Medicina all’Unical, pubblicato il bando di ammissione ai corsi

È online il bando di ammissione, per l’anno 2023-2’24, per i corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia TD dell’Università della Calabria.

Per accedere alla selezione per l’anno accademico 2023/24 è necessario sostenere il Tolc-Med, un test erogato mediante la piattaforma informatica di Cisia, presso le aule dell’Ateneo. La prova può essere svolta in uno o entrambi i periodi di erogazione: dal 13 al 22 aprile 2023 e dal 15 al 25 luglio 2023. Al test (50 quesiti in 90 minuti) potranno accedere i diplomati e gli studenti iscritti al quarto o al quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado.

L’iscrizione al Tolc-Med può avvenire esclusivamente sul portale www.cisiaonline.it dal 13 marzo fino alle 14 del 3 aprile 2023 per sostenere il test nel primo periodo di erogazione e dal 15 giugno fino alle 14 del 5 luglio 2023 per il secondo periodo di erogazione.

Una volta superato il Tolc-Med si potrà presentare l’istanza di inserimento nella graduatoria di merito nazionale (per cittadini UE o equiparati) o locale (per cittadini non-UE residenti all’estero). La procedura è attiva dal 31 luglio 2023 e si chiude alle ore 15 del 24 agosto 2023.

La presentazione della domanda sarà consentita solo ai candidati in possesso del titolo di scuola secondaria superiore o che lo conseguiranno nell’anno scolastico 2022/2023, in tempo utile per l’immatricolazione nell’anno accademico 2023/24.

L’UniCal, inoltre, da quest’anno offre agli studenti la possibilità di scegliere tra due percorsi di laurea che prevedono una diversa sede di svolgimento del secondo triennio:

  • Medicina e Chirurgia TD, che si svolgerà interamente all’Unical, con tirocini clinici presso le strutture ospedaliere di Cosenza;
  • Medicina e Chirurgia TD (interateneo), che si svolgerà all’Unical per il primo triennio, e all’Università degli studi Magna Græcia di Catanzaro nel secondo triennio, con tirocini clinici presso le strutture ospedaliere di Catanzaro.

La durata minima del Corso è di 6 anni, a conclusione dei quali viene conferita la Laurea magistrale a ciclo unico abilitante alla professione di medico.

Al termine degli studi il laureato, infatti, potrà accedere all’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di medico chirurgo e ai concorsi per le Scuole di Specializzazione medica e potrà lavorare in tutti gli ospedali, nelle strutture sanitarie, negli studi professionali.

Inoltre, con pochi esami aggiuntivi, il corso permette di conseguire anche la laurea triennale in Ingegneria informaticacurriculum bioinformatico.

Il corso di laurea offerto all’Unical, infatti, offre competenze ulteriori particolarmente innovative, che gli consentiranno anche di lavorare in strutture sanitarie d’avanguardia nell’utilizzo delle nuove tecnologie, in reparti di chirurgia robotica, in centri di diagnostica avanzata o specializzati nella medicina di precisione, nell’ambito della telemedicina.

Al 1° anno sono disponibili:

  • 63 posti per Medicina e Chirurgia TD (di cui 3 per cittadini non-UE residenti all’estero)
  • 75 posti per Medicina e Chirurgia TD interateneo con l’Università degli studi Magna Græcia di Catanzaro (di cui 7 per cittadini non-UE residenti all’estero). (rcs)

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Anche a Reggio Medicina per far fronte a carenza di medici

di GIACOMO SACCOMANNO – Non è comprensibile e non pare possano esserci delle spiegazioni razionali sulla mancata indicazione di Reggio Calabria ad ottenere la possibilità di aprire la facoltà di medicina.

La città metropolitana della Calabria ha tutti i requisiti necessari per poter gestire tale facoltà e per consentire a tanti giovani di evitare le migrazioni e poi rimanere nelle città universitarie sparse in tutta Italia. È ben notorio che il giovane universitario che vive per oltre 5 anni in una città per svolgere gli studi e poi spesso anche per specializzarsi, difficilmente potrà far ritorno nella terra natia. Specialmente, poi, dinnanzi ad un sistema sanitario calabrese che non offre nulla di buono.

Una regione non può assumere alcuna iniziativa sul numero degli iscritti, ma può invece, in modo più proficuo, lavorare attivamente per cercare di creare altre facoltà di medicina per aumentare i laureandi. Così come merita Cosenza ad avere tale possibilità anche Reggio Calabria ha tutti i requisiti per poter accampare il diritto di ottenere una facoltà di medicina.

Tutti coloro che hanno a cuore il bene della città metropolitana devono rimboccarsi le maniche, senza se e senza ma, e condividere un tal pensiero, unendosi e portando avanti una battaglia comune di civiltà e di crescita. Non si tratta di questioni di “campanile”, ma un modo semplice per superare le attuali carenze di medici e creare un percorso di crescita che potrà, finalmente, consentire a tutti i giovani calabresi di non andare via e di contribuire allo sviluppo della propria città.

Tutte le forze politiche, tutti gli organi istituzionali, tutte le associazioni e tutti i calabresi devono spingere per raggiungere tale risultato ed evitare spaccature incomprensibili che hanno reso la Calabria, in tanti settori, la cenerentola d’Italia. (gs)

Accordo tra Regione e Unical per rendere l’Annunziata un ospedale Universitario

di FRANCO BARTUCCIL’Azienda ospedaliera e l’Inrca di Cosenza uniscono le forze per risollevare la sanità. Firmati gli accordi con la Regione che sanciscono l’avvio di un percorso che, tra alcuni anni, porterà alla trasformazione dell’Annunziata in ospedale universitario.

L’accordo ha l’ambizioso obiettivo di contribuire al miglioramento dei servizi sanitari del territorio.  A tal proposito sono stati firmati due protocolli d’intesa. Il primo è un atto di collaborazione per la Sanità firmato dal rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, e  dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto; mentre il secondo è la convenzione attuativa, siglata dallo stesso rettore e dal commissario dell’ospedale dell’Annunziata, Vitaliano De Salazar. Ne ha dato notizia il Portavoce del Rettore con una propria nota.

Il protocollo stipulato dalla Regione con l’Unical – si legge nella nota – avvia il percorso che trasformerà, tra alcuni anni, l’Annunziata in ospedale universitario. L’accordo è inteso a perfezionare l’avvio del corso di Medicina e chirurgia Td (Tecnologie digitali) all’Unical nella sua specificità clinica e definisce l’inizio dell’iter che culminerà nella clinicizzazione dell’Annunziata, previo riconoscimento del Governo con Dpcm.

La collaborazione tra la Regione e l’Università è volta al potenziamento e all’ulteriore qualificazione del servizio sanitario regionale, attraverso l’elaborazione di programmi formativi condivisi, rivolti al personale sanitario in servizio sul territorio.

Inoltre, la Regione, «consapevole delle eccellenze di cui è dotata dell’Università – si legge nel protocollo – nell’ambito ingegneristico, informatico e di intelligenza artificiale, intende promuovere una formazione professionale di medici e professionisti sanitari con particolare riferimento per quegli operatori della salute che siano dotati di conoscenze e competenze nei vari ambiti sanitari, biomedici e clinici, in una visione multidisciplinare integrata con le tecnologie dell’ingegneria dell’informazione e dei sistemi intelligenti, da applicare efficacemente ad azioni mirate alla prevenzione e alla cura delle malattie, alla riabilitazione dei pazienti e allo sviluppo di soluzioni diagnostiche e terapeutiche innovative».

L’università, da parte sua, metterà a disposizione competenze per l’offerta e la valutazione dei programmi di ricerca promossi dalla Regione, anche per rispondere al fabbisogno conoscitivo ed operativo del Servizio sanitario regionale e per favorire l’accesso all’attività di ricerca finanziata dal ministero della Salute e da istituzioni europee.

Accordo Azienda ospedaliera – Unical

Il piano programmatico dell’Azienda ospedaliera (Annunziata, Mariano Santo e Santa Barbara) e dell’Università, in attuazione del protocollo con la Regione, pone come obiettivi lo sviluppo di un ambiente culturale favorevole alle attività di ricerca, la realizzazione dell’effettiva integrazione tra le attività scientifiche e le attività didattiche e assistenziali, il potenziamento delle infrastrutture della ricerca. È stato individuato, inoltre, un primo gruppo di Unità operative complesse che, gradualmente, diventerà a guida universitaria. Si tratta di Chirurgia generale, Ematologia, Laboratorio di analisi, Oncologia, Urologia, Nefrologia dialisi e trapianti, Gastroenterologia, Medicina interna, Ginecologia e ostetricia, Cardiologia. 

In prima battuta saranno solo tre i reparti che assumeranno direzione universitaria, ovvero Chirurgia generale, Ematologia e Laboratorio di analisi. I primi due manterranno alla guida gli attuali primari, Bruno Nardo e Massimo Gentile, già transitati nell’organico Unical, il terzo sarà guidato dalla docente universitaria Stefania Catalano. I risparmi salariali da qui derivanti per l’Azienda ospedaliera, potranno essere investiti per assumere nuovo personale medico. Altri professori e ricercatori Unical andranno, invece, a rafforzare i reparti ospedalieri nel ruolo di dirigenti medici su specifici progetti. 

Si tratta dei dottori Carmen Belli, in arrivo dall’Istituto europeo di oncologia di Milano, assegnata a Oncologia medica, il dottor Francesco Pata, chirurgo dell’ospedale di Corigliano Rossano, che andrà al reparto di Chirurgia generale, la professoressa Cinzia Giordano e il ricercatore Rocco Malivindi per Laboratorio di analisi, il dottor Nicola Ramacciati, della Scuola di Medicina  e Chirurgia di Perugia, per Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche, il dottor Alberto Polimeni in arrivo dal Mater Domini di Catanzaro, per Cardiologia interventistica. 

Il dottor Andrea Corsonello, invece, assumerà il ruolo di primario di Medicina geriatrica all’Inrca (Istituto nazionale di ricovero e cura per anziani), con il quale è stato già stipulato un apposito protocollo. 

Su tali accordi il Rettore, prof. Nicola Leone, si è espresso in termini estremamente di piena soddisfazione.

«Il percorso virtuoso intrapreso – ha dichiarato – potrà, nel medio termine, portare significativi vantaggi alla sanità del territorio. I primi studenti del nuovo corso di laurea in Medicina, che si iscriveranno nell’anno accademico 2023/24, frequenteranno l’ospedale solo nel 2026/27. Ci sarà, quindi, tutto il tempo necessario per preparare un ambiente pienamente adeguato alla loro formazione». 

«Tutto farà parte di un processo graduale – ha continuato – che abbiamo ritenuto doveroso intraprendere, per venire incontro alle esigenze del territorio che ospita il nostro ateneo e che, purtroppo, in campo sanitario soffre di forti carenze e disservizi, nonostante l’impegno ammirevole degli ospedalieri. Anche le loro competenze saranno preziose per i nostri futuri studenti. Saranno tanti, infatti, i medici ospedalieri che, a vario titolo, verranno coinvolti nelle attività di docenza e tutoraggio nei reparti in cui si svolgeranno i tirocini». 

«L’università, oltre alla condivisione di saperi e conoscenze – ha concluso il Rettore Leone – metterà a disposizione dell’ospedale già nelle prossime settimane, nuove strumentazioni e macchinari ad alta tecnologia, che potranno essere utilizzati per garantire cure efficaci e all’avanguardia, a beneficio di tutta la collettività». (fb)

Medicina e Azienda Dulbecco, l’11 gennaio il dibattito pubblico a Catanzaro

Mercoledì 11 gennaio, a Catanzaro, alle 17, nella Sala Concerti di Palazzo De Nobili, è in programma il dibattito pubblico sulle vicende della facoltà di medicina e dell’Azienda unica “Dulbecco” che interessano da vicino il futuro della sanità catanzarese. Un momento voluto dal sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, per parlare delle iniziative da assumere per salvaguardare funzioni e competenze che ruotano attorno al Capoluogo.

«Sarà un incontro propedeutico utile ad individuare una comune visione di intenti, anche dal punto di vista tecnico, in prossimità del Consiglio comunale ad hoc convocato per giorno 16 gennaio a cui sono stati invitati a partecipare consiglieri regionali e parlamentari rappresentativi del territorio – ha dichiarato afferma Fiorita –. Sul tema del sistema universitario calabrese – continua – abbiamo sempre sostenuto la necessità che venga garantito l’equilibrio complessivo attraverso la valorizzazione delle specificità presenti in ciascun ateneo e, di conseguenza, il livello qualitativo dell’offerta formativa e la sua attrattività».

«La nostra richiesta di un maggiore e più sereno approfondimento sull’opportunità di istituire, presso l’Unical – ha proseguito – una seconda facoltà di Medicina è stata però del tutto elusa. Come, allo stesso modo, l’adozione dell’atto ultimo che avrebbe portato alla nascita dell’Azienda Unica “Dulbecco” ha subito un formale blocco. Catanzaro non può restare con le mani in mano, è indispensabile intraprendere ogni e necessaria azione, anche giudiziaria, utile e in tutte le sedi opportune, per difendere il ruolo che la Città ha esercitato sinora all’interno del sistema universitario calabrese».

«Mi auguro che si possa aprire una riflessione partecipata su questi argomenti – ha concluso il primo cittadino – e quella del dibattito di giorno 11 gennaio rappresenta l’occasione per ampliare il novero degli attori coinvolti, affinché possa essere recepita e veicolata anche la voce del mondo sindacale, delle categorie, degli ordini professionali, delle associazioni. Ribadisco con forza che su questi temi non intendiamo soccombere a una visione di corto respiro che rischia di essere pregiudizievole degli interessi di larga parte della Regione». (rcz)

L’OPINIONE / Nicola Fiorita: Da Occhiuto un atteggiamento tutt’altro che superpartes per Medicina

di NICOLA FIORITA – Non ci siamo. Sta emergendo in queste ore un atteggiamento tutt’altro che superpartes e distaccato del presidente Occhiuto rispetto alla questione della seconda Facoltà di medicina a Cosenza.

Se dobbiamo dare un significato alle date, in soli otto giorni – quelli che intercorrono tra la discutibile decisione del Coruc e l’emanazione del protocollo d’intesa tra Regione-Unical e Azienda ospedaliera “Annunziata” – è stato compiuto il miracolo di trasformare un ospedale in piena crisi gestionale e logistica in un nuovo Policlinico universitario.

Se a questo aggiungiamo la non convincente giustificazione del Governatore sulla mancata firma del protocollo d’intesa per l’Azienda unica universitaria-ospedaliera “Dulbecco” a Catanzaro, avremo il quadro di una manovra che a questo punto non è solo di stampo accademico, ma decisamente di timbro politico.

Tradotto in sintesi, non è bastato nemmeno un anno per il protocollo Regione-Umg, mentre in appena otto giorni è stato firmato il protocollo per il Policlinico fantasma di Cosenza. Ovviamente quest’ultimo documento è stato preparato da molto più tempo dall’ufficio del commissario alla sanità e negli ultimi giorni è stato solo aggiunto il riferimento al documento del Coruc del 22 dicembre scorso.

Non ci siamo. Non ci convince la giustificazione del Governatore sulla necessità di un Dpcm per istituire l’Azienda Dulbecco a Catanzaro, non c’è traccia della presunta richiesta del Ministero della Salute di un pronunciamento del Governo. La verità è che nessuno a questo punto è in grado di sapere come e quando sarà firmato – se mai sarà firmato- il protocollo Dulbecco.

Noi ci siamo posti in maniera decisa, ma garbata nei confronti del presidente Occhiuto, facendo affidamento sul ruolo neutrale che gli è stato assegnato dagli elettori di tutta la Calabria. Confidiamo ancora che il Presidente Occhiuto voglia riappropriarsi di questo ruolo e perciò chiediamo un incontro immediato che in maniera risoluta ponga rimedio alla situazione che si è venuta a creare.

Se così non fosse, d’altra parte, vorrebbe dire che è arrivato il momento di passare dalla protesta alle azioni concrete. Ci confronteremo, in questo senso, nei prossimi giorni con esperti in materie giuridiche e in organizzazione sanitaria per un’analisi degli atti prodotti e per individuare le iniziative più opportune a tutela della Città di Catanzaro e della sua Università. (nf)

L’OPINIONE / Giusy Iemma: Il futuro di medicina legato a Dulbecco

di GIUSY IEMMA – Il dibattito inerente alla facoltà di Medicina si interseca inevitabilmente con l’istituzione dell’azienda unica “Dulbecco” frutto dell’integrazione del Pugliese-Ciaccio e del Mater Domini di Catanzaro.

Sono scaduti i termini sanciti per la firma del protocollo d’intesa tra Regione e Università che decreterà l’importante passaggio formale verso la nascita di quella che sarà la più grande realtà sanitaria calabrese con i suoi 855 posti letto. Il presidente Occhiuto, nell’esprimere la sua sulla nuova facoltà di Medicina a Cosenza e rassicurare al contempo sulla salvaguardia dell’università di Catanzaro, si è volutamente tenuto lontano dal parlare dell’azienda unica che, di fatto, costituisce l’unico baluardo per preservare la vocazione dell’Università Magna Graecia quale polo formativo d’eccellenza di riferimento per tutto il territorio.

Suscita più di qualche timore, d’altra parte, l’ulteriore e dichiarato effetto che la duplicazione della facoltà di Medicina produrrà sul fronte cosentino: la trasformazione dell’ospedale Annunziata in un nuovo policlinico, con una scuola medica al suo interno, forte anche di uno stanziamento di 500 milioni di euro.

Lo ribadisco, non è questione di campanilismo, ma il sistema sanitario e universitario ha bisogno di essere governato con equilibrio ed equità, perché in questo campo i doppioni, in una piccola regione, finirebbero solo per depotenziare l’offerta di servizi.

Dalla firma del protocollo d’intesa per la Dulbecco passano anche il futuro delle scuole di specializzazioni e l’ambizione di dare vita ad un grande  centro di ricerca e assistenza in grado di rispondere al fabbisogno formativo di tutta la regione. Scaduti i termini per la sigla dell’intesa, Occhiuto non ha ancora detto nulla al riguardo e, in tal senso, sarebbe stato molto più chiaro ed incisivo nel placare le legittime preoccupazioni di Catanzaro.

Speriamo, dunque, che non si registrino ulteriori ritardi sulla tabella di marcia verso la nascita dell’azienda “Dulbecco” e che Regione e Università facciano la loro parte, nel rispetto delle eccellenze e dei bisogni dei cittadini che ruotano attorno alla sanità catanzarese. Obiettivo che risponde, altrettanto, all’urgenza di salvaguardare le vocazioni e le competenze del personale sanitario che opera nelle due aziende del Capoluogo. (gi)

Sabato al sidernese Gaetano Gargiulio il Premio Eccellenza

di ARISTIDE BAVAIl Prof. Gaetano Gargiulo, insigne cardiochirurgo di origine sidernese trapiantato a Bologna dov’è uno dei  principali  punti di riferimento dell’ Ospedale S. Orsola, sarà insignito, sabato 26 novembre del Premio Eccellenza, istituito dal Lions Club di Siderno per evidenziare i cittadini che con la loro opera e con la loro professione onorano la città e la Calabria.

Il premio istituito quest’anno è anche indirizzato a ricordare il farmacista Pasquale Gagliardi, presidente di zona del Distretto Lions, scomparso prematuramente il mese  scorso. La cerimonia di premiazione, organizzata d’intesa con l’Amministrazione comunale della città e aperta anche al pubblico, si svolgerà presso la sala del consiglio comunale alla presenza del sindaco Maria Teresa Fragomeni, degli amministratori comunali e di una folta delegazione dei Lions del territorio.

I lavori, previsti con inizio alle ore 10.30 si apriranno con un intervento del presidente del Lions Club di Siderno, Vincenzo Mollica al quale faranno poi seguito i saluti istituzionali del sindaco Maria Teresa Fragomeni e del Presidente dell’ XI circoscrizione Lions, Giuseppe Ventra

Seguiranno poi gli interventi programmati di Emmida Multari, già responsabile del servizio di cardiologia dell’ Ospedale di Locri, e di Alfredo Pisapia medico e account manager di una importante struttura sanitaria che si soffermeranno sulla figura del Prof. Gargiulo e sulla sanità in genere con riferimento anche alle problematiche ad essa connesse nel territorio della Locride. Poi, alla presenza dei familiari dello scomparso Pasquale Gagliardi la consegna del Premio al noto cardiochirurgo che già molti anni addietro è stato collocato nella lista dei “cittadini illustri” del Comune di Siderno.

Obiettivo del “Premio Eccellenza” istituito dal Lions Club di Siderno è, soprattuto, quello di riconoscere ed  evidenziare con legittimo orgoglio le “eccellenze” che, pur originarie del territorio operando in altre regioni tengono alto il nome della loro terra d’origine ed è indirizzato, più in generale, a dedicare  dei riconoscimenti a personalità  di vari  settori professionali nella convinzione che molte “eccellenze” del nostro Paese sono originari del Sud e più specificatamente della Calabria e di Siderno.

Il prof. Gaetano Gargiulo, fuor di dubbio,  una autentica “eccellenza” della cardiochirurgia pediatrica nazionale ed  internazionale ed è ben noto per  molti  interventi di grande spessore. Gargiulo è anche professore ordinario del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’ Università di Bologna e Coordinatore del Corso di Dottorato in Scienze cardio nefro toraciche.

Vanta un lungo curriculum con più di 6.000 interventi cardiochirurgici con particolare interesse per la Chirurgia delle Cardiopatie congenite  in età pediatrica, neonatale e nell’età evolutiva, trapianti cardiaci (è stato il primo in Italia ad operare un trapianto di cuore presso il S. Orsola di Bologna), Chirurgia riparativa e sostitutiva delle valvole cardiache, Chirurgia dell’aorta toracica e delle aritmie associate a cardiopatia congenita, specialista di Impianto di elettrostimolatori in età pediatrica.

Attualmente dirige l’unità Operativa di Cardiochirurgia Pediatrica e dell’Età Evolutiva del Policlinico di Bologna e opera all’interno del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare,  importante punto  di riferimento sanitario  a livello nazionale ed europeo. A motivazione del Premio Eccellenza il suo «lungo, instancabile e riconosciuto impegno che onora la sua città, Siderno, e l’intera Calabria, e che lo ha collocato tra le più apprezzate eccellenze del sistema sanitario nazionale».  (ab)

A Locri successo per il convegno medico sulla prevenzione e cura della donna dopo i 50 anni

Perfetta sinergia tra associazioni e tematica di stringente attualità per il mondo femminile che si accinge a superare il traguardo dei 50 anni rappresentano le carte vincenti di un convegno medico organizzato dalla Fidapa di Siderno, in collaborazione con Ammi Locride e con i Lions Club di Locri e di Siderno, dal titolo Serenamente donna anche dopo i 50: dalla prevenzione alla cura di sé, che si è svolto sabato 25 giugno presso la scenografica location del Circolo di Società e cultura di Locri.

L’evento si è aperto con i saluti della Presidente della sezione Fidapa di Siderno – Cinzia Lascala, che ha evidenziato l’importanza di diffondere una nuova cultura tra le donne over 50: ridefinire in chiave di empowerment questa delicata fase della vita, affrontarla di petto, parlarne e confrontarsi, ma soprattutto farsi consigliare da specialisti seri e competenti per neutralizzare gli aspetti che incidono di più sulla qualità della vita, che comunque si avvia al cambiamento.

Il Presidente Lions Locri, Rocco Vasile ha mostrato grande soddisfazione nel poter ospitare l’evento nella sede dei Lions, ribadendo il valore di questa stagione della vita che va vissuta in armonia con se stesse. La Presidente Ammi Locride, Nicoletta Santoro Tavernese, dopo aver esposto le finalità della sua associazione, che oggi comprende non solo mogli dei medici ma anche donne medico, farmaciste e biologhe, ha rilevato l’importanza della prevenzione, dell’educazione sanitaria e della ricerca nel campo della medicina di genere, sovvenzionata con una borsa di studio, e infine il Presidente Lions Siderno, Pasquale Gagliardi ha sottolineato il ruolo del farmacista nel consigliare le donne over fifty sulla prevenzione delle malattie legate a disturbi ginecologici frequenti nel post menopausa, e salutato il folto pubblico presente e attento alla tematica proposta. 

È seguita, poi, la relazione ampia e articolata della dott.ssa Maria Antonietta Bova, ginecologa, che ha trattato da un punto di vista medico-scientifico le problematiche legate alla menopausa evidenziando alcuni disturbi tipici nonché i rimedi e gli strumenti a disposizione della medicina più recente, con un linguaggio delicato e tecnico al contempo. Infine la nutrizionista dott.ssa Elisa Ventra nella sua brillante relazione ha messo in luce le differenze tra alimentazione e nutrizione, soffermandosi sui principi fondanti di quest’ultima e analizzando nel dettaglio l’apporto equilibrato tra proteine e carboidrati utili e indicati in questa fase della vita, consigliando un regime alimentare basato sulla dieta mediterranea.

Dopo gli interventi del pubblico, a cura di Maria Celi Campisi, Palma Comandé e Aristide Bava, che hanno arricchito ulteriormente l’evento, la consegna delle targhe alle due stimate relatrici. (Cinzia Lascala)

VA ABOLITO IL NUMERO CHIUSO A MEDICINA
IN CALABRIA NECESSARI MOLTI CHIRURGHI

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Quella del medico è una delle più belle professioni che, una persona, possa scegliere di fare. Salvare una vita, migliorarne la qualità e studiare, cercare nuove metodologie per combattere ‘mostri’ che, ogni anno, purtroppo si portano via tante, troppe persone, è l’atto di altruismo più bello che una persona possa fare nei confronti dell’altra. Ogni anno, sono tanti, troppi gli studenti che si presentano ai test di medicina, ma solo per uno su quattro circa si apriranno le porte della facoltà.

L’anno scorso, i candidati che hanno sostenuto il test di ammissione sono stati in tutto 58.275, a fronte di 12.362 posti disponibili nei 38 Atenei italiani che hanno un corso di medicina. Una tendenza che deve cambiare, sopratutto per il periodo storico che il nostro paese sta vivendo, dove i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario servono come l’aria, sopratutto in Calabria, dove il sistema sanitario sta cadendo a pezzi e ha bisogno di una vera e propria rivoluzione.

Ed è per questo che il consigliere regionale di Io Resto in CalabriaMarcello Anastasi, propone l’abrogazione del numero chiuso per l’accesso alla Facoltà di Medicina, previsto dalla Legge 2 agosto 1999 n.264 (Norme in materia di accessi ai corsi universitari), ritenendo sia importante «garantire il sogno di tanti ragazzi che rischia di non potersi realizzare, si fa portavoce di un diffuso malcontento da parte dei  giovani studenti  che aspirano ad accedere agli studi in Medicina, ritenendo che il sistema preselettivo adottato non sia assolutamente meritocratico anzi, lo ritengono gravemente discriminatorio».

All’Università Magna Graecia di Catanzaro, infatti, ci sono solo 300 posti, di cui 280 per medicina e 30 per odontoiatria, con un numero di ammessi pari a 176, secondo quanto riportato da Ammissione.it. Un numero davvero esiguo, anche se, da quest’anno, l’Università della Calabria offrirà il corso di laurea in Medicina e Tecnologie Digitali, che amplia, di poco (60, tra studenti comunitari e non comunitari residenti in Italia e cittadini non comunitari residenti all’estero) il numero di studenti che possono accedere a medicina.

Ma non è abbastanza, perché, secondo Anastasi, «l’impossibilità a partecipare ai suddetti  corsi non può che determinare un divario sociale ed economico mortificante che preclude il diritto dei ragazzi a potersi realizzare professionalmente per  sentirsi, invece, “vittime” di un sistema perverso, che esclude i più deboli economicamente».

«Una questione di mancata inclusione sociale – ha proseguito Anastasi –, che fa riflettere in maggior misura ora che si vive una situazione di crisi economica che in Calabria si avverte più fortemente, rispetto al resto del Paese. Il test di ammissione, secondo tanti studenti, non garantisce una selezione “giusta”, basandosi su una prova strutturata in 60 quesiti a risposta multipla (vertenti su cultura generale, logica, biologia, chimica, fisica e matematica), ai quali si deve rispondere in 100 minuti, ossia poco più di un minuto e mezzo a domanda. Questo, oltretutto, a discapito del percorso di studi seguito nella scuola secondaria dagli stessi studenti e della reale loro preparazione mediante lezioni non svolte in aula, ma ricorrendo al sistema della didattica a distanza, i cui  risvolti oggi  fortemente in discussione».

«I recenti dati emersi dalle rilevazioni Invalsi nella scuola – ha spiegato Anastasi – hanno, infatti, messo in risalto criticità varie, di cui occorre necessariamente tenere conto. Perché, allora, oggi non aprire un serio dibattito nelle sedi istituzionali appropriate al fine di ricercare e proporre altre modalità di selezione successive all’accesso alla facoltà di Medicina, come, per esempio, di un numero specifico di esami da superare ogni anno, esami stessi più selettivi; l’ eventuale aumento di tasse universitarie per studente che non rispetterebbero gli standard prescritti o altro?».

Anastasi ha evidenziato come,  da molti anni, ormai oltre che la lezione del diritto allo studio costituzionalmente garantito, si determini una discrasia con la direttiva 93/16/Cee, che chiedeva giustamente non il cd. “numero chiuso” tra gli Stati membri, ma un’armonizzazione dei corsi di studio a garanzia del principio della libera circolazione dei cittadini europei all’interno dell’Unione.

«In Calabria, oggi in particolare – ha spiegato ancora Anastasi – le gravi carenze del sistema sanitario, impongono di intraprendere iniziative volte a derogare alla legge 264/1999 in materia di accesso ai corsi universitari e, quindi, ad aprire l’accesso ai corsi di laurea a numero chiuso e alle scuole di specializzazione dell’area medica.  La situazione, già difficile, che si è ulteriormente aggravata con la pandemia, quando, in pieno lockdown, in alcune regioni d’Italia, sono stati chiamati in servizio medici in pensione, medici militari oppure anche medici neolaureati senza un’adeguata formazione, induce a rendere necessaria una revisione del sistema di reclutamento».

«Dunque, questo ultimo anno e mezzo ha mostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, come si renda assolutamente necessario un intervento volto a trasformare il sistema istruttivo, già a partire dall’ingresso in Facoltà, di coloro che diventeranno medici». (ams)