L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Bortoletti deve essere ascoltato dall’antimafia

di GIACOMO SACCOMANNO – Siamo tutti d’accordo: la questione del col. Maurizio Bortoletti presenta inquietanti e pesanti anomalie che lasciano intravedere condizionamenti impensabili nell’azione di governo in danno della Calabria. Il presidente Morra ben consapevole di tale situazione ha uno strumento decisivo: ascoltarlo in Commissione Antimafia.

Così potrà apprendere delle altre informazioni che sembrano aver fortemente limitato l’azione ed i provvedimenti emessi dal Consiglio dei Ministri. Sicuramente, un’azione tendente ad impedire – come è avvenuto – al colonnello di poter iniziare un’azione di bonifica della sanità, che tutti si auguravano. D’altro canto, l’intervento di Morra non lascia spazio ad altre possibili interpretazioni: “Ora ci diranno che alla Calabria hanno dato questo e quest’altro. Che stanno arrivando centinaia di milioni di euro. O che a Catanzaro abbiamo i bilanci in attivo, mentre nulla è cambiato, dimenticando, però, di dirci che si tratta solo dell’azzeramento causa Covid della mobilità passiva, quella dei calabresi costretti a curarsi altrove.

Che, meglio ricordarlo, la Corte dei Conti ha calcolato dal 2008 al 2019: poco meno di 3 miliardi di euro. Forse dobbiamo prendere atto che lo Stato ha abdicato già da tempo alla soluzione dei problemi della sanità calabrese, e, temo, della Calabria in generale. Non è tollerabile che a distanza di oltre sette mesi dalla nomina il Consiglio dei Ministri abbia proceduto ad una revoca senza fornire spiegazioni”.

Ed ancora: “A questo punto però, con la revoca di Bortoletti, hanno perso il Governo, lo Stato, i calabresi onesti che lottavano per una sanità pubblica trasparente e gestita nel rispetto delle leggi, delle regole. Ed ha vinto chi vuole la Sanità calabrese al di fuori del controllo dello Stato.

Che sia la ‘ndrangheta collusa con certi interessi politico-criminali?”. Interrogativi gravissimi che, però, potranno chiarirsi con la dovuta ed indispensabile audizione del col. Bortoletti che potrà, sicuramente, precisare gli accadimenti e il cedimento pesante dello Stato dinnanzi a poteri lobbistici ed oscuri che hanno, da oltre 10 anni, depredato la Calabria con il coinvolgimento, molto probabilmente, di diversi rappresentati delle istituzioni, che spesso si sono voltati dall’altra parte. Che ognuno, pertanto, faccia la sua parte fino in fondo!. (gs)

Maurizio Bortoletti non sarà sub-commissario alla sanità in Calabria

Il colonnello Maurizio Bortoletti non sarà sub-commissario alla Sanità in Calabria a causa – parrebbe – della contrarietà dell’Arma dei Carabinieri. È quanto denuncia il deputato di L’Alternativa c’èFrancesco Sapia, sottolineando che «il Governo Draghi dovrebbe chiedere scusa ai calabresi, per aver perso ben sette mesi con il mancato insediamento di Bortoletti».

«L’esecutivo dei cosiddetti Migliori non può accampare scuse – ha evidenziato Sapia –. Nel febbraio scorso, quando avevo concluso che Bortoletti non sarebbe mai arrivato in Calabria, avevo chiesto la nomina di un altro sub-commissario che avesse competenza sui bilanci e rafforzasse l’azione della struttura commissariale, soprattutto alla luce della gravissima situazione contabile dell’Asp di Reggio Calabria, già sciolta per infiltrazioni, e dell’Asp di Cosenza, al centro di un pesante procedimento penale in corso di giudizio».

«La mia richiesta di buon senso – ha ricordato il parlamentare di Alternativa – era finita nel peggiore dei silenzi, come succede per tutte le questioni serie su cui il governo non vuole rispondere o intervenire. Evidentemente, i ministeri vigilanti della Salute e dell’Economia hanno dimenticato il senso lato di una sentenza dello scorso luglio, con cui la Corte costituzionale ha rimarcato le inadempienze dello Stato, a proposito della gestione commissariale del Piano di rientro, riassumendo lo stato comatoso in cui versa il Servizio sanitario della Calabria, i cui debiti pesano sulle spalle dei cittadini, costretti a pagare più imposte e a curarsi troppo spesso fuori regione».

«Noi di Alternativa – ha concluso Sapia – insistiamo sul fatto che vada nominato un sub-commissario esperto di bilanci, in modo che affianchi quello in carica, Esposito, e il commissario Occhiuto. Mi auguro che le altre forze politiche si uniscano a questa nostra battaglia in favore della comunità calabrese». (rrm)

SANITÀ, ESPLODE IL “CASO BORTOLETTI”
L’ARMA DA TRE MESI NON DÀ IL NULLA OSTA

di SANTO STRATI – L’irritazione del Presidente Roberto Occhiuto è abbastanza evidente e, nella sede del Consiglio regionale a Reggio, prima di presentare l’importante intesa con la Procura reggina per la digitalizzazione degli atti dei processi di mafia, si sfoga con i giornalisti: «100 giorni sono un’eternità: è un assurdo quanto sta avvenendo intorno alla nomina come sub commissario alla Sanità del colonnello Maurizio Bortoletti, scelto dal Governo. Non arriva il nulla osta dall’Arma nonostante i nostri continui solleciti anche a livello centrale. Io lo sento tutti i giorni e “approfitto” dei suoi preziosi consigli, delle indicazioni che con molta generosità mi fornisce. Ma urge una soluzione immediata: ce l’ho bisogno di presenza, non per telefono e grazie solo alla sua grande sensibilità istituzionale».

Già, serve la soluzione a un “caso” abbastanza surreale: il 18 novembre scorso il Consiglio dei ministri, su indicazione del presidente Occhiuto, nomina il colonnello dei carabinieri Maurizio Bortoletti, attualmente in servizio al Comando Carabinieri di Milano, come sub commissario per controllare il piano di rientro del disavanzo finanziario della sanità calabrese. Bortoletti ha un lusinghiero precedente: chiamato a Salerno ha in pratica “risanato” il buco della sanità campana, mostrando intuito e grande capacità operativa nel mondo complesso delle fatturazioni e relativi pagamenti (e in Calabria sappiamo che vigeva la contabilità creativa orale). Bene, Bortoletti sembrava (sembra tutt’ora) l’uomo giusti al posto giusto, ma, inspiegabilmente, c’è un ormai insopportabile traccheggio sul suo distacco che non trova ragione.

Secondo quanto ci ha detto, in via riservata, un alto ufficiale dei Carabinieri «mettere in aspettativa un collega che non ricopre incarichi di comando non costa nulla all’Arma. Non costa nulla perché ricopre la posizione di un capo ufficio qualsiasi in un incarico di secondo piano. Inoltre se è stato proposto da Brunetta, quindi da un Ministro in carica, non vedo ostacoli per l’Arma a metterlo, appunto, in aspettativa». C’è qualcos’altro, dunque, che crea ostacoli al distacco dell’alto ufficiale?

C’è da dire che lo scorso 2 febbraio il Ministero dell’Economia, attraverso la Ragioneria Generale dello Stato, aveva indicato in una lettera le modalità da seguire per dare il via libera al distacco, visto che – a quanto pare – le. motivazioni ufficiali sono da rapportare a questioni di spesa, ovvero su chi dovrà sostenere il compenso dovuto (stabilito peraltro dal secondo decreto sanità Calabria)  di 140mila euro annui.. Cifra che, comunque è stata dimezzata essendo condiviso l’incarico con l’altro commissario incaricato sul fronte finanziario Ernesto Esposito. Secondo la Ragioneria dello Stato si potrebbe utilizzare l’istituto del comando (ma in questo caso secondo il Ragioniere Generale Biagio Mazzotta mancano i presupposti) oppure concedere l’aspettativa senza assegni. In quest’ultimo caso, però, va fatto notare che l’incarico di subcommissario non è da considerare a tempo pieno visto che è condiviso con l’altro subcommissario Esposito, quindi si tratterebbe di un incarico extraistituzionale che verrebbe svolto senza dismettere la divisa.

Sulla questione sono intervenuti l’ex sen. Franco BevilacquaDomenico Campana, di Cambiamo – Coraggio Italia, secondo i quali è «sempre meno comprensibile la ritardata attribuzione  dell’incarico, a sub commissario alla Sanità calabrese, del Colonnello Maurizio Bortoletti, la cui nomina, da parte del Consiglio dei Ministri,  che gli attribuiva l’incarico di  guidare il piano attuativo del  rientro dai disavanzi del servizio sanitario della Regione Calabria è del 18 novembre del 2021. Nel frattempo – affermano – il Comando Generale dei Carabinieri ha sollevato  questioni di trattamento economico, peraltro stabilite da norme vigenti, nonché  questioni afferenti l’ “istituto del comando’’ che non riguardano l’incarico che assumerà  il Colonnello Bortoletti. La risposta del Ragioniere Generale dello Stato – hanno aggiunto Bevilacqua e Campana – al quale il Comando Generale dei Carabinieri  si è rivolto, nonostante abbia chiarito i ‘’dubbi economici’’ e quelli legati al ‘’comando’’, sembra non abbia, però, sortito alcun effetto, dal momento  che il Colonnello Bortoletti si trova  ancora a Milano e non già in Calabria al lavoro per quella salutare operazione di pulizia che attende da anni di essere compiuta nei conti della Sanità».

«Abbiamo interessato nostri  parlamentari – hanno detto Bevilacqua e Campana – affinché in Parlamento chiedano chiarimenti al Ministro della Difesa, nel mentre esprimiamo tutta la nostra solidarietà al presidente della Regione Roberto Occhiuto per la scelta che ha compiuto nell’indicare al Governo la persona del Colonnello Bortoletti come suo collaboratore per risollevare dalle macerie la disastrata situazione della sanità calabrese».

Anche i deputati pentastellati D’Ippolito e Parentela lo scorso 18 gennaio avevano chiesto al Governo di intervenire subito per garantire «l’immediato insediamento» del colonnello quale sub-commissario alla Sanità calabrese. Non andava dimenticato – secondo i due parlamentari – «che le aziende del Servizio sanitario della Calabria hanno risaputi e grossi guai di bilancio, per risolvere i quali il Consiglio dei ministri scelse proprio Bortoletti, in virtù delle sue competenze e capacità in questa materia». A un mese di distanza, nessun segnale.

E anche il commissario regionale della Lega in Calabria, l’avv. Giacomo Francesco Saccomanno, ha stigmatizzato la situazione: «Un fatto di una gravità inaudita se si pensa allo stato di degrado in cui versa la regione ed alla necessità di avere persone competenti e capaci sia per ricostruire il nebuloso passato che il difficile presente. Un danno enorme ai calabresi che il Governo deve mettere in conto, in quanto il deficit creato dai vari commissari, in oltre un decennio di disastrosa gestione straordinaria, non può passare sott’ordine e deve essere sopportato da chi lo ha causato a seguito della propria incapacità ed incompetenza. Sul punto la Lega attuerà le barricate: i danni creati dai commissari non possono essere subiti e pagati dai calabresi. E il ritardo incomprensibile nell’attuare concretamente la nomina del sub-commissario alla sanità è, veramente, un mistero che può far pensare tanto. Chi non vuole Bortoletti in Calabria? Chi ha interesse a non farlo venire? Le domande hanno una facile risposta: questa regione ha subito e subisce ruberie continue nel settore della sanità, tanto che non si riesce nemmeno a ricostruire un passato recente e non si riescono nemmeno ad approvare dei bilanci. È notorio che in alcune ASP vi sono presunti crediti pagati due-tre volte e nessuno è riuscito ad intervenire. Qualche persona di buona ed onesta volontà aveva tentato di mettere fine a questo ladrocinio, ma, stranamente, non è riuscita ad andare avanti: uno strano decesso che ancora è avvolto nel mistero. La Lega, però, non ci sta a far proseguire questo percorso di evidenti illeciti ed ha chiesto l’accesso agli atti presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero della Sanità, il Ministro delle Finanze. e chiede, a gran voce, anche alta, che la Magistratura faccia celermente il suo corso. Le indagini non possono durare anni e, nel frattempo, consentire la prosecuzione di azioni gravemente lesive del rispetto della legge e dei diritti dei calabresi».

E mentre si attende la soluzione del caso, nessuno riesce a spiegare cosa c’è effettivamente dietro questo “strano” ritardo. Ma Occhiuto e i calabresi non possono più attendere. (s)

SANITÀ, “CALABRIA ZERO” PER RIPARTIRE
IL PROGETTO DI OCCHIUTO E BORTOLETTI

La Calabria riparte da Zero, nella sanità. Non si tratta di una vera e propria tabula rasa, quanto piuttosto un progetto rivoluzionario e ambizioso del presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, che prevede la realizzazione di una grande azienda sanitaria, chiamata appunto Calabria Zero, che superi la frammentazione, la disomogeneità e le assenze di standard che hanno caratterizzato la sanità calabrese.

Un progetto di legge che è stato predisposto da Occhiuto insieme al sub-commissario Maurizio Bortoletti, e che sarà presentato nel prossimo Consiglio regionale in programma il 14 dicembre e che, intanto, è già stato illustrato ai capigruppo di Palazzo Campanella e che potrebbe essere una vera e propria boccata d’aria per le Asp e le Ao calabresi. La nuova Azienda, infatti, si occuperebbe della gestione dei flussi di cassa relativi al fabbisogno sanitario regionale, della redazione dei bilancio del Ssr.

Si tratta, quella proposta da Occhiuto, di una vera e propria rivoluzione senza, tuttavia, cancellare le Asp e Ao calabresi – che si occuperebbero, soltanto, dell’erogazione dei servizi sanitari – «che punta ad accentrare le funzioni e le capacità amministrative attraverso forme di integrazione funzionale di servizi tecnici e operativi a valenza regionale», che vuole «rendere omogenee le procedure delle aziende sanitarie e ospedaliere e razionalizzare la spesa, rendendola trasparente e efficiente».

Quella di realizzare una grande azienda ospedaliera arriva proprio nel momento in cui la Calabria, purtroppo, tornerà in zona gialla, «per colpa di anni di malasanità» ha spiegato il presidente Occhiuto, assicurando ha spiegato il Governatore in un’intervista a Il Foglio, rispondendo ad una domanda sul probabile passaggio della Calabria in “zona gialla” che «cambierà poco, perché le restrizioni riguardano solo i non vaccinati, e torna l’obbligo di mascherina anche all’aperto».

«È giusto, però, che i calabresi prendano coscienza del fatto che, con un sistema sanitario fatiscente come il nostro, dobbiamo stare più attenti degli altri».

«Il numero dei contagi non è altissimo come in altre Regioni – ha spiegato – è il deficit strutturale che ci porta in zona gialla. Ma non è facile colmare i ritardi derivanti da 12 anni di commissariamento della sanità, nei quali né si è ridotto il debito, né si è aumentata la qualità delle prestazioni».

«Stiamo utilizzando molto le strutture del generale Francesco Paolo Figliuolo, un supporto prezioso – ha proseguito il Governatore Occhiuto – soprattutto per incrementare la campagna vaccinale. Quanto alle terapie intensive il problema non riguarda gli spazi e le attrezzature, ma i medici. Di anestesisti e rianimatori ce ne sono davvero pochi. E proprio a causa del commissariamento e del piano di rientro non abbiamo potuto procedere ad assunzioni a tempo indeterminato».

«Diventa quindi difficile trovare personale che venga a lavorare da noi per qualche mese – ha detto ancora – quando altre Regioni o anche strutture private offrono contratti migliori. Per questo ho chiesto alle università di poter ricorrere quantomeno agli specializzandi in medicina al quarto anno, che possono svolgere, in affiancamento, funzioni di assistenza».

Il presidente Occhiuto sottolinea come il rapporto con l’esecutivo nazionale «sia stato in queste settimane positivo. Il governo sta dimostrando disponibilità. Avevo chiesto di poter diventare io stesso commissario, e la mia richiesta è stata accolta. Sono moderatamente soddisfatto». (rcz)