LAMEZIA – Libertà, amore e preghiera nella conversazione di don Guido Mazzotta

È stato presentato, a Lamezia Terme, nel Salone parrocchiale della Pietà, il libro Per solo amore di don Guido Mazzotta.

Una conversazione, quella con don Mazzotta, in cui sono stati trattati temi impegnativi della vita cristiana, quelli trattati da don Guido, “figlio” della chiesa lametina, professore ordinario di metafisica e teologia filosofica e decano della facoltà di filosofia della Pontificia Università Urbaniana, condivisi con uno stile comunicativo familiare,  attraverso domande che suscitano altre domande e interpellano le scelte concrete della vita del credente oggi.

Ad introdurre l’incontro, il parroco don Emanuele Gigliotti, che ha sottolineato come «don Guido ha contribuito alla formazione di una generazione di giovani che si sono distinti nella chiesa e nel mondo. Don Guido convoca le coscienze all’impegno nella storia, senza burocratizzare i cammini di fede, ma attivando percorsi formativi solidi. Anche per questo, qualcuno lo ha definito “intagliatore di sicomori». 

Tra le questioni trattate da don Guido, nel contesto di una società occidentale segnata dalla secolarizzazione, da un cristianesimo sempre più insidiato e dalla pretesa del mondo di voler fare a meno di Dio, il rapporto con il corpo rispetto al quale «occorre superare una contrapposizione tra corpo e anima che è assolutamente contro la visione cristiana. I grandi padri della Chiesa hanno parlato della carne come cardine della salvezza, il rapporto con il nostro corpo è il campo in cui si gioca la nostra libertà».  Di fronte a una rappresentazione distorta di un cristianesimo che vorrebbe contrapporre corpo e spirito, Mazzotta cita Tommaso d’Aquino «l’uomo come orizzonte e confine tra la materia e lo spirito».

Un concetto, quello del corpo, da rivalutare nella sua dignità stabilita dal progetto di Dio, una frattura da superare per essere in linea con quello che da secoli è il vero pensiero della Chiesa sul rapporto tra anima e corpo.

Amore e libertà sono strettamente uniti, nella riflessione del sacerdote e teologo, per il quale «esistono libertà minori, come quella di decidere cosa fare o cosa non fare nella vita di ogni giorno, e libertà “maggiori”, che interpellano le grandi domande: quale orientamento voglio dare alla mia vita? A chi voglio fare riferimento? La libertà vera è quella che Gesù Cristo realizza nel dono totale di sé e noi siamo liberi nella misura in cui amiamo donandoci completamente. Tutti gli stati di vita sono chiamati alla santità, a realizzare la libertà nel dono totale di noi stessi».

Da qui il matrimonio definito da don Guido come “evento di libertà” che deve necessariamente essere celebrato nell’Eucaristia “che è il dono totale di Cristo all’umanità”. E poi la preghiera che, per Mazzotta, “non è “parlare con Dio” o pretendere di rendere Dio succube delle nostre argomentazioni, «ma lasciare che Dio ci parli, lasciare che la Sua Parola investa ogni aspetto della nostra vita. Nella preghiera siamo chiamati a trovare le tracce di Gesù nella nostra vita».

Non si sminuisce il senso della colpa e del peccato ma, per don Guido, «il vero esame di coscienza è lasciarsi interpellare dalla Parola di Dio più che dalla nostra coscienza. È interrogarsi su quella domanda che Gesù pone a Pietro dopo la Resurrezione: mi vuoi bene? Perché è questo che importa veramente a Gesù. E rispondere anche noi: tu sai tutto, Signore. Tu sai che ti voglio bene».

Da don Guido Mazzotta, che ha svolto il suo servizio pastorale anche nella comunità della Pietà, un pensiero a monsignor Azio Davoli, a pochi mesi dal venticinquesimo della sua scomparsa, ricordato come «un sacerdote che ha promosso in modo innovativo la vita comunitaria tra sacerdoti, perché era consapevole che da soli possiamo fare poco». (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Sabato 24 febbraio si esibisce al Grandinetti il quartetto ucraino Dekru

Sabato 24 febbraio alle 21 al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme si esibirà il quartetto ucraino Dekru. La rassegna teatrale promossa dalla compagnia lametina I Vacantusi porta in scena “Anime leggere”, la performance di teatro fisico capace di raccontare il presente, scritta e diretta dalla regista Liubov Cherepakhina, insegnante della rinomata Accademia di varietà e arti circensi di Kiev.

Sul palco il pluripremiato quartetto di mimi ucraini Dekru, eredi spirituali del maestro Marcel Marceau. Lo spettacolo è una produzione Mosaico Errante distribuita in esclusiva mondiale da Circo e dintorni.

“Anime Leggere” è un viaggio pieno di risate nella commedia della vita, tra poesia e satira sociale, una riflessione acuta sulla moderna condizione umana. Gli spettatori si ritroveranno nel vivo di un allegro circo con gli attori in veste di mimi, in un susseguirsi di brevi scene che vanno a comporre il ritratto dell’uomo contemporaneo. Quello dei Dekru è un linguaggio universale che, partendo dalla loro Ucraina, parla a tutti. A volte come in un film 3D o in un’esperienza di realtà aumentata, altre come in una vecchia pellicola in bianco e nero.

“Anime leggere” ha divertito e commosso centinaia di città nei paesi di tutto il mondo, tra i quali Francia, Germania, Spagna, Polinesia, Nuova Caledonia, Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Ungheria, Romania e Svizzera, oltre che Italia, Russia e Ucraina. La capacità di trattare grandi temi con leggerezza e l’irresistibile empatia del gruppo ha permesso ai Dekru di conquistare tanto i palcoscenici più prestigiosi quanto le vaste platee di programmi tv quali Ucraina’s got talent e Tu sí que vales Italia.

Il quartetto è stato scelto per esibirsi durante l’udienza di Papa Francesco per il Giubileo dello spettacolo popolare e come protagonista del Gran gala du cirque, spettacolo che riunisce i migliori performer circensi internazionali in un’unica grande serata. Il quartetto Dekru esprime l’archetipo del teatro. Con il solo uso del corpo darà vita a una serie di scene che raccontano le vicissitudini dell’essere umano, regalando al pubblico del Teatro Grandinetti di Lamezia Terme che ospiterà lo spettacolo il prossimo 24 febbraio alle 21, una serata emozionante. Biglietti disponibili al seguente link: https://bit.ly/4b9mIP4.

È attualmente attiva la promozione riservata alle famiglie “promo family” che consente l’accesso gratuito ai figli con i biglietti acquistati dai genitori. “Anime leggere” è inserito nella rassegna Vacantiandu 2023 della Compagnia Teatrale I Vacantusi, cofinanziato dalla Regione Calabria con il Programma di azione e coesione (Pac) 2014-2020 – Azione 6.8.3 ambito eventi di promozione culturale anno 2022 – Calabria Straordinaria. (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Convocata la sessione per l’apertura dell’inchiesta diocesana su monsignor Moietta

Sabato 17 febbraio, a partire dalle 16.30 nella Sala Giovanni Paolo II (ex Seminario Vescovile) a Lamezia Terme, è stata convocata la Sessione di apertura dell’Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù, la fama di santità e di segni del Servo di Dio mons. Vittorio Moietta (Vescovo di Nicastro dal 1961 al 1963), con la quale, di fatto, si avvia ufficialmente la fase istruttoria relativa all’escussione dei testimoni e durante la quale il vescovo, mons. Serafino Parisi, e il postulatore, don Marco Mastroianni, gli officiali dell’Inchiesta (il delegato episcopale, mons. Tommaso Buccafurni, il promotore di giustizia, don Gigi Iuliano, ed il notaio, sig. Gianfranco Fiorenza), effettueranno i debiti giuramenti “de munere bene adimplendo et de secreto serbando” che saranno verbalizzati dal vice cancelliere della Curia, mons. Adamo Castagnaro.

La sessione si aprirà alle ore 16.30 con la recita dei Vespri, cui seguirà, alle 17, l’insediamento del Tribunale.

La sessione di apertura e quella di chiusura sono le uniche due fasi del processo diocesano nelle quali è permessa la partecipazione dei fedeli che, però, devono astenersi da ogni atto che possa indurre il popolo di Dio ad associare tale evento ad una automatica e conseguente beatificazione.

I criteri che regolano la celebrazione di questa prima sessione sono dettati dall’Istruzione “Sanctorum Mater”, dell’allora Congregazione (oggi Dicastero) per le Cause dei Santi. (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Domani il convegno “Che cos’è l’uomo perché te ne curi?”

Domani, venerdì 16 febbraio alle 18.30 nel salone “S. Giovanni Paolo II” del seminario vescovile, si terrà l’incontro “Che cos’è l’uomo, perché te ne curi? Cos’è la cura se ti dimentichi dell’uomo?”.

Sarà un dialogo tra professionisti della sanità ma soprattutto tra persone che, ogni giorno, si prendono cura di altre persone in situazioni segnate dalla sofferenza e dalla fragilità. Uno spazio per dare voce alle istanze dei curanti e degli ammalati, partendo da due domande “provocatorie”: «che cos’è l’uomo perché te ne curi? (Salmo 8) Cos’è la cura se ti dimentichi dell’uomo?».

L’incontro, promosso dall’ufficio diocesano di pastorale della salute diretto da don Francesco Farina in collaborazione con l’ufficio per le comunicazioni sociali, vedrà gli interventi di Giovanni Bianco console Touring Club Italiano, Domenico Bilotti medico del Pronto soccorso, Maria Teresa Caruso medico anestesista rianimatore, Valentina Davoli psicologa e psicoterapeuta, Francesco Morrone medico neonatologo, Antonella Talarico farmacista. Modera Salvatore D’Elia, dell’ufficio per le comunicazioni sociali diocesano. (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Mercoledì delle Ceneri, il vescovo Parisi: «Dio si intenerisce per noi»

Durante l’omelia del Mercoledì delle Ceneri, il vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi ha sottolineato come Dio sia «capace di ravvedersi per venire incontro a noi con il suo amore e la sua misericordia».

«Per troppo tempo ci siamo abituati all’idea di un dio “cattivo”, che punisce e castiga. Questo non è il Dio di Gesù Cristo. Come ci ricorda il profeta Gioele con un’immagine molto forte, la passione di Dio per la nostra umanità è tale che Dio che si intenerisce per noi, è capace di cambiare pur di salvarci, è capace di “ravvedersi” pur di venire incontro a noi con il suo amore e la sua misericordia. Nella sua misericordia Dio viene verso di noi non per punirci o castigarci, ma perché vuole il bene, vuole la vita dei suoi figli. Questo è il principio che muove Dio verso di noi e che deve muovere noi nel nostro rapporto con Dio. Ecco perché siamo chiamati a cambiare paradigma: ciò che facciamo o non facciamo non è “per paura” del Signore, ma perché siamo certi che il Signore ci ama», ha detto il vescovo Parisi che ha presieduto la celebrazione eucaristica che dà inizio al cammino quaresimale, con la benedizione e l’imposizione delle Ceneri.

Dall’idea sbagliata di «un dio che punisce e castiga» all’incontro con il Dio della misericordia rivelato da Gesù Cristo è stato uno dei passaggi centrali dell’omelia del presule, sottolineando come «se si ha paura di Dio, il nostro rapporto con Lui sarà sempre un rapporto di necessità, di dipendenza, non libero. Se io invece mi sento amato da Dio, pur sapendo che per quanto possa impegnarmi non riuscirò mai ad arrivare al suo grado di amore, mi relaziono con Dio in una logica dl libertà e di amore. Questo è il modo con cui dobbiamo legarci al Signore che ci invita a muoverci per entrare dentro il grande circuito dell’amore e della misericordia».

«Il Vangelo del Mercoledì delle Ceneri – ha proseguito il presule – non ci chiede tanto di pregare, fare elemosina e digiunare. Questo lo dà per scontato. Ci chiede di farlo nel segreto, lì dove solo il Padre ci vede. Pregare nel segreto significa entrare in quella dimensione della relazione con il Signore in cui tu ritrovi te stesso, senza ricercare visibilità. Oserei dire: non si prega sui social! Non banalizziamo il nostro rapporto personale con il Signore lasciandoci condizionare da un contesto che chiede segni, che vuole vedere. Non banalizziamo il rapporto intimo e personale con il Signore, ma ricerchiamo una preghiera che sia capace di coinvolgermi totalmente senza distrazione alcuna. E poi l’elemosina: non è dare qualche spicciolo a un povero magari per lavarsi la coscienza, con il rischio di prendere in giro la stessa persona a cui si fa l’elemosina, ma è andare in aiuto all’altro facendo passare all’altro, attraverso di me, lo stesso amore coinvolgente di Dio. In questo tempo di Quaresima, recuperiamo le relazioni, ritorniamo all’essenzialità dei rapporti. Che siano rapporti non virtuali, non immaginifici, ma reali, con i fratelli e sorelle fatti di carne e di sangue che vediamo ogni giorno, verso i quali dobbiamo andare con la stessa apertura di misericordia che Dio ha nei nostri confronti. E poi il digiuno, che consiste nel fare un passo indietro per partecipare alle difficoltà dell’altro».

«Noi andiamo verso la Pasqua, questa è la nostra certezza – ha concluso Parisi – Apriamo il cuore al mistero di Dio perché, dentro il nostro cuore, il Signore depositi la forza della sua misericordia e del suo amore. Ora è il momento favorevole, ora è il momento della salvezza, ci ha ricordato San Paolo scrivendo alla comunità di Corinto: ora è l ’occasione straordinaria che il Signore sta predisponendo per farci entrare in un rapporto vitale con lui, un rapporto di misericordia e di amore. Cogliamolo pienamente». (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – In parrocchia un incontro per parlare della tutela dei minori

In parrocchia un incontro per parlare della tutela dei minori. Nei giorni scorsi la parrocchia San Giovanni Calabria, ha ospitato un incontro promosso da don Jelson Camacho, vicario parrocchiale, che ha invitato suor Elisa Ciuffa e don Francesco Benvenuto, rispettivamente referente e membro dell’equipe del Servizio diocesano tutela minori per presentare, agli operatori pastorali che lavorano a contatto con i minori e tutte le persone interessate, la tematica della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili.

Don Francesco ha illustrato la posizione della Chiesa, il suo intendimento su questo tema, il cammino fatto in questi ultimi anni ed ha precisato il significato di alcuni termini come abuso, corporeità, pedofilia. Suor Elisa si è soffermata sulle conseguenze degli abusi, sulla relazione educativa con minori vittime di abusi e le buone prassi da seguire in parrocchia, seguendo le indicazioni proposte, a tal proposito, dalla Cei. Al termine si è svolto un interessante dibattito con i presenti.

L’incontro ha visto una bella partecipazione degli operatori pastorali che hanno manifestato una grande attenzione ed interesse alla tematica. Questo incontro certamente è un segnale positivo di come la tutela dei minori e adulti vulnerabili sia un argomento intorno a cui c’è un grande interesse perché intercetta un desiderio di avere gli strumenti per poter “leggere” le situazioni che si vedono e vivono in parrocchia durante le normali attività, saperle interpretare correttamente, senza falsi allarmismi e soprattutto avere gli strumenti di azione più appropriati, stante il repentino cambio dei tempi, della famiglia, delle relazioni e tutto ciò che sta accadendo intorno ai minori e adulti vulnerabili, di cui i giornali ci aggiornano quotidianamente.

I relatori hanno esortato ad una formazione continua perché la tematica è in persistente evoluzione ed è bene essere informati e formati correttamente, a lavorare in equipe tra loro e a lavorare in rete con le associazioni territoriali che offrono servizi per minori e famiglie, che si occupano di bullismo, ecc… (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Il vescovo Parisi celebra la Giornata del malato in Cattedrale

Monsignor Serafino Parisi, alla vigilia della Giornata mondiale del malato, in occasione del passaggio nella diocesi lametina dell’effigie pellegrina della Madonna di Lourdes a cura della sottosezione lametina dell’Unitalsi, ha presieduto la celebrazione eucaristica in Cattedrale, alla presenza dei volontari unitalsiani.

«Di fronte alla persona ammalata – ha detto – siamo chiamati ad assumere lo stile stesso di Dio manifestato da Gesù. Quando Gesù si fa carico della persona ammalata, ricrea l’umanità, la riporta allo splendore dell’immagine originaria di Dio. Non c’è malattia che possa annullare la dignità dell’uomo. La malattia potrà togliere la forza, la parola, le gambe, ma non la dignità. Ogni vita è degna di essere vissuta e si può vivere se accanto agli ammalati ci sono coloro che, con compassione, se ne prendono cura».

«In un contesto sociale che tende a considerare la malattia come un peso, il malato stesso come un peso – ha proseguito Parisi – noi dobbiamo affermare che non c’è malattia che possa annullare l’uomo. La malattia è un appello alla comunità dei credenti a non abbandonare nessuno, perché la vicinanza della comunità cristiana ai fratelli ammalati è segno della vicinanza stessa di Dio. Nell’ammalato c’è Cristo stesso e noi, servendo la carne dell’ammalato, curiamo la carne di Cristo nei nostri fratelli. Questo è il servizio che ci viene richiesto: non bloccarsi davanti alla malattia, non lasciarsi sconfiggere dal dramma del male, ma entrare nella ferita dell’umanità per mettervi dentro il seme della vita bella che il Signore ci ha voluto donare».

Commentando la pagina del Vangelo di Marco della sesta domenica del tempo ordinario, il presule si è soffermato sulla vicenda del lebbroso risanato, «malattia, quella della lebbra, che denota non solo un’assenza di salute, ma è emblema di solitudine, isolamento, la condizione di chi era considerato “impuro” e costretto a separarsi completamente dalla comunità. Gesù supera tutti gli schemi e di fronte alla persona ammalata non si fa problemi. Gesù avrebbe potuto compiere il miracolo anche “a distanza”, come aveva fatto in altre occasioni, ma non fa così. Gesù stende la mano e tocca quel lebbroso che, per la legge, doveva essere allontanato: di fronte alla persona umana, Gesù non si ferma agli schemi, sfida l’impurità e la malattia, restituisce la vita, la libertà, la compagnia della comunità, la vita insieme agli altri».

Dal vescovo di Lamezia, l’invito ad assumere lo stile della compassione di Gesù che «non è commiserazione, non è dire “poverino, mi dispiace…”, ma è l’assunzione sulla mia carne della croce dell’altro, è soffrire insieme a lui. Quelli che stanno più vicini agli ammalati, sanno bene che gli ammalati non hanno bisogno di chiacchiere, ma di vicinanza. A volte non possiamo fare nulla per le persone ammalate, ma solo stare vicini, far sentire all’altro che non è solo: questa è già una prima forma di cura. Accanto all’ammalato, a volte non c’è bisogno di parole. Basta stare accanto, anche nel silenzio, rompere l’abbandono e la solitudine facendo sentire la nostra prossimità».

«Dobbiamo ringraziarvi, cari ammalati, perché voi che siete considerati i più deboli, siete i più forti. Sulla vostra croce, voi portate tutta la speranza che c’è nel mondo. Grazie a voi che servite ogni giorno gli ammalati – ha concluso il vescovo Parisi rivolgendosi ai volontari e agli ammalati ai quali, al termine della celebrazione, è stato amministrato il sacramento dell’unzione degli infermi – Auguro a voi ammalati di sentire nella vostra condizione la consolazione di Dio, che si fa presente in tutti coloro che, con compassione, si fanno carico della vita di chi soffre e del loro avvenire».

Dopo la celebrazione in Cattedrale, l’effigie della Madonna di Lourdes è stata portata dai volontari dell’Unitalsi nella cappella dell’ospedale “S. Giovanni Paolo II” dove, a cura dell’ufficio diocesano di pastorale della salute, si è tenuto un momento di preghiera di fronte all’immagine di Maria con le testimonianze di una volontaria unitalsiana e di una donatrice di midollo osseo. Domenica 11 febbraio, nella cappella del nosocomio lametino, alle ore 10.30 la Santa Messa e alle ore 12 la preghiera dell’Angelus. La sacra immagine della Vergine di Lourdes lascerà il nosocomio alle 14.30 dopo la preghiera di saluto. (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Al Caffè letterario omaggio ai poeti Costabile, Majone Mauro e Stancati

L’omaggio di Lamezia a tre dei suoi più importanti letterati è avvenuto nell’appuntamento Il caffè letterario dei poeti: un incontro per ricordare Franco Costabile, Pina Majone Mauro e Filomena Stancati, grandi autori nati negli anni Venti del Novecento.

Tre “pietre miliari” della letteratura italiana che hanno raccontato il Sud in tutte le sue dimensioni e sfaccettature. I tre illustri lametini sono stati i protagonisti del caffè letterario dei poeti organizzato nell’ambito del progetto culturale “La rosa nel bicchiere” (Marchio d’impresa Mise) ideato e promosso dalla giornalista lametina Maria Scaramuzzino.

L’iniziativa, svoltasi al teatro Costabile, ha dato vita ad un vero e proprio cenacolo durante il quale si è spaziato dalla letteratura alla storia, alla sociologia, alla filosofia. Tanti i suggerimenti e gli imput emersi dal dibattito, forti sollecitazioni a riscoprire e valorizzare la preziosa eredità donata ai posteri dai tre letterati con la loro ricca produzione poetica. L’amarcord su Franco Costabile, Pina Majone Mauro e Filomena Stancati ha registrato i qualificati interventi di Ida D’Ippolito, parlamentare decano nonché madrina degli incontri de “La rosa nel bicchiere” che ha coordinato il dibattito; Costanza Falvo D’Urso, già docente di materie letterarie, che ha delineato l’eclettica e poliedrica personalità di Pina Majone Mauro.

E, ancora, lo storico Lucio Leone ha rimembrato i tanti momenti di lavoro trascorsi con Filomena Stancati con cui ha scritto a quattro mani diversi saggi. Un ricordo sul filo dell’emozione, resa ancora più palpabile dalla testimonianza del figlio della professoressa, l’ingegnere Pasqualino Nicotera. Le conclusioni sono state affidate a Giovanna De Sensi Sestito, già professore ordinario di storia greca all’Università della Calabria, che già negli anni passati si era occupata della creazione del parco letterario intitolato a Franco Costabile.

Il dibattito è stato intervallato da alcuni versi scritti dai tre autori, letti dagli attori di teatro amatoriale Angela Isabella e Pino Mete. Rime, alcune delle quali inedite, gentilmente concesse per l’occasione dalle famiglie Mauro e Nicotera.

I vari momenti del convegno sono stati animati dagli intermezzi musicali eseguiti dalla violinista lametina Angelica Martello, giovane talento della musica; una presenza in linea con la mission del progetto “La rosa nel bicchiere” che si prefigge di sostenere le eccellenze in campo culturale, artistico e musicale. I relatori hanno dissertato sul pensiero dei tre autori, sul loro particolare rapporto col Meridione, con quel Sud amato e odiato mirabilmente descritto nelle loro copiose pagine di letteratura. Un dibattito decisamente di altissimo spessore da cui sono nate importanti sollecitazioni per far conoscere questi nostri grandi autori nelle scuole; per creare un sistema d’impresa culturale al fine di sviluppare iter formativi a favore delle giovani generazioni. Ciò, mettendo in risalto la sapienza e la conoscenza che i tre grandi poeti hanno racchiuso nelle loro opere: un patrimonio inestimabile ancora di grande attualità.

Il convegno al teatro Costabile si è concluso con i saluti dell’amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Paolo Mascaro, dal vicesindaco Antonello Bevilacqua e dall’assessora Luisa Vaccaro. «I loro scritti, il loro pensiero sono lezione di vita per noi e soprattutto per i giovani che amano questo nostro Sud – ha affermato il sindaco – e che coraggiosamente, scelgono di rimanere nella loro terra d’origine per costruire futuro». (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Ospedale, attivata la Cardio risonanza magnetica con Intelligenza artificiale

L’ospedale di Lamezia ottiene nuovi adeguamenti per le sue strumentazioni che lo collocano, per funzionalità, vicino ad altri nosocomi del Paese. E’ stata riattivata nel Servizio di radiologia dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, la Risonanza magnetica cardiaca, adesso dotata di un nuovo software che utilizza l’intelligenza artificiale. Si tratta di un esame diagnostico strumentale di terzo livello che, anche grazie all’Intelligenza artificiale, consente un notevole aumento della qualità delle immagini e conseguentemente delle potenzialità diagnostiche in un tempo minore, garantendo maggiore accuratezza diagnostica. L’ esame richiede un approccio multidisciplinare e viene effettuato in collaborazione con il Reparto di cardiologia, poiché la metodica viene eseguito da un’apposita equipe composta da radiologi e cardiologi.

La Cardio risonanza magnetica AI permette di studiare in modo approfondito il cuore e gli apparati valvolari, e dare una risposta precisa sulla funzionalità (sia per quanto riguarda il ventricolo sinistro che quello destro) e sulla la presenza di alterazioni della struttura del muscolo cardiaco o del pericardio. Tale tecnica di imaging è allo stato attuale l’unica che riesce a fornire informazioni precise sulla tipizzazione tissutale.

L’AI oggi trova inoltre applicazione anche nella refertazione di altri esami diagnostici, con un algoritmo di apprendimento “addestrato” che, grazie al confronto fra immagini e alla valutazione dei parametri di centinaia di migliaia di esami, riesce a leggere le immagini diagnostiche e a individuare ed evidenziare eventuali anomalie. Gli sviluppi dell’intelligenza artificiale applicata alla diagnostica hanno consentito l’automazione di processi diagnostici basati su moderni strumenti matematici.

Tale avanzamento tecnologico contribuisce ad elevare la già decennale esperienza in Cardio Rm che negli anni ha fatto diventare il presidio ospedaliero di Lamezia Terme uno dei centri di riferimento nazionale nello studio delle patologie cardio-vascolari e nello screening dei pazienti talassemici.

Trattandosi di esami di terzo livello che devono essere eseguiti con la massima appropriatezza, per ora possono essere prenotati direttamente nella segreteria del Reparto di Radiologia (aperta al pubblico dalle ore 8 alle ore 12 dei giorni feriali) o inviando la richiesta completa della valutazione cardiologica che la indica alla mail segreteria.radiologia@asp.cz.it.

L’Azienda implementerà sinergie con gli altri presidi cardiologici interessati ad avvalersi della metodica per garantire l’accesso dei pazienti alla prestazione all’Interno di un percorso diagnostico terapeutico codificato. (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – L’amministrazione comunale ricorda le vittime delle Foibe

Il Comune di Lamezia Terme celebrerà, domani sabato 10 febbraio, la giornata del Ricordo dei martiri delle Foibe.

«l’amministrazione comunale di Lamezia Terme – è scritto in una nota – parteciperà attivamente all’omaggio in memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita in quegli eventi dolorosi. Alle ore 10, in via “Martiri delle Foibe”, si terrà la solenne cerimonia commemorativa, durante la quale sarà deposta una corona d’alloro come segno tangibile del rispetto e dell’omaggio a chi ha sofferto. Un momento di raccoglimento accompagnerà questa commemorazione, offrendo a tutti i partecipanti l’opportunità di riflettere sulla storia e sull’importanza di preservare la memoria collettiva».

«Il “giorno del ricordo” si pone ogni anno – conclude il comunicato – quale occasione per conservare la memoria di numerosi innocenti, e come monito di crescita culturale e civica, promuovendo la conoscenza della storia italiana come strumento essenziale per preservare e trasmettere il ricco patrimonio storico, culturale e sociale della nostra comunità nazionale». (rcz)