La Giunta regione prende atto dell’accordo per Sviluppo e Coesione Meloni-Occhiuto

La Giunta regionale, presieduta dal presidente Roberto Occhiuto, ha preso atto dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione della Regione Calabria, sottoscritto lo scorso 16 febbraio a Gioia Tauro dalla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e dal presidente Occhiuto.

Nel corso della seduta inoltre, su indicazione dell’assessore regionale Emma Staine, sono state deliberate le modifiche all’allegato 1 alla Dgr n.503/2019 nel merito della riorganizzazione dell’assetto istituzione del sistema integrato in materia di servizi e politiche sociali. Lo scopo di quest’ultima modifica, voluta dall’assessore Staine in accordo con il Terzo settore, è quello di migliorare e favorire l’accesso ai servizi socio assistenziali ai soggetti disabili.

Le modifiche apportate, su cui si era già intervenuti in maniera più strutturale il 29 settembre 2023 con la deliberazione n. 512, aumentano in maniera considerevole la possibilità di accesso dei soggetti fragili non autosufficienti in considerazione che, attraverso l’Isee socio sanitario e la soglia di accesso per la compartecipazione alla retta dei servizi determinata in 9.360 euro, gli utenti, che rientrano in detti parametri, potranno fruire dei servizi di assistenza semi residenziale in forma gratuita, consentendo così alle fasce più deboli la possibilità di percorsi riabilitativi sociali a totale carico dell’Ente pubblico.

Congiuntamente, anche per i servizi domiciliari, da erogare a favore di soggetti disabili, è stata prevista la possibilità dell’utilizzo dell’Isee di riferimento per i fruitori dei servizi, quindi con la possibilità dell’utilizzo dell’Isee sociosanitario per i soggetti disabili che diversamente avrebbero dovuto accedere ai servizi tramite quello familiare.

Con queste modifiche la Regione Calabria continua a tracciare il percorso che vede l’utente/cittadino quale centro dei servizi e i servizi quale mezzo per raggiungere lo scopo di supporto, sostegno e accompagnamento alla vita quotidiana dei soggetti fragili.

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Staine, sottolineando come «diventa ulteriormente chiaro il modello di welfare a cui mi riferisco, e che prende in carico tutte le situazioni di crisi e fragilità».

«Per questo continuiamo a costruire un servizio sociale in continuo dialogo con il Terzo settore e tutti gli Ambiti – ha concluso – che sia attento ai bisogni del territorio e che, soprattutto, porta a compimento gli obiettivi».

Infine, su proposta congiunta dell’assessore al lavoro, Giovanni Calabrese, e dell’assessore all’organizzazione e alle risorse umane, Filippo Pietropaolo, la Giunta ha approvato l’atto d’indirizzo per il trasferimento delle risorse (quantificate dal dipartimento organizzazione e risorse umane previa acquisizione dei dati forniti dall’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro) non ancora utilizzate nel quadro dell’applicazione della Legge n. 15/2022 per finanziare il superamento del precariato, mediante la stabilizzazione con contratto di lavoro a tempo indeterminato e part time al 50%, del personale a tempo determinato in servizio presso la medesima Arpal Calabria e Azienda Calabria lavoro. (rcz)

L’OPINIONE / Umberto Calabrone: Serve un approccio diverso per dare un futuro produttivo a Calabria

di UMBERTO CALABRONE – L’assenza di politiche industriali in Calabria è lampante, gli investimenti ristagnano, aziende medio-piccole dove spesso il lavoro rimane precario e di scarsa qualità e solo piccole nicchie sono in grado di collocarsi in una dimensione nazionale o internazionale, anche perché le politiche industriali non si affidano solo a bandi che offrono incentivi automatici e generalizzati al sistema delle imprese, senza indicatori reali sulla occupazione che deve essere l’indice di riferimento per qualità, incremento e Ccnl applicati.

La Corte dei Conti, nella analisi annuale fotografa una situazione drammatica sull’utilizzo delle risorse, dichiarando in modo inequivocabile che le risorse del Pnrr in Calabria sono ferme, dichiarando di fatto il fallimento della Regione: nulla si è speso e di conseguenza, per come dichiarato sia dallo Svimez che da Bankitalia, la Calabria è la regione che soffre, la regione che dipende in maniera decisiva degli investimenti pubblici, tagliati dal governo nazionale con l’accordo del governo regionale, fondi che se non utilizzati o spesi male incrementano il divario con altre realtà del nostro Paese ampliando la povertà e la disoccupazione.

Le aziende informatiche presenti che vedono nelle nuove generazioni calabresi qualità e competenze necessitano di infrastrutture digitali adeguate che devono essere messe a disposizione del territorio attraverso un sistema di appalti adeguato e sicuro evitando spezzatini che mettono in discussione la sicurezza e i diritti previsti dai Ccnl dei lavoratori spesso senza prevedere la continuità occupazionale prevista nella piattaforma di rinnovo del Ccnl Industria Metalmeccanica.

Avviare la bonifica delle aree contaminate, spesso sovrapponibili a quelle industriali, deve essere una priorità insieme al riutilizzo delle stesse per nuovi insediamenti produttivi che permetterebbero di ridurre il consumo del suolo e di avviare percorsi virtuosi ecosostenibili.

In Calabria bisogna diffondere le comunità energetiche in modo da supportare un mondo di piccole e medie imprese spesso in difficoltà anche per i costi energetici e di pari passo va costruito un piano energetico regionale lungimirante che veda l’utilizzo di fondi rinnovabili come punto di riferimento incentivandone l’utilizzo e non sponsorizzando progetti che guardano al passato come fonte energetica di approvvigionamento.

La scelta del Governo nazionale sulla Zes di centralizzazione rischia di compromettere lo sviluppo delle aree più deboli di cui facciamo parte e gli investimenti programmati dalla Zes in Calabria come quello della Baker Hughes di non ripetersi.

Aldilà dei proclami, In Calabria manca una vera strategia di sviluppo che metta al centro il lavoro, quello sostenibile, sicuro, ed in questo contesto sarà fondamentale da parte della Fiom far partecipare alle assemblee per il rinnovo del Ccnl industria metalmeccanica il maggior numero di lavoratori anche perché la piattaforma presentata insieme a Fim e Uilm, oltre alla richiesta di aumenti salariali, ha una visione d’insieme che mette al centro la conciliazione di tempi vita – lavoro, l’ambiente, salute e sicurezza sul lavoro, regole per il mercato del lavoro spesso oggetto di frantumazione e di flessibilità a discapito dei lavoratori.

È evidente che per dare un futuro produttivo, capace di generare ricchezza e creare lavoro, oltre all’applicazione dei Ccnl serve un approccio radicalmente diverso, sia da parte delle istituzioni, a partire dalla Regione, sia da parte delle organizzazioni di rappresentanza, troppo prese da azioni lobbistiche più che di promozione sociale.

Problemi che riguardano tutti coloro che credono ad un’altra Calabria possibile. (uc)

[Umberto Calabrone è segretario generale di Fiom Cgil Calabria]

L’assessore Calabrese: Limitare gap tra domanda e offerta nel turismo

L’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, ha reso noto come «un questionario creato dall’Osservatorio/laboratorio per le politiche del lavoro, è stato già condiviso con le associazioni di categoria per la somministrazione a tutte le aziende della filiera turistica e reti di imprese associate, al fine di rilevare i fabbisogni occupazionali espressi da questo comparto e soddisfare più prontamente le esigenze di professionalità nel quadro della nuova stagione turistica alle porte».

Per Calabrese, infatti, «dopo il recente lancio della rilevazione dei trend sul fabbisogno professionale, è in fase di partenza una nuova iniziativa volta a potenziare il servizio di incrocio domanda-offerta presso i Centri per l’impiego, con il coinvolgimento delle associazioni datoriali, per la promozione dell’occupazione nel settore turistico».

«L’assessorato al lavoro e alla formazione professionale e il Dipartimento lavoro della Regione Calabria diretto da Roberto Cosentino, tra le varie iniziative volte a ottimizzare l’incrocio tra la domanda e l’offerta di lavoro – ha aggiunto – è in procinto di realizzare un’azione specifica per supportare le esigenze occupazionali espresse dal comparto turistico calabrese di concerto con le associazioni datoriali, che in un recente incontro svoltosi in Cittadella regionale hanno accolto molto favorevolmente la proposta».

«Gli esiti, gestiti dai Centri per l’impiego coordinati dal Dipartimento lavoro, serviranno – ha concluso l’assessore Calabrese – a supportare sin d’ora le imprese del settore turistico nell’individuazione delle figure professionali di cui necessitano e limitare quanto più possibile i gap tra domanda e offerta sempre più evidenti negli ultimi anni». (rcz)

L’EMIGRAZIONE, IL TRISTE FENOMENO CHE
ARRICCHISCE IL NORD AI DANNI DEL SUD

di PIETRO MASSIMO BUSETTA – «Attualmente  la stragrande maggioranza degli interventi viene effettuata con tecniche chirurgiche d’avanguardia e mininvasive, grazie alla laparoscopia con visione tridimensionale ed alla chirurgia robotica. Queste  competenze hanno permesso di trattare moltissime patologie in maniera ottimale e secondo i più alti standard terapeutici nazionali ed internazionali». Lo afferma Alfredo Ercoli, professore ordinario di Ginecologia ed Ostetricia e direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia ed Ostetricia e direttore dell’Uoc di Ginecologia ed Ostetricia del Policlinico ‘G. Martino’. Di Padova? Eh no. Non ci crederete ma parliamo di Messina. 

Contraddicendo tutti coloro, molti di questi meridionali, che se hanno un problema di salute pensano che il miglior modo di risolverlo sia quello di comprare un volo low cost per il Nord. 

In realtà tutti sanno che le eccellenze sanitarie  in termini individuali sono certamente presenti in tutto il Paese. Ma mentre al Nord il sistema sanitario ha una organizzazione complessiva, che garantisce il malato in tutti i momenti della sua degenza spesso, invece,  nelle strutture meridionali a fianco alle eccellenze professionali vi è una realtà complessiva che non è all’altezza delle individualità, anche eccellenti, che vi operano. Tale situazione  di mobilità comporta un costo per la regione che subisce il trasferimento ed un vantaggio per chi invece accoglie i pazienti. 

Infatti le amministrazioni, che fanno parte del sistema sanitario nazionale, rifondono a quelle che accolgono i costi sostenuti per prestare le cure richieste. Anzi le strutture di accoglienza si sono organizzate in maniera tale che non vi siano liste di attesa per chi arriva da fuori, che invece permangono per i residenti, in modo da incoraggiare i pazienti alla emigrazione sanitaria. 

Un sistema messo a punto non solo per quanto attiene alla sanità ma anche per la formazione, che le Università del Nord offrono agli studenti del Sud. Recentemente il politecnico di Torino si preoccupava della bassa natalità del Sud, perché tale fenomeno avrebbe comportato una minore richiesta di iscrizione da parte degli studenti meridionali. 

Anche in questo caso il prezzo che viene pagato dal sistema economico meridionale è estremamente alto. Perché non riguarda solamente il costo dell’iscrizione presso le università, ma anche il costo del soggiorno che aiuta i sistemi economici di Pisa, di Bergamo o di Brescia, con una richiesta di affitto da parte dei pendolari, per tutti gli anni della frequenza.

Non solo ma a chiusura del periodo formativo, quando gli emigranti troveranno quel lavoro per il quale hanno deciso la frequenza nelle università settentrionali, i genitori compreranno magari una casa, vendendo quella posseduta, diminuendo enormemente il valore del patrimonio immobiliare del Sud, come sta avvenendo, e aumentando quello del Nord. 

Insomma il conto complessivo è di quelli che sembra incredibile. Il primo importo è quello relativo al costo della formazione dei 100.000 che ogni anno si trasferiscono per lavorare al Nord.

La maggior parte di essi ha una formazione universitaria. In media possiamo dire, considerato che vi sono anche delle professionalità senza titolo di studio,  che la formazione è quella media  superiore. 

Il costo complessivo per far nascere, crescere e formare  un giovane in modo che possa cominciare a lavorare è di circa 200.000 €, che moltiplicati per i 100.000 che ogni anno se ne vanno fa una somma vicina ai 20 miliardi di euro, che le regioni meridionali regalano a quelle del Nord, in prevalenza. In realtà vi sono anche le migrazioni internazionali che andrebbero sottratte a questa cifra. 

In questi anni è cresciuta anche la migrazione sanitaria dalle regioni del Sud a quelle del Nord con 4,25 miliardi di euro che si spostano verso il Nord. 

A Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto il 93,3% del saldo attivo. Il 76,9% del saldo passivo grava sul Centro-Sud. Delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali erogate in mobilità oltre 1 euro su 2 va nelle casse del privato.

Il Miur ha annunciato che nell’anno accademico 2022-23 ci sono state 331 mila immatricolazioni (147 mila maschi, 184 mila femmine). È una cifra costante negli ultimi anni. Il 25 per cento di studenti meridionali fuori sede si traduce in oltre 82 mila partenze. Applicando il criterio di spesa prudenziale dei 30 mila euro l’anno per ogni studente, il prodotto della moltiplicazione è di 2,47 miliardi di euro in fondi privati trasferiti dal Sud al Centro-Nord. 

Facendo la somma di tutte queste risorse andiamo verso i 30 miliardi annui che vengono trasferiti che, sommati ai 60 di spesa pro capite differente, calcolata dal dipartimento per le politiche di coesione, fanno  una somma complessiva di circa 90 miliardi annui. 

Pensate che qualcuno voglia rinunciare alla mucca grassa che si trova a mungere senza opporre resistenza? Sarà difficile.       Ovviamente l’autonomia differenziata porterà ad una aggravamento di questa situazione. Poiché avendo a disposizione meno risorse la sanità meridionale non potrà che peggiorare, mentre quella settentrionale avrà un standard sempre più di livello. 

Stessa condizione subirà la formazione universitaria, mentre l’impossibilità di trovare livelli adeguati di occupazione nel Sud alimenterà il processo migratorio dei giovani formati meridionali.

É uno schema tipico delle colonie che sarà difficile ribaltare senza interventi decisi e continuati, che non si vedono all’orizzonte. Bisogna comunque sottolineare che in parte tali  spostamenti sono dovuti a una reale differenza di assistenza o di formazione.

Ma nella maggior parte dei casi dipendono da una cattiva reputazione che le  strutture sia mediche che formative, al di là della loro reale valenza, in alcuni casi per loro colpa effettiva,  in altri per una vulgata cavalcata dagli interessi di chi vuole alimentare i trasferimenti, si sono “guadagnate”. (pmb)

[Courtesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

Disponibile il questionario per rilevare il fabbisogno professionale delle aziende calabresi

«Uno strumento che ci permetterà di avere una fotografia sulle reali esigenze delle aziende, invitandole a rispondere al questionario per meglio analizzare il fabbisogno e attuare misure adeguate». Così l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni calabrese, ha definito il questionario anonimo per rilevare il trend del fabbisogno professionale delle aziende calabresi e anche per promuovere occupazione di qualità e ottimizzare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

L’indagine, infatti, servirà ad individuare sia le figure professionali carenti all’interno delle imprese sia ad adeguare l’offerta formativa ai fabbisogni aziendali.

L’assessorato al lavoro e alla formazione professionale e il Dipartimento lavoro della Regione Calabria sono impegnati attivamente nell’incremento dell’occupazione di qualità attraverso l’introduzione di nuovi strumenti, focalizzati sul potenziamento delle politiche attive del lavoro e sull’utilizzo degli incentivi all’assunzione come leva strategica.

L’assessore al lavoro e formazione professionale, Giovanni Calabrese, e il dg del Dipartimento welfare e lavoro, Roberto Cosentino, hanno spiegato che, nell’ambito dello sviluppo di azioni integrate e complementari tra il programma GOL (Pnrr), il Pr Fesr-Fse+ 2021-2027 e del Piano straordinario di potenziamento dei Centri per l’impiego, la Regione sta promuovendo un ventaglio di iniziative integrate per ottimizzare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro quali incentivi all’assunzione, aiuti ai costi salariali e alla formazione.

Per garantire consistenza a queste azioni, l’Osservatorio/laboratorio economico territoriale per le politiche del lavoro della Regione Calabria, che analizza i dati e gli impatti delle politiche del lavoro per supportare la programmazione, esecuzione e valutazione delle politiche settoriali di sviluppo, ha elaborato un breve questionario anonimo per rilevare il trend del fabbisogno professionale delle aziende calabresi su un arco temporale di 12 mesi.

Soddisfazione, per l’iniziativa, è stata espressa dal deputato di Fdi, Alfredo Antoniozzi, sottolineando come «bisogna percorrere la strada intrapresa dall’assessore Giovanni Calabrese che è quella di potenziare i centri per l’impiego e di incrociare domanda e offerta».

«Altrettanto importante è scoprire le vocazioni che spesso non vengono valorizzate perdendo importanti figure professionali – ha proseguito –. Anche la formazione in questo contesto ha una sua importanza perché coglie le opportunità individuali e le mette al servizio della comunità». (rcz)

 

 

In Cittadella regionale il Coordinamento dei Centri per l’impiego

Si è riunito, in Cittadella regionale, il Coordinamento dei Centri per l’impiego e il tavolo regionale per i servizi e le politiche del lavoro, presieduti dall’assessore regionale politiche per il lavoro e per la formazione professionale, Giovanni Calabrese.

«Un momento di confronto – ha affermato l’assessore Calabrese introducendo i lavori – tra il Dipartimento e i direttori per una disamina sull’andamento dei Centri per l’impiego in relazione a tutti i nuovi strumenti e alle politiche attive del lavoro messi in atto dal Governo e dalla Regione Calabria».

Insieme al direttore generale del Dipartimento lavoro e welfare, Roberto Cosentino, Calabrese ha incontrato i responsabili dei Centri per l’impiego della Calabria.

«Il comparto dei Centri per l’impiego sta vivendo una fase di trasformazione e innovazione, sia in termini strutturali che nell’erogazione dei servizi, che ci induce a stare al passo coi tempi, spingendoci verso nuovi approcci e metodologie – ha detto Calabrese – anche sviluppando e giovando dell’era tecnologica. Gli investimenti sulle competenze del personale, sulle infrastrutture e sull’aggiornamento degli strumenti tecnologici di lavoro, i nuovi servizi e la qualificazione professionale degli operatori, rientrano nel piano straordinario di potenziamento messo in atto ed avviato dalla Regione Calabria e che il presidente Roberto Occhiuto con la sua Giunta sta seguendo con misure d’intervento specifiche».

«L’obiettivo principale – ha rimarcato Calabrese – è quello di uniformare e mettere in rete tra loro tutte le sedi, mantenendo un continuo e proficuo contatto con i funzionari di ogni territorio, permettendo l’interoperabilità tra i diversi centri, dando maggiore attuazione alla piattaforma del Sistema Informativo Lavoro (SIL), punto di incontro di matching domanda/offerta di lavoro. Tra le priorità, dunque, c’è la programmazione all’orientamento, sostenendo il programma GOL, avvicinando sempre più il centro per l’impiego ai cittadini e alle imprese per una nuova concezione delle politiche del mercato del lavoro e della formazione professionale».

Di opportunità e nuove strategie per il mercato del lavoro se ne è parlato anche al Tavolo regionale dove l’assessore Calabrese, incontrando le parti coinvolte, ha espresso il suo parere sul nuovo modo di concepire e agire sulle politiche attive. Avviato anche un confronto per ragionare sul regolamento e le azioni propedeutiche per orientare la definizione delle misure attuate.

Hanno preso parte al Tavolo il dirigente di Inps Calabria, Alessandro Docimo, il dirigente di Inail Calabria, Vincenzo Amaddeo, per Anpal servizi Calabria, Michele Raccuglia, il funzionario Lorenzo Procopio per la Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo, la direttrice generale dell’Ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti, il presidente della Consulta dei Consigli provinciali dei consulenti del lavoro Calabria, Flaviana Tuzzo, la Consigliera regionale di Parità, Antonietta Stumpo, in collegamentoper la Camera di Commercio di Reggio Calabria la delegata dal presidente Tramontana, Marina Crea, il direttore generale di Unindustria Calabria, Dario Lamanna.

All’ordine del giorno la condivisione della struttura del Pr 21-27 (in riferimento alle politiche del lavoro) e più nello specifico del “Piano regionale delle politiche attive del lavoro, delle competenze e dell’Inclusione” e la presentazione delle linee strategiche.

Definendo e condividendo un Piano regionale delle politiche attive del Lavoro e delle competenze, il tavolo si prefigge di fornire un quadro sistematico e coerente di iniziative dedicate al lavoro che la Regione intende realizzare per favorire l’occupazione di qualità, di giovani e donne in particolare.

«È lo strumento – ha specificato Calabrese – per definire gli obiettivi strategici verso cui orientare le risorse disponibili e per realizzare gli interventi urgenti e quelli strutturali necessari per ridare slancio al lavoro e all’economia della Regione».

I Partecipanti, oltre a contribuire a validare le linee di intervento, si sono confrontati di misure sulla sicurezza sul lavoro, di formazione, apprendistato e delle politiche sulle pari opportunità. (rcz)

Dalla Calabria alla Lituania per acquisire nuove competenze di lavoro

Un viaggio nell’Europa dell’Est per acquisire nuove competenze di lavoro. Una esperienza possibile grazie al Csv di Cosenza.

Cinzia Cersosimo e Tonya Santagata sono partite da Villapiana ed hanno raggiunto Vilnius nell’ambito del progetto Erasmus + “A bridge for Neetwork” coordinato dall’Ancl – Associazione nazionale consulenti del lavoro con partner il Csv Cosenza.

Cinzia e Tonya sono due ragazze che stanno svolgendo attività di servizio civile nella sede dell’associazione Maria Stella del mattino grazie al programma “Restanti” del Centro servizi bruzio.

Dopo aver frequentato dieci lezioni, di cui sette online e tre in presenza a Cosenza, nella sede della Cittadella del volontariato di via degli Stadi, sono partite alla volta della Lituania per una due giorni di scambio e conoscenze.

Quattro in totale i ragazzi italiani che hanno vissuto questa esperienza, più una persona proveniente dalla Russia e un’altra dal Bangladesh.

Al centro della formazione le competenze digitali, di leadership e lavoro di gruppo e le competenze trasversali e linguistiche (per esempio come scrivere un curriculum vitae in lingua inglese). A Vilnius i ragazzi hanno visitato un centro regionale per l’impiego e conosciuto i programmi locali di politiche attive del lavoro. Inoltre, hanno avuto modo di toccare con mano l’esperienza di un’agenzia per la promozione dell’innovazione e della digitalizzazione delle imprese.

«È stata un’esperienza molto intensa e bella perché siamo venuti a contatto con una realtà completamente diversa dalla nostra – ha raccontato Cinzia Cersosimo – c’è una differenza sostanziale tra il sistema lituano e quello italiano e partecipare mi ha permesso di interagire con altre persone e vedere le cose da un diverso punto di vista».

Il 31 gennaio, a Roma, si terrà l’evento conclusivo del progetto nato con l’obiettivo di sviluppare un “hub dell’innovazione” all’interno dell’Ancl che possa divenire un osservatorio stabile e un incubatore di nuove e buone pratiche, basato sul “triangolo della conoscenza” che riunisce e migliora la connessione tra il mondo del lavoro, il mondo accademico e i Neet (Not in education, employment or training).

«Siamo sempre più convinti che il servizio civile rappresenti veramente un’occasione per i giovani – commenta Gianni Romeo, presidente del Csv Cosenza – non solo acquisiscono nuove competenze mentre lo svolgono, ma hanno anche l’opportunità di aderire a percorsi come questo che gli consentono di migliorare la propria preparazione e andare incontro al mondo del lavoro».

Il nuovo bando del servizio civile è aperto. È possibile presentare domanda di partecipazione fino alle ore 14.00 del 15 febbraio 2024. Per partecipare è necessario avere un‘età compresa tra i 18 e i 28 anni. Gli operatori volontari selezionati riceveranno un assegno mensile di 500 euro. Sul sito del Csv www.csvcosenza.it è possibile trovare tutte le informazioni per partecipare al programma “Attivaneet”. (rcs)

L’OPINIONE / Ornella Cuzzupi: Si combattano le discriminazioni con “educazione” al lavoro

di ORNELLA CUZZUPI – Il più grave tra i problemi evidenziati in questo periodo di attività dell’Osservatorio è senza dubbio il manto di omertà che vela la questione. Ci siamo accorti, ma è solo una conferma di quanto pensassimo, che l’aspetto delle discriminazioni in ambito lavorativo sono segnate in maniera decisa e persino violenta dalla paura.

Paura di denunciare, paura di potersi mettere al centro di un meccanismo che può rivelarsi deleterio per chi lo innesca, paura delle stesse aziende – soprattutto piccole – a incidere su tale aspetto per il solo fatto di poterne evidenziare l’esistenza. Insomma, un terreno minato sul quale, però siamo determinati a procedere.

Si pensi che tranne alcune parziali inchieste e ricerche sul tema non esiste un panorama chiaro del fenomeno in senso generale e questo non solo in ambito regionale ma finanche nazionale. Il gran merito di chi ha voluto il nostro Osservatorio – mi riferisco al Governatore Occhiuto e al Presidente Filippo Mancuso – è stato quello di essersi resi conto di due esigenze socialmente non rinviabili: la necessità di affrontare il tema in una regione parte di un Paese che avanza a velocità diverse; il bisogno impellente di creare una corretta educazione del “valore lavoro

Da parte nostra stiamo cercando di coinvolgere sul tema quante più soggetti sociali possibili, non ultimo l’Unar al quale abbiamo rivolto una proposta di collaborazione di cui aspettiamo ancora risposta. Ma, oltre a questo, occorre trascinare nel processo le imprese e le scuole per creare la necessaria educazione al “valore lavoro”. Un valore che porta intrinseco in sé il dono del rispetto e della considerazione degli altri. Alla luce di tutto ciò, ho intenzione di proporre un’iniziativa alla quale invitare l’imprenditoria locale, le strutture che ne rappresentano le categorie e le stesse istituzioni.

Un appuntamento dal quale far scaturire proposte concrete contro ogni tipo di discriminazione da misurare e seguire nel tempo. Non servono vetrine o bei siti web per combattere e abbattere le discriminazioni. Servono fatti e azioni e noi dell’Osservatorio, in ogni sua componente attiva, vogliamo creare le condizioni affinché periodicamente vi sia la possibilità di esaminare, valutare e se necessario suggerire alla politica regionale (che ne ha fatto richiesta con la nascita dell’Osservatorio) le iniziative da intraprendere.

Noi crediamo alla possibilità di eliminare le prassi e le pratiche modellate a seconda dei casi per deleteri e infimi scopi. Noi crediamo che sia possibile arrivare ad un mondo del lavoro libero da infamie del genere. Noi crediamo nella nostra gente e nella possibilità, qui in Calabria, di realizzare un sogno offrendo gli strumenti opportuni. (oc)

[Ornella Cuzzupi è presidente dell’Osservatorio Regionale contro le Discriminazioni nei luoghi di lavoro]

Sposato (Cgil Calabria): Serve piano straordinario su lavoro, occupazione e misure a sostegno di famiglie

Serve un grande piano piano straordinario del lavoro, per l’occupazione giovanile e femminile ed occorrono misure a sostegno delle famiglie e lavoratori, con interventi selettivi nella spesa del fondi di coesione e del Pnrr». È quanto ha dichiarato Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, a seguito dell’incontro, avvenuto in Consiglio regionale, per discutere delle vertenze in Calabria.

Abramo Customer care, tirocinanti di inclusione sociale, consorzi di bonifica sono solo alcune delle criticità che sono state affrontate nel corso dell’incontro, in cui si è chiesto di apportare alcuni correttivi «e sospenderne altri che riguardavano i consorzi sulla legge omnibus, in attesa di fare i giusti passaggi nel rapporto con le parti sociali e nelle varie commissioni».

«Abbiamo apprezzato – ha spiegato Sposato – le aperture del Presidente della Giunta regionale sia sulla vertenza Abramo (si inoltrerà richiesta di incontro al ministro competente) sia su quella dei tirocinanti in inclusione sociale. Per entrambe le vertenze si faranno due incontri il 28 dicembre presso la cittadella regionale alla presenza anche dei parlamentari. Vogliamo ringraziare i gruppi regionali delle opposizioni in consiglio regionale per aver manifestato il sostegno a lavoratrici e lavoratori, incontrandoli, su invito del sindacato, sotto il consiglio regionale e i gruppi di maggioranza, che attraverso il Presidente di giunta e Consiglio hanno accolto la richiesta del sindacato di un ordine del giorno “unitario” ( che era stato originariamente presentato dal Pd) a sostegno della vertenza dei tirocinanti, votato poi all’unanimità».

«L’unitarietà sui temi del lavoro sono fondamentali e ieri (venerdì 22 dicembre ndr) la Calabria, su questo, ha dato un segnale importante che vogliamo sottolineare», ha aggiunto Sposato, ribadendo la necessità «non di contributi a pioggia, ma progetti mirati alla sostenibilità e capacità di promuovere sviluppo ed occupazione di qualità. Serve in Calabria un intervento sulla leva fiscale con la riduzione delle addizionali irpef regionali che sono tra le più alte d’Italia».

«Manterremo il livello del confronto ed, ove fosse necessario – ha concluso – in assenza delle giuste soluzioni, quello della mobilitazione. Con determinazione, come sempre». (rcz)

 

L’OPINIONE / Anna Comi: In Calabria donne sempre più lontane dal mondo del lavoro

di ANNA COMI – La conciliazione vita-lavoro è ancora un macigno che grava sulle spalle delle donne del Sud Italia e, in particolare, di quelle calabresi. Al Sud, come ha spiegato la Svimez in occasione della presentazione del suo cinquantesimo rapporto sull’economia e il sociale del Mezzogiorno, 7 donne su 10 non lavorano. E in Calabria il tasso di occupazione si ferma al 32%.

Così, mentre la Svimez ritiene cruciale la crescita dell’occupazione femminile contro il declino demografico, gli indici statistici ci dicono che la Calabria è fra quelle regioni che presentano il tasso più basso di occupazione femminile in confronto alle medie europee.

L’Ispettorato nazionale del lavoro, in una statistica tenuta poco in considerazione della politica nazionale e locale, ci ricorda che spesso una donna si trova davanti al bivio fra lavoro e famiglia e che, sempre più spesso, la conciliazione è praticamente impossibile. Le donne, quindi, scelgono di lasciare il posto di lavoro per accudire i figli, mentre gli uomini lo fanno davanti a un’offerta migliore, rimarcando così ancora una volta il solco tracciato dalla differenza di genere.

Come evidenzia l’Ispettorato nazionale del lavoro in Calabria, lo scorso anno, sono state segnalate 643 dimissioni di donne dai posti di lavoro, un numero in crescita di oltre il 27% rispetto all’anno precedente. Una vera e propria emorragia.

Le donne sono penalizzate, poi, da un mondo del lavoro di bassa qualità, dove le lavoratrici sono costrette ad accettare i ricatti dei datori di lavoro, e dall’atavica carenza di servizi in grado di rendere efficace la richiesta di conciliazione fra lavoro e famiglia.

Questa carenza strutturale, che in Calabria si sente forte per via dei mancati investimenti o dei progetti finanziati e mai nati, finisce per penalizzare le donne nel mondo del lavoro, soprattutto di quelle donne i cui figli frequentano gli istituiti di prima infanzia.

Il governo continua a non investire, persevera nel seguire politiche fuori contesto rimandando lontano dalle istanze provenienti dal Paese reale. Fra queste quella inaccettabile di spingere sul pedale dell’acceleratore del progetto di riforma ispirato all’autonomia differenziata che, se applicato, finirà per sottrarre ancora altre risorse alle regioni più in ritardo della nazione e favorire lo sviluppo di quelle già avanzate.

Contro la quale, tardivamente, pare volersi muovere anche il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto. Lo stesso governatore che, purtroppo, guarda con poca attenzione alle dinamiche distorte del gender gap, nonostante in tempi non sospetti avevamo avanzato allo stesso la proposta di istituire un assessorato specifico per studiare proposte moderne finalizzate a superare le differenze ancora esistenti fra le calabresi ed i calabresi.

Ma non solo. Risulta incomprensibile l’idea di riformulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che ha finito per tagliare i numeri dei nuovi asili nido, che per la Calabria si attesta ad un risicato 9% rispetto al target del 33%, con il rischio di allargare ancora di più il divario nell’offerta di servizi educativi, e messo in evidenza la necessità – più volte segnalata dalla Uil Calabria – di dare corso ad un moderno e poderoso piano regionale di rilancio dell’occupazione: l’unico strumento per rendere realmente efficiente la macchina burocratica calabrese. (ac)

[Anna Comi è responsabile Coordinamento Pari Oppportunità Uil Calabria]