L’ambasciatore calabrese Giorgio Marrapodi ospita ad Ankara la Festa della Repubblica

È stata una Festa della Repubblica nel segno dell’enogastronomia, del design, della meccanica e dell’industria italiana, declinati attraverso innovazione e stile, quella che l’ambasciatore calabrese Giorgio Marrapodi ha ospitato all’Ambasciata d’Italia ad Ankara.

Sono state, infatti, oltre 2mila le persone che hanno partecipato alla festa svoltasi nel giardino della Residenza, tra numerosi rappresentanti istituzionali turchi, tra cui una nutrita delegazione dalla Grande Assemblea nazionale, oltre ad esponenti di altissimo profilo del mondo economico, accademico, culturale e della stampa.

Presenti, anche, 40 sponsor,  tra cui le maggiori aziende impegnate quotidianamente nel rafforzamento del legame economico tra i due Paesi. A ciascun sostenitore è stata dedicata una targa al termine del segmento istituzionale.

I partecipanti (in numeri record) hanno potuto apprezzare prodotti italiani famosi in tutta la Turchia e visitare, nei locali interni della Residenza, una mostra di giovani artisti dedicata ad esaltare e valorizzare il patrimonio immobiliare dello Stato italiano in Turchia, tra Palazzo di Venezia a Istanbul e il compound ad Ankara. Protagonisti dei segmenti musicali, anche in occasione di un concerto tenutosi la sera precedente all’evento presso il Teatro dell’Opera di Ankara, i solisti vincitori del Concorso lirico “Tullio Serafin”, direttamente dal Festival Vicenza in Lirica, tra cui il baritono lametino Matteo Torcaso.

Rivolgendosi agli ospiti, l’ambasciatore Marrapodi ha sottolineato l’incertezza che caratterizza il sistema globale, in grado di influenzare la vita quotidiana sotto molteplici aspetti, nel solco di una celebre massima di Corrado Alvaro: «la disperazione più grave che possa impadronirsi d’una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile».

In un contesto di sfide epocali, l’Italia ha riaffermato il suo chiaro impegno a garantire la stabilità globale, anche attraverso la Presidenza G7 in corso e grazie al coinvolgimento di partner come la Turchia. Il Vice Ministro degli Esteri, Mehmet Kemal Bozay, ha rimarcato da parte sua il forte legame che unisce le due nazioni e lodato l’eccezionale rapporto bilaterale, su cui i due Leader, nella ultima telefonata di pochi giorni fa, hanno ribadito il comune interesse a investire. (rrm)

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Giorgio Marrapodi: è calabrese il nuovo ambasciatore d’Italia in Turchia

di Pino Nano – La nomina del nuovo Ambasciatore d’Italia ad Ankara Giorgio Marrapodi è stata siglata formalmente proprio in queste ore dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e comunicata dal premier Mario Draghi all’interessato, dopo il gradimento espresso nei suoi confronti dal Governo di Ankara e notificato oggi al Governo italiano. Nomina per altro molto attesa dalla Farnesina per via del ruolo strategico e fondamentale che viene da sempre riconosciuto e attribuito all’ambasciata d’Italia in Turchia. Colto, elegantissimo, versatile, grande appassionato di arte contemporanea e architettura moderna, poliglotta, Marrapodi parla correntemente inglese, francese, spagnolo e rumeno.

È Giorgio Marrapodi dunque è il nuovo ambasciatore d’Italia ad Ankara, uno dei diplomatici italiani più apprezzati e più sofisticati delle cancellerie di mezzo mondo per via del suo profilo istituzionale altissimo e soprattutto per lo spessore culturale che questo diplomatico di origini calabresi vanta da quando giovanissimo vinse il suo primo concorso al Ministero degli esteri.

Nato a Martone, nella Locride, il 1° marzo 1961. Laurea in giurisprudenza all’ Università di Firenze con il massimo dei voti il 23 ottobre 1984. Il 14 febbraio 1987 dopo una prova di esame brillantissima viene nominato Volontario nella carriera diplomatica. Dal 16 febbraio al 14 novembre 1987 frequenta l’Istituto Diplomatico per il suo tradizionale corso di formazione professionale e il 14 novembre 1987 il suo primo incarico alla Direzione Generale dell’Emigrazione. Diventa Segretario di legazione il 15 novembre 1987, e va in aspettativa per adempiere agli obblighi militari di leva dal 15 dicembre 1987 al 13 aprile 1988. Poi da qui tutta la sua vita sarà un susseguirsi di incarchi di alto prestigio e di grande valenza diplomatica.

Prima alla Segreteria della Direzione Generale Emigrazione, poi Secondo segretario commerciale a Bucarest dal 12 gennaio 1990, e Primo segretario di legazione dal 14 agosto 1991. Confermato nella stessa sede con funzioni di Primo segretario commerciale, il 1° aprile 1992, e Primo segretario alla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’O.N.U. a New York il 26 gennaio 1994. Diventa quindi Consigliere di delegazione il 1° maggio 1997, e viene confermato nella stessa sede con funzioni di Consigliere il 1° dicembre 1997. Assegnato alla Direzione Generale Affari Economici, Uff. VIII, il 23 febbraio 1998. E poi ancora di nuovo all’Istituto Diplomatico, per un ennesimo corso superiore di informazione professionale dal 1° ottobre 1998 al 30 settembre 1999. Assegnato alla Segreteria Generale il 1° ottobre 1999, e poi ancora alla Segreteria Generale, Unità di Coordinamento, il 1° gennaio 2000. Il 28 ottobre 2000 è alle dirette dipendenze del Segretario Generale, e il 15 ottobre 2001 viene nominato Consigliere alla Rappresentanza permanente presso l’Unione Europea in Bruxelles, incarico questo che gli varrà l’ammirazione e la stima generale di tutti i Ministri degli Esteri dell’Unione Europea che hanno modo di incontrarlo.

Confermato nella stessa sede con funzioni di Consigliere per l’informazione e la stampa il  1° dicembre 2001, diventa Consigliere di ambasciata il 2 luglio 2002. Confermato nella stessa sede con funzioni di Primo consigliere per l’informazione e la stampa, il 21 luglio 2005 è Primo consigliere a Madrid. Promosso Ministro plenipotenziario il 2 gennaio 2009, viene confermato a Madrid con funzioni di Ministro consigliere il 20 maggio 2009.

Il 21 settembre 2009 viene chiamato alle dirette dipendenze del Segretario Generale il 5 gennaio del 2010 è Capo dell’Unità per il Contenzioso diplomatico e dei Trattati della Segreteria Generale. Poi ancora, Capo del Servizio per gli Affari Giuridici, del Contenzioso diplomatico e dei Trattati. Il 5 agosto 2013 diventa Ambasciatore a Vienna, e dal 19 gennaio del 2018 fino a oggi è stato il nuovo Direttore Generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, incarico di grandissimo prestigio internazionale, che lo ha portato in giro per il mondo e che ha fatto di lui uno dei diplomatici italiani più seguiti e più rispettati dalla diplomazia internazionale di mezzo mondo.

Anni fa, tornando a Martone suo paese di origine rilascia una lunga intervista a Daniela Gangemi per Calabriaonweb e in cui ricorda la sua «infanzia bellissima a Locri».

«In Calabria – dice – ci sono nato e ci sono cresciuto. Ho frequentato le scuole a Locri, dalle elementari al Liceo Classico, ed ho sempre avuto insegnanti e professori di alto livello, che hanno saputo insegnarmi a guardare ai problemi con una visione ampia. In Calabria sono sempre tornato e continuo a tornarci molto volentieri, anche se mi piacerebbe farlo più spesso. I ricordi di quegli anni sono ricordi di un’infanzia e di un’adolescenza felici: bastava giocare al pallone in una piazza, fare la classica passeggiata sul corso, o sul Lungomare d’estate, passare il tempo a chiacchierare con gli amici. Parlo di più di quarant’anni fa: la vita era diversa, forse più semplice, c’erano meno sollecitazioni, ma svegliarsi e respirare l’aria del mare è certamente qualcosa che mi manca a Vienna e mi è mancato in altri posti dove ho vissuto».

Ma all’Università di Reggio Calabria c’è ancora chi ricorda perfettamente bene la sua Lectio Magistralis sulla Diplomazia Internazionale. Invitato nel marzo del 2016 dal Dipartimento di Giurisprudenza ed Economia dell’Università Mediterranea, lui già Ambasciatore d’Italia in Austria, presentato agli studenti dai professori Marina Mancini e Nicola Selvaggi, le cattedre rispettivamente di Diritto internazionale e Diritto penale, ha affascinato tutti raccontando “il mestiere de diplomatico e la politica estera italiana”.

“Io credo che il ruolo dell’ambasciatore, soprattutto all’interno dell’Unione Europea, sia quello di comunicare il proprio Paese, di saper informare l’opinione pubblica del Paese dove si opera, sulla realtà del Paese di appartenenza, senza reticenze sulle criticità, ma anche con convinzione sui punti di forza”.

Dopo aver sottolineato il forte legame che conserva continuamente con la Calabria e il suo paese di origine, ha descritto il suo ruolo di diplomatico con queste parole: «Comunicare i tratti identitari dell’Italia, intensificare il dialogo politico e difendere gli interessi italiani all’estero sono i compiti principali del mio lavoro». Ha poi offerto agli studenti dell’Ateneo reggino un’ampia sintesi delle ottime relazioni politiche ed economiche tra Roma e Vienna e una descrizione della vivace attività svolta dall’Ambasciata italiana nella capitale austriaca. Ma diversi sono stati in quella occasione gli argomenti di politica estera trattati, dalla difesa del “made in Italy” e la lotta all’”Italian sounding“, alla Brexit e all’ondata migratoria in atto in Europa, rispetto alla quale Giorgio Marrapodi dichiarò di essere «orgoglioso di quello che l’Italia fa a Lampedusa» sottolineando «la necessità di un piano comune a livello europeo di gestione della crisi».

L’Ambasciatore ha ricordato infine la sua esperienza alla Rappresentanza permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite, il ruolo cruciale svolto dell’Ambasciatore Fulci in quella sede e il contributo dell’Italia agli sforzi di riforma dell’Organizzazione negli anni Novanta. Anni che sono dettagliatamente descritti da lui stesso nel libro L’Italia all’Onu 1993-1999, pubblicato da Rubbettino, e di cui Giorgio Marrapodi ha donato una copia alla Biblioteca del Dipartimento dell’Università Mediterranea. Per lui naturalmente standing ovation da parte degli studenti presenti. (pn)