La sindaca di Vibo Valentia Maria Limardo ha presentato la sua nuova Giunta comunale, che è stata riportata a nove elementi.
«Mi sono rivolta alle energie migliori della nostra comunità – ha detto –, e sono certa di avere individuato dei professionisti in grado di realizzare e portare a compimenti gli obiettivi di questa amministrazione».
Le nuove deleghe sono state conferite agli assessori Antonio detto Antonello Fuscà (Porto), Giusi Fanelli (Cultura e Turismo), Arcangelo detto Lillo Scionti (Politiche sociali), che si aggiungono a quelle già conferite precedentemente all’assessore Katia Franzè (Affari generali e Decoro e Verde pubblico).
«I nuovi assessori – ha dichiarato il primo cittadino – rappresentano egregiamente il mondo vibonese e il rispettivo mondo di riferimento. Sono persone di mia assoluta fiducia e che ringrazio per avere accettato un compito gravoso, si tratta di portare a compimento tutta una serie di procedimenti avviati e che devono essere sbrogliati e per i quali è necessaria competenza ed energia, voglia e professionalità, senso di comunità ed entusiasmo del fare».
Così la sindaca sui nuovi assessori. Su Fanelli: «Ho apprezzato molto e accolto l’intuizione di volere accoppiare le deleghe alla Cultura e al Turismo (per la quale ringrazio per il lavoro svolto il consigliere Schiavello), perché nel nostro territorio lo sviluppo dell’una è imprescindibile da quello dell’altro. E su questo l’avvocato Fanelli ha dimostrato, già solo con il lavoro compiuto con la Pro loco, di saper cambiare in positivo le cose».
Su Scionti: «Una presenza qualificante, una figura della quale abbiamo bisogno: rappresenta il ponte tra il mondo degli ultimi e quello della burocrazia e della politica, che spesso viene considerato ostile. Grazie al suo lavoro nel terzo settore sarà il perfetto trait d’union tra questi mondi, toccherà a lui far capire con i fatti che la politica non è contro gli ultimi, ma con».
Su Fuscà: «Non ha bisogno di presentazioni. Ricopre un incarico prestigioso nel consiglio dell’ordine degli avvocati, e rappresenta un punto di riferimento sicuro per la categoria professionale. Ho accolto con gioia la sua presenza, perché è la sua storia a parlare. A lui ho affidato il compito dei compiti: la delega al Porto, e sono certa che in quasi un anno saprà dare risposte concrete».
Su Franzè: «Ha dimostrato sempre grande attaccamento e passione ai temi cari alla cittadinanza, e già dai primi giorni dell’incarico si è messa a lavoro sul fronte del decoro».
Tutti i neo assessori hanno voluto esprimere un ringraziamento sentito verso il sindaco per la fiducia e il convincimento unanime che «sebbene i mesi a disposizione siano pochi, saranno comunque sufficienti per centrare gli obiettivi di mandato in ognuno dei settori di riferimento».
Fanelli: «Mi sento emozionata e pervasa da un grande senso di responsabilità, avendo l’opportunità di offrire un contributo per la mia città questa volta da una postazione istituzionale».
Scionti: «Sono legato al sindaco da stima reciproca, avere ricevuto questa chiamata è una cosa che responsabilizza. Non sono un politico, ma per il mio ruolo nell’associazionismo mi rendo conto del grande peso delle scelte politiche specie in un settore come i servizi sociali. Ed è con questo senso di responsabilità che accetto la scommessa del sindaco».
Fuscà: «Ho sempre pensato che per definirsi buoni cittadini è doveroso porsi al servizio delle istituzioni, altrimenti è solo un vano riempirsi la bocca. È con questo spirito che ho accettato. Mi è capitato per la seconda volta di essere chiamato a servire la città, dopo l’esperienza di vent’anni fa. Ed il fatto di essere considerato una risorsa dalla propria comunità, come affermato dal sindaco, è il complimento più bello del mondo. Ritengo di avere grande motivazione ed idee chiare, e sono convinto che vi sia tutto il tempo per realizzare i punti programmatici dell’amministrazione Limardo».
Franzè: «Ho dedicato quotidianamente la mia attenzione alla città perché penso che è qui che i nostri figli debbano continuare a vivere. Ho accolto con titubanza iniziale questa possibilità, salvo rendermi conto nell’immediato che, con spirito di squadra, tutti gli obiettivi sono alla nostra portata». (rvv)
Stasera a Vibo Valentia, (ore 21, piazza dei martiri d’Ungheria) il tributo a Lucio Dalla. Dopo quello a Lucio Battisti, Vibo Valentia si prepara ad un’altra grande serata in musica aperta a tutti e gratuita. È un altro imperdibile appuntamento organizzato dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Maria Limardo.
“Tu parlavi una lingua meravigliosa”, è un omaggio a Lucio Dalla, che ancora una volta si articolerà in un concerto a più voci con artisti e musicisti provenienti da diverse parti della Calabria. A promuovere l’evento, gli assessorati alle Attività produttive e alla Cultura, diretti rispettivamente da Carmen Corrado e Antonella Tripodi, col supporto del delegato allo Spettacolo Antonio Schiavello.
Con la direzione artistica affidata a Maria Teresa Marzano, e con la conduzione di Daila Miceli ed Emilio Stagliano, si alterneranno sul palco Cecilia Larosa, Domenico Barreca, Veronica Parrilla, Carlo Manna, Matteo Pesce, Giuseppe Gugliotta, Danilo Lico, Matteo Diego Scarcella, Alessandro Marzano, Maria Teresa e Andrea Ionadi, Maria Tramontana e Chiara Tomaselli.
Altra particolarità della serata, gli outfit degli artisti che saranno curati dagli atelier vibonesi mentre il look sarà affidato ai parrucchieri vibonesi, con lo scopo di creare un’integrazione perfetta tra la musica e la valorizzazione delle capacità imprenditoriali della città. (rvv)
di CATERINA RESTUCCIA – Dopodomani,venerdì 28 ottobre 2022 il Comune di Vibo Valentia, con la sensibilità della Sindaca Maria Limardo, e l’Assessorato alle Attività produttive e al Commercio, rappresentata da Carmen Corrado, in collaborazione con la Pro Loco di Vibo Città, presieduta da Giusi Fanelli, organizzano “Vibo in fermento”, con l’apprezzata partecipazione del GAL Terre Vibonesi, guidata dal sindaccodi GerocarneVitaliano Papillo e dal gruppo della Camera di Commercio di Vibo Valentia, grazie alla disponibilità del Presidente Nuccio Caffo.
L’evento che si svolgerà nella sua prima edizione, nella cornice del centro di commercio naturale della Città, nasce per promuovere le aziende produttrici calabresi e la birra artigianale che sarà protagonista con l’abbinamento dei nostri prodotti tipici, tra cui pecorino, cipolla e nduja attraverso la missione compiuta dal GAL.
«Ogni mastro birraio – precisa la Fanelli – racconterà la sua storia aziendale e i suoi prodotti e l’uso delle materie prime, di cui alcune di origine e derivazione locale, facendo così vivere un momento di degustazione e di cultura anche con la presenza di un percorso formativo di beer tester, che si terrà a Palazzo Gagliardi alle ore 18,00, i cui partecipanti degusteranno le Birre raccontate dai Mastri birrai, unitamente alla conoscenza del processo di produzione e fermentazione.A oggi le aziende produttrici aderenti al progetto sono circa dieci.»”
L’idea oltretutto è spinta e spronata da un altro grande incontro internazionale sulla birra: Il 7, 8 e 9 Ottobre Bark – Beer & BBQ con la sua selezione di birrifici regionali aveva già portato per la prima volta la Calabria tra i migliori birrifici italiani e internazionali presenti a Eurhop, una delle più prestigiose rassegne europee sulla birra artigianale.
E con grande soddisfazione ed orgoglio sono emersi addirittura quattro i birrifici calabresi protagonisti della selezione a cura di Daniel D’Alù, titolare con Alice Agostino del Bark – Beer & BBQ di Gioiosa Ionica: J4, Limen, Lametus e Funkydrop.
E certamente Lametus è uno dei gioielli della grande innovazione e della giovane imprenditoria made in Calabria, che sta ridisegnando i contorni di un nuovo modo di fare e birra.
L’evento mostra la volontà dei produttori di voler fornire un valido strumento per permettere agli utenti finali di valutare meglio la qualità e la provenienza dei prodotti che vanno a degustare. Un grande passo verso una sempre maggiore consapevolezza del consumatore.
Il legame tra consumatore/imprenditore e territorio, tra artigiano e arte, viene ulteriormente rafforzato dalla presenza del gruppo C.C.I.A.A. di Vibo Valentia e dal GAL – Terre Vibonesi, partners all’evento oltre che promotore della qualità dei prodotti tipici, che verranno degustati con la presenza dei consorzi di appartenenza al GAL.
Vibo in Fermento è il frutto dello spirito collaborativo che i birrai hanno tra di loro e rappresenta l’amore per la loro terra, segnale di risveglio sociale, economico e culturale.
La lodevole iniziativa si snoderà tra cibo, bevande e musica, già intonata in Piazza Santa Maria del Soccorso, con la proposta di partecipazione attiva del Rubirosa Guinness Pub, e poi lungo il corso a seguire punti food, mastri birrai, castagnata, cocktail beer. La città per l’evento ha pensato veramente a tutto, costruendo ad hoc ambienti, spazi e giochi persino per il divertimento dei più piccini.
Il fascino della musica, della cultura della birra e del cibo sarà collante e protagonista nel centro storico della Città, con l’obiettivo principale di promuovere il territorio. Per rilanciare i centri storici e riattivare le attività locali si è finalmente compreso che bisogna ripartire dalla sinergia tra enti e associazioni, tra attività imprenditoriali e commerciali ed è per questo che si è scelto di puntare sugli eventi a 360° in tutte le direzioni.
Vibo Valentia ha messo in scena un vero e proprio teorema dell’azione culturale. Un programma che aveva già reso il massimo successo con altri momenti significativi realizzati quest’estate appena scorsa e l’incipit dello stesso attuale autunno.
Incontri come “Vibo vintage”, “Vicoli divini”, “Partita della solidarietà” avevano già trasmesso questa vitalità di rinnovamento sempre rimanendo in linea e in ossequio alla tradizione anzi quasi volendo garantire e salvaguardare la tradizione con tutta la sua eredità del luogo vibonese.
Proprio per questo si è voluto sentire la voce diretta di una delle animatrici culturali più attive di Vibo Valentia in questo momento storico, ossia la Presidente della nuova Pro loco Vibo città Giusi Fanelli, che con il suo entusiasmo riesce a coinvolgere, collaborare, stimolare gli ambienti circostanti. Ecco i quesiti proposti e le sue cortesissime risposte:
– Negli ultimi mesi Vibo ha dimostrato una grande capacità di rinnovamento e di sintesi con le tradizioni, qual è stata la formula magica che è riuscita a far esplodere questo clima di profondo coinvolgimento sociale?
«Sicuramente una forma di riscatto da una vita poco sociale e molto in solitudine probabilmente a causa anche della pandemia.
Ma sicuramente la voglia di vivere lasciando le debolezze e le critiche a chi trova il tempo di averle e farle ha preso il primato».
– Gli eventi sinora realizzati hanno registrato il sold out. Quali sono le strategie applicate per ottenere questi grandi successi in un territorio che, a titolo di cronaca, ha troppe volte riportato l’aggettivazione di “depresso”?
«Nessuna strategia, solo intuito nel raccogliere uno stato di bisogno comune nella gente giovane e non,e dal sentire comune è emersa tanta voglia di divertirsi con e tra la gente, mettendo sempre quel pizzico di sprint innovativo che fa cambiamento».
– Lo spirito di squadra quanto conta per una città – provincia come Vibo Valentia?
«Probabilmente lo spirito di squadra è la soluzione vincente in tutto ciò che si fa, come si vince insieme nel lavoro altrettanto in famiglia, ancora di più nel creare socialità. In quest’ultimo caso è più difficile perché nel lavoro se vince la squadra vince la crescita economica, nella famiglia vince l’amore, nella socialità vince la crescita del territorio e non tutti sono pronti a darsi per la Città con grande sacrificio, ma tanta indispensabile sinergia. La Pro loco di Vibo Città vuole vivere questa sfida, iniziata con La partecipazione a Vicoli divini, inaugurata con Vibo Vintage e ora con in programmata Vibo in fermento».
Nella suggestiva cornice della Basilica S. Maria Assunta di Squillace, venerdì 21 ottobre, u.s., si è tenuto il concerto a cura dell’orchestra sinfonica della Calabria, gruppo musicale nato da una felice intuizione del sindaco di Vibo Valentia, avv. Maria Limardo. L’orchestra è composta da oltre 30 elementi, in prevalenza giovanissimi musicisti, particolarmente bravi. Siamo particolarmente felici, ha dichiarato l’assessore al turismo del comune di Squillace promotore dell’iniziativa, il sociologo Franco Caccia, di ospitare nella nostra città eventi di tale portata in quanto oltre a regalare, ai cittadini ed ai turisti, uno spettacolo di elevata qualità, contribuiscono sia ad arricchire l’offerta turistica, nonché a potenziare lo sviluppo del pensiero creativo, componente necessaria per affrontare le sfide e le opportunità delle società odierne. Un particolare, ringraziamento, precisa l’assessore Franco Caccia, dell’amministrazione comunale di Squillace ed il mio personale è indirizzato al sindaco di Vibo Valentia, avv. Maria Limardo, persona dalle note ed apprezzate capacità amministrative.Dopo il lungo e difficile periodo della pandemia, per ripartire si avverte il bisogno di recuperare momenti di sana crescita comunitaria. I concerti di musica sinfonica costituiscono una preziosa occasione di formazione comunitaria in quanto la musica, in particolare la buona musica, è la voce che ci dice che la razza umana è più grande di quanto lei stessa sappia. Il concerto tenuto a Squillace ha visto l’orchestra, sotto la direzione del maestro Volodymyr Kuzma, impegnata nell’esibizione di brani di Giacomo Puccini, Edvard Grieg ed Antonìn Dvorak. La bellezza delle sonorità e la perfezione dell’esecuzione dei diversi brani ha letteralmente incantato il numeroso pubblico presente.Puntare sulle arti e sulle tante forme in cui si esprime il genio umano, ha concluso l’assessore Franco Caccia, è un compito educativo a cui non è possibile sottrarsi, specie se si è scelto di puntare sullo sviluppo di un nuovo pensiero attraverso cui concepire la crescita del territorio locale e la cura della vita di comunità. (rs)
Il contrasto all’inquinamento elettromagnetico nel Comune di Vibo Valentia si avvarrà presto di uno strumento fondamentale e fino ad oggi mancante: le centraline per il monitoraggio dei Campi elettromagnetici (Cem). La giunta guidata dal sindaco Maria Limardo ha infatti approvato, su proposta dell’assessore all’Ambiente Vincenzo Bruni, l’acquisto delle apparecchiature che saranno in grado di monitorare i Cem nelle zone “sensibili” del territorio comunale.
«Il contrasto all’elettrosmog – spiega il sindaco Limardo – rientra tra i punti qualificanti del mio programma politico-amministrativo per quanto attiene le tematiche ambientali, ed è giunto il momento di compiere dei passi concreti che vadano realmente nella direzione di una progressiva riduzione di ogni tipo di inquinamento”. Dal canto suo, l’assessore Bruni ricorda come l’ente sia dotato “di uno specifico strumento, il ‘Regolamento Gambardella’, che però fino ad oggi non ha mai trovato concreta attuazione. Abbiamo lavorato in questi mesi per individuare le somme necessarie all’acquisto ed oggi finalmente passiamo alla fase operativa. Una volta acquistate le centraline -aggiunge Bruni – ci confronteremo con l’Arpacal per elaborare una convenzione al fine di ottenere una rilevazione dei dati quotidiana ed un report periodico. Si tratta infatti di centraline – prosegue l’assessore – che saranno operative h24 e permetteranno quindi al Comune di avere una situazione costantemente aggiornata sull’andamento delle fonti di inquinamento elettromagnetico, sui territori maggiormente esposti e, di conseguenza, sulle misure da adottare per limitarne la diffusione».
«La tutela della salute pubblica e della sicurezza dei nostri concittadini – conclude il sindaco Limardo – resta il nostro obiettivo primario. Con questo ed altri provvedimenti, e districandoci tra mille e ben note difficoltà, stiamo ponendo le basi affinché Vibo diventi realmente una città all’avanguardia sotto tutti i punti di vista». (rvv)
Fare sindaco non è un lavoro facile, figuriamoci essere il primo cittadino di una città o un paese della Calabria, una terra tanto bella quanto complicata, dove bisogna combattere, quotidianamente, con tante, innumerevoli problematiche che affliggono questa terra e che devono essere risolti al più presto. Cionostante è facile sentir dire ai primi cittadini che fare il sindaco è il mestiere più bello, malgrado il carico di incombenze e di burocrazia che caricano di responsabilità (spesso discutibili) di non facile gestione. Vedi i problemi di bilancio e il rischio di dissesto sempre in agguato e, per contro, assurdi procedimenti giudiziari come quello che ha colpito la sindaca di Crema denunciata perché un bimbo si è fatto male all’asilo. Su questo episodio, il sindaco di Bari De Caro ha detto che «lo Stato deve metterci nelle condizioni di fare il nostro lavoro serenamente. Non chiediamo l’immunità o l’impunità, chiediamo solo di liberare i sindaci da responsabilità non proprie»
Essere sindaco non è semplice, soprattutto nelle aree del Mezzogiorno, eppure, nella Governance Poll 2021 realizzata da IlSole 24Ore, sull’indice di gradimento dei sindaci, sono tanti i primi cittadini del Sud a essere nei primi posti di questa classifica e, tra questi, a sorpresa, al 13esimo posto c’è il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, eletto lo scorso settembre, con il 58,5% di gradimento da parte dei suoi concittadini: il giorno dell’elezione l’indice di gradimento era al 63,9%.
Dopo il sindaco Voce, c’è al 40esimo posto il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, con il 56% di gradimento (era del 58% il giorno dell’elezione). Al 63esimo posto Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, con il 53% ((era al 59% il giorno dell’elezione), al 64esimo posto Maria Limardo, sindaco di Vibo Valentia con il 52,5% (era al 59,5 il giorno dell’elezione), e al 70esimo posto Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, con il 50% (era al 64% il giorno dell’elezione). È quest’ultima la peggiore performance rispetto al valore del giorno dell’elezione.
Intendiamoci, sono classifiche su cui incidono elementi non omogenei ed è evidente che le regioni meridionali hanno problematiche ben diverse da quelle delle ricche regioni del Nord. Indubbiamente è un’indicazione del trend di popolarità che rispecchia le iniziative dei rispettivi primi cittadini nei confronti dei propri amministrati. Il primo, in assoluto, è il sindaco di Bari Antonio Decaro (attuale presidente dell’Anci, Associazione dei Comuni italiani) con un consenso rimasto pressoché immutato (-1,3%) rispetto al giorno dell’elezione
L’indagine mette in brutta luce i sindaci delle grandi città (Sala a Milano è all’81° posto, la Raggi a Roma è al 94°, l’Appendino a Torino al 95°) e fornisce un dato che, incidentalmente, riguarda i calabresi: è quello relativo al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, in corsa per la presidenza della Regione. L’ex magistrato si posiziona al 104° posto, ovvero il penultimo, con una performance che lo fa precipitare dal 66,9% ottenuto dopo le lezioni del 2016 al 31,9%.
Quello redatto da Il Sole 24 Ore, è «un sondaggio – hanno spiegato gli organizzatori all’Ansa – che coglie i trend degli amministratori locali 16 mesi dopo lo scoppio della pandemia, in una fase che oggi non è più dominata dai contagi e dalla crisi economica, ma dalle prospettive di ripresa di tutte le attività grazie al crescendo della campagna di vaccinazione».
Insieme alla classifica di gradimento dei sindaci, c’è anche quella dei Governatori, che vede Luca Zaia, governatore del Veneto, al primo posto. Nino Spirlì, presidente f.f. della Regione Calabria, non è all’interno della classifica – che prende in considerazione l’anno 2020-2021, in quanto ha preso la guida della Regione a ottobre scorso, a seguito della prematura scomparsa della presidente Jole Santelli.
Tornando ai sindaci, la posizione ricoperta dal sindaco di Crotone è, sicuramente, un ottimo segnale, sopratutto per una città che, poco a poco, si sta rimettendo in piedi dopo un lungo commissariamento, cercando di risolvere tutte quelle problematiche e criticità che, senza un sindaco e una giunta, erano irrisolvibili.
di SANTO STRATI – La conferenza stampa indetta per oggi pomeriggio da Carlo Tansi e Luigi De Magistris a Cosenza, dove con buona probabilità saranno definiti i ruoli (De Magistris presidente, Tansi vice e assessore all’Ambiente?), mette in evidenza in modo preciso il vuoto di candidature che si registra per le prossime elezioni regionali. Oddio, non è che manchino i nomi che circolano in lungo e largo, da destra a sinistra, ma di fatto, a circa 60 giorni dalla data dell’11 aprile, ci sono solo due candidati che ufficialmente si sono fatti avanti, l’ex capo della Protezione civile calabrese e l’attuale sindaco di Napoli. Che, poi, realtà, la candidatura a governatore sarà una sola, sempre che Carlo Tansi accetti di fare il gregario e non il leader.
Le consultazioni previste con l’ordinanza del presidente ff Nino Spirlì per l’11 aprile, per la verità, saranno quasi certamente spostate, causa covid, al 9 giugno, giorno già individuato dal Governo come election-day (si rinnovano i Consigli comunali di Roma, Milano, Napoli e di altri centri piccoli e medi), quindi c’è, in buona sostanza, ancora tempo per definire alleanze e coalizioni. Anzi, c’è il tempo di aggiustare strategie e scenari, con la soluzione della crisi di governo.
Sul rinvio delle elezioni, ignorando che l’emergenza proclamata dal Governo vale fino al 30 aprile e quindi non permetterebbe il voto la domenica successiva a Pasqua, il presidente ff si è arrabbiato con un giornalista di LacNews24 (Riccardo Tripepi) il quale aveva scritto che Spirlì «preme per ottenere un nuovo rinvio» delle elezioni regionali. La reazione di Spirlì è stata pressoché immediata con una nota fatta diffondere dall’Ufficio stampa regionale: «Si tratta – si legge nel documento –, invero, di una ricostruzione priva di qualsiasi fondamento, frutto di una interpretazione personale a dir poco fantasiosa. Le elezioni sono state da me indette per il prossimo 11 aprile e, per quanto mi riguarda, non esistono alternative o ipotesi di rinvio, anche in considerazione del fatto che il presidente di Regione, in questa fase, non ha il potere per spostare ulteriormente in avanti la data delle consultazioni; né si capisce rispetto a quale istituzione avrei la facoltà di fare pressioni per posticipare il voto. Il giornalista svolge un mestiere importante quanto difficile: chi si pone l’obiettivo di informare l’opinione pubblica dovrebbe perciò agire con grande scrupolo e permettere ai lettori di capire la differenza tra fatti e opinioni personali senza riscontri». Una reazione spropositata e, probabilmente, evitabile quanto inutile.
Ma il problema non è quando si vota, bensì chi sono i candidati a governatore. È evidente che la soluzione della crisi di governo con un nuovo esecutivo “istituzionale” con l’appoggio (diretto, esterno, etc) di tutti, (ad esclusione, per ora, della sola Giorgia Meloni che ne fa una questione di forma e non di sostanza nella persona di Draghi) avrà seri riflessi sugli scenari futuri della competizione elettorale calabrese. Soprattutto nell’ottica di una alleanza grillini-dem sulla falsariga del governo appena concluso.
Come prevedibile, si fanno nomi, ma non si presentano programmi, il che è significativo del totale disorientamento che si va a provocare negli elettori: l’esperienza del 26 gennaio dello scorso anno non ha insegnato nulla: viaggiare disuniti provoca danni e sicuri insuccessi e puntare su outsider (vedi il caso Callipo) può portare a disastri pre e post-elezioni (Callipo, ricordiamolo, abbandonò il Consiglio regionale dopo le prime sedute). Il discorso vale sia a destra sia a sinistra.
A destra c’è un gran fermento e il deputato azzurro Francesco Cannizzaro, reduce del nuovo colpaccio da 15 milioni con l’emendamento dell’ultimo minuto sulla legge finanziaria a favore del Porto di Reggio, è rilassato, quanto dubbioso, pur contando nella provincia reggina su una solida base di consensi. Non escludendo, alla fine, una sua diretta scesa in campo, deve individuare una soluzione, d’intesa col coordinatore regionale – che di fatto non c’è – che riesca a costituire una coalizione coesa e fortemente convinta di poter vincere (come appare sulla carta). I candidati ideali sono l’attuale assessore regionale all’Agricoltura e al Welfare Gianluca Gallo, il deputato Roberto Occhiuto (attuale vice coordinatore vicario di Forza Italia alla Camera, la sindaca di Vibo Valentia Maria Limardo. Tre belle figure “istituzionali” che però al di fuori della propria provincia nessuno conosce. Per accordi pregressi, il governatore della Calabria spetta a Forza Italia, ma la politica nazionale potrebbe riservare sorprese… E rispunta il nome di Wanda Ferro, ma l’ipotesi di riproporre la candidata sconfitta da Oliverio nel 2014, deputata di Fratelli d’Italia, non trova grandi entusiasmi nel centro-destra e la posizione intransigente della Meloni contro il governo Draghi non sarebbe certo d’aiuto.
Di contro, quelli messi peggio sono i dem. I quali un candidato valido e prevedibilmente di buona affermazione ce l’avrebbero (Nicola Irto, ex presidente del Consiglio regionale e attuale uno dei vicepresidenti) ma, a quanto sembra, non trova l’adeguata accoglienza al Nazareno. Non dimentichiamo che il Partito democratico è commissariato da un paio di anni e continua a mostrare inconciliabili posizioni divisive: basti vedere cosa è successo alle elezioni comunali di Crotone dove non era presente neanche il simbolo. La verità è che non c’è un partito, ma tante anime divise che, perché da quanto sembra i compagni amano farsi male da soli. C’è, inoltre, da considerare la posizione dell’ex Mario Oliverio (che non si candida ma non sarà semplice spettatore) e la tentazione di Antonio Viscomi (già vicepresidente con Oliverio e attualmente deputato) che non esclude una sua scesa in campo. Il problema è che se i cinquestelle vanno a supporto del civismo proposto dai “ragazzi irresistibili” (Tansi&De Magistris), il Pd con chi fa accordi? Da soli i dem non vanno da nessuna parte e, c’è la seria possibilità che, nell’incapacità di esprimere una personalità di rilievo, ripieghino (almeno una buona parte) a sostenere la lista civica arancione di Tansi-De Magistris. Un suicidio politico, siamo d’accordo, ma resterebbe l’unica chance per fermare il bis del centrodestra a Germaneto. (s)
Il sindaco di Vibo Valentia e presidente della Conferenza dei Sindaci in materia sanità, Maria Limardo, ha dato il benvenuto al Prefetto Guido Longo.
Per il primo cittadino, infatti, la nomina di Longo «alla guida della Sanità calabrese rappresenta la svolta decisiva, quella che riaccenderà la speranza dei malati calabresi e ci farà dimenticare, sia pure in tempi ragionevoli, i danni di una serie di gestioni dissennate».
«Il nome del dott. Guido Longo – ha aggiunto – mi ha convinta fin da subito, e lo sono stata ancor di più nel leggere una delle Sue dichiarazioni: “Ho accettato come atto d’amore verso la Calabria, la regione in cui mi sono formato professionalmente”. Non la ritengo una frase fatta, mi ha colpito e ha colpito la stragrande maggioranza dei calabresi per come attestano i commenti che possiamo leggere su gran parte dei social».
«Come sindaco della città di Vibo Valentia e presidente della Conferenza dei Sindaci in materia di sanità – ha proseguito il sindaco Limardo – chiederò a stretto giro un incontro al dott. Guido Longo, per rappresentare la mia vicinanza, i problemi che interessano le strutture sanitarie vibonesi – tra cui il costruendo ospedale di Vibo Valentia – e per intessere fin da subito un rapporto di serena e reciproca collaborazione».
«A nome mio, dell’Amministrazione Comunale, della Conferenza dei sindaci e dei cittadini vibonesi – ha concluso – auguro al dott. Guido Longo buon lavoro, nella certezza che, nonostante le difficoltà che certamente lo attendono, saprà restituire alla sanità calabrese dignità ed efficienza, per garantire ai calabresi il sacrosanto diritto alla salute e arginare l’annoso calvario della migrazione sanitaria verso altre regioni d’Italia, che, voglio ricordare, oltre ai sacrifici delle persone bisognose di cure rappresenta per la sanità calabrese un costo annuo di circa 360milioni di euro, l’equivalente di un milione di euro al mese». (rrm)
di SANTO STRATI – Ultima tra le ultime, per qualità della vita e per reddito pro capite: Vibo Valentia sembra a prima vista l’emblema di una Calabria arretrata che non riesce a emergere. E invece, la cura della sindaca Maria Lìmardo (al Comune dallo scorso giugno) sta dando i suoi frutti: diminuito il debito ereditato dai precedenti dissesti, minori spese, maggiore attenzione per i cittadini e rilancio della città. Il percorso della prima cittadina si basa su un semplice obiettivo: rigenerazione urbana, che sottintende – sottolinea la sindaca – rigenerazione sociale. È bella questa parola, rigenerazione. L’ha usata il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto con concreti e tangibili risultati, la riusa con convinzione Maria Lìmardo, una donna dolce e pacata, dotata di grande determinazione, che punta alla concretezza, nel segno della legalità, condizione essenziale in Calabria perché arrivino risultati positivi per la gente. Una donna del fare, l’amministratore che guarda al bene comune e vuole coinvolgere i cittadini nel suo progetto. Un progetto comune equivale a un risultato assicurato: il welfare, il vivere bene non è obiettivo impossibile, Vibo non è l’anticamera della città-fantasma. Anzi, al contrario, bisognerà guardare a questa città che insegue la rinascita e prenderla come modello. È il simbolo di quella Calabria che ce la può fare, se si uniscono intelligenze e determinazione, se si riprogetta una città secondo canoni che devono legarsi alla bellezza e al decoro urbano, nel rispetto della legalità e della correttezza amministrativa. Ci sono anche qui cumuli di spazzatura un po’ dovunque, problema ormai tutto italiano: non è un bel biglietto da visita per una città che punta al decoro, ma servono interventi e soluzioni immediate che i comuni da soli non possono affrontare. Servirà un piano regionale per la valorizzazione dei rifiuti: noi paghiamo per stoccarli, gli altri ci fanno i soldi investendo in termovalorizzatori. Ce ne occuperemo in altra occasione, oggi parliamo di come cambia questa città.
Vibo ha un suo fascino particolare, un patrimonio archeologico ancora tutto da scoprire, ha angoli inesplorati con un mare da favola e un porto da cui far decollare un’idea di sviluppo che guarda al turismo come risorsa insostituibile. È una provincia dimenticata, fino a ieri, colpevolmente trascurata, fatalmente in primo piano con le inchieste di mafia di Gratteri e degli altri magistrati di cui la Calabria deve andare fiera, ma proprio per questo dentro di sé trattiene e rivela una grande forza che le può permettere il sospirato decollo. E l’obiettivo di far diventare Tropea la capitale italiana della cultura del 2021 non può far altro che alimentare questa convinzione, per la capacità di poter attrarre, con la magnifica reputazione mondiale della perla del Tirreno, interessi che prima di travalicare oceani e monti spingano gli italiani a scendere in Calabria per scoprirla nelle sue meraviglie. È una sfida anche questa che la Presidente Santelli dovrà impegnarsi in prima persona a portare alla vittoria finale.
Vibo è la città che vanta due capitani d’industria famosi nel mondo, che hanno esportato il loro marchio mostrando come la Calabria non è terra di malaffare, come viene malignamente disegnata da certa stampa, bensì di eccellenze e di capacità. L’impero di Caffo (guidato con grande competenza da Nuccio, figlio dell’ancora intraprendente Pippo) non solo ha conquistato col suo nome interi continenti, ma sta facendo importanti acquisizioni che vanno a rafforzare il brand e qualificare ulteriormente una solida capacità gestionale. E lo stesso vale per l’altro Pippo vibonese, Callipo, adesso prestato alla politica nel ruolo di capo dell’opposizione alla Regione, che nell’agro-alimentare ha fatto crescere la sua straordinaria industria del tonno (e non solo) conosciuta in tutto il mondo. Che strana contraddizione: due industriali tra i più importanti d’Italia, in uno stretto fazzoletto di terra, eppure Vibo risulta la città più povera e derelitta d’Italia. Cambiare questa immagine non è impresa impossibile, si diceva prima, ma per farlo serve ricostruire una reputazione che la città merita. Amministrativamente, i dati preliminari del bilancio, diffusi proprio ieri, indicano, pur con lo spettro di un dissesto precedente di difficile soluzione, che ci sono segnali positivi: meno spese, più risparmi e più investimenti per il bene comune dei cittadini. Un percorso virtuoso che la sindaca Lìmardo mostra di saper portare avanti con la fierezza tipica dei calabresi e l’orgoglio dell’essere donna: ci facciano un pensierino i cittadini di Reggio che a fine maggio andranno a scegliere il nuovo sindaco (o riconfermare l’attuale): una sindaca anche a Reggio, sul modello della Lìmardo, sarebbe una magnifica sfida al riscatto (im)possibile. Governare bene si può, e se donna si riesce a governare anche meglio, come succede a Vibo.
Abbiamo parlato con Maria Lìmardo alcune settimane fa, ma l’intervista non ha perso niente in attualità. Fatevi un giro a Vibo e alla sua Marina, difficile non accorgersi dell’aria nuova che si comincia a respirare. È un ulteriore segnale di una terra, la nostra, che non s’arrende mai, nemmeno davanti alle classifiche del Sole 24 Ore.
– Sindaca Lìmardo, Vibo è ultima per qualità della vita, ultima per reddito pro capite, ma non ultima come città. Cosa si può e si deve fare?
«C’è molto da fare, per la verità. Noi registriamo queste classifiche del Sole 24 Ore che riteniamo abbastanza discutibili per la verità perché riteniamo che gli indicatori non sempre siano esatti, ma soprattutto non rendano il merito della bellezza dei nostri luoghi e delle potenzialità dei nostri luoghi. Certo, ne prendiamo atto e io, già dal momento della campagna elettorale, mi sono premurata di studiare questi indicatori, li ho spacchettati e ho individuato per macroaree le zone principali nelle quali bisogna incidere, nelle quali bisogna spiegare il nostro intervento».
– Lei ha trovato una città per certi versi sconquassata dal punto di vista politico, quindi la ricostruzione, chiamiamola così, sta seguendo un certo iter. Da ultimo, l’inchiesta di Gratteri ha portato in primo piano Vibo come centro nevralgico della ‘ndrangheta. Come si può fronteggiare una situazione di questo genere là dove va ricostruita evidentemente una reputazione che la città ha perso e che invece merita di avere?
«Dev’essere ricostruita, lei ha detto bene, la reputazione, della nostra città. È un punto di partenza e un punto di forza della mia amministrazione. Nel corso di una recente riunione del Consiglio comunale ho fatto il punto della situazione: c’è da dire che l’indagine ha scoperchiato parecchio e ha interessato anche la burocrazia del municipio, ma ovviamente non ci scoraggia perché ancor prima di essere eletta io sapevo bene di dover avere a che fare con una città difficile. Difficile da un punto di vista burocratico e amministrativo, difficile nelle sue condizioni oggettive, difficile per le inchieste che già allora si diceva man mano che andavano avanti. Però, noi abbiamo avuto sin da subito ben chiaro quale fosse il nostro percorso. Un percorso di legalità, un percorso di procedimentalizzazione degli atti, un percorso di trasparenza e correttezza amministrativa. E in questa direzione abbiamo assunto numerosi atti, perché le amministrazioni parlano per il tramite dei propri atti innanzitutto e per il tramite dei fatti concreti che questi atti poi dispiegano».
– Generalmente si chiede “cosa farà nei primi 100 giorni”. I suoi primi cento giorni sono già passati: è già in grado di fare un piccolo bilancio di cosa ha trovato e di cosa ha cambiato?
«Io credo che noi, nei primi cento giorni e ormai siamo andati oltre, abbiamo fatto una piccola rivoluzione, abbiamo già messo in campo e dispiegato qual è il nostro intendimento per i futuri anni. Ci siamo molto dedicati al decoro cittadino, abbiamo puntato soprattutto sul coinvolgimento delle energie positive della città. Non si era mai verificato che tutte le associazioni fossero invitate all’interno della città, nella sala del Consiglio comunale per discutere insieme con noi delle problematiche della città, per ascoltare direttamente dalla voce delle associazioni e dunque dei cittadini quali siano i punti critici, le note dolenti e quali fossero i suggerimenti per intervenire. In questo senso io credo che noi abbiamo già fatto una buona rivoluzione. Vi è poi da dire un’altra cosa, che ci siamo ritrovati in una condizione di dissesto finanziario, perché la città di Vivo Valentia proviene da un vecchio dissesto. Nel 2013 ha dichiarato il dissesto finanziaria che ancora purtroppo non si è risolto. Abbiamo approvato un piano di riequilibrio per spalmare, per pianificare questo debito che pesa come un macigno sulle casse comunali e sulle possibilità di sviluppo della nostra comunità. Abbiamo un debito di ben 25 milioni di euro che abbiamo pensato di pianificare nei prossimi cinque anni».
– Sono in arrivo risorse aggiuntive di circa due milioni, però dal prossimo anno. Come mai questo ritardo nell’erogazione di questo finanziamento speciale?
«Questo finanziamento lo abbiamo ottenuto grazie all’interessamento del sen. Mangialavori che, ovviamente ringrazio a nome mio personale e della città ancora una volta. Credo che ci siano state difficoltà a livello di finanza centrale, la legge finanziaria, evidentemente, non consentiva la possibilità di una spendita immediata di questi importi, che sono stati quindi spostati al 2021. È certo che si tratta di un risultato straordinario per il sen. Mangialavori che lo ha ottenuto dai banchi dell’opposizione ed è altrettanto straordinario per la nostra città, perché le risorse che arrivano sono risorse vincolate, sono risorse di scopo. Arrivano risorse magari per riparare i tetti della scuola o per togliere l’eternit, arrivano fondi in direzioni ben precise, ben finalizzate. La città non solo ha bisogno di questi fondi, ma ha bisogno anche di altro, ha soprattutto bisogno di rigenerarsi sul piano urbanistico, sul piano del decoro, sul piano della bellezza. Perché accanto alla rigenerazione urbana cammina di pari passo la rigenerazione sociale della nostra comunità. È quindi di assoluta importanza che questi importi che sono liberi siano destinati per gli effettivi bisogni della città. Noi ci aspettiamo e crediamo che con l’utilizzo di questi due milioni di euro la città possa definitivamente cambiare volto»
– Vibo è famosa per avere nel suo territorio due industriali che hanno esportato il loro marchio, il loro brand, quasi dovunque nel mondo. Parliamo di Caffo e di Callipo. Secondo lei Vibo ha più vocazione industriale o più vocazione turistica?
«Se c’è un’impresa che funziona a livello industriale bisogna non solo lasciarla dov’è ma bisogna addirittura coccolarla. Per cui credo che se c’è una fetta d’industria che cammina, che produce, che dà posti di lavoro, crea sviluppo, dev’essere mantenuta e direi coccolata. Altrettanto la vocazione turistica del territorio è assolutamente innegabile: Vibo Marina è la porta naturale verso la Costa degli dei ed è l’approdo principale per questo tratto di costa. Noi siamo assolutamente convinti che la molla turistica possa costituire una molla di riscatto economico».
– Un’altra prerogativa di questa città è il porto. Come pensa di poterlo rilanciare e con quali prospettive?
«Credo che abbiamo prospettive concrete, seriamente concrete. È ovvio che non è la città di Vibo Valentia che potrà con i suoi fondi procedere alla ristrutturazione del porto e al suo rilancio, però abbiamo inserito il porto di Vibo Marina all’interno dei cosiddetti Cis, i contratti istituzionali di sviluppo che abbiamo già licenziato come Giunta in relazione ai quali si terrà da qui a breve un tavolo romano. E abbiamo proprio portato al centro di questo contratto il porto, nella convinzione che proprio da lì possa lo sviluppo di tutto il territorio».
– Una scala di priorità degli interventi che la sua amministrazione intende portare avanti?
«Credo di aver già detto di essere assolutamente convinta che la priorità per la mia città vada nella direzione della sua rigenerazione urbana, quindi a cominciare dalla pulizia, dal decoro, dalla bellezza della città. Perché solo così facendo la città non solo riprende il suo ruolo prestigioso che ha sempre avuto, ma gli stessi cittadini appartenendo a una comunità così rigenerata, così bella, nella quale è piacevole vivere, si sentono più elevati, anche da un punto di vista culturale. Del resto sono convinta che la migliore opera pubblica che un’amministrazione possa lasciare alla propria comunità non sia quella fatta di cemento armato, bensì sia quella della partecipazione attiva dei cittadini alla vita della città». (s)
di SANTO STRATI – Non sappiamo se il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, ha un suo ufficio marketing o ha fatto tutto da sola, ma l’utilizzo, a fini promozionali, della battuta di Checco Zalone nel suo film Tolo Tolo del rifiuto di sbarco a Marina di Vibo, che a qualcuno è risultata sgradevole, è geniale, da manuale del perfetto comunicatore. La Limardo mostra una straordinaria intelligenza nel gestire la battutaccia che riguarda la sua città (altri avrebbero minacciato ferro e fuoco, querele, sequestro del film ecc.) trasformandola in un magnifico pretesto per far parlare di Vibo, e questa volta, ovviamente, in termini positivi. La città che sfiora gli ultimi posti per qualità della vita e per reddito pro-capite in Italia diventa così popolarissima e l’irresistibile ironia del popolare attore (questa volta anche regista di se stesso) fa marketing territoriale: dicendo «è un posto da evitare» si mette in moto il meccanismo della curiosità, che si trasforma in spontanea simpatia da parte di chi riceve il “messaggio”.
Andiamo con ordine: per chi non sa niente del film Tolo Tolo e della gag del “profugo all’inverso” Zalone, è meglio ricapitolare. Il film – che non fa sganasciare dalle risate come i precedenti ma è ugualmente divertentissimo pur affrontando la tematica sociale degli immigrati con grande serietà, diventando un bel manifesto antisalvini e la sua politica sugli sbarchi, il che non guasta – racconta il sogno di Zalone che si ritrova profugo italiano in Africa. Dovendo riportare in Italia un bambino africano al padre, Zalone affronta la traversata insieme con altri disperati. Dalla bagnarola che li dovrà sbarcare,: quando gli comunicano che il porto è Vibo Marina, Zalone invoca “un po’ di dignità” replicando col telefono satellitare alla Capitaneria di porto: “Vi faremo sapere”. Subito qualcuno ha fatto subito rilevare la battuta “infelice”, invitando all’indignazione popolare, molti altri hanno sorriso. Tra questi ultimi, la sindaca Limardo che ha colto l’occasione per far circolare via Facebook una bellissima lettera-invito all’attore-regista, conquistando subito una larga (e meritata) popolarità.
«Caro Checco Zalone, – ha scritto la sindaca Limardo – ho visto Tolo Tolo è un film che fa riflettere, io mi sono pure divertita oltre che emozionata, anche la “battuta terribile su Vibo Valentia” è stata esilarante. Rido ancora tutte le volte che ci penso e, sai, ti devo ringraziare. Pensa in quante persone si scatenerà la curiosità di conoscere Vibo Valentia! Grazie a te e a Tolo Tolo la mia bella Vibo sta ottenendo una popolarità straordinaria . Pensa a quanta gente mossa dalla curiosità che hai scatenato potrà ammirare la bellezza della costa, respirare il profumo della ginestra e del mare, assaporare il calore della sua gente. Gente che accoglie con il cuore e che ha dimostrato di tendere la mano con slancio e generosità in occasione degli sbarchi. Dai vieni a trovarci ! Potrai anche tu diventare immortale sulle bianche spiagge della Costa degli Dei, il litorale più bello del mondo e dove splende il Sole a catinelle».
Continua l’operazione marketing la simpatica sindaca di Vibo, sfruttando i titoli delle divertenti commedie di Zalone: «In questi luoghi avvolti dalla magia delle fiabe potrai ammirare paesaggi mozzafiato, vedrai il cielo incendiarsi al tramonto e poi, potrai contare le stelle una ad una. Rimarrai incantato da mille cose che ti faranno dire Cado dalle nubi. Dai vieni a stare un giorno con noi ! Saremo felici averti nostro ospite ! Sarà una bella festa, sono sicura che ci faremo un sacco di risate. Dopo essere sbarcato nel nostro bellissimo porto di Vibo Marina e aver visitato la città con il suo immenso patrimonio storico, artistico e archeologico, il suo Museo Nazionale che custodisce la preziosa Laminetta Orfica, potremo gustare insieme la nduja di Spilinga, la cipolla rossa di Tropea, i formaggi del Poro, i funghi delle Serre, il tartufo gelato di Pizzo, i mostaccioli di Soriano, e alla fine esclamerai: Che bella giornata!. Come vedi caro Checco non dovrai chiederti Quo vado, non potrai che scegliere di venire a Vibo Valentia nella nostra terra meravigliosa, ricca di identità e dignità e che richiama tutti i tuoi film più belli e di successo, pensa che è certamente il posto ideale dove girare il tuo prossimo Film. Intanto ti aspettiamo presto per girare insieme a te il film di una giornata indimenticabile».
È un manifesto promozionale straordinario, da premiare senza pensarci due volte: in due righe la sindaca Limardo, che mostra tutto l’affetto che la lega alla sua città, è riuscita a fare un’operazione di marketing territoriale incredibile. È un ottimo segnale, la conferma ulteriore che questa terra è fatta di donne e uomini non solo capaci e competenti ma anche intelligenti e sagaci, in grado di trasformare un’apparente insulto in una magnifica occasione di promozione del territorio. I vibonesi sono decisamente da invidiare per il loro primo cittadino. Grazie, sindaca. (s)
La garbata risposta del produttore del film Marco Valesecchi
Il produttore di Tolo Tolo, il fortunatissimo film di Checco Zalone, Marco Valsecchi ha risposto alla lettera della sindaca Limardo di cui diciamo sopra. È stata la stessa sindaca a rendere nota la replica, garbata e simpatica, del produttore: «Le scrivo – dice Valsecchi – per complimentarmi per l’intelligenza e l’ironia con cui ha affrontato la polemica che era stata creata a sproposito della battuta presente nel film di Checco Zalone. Il modo così garbato e insieme divertente con cui ha giustamente rivendicato la bellezza della sua città bersaglio della comicità sempre irriverente di Checco, ha dimostrato a chi è incapace di cogliere l’ironia la sua inconsistenza: se non sappiamo ridere dei nostri difetti, davvero per questo Paese non c’è futuro. Grazie ancora e viva Vibo Valentia». La sindaca ha detto di essere certa che tutti i cittadini vibonesi, tutti coloro che eventualmente si sono sentiti offesi dalla battuta di Checco Zalone, «non mancheranno di cogliere il senso profondo del gradito messaggio del produttore, cui rivolgo il mio ringraziamento per le parole di apprezzamento, ma soprattutto per l’attenzione dimostrata verso la città di Vibo Valentia. L’ironia contenuta nella battuta di Checco Zalone va interpretata in tutte le sue sfumature ed esigenze cinematografiche, nella certezza, come già sta succedendo, che sarà foriera di sviluppo turistico per Vibo e l’intero territorio. La battuta di Checco Zalone ci incoraggia e ci sprona a rivendicare con forza l’orgoglio di appartenenza alla bellissima Vibo. A Checco Zalone e al produttore Pietro Valsecchi, che con il loro lavoro cinematografico si attestano già nelle più alte classifiche, l’augurio dell’amministrazione comunale di proseguire nel meritatissimo successo, senza mancare i rinnovare l’invito ad onorarci della loro presenza nella nostra città, che li ospiterà con il calore e l’affetto che solo i vibonesi sanno dare». (rrm)
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