KLAUS DAVI RISCOPRE L’EBRAISMO AL SUD
ANDREBBE FATTO ASSESSORE AL TURISMO

di SANTO STRATI  – La grande attenzione verso il Mezzogiorno e la Calabria in particolare emersa durante la settimana della cultura ebraica in Italia ha un regista d’eccezione: il giornalista italo-svizzero Klaus Davi, da anni innamorato della Calabria. Davi – che in questo caso ha svolto egregiamente il suo apprezzato ruolo di “massmediologo” ha promosso, motivato e in parte condotto in prima persona una ricerca sulle giudecche calabresi.

L’esito è stato sorprendente: la Calabria ha una fortissima identità ebraica, di cui si erano smarrite le tracce e che invece va adeguatamente valorizzata e aggiunta al patrimonio culturale della regione.

Il risultato della ricerca di Klaus Davi non solo ha stupito gran parte della comunità ebraica calabrese e italiana ma ha suscitato largo interesse in tutto il mondo.

Scoprire quest’identità che fa parte della storia del territorio e recuperarne i valori e le tradizioni, nel solco di una storia che non va rimossa ma, al contrario, deve avere ampia eco, è dunque una virtuale medaglia al valore al giornalista che, in ogni occasione, parla della “sua” Calabria, nuova terra d’adozione e in cui sembra intenzionato a mettere le radici.

Una professionalità indiscussa e una capacità di condividere e comunicare come pochi: avercelo uno come lui a gestire l’assessorato regionale al Turismo, che allo stato attuale è in reggenza direttamente al Presidente Occhiuto, che – preso da mille impicci– dovrà quanto prima riassegnare. Perché è una delega importantissima che richiede tempo pieno, oltre che professionalità e competenza, nonché altrettanta passione. E Davi passione nelle sue cose è abituato a mettercene in quantità industriali…

– Klaus Davi, ma se il presidente Occhiuto (con formidabile intuito, in un lampo di genio) le offrisse di diventare assessore regionale al Turismo? Accetterebbe la delega?

«Perché no? Un contributo lo potrei dare. Le idee non mancano. Le conoscenze neanche. Se me lo propongono non dico di no».

– La campagna “Jewis Calabria” da lei ideata è stata un successo clamoroso…

«La mia campagna ha contribuito all’affermazione della presa di coscienza della forte identità ebraica dei territori calabresi. Tanto che oltre 28 amministrazioni hanno aderito alla Giornata della Cultura ebraica che si è svolta nei giorni scorsi. Una reazione positiva, inaspettata, che proietta la Calabria in testa alla graduatoria stilata dall’Ucei (l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) arrivando a battere regioni come Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte dove attualmente esistono ancora comunità ebraiche influenti e attive».

– Il successo dell’evento si deve alla sua conoscenza della materia, sicuramente, ma anche alla sua indiscutibile capacità di comunicare. Klaus Davi conosce mezzo mondo dell’informazione e dei media e l’altro mezzo conosce lei. È un’efficace scommessa sul risultato che verrà…

«La Calabria è diventata una capitale della riscoperta dell’ebraismo. Anzi, lo è sempre stata, ma ci voleva un detonatore che forse prima mancava. A

livello territoriale è stata fondamentale l’attenzione della componente ebraica sia dalla popolazione che dagli amministratori calabresi. Quando abbiamo proposto di realizzare gli eventi nei vari comuni come Bisignano, Santa Maria del cedro, Bova, Reggio Calabria l’accoglienza e la disponibilità sono state disarmanti, totali. Questo anche nei piccoli comuni della Sila come San Marco Argentano, a Castrovillari, o nei centri della Locride come Gerace».

– Com’è nata l’idea di “Jewish Calabria”?

«I calabresi sono per natura multiculturali. Qui ci sono minoranze linguistiche presenti da millenni che resistono come i Greci, gli Albanesi e aggiungerei anche la cultura dei Rom. Per i Calabresi il melting pot è un dato di fatto ontologico. Tutto esisteva già io non ho inventato nulla.

Inoltre molti cittadini calabresi sono profondi conoscitori dell’antico testamento. Qui la religione è una cosa seria».

– Anche le intuizioni hanno giocato un grande ruolo e sono state accolte, direi, con entusiasmo…

«L’idea di promuovere la cultura ebraica l’abbiamo condivisa con Roberto Occhiuto e Anton Giulio Grande, commissario di Calabria Film Commission, che hanno condiviso passo passo tutto il percorso».

– Qual è stata la reazione dell’ebraismo ufficiale?

«Apertissima. Noemi di Segni che ho incontrato a Roma con Francesco Maria Spanò, top manager della Luiss e locrideo doc, nel maggio del 2022, data di inizio di questo percorso, ha subito creduto in questo progetto e l’Ucei ha patrocinato tutte le iniziative».

– Lei ama la Calabria, questo è un dato di fatto. E da ultimo ha mostrato, al limite del rischio personale, che, com’è sua abitudine intende scoperchiare e mostrare il marcio della ‘ndrangheta e del malaffare. È persino andato – documentandolo in video – da un pusher in pieno centro a Reggio (al rione Marconi) per denunciare questo spaccio “sfacciato”, sotto gli occhi di tutti, a cui nessuno pone fine…

«È vero. Recentemente mi sono addentrato in una centralina della coca a Reggio Calabria. Nella Ndrangheta si profilano nuovi equilibri in parte gia anticipati da indagini come ‘Malefix’ svolte dalla Polizia di Stato. E dopo i nostri servizi, i narcos rom hanno chiuso la centralina della cocaina che aveva sede nel quartiere Marconi, un’area degradata, dove la presenza dello Stato dovrebbe essere continua e massiccia: ci sono case popolari che vengono strappate letteralmente ai legittimi intestatari (con i mobili buttati in mezzo alla strada) e c’è un continuo smercio di droga di ogni tipo».

– Cosa l’ha spinta a rischiare in prima persona? Non è certo la prima volta, ma è facile immaginare che molti personaggi del malaffare amerebbero farle del male…

«Non mi piaceva come a volte venivano raccontati il malaffare e il potere dei clan ndranghetisti che operano in Calabria. Una mafia arcaica e post agricola, rigidamente eterosessuale. Invece è una organizzazione post moderna, avanzata tecnologicamente e sessualmente fluida. Ma la narrazione piu patetica della Ndrangheta avviene a Milano. Dove il concetto di

‘borghesia mafiosa’ è bandito e si insiste a descriverla come un fenomeno

periferico. Invece è ben insediato nei gangli di potere degli ‘intoccabili’. La mia città è il primo acquirente della cocaina prodotta dalle Ndrine. Chi lo dice ? nessuno. Facile accusare i Calabresi».

– Ha parlato di organizzazione “fluida”…

«Sì, mi spiego meglio. La narrazione della Ndrangheta dominata da ‘maschi alfa’ è falsa, alimentata subdolamente. E’ quello che gli affiliati vogliono che si rappresenti di loro».

– Cosa pensa della nomina del Procuratore Gratteri a Napoli?

«È un grosso passo avanti per l’antimafia. Porta un grande know how sulla ’ndrangheta, che è la mafia più internazionale che c’è, per contrastare la camorra che nella partita della droga gioca un ruolo importante, e considerando che le due mafie operano in parallelo nel naccotraffico. Secondo me è anche meglio che sia andato lì piuttosto che alla Dna (direzione nazionale antimafia), perché su Napoli può dare un contributo ancora più decisivo e più forte. Peraltro la venuta di Gratteri a Napoli sancisce la supremazia della ’ndrangheta, perché mettere il più importante magistrato anti-’ndrangheta del mondo a operare sulla camorra sancisce che per sconfiggere la camorra devi avere un esperto di ’ndrangheta».

– È un colpo di teatro, per rafforzare l’immagine di uno Stato che vuole essere presente nel contrasto senza indugi alla criminalità o ci si può aspettare qualcosa di concreto?
«Sicuramente c’è un aspetto di comunicazione, ma ce n’è anche uno molto sostanziale. Certo che nelle varie questioni di Caivano, Pianura e Ponticelli ci vuole la repressione, ma non basta. Ci vuole anche che lo Stato investa, altrimenti non ne usciamo. A Ponticelli sono andato (un boss si è tagliato le vene davanti a me) e non c’è nemmeno un campo da calcetto. Desolazione totale. Come si pensa di recuperare i giovani o di tenerli lontani dalla criminalità se non c’è nemmeno un luogo aggregativo? Come a Caivano: arresti i padri, ma poi? Questi ragazzi non hanno nulla. Lo Stato deve assumersi le proprie responsabilità se vuole davvero promuovere una cultura della legalità».

– Torniamo al suo blitz contro il pusher di Reggio adeguatamente video documentato al quale ha fatto seguire il video della distruzione della cocaina da lei acquistata per documentare lo spaccio. Qual è il suo obiettivo? Non è solo giornalismo, ma, direi, impegno sociale. Apprezzabilissimo e meritevole della massima considerazione…

«Sto indagando sul ruolo e sull’affermazione dei clan rom ai vertici della ’ndrangheta. Ci sono già inchieste fatte dalla magistratura su questo tema, la più importante, della procura di Reggio Calabria, si chiama Malefix. Però si parla poco dei rom e della loro ascesa. Quindi dopo aver saputo di questo covo per lo spaccio della cocaina proprio a Reggio Calabria mentre ero in vacanza mi sono organizzato. Sapevo che era una zona presidiata dai rom e sapevo che c’erano le telecamere, e nel mio video si vedono i loro monitor di controllo, quindi ci sono andato di notte, ho cercato di schivare le telecamere e le vedette e con un escamotage sono riuscito a introdurre la mia di telecamere e a riprendere dall’interno la centralina dello spaccio ai clienti ma anche a microtrader.

Una centralina completamente controllata dalla filiera rom che per la prima volta è stata filmata con tanto di vendita della coca dall’interno. I tre-quattro che erano lì dentro erano un terminale, ma vari elementi (dalle telecamere di sicurezza al taglio della droga) rivelano che l’organizzazione era sistematica. Ora si tratta di capire chi ha delegato ai rom questa cosa, ma deve essere qualcuno di molto in alto nella ’ndrangheta. È tutto un universo da esplorare, con l’aggiunta del fatto che su questo tema c’è sempre molto politically correct, non è che se ne parli molto volentieri. Ma noi li abbiamo beffati e siamo usciti con un video che è una prova di reato».

– La Calabria uscirà da questo male?

«I Calabresi ne hanno le scatole piene. La vera arma è la cultura». (s)

Ponte: per Klaus Davi porterà ricchezza ai territori

In caso della costruzione del Ponte sullo Stretto, la Sicilia vedrebbe incrementare il proprio PIL di oltre 20 miliardi di euro e avrebbe 90 mila occupati in più.». È quanto ha riferito il massmediologo Klaus Davi, riportando lo studio del Susini Group, studio di Firenze leader nella consulenza del lavoro.

Non sappiamo ancora se l’opera avrà inizio, o meno, ma conosciamo di sicuro quelle che potrebbero essere le difficoltà tecniche che la realizzazione presenta: l’alta sismicità della zona e i costi elevati di edificazione (si parla di quasi 9 miliardi di euro).

Nessuno, invece, parla della sua utilità economica. La Sicilia è una regione che base la propria economia sull’agricoltura, il commercio, l’industria e, specialmente negli ultimi anni e nel futuro, il turismo. Attualmente è una Regione tagliata fuori dal resto del continente.

Per andarci occorre prendere una nave o l’aereo. Per attraversare 3,3 chilometri di mare occorre in media quasi un’ora.

«Sicuramente – ha detto Sandro Susini, fondatore di Susini Group S.t.P. – l’edificazione di una rete viaria consentirebbe un enorme facilitazione per quanto riguarda il trasporto delle merci e gli spostamenti dei turisti».

«La costruzione di un ponte porterebbe sicuramente dei benefici all’economia dell’isola – ha continuato Susini – Il Pil, attualmente di poco superiore agli 83 miliardi di euro, balzerebbe in avanti di oltre 20 miliardi nell’arco di due anni. Anche l’occupazione, trainata dall’aumento del prodotto interno lordo, aumenterebbe di oltre il 7% portando il tasso di occupazione della Sicilia a circa il 50% (il tasso medio di occupazione del Meridione è attualmente assestato intorno al 47,3%). Si parlerebbe, quindi, di circa 90 mila occupati in più. In poche parole – ha concluso Susini – se fosse possibile costruire il Ponte sullo Stretto di Messina, la Sicilia potrebbe diventare, nel giro di un paio di anni, il fiore all’occhiello del Mezzogiorno». (rrm)

L’appello di Klaus Davi in TV: «Perfavore, occupatevi di Reggio, città precipitata nell’abisso»

Occupatevi di Reggio, «una città precipitata nell’abisso». È l’appello fatto dal giornalista e massmediologo Klaus Davi, ospite di Buongiorno Regione Calabria, su Rai Tre.

«Una città bellissima – ha spiegato – precipitata nell’abisso dell’indifferenza a causa della sua infima classe dirigente,  nel pozzo senza fondo della “banalità del male” (cit. Hannah Arendt), che accetta passiva e inerte la  teorizzazione e la proclamazione pubblica della cultura dell’illegalità, dell”orgoglio di essere mafiosi’, espresso a suon di post social da un importante esponente dell’imprenditoria».

«Un imprenditore inneggia alla ‘Ndrangheta in modo sfacciato e sguaiato e non succede assolutamente nulla – ha proseguito –. Non parla Confindustria, tace Confcommercio, associazioni antimafia silenti, istituzioni catatoniche e indifferenti lontane anni luce dai cittadini. Reggio è fuori controllo, totalmente. Peggio di quando c’era Scopelliti, ed è tutto dire».

«Per favore occupatevene – ha detto ancora – non c’è solo la convivenza con gli escrementi e l’immondizia imposta dall’amministrazione, c’è anche e soprattutto il degrado e l’anestetizzazione di tutta la classe dirigente; il menefreghismo e il cinismo più crudeli e beceri dei piani alti hanno ucciso la città».

«Un’élite pavida e rantolante che fa le rampogne – ha concluso – assiste al degrado e tace nonostante un popolo meravigliosamente generoso e accogliente». (rrc)

Klaus Davi nominato presidente onorario del Motorshow 2Mari

Prestigioso incarico per il massmediologo Klaus Davi, che è stato nominato presidente onorario del Motorshow 2 Mari, l’evento motoristico del Sud Italia.

«Si uniscono così – si legge in una nota – due grandi storie, due realtà che, fino ad oggi, hanno percorso strade parallele e che adesso si sovrappongono, dando vita ad un legame foriero di quelle che si preannunciano come straordinarie iniziative. Klaus Davi, svizzero d’origine, ma passionale, travolgente, caloroso come pochi uomini del sud, ha sposato da tempo la causa meridionale e lo ha fatto sempre con un taglio assolutamente originale, mai autoreferenziale, associando, alle sue approfondite inchieste giornalistiche in ambiti molto sensibili della società, fattive proposte di soluzione, esponendosi sempre in prima persona e divenendo il naturale ambasciatore di un territorio affascinante e ricco di contraddizioni come quello della Locride».

«Il “Motorshow 2 Mari” – continua la nota – da quasi un ventennio, attraverso il variegato e sfavillante mondo degli sport motoristici, ha perorato, con una imponente serie di eccelse iniziative, cause nobili, quali quelle della sicurezza stradale, della formazione, della legalità, del recupero sociale e lo ha fatto associando i più prestigiosi patrocini istituzionali della nazione ai nomi più famosi dello sport, accomunandoli nella preziosa diffusione di messaggi sociali imprescindibili, non ultimo quello della solidarietà. Riassumere le iniziative che i due attori di questo entusiasmante, nuovo binomio, hanno portato a compimento, nei loro relativi percorsi, richiederebbe tempi e spazi adeguati, ma la vera notizia è che le rispettive peculiarità di Klaus Davi e dell’articolata squadra dell’associazione “Motorshow 2 Mari” si sono formalmente unite trovando ufficialità nell’ultimo Consiglio Direttivo, nel corso del quale è stata conferita la presidenza onoraria al docente e saggista Klaus Davi».

Prevedere che la poliedricità e la vulcanica azione di Klaus Davi, congiunte alla straordinaria, specifica passione operativa del “Motorshow 2 Mari” porteranno ad un ulteriore rilancio della manifestazione motoristica più importante del Sud Italia, è sin troppo facile.

La storia di entrambi è garanzia di un futuro solido nell’ottica di un rilancio generale tanto atteso, dopo il recente passato fatto di accadimenti che hanno visto “Motorshow 2Mari” parte lesa in un groviglio di inefficienze istituzionali, con gravi fatti che ancora oggi attendono una definitiva verità. Un quadro reso ancor più drammatico dalla gravissima crisi economica mondiale determinata dalla pandemia, che ha impedito un pronto ritorno in pista, così come preventivato con eventi già organizzati in ogni minimo dettaglio.

Questo nuovo connubio, tuttavia, consentirà finalmente una ripartenza condivisa di chi da anni associa il proprio nome e la propria attività all’evento, ed ai nuovi partner che naturalmente si orienteranno verso la scelta di entrare nella storia sportiva e sociale del Meridione, un posto privilegiato per una crescita economica e sociale che parte da questo importante conferimento come con la copertina di un libro, le cui pagine, tra pochissimo, inizieranno a riempirsi di capitoli unici di cui tutti potranno, a vario titolo, entrare orgogliosamente a farne parte. (rrc)

Klaus Davi: perplessità sulla risposta del Viminale sui “brogli” delle elezioni reggine

Lascia perplesso Klaus Davi la replica del Ministro degli Interni alle interpellanze sui presunti brogli elettorali alle elezioni amministrative di Reggio del 20-21 settembre scorso. Il massmediologo ha diffuso una nota in cui esprime sconcerto e si augura interventi urgenti per ripristinare le istanze di legalità che vengono dal territorio. «Leggiamo – afferma Klaus Davi – di una replica del Viminale a una interpellanza della compagine di centro destra in merito ai brogli nelle ultime elezioni a Reggio Calabria. Una replica che dice e non dice, che fa intendere ma poi prende tempo. Nessuna chiarezza anche sui tempi delle verifiche. Mentre per altri comuni si è scelta la mano pesante e muscolare, con Reggio si va in punta di piuma…. Di questa ‘replica’ emerge anche una questione politica non indifferente: emerge, a nostro avviso,  quanto poco venga considerata la richiesta di una parte importante della politica nazionale che è maggioranza nel paese (il centro destra) da chi, almeno,  avrebbe dovuto rispondere.  Perché così poca considerazione? Non sono abbastanza autorevoli i firmatari? Il centro destra non merita la dovuta considerazione? E questo benché Lega e Forza Italia siano importanti ‘azionisti’ del governo Draghi tenuti molto in considerazione del Premier. Ma nel leggere questa replica i cittadini reggini avranno la sensazione che il centrodestra conta zero, agli occhi del Ministero degli Interni quantomeno. Per andare al sodo: il Viminale scarica sulla Procura una richiesta di legalità che avrebbe meritato dalle istituzioni una risposta ben più consistente, in una terra che le stesse istituzioni in occasione pubbliche definiscono ‘difficile e dove lo Stato deve essere presente’. Pleonastico ricordare che la Prefettura non ha minimamente tenuto in considerazione anche le nostre istanze e quelle di Vox Italia Calabria. E questo nonostante precise di denunce in merito di parentele con killer di ‘ Ndrangheta di un candidato di Falcomatà mai smentite dalla Prefettura. Parentele ampiamente sufficienti per sciogliere altri comuni spesso commissariati per motivi molto più blandi  di quanto accaduto nella nostra città».

Klaus Davi: Da Enrico Letta solo ‘pallidi accenni’ al Sud

Il massmediologo, giornalista e ambasciatore di Platì e della Locride, Klaus Davi, ha dichiarato che «sembra che Enrico Letta abbia relegato ai margini le questioni dell’Italia Meridionale, delle disuguaglianze ma soprattutto della drammaticità delle condizioni economiche del Sud, salvo pallidi accenni».

«Mi auguro fortemente – ha aggiunto – che il suo concetto di ‘prossimità’ conferisca a questo dossier assoluta centralità nelle sue prossime azioni da segretario. L’Italia, senza il Sud, non va da nessuna parte. Il concetto di prossimità che esclude il Mezzogiorno avrà poco, pochissimo respiro».

«Avrei voluto sentire qualche sillaba in più – ha proseguito – sul dilagare della criminalità organizzata, su cosa intenderà fare il suo partito per stoppare questo vergognoso iato fra il Nord, ricco ed espressione dell’establishment economico-finanziario, e il Sud, messo nell’angolo da una politica che negli ultimi anni è stata a dir poco inefficace». (rrc)

Brogli elettorali, Klaus Davi chiede di tornare al voto a Reggio Calabria

Tornare al voto senza e senza ma. È questa la richiesta del massmediologo e giornalista Klaus Davi, a seguito dei cosiddetti Brogli elettorali.

«Dopo i clamorosi ultimi sviluppi investigativi – ha detto Davi – che hanno visto coinvolti altri esponenti della giunta Falcomatà nell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria sui presunti brogli avvenuti in occasione delle amministrative dello scorso settembre nel capoluogo di provincia, ci sono 100 motivi per tornare a votare. Per molto molto molto meno è stato sciolto il consiglio comunale di Africo e sono state imposte nuove elezioni a Lamezia Terme. Adesso è venuto il momento di Reggio Calabria».

«Il Ministero degli Interni si faccia sentire» ha aggiunto Davi.

Già in data 20 settembre il massmediologo, ad urne aperte, aveva denunciato evidenti manipolazioni nei seggi di Archi: «Mi fa piacere che questi gravissimi fatti siano stati confermati dalle indagini della Procura, anche se mi addolora per il vulnus incredibile che questo ha provocato nella fiducia dei cittadini verso le istituzioni».

Filomena Iatì: È necessario dimetterci in massa

La consigliera comunale Per Reggio Città Metropolitana, Filomena Iatì, ha dichiarato che, mentre prosegue l’inchiesta dei Brogli elettorali con nuovi arresti – come comunicato nella giornata dalle Autorità -, «il sindaco  Falcomatà, contestualmente alla conferenza stampa, come se nulla fosse, distribuisce deleghe alla Citta Metropolitana, come Figurine Panini ai suoi soldatini e si prepara anche a farlo con i suoi consiglieri comunali».

«Il senso di responsabilità di questa Amministrazione – ha aggiunto – è pari allo zero. Rimango garantista ed attendo, come tutti, gli sviluppi di questa inquietante vicenda, nonché le decisioni delle Autorità competenti, ma dal punto di vista comunicativo, morale, sociale e politico, sembra che nulla sia accaduto; continuiamo ad assistere alla presenza di un sistema che nasce dalla bramosia di potere, ma con azioni che sarebbero degne del film “Amici miei” e cosa accade?».

«La polvere viene nascosta sotto i tappeti mentre, come riferito in conferenza stampa – ha proseguito – le indagini sono ancora in corso. Non riesco a capire come non si abbia vergogna di quello che sta accadendo, con la città che sprofonda, che denota   decrementi demografici con decine di migliaia di persone che lasciano Reggio Calabria quale residenza, lasciandosi alle spalle un terreno di gioco spelacchiato con poco manto erboso, in una partita di calcio metaforica, con la panchina del sindaco calcistico che traballa».

«Quando si prenderà atto del nulla che si propaga? – ha concluso . Quando si prenderà atto che la macchina amministrativa deve avere come fine solo ed esclusivamente quello del bene della città e dei suoi cittadini? Nell’attesa che venga fatta piena luce sui fatti, ancora una volta, ribadisco la mia volontà o, meglio, la necessità di ricorrere a dimissioni di massa: dimettiamoci tutti».

Reggio non si Broglia: Bene lavoro della Procura, i reggini scendano in piazza con noi

Il Comitato Spontaneo Reggio non si Broglia ha plaudito l’attività della Procura e delle forze dell’ordine «che, giorno dopo giorno, sta squarciando il sudicio velo su una vicenda, quella del voto inquinato in città in occasione delle ultime elezioni comunali, che ormai ha assunto livelli di gravità assoluta».

«L’operazione odierna – si legge in una nota – che ha portato agli arresti di sei persone, è solo il “secondo step”, così come ha tenuto a precisare la Procura della Repubblica, nelle persona del dottore Bombardieri, di una complessa attività di indagine che continuerà ancora e che “Reggio Non Si Broglia” sostiene con grandissima fiducia».

«Tutti coloro che hanno assistito via web alla conferenza stampa di questa mattina – continua la nota – hanno sentito  menzionare almeno una decina di volte una parola ben precisa, ovvero sistema. Un sistema, evidentemente, ancora da accertare a tutti i livelli, e con questo si intende sia politico nonché amministrativo, ma che comunque non poteva e non può più essere circoscritto alle malefatte di singoli commesse in una sola e misera sezione, tanto che allo stato attuale i seggi dove sono state riscontrate pesanti irregolarità sono già sette».

«Allo stesso tempo – prosegue la nota – è davvero paradossale, per non dire grottesco, che quasi in contemporanea con la diffusione della notizia di questa nuova eclatante operazione dal palazzo della Questura, una  diversa conferenza avvenisse a Palazzo Alvaro, per l’annuncio delle deleghe alla Città Metropolitana, oggi novello Titanic ma senza orchestrina annessa. E così, mentre le forze dell’ordine e la magistratura delineavano i contorni di “un quadro delittuoso ampio e preparato nel tempo”, dall’altra, come se nulla fosse, si annunciavano scenari futuri totalmente delegittimati e fuori luogo». 

«Questo comitato – continua ancora la nota – ormai da tre mesi conduce una battaglia che esula dall’attività dei partiti e degli schieramenti, che vecchie e ormai stantie narrazioni potrebbero individuare fra destra e sinistra. La vera battaglia che portiamo avanti esula da questa dicotomia, ed è condotta al suo interno da gente proveniente dalle più disparate estrazioni politiche, ma con unico punto in comune: la correttezza del momento elettorale». 

«In virtù di tutto ciò – conclude la nota – rivolgiamo ancora una volta un appello a tutti i reggini (e sono tantissimi!) che si dicono schifati da questo scandalo di seguire le attività messe in campo da Reggio Non Si Broglia e di scendere a brevissimo in piazza con noi». 

Il PD ha dato l’ok alle elezioni metropolitane, Klaus Davi: Intervenga la prefettura

Il giornalista e massmediologo Klaus Davi ha chiesto alla Prefettura di intervenire per il rinvio delle elezioni metropolitane, in programma domenica 24 gennaio.

L’appello arriva a seguito dell’ok, da parte del Partito Democratico: «quindi – ha detto Davi – i veri king maker del Pd hanno deciso che i membri del Comitato Scientifico sono carta straccia. Lo ha deciso il partito di Antonio Castorina, Sebi Romeo, Nino de Gaetano, dall’alto della sua acclarata autorità scientifica. Ok, ci sta che si assumano le loro responsabilità visto che governano la città. Però l’interesse dei cittadini e la loro salute lo Stato dovrebbe preservarli».

Per Davi, tuttavia, le elezioni devo essere rinviate.

«In primis – ha spiegato – per ragioni palesemente sanitarie. In secondo luogo perché con un’indagine in corso sul voto manipolato, lo Stato e i suoi presidi in Calabria non possono avvallare l’elezione potenziale di soggetti che nessuno può escludere possano essere coinvolti successivamente dalle indagini. Sempre alla Prefettura, rinnoviamo l’invito di verificare se la denuncia del presidente di ‘Vox Italia’ Calabria è corretta. Ossia che l’esponente del Partito Democratico Antonio Castorina sarebbe il nipote di Gino Molinetti, già processato e nuovamente indagato per l’omicidio del giudice Antonino Scopelliti avvenuto il 9 agosto 1991».

«Questo chiarimento – ha concluso – lo Stato lo deve ai familiari del giudice, alla città e al Paese tutto che per mano della ‘Ndrangheta ha perso un prezioso servitore dello Stato. Visto che Falcomatà non dice se sapesse o meno della parentela denunciata da ‘Vox Italia’, sia lo Stato italiano a fare chiarezza ed è auspicabile che lo faccia con una certa celerità visto che su questa vicenda sono puntati i riflettori nazionali». (rrc)

Klaus Davi: Le elezioni metropolitane avrebbero messo in pericolo i reggini, bene stop del Cts

Stop alle elezioni metropolitane, che erano in programma il 24 gennaio. Lo ha deciso il Comitato Tecnico Scientifico. Soddisfatto il massmediologo e giornalista Klaus Davi, che ha sottolineato come, permettendo lo svolgersi delle elezioni, si sarebbero messe in pericolo le vite dei reggini.

«Per questo noi – ha spiegato – in data 13 gennaio 2021, quindi già una settimana fa, avevamo chiesto al Prefetto Massimo Mariani che le rinviasse, e siamo lieti che il Cts abbia di fatto indirettamente accolto le nostre richieste».

«Ma qui – ha aggiunto – il tema non sono la palese incompetenza e la irrispettosità e irresponsabilità di Giuseppe Falcomatà verso i suoi concittadini. Qui c’è molto di più: percepire il Consiglio metropopolitano anche per un luogo dove distribuire posti al fallito o al trombato di turno da riciclare. Posti dove lui e i suoi amici, verosimilmente, continueranno a fare danni. Acclarata la palese incapacità del sindaco a capire i rischi che comporta una pandemia; acclarato che, vittima della sua cupidigia e avidità di potere, avrebbe messo persone e famiglie in pericolo; certificato anche in questo caso il ruolo di simpatiche e pleonastiche comparse dei vicesindaci (ci informano che la Sciarelli stia preparando una puntata di ‘Chi l’ha visto?’ dedicata proprio a  loro…), torniamo a suggerire al sindaco di nominare come suoi vice gli effettivi deus ex machina della sua formidabile e limpida riconferma elettorale».

«Ossia – ha detto Davi – Sebastiano Romeo e Antonino De Gaetano. Anche se lui non lo dice, senza di loro e senza il contributo fondamentale di Antonio Castorina, non sarebbe mai stato eletto. Sono due politici navigati e di provata preparazione con solide basi che, siamo certi, gli avrebbero consigliato di evitare di forzare sulle elezioni metropolitane aprendogli gli occhi. Ma lui è andato avanti imperterrito. Il sindaco, preso lo “schiaffo” dagli scienziati, dice adesso di voler “valutare” il parere del Cts e pare si sia preso 48 ore di tempo. È veramente incredibile la boria e la spocchia con cui costui tratta vicende istituzionali senza alcuna considerazione dei pericoli che stanno correndo le persone e “riservandosi” di soppesare le precise indicazioni degli scienziati».

«Di fronte a tanta distruttiva hybris – ha concluso il massmediologo – imploriamo Romeo e De Gaetano di preservarci da questa messa in scena ridicola e di far tornare il sindaco in sé. Imploriamo loro di consigliarlo caldamente di emanciparsi dal torpore adolescenziale in cui alberga il suo debolissimo pensiero politico. L’unica cosa che deve fare è ammettere il clamoroso autogol e seguire le indicazioni degli scienziati che, a differenza di lui, ci tengono alla salute dei reggini». (rrc)

Klaus Davi: Escludere la Calabria dal Recovery Fund è un assist alla mafia

Il massmediologo e giornalista Klaus Davi, al Tg4 ha dichiarato che «escludere la Calabria dal Recovery Fund è un formidabile assist alla mafia e alla ‘ndrangheta».

«Non posso credere – ha aggiunto – che chi ha scritto quel documento voglia sancire la morte civile e sociale della Calabria. Confido nella preparazione e nelle promesse di persone che stimo, come il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri e la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, che queste terre le conosce bene. Confido in un immediato intervento del Presidente Conte che proprio in occasione di un Consiglio dei ministri qui in Calabria aveva definito come priorità la ripresa economica di queste terre».

«Se questo è il modo – ha concluso – con cui vogliono aiutare il Sud siamo alla frutta. Spero che gli oltre 40 deputati e senatori che paghiamo al Parlamento escano dal torpore e battano un colpo».

Alla puntata, ha partecipato anche Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia(rrc)