L’OPINIONE / Giusy Iemma: Celebriamo il 25 aprile con la sua verità storica da ricordare e attualizzare

di GIUSY IEMMA – Le celebrazioni del 25 Aprile ritornano, ogni anno, per ricordarci il valore e l’importanza di un passato che non si deve dimenticare e che rappresenta un insostituibile bussola per la nostra attualità. Festeggiare la liberazione d’Italia dal Nazifascismo non è un esercizio puramente retorico, ma significa rinnovare la lezione che la storia ci ha lasciato sui valori di democrazia, pace e convivenza.

Valori, questi, da contrapporre fermamente ad ogni forma di guerra e di privazione dei diritti e delle libertà che, purtroppo, ancora oggi si perpetrano non troppo lontano da noi. In questa giornata la comunità si unisce, quindi, per tenere viva la memoria del sacrificio che tanti uomini e tante donne, protagonisti della resistenza partigiana, fecero settantanove anni fa, in nome di un comune sentire e dell’idea di un Paese libero dall’oppressione e dalla violenza.

Una verità storica che non si può mettere in discussione, né sacrificare sull’altare delle speculazioni politiche: istituzioni e società civile, insieme, non disperdano gli insegnamenti lasciatici in eredità, che rappresentano le radici della nostra Costituzione, per condividere ancora una volta un messaggio di speranza e di dialogo con e per le nuove generazioni. (gi)
[Giusy Iemma è vicesindaca di Catanzaro]

STORIE / 25 Aprile: Fausto Gullo, il Costituente cosentino

di ANNA MARIA VENTURA – Il 25 Aprile  può essere considerato come il più importante appuntamento civile che la nostra Nazione rinnova da settantotto anni. In questa data si riporta alla memoria viva, in ragione di accadimenti storici fondamentali, la Liberazione del Paese dall’occupazione nazifascista e la nascita della Repubblica democratica. La Resistenza Italiana e la lotta di liberazione riscattarono il paese e lo fecero padrone del proprio destino. Un destino di libertà, custodito e difeso dalla Costituzione. Questa, pensata e scritta dai Padri e dalle Madri Costituenti, sancisce fondamenti, principi e garanzie della nostra libertà e dei nostri diritti fondamentali. Ai valori della Resistenza e della Costituzione dobbiamo ancorarci per affrontare ogni momento della storia presente e futura. In particolar modo l’oggi, dopo una pandemia che ha minato la sicurezza e mutato comportamenti e modi di vivere e il dolore di una guerra che sta facendo sanguinare il cuore dell’Europa e che si aggiunge ai numerosi conflitti presenti in ogni parte del mondo. In tale contesto è necessario ribadire l’importanza dei valori della libertà e dell’uguaglianza, della democrazia e dell’indipendenza e riappropriarci di quei principi fondamentali richiamati dalla nostra Costituzione che devono declinarsi innanzitutto nella centralità della dignità della persona, nella giustizia sociale, nel rispetto dell’ambiente quale parte integrante del nostro vivere quotidiano, nel ripudio della guerra. Un ripudio da riaffermare sempre con grande forza, correlato alla solidarietà verso la resistenza della popolazione ucraina e il sostegno al diritto alla pace di tutti i popoli del mondo che, contro la loro volontà, subiscono la violenza e l’ingiustizia della guerra. Si pensi alla guerra civile in Siria che perdura da dodici anni, al conflitto israeliano-palestinese, alla guerra, che in queste ultime ore sta insanguinando il Sudan.

Il 25 Aprile non sia solo un esercizio di memoria, ma concretamente, con i nostri comportamenti, improntati alla pace, al rispetto delle diversità, all’accoglienza, all’inclusione rendiamo omaggio a chi si è battuto per la libertà a costo della propria vita. Rendiamo ancor più nostro il concetto della Liberazione, figlia della Resistenza e madre della Costituzione repubblicana.

Certamente un contributo molto interessante, per evidenziare anche il ruolo di assoluto primo piano delle donne nel cammino democratico del nostro Paese è fornito da Nella Matta con il libro In cammino verso i diritti, che racconta le tappe salienti delle leggi che hanno cambiato la vita delle donne e creato condizioni di uguaglianza e parità. Il libro contiene anche le biografie delle ventuno Madri Costituenti. Il volume, edito da Jonia Editrice e promosso dalla sede di Cosenza dell’AiParC – Associazione Italiana Parchi Culturali, è stato presentato anche a Roma, a Palazzo Giustiniani, Sala Zuccari, il 16 Settembre 2022.

Dei Padri Costituenti, mi piace raccontare, in occasione di questo 25 Aprile, con ricordi personali, il calabrese Fausto Gullo, certamente uno degli uomini più importanti e rappresentativi del panorama politico e culturale della storia dell’Italia repubblicana. Grande figlio di Calabria, fu uomo politico eccezionale, dotato di grande sensibilità e cultura, aperto ai problemi e ai bisogni della sua gente e protagonista di primo piano della storia d’Italia, dagli anni del fascismo, di cui fu strenuo oppositore a quelli della nascita della Repubblica, della quale fu Padre Costituente, Ministro per ben due volte e Deputato dal 1948 al 1972, nelle fila del Partito comunista, fino a pochi anni prima della morte.

Nacque a Catanzaro, dove il padre, ingegnere, si era trasferito per ragioni di lavoro, il 1887. Ma ben presto, divenuto orfano, si trasferì a Cosenza, non mancando, però, di trascorrere lunghi periodi dell’anno nel paese d’origine della sua famiglia, Macchia di Spezzano piccolo, oggi Macchia di Casali del Manco. È qui che conobbe il terribile stato di miseria e soggezione in cui vivevano i contadini, per i cui diritti si batterà per tutta la vita. Grazie ai suoi decreti, viene ricordato come “Ministro dei contadini”. E’ qui che morì nel 1974, circondato dall’affetto della sua gente. La sua azione politica rilevante e incisiva appartiene ormai alla storia.

Quello che mi preme ricordare è la sua umanità, sarebbe meglio dire, la sua humanitas. A pochi, infatti, come a lui, si adatta meglio il termine latino, nell’accezione ciceroniana. Pochi, infatti, come lui, seppero realizzare il proprio miglioramento attraverso la cultura e l’applicazione di essa nella vita pratica e nell’azione politica. Un’altra definizione che, a parer mio, ben gli si addice è quella dell’orator di Quintiliano “vir bonus dicendi peritus”. “Bonus” lo fu senz’altro, provvisto com’era di tante virtù morali: onestà intellettuale, saggezza, altruismo, umiltà e “dicendi peritus” esperto del dire, affascinante oratore, dotato di eloquenza limpida e chiara, arricchita da ideali, valori, amore per la sua gente, quella dei paesi della “fascia silana” dove, ancora oggi, il suo nome suscita emozioni e ricordi di momenti edificanti. Forse il più bello è quello del suo ultimo comizio, con il quale si accomiatò dalla vita politica, ormai in età avanzata, ma ancora integro e forte nella mente e nel cuore.  “Vado via con le mani pulite” fu una delle sue affermazioni. Come risultò significativa quella frase, dopo Tangentopoli, il crollo della prima repubblica e la corruzione che, purtroppo, ancora dilaga in vasti settori della vita pubblica e amministrativa del nostro paese. Soprattutto della nostra Calabria.

Sono tanti i ricordi della sua vita che si affacciano alla mia memoria, quasi tutti legati a Macchia di Casali Del Manco, antico borgo dalla bellezza suggestiva, ricordi legati al tempo della mia infanzia e adolescenza. Sono ancora impressi dentro di me i suoni, i profumi antichi, i muri delle case e gli orti, i canti che accompagnavano le processioni della Madonna in festa, la laboriosità della gente, la quotidianità semplice, il lento, ma mai banale trascorrere del tempo, le voci gioiose dei bambini, che riempivano la piccola piazza e le vie del borgo.

Quei bambini sono diventati uomini e donne, che sentono fortemente l’amore, l’orgoglio e il senso di appartenenza a Macchia, custodendo, come in uno scrigno prezioso, quanto di bello e di importante hanno ricevuto in eredità: valori puri, preziose tradizioni, una innata propensione verso la cultura, una particolare spiritualità, che ha contagiato tutti coloro che hanno avuto la fortuna e il privilegio di nascere o vivere, se pure per un tempo breve, in questo luogo, che, ormai per molti è un luogo dell’anima. Proprio queste persone hanno fondato l’Associazione culturale   M.A.B. Macchia Antico Borgo, perché sono convinti che facendo conoscere la bellezza di questo borgo senza tempo, la sua storia, le sue tradizioni, la sua vita vera, autentica, i suoi valori condivisi, si possa offrire agli uomini di oggi, disorientati e in cerca di identità,  un’opportunità e un modello di esistenza altamente valida.

A questo mondo è appartenuto Fausto Gullo, che è vissuto in simbiosi con Macchia.

Il paese si illuminava, si risvegliava dal torpore dell’inverno, quando, all’inizio dell’estate, si aprivano le finestre di casa Gullo, per fare entrare la luce e l’aria in quelle stanze, che dovevano accogliere la famiglia per le ferie estive. Per noi bambini era la novità dell’estate, per la gente del paese un rito, che si ripeteva ogni anno. “Questa sera arriva Don Fausto” erano le parole che venivano ripetute di bocca in bocca. E i vecchi non si ritiravano nelle loro case, le donne rimanevano affacciate alle finestre, i bambini continuavano a far festa nella piccola piazza, finché, verso le “nove” di sera arrivava la macchina che conduceva Don Fausto e la moglie Donna Dora.

Subito una piccola folla di uomini si avvicinava a lui, che salutava tutti, sorridendo. Ricordo ancora l’impressione che suscitava in me bambina, la sua alta statura, la sua testa fiera, piegata leggermente da un lato, le sue mani tese a salutare.

Chiamava tutti per nome, uomini, donne, bambini del piccolo paese, riconoscendoli ad uno ad uno. Quello era il suo regno di cui non si sentiva affatto il re, ma un suddito fra tanti. Il portone dell’enorme casa rimaneva sempre aperto a tutti, la gente accorreva dai paesi vicini, a chiedere consigli, aiuto, o semplicemente a salutarlo. Egli accoglieva sempre tutti, per tutti aveva una parola affettuosa, a tutti dava un aiuto concreto.

Mi capitava spesso di andare in quella casa, dal momento che mio padre era per lui quasi un figlio, ed io amica d’infanzia delle sue nipoti. Lo trovavo sempre chino sulla scrivania, intento a leggere, a scrivere, in quello studio, dove il figlio Luigi avrebbe poi ambientato la famosa “Conversazione a Macchia”.

La sera, il salotto della sua casa si riempiva di tante persone: intellettuali, avvocati, uomini politici, ma anche di tanti paesani, semplici amici. Si conversava, si discuteva dei grandi temi, che caratterizzavano i dibattiti culturali e politici di quegli anni, in cui il mondo era diviso in due e, a meno che non si fosse destinati all’antinferno dantesco, bisognava stare da una parte o dall’altra. Ognuno esprimeva le ragioni della propria appartenenza, spiegandole a se stesso, prima che agli altri, cercando di fare chiarezza, di dare risposta a dubbi, qualora ce ne fossero stati, nel dialogo, nel confronto delle idee, nel rispetto e nella tolleranza delle opinioni altrui. Nel salotto di quel “palazzo” si dava un contributo alla storia, se è vero che essa si attua con le idee, prima che con le azioni, criticando, se è necessario, senza subire passivamente le decisioni altrui, vedendo in che direzione va il mondo e seguendola, se è quella giusta, altrimenti tornando al punto di partenza, se ci si accorge che occorre ricominciare. Ricominciare a sperare, per costruire, crescere, progredire! Si faceva quasi l’alba, le conversazioni si interrompevano, come per incanto la gente si dileguava, per tornare a riunirsi la volta successiva e continuare a discutere dal punto in cui il discorso era stato interrotto.

Così finiva l’estate, le finestre e il portone della grande casa si richiudevano, il silenzio ritornava nel piccolo paese. Era sorprendente l’alchimia, che si era venuta a creare, fra la vita di Fausto Gullo e quella del paese. Quando morì, fu come se morisse anche quella piccolissima parte di mondo, che nel giorno del suo funerale si riempì, per l’ultima volta, di gente, tanta, importante ed umile, che le stradine e la piccola piazza non potevano contenere tutta. Ora egli riposa nel cimitero di Spezzano Piccolo insieme a tanti che l’hanno amato, ma il suo ricordo è sempre vivo in tanti che lo amano ancora. (amv)

Oggi la Festa della Liberazione (e della riappacificazione)

di SANTO STRATI – Oggi è un giorno speciale, quello che ricorda agli italiani la libertà ritrovata, dopo anni di una guerra sanguinosa e assurda.  E sui valori della Costituzione, ogni italiano, deve ricordare gli orrori del nazi-fascismo e rinnegare qualsiasi pseudo giustificazione del passato, di un regime che la Carta ha messo al bando, e che, qualcuno nostalgicamente incapace di rinsavire, vorrebbe in qualche modo “sdoganare”. Non ci sono giri di parole e l’antifascismo è e deve essere totale senza parzialità e dichiararsi tali non significa esaltare la controparte. Tutti i regimi sono da condannare senza riserve. Spiace, però, che esponenti delle istituzioni cerchino scappatoie per incapacità di riconoscere che il fascismo è stato il male assoluto.

La Festa della Liberazione deve servire a quella riappacificazione ancora incompleta, nonostante siano trascorsi 78 anni, che mette gli italiani autenticamente democratici e orgogliosi della propria libertà  contro i nostalgici di un passato terribile che niente e nessuno potrà mai perdonare. Si può essere di destra, ma non fascisti. L’Italia non lo permetterà mai più. Lo tenga a mente qualche politico distratto. (s)

CELEBRAZIONI IN TUTTA LA CALABRIA

Celebrazioni e iniziative anche in tutta la Calabria per il 25 aprile. A Reggio appuntamento alle 11 alla Villa Comunale con Città Metropolitana e Comune e le associazioni Alioscia, Ampa, Anpi, Arci, Legambiente e Libera e Cgil, Cisl, Uil.

A Catanzaro la celebrazione del 78° anniversario della Liberazione si svolgerà alle 10.30 a Piazza Matteotti, di fronte al Monumento ai Caduti. Alla cerimonia partecipano la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro e le autorità civili, militari e religiose. Previsto lo schieramento dei reparti di formazione in armi composto da tre plotoni interforze e l’ingresso dei Gonfaloni della Regione Calabria, della Provincia di Catanzaro e del Comune capoluogo, da quest’anno decorato di Medaglia d’Oro al Valor Civile e dei Labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

A Cosenza la cerimonia si terrà in Piazza Vittoria alle 11. Previsti l’alzabandiera, la lettura del messaggio del Capo dello Stato  e del ministro della Difesa.

A Vibo Valentia cerimonia alle 11 in Piazza XXIV Maggio, promossa dall’Associazione Nazionale Partigiasni d’Italia con associazioni, sindacati e partiti politici. Partecipano, tra gli altri, Libera e la CGIL provinciale.

A Crotone, appuntamento pin Piiazza Umberto I alle 9.15. Il Prefetto sarà accompagnato dal comandante della Capitaneria di Porto. Partecipano autorità civili, militari e religionse.

Il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ha diffuso un messaggio ai calabresi: «Le libertà, la democrazia e la solidarietà hanno radici profonde nella ‘Festa della Liberazione’ dal nazifascismo, che ricorda una pagina fondamentale della nostra storia, allorquando si sprigionarono le energie positive che consentirono la rigenerazione nazionale. E si ebbe l’affermazione, grazie al coraggio di uomini e donne che hanno pagato prezzi altissimi, della democrazia e dello Stato di diritto. A quelle istanze etiche e a quei valori compendiati nella Carta Costituzionale occorre sempre fare riferimento, soprattutto in un contesto geopolitico internazionale attraversato da pulsioni totalitarie e offuscato, in Europa, dall’aggressione della Russa al popolo ucraino. L’impegno a cui oggi siamo chiamati, ciascuno per la propria responsabilità, è dare concretezza ed effettiva agibilità ai diritti costituzionali dei cittadini su tutto il territorio nazionale, per incrementare la coesione sociale e la fiducia nelle Istituzioni».

Secondo la CGIL Calabria «Oggi più che mai è, non solo doveroso, ma anche necessario commemorare il 25 aprile. L’Anniversario della Liberazione del nostro Paese, il sacrificio di quanti sono stati impegnati nella Resistenza, le conseguenze della dittatura fascista prima e del suo asservimento al nazismo, sono parte integrante della storia italiana e dei principi cardine della Costituzione. I tentativi di svilirne il significato da parte del centrodestra, i continui tentativi di revisionismo storico, sono campanelli di allarme che si affiancano a provvedimenti del governo che sembrano volere riportare l’Italia indietro. È importante allora più che mai che questo sia un 25 aprile di Resistenza, Antifascismo e valorizzazione della nostra Carta Costituzionale. Ma anche un 25 aprile di pace e libertà, di speranza per il Sud e per il lavoro. Ecco perché ribadiamo la nostra opposizione all’autonomia differenziata, un disegno che mina alle fondamenta l’unità del Paese riducendolo ad un assembramento di ‘statarelli’ e lasciando indietro il Sud. Su temi come la sanità, la scuola, i trasporti si creerebbe una secessione di fatto, veri e propri strappi e un impoverimento progressivo dei territori che porterebbe ad un aumento dell’emigrazione e dello spopolamento premiando chi ha maggiori risorse. A proposito dell’idea di Paese che il governo cerca di propinare, non possiamo non stigmatizzare come lo stesso vocabolo sia sempre meno usato dal centrodestra a favore di termini privilegiati dal Ventennio come quello di ‘nazione’, nel nome del quale il ministro dell’Agricoltura parla dell’immigrazione come un tentativo di ‘sostituzione etnica’. Noi che in Calabria abbiamo vissuto la tragedia di Cutro non possiamo che inorridire di fronte all’idea stessa e all’uso di termini propri della cultura nazista, intrisi di razzismo e logiche lontane dalle fondamenta del nostro Paese.  Ecco perché come Cgil riteniamo che ci sia la necessità di una lotta antifascista quotidiana, a favore di un Paese democratico, unito e accogliente, basato su un lavoro governato da logiche sane. Che sia 25 aprile sempre!»

Il segretario generale della CISL Luigi Sbarra ha detto che il 25 aprile «ci ricorda il valore universale della lotta per l’autodeterminazione e la democrazia. “La Resistenza questo è stato: un moto eroico di dignità, coraggio e fratellanza umana, in cui il Paese, con le sue diverse culture popolari, socialiste, comuniste e liberali, si è unito contro la violenza ed il sopruso nazifascista. Sacrificio che ha posto le basi della nostra Costituzione ed ha indicato in tutta Europa la via dell’integrazione e di una pace duratura. Ma pace, democrazia e libertà, come ha detto il presidente Mattarella, mai sono acquisite per sempre: bisogna costruirle e difenderle ogni giorno, ovunque siano minacciate. Ecco perché non possiamo che sostenere l’eroica resistenza ucraina di fronte alla sanguinaria aggressione russa. Un sostegno che richiede posizioni nette, non ammette equidistanze ambigue e non può esaurirsi nelle sole parole: dev’essere invece concreto e tangibile e tradursi in supporto vero, materiale e logistico, verso la popolazione, i profughi ed i combattenti. È fondamentale indurre le truppe di Putin al cessate il fuoco e ridare piena titolarità alle diplomazie. La pace è l’obiettivo da raggiungere: ma deve essere una pace dignitosa per l’Ucraina e non può coincidere con le ambizioni imperialistiche di un autocrate che vorrebbe spostare i confini d’Europa con i blindati. In gioco c’è l’Europa tutta e i valori delle democrazie liberali sanciti anche dal sangue dei nostri partigiani”.

Un documento della UIL sottolinea che «La liberazione dal nazifascismo avvenuta grazie alla lotta dei partigiani italiani e delle forze alleate è una delle pagine più belle del nostro Paese. Per la UIL la festa del 25 aprile incarna i valori della libertà e della democrazia che vanno costantemente difesi e vivificati. Quest’anno festeggiamo il 25 aprile in una situazione drammatica per l’Europa.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è un fatto inaudito contro l’autodeterminazione dei popoli e rappresenta un atto di guerra inaccettabile. La UIL, fin dal primo minuto dell’invasione, è stata al fianco del popolo ucraino. La federazione russa si sta macchiando di odiosi crimini di guerra nei confronti della popolazione civile, in particolare su donne e bambini, per i quali dovrà rispondere. L’Italia, l’Europa e tutto l’Occidente devono incrementare gli aiuti all’Ucraina con ogni mezzo, sostenendo attivamente la resistenza del popolo ucraino». (rrm)

REGGIO – La sezione Anpi Condò lancia un concorso artistico per il 25 aprile

In occasione della Festa della Liberazione, la sezione Anpi “Ruggero Condò” di Reggio Calabria ha indetto un Concorso multidisciplinare rivolto agli studenti delle Scuole secondarie di primo e secondo grado della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Un’iniziativa di carattere culturale volta a testimoniare, attraverso opere musicali, cinematografiche, figurative, letterarie e teatrali, come l’antifascismo sia portatore di libertà, giustizia e democrazia. L’iniziativa, promossa in sinergia con la Città Metropolitana, il Comune di Reggio ed in collaborazione con l’Associazione Culturale Rhegion, ha come obiettivo primario l’utilizzo di nuove pratiche multimediali per rielaborare e far rivivere fatti, luoghi e idee che stanno alla base della lotta di Liberazione.

Utilizzando gli strumenti creativi artistici si vuole portare attenzione a temi come quello dell’antifascismo come pratica ed impronta culturale; la conquista della libertà come bene essenziale per l’umanità; la democrazia come strumento di conservazione e regolazione degli spazi di libertà in una società complessa. Musica, cinema, teatro, opera letterarie, arti figurative e pittura saranno caratterizzeranno i linguaggi espressivi prescelti per aiutare gli studenti a declinare questi valori a loro modo e nello spirito dei nostri tempi.

Gli allievi che aderiranno al Concorso saranno coadiuvati e supportati nelle loro opere da specialisti dei singoli settori artistico/tecnici. A tutti i partecipanti ed agli Istituti scolastici di provenienza verrà consegnato l’attestato di partecipazione ed un riconoscimento simbolico messo a disposizione dai soggetti promotori e dalle istituzioni locali.

I primi classificati per ciascuna categoria riceveranno, oltre ad un attestato speciale, un viaggio-premio d’istruzione in una delle località italiane teatro delle efferate stragi nazifasciste.

Le opere vincitrici verranno realizzate e/o rappresentate o stampate. La proclamazione dei vincitori avverrà il 25 aprile 2023 alla Villa Comunale nel corso delle celebrazioni della Festa della Liberazione, mentre la cerimonia di premiazione avrà luogo nel corso di una apposita manifestazione che si svolgerà a Reggio in una data da definire nei giorni che vanno dal 25 aprile al 2 giugno 2023.

Sia il Comune, nella persona del consigliere Nino Malara, che la Città Metropolitana, con il delegato alla Cultura Filippo Quartuccio, hanno rimarcato «l’importanza dell’iniziativa sposandone lo spirito convinti della necessità di rafforzare i valori fondanti della Costituzione con la pratica, non solo con la memoria dunque, di quella democrazia nata dall’antifascismo per la garanzia dei diritti inviolabili degli individui e delle nostre comunità quali pilastri di ogni società che si possa definire civile». (rrc)

L’OPINIONE / Filippo Mancuso: Fare sempre riferimento ai valori della Festa della Liberazione

di FILIPPO MANCUSOLe libertà, la democrazia e la solidarietà hanno radici profonde nella ‘Festa della Liberazione’ dal nazifascismo. A quei valori e a quelle istanze etiche, compendiati nella Carta Costituzionale del ’48 e conquistati grazie al coraggio di uomini e donne che hanno pagato prezzi altissimi, occorre sempre fare riferimento.

Soprattutto nei frangenti di grave crisi economica, i cui effetti negativi si ripercuotono sulla coesione sociale del Paese, acuendo la sfiducia dei cittadini nelle Istituzioni. Al dovere della memoria di quelle pagine fondamentali della nostra storia, in cui l’umanità vinse sulla barbarie e si sprigionarono le energie positive che consentirono la rigenerazione nazionale, oggi occorre aggiungere la solidarietà al popolo ucraino che combatte per la propria libertà, ribadendo con fermezza che le controversie non possono mai risolversi con l’aggressione militare. (fm)

Festa della Liberazione all’Istituto Arcuri: Moni Ovadia incontra gli studenti calabresi

In occasione della Festa della Liberazione del 25 aprile, l’Istituto “U. Arcuri” per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, guidato dal prof. Rocco Lentini, ha organizzato una serie di iniziative, che si chiuderanno con Moni Ovadia che incontrerà gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Cittanova, Oppido Mamertina, Reggio Calabria, Soverato, Taurianova.

La prima, Resistere all’oblio. La Calabria e la Liberazione d’Italia, organizzata dalla Cgil, dall’Anpi, e dall’Istituto, si terrà il 25 aprile, e vedrà gli interventi di Michele Petraroia, Celeste Logiacco, Nino Princi e il presidente dell’Istituto “Arcuri” Rocco Lentini.

Agli altri due eventi, dedicati agli studenti delle scuole calabresi, coinvolgeranno il Laboratorio Regionale per la Didattica della Storia e saranno coordinati da Nuccia Guerrisi, direttrice dell’Arcuri e saranno incentrati sulla figura di Bianca Ripepi Sotgiu, una reggina “Giusta tra le Nazioni”, che partendo dalla Piana di Gioia Tauro ha partecipa alla resistenza greca salvando giovani ebrei ed alle fasi cruciali della politica italiana dopo la Liberazione.

Sulla figura di Bianca Ripepi porterà una testimonianza la figlia Donatella Sotgiu; chiuderà le manifestazioni l’incontro il dialogo tra Moni Ovadia e gli studenti partecipanti sul tema “rEsistenze contemporanee”.

Nell’ambito delle iniziative, inoltre, è inserito il concorso annuale La Liberazione della Calabria al quale possono partecipare le scuole calabresi di ogni ordine e grado, entro il 30 aprile, con disegni, grafici, racconti, saggi, testimonianze, collage di immagini e video inerenti l’antifascismo e la liberazione della Calabria. Il concorso è stato vinto, lo scorso anno dall’Istituto comprensivo “Casalinuovo” di Catanzaro, da quello di Serrastretta e dal Liceo “L. da Vinci” di Reggio Calabria. (rrm)

CASTROVILLARI (CS) – Le iniziative del Comune per il 25 aprile

Lunedì 25 aprile, il Comune di Castrovillari ha invitato i suoi cittadini a partecipare a due importanti iniziative: la cerimonia al monumento dei caduti a Piazza Indipendenza e la riconsegna alla città del Cine Teatro Vittoria.

Si inizia con il raduno alle 10 presso piazza municipio per il successivo corteo verso il monumento ai caduti e la deposizione della corona alle ore 10.30. Alle 11.00 riconsegna alla città del cine teatro vittoria. Le restrizioni ancora vigenti per il Covid avrebbero consentito l’accesso ad un numero limitato di persone al teatro.
Per tale motivo si è deciso di aprire il teatro dalle 11.00 alle 13.30 per consentire a tutti l’ingresso in maniera scaglionata e rivedere finalmente una struttura completa in ogni suo aspetto vedendo scorrere le immagini di quel giorno, di tanti anni fa, in cui andò in fumo, girate a suo tempo con tanto di interviste dal compianto Giorgio Massacra e gentilmente concesse dalla figlia Laura giornalista Rai. (rcs)

REGGIO – Verso la costituzione del Comitato per le celebrazioni della Festa della Liberazione

La macchina organizzativa per le celebrazioni del 25 aprile nel territorio della Città Metropolitana inizia a scaldare i motori: iniziano ad arrivare le prime adesioni al Comitato che organizzerà diverse iniziative per la Festa della Liberazione.

È stato fissato un primo incontro per pensare a cosa organizzare a Reggio e provincia e a coinvolgere le istituzioni e le altre realtà civiche, sociali e culturali della città e del suo comprensorio operative nel solco dei valori antifascisti, democratici e repubblicani.

L’incontro è venerdì 25 marzo, alle 17, presso la sede della “Condò” di via Pio XI 94, ci sarà il primo incontro finalizzato all’elaborazione delle linee guida dell’attività del comitato e per eleggere il proprio portavoce.

A questa prima riunione del comitato sono invitati i movimenti e le associazioni antifasciste reggine che a partire dalla pubblicazione di questo comunicato hanno intenzione di aderirvi.

Il comitato, rivolge l’invito anche all’Amministrazione comunale di Reggio e a quella Metropolitana e auspica l’adesione di altri enti e soggetti impegnati sul territorio all’insegna di libertà, giustizia e democrazia. Molteplici le idee, tra queste, quella del “Villaggio della Resistenza” o del “Villaggio della Liberazione”, un presidio, tra memoria del passato, analisi del presente e proposta sul futuro, senza trascurare la cultura e lo stare insieme, che animerà la Villa comunale di Reggio per dodici ore, dalle 9 alle 21.

La giornata inizierà con la tradizionale cerimonia della deposizione di fiori alla Stele del Partigiano, a cui faranno seguito dibattiti, momenti musicali e la presenza di stand, e altre attività proposte e concertate con tutte le realtà che aderiranno.

Al momento, a dare la propria disponibilità sono stati la costituenda sezione ANPI “Ruggero Condò”, EquoSud, Il Cuore di Medea, Associazione Culturale Rhegion, NUDM Reggio Calabria e AGEDO Reggio Calabria. (rrc)

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Celebrata la 76esima Festa della Liberazione

Cassano allo Ionio ha celebrato la 76esima Festa della Liberazione con una manifestazione, organizzata dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gianni Papasso, per sensibilizzare la collettività sulla necessità della commemorazione che contribuisce alla diffusione di valori culturali, sociali ed educativi.

L’evento, semplice ma pregno di significato per fare memoria ricordando si sono immolati per assicurare la libertà e la democrazia alle generazioni future, è stato trasmesso in diretta streaming per dare la possibilità alla cittadinanza di partecipare, sia pure a distanza. Secondo il programma previsto, il sindaco Papasso, accompagnato dal presidente dell’assemblea civica, Lino Notaristefano, dai componenti la giunta comunale, da consiglieri, funzionari dell’ente e da una rappresentanza della Guardia di Finanza, dell’arma dei Carabinieri e della Polizia Locale, è giunto in corteo ai piedi della stele della Vergine Immacolata e monumento ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre dove ha deposto una corona di alloro.

Il momento di raccoglimento, è stato segnato dalle note del silenzio intonate dalla tromba del Maestro Giacinto Casella. La ricorrenza, meritevole sempre di particolare attenzione, riveste un significato notevole per l’intera comunità, costituendone un richiamo alla memoria e alla riconoscenza, nonché un invito alla riflessione, sia per le fasce di popolazione che non hanno vissuto in prima persona gli eventi tragici di quel periodo, sia per la popolazione anziana che li ha vissuti direttamente.

«Ricordare la vittoria di allora – ha commentato il sindaco Papasso – significa impegnarsi quotidianamente affinché la civiltà di oggi non sia nuovamente a rischio». (rcs)

CASTROVILLARI -Celebrata la Festa della liberazione

Celebrato questa mattina a Castrovillari il 76° anniversario della Liberazione dal nazifascismo con la partecipazione di rappresentanti delle Forze Armate, delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni ANPI nonché Combattentistiche e d’Arma.

Il Sindaco, Domenico Lo Polito, tra la deposizione della corona d’alloro al Monumento ai Caduti e le collocazioni  di due targhe  commemorative – per rammentare Castrovillari Comune di internamento a confino libero -, una al palazzo di città e l’altra in via dei Martiri della Libertà (prima intersezione sulla destra di via dei Martiri 1799 arrivando da corso Garibaldi), ha rilanciato la tensione ideale dell’occasione, che unisce cittadini ed Organismi dello Stato, per affermare le ragioni che danno forza ai valori dello stare insieme, quanto mai importanti in questo Tempo di prova e di smarrimento.

E nello specifico ha tra l’altro detto: «Anche quest’anno l’emergenza sanitaria ci costringe a celebrare e festeggiare il 25 aprile in modo distanziato e vigile; nonostante tutto la pandemia, dolorosa e complessa, che stiamo attraversando fa sì che questa data, fondamentale per la Storia del nostro Paese, abbia un significato ancora più profondo e dia un segnale di speranza ancora più grande nella coralità della Memoria sul ruolo della Libertà, che ha bisogno continuamente di quella unità sostanziale per abbattere ogni percezione di paura, d’incertezza, di fragilità che ci presenta il “periodo”, anche a rischio di nichilismo: quel disfattismo che vorrebbe cassare tutto e, soprattutto, la positività nel reale che si pone e provoca per far crescere e suscitare azioni».

«Se vogliamo, così, contribuire alla ripresa dobbiamo, ognuno, assumerci – ha aggiunto il primo cittadino – le responsabilità consegnate da questo Tempo inaspettato, segnato da un’urgenza umana bisognosa di scelte da prendere con un impeto nuovo che preme inequivocabilmente proprio come la Libertà che la ricorrenza richiama grazie a chi si sacrificò per questa ragione di vita, espressione di dignità che afferma tutti i fattori che costituiscono la persona». (rcs)