Danni per maltempo, la Provincia di Crotone chiede lo stato di calamità

Il presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, ha chiesto alla Regione Calabria il riconoscimento, per l’intero territorio provinciale, dello “stato di calamità naturale”, per l’adozione di urgenti provvedimenti e sostegni finanziari per la riparazione dei danni.

Una decisione presa in accordo con tutta l’Amministrazione, a seguito degli ingenti danni causati dal maltempo il 30 novembre e poi ancora il 3 e 4 dicembre nel territorio della provincia di Crotone.

Eventi atmosferici eccezionali, piogge intense e fortissime raffiche di vento, infine una violentissima tromba d’aria, hanno danneggiato e messo in pericolo tante strutture non solo private, tra le proprietà colpite, danni ingentissimi anche a proprietà dell’Ente, considerevoli anche su molte delle arterie viarie di competenza provinciale.
«Nell’immediatezza degli eventi calamitosi – si legge in una nota della Provincia – gli uffici ed i tecnici della Provincia sono stati allertati e hanno prontamente effettuato sopralluoghi e verifiche oltre che avviato da subito interventi per la messa in sicurezza ed il ripristino ove possibile. Impegnati negli accertamenti propedeutici agli interventi i tecnici del Settore Lavori Pubblici, Viabilità e Infrastrutture Stradali, a tal proposito, il presidente Ferrari ha inteso ringraziare non solo gli uffici, ma anche il consigliere delegato Enzo Lagani, prodigatosi, già dalle prime ore di domenica e per tutto il giorno a monitorare l’emergenza. Un ringraziamento sentito, anche ai tanti sindaci, che hanno dato un prezioso contributo ed alla loro instancabile collaborazione».
1Ingenti i danni al corpo stradale ed ai manufatti di numerose arterie provinciali per le quali, a causa della mancanza di fondi – continua la nota – si è dovuto nell’immediatezza procedere alla chiusura. Interessati anche edifici scolastici e pubblici di pertinenza, con infiltrazioni di acqua dai solai di copertura e allagamento dei piani interrati. Lo straripamento di diversi fiumi e torrenti, ha provocato notevoli danni alle arterie provinciali adiacenti e strutture ed attività industriali ed agricole».
«Un intero territorio fortemente provato – viene evidenziato – che oggi deve fare il bilancio dei danni ma soprattutto deve essere in grado mettere in campo tutte le azioni necessarie per consentire il ripristino delle strutture e garantire la sicurezza delle nostre comunità.
L’impatto sulla già fragile situazione economica, sociale ed infrastrutturale, impone l’adozione di mezzi ed azioni straordinarie».
«Dobbiamo avere gli strumenti – ha dichiarato il Presidente Ferrari – per intervenire e per farlo tempestivamente, per rendere sicure le strade e le scuole, per evitare che alcune comunità possano restare isolate e per consentire agli imprenditori, alle aziende, che hanno ancora una volta pagato un prezzo alto, di avere il giusto ristoro e la possibilità di riprendere con nuova forza e rinnovato vigore le proprie attività. Siamo accanto a quanti in questi giorni hanno perso tanto, ma a loro vogliamo dire che siamo al lavoro per ottenere la giusta attenzione, stiamo lavorando dalla costa all’entroterra per sgombrare il fango dalle strade, per far tornare i nostri ragazzi in sicurezza nelle scuole». (rkr)

Bevacqua (PD): Regione intervenga in aiuto dei centri della costa tirrenica flagellati dal maltempo

Il capogruppo in Consiglio regionale del Partito DemocraticoDomenico Bevacqua, ha chiesto alla Regione di attivarsi immediatamente «per fronteggiare la situazione di grave emergenza determinata dall’ondata di maltempo che si è abbattuta lungo la costa tirrenica del cosentino, ma che ha coinvolto anche numerosi centri della Calabria centrale come Briatico, Pizzo, Nocera Terinese e Tropea».

«Si valuti rapidamente la situazione – ha aggiunto Bevacqua – e la giunta regionale adotti tutte le misure necessarie per andare in aiuto delle comunità coinvolte, compresa la richiesta dello stato di calamità per i centri colpiti. Subito dopo, come già più volte richiesto dal gruppo del Pd, parta in Consiglio regionale una discussione ampia e approfondita sulla manutenzione del territorio volta ad adottare i provvedimenti necessari per prevenire fenomeni di dissesto idrogeologico e il possibile ripetersi di episodi simili». (rrc)

 

Su Scilla interviene il Presidente dei Geologi

Giulio Iovine, presidente dell’Ordine dei geologi della Calabria, ha espresso il proprio parere sul maltempo che ha flagellato Scilla nei giorni scorsi.

Almeno 5 eventi analoghi– dice Iovine – si sono ripetuti negli ultimi dieci anni, nella stessa area. Nelle ultime 2 settimane, nella zona di Scilla si erano già registrati un paio di eventi di pioggia: il primo, più rilevante, tra 31.07 e 01.08 (cumulando meno di 20 mm in 2 giorni); il secondo tra 07.08 e 10.08 (2.6 mm in 4 giorni). L’evento del 12-08 si è sviluppato tra le 6 e le 9 del mattino, facendo registrare ai pluviometri tra 40 e oltre 80 mm di pioggia (dati CF-ArpaCal, in corso di validazione): si tratta di quantitativi sicuramente rilevanti, in appena 3 ore. Ma niente di epocale, soprattutto per quella zona.  

Tali precipitazioni temporalesche si sono verificate in un’area, come la Costa Viola, orograficamente accidentata e incisa da corsi d’acqua a carattere torrentizio, i cui bacini idrografici sono generalmente di modesta estensione e caratterizzati da pendenze mediamente elevate. Nell’area, le zone urbanizzate, come pure le principali infrastrutture di trasporto, sono ubicate lungo la costa, alla base dei ripidi versanti, dove sfociano i torrenti. Un osservatore attento non potrà non accorgersi che, spesso, le zone che un tempo erano di pertinenza dei corsi d’acqua sono oggi occupate da aree edificate e strade, e gli impluvi sono a volte scomparsi – “tombati”, cioè costretti a scorrere in tubazioni sotterrate, spesso prive di manutenzione e di dimensioni inadeguate alle portate dei temporali più intensi. In alcuni casi, la memoria del percorso degli antichi corsi d’acqua è ancora conservata nella popolazione, o nella toponomastica. Il territorio, invece, se lo ricorda bene, e se ne riappropria in occasione dei temporali più violenti – come è appunto accaduto a Scilla. 

Gli eventi di pioggia estremi appaiono sempre più frequenti, probabilmente in conseguenza di cambiamenti climatici che il genere umano sta contribuendo ad amplificare con emissioni sconsiderate di gas serra. Questi temporali si abbattono su un territorio generalmente trascurato (alcune aree interne sono state abbandonate negli ultimi decenni), e sfregiato dagli incendi (praticamente tutti appiccati dai sapiens). Estese porzioni di territorio sono state trasformate, e rese meno permeabili: a parità di pioggia, oggi una maggiore quantità tende a ruscellare in superficie invece di infiltrarsi nel sottosuolo. In un simile contesto, quando le acque piovane giungono a terra con estrema violenza, tendono a innescare processi erosivi lungo i versanti, e scorrono verso valle sempre più impetuose, trascinando con sé detriti e oggetti vari. Talvolta, lungo il percorso, i flussi incontrano ostacoli o rallentamenti temporanei (es. accumuli di detrito, rifiuti), che poi collassano. In condizioni particolari, le aliquote di acqua che riescono a infiltrarsi nel terreno innescano anche frane “superficiali”, che possono fluidificarsi e propagarsi a grandi distanze dai siti di origine. Nel complesso, questi eventi temporaleschi originano “flussi iperconcentrati” (ricchi in frazione solida) e frane da “colata detritica”, capaci di spostarsi molto rapidamente (fino a decine di metri al secondo). L’impatto di tali flussi – in zone spesso distanti da quelle in cui si sono originati – è devastante, e produce gran parte dei danni e delle vittime che si registrano in occasione di questi eventi.

Duole constatare che a Scilla, il 12 agosto 2022, è accaduto ciò che, da tempo, sappiamo bene che può succedere in simili zone. Grazie all’avanzamento delle conoscenze multidisciplinari, in settori come la geologia applicata, la geomorfologia, l’idrogeologia/idrologia e l’idraulica, è noto infatti con buona precisione “dove” possono accadere questi tipi di eventi, e siamo in grado di stimare anche “quando” possono accadere (o meglio, con che probabilità si possono verificare). Combinando approcci di modellistica ad adeguati strumenti di monitoraggio (anche in remoto, es. satelliti e RADAR meteo), sappiamo perfino riconoscere l’approssimarsi di condizioni meteo critiche, individuare le celle convettive fin dal loro originarsi (es. a mare), studiarne il percorso, e prevedere dove potranno colpire nel giro di poche ore. Esempi di studi di questo tipo sono ben noti nella letteratura scientifica, e andrebbero semplicemente “utilizzati” per la mitigazione del rischio geo-idrologico (in tal senso, un esempio virtuoso è rappresentato dal Progetto RAMSES, finanziato da RFI SpA con la partecipazione di CNR-IRPI e Centro Funzionale ARPACAL). 

Ovviamente, ciò presuppone il rispetto degli strumenti di pianificazione, elaborati ai sensi della L.183/89 e norme collegate. Ma questi strumenti necessitano di aggiornamenti e approfondimenti, e con l’accentramento delle Autorità di Bacino in Autorità Distrettuali le difficoltà per i professionisti calabresi sono aumentate. Questo Ordine ha istituito uno specifico Gruppo di Lavoro su tali problematiche, e ha già segnalato tali esigenze di razionalizzazione, offrendo disponibilità di collaborazione e supporto tecnico. Auspichiamo che i problemi analiticamente segnalati vengano rapidamente risolti. 

Ma limitarsi a parlare, oggi, di prevenzione e di mitigazione del rischio geo-idrologico suona inappropriato. Sono necessari diffusi interventi di protezione, a partire dalle zone maggiormente esposte, col rischio di produrre ulteriori scempi ambientali (per la gioia di chi fa affari con la cementificazione). Ma serve anche un deciso cambio di rotta, una presa di coscienza generale da parte della popolazione, di chi fa informazione, e degli Amministratori e politici, locali e nazionali. Come in tante altre parti d’Italia, la meraviglia e lo sconforto dureranno solo qualche ora (al più, qualche giorno, nei casi in cui si contano vittime). Poi ci dimenticheremo di tutto, anche perché così conviene a molti, e saremo punto e a capo, pronti per il prossimo disastro. Negli ultimi anni, abbiamo anche trovato un comodo “capro” cui addossare tutte le colpe: il cambiamento climatico. Vero è che gli eventi estremi si stanno verificando con maggior frequenza, ma non possiamo certo limitarci a subire passivamente. E invece, continuiamo imperterriti a utilizzare malamente il territorio, insofferenti verso vincoli e prescrizioni. E qualcuno pensa, perfino, di eliminare i fastidiosi adempimenti in materia urbanistica. (rrc)

L’OPINIONE / Francesco Gagliardi: Maltempo, temporali e allagamenti nella costa Tirrenica un possibile danno per l’agricoltura

di FRANCESCO GAGLIARDIMaltempo, allerta gialla in 19 Regioni italiane tra cui la nostra Calabria. Temperature in calo. Lo scontro tra l’aria polare e quella calda portata da Hannibal può portare piogge intense e grandine, cosa che preoccupa Coldiretti perché potrebbero certamente provocare gravissimi danni all’agricoltura. Molti automobilisti sono stati bloccati lungo le strade allegate e sotto i cavalcavia.

Copiose grandinate si sono registrate nel Pavese e nella Bassa Bergamasca con gravi danni e disagi alle persone e alle cose. Ma anche nella nostra Regione Calabra e precisamente lungo la costa Calabra tra Belvedere Marittimo e Amantea ieri sera si è abbattuto un nubifragio di vaste proporzioni allagando strade, scantinati, garage, magazzini e locali commerciali. L’acqua piovana molto copiosa ha invaso le strade, sembravano dei fiumi in piena, provocando alcuni danni. I tombini non hanno retto, non ce l’hanno fatta ad assorbire tutta quell’acqua.

La gente ha avuto tanta paura e molti non sono andati neppure a dormire. Ora la situazione è ritornata alla normalità, ma è rimasta davvero molta critica per alcune ore. Frane e smottamenti nel Comune di San Pietro in Amantea lungo la strada provinciale S. Pietro-Amantea in località sotto il cimitero, lungo la SS278 di Potame tra San Pietro e Terrati e lungo la strada interpoderale San Pietro-Sant’Elia in contrada Sciolle.

A Belvedere Marittimo, in Amantea  e a San Pietro in Amantea le vie e le strade sono state completamente ripulite dal fango, dalle pietre e dai tronchi di alberi, grazie ai Vigili del Fuoco e alle ruspe della Provincia di Cosenza. In Amantea oltre alle strade allagate la pioggia copiosa ha provocato una grossa buca in Via Lavagaenza, immediatamente fatta transennare, causando limitazione al traffico per il restringimento della strada. Su Facebook è apparso questo post: Anche i rischi per la pubblica incolumità sono crescenti: le strade colabrodo costituiscono un serio pericolo per la collettività e le emissioni tossiche dell’asfalto mettono costantemente a repentaglio la salute dei cittadini. (fg)

CALABRIA IN CONTINUA ALLERTA METEO
NO IMPROVVISAZIONI, SERVONO PROGETTI

La Calabria è stanca di doversi “leccare le ferite” e a fare la conta dei danni a ogni allerta meteo. Non è certo cosa nuova che la nostra regione, sopratutto in questo periodo, sia soggetta a grandi piogge ma, ogni volta, è sempre la stessa musica: gravissimi danni provocati dalla scarsa o inesistente manutenzione. Per questo, si rende necessario un cambio di registro, che è stato chiesto da Davide Tavernise, capogruppo in Consiglio regionale e l’eurodeputata Laura Ferrara del Movimento 5 Stelle al presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

Ad essere colpita dal maltempo, questa volta, in maniera importante è l’area dell’alto tirreno, dove la pioggia e le mareggiate hanno provocato il cedimento di una parte del costone che sostiene la linea ferroviaria. Sull’accaduto, è intervenuto anche Carlo Tansi, che ha sottolineando come «non è stata prevista alcuna opera di protezione dal moto ondoso del muro pericolante durante i lavori in corso di consolidamento».

«Quanto era stato realizzato, con tutti i soldi spesi, è stato buttato letteralmente a mare. Tutto questo rappresenterà l’ennesimo spreco di danaro pubblico. Spero che di questo caso si occupi qualche procura!» ha proseguito Tansi, spiegando che los corso 7 settembre si era recato in quella zona per denunciare la grave situazione di dissesto idrogeologico.

«Purtroppo – ha detto – le mie sono state le ennesima urla nel deserto. Un deserto di istituzioni sorde e irresponsabili a cui nulla interessa il futuro della nostra Terra. In Calabria purtroppo ogni volta che piove si assiste al solito scempio con frane e alluvioni che distruggono quello che è rimasto della nostra bellissima regione. Eppure sono stati spesi miliardi di euro per consolidare il territorio. Spero tanto in un cambiamento, anche se continua a non cambiare nulla!».

«Proprio nell’Alto Tirreno cosentino, come più volte denunciato dal Movimento 5 stelle – hanno dichiarato all’Agi – vi sono opere finanziate da oltre dieci anni ma non ancora realizzate, per quanto concerne la messa in sicurezza delle aree ad elevato rischio idrogeologico. La situazione non cambia sull’altro versante della costa, dove negli anni abbiamo assistito a disastri annunciati e causati da interventi mai realizzati per la mitigazione del rischio idrogeologico, seppur necessari».

I due esponenti del Movimento 5 Stelle, infatti, hanno ricordato che «è di pochi giorni fa la notizia di ulteriori fondi, 61 milioni, per la realizzazione, fra le altre cose, di interventi di tutela dal rischio idrogeologico, messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti e messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici».

«Queste opere – hanno proseguito – volte a garantire la tutela delle nostre città, sono state finanziate su proposta del Movimento 5 Stelle, prima nel Decreto Agosto e poi nella Legge di Bilancio 2021, durante il Governo di Giuseppe Conte, adesso il Ministero dell’Interno ha ripartito le risorse tra i Comuni. Nel triennio 2019-2021, grazie al piano Proteggi Italia varato ancora dal Governo Conte, le risorse destinate alla nostra Regione superavano i 115 milioni di euro. Risorse a disposizione di regioni ed enti locali e da destinare all’emergenza ma anche e soprattutto alla prevenzione ed alla manutenzione, nonché viste le difficoltà degli uffici preposti nel programmare ed attuare le opere nella semplificazione e rafforzamento della governance. Il piano calabrese del 2020, i cui interventi dovevano avvenire a valere su queste risorse, ad inizio novembre di quest’anno, non era stato ancora trasmesso».

«Finché in Calabria – hanno concluso – ci troveremo a fronteggiare emergenze dovute a scarsa o nulla manutenzione dell’esistente non si potrà mai avviare una programmazione strutturale per il prossimo futuro. Da questa urgenza deve avviarsi il nuovo corso nella nostra Regione, senza ulteriori ritardi perché la sicurezza delle persone ed i luoghi sia finalmente cosa concreta anche nei nostri territori». (rrm)

In copertina, foto di Carlo Tansi

Maltempo, Sapia (Fai Cisl): Servono interventi straordinari per accompagnare regioni nella gestione progetti di riqualificazione

Michele Sapia, segretario generale di Fai Cisl Calabria, ha evidenziato come «gli ennesimi danni provocati dal maltempo nel Sud Italia, ci fanno di nuovo pagare un caro prezzo in termini di vite umane e dissesto idrogeologico» e che «servono interventi straordinari con cui accompagnare le regioni verso una gestione virtuosa dei progetti di riqualificazione del territorio».

«È di incontestabile evidenza, infatti – ha proseguito Sapia – che in Calabria i temi della transizione ecologica e ambientale sono alcuni dei più urgenti da affrontare nell’ambito di un nuovo modello di sviluppo, che non metta in contrapposizione lavoro, ambiente e salute pubblica».

«È necessario acquisire consapevolezza – ha proseguito – dell’essenzialità del lavoro forestale, dei consorzi di bonifica e dei parchi nonché della corretta gestione del patrimonio boschivo regionale che può generare effetti positivi straordinari sull’ambiente e l’occupazione. Non si può continuare a cementificare, togliere terreno e aree verdi all’ambiente, modificare i corsi d’acqua dei torrenti senza un minimo di progettualità e pianificazione territoriale».

«La forestazione e il comparto della bonifica – ha aggiunto – cogliendo le opportunità offerte dal Pnrr e non solo, dovranno essere i veri propulsori per mettere in sicurezza il territorio regionale, distribuire benessere e generare lavoro nelle aree interne e svantaggiate».

«In Calabria, dove troppe sono le periferie socio-ambientali – ha concluso il Segretario generale della Fai Cisl regionale – servono responsabilità, partecipazione, progettualità e ulteriore forza lavoro nella gestione del territorio, lotta al dissesto idrogeologico e prevenzione per preservare l’ambiente e garantire sicurezza alle comunità. Basta piangere morti, contare i danni e le devastazioni a stagioni alterne a causa dell’incuria umana, del maltempo e degli incendi». (rcz)

Danni molto pesanti agli agricoltori dalla violenta grandinata nella Sibaritide

La violenta grandinata che si è abbattuta sabato sulla Sibaritide ma messo in serio pericolo le coltivazioni presenti sul territorio. Pescheti, vigneti, campi di ortaggi, e tutte le coltivazioni presenti, soprattutto nella zona di Doria, Sibari, l’area di Cammarata, quella di Garda, del Monte di Cassano all’Ionio e dei Comuni vicini di Frascineto e Castrovillari sono state colpite da grandi chicchi di grandine compromettendone la produzione e il raccolto. Danni irreparabili vista l’intensità della grandinata.

Secondo la Coldiretti, la grandinata non ha lasciato scampo alle colture: ad essere particolarmente colpiti ortaggi, agrumeti, frutteti (pesche), vigneti e si segnalano anche danni agli oliveti. La grandine è la più temuta in questa fase stagionale dagli agricoltori per i danni irreversibili che provoca e che compromettono le colture con perdite che potrebbero anche acuirsi. Prendiamo atto – annota Coldiretti – che da subito l’assessore Gallo si è recato sul territorio, anche se è più vasto quello che stiamo riscontrando sin dalle prime ore, constatando i danni e incaricando i tecnici del Dipartimento per la delimitazione delle aree e il calcolo dell’entità economica dei danneggiamenti.

La Coldiretti – informa il direttore Francesco Cosentini – al fine di rendere rapidi gli accertamenti, collaborerà con i tecnici della regione e offrirà la necessaria assistenza agli imprenditori agricoli. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche nel nostro territorio – commenta Coldiretti – dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che devastano i campi. Ancora una volta l’agricoltura – insiste la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi e questo fortunale, una vera tempesta di ghiaccio ne è l’ennesima prova.

La sen. Rosa Silvana Abate (Misto) ha detto che porterà la grave situazione sia in Commissione “Agricoltura” al Senato sia all’attenzione del Ministro dell’Agricoltura Patuanelli affinché vengano immediatamente poste in essere tutte le misure per far fronte ai danni che questi continui episodi calamitosi recano al settore dell’agricoltura.

«Purtroppo – ha dichiarato la parlamentare – le variazioni climatiche non sono più solo argomenti da convegni o summit ma hanno ricadute devastanti sui territori e il settore immediatamente e direttamente colpito è proprio quello dell’agricoltura». (rp)

Fai Cisl Calabria: prevenzione fondamentale per tutela del territorio e delle comunità in caso di maltempo

Michele Sapia, segretario generale della Fai Cisl Calabria, ha dichiarato che «la pioggia violenta di queste ore sta già creando in poco tempo danni e difficoltà sul territorio e alle persone. Non si tratta di eventi improvvisi, straordinari, ma di eventi atmosferici che da qualche anno si ripetono con una certa regolarità a causa anche dei cambiamenti climatici».

«Dovremmo – ha aggiunto – conoscerli e affrontarli facendo prevenzione. “Prevenzione” è, infatti, una parola che dovremmo non solo citare nei convegni e negli incontri televisivi, ma concretizzare sul campo con strategie e investimenti».

«Viaggiano sui social – ha proseguito Sapia – foto e immagini che preoccupano e ci fanno riflettere: o meglio, ci auguriamo facciano riflettere oggi più che nel passato. Insieme, condividendo scelte e percorsi, si scelga la strada giusta per la cura del territorio, valorizzando le maestranze del settore forestale e della bonifica. Se non c’è tutela del territorio e delle zone montane non c’è agricoltura, non c’è industria alimentare, non c’è comunità, non c’è benessere economico né ambientale».

«Quanto sta accadendo in queste ore in Calabria – ha proseguito Sapia – soprattutto in alcune aree come ad esempio nella provincia di Cosenza e di Crotone, è seriamente preoccupante. Si pensi, dunque, a fare prevenzione, azione e tutela del territorio e delle comunità: non servono tagli, ma investimenti per la cura di una regione che è già rossa per la pandemia sanitaria».

«In Calabria, più che in altre realtà – ha detto ancora – la regimentazione e captazione delle acque, assieme a nuove azioni di riforestazione, dovranno essere la vera sfida. Progettazione e azione si realizzano sul territorio, dai monti a valle, con ulteriori risorse e giusti investimenti finanziari, con i lavoratori e le lavoratrici forestali e gli addetti alla bonifica.  Ribadiamo che, oggi più di ieri, è necessario istituire una cabina di regia regionale per gestire progettazione, azione ed anche emergenze per il territorio e per il sistema ambientale-forestale calabrese; una cabina di regia che coinvolga tutti gli Enti Gestori, Università e Protezione Civile». 

«Di fronte all’eccessiva cementificazione bisogna, inoltre – ha concluso – intervenire con più alberi e più presidio umano. Come sostenuto anche ieri durante l’Esecutivo della Cisl Calabria, la nostra terra ha bisogno di un vero ricambio generazionale nel sistema agro-ambientale, di un approccio nuovo per evitare gli errori del passato, per rinaturalizzare le aree interne e fare prevenzione. Perché fare prevenzione è meglio che affrontare ripetutamente le emergenze legate al maltempo». (rrm)

EMERGENZA MALTEMPO: INTERROGAZIONE URGENTE DI SICLARI (FI) AL PREMIER CONTE

Il maltempo che ha investito la Calabria in queste ultime ore, provocando disagi e seri problemi alla popolazione, ha spinto il sen. Marco Siclari a un’interrogazione parlamentare urgente per avere dal premier Conte risposte che vadano verso una direzione chiara: prevenzione.
«Confermo – scrive il sen. Siclari – il mio totale schieramento a favore dei sindaci, non solo della mia Calabria che in questi giorni è stata più volta colpita e messa in ginocchio ma di tutti i comuni di Italia perché con l’arrivo della stagione delle piogge non possiamo più permettere che accadano tragedie o che intere città vengano distrutte per mancanza di interventi preventivi, per distrazioni politiche o menefreghismo o, ancora peggio, per ingiusta qualificazione dei codici di allerta che genera incomprensione di lettura da parte dei comuni
«Siamo stanchi di dover assistere solo alla gestione delle emergenze. I Comuni con le risorse risicate che hanno a disposizione non possono essere abbandonati a gestire tragedie e sciagure che si potrebbero, invece, prevenire ed evitare. Questo sistema di codici di allerta, diramata fin troppo spesso, ha mostrato delle lacune evidenti. È chiaro che se ogni giorno un sindaco si trova a dover diramare un allerta meteo, anche quando poi splende il sole,  prima o poi la stessa finirà per non sortire più alcun effetto sui cittadini che, come è accaduto in diverse occasioni, verrà considerata non attendibile.
«Al premier Conte chiederò se ha valutato, anche in virtù degli ultimi accadimenti che hanno visto la Calabria triste protagonista, come intervenire in tal senso e proporrò di rivedere l’intero sistema di allerta che, guardando ai fatti, sembra non essere efficiente e adeguato. Dobbiamo essere vicino alle istituzioni territoriali e non combatterle, se i sindaci hanno espresso dubbi circa il sistema di monitoraggio e avviso dell’allerta meteo, il segnale non va contrastato o ignorato, va accolto per lavorare a delle modifiche che, oggi più che mai, appaiono necessarie.
«Ribadisco, inoltre, al Ministro Costa che nessun torrente e nessun fiume nessuna collina in Italia, ha un sistema di monitoraggio all’accesso, per cui chiunque può accedere anche se sconsigliato dai sindaci e dagli enti preposti, per cui trovo ingiusto e inopportuno gridare al giustizialismo su queste basi prendendosela con i Sindaci. Che pretesa è quella di capire di chi è la responsabilità della mancata vigilanza? Il ministro Costa dovrebbe avere quest’istinto giustizialista su tutto, capire quali sono le esigenze del territorio calabrese e, almeno in questo momento, stare vicino alle famiglie delle vittime», ha concluso il senatore azzurro. (rp)