RENDE (CS) – Intitolate a Franco Dionesalvi e Antonello Antonante due luoghi della città

Saranno intitolate alla memoria di Antonello Antonante e Franco Dionesalvi rispettivamente la Sala Polivalente del Parco Acquatico e la Sala Tokyo del Museo del Presente di Rende.

La giunta ha infatti deliberato stamane la decisone su proposta della vicesindaca Marta Petrusewicz che adesso sarà presentata alla Prefettura per ricevere il placet definitivo essendo i due artisti scomparsi da meno di dieci anni.

«Considerato che la scelta relativa all’intitolazione di strade, aree ed edifici o porzione di essi deve ricadere preferibilmente su persone che si siano distinte in campo civile, professionale o artistico e delle quali si intende onorare e perpetrare la memoria, abbiamo ritenuto doveroso intitolare la Sala Polivalente del Parco Acquatico con la speranza che essa possa divenire in futuro luogo di teatro, cultura e arte, attualmente non denominata, a Antonello Antonante, che si è distinto come attore, autore, regista e Fondatore del Centro Rat – Teatro dell’Acquario di Cosenza, e dell’attuale Sala Tokyo del Museo del Presente a Franco Dionesalvi che oltre ad essere poeta, giornalista, drammaturgo, docente stimato, è stato ideatore e animatore del Museo del Presente», ha spiegato l’assessora alla cultura.

IL RICORDO / Anna Maria Ventura: Dionesalvi e Antonante, due visionari al servizio della cultura

di ANNA MARIA VENTURAFranco Dionesalvi, professore e assessore alla Cultura di Palazzo dei Bruzi dal 1997 al 2002, durante la sindacatura di Giacomo Mancini, era laureato in giurisprudenza e in pedagogia, Si è spento il 6 Luglio, all’età di 66 anni, a Milano, dove si era trasferito per insegnare filosofia in un liceo classico della città.

A lui si deve, fra le tante iniziative, la Casa delle Culture, a Cosenza. La sua scomparsa ha suscitato molte reazioni. Fra i primi a parlare il sindaco Franz Caruso. «Cosenza piange, addolorata ed incredula – ha detto – la scomparsa di Franco Dionesalvi, intellettuale di spicco della nostra città, ma soprattutto poeta, come amava definirsi».

Il grande impulso che Franco Dionesalvi seppe dare alla crescita culturale della città di Cosenza è riassunto in quella autentica messe di eventi che portano la sua firma e che sono stati consegnati indelebilmente all’immaginario collettivo: dalla Festa delle Invasioni che contribuì a rianimare e a far rivivere e ripopolare il centro storico della città e a riqualificare anche altri luoghi, togliendoli da una situazione di marginalità, al Capodanno in Piazza, altra sua felice intuizione ,che, con il concerto di Franco Battiato, fece entrare ufficialmente Cosenza nel 2000.

Franco Dionesalvi era una persona colta ed estremamente poliedrica: non solo poeta, ma anche scrittore e arguto giornalista, saggista, e, per quel che ha dato alla città, amministratore illuminato. Qualità che Giacomo Mancini ebbe la felice intuizione di utilizzare al meglio affidandogli l’assessorato alla cultura, scommettendo sulle sue indiscutibili capacità e sulla sua visionarietà.

«Di lui Cosenza conserverà a lungo il ricordo e si adopererà per mantenerne viva la memoria. In questa direzione la mia Amministrazione comunale – ha affermato il Sindaco Franz Caruso – si farà promotrice di iniziative adeguate». 

 Nemmeno a Rende fece mancare la sua collaborazione. A lui si deve l’idea del Museo del Presente, emblema della sua concezione contro la musealizzazione, a favore della costruzione permanente della cultura nel dibattito pubblico.

Nello stesso giorno  è morto Antonello Antonante, che con Dionesalvi aveva collaborato tante volte nel passato. Li accomunava la stessa concezione di cultura visionaria e in movimento, capace di collegare il presente sia al passato che al futuro. La loro morte è stata una coincidenza bruttissima per le città di Cosenza e Rende e per la Calabria della cultura, che nello stesso giorno perde due grandi intellettuali, due grandi artisti che hanno osato oltre l’immaginario, trasformando idee e progetti in fatti e azioni concrete.

Se la Calabria ha vissuto negli anni Settanta la possibilità di provare un nuovo teatro sperimentale lo si deve ad Antonello Antonante e al Teatro tenda che aveva messo in piedi insieme ai suoi attori a Cosenza. Dalla tenda si è passati poi allo Stabile d’innovazione di via Galluppi , sede del Teatro dell’Acquario.

Nel 2006 Antonante venne nominato direttore artistico del Teatro Rendano di Cosenza dove cercò, in un clima di ristrettezze economiche, di allestire delle stagioni teatrali innovative rispetto al passato. Alla sua tenacia si deve l’opera lirica che Franco Battiato realizzò su Bernardino Telesio. 

Anche per il regista Antonante il Sindaco di Cosenza Franz Caruso ha espresso parole di cordoglio in un messaggio diffuso dopo aver appreso la notizia della morte.

«Desta stupore e meraviglia, dichiara, che tutto sia accaduto nello stesso giorno, considerato il rapporto di particolare amicizia e di grande collaborazione che è sempre esistito tra questi due nomi importanti della cultura della nostra città. Diventa quasi incredibile credervi».

Antonello Antonante, uomo di teatro a tutto tondo, ha attraversato le diverse professioni del palcoscenico: attore, regista, organizzatore, drammaturgo, direttore artistico. Per Cosenza è stato artefice di particolari colpi ad effetto ed ingaggi singolari, portando nel teatro di via Galluppi i nomi più significativi del teatro di ricerca: da Giorgio Barberio Corsetti a Remondi e Caporossi e a tanti altri ancora. Fu anche tra i promotori dell’arrivo a Cosenza, nel 1988, di Dario Fo, cui il Centro Rat dedicò un vero tributo con la messa in scena, ma al Cinema Teatro Citrigno, del testo per eccellenza del premio Nobel “Mistero Buffo”.

Antonello Antonante fu anche direttore artistico del Teatro “Rendano” di Cosenza, dal 2007 al 2011 ,che aspirava a trasformare in un cantiere teatrale in movimento ed in laboratorio permanente, in grado di funzionare tutto l’anno e non solo durante le stagioni di lirica e prosa.

Franco Dionesalvi e Antonello Antonante hanno fatto vivere a Cosenza e Rende un’epoca d’oro. L’epoca delle visioni in cui tutto sembrava possibile. Progetti di cultura avanzata e quasi azzardata avevano trascinato i giovani in una realtà nella quale intravedevano un futuro possibile per la loro crescita e la loro maturazione.

Un mondo che apriva spazi di partecipazione a tutti e a loro orizzonti nuovi. La Comunità è cresciuta perché due poeti e visionari hanno trasformato poesie in fatti e opere concrete e politici, che ben conoscevano l’arte di amministrare, hanno creduto e operato. Molte cose di quel felice passato sono rimaste. Molte si sono perse lungo il cammino.

L’AIParC, che si propone di ricordare e riportare in vita le cose buone del passato, chiede al sindaco e all’amministrazione comunale di Cosenza, al fine di ricordare due operatori di cultura che tanto hanno fatto per la comunità, di provvedere alla riapertura della Casa delle Culture, ormai diventata ricordo di un’epoca d’oro per la città di Cosenza e nel tempo trascurata fino ad arrivare alla chiusura.

Riaprirla significherebbe anche rendere duraturo nel tempo il nome del suo “creatore” e convincerci a credere che la “visionarietà” culturale può arrivare a parlare all’essere umano e offrire un’ancora di salvezza alla fragilità e instabilità della sua condizione.  Può aiutare a capire meglio questa società, a trovare un senso di orientamento, a donare una nuova sostenibilità etica ai comportamenti degli uomini di oggi, alla ricerca affannosa di significati da dare all’esistenza. (amv)

Addio a Franco Dionesalvi, il “poeta in punta di piedi”

Cordoglio, nella Provincia di Cosenza, per la scomparsa del cosentino Franco Dionesalvi, conosciuto anche come “il poeta in punta di piedi”.

Il sindaco di Rende, Marcello Manna, il presidente del consiglio comunale Gaetano Morrone, a nome di tutto il civico consesso, hanno espresso la massima vicinanza ai familiari per la perdita di Franco Dionesalvi.

«Ci ha lasciati il poeta in punta di piedi, Franco Dionesalvi – ha detto Manna –. Uomo per bene, assessore illuminato, a lui si deve la nascita del Polo museale di Rende con la fondazione del Museo del Presente. La nostra terra perde oggi una delle sue menti più brillanti, continuino i suoi versi a narrare di una Calabria migliore».

La storica Marta Petrusewicz, ha ricordato Dionesalvi come «grande amico, letterato finissimo, ha spaziato su una ampia gamma di modi letterari sempre intrecciati con l’attivismo politico».

«Franco  – ha aggiunto – era uno che non invecchiava, anche da malato non invecchiava. Rende gli deve l’idea stessa del Museo del Presente: emblema della sua concezione contro la musealizzazione, a favore della costruzione permanente della cultura nel dibattito pubblico, di moltiplicare i luoghi dove ospitare una continua creazione collettiva. L’ultima volta al “suo” museo ci ha come sempre arricchito con le sue parole di poeta».

Giacomo Mancini ha ricordato Franco Dionesalvi come “il poeta del fare”.

«Lo conobbi ormai tanto tempo fa – ha ricordato Mancini – in un luogo e in una funzione che normalmente non si attaglia ad un poeta: il municipio di Cosenza».

«Quel gran visionario di mio nonno – ha spiegato – lo volle al suo fianco come assessore alla cultura.  “Mi piacciono molto le diavolerie di Dionesalvi” ripeteva spesso con quel suo sorriso dolce e sornione il sindaco».  

«In quegli anni straordinari che segnarono una incredibile rinascita di tutta la città – ha scritto ancora Mancini – Franco comprese fin da subito che attraverso la sua persona, Giacomo Mancini voleva chiamare al comune quell’associazionismo che un ruolo importante ha esercitato in città contro il degrado, il riflusso il qualunquismo».

«Franco seppe dimostrare – ha detto ancora – che anche un poeta può incidere nelle scelte concrete di governo della città. Ad iniziare dal Teatro Rendano. Quando Mancini si insediò era chiuso a causa di interminabili lavori, con i manifesti di glorie passate che penzolavano alle pareti come ricordi nostalgici». 

«E anche grazie al lavoro ricco di passione di Franco – ha ricordato ancora – il teatro ritornò a nuova vita, con la lirica, con la prosa e con un cartellone che andava a setacciare percorsi di frontiera senza i quali il teatro non può esistere. 

E oltre al Rendano, la Casa delle Culture (era un edificio abbandonato da decenni, diventato una discarica abusiva) Con i suoi quattro piani (uno dedicato alla Parola, uno al Suono, uno all’Immagine, e uno all’Informatica) con le sue sale aperte alla creatività di tutti». 

«La Festa delle Invasioni, che proiettava la storia di Cosenza nel presente e nel futuro – ha proseguito –. E ancora il Capodanno in piazza (che straordinaria rivoluzione aspettare il nuovo anno – il nuovo millennio, ballando sotto al comune sulle note delle canzoni di Franco Battiato). Cuccurucccucu paloma». 

«E poi San Giuseppe Rock – ha elencato Mancini – le Estati in città, l’apertura di diversi musei. E l’elenco potrebbe continuare a lungo. Ma non occorre perché il lascito di quegli anni straordinari, non fu materiale, ma fu quello di far sentire la stragrande maggioranza dei cosentini tutti protagonisti di un riscatto, di una rinascita della nostra città, tutti orgogliosi di quello che insieme si stava facendo».

«In questo momento estremamente triste (mi stringo affettuosamente ai suoi cari ad iniziare da suo fratello Claudio) – ha concluso – mi torna in mente il suo sorriso dolce, la sua espressione buona, il suo fare delicato. E la sua straordinaria ironia, di cui tante volte mi ha voluto mettere a parte, suggerendomi invettive, nomignoli, prese in giro che ho utilizzato negli scontri elettorali. E però rimane l’amarezza per il trattamento che la sua amata Cosenza gli ha riservato negli ultimi anni.  Mi auguro che adesso la sua città, sappia onorarlo e ricordarlo per come merita».

Cordoglio è stato espresso dall’assessore regionale Fausto Orsomarso: «Ci ha lasciato un grande poeta, che amava la vita, le parole che la dipingono e il gusto raffinato per il bello. Dionesalvi ha lasciato un segno tangibile nelle istituzioni calabresi, anche come assessore alla Cultura al Comune di Cosenza. La sua creatività, felice ed ironica, ci consegna un messaggio lieve ma di alto profilo interiore, un modo nobile di guardare alla terra ed alla Calabria che ci consola, seppur parzialmente, della sua mancanza». 

Cordoglio anche dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto: «Con la prematura scomparsa di Franco Dionesalvi la Calabria perde un grande uomo di cultura, un poeta e scrittore sopraffino, una personalità che nel corso della sua vita ha dato importanti contributi alla nostra Regione, alla città di Cosenza, alla comunità di Rende. Ho avuto la fortuna di conoscere Franco Dionesalvi, e ricordo il suo entusiasmo, la sua arguta ironia, la sua creatività. Ci ha lasciato un interprete autentico e unico del nostro tempo». (rrm)