Fortunato Amarelli presidente Unione imprese centenarie italiane

Una impresa storica del territorio calabrese ottiene un prestigioso riconoscimento attraverso il suo management. Un nuovo prestigioso incarico per l’imprenditore Fortunato Amarelli, chiamato a presiedere l’Unione Imprese Centenarie Italiane, associazione nata nel 2000 a Firenze e che oggi abbraccia 46 storiche aziende di 12 regioni d’Italia.

«Siamo particolarmente felici per il nuovo mandato di rappresentanza che l’assemblea generale dell’Unione Imprese Centenarie Italiane ha inteso affidare al nostro dirigente Amarelli, presidente del Digital Innovation Hub Calabria e fino a qualche mese fa alla guida degli Industriali della provincia». Lo dichiara Giovan Battista Perciaccante, presidente di Confindustria Cosenza, di Ance Calabria e vicepresidente nazionale di Ance con la delega al Mezzogiorno ed alle Isole.

«Insieme al Componente del Consiglio Generale di Confindustria Natale Mazzuca, al presidente f.f. di Ance Cosenza Giuseppe Galiano ed a tutto il Consiglio Direttivo di Confindustria Cosenza e con il direttore Rosario Branda, esprimiamo i migliori auguri a Fortunato Amarelli – continua il presidente Perciaccante – collega alla guida di una azienda ultracentenaria che ha saputo varcare i confini nazionali e che è un vanto per l’economia del Sud del Paese. Da imprenditore vanta una solida esperienza associativa e grazie alle competenze maturate, al garbo che gli è proprio è capace di promuovere reti e momenti di aggregazione importanti e rappresentare ai massimi livelli gli interessi e la cultura imprenditoriale».

Dice bene il neo presidente dell’Unione Imprese Centenarie Italiane Fortunato Amarelli che «le aziende centenarie rappresentano un patrimonio inestimabile per il nostro Paese. Non solo storia ma soprattutto ingegno, resistenza, resilienza e tantissima innovazione, valori quanto mai essenziali soprattutto in un periodo storico, dal futuro incerto, come quello che stiamo vivendo».

Le Imprese Centenarie associate all’Unione che ha sede a Firenze, sono realtà di prestigio in varie regione italiane, sono la più sincera espressione della qualità imprenditoriale, dedite con ultra-centenaria esperienza alla produzione di beni e servizi, quali cultori del ciclo completo, che ha generato Fondazioni e Musei d’Impresa, come espressioni della tradizione radicata nel territorio di origine e comunque alimentata da un continuo spirito di innovazione.

Il mandato del presidente Uici Fortunato Amarelli e del neo Consiglio di Amministrazione avrà durata quadriennale. (rcs)

Fortunato Amarelli saluta Confindustria Cosenza. Convocata l’assemblea per il rinnovo dei vertici

«Lo scenario di riferimento in cui si trovano ad operare le imprese e i policy maker è in profondo e continuo cambiamento; incerto e complesso al punto da costringere le imprese ad aumentare il loro grado di resilienza e la forza di reagire a eventi imprevisti, mantenendo la loro efficienza». Lo ha dichiarato Fortunato Amarelli, presidente di Confindustria Cosenza nel corso del Consiglio Direttivo di Confindustria Cosenza che ha riunito i vertici dell’Associazione degli Industriali nell’antica e prestigiosa sede della Fabbrica di Liquirizia Amarelli di Rossano Corigliano.

«L’aumento delle tensioni geopolitiche, la Brexit, la diffusione della pandemia da Covid-19, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’aumento degli attacchi informatici e l’effetto dei cambiamenti climatici sono tra i fattori che maggiormente hanno messo in evidenza le fragilità delle profonde interdipendenze tra le economie, impattando direttamente sulle imprese. Ma le imprese sono il luogo dell’operatività, della progettualità, della costruzione di ricchezza da distribuire nella comunità. Come diceva Adriano Olivetti l’impresa distribuisce ricchezza, cultura, servizi e democrazia ed al centro della fabbrica c’è l’uomo».

Tanti gli argomenti di discussione al centro dei lavori del Consiglio Direttivo, l’ultimo presieduto da Fortunato Amarelli che si appresta a lasciare il timone della guida degli industriali cosentini al presidente designato Giovan Battista Perciaccante per fine mese.

La data individuata dal Consiglio per lo svolgimento dell’Assemblea dei soci è martedì 26 settembre 2023 quando nel corso della mattinata si svolgeranno i lavori in seduta privata per procedere alla elezione del nuovo presidente, cui seguirà la parte pubblica aperta alla partecipazione di autorità ed invitati, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto, dei presidenti nazionali di Confindustria Carlo Bonomi e di Ance Federica Brancaccio.

«Ringrazio gli imprenditori associati – ha continuato Fortunato Amarelli – per l’onore che mi hanno concesso nel rappresentarli per quattro impegnativi anni da presidente di Confindustria Cosenza, una organizzazione territoriale protagonista da quasi cento anni della vita civile ed economica della nostra società. Coadiuvato dal Comitato di presidenza, dal past presidente Natale Mazzuca, dal Consiglio Direttivo, da autorevoli colleghi e dalla squadra tecnica guidata dal direttore Rosario Branda, mi sono impegnato nell’affermazione dei valori dell’impresa e del loro concretarsi in direzione dello sviluppo e della crescita tanto dell’imprenditoria che dell’economia del territorio. Un impegno sicuramente esaltante in una Associazione che considero una seconda famiglia, nella quale ho avuto modo di assumere nel tempo diversi incarichi di rappresentanza. Il presidente designato Giovan Battista Perciaccante saprà fare benissimo grazie alle forti competenze ed all’esperienza che ha maturato da presidente dell’Ance territoriale, regionale e da vicepresidente nazionale, oltre agli incarichi nella sede territoriale ed in Unindustria Calabria».

Tanti gli interventi di ringraziamento da parte dei colleghi presenti, presidenti delle sezioni merceologiche e consiglieri del Direttivo.

Nel corso della mattinata di lavoro è stato presentato il progetto BiG Academy (Business, Innovation, Growth) messo a punto da una scuola di Alta Formazione manageriale gestita da Baker Hughes-Nuovo Pignone, Thales, El.En Group, Kme, Leonardo e dall’Università degli Studi di Firenze a cura del vice presidente di Baker Hughes Paolo Ruggeri e di Maria Francesca Marino, direttore dello stabilimento Baker Hughes di Vibo Valentia.

«Il futuro è per definizione plurale – ha concluso Fortunato Amarelli – provare ad immaginarlo consente di guardare con la giusta luce il presente e ad individuare progetti e percorsi virtuosi da perseguire nel breve periodo, ma offre anche un’occasione formidabile per orientare sensibilità, sistemi di valore e consapevolezze diffuse sulla coerenza delle azioni di oggi con le prospettive future». (rcs)

Fortunato Amarelli Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana

Prestigioso riconoscimento per l’imprenditore cosentino Fortunato Amarelli, che è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.

Cinquanta anni, laurea in Giurisprudenza e master alla SDA Bocconi, Fortunato Amarelli è Amministratore Delegato della Amarelli Fabbrica di Liquirizia di Rossano e rappresenta la dodicesima generazione di una famiglia di imprenditori che opera sin dal 1731 nella produzione della liquirizia. I prodotti dell’azienda sono conosciuti in tutto il mondo e commercializzati in oltre 26 Paesi. Il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”, ubicato accanto allo storico palazzo di famiglia e sede della fabbrica, è il secondo museo d’impresa più visitato in Italia. Fortunato Amarelli ricopre anche gli incarichi di presidente del Digital Innovation Hub Calabria, consigliere nazionale Associazione Italiana delle Aziende Familiari e Unione Imprese storiche d’Italia, componente del Comitato di Presidenza Unindustria Calabria.

«Siamo felici per il riconoscimento che il presidente della Repubblica Mattarella ha inteso conferire al massimo rappresentante degli industriali nella nostra provincia attraverso le mani del Prefetto della provincia Vittoria Ciaramella – commenta il vicepresidente nazionale Ance e presidente di Ance Calabria e Cosenza, Giovan Battista Perciaccante – perché premia un impegno serio e tenace teso alla promozione della cultura d’impresa come generatrice di ricchezza per il territorio, che mette al centro i temi dell’etica e della legalità, che sa valorizzare da protagonista il Made in Calabria ed il Made in Italy. Insieme al collega Natale Mazzuca del Comitato di Presidenza, ai colleghi del Consiglio Direttivo e al Direttore Rosario Branda con la struttura tecnica formuliamo i migliori auguri per il prestigioso attestato».

«Sono onorato per l’onorificenza ricevuta – ha commentato il Cavaliere Fortunato Amarelli – e sono grato alle tante persone che lavorano con me e condividono progetti, impegni, visioni. Mi preme lodare il lavoro di tantissime persone impegnate in Confindustria ai vari livelli e quelle che operano nella mia azienda. Nel lavoro che facciamo dedichiamo tutte le energie possibili. La nostra è una missione, rappresentiamo la Calabria al meglio delle nostre possibilità». (rrm)

LA RIPARTENZA RISCHIA UN AMARO RINVIO LA CALABRIA IDEALE PER DELOCALIZZARE

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Quella tanto agognata ripresa sembra essere a rischio, non solo per l’Italia, ma anche per la Calabria. Nel rapporto L’economia italiana alla prova del conflitto in Ucraina del Centro Studi di Confindustria, si parla, infatti, di una “recessione tecnica”, con un calo, nella migliore delle ipotesi, di -0,2% e di -0,5% nei primi due trimestri a causa degli effetti negativi della guerra, per poi immaginare una previsione (rivista ancora in calo) della crescita del 2022 pari al +1,9%.

Previsioni che, tuttavia, non costituiscono buone notizie per la nostra regione, soprattutto se, tra la serie di rischi non nuovi indicati dal Centro Studi, c’è «uno slittamento dei tempi di attuazione del Pnrr o una sua minore efficacia nell’alzare la crescita potenziale». Un rischio che deve essere impedito, in virtù del fatto che il rilancio e lo sviluppo della Calabria – e del Mezzogiorno – dipende da quei preziosi fondi con cui si possono ammodernare e realizzare nuove infrastrutture, migliorare il welfare, il lavoro e tutto ciò che potrebbe migliorare la vita dei calabresi.

Eppure, il Centro Studi ha evidenziato come «anche gli effetti positivi derivanti dall’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono a rischio, perché alcuni degli investimenti previsti potrebbero essere di difficile realizzazione ai prezzi attuali. Inoltre, la scarsità di vari materiali potrebbe rendere difficoltoso realizzare alcuni investimenti nei tempi previsti. È, quindi, probabile che alcuni progetti debbano essere rivisti alla luce del contesto attuale, affinché il Piano possa essere effettivamente implementato».

Ma non è solo il Pnrr a rischio. Come evidenziato dal Centro Studi,  la guerra in Ucraina ha avuto un impatto di non poco conto sull’attività economica, e «agisce come uno shock di offerta profondo, al momento difficilmente quantificabile, perché il quadro è in continua evoluzione».

«In Italia – si legge nel rapporto – i rincari di petrolio, gas, carbone, stanno facendo crescere i costi delle imprese. Da un’analisi svolta con l’utilizzo delle tavole input-output, l’incidenza dei costi dell’energia sul totale dei costi di produzione (a parità delle voci di costo non energetiche) aumenterebbe del 77% per il totale dell’economia italiana, passando dal 4,6% nel periodo pre-pandemico (media 2018-19) all’8,2% nel 2022. In euro, questo impatto si tradurrebbe in una crescita della bolletta energetica italiana di 5,7 miliardi su base mensile, ovvero in un maggior onere di 68 miliardi su base annua. Il settore maggiormente colpito è di gran lunga la metallurgia, dove l’incidenza potrebbe sfiorare il 23% alla fine del 2022, seguito dalle produzioni legate ai minerali non metalliferi (prodotti refrattari, cemento, calcestruzzo, gesso, vetro, ceramiche), dove l’incidenza dei costi energetici potrebbe arrivare al 16%, dalle lavorazioni del legno (10%), dalla gomma-plastica (9%) e dalla produzione di carta (8%)».

«Le imprese – secondo il rapporto – hanno finora in gran parte assorbito nei propri margini, fino ad annullarli in alcuni casi, questi aumenti dei costi, invece di scaricarli sulle fasi successive della produzione. I margini erosi spiegano perché l’inflazione core in Italia è bassa, molto più che altrove. L’unico aspetto positivo è che questo andamento di prezzi e margini ha salvaguardato la competitività delle imprese italiane rispetto a quelle di altri paesi, ma non è sostenibile. Per questo diverse imprese stanno riducendo o fermando la produzione, o prevedono di farlo nei prossimi mesi».

«D’altra parte, i rincari dei prezzi energetici (+52,9% annuo a marzo) comprimono il potere d’acquisto delle famiglie e ciò influirà sull’ampiezza e il ritmo di crescita dei consumi, il cui recupero è stato prima ostacolato dall’aumento dei contagi e ora anche dalla maggiore incertezza che influenza la fiducia, che a marzo è crollata. La normalizzazione della propensione al risparmio delle famiglie, ancora elevata nel 2021 (13,5% in media fino al terzo trimestre) appare quindi rinviata. Famiglie e imprese, infatti, saranno indotte a rivedere cautamente le proprie decisioni di consumo e di investimento. L’indice di incertezza della politica economica per l’Italia è salito del 21,1% nella media dei primi due mesi del 2022 rispetto al quarto trimestre del 2021 ed è destinato ad aumentare ulteriormente da marzo».

Il Centro Studi, poi, ha evidenziato come «La guerra sta amplificando le difficoltà nel reperimento di materie prime e materiali, in particolare per quelli che provengono dai tre paesi coinvolti»e che ciò comporta «in primo luogo, uno shock concentrato in specifiche produzioni. In secondo luogo, poiché si tratta di input a monte delle catene globali del valore, utilizzati in numerose produzioni a valle, gli effetti di colli di bottiglia si amplificheranno lungo le filiere, fino ai beni di consumo e investimento».

«Ma l’export di beni – viene evidenziato – è penalizzato dal conflitto anche perché questo tenderà a rafforzare le strozzature nella rete di approvvigionamento globale, già manifestatesi nel 2021. La specializzazione geografica dell’export italiano, più rivolta ai paesi della UE, non aiuterà; come anche la specializzazione merceologica del nostro export, in cui ad esempio conta molto il settore dei prodotti in metallo».

«I numeri che escono dal rapporto del Centro Studi – ha dichiarato Fortunato Amarelli, presidente di Confindustria Cosenza – allarmano e rendono urgente una azione aggiuntiva rispetto a quanto fatto fino ad ora imponendo un tetto per il prezzo del gas. Perché le misure fin qui adottate dal Governo sul fronte del caro-energia non sono sufficienti ed appaiono di mero respiro temporale mentre i rincari di petrolio, gas e carbone, stanno facendo crescere, purtroppo, i costi per le imprese e ne stanno minando, in non pochi casi, la stessa sopravvivenza».

Per il numero uno degli industriali cosentini, questi rincari potrebbero avere un impatto negativo sull’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza perché gli investimenti previsti potrebbero risultare di difficile realizzazione ai prezzi attuali e nei tempi previsti.

«Proprio di questo tema cruciale, cioè del Pnrr legato alle opportunità e progettualità che potrebbero interessare la Calabria e la provincia di Cosenza in particolare – ha sottolineato Amarelli – abbiamo parlato nei giorni scorsi in occasione del primo Consiglio Direttivo itinerante di Confindustria Cosenza tenuto presso Alfagomma, una delle principali aziende del territorio».

Gli imprenditori hanno rimarcato il ruolo sociale ed economico svolto dal sistema delle imprese, tanto in termini di sviluppo dei territori quanto in termini occupazionali ed hanno chiesto ai rappresentanti di governo delle istituzioni politiche maggiore attenzione per il superamento di alcuni gap che limitano lo svolgimento delle attività, in primis lo snellimento della burocrazia.

«Aziende come l’Alfagomma – ha spiegato Amarelli – ci dimostrano che è possibile fare impresa in Calabria a livelli eccellenti ed in molteplici campi. L’attenzione alle competenze ed al capitale umano, il rigore e la serietà con le quali viene portata avanti l’attività risultano premianti. Se supportati e messi nelle condizioni di poter bene operare, potrebbero svilupparsi tante nuove attività perché non ci difetta la volontà e la capacità di fare. Ciò che abbiamo registrato in questa attività di ascolto sul campo, evidenziata negli interventi degli imprenditori presenti in rappresentanza delle realtà di tutti i territori della provincia ci induce ad essere positivi, a provare a fare sempre di più e meglio in un territorio che abbia consapevolezza del valore strategico delle imprese tanto dal punto di vista economico che sociale».

«Lo sviluppo della Calabria – ha detto ancora Fortunato Amarelli – non potrà che passare anche attraverso l’attrazione di investimenti esterni, come nel caso di Alfagomma. La nostra regione, più di altre, può candidarsi ad essere il luogo ideale per delocalizzazioni domestiche, grazie ad incentivi mirati, minor costo della vita e risorse umane competenti, unite a semplicità di gestione, lingua, legislazione e raggiungibilità che costituiscono un’importante vantaggio competitivo. Bisogna però prestare immediata attenzione alle zone industriali, che da abbandonate e degradate devono diventare luoghi puliti, organizzati ed infrastrutturati».

«Come sempre – ha concluso il presidente di Confindustria Cosenza – è il fattore tempo a determinare il successo di ogni iniziativa, gli esiti della nuova emergenza, che ha cause soprattutto internazionali, limiteranno fortemente gli scambi con l’estero ma tenderanno a riportare in Italia la produzione manifatturiera, occorre essere pronti a cogliere questa opportunità». (ams)

 

Green pass, Amarelli (Confindustria Cs): Obbligo tutela salute e rilancia l’economia

Fortunato Amarelli, presidente di Confindustria Cosenza, ha ribadito come «l’obbligo del  sui luoghi di lavoro va vista come una opportunità, sia in termini di tutela della salute che di rilancio economico e salvaguardia dei luoghi di lavoro».

«Di fronte a chi ritiene il green pass una minaccia alla libertà individuale – ha aggiunto – abbiamo l’obbligo di ricordare i decessi che la pandemia ha procurato, i costi generati dal lockdown, le settimane di tensione che abbiamo vissuto. Noi abbiamo l’interesse ad incentivare la vaccinazione, anche sui luoghi di lavoro che sono quelli della produzione del valore, dove si genera ricchezza per la comunità, perché abbiamo capito che è l’arma più efficace per contrastare il Covid19».

«I tamponi non sono, invece – ha spiegato – la strada che possiamo indicare, sia per i costi che per la disponibilità, ma soprattutto perché non sono risolutivi. Siamo contrari ai tamponi gratuiti per i lavoratori perché costituirebbero un deterrente alla vaccinazione: pagare i tamponi a chi non si vaccina va contro il fine con cui il Governo ha varato questo provvedimento, cioè incentivare le vaccinazioni».

Sul fronte dell’obbligo dell’esibizione del green pass sui luoghi di lavoro, Confindustria sta lavorando da tempo ed ha informato e formato le aziende sul da farsi.

«Le nostre imprese – ha proseguito – sono preparate a gestire le procedure indicate dal Decreto Legge e sono fiduciose che non si presenteranno molti problemi. In tempi non sospetti abbiamo lavorato ad una intesa con i Sindacati per il completamento della campagna vaccinale, perché nessuno può permettersi di soffocare sul nascere la ripresa in atto che vede la nostra regione costretta anche a recuperare ulteriori gap creatisi negli ultimi anni, che vanno ad aggiungersi a quelli storici».

«A metà settembre – ha concluso – abbiamo richiamato tutti all’assunzione di nuove responsabilità per mettere in atto iniziative virtuose capaci di innescare effetti moltiplicatori solidi e dal respiro lungo restituendo fiducia ai cittadini, alle imprese ed ai nostri giovani disorientati verso le prospettive di un futuro che appare incerto». (rcs)

Fortunato Amarelli presidente del Digital Innovation Hub Calabria

Prestigioso incarico per Fortunato Amarelli, che è stato eletto presidente del Digital Innovation Hub Calabria, il centro per la ricerca e la trasformazione digitale al servizio del territorio e per supportare le imprese nell’adozione di progetti di trasformazione digitale e di Industria 4.0.

Nato nel 2017, su impulso di Unindustria Calabria, Regione Calabria, l’Università della Calabria, l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, l’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, Confindustria Digitale ed il Cluster Fabbrica Intelligente – il Digital Innovation Hub Calabria svolge attività finalizzata alla trasformazione digitale delle imprese aventi sede operativa nel territorio calabrese e porta avanti iniziative atte a favorire il trasferimento tecnologico, l’innovazione e la ricerca.

Presidente di Confindustria Cosenza, sede territoriale di Unindustria Calabria, l’imprenditore Fortunato Amarelli, 48 anni, Amministratore Delegato della Amarelli Fabbrica di Liquirizia di Rossano, subentra alla guida del Calabria Dih a Natale Mazzuca, chiamato dal presidente Carlo Bonomi alla vicepresidenza nazionale di Confindustria con delega all’Economia del Mare.

Alla riunione del Consiglio del Digital che ha ratificato le nomine, svoltasi in modalità a distanza, hanno partecipato i professori Gino Mirocle Crisci e Claudio De Capua  in rappresentanza degli atenei calabresi, gli imprenditori Fortunato Amarelli e Natale Mazzuca per il sistema confindustriale, Elio Catania per Confindustria Digitale e Gianluigi Carlo Viscardi per il Cluster Fabbrica Intelligente.

Cambia anche il direttore, con Paolo Strangis, già innovation manager del DIH Calabria ed esperto di politiche di Innovazione Digitale, che subentra al professore Luigino Filice del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale dell’Unical e con numerosi ulteriori prestigiosi incarichi nazionali e internazionali.

Ottimi i risultati finora raggiunti dal Dih Calabria nei primi tre anni di attività successivi allo startup, «tutti volti all’approfondimento dei fabbisogni delle aziende calabresi – ha sottolineato il presidente uscente Natale Mazzuca – mediante la somministrazione di numerosi test di valutazione della maturità digitale delle aziende. Ringrazio tutti i componenti il Consiglio Direttivo ed il Direttore Filice per le competenze messe a disposizione per l’avvio efficace del progetto e la creazione di un sistema dell’innovazione utile al territorio».

Strettamente correlato allo sviluppo della rete nazionale dei Digital Innovation Hub – promosso dal Mise con il Piano Industria 4.0 e coordinato da Confindustria con il progetto #preparatialfuturo – il Dih Calabria sarà caratterizzato da un nuovo protagonismo «grazie alla centralità delle politiche d’innovazione nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha dichiarato il neo presidente Fortunato Amarelli – in virtù del quale il Dih Calabria, per il suo status istituzionale e terzo, può costituirsi necessario ponte tra il mondo dell’innovazione, nel senso ampio, e quello delle imprese calabresi. Una necessità di mettere a fattor comune tutte le risorse regionali per sfruttare nel migliore dei modi questa nuova fondamentale opportunità di sviluppo».

In quest’ottica, il Dih Calabria ha già avviato un programma d’incontri con gli attori dell’innovazione nazionale e regionale finalizzati alla costruzione di una rete di competenze adeguata a rispondere alle sfide che si prospettano all’orizzonte, oltre ad aver già avviato la pianificazione di una serie di iniziative mirate, già dalla prossima primavera, ad intercettare il fabbisogno di servizi delle imprese e dei diversi territori regionali. (rcs)

Fase 2. Amarelli, Confindustria Cosenza: ripartenza a rischio in assenza di aiuti

Sono troppi i rischi di un inevitabile ritardo nella ripartenza per la cosiddetta Fase due: imprenditori, esercenti e commercianti hanno grosse difficoltà di cassa e il bilancio della prima settimana di riapertura delle attività commerciali e produttive non è brillante. Lo sostiene il presidente degli industriali di Cosenza Fortunato Amarelli secondo il quale «Le aziende devono gestire un ritorno non facile. Complicato perché denso di procedure, formazione, approvvigionamenti ed organizzazioni interne nuove. Il tutto con la difficoltà di dover affrontare queste novità dopo due mesi di fermo, con evidenti problemi di flussi di cassa. Con grande dignità gli imprenditori si stanno facendo carico di questa grave situazione in attesa di strumenti concreti che possano permettere di pensare al futuro in maniera positiva. La paura di non reggere quest’onda d’urto – denuncia il presidente di Confindustria Cosenza – rischia di indurre a ridurre costi, investimenti e progettazione. Questo l’Italia non può permetterselo. Le misure messe in campo dal Governo che riguardano la cassa integrazione o l’accordo sulla moratoria sui prestiti, hanno funzionato e sono fondamentali in questa crisi. Il decreto liquidità invece sta presentando non poche criticità nella gestione operativa. È stato chiesto alla banche – ricorda Amarelli – di fungere da intermediarie nell’erogazione per arrivare con rapidità a ristorare gli imprenditori. In realtà il sistema si è inceppato. Le banche, non sentendosi garantite a sufficienza, non hanno voluto cedere sulla loro discrezionalità. Quello che sembrava essere un ottimo strumento sulla carta, nell’attuazione pratica è servito quasi a nulla. La speranza è che attraverso le modifiche apportate possa tornare ad essere utile. In ogni caso, arriverà in forte ritardo».

In un’intervista all’Adnkronos – Amarelli ha detto che «La burocrazia non permette di porre in essere azioni che poi abbiano effetti immediati sul sistema produttivo. Gli strumenti messi in campo sono sufficienti, ma sulla capacità di arrivare presto nell’economia bisogna ancora lavorarci. I ritardi comportano la difficoltà delle aziende di far fronte alle proprie scadenze ed il rischio di fallire per il Covid-19. Non possiamo pensare – sottolinea il presidente di Confindustria Cosenza – che società già in difficoltà che stavano per cessare le attività si risollevino ora, però non dobbiamo far chiudere quelle che funzionavano. Se un’azienda muore, perdiamo la capacità di produrre ricchezza e di erogare stipendi. Il presidente di Confindustria in maniera decisa aveva chiesto ad inizio pandemia  di dare liquidità alle imprese, di poter sottoscrivere dei mutui trentennali garantiti dallo Stato, di saldare i debiti con i privati maturati dalle pubbliche amministrazioni e si sbloccare i 150 miliardi di euro stanziati per le opere pubbliche. Atti che se posti in essere in tempo sarebbero stati sufficienti per superare questo periodo creando anche posti di lavoro. Servono con urgenza strumenti nuovi di sostegno al consumo: imprenditori e cittadini devono essere incentivati ad investire nel futuro altrimenti tenderanno al risparmio. Ai miei colleghi – conclude Amarelli – dico di avere fiducia nel futuro perché gli imprenditori devono mantenere l’ottimismo che è alla base del nostro lavoro. Possiamo essere noi in questa fase a fare la differenza, se continueremo a progettare e a far crescere le imprese, risolleveremo l’occupazione e l’economia del Paese».  (ed)

La fotografia è di Luigi Salsini