivi totalmente impiantati (pompe telemetriche e a flusso fisso).

Un numero uno del suo mondo, che il pianeta variegato e spesso intellegibile del dolore umano, e su cui la medicina mondiale ha deciso di investire il massimo impegno possibile.

Ancora una storia di eccellenza tutta calabrese, ma ormai è il caso di dire tutta italiana. (pn)

All’Università di Bologna la tesi sul futuro della chemioterapia del calabrese Aurelio Spinoso

di PINO NANOEccellenze fuori casa, o meglio eccellenze calabresi oltre. In questo caso parliamo di un giovane ricercatore calabrese, il dottor Aurelio Spinoso, che si laurea all’Università di Bologna con una tesi di laurea sperimentale sulla terapia fotodinamica, e che a giudizio degli analisti più sofisticati di questo settore traccia i confini dei nuovi orizzonti della lotta contro il cancro.

«Il mio lavoro di tesi – spiega il giovane ricercatore calabrese – è stato incentrato sulla realizzazione di un sistema nanoparticellare da utilizzare in terapia fotodinamica. Questa rappresenta ad oggi una validissima alternativa rispetto alle convenzionali chemio e radio terapia poiché risulta: selettiva, non invasiva (non prevede interventi chirurgici), immunostimolante (e non immunosoppressiva come nel caso di chemio e radio). Per applicare la terapia fotodinamica ci si serve di una molecola fotosensibile e di una specifica radiazione. Tale molecola viene iniettata al pazienta disciolta in una formulazione specifica, dopodiché grazie ad una lampada che emette la radiazione prescelta si irradia la zona interessata dal tumore». 

E qui sta la conclusione più esaltante della sua tesi di laurea.

«Grazie infatti alla luce irradiante – sorride con estrema semplicità il dr. Aurelio Spinoso – la molecola iniettata si attiverà distruggendo selettivamente le cellule tumorali e preservando quelle sane. La ricerca in questo settore è ancora in corso, molti aspetti tecnici vanno ancora migliorati ma di certo si è sulla buona strada». 

Cosa farà a questo punto dottore? Rimane a Bologna o è già pronta una nuova valigia e un nuovo biglietto aereo?

«Confesso che il mio obiettivo è quello di proseguire in quel settore della chimica che strizza sempre un occhio al corpo umano, una sorta di ponte con il settore medico, poiché da sempre desta in me fascino ed interesse». 

Me lo traduca in parole più semplici per favore…

«Dato il primato nell’ambito delle nanotecnologie l’obiettivo prioritario è ora quello di partecipare agli studi condotti dai gruppi di ricerca della Nanyang Technological University di Singapore. Ma non per fermarsi alle loro conclusioni, ma per andare oltre e immaginare sempre di più una sanità al servizio di chi soffre».

Il dottor Aurelio Spinoso è nato a Cosenza il 19 settembre 1996, dopo il diploma di maturità scientifica al Liceo Enrico Fermi di Cosenza prende la laurea triennale in Chimica presso l’Università della Calabria, e da qui si sposta a Bologna per la sua laurea magistrale. Titolo della tesi: “Sintesi, caratterizzazione e biocounigazione di nanoparticelle di albumina per applicazioni fototeranostiche”, relatore di tesi: prof. Matteo Calvaresi (UniBo), quanto basta per pensare che la ricerca scientifica non si ferma mai, e in questo caso ha la faccia e lo sguardo disincantato di un ragazzo che fino a ieri l’altro viveva e giocava a due passi dall’Ospedale Civile di Cosenza, dove la sua mamma lavora dodici ore al giorno nel chiuso di un laboratorio chimico con una passione e una professionalità che certamente Aurelio ha assorbito da ragazzo, e che oggi ha prodotto questo suo primo successo professionale. (pn)

 

15 aziende reggine saranno presenti all’edizione online di Artigiano in Fiera

Sono 15 le aziende del territorio reggino che saranno presenti sulla piattaforma online dell’Artigiano in Fiera Live, in programma da sabato 28 novembre.

Si tratta di una piattaforma dedicato interamente al settore della micro impresa, che permetterà agli utenti di conoscere le aziende artigiane, visitarne virtualmente i laboratori e acquistare i prodotti. Una vera e propria opportunità per le aziende reggine, che hanno aderito al progetto, per fare cultura del territorio e cultura di impresa in digitale, che consentirà a tutti gli utenti di comprendere che cosa sia il made in Italy e di approfondire il vero tessuto produttivo della Calabria, liberamente e in qualunque momento della giornata, attraverso racconti, video, immagini e, ovviamente, consentendo l’acquisto finale di prodotti artigianali da parte degli utenti.

Ad aver aderito, sono La Cascina 1899CalabraitticaAzienda Agricola Giacco FerdinandoGiò Profumi Sas di Cortese Marcello Davide & C.Saponificio Annamaria di Annamaria PasciuccoCalabria & Calabria di Sirianni AgostinoAzienda Agricola Siciliano DomenicoCalabria VinoDafArteinolivoCarpentieri ProfumiPastificio GioiaRomeo PaolaMammone SalvatoreMagma Srl.

«La Città Metropolitana di Reggio Calabria – ha spiegato il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà – ha colto al volo l’opportunità di poter partecipare ad Artigiano in Fiera, quest’anno, per la prima volta, in questo format digitale. Siamo coscienti delle opportunità che questo genere di iniziative possono rappresentare per il nostro territorio, ed in questo senso abbiamo voluto, attraverso il coinvolgimento delle nostre imprese, promuovere l’artigianato locale in un contesto nazionale ed internazionale che, sono certo, può rappresentare un valore aggiunto per il comparto dell’artigianato calabrese».

«La piattaforma è nata insieme alla decisione di confermare ledizione 2020 di Artigiano in Fiera, qualora ci fossero state le condizioni per realizzarla – ha spiegato Antonio Intiglietta, Presidente di Ge.Fi. Gestione Fiere Spa –. Insieme allevento fisico, infatti, avremmo comunque realizzato questo strumento digitale, in affiancamento alle tradizionali azioni di marketing consentite dallevento fisico. Impossibilitati a realizzare la fiera, Artigiano in Fiera Live è, così, diventata unopportunità reale per mantenere attivo il contatto tra gli artigiani e i nostri visitatori. E vivrà in futuro, anche quando torneremo a realizzare la fiera fisica».

Unopportunità unica che permette il divulgarsi della cultura di impresa territoriale e delle tradizioni locali calabre attraverso la strutturazione della piattaforma che sarà divisa in tre sezioni: la prima di queste riguarderà appunto i territori, con la possibilità di ricercare le aziende in base alla loro collocazione geografica specifica.

La seconda sezione consentirà di incontrare tutti gli artigiani (in ordine alfabetico e con una serie di filtri di ricerca), mentre la terza sarà dedicata ai prodotti, suddivisi per categorie merceologiche. Non si tratta soltanto di una nuova formula innovativa di vendita, ma rappresenterà un nuovo modo di fare impresa, creando e solidificando un network costruito in 24 anni di manifestazione.

Ci sarà inoltre un arco temporale, individuato dal 28 novembre al 20 dicembre, durante il quale la spedizione sarà gratuita per tutti gli ordini superiori a 39 euro ad artigiano: una finestra di marketing privilegiata per offrire una ulteriore opportunità di vendita agli artigiani. (rrc)

Torna “Rosso Calabria” in tutte le città calabresi

15 dicembre 2018 – Torna oggi l’edizione 2018 di Rosso Calabria, l’evento voluto fortemente da Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria e nato dalla collaborazione tra il Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari  ed il Dipartimento Turismo.

Rosso Calabria rappresenta la Calabria bella e buona, la qualità dei prodotti Dop e Igp, espressione unica e irripetibile dei variegati territori calabresi, i vini ricavati dai vitigni autoctoni calabresi,  strettamente legati proprio ai luoghi di produzione, alla loro storia e alla loro bellezza. Per l’evento sono stati chiamati a collaborare i Consorzi di Tutela calabresi, le aziende del comparto food, dei settori vitivinicolo ed oleario, ed i Gal, i Gruppi di Azione Locale.

Oltre alle degustazioni, ad arricchire l’evento ci saranno laboratori artistico, archeologia, musica e tradizioni. Novità di quest’anno, l’incontro con i calabresi nelle cinque città capoluogo di Provincia.

Gli eventi, infatti, si svolgeranno, in contemporanea, a Palazzo Arnone di Cosenza, il Complesso Monumentale San Giovanni di Catanzaro, I Giardini di Pitagora di Crotone, il Museo d’Arte Limen a Vibo Valentia, ed il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Alle 18.00, in programma in tutte e cinque le location, il convegno dal titolo Dalla Terra nasce il futuro. I primi risultati del PSR Calabria 2014/2020. Si tratta di una sorta di road show del Programma di Sviluppo Rurale della Calabria, finalizzato a comunicare non solo con i beneficiari, ma con la popolazione in generale per evidenziare gli obiettivi centrati nel comparto agroalimentare calabrese grazie all’ausilio delle risorse dei fondi comunitari. Dopo i convegni, è prevista una degustazione di vini e prodotti tipici d’eccellenza che rappresentano il territorio regionale.

Nel corso della manifestazione, inoltre, sarà dato spazio all’artigianato Made in Calabria, con i lavoratori  selezionati da Confartigianato Calabria. A Cosenza tessitura tradizionale, a Catanzaro lavorazione del legno, e Arte e Serica, a Crotone artigianato della casa e design, a Vibo Valentia lavorazione dell’argilla, a Reggio Calabria, infine, intreccio del castagno.

Alle ore 20, invece, prenderà il via Festival delle tradizioni calabresi, a cura del Dipartimento Turismo della Regione Calabria. Protagonisti di questa rassegna etnofolk, Cosimo Papandrea e Taranta Nova a Cosenza, Sabatum Quartet Taranta Live a Catanzaro, Francesca Prestis ed Otello Profazio a Crotone, Mimmo Cavallaro a Vibo Valentia, e Parafonè e gli Hantura a Reggio Calabria.

Infine, ad affiancare il presidente Oliverio, il conduttore televisivo e radiofonico Federico Quaranta, che animerà l’iniziativa, che punta sullo stretto connubio tra agroalimentare d’eccellenza, cultura, tradizioni, bellezze paesaggistiche ed offerta turistica di qualità. (rrm)