La consigliera Straface a Guardia Piemontese: Da Regione attenzione a minoranze linguistiche

L’importante azione di riforma in atto, per la prima volta dalla sua formulazione, della Legge Regionale 15 del 2003 che regola le minoranze linguistiche, patrimonio identitario e distintivo della nostra terra, sintetizza, testimonia e spiega la grande e rinnovata attenzione culturale, politica ed istituzionale e la visione che la Regione Calabria guidata dal Presidente Occhiuto sta destinando a questa straordinaria eredità regionale per farla diventare strumento di inclusione, di promozione turistica e di sviluppo». È quanto ha detto la consigliera regionale e delegata dal Presidente della Regione Calabria Occhiuto a coordinare i rapporti tra le comunità italo-albanesi e le attività legislative dell’Assise Regionale Pasqualina Straface, nel corso di una visita nella preziosa comunità occitana di Guardia Piemontese.

All’incontro, ospitato nella delegazione comunale, proficuo per qualità del confronto e delle proposte emerse e condivise, insieme alla presidente Straface sono intervenuti il sindaco di Guardia Piemontese, Vincenzo Rocchetti ed il presidente del consiglio comunale, Carlo Pisano.

«Quello di oggi – ha sottolineato la consigliere regionale – rappresenta un altro momento importante per la piccola comunità occitana, unico centro nel sud Italia che ancora preserva la lingua, le tradizioni e la religione valdese, che segue con partecipazione e protagonismo le consultazioni già avvenute con le comunità linguistiche arbëreshë e grecaniche e che porteranno alla definizione di una legge più moderna, funzionale, innovativa, inclusiva ed efficace non solo a salvaguardare ma a fare di questa peculiarità calabrese uno dei suoi valori aggiunti più interessanti e competitivi da diversi punti di vista». (rcs)

Il Corecom Calabria istituisce il Primo Premio di qualità per filmati sulle minoranze linguistiche

Il Corecom Calabria in collaborazione con l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, è stato il primo in Italia a istituire Premio di Qualità” per filmati audiovisivi dedicati alle minoranze linguistiche.

L’iniziativa si propone di promuovere una comunicazione e un’informazione attente alla tutela e alla valorizzazione delle minoranze linguistiche presenti nella Regione Calabria. Queste lingue, infatti, non rappresentano soltanto le identità locali, ma costituiscono i pilastri di un patrimonio culturale che trascende le contingenze del tempo.

Le lingue minoritarie rivestono un ruolo fondamentale nel contesto sociale e storico della regione, testimoniando secoli di tradizioni, storie e scambi culturali. Tuttavia, esse sono sovente minacciate dal declino, complici i mutamenti sociali, l’omologazione culturale e l’influenza pervasiva della globalizzazione.

La delibera del “Comitato Regionale per le Comunicazioni” – formato dal Presidente Fulvio Scarpino, dal Vicepresidente Mario Mazza e dal Segretario Pasquale Petrolo – istitutiva del Premio (n. 17 del 12 giugno 2024, reperibile sul sito web del Corecom) ha stanziato 13.500 euro per i tre migliori filmati, che dovranno essere consegnati entro il 45° giorno dalla pubblicazione sul sito del Corecom Calabria.

I destinatari della manifestazione d’interesse sono:

Fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici locali, regolarmente iscritti al Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC), con sede legale o operativa in Calabria e che offrono servizi in maniera significativa in Calabria.

«La prima edizione del ‘Premio d’Eccellenza per i Migliori Contributi Comunicativi e Informativi, riservato alla valorizzazione delle minoranze linguistiche, rappresenta un passo significativo verso l’obiettivo di salvaguardarle», hanno dichiarato il presidente Fulvio Scarpino, il vicepresidente Mario Mazza e il segretario Pasquale Petrolo.

«Il riconoscimento e la valorizzazione della qualità della comunicazione e dell’informazione sulle diverse lingue calabresi – hanno proseguito – non solo incentivano la produzione di contenuti di alto livello, ma sensibilizzano l’opinione pubblica sull’importanza di queste lingue e sulla necessità impellente di conservarle. Questo impegno contribuisce a proteggere e valorizzare le preziose tradizioni dell’intera Calabria, garantendo che esse rimangano un elemento imprescindibile della nostra identità culturale e del nostro patrimonio comune».

Per il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, «è una iniziativa di valore ed è apprezzabile».

«La Calabria conta ben tre minoranze linguistiche (Greca, Arbëresh e Occitana) che testimoniamo – ha aggiunto – un passato di coesistenza tra popoli e culture differenti. Un arcipelago linguistico e culturale all’interno del territorio regionale che a tutt’oggi conferma la vitalità di queste comunità, divenendo un potente attrattore turistico per la ricchezza culturale, materiale e immateriale, della nostra meravigliosa regione. Di recente il Consiglio regionale ha sostenuto un vademecum sulla comunità Arbëresh pubblicato nella collana le Guide di Repubblica edita dal gruppo Gedi». (rrc)

 

La consigliera Straface incontra la presidente Succurro: Le minoranze linguistiche non si toccano

La consigliera regionale Pasqualina Straface, nell’incontrare la presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succuro, ha ribadito come «nel disegno più ampio che riguarda il ridimensionamento scolastico nazionale, le minoranze linguistiche, nella nostra Regione, verranno salvaguardate».

«Lavorare insieme per il territorio è fondamentale così come lo è ascoltare le preoccupazioni della popolazione e dar loro le giuste risposte, evitando le strumentalizzazioni che fanno solo male e generano ansie nella popolazione», ha detto Straface, ricordando come «d’altronde le linee guida approvate dalla Giunta regionale nelle scorse settimane vanno proprio in questa direzione e devono essere viste come uno strumento importante per i Comuni e le Province e non come un limite o un vincolo. Stiamo lavorando nell’interesse della cittadinanza ed insieme alla Presidente Succurro possiamo affermare che non solo non verranno toccate le minoranze linguistiche ma che l’attenzione nei loro confronti sarà sempre alta, così come la loro tutela».

«Inoltre, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico – ha concluso – possiamo altresì dire che è stato già finanziato con 250 mila euro l’Itc Palma che vedrà sorgere al suo interno una pista di atletica, una per il salto in lungo, le tribune a gradinate nonché l’adeguamento degli spazi esterni, tutto ciò a favore degli studenti e della loro educazione fisica e sportiva».

L’APPELLO / Lucia Anita Nucera: Su dimensionamento scolastico il presidente Occhiuto tenga conto delle minoranze linguistiche

di LUCIA ANITA NUCERA – In una lettera indirizzata al Presidente Occhiuto avevo chiesto un’ integrazione ai criteri previsti dalle Linee guida per  il dimensionamento scolastico,  per le aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.

Inoltre, avevo anche suggerito di  prevedere che  le istituzioni scolastiche sovradimensionate, dovrebbero limitare il numero delle iscrizioni in entrata tenendo conto della capienza massima dei locali e degli spazi disponibili in base alle vigenti norme in materia di sicurezza, così da evitare rotazioni o doppi turni o dilatazioni artificiali del tempo scuola a discapito della qualità dell’offerta formativa.

Il territorio della Regione Calabria è caratterizzato da ben tre minoranze linguistiche riconosciute dalla legge attuativa dell’art. 6 della Costituzione 482/99, e di seguito riporto la normativa a supporto della salvaguardia delle aree geografiche in cui sono presenti specificità linguistiche rispetto al dimensionamento scolastico.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha previsto, tra gli obiettivi, la riorganizzazione del sistema scolastico mediante la riforma della disciplina del dimensionamento, intervenuta con la Legge 29 dicembre 2022, n. 197 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.

La legge, riformando l’art. 19 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, inserendo i commi 5-quater, 5-quinquies e 5-sexies, adegua l’organizzazione del sistema di istruzione agli sviluppi demografici, che prevedono che il numero degli iscritti alle scuole diminuirà nei prossimi anni a causa della denatalità, comportando una riduzione della necessità di personale scolastico. La norma tiene conto, a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, del parametro della popolazione scolastica regionale indicato per la riforma 1.3 prevista dalla missione 4, componente 1, del citato Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché della necessità di salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, anche prevedendo forme di compensazione interregionale.

Bisogna precisare che contro tale riforma, in data 28 febbraio 2023  è stato presentato ricorso per illegittimità costituzionale (Reg. Ric. n. 7 del 2023, Parte 1, pubbl. su G.U. del 22/03/2023 n. 12) contro il Presidente Del Consiglio Dei Ministri, mostrando come le disposizioni legislative statali debbano ritenersi costituzionalmente illegittime per violazione di importanti norme costituzionali sostantive, in via diretta ai sensi dell’art. 127 della Costituzione, conformando in modo profondo e pervasivo le competenze regionali in materia di istruzione, sia di tipo legislativo che amministrativo.  L’udienza pubblica per il ricorso è stata fissata per il 21/11/2023.

Come previsto al suddetto comma 5-quater, a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA sono definiti su base triennale, con eventuali aggiornamenti annuali, con decreto del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia, previo accordo in sede di Conferenza unificata. Sullo schema di decreto non è stato raggiunto l’accordo in sede di Conferenza Unificata e, ai sensi di quanto previsto al comma 5-quinquies, il contingente organico e la sua distribuzione tra le regioni sono stati definiti con decreto del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia.. Pertanto, con decreto interministeriale n. 127 del 30/06/2023 sono stati definiti i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA aa.ss. 2024/2025, 2025/2026, 2026/2027. In particolare, i criteri comportano che il contingente non possa essere superiore a quello determinato mediante l’applicazione dei precedenti parametri indicati dall’articolo 19, commi 5 e 5-bis del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, secondo i quali è assegnato un DS con incarico a tempo indeterminato e un DSGA in via esclusiva solo alle istituzioni scolastiche con almeno 600 alunni (400 nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche).

Secondo la nuova disciplina, il contingente organico dei DS e dei DSGA è stato determinato sulla base di un coefficiente, non inferiore a 900 e non superiore a 1000, stabilito annualmente in maniera tale da rendere minima la differenza a livello nazionale tra il numero di sedi attivabili con la nuova disciplina e quello prevedibile applicando il parametro dimensionale 600 (400). I criteri tengono conto del numero degli alunni iscritti nelle istituzioni scolastiche statali e dell’organico di diritto dell’anno scolastico di riferimento, integrato dal parametro della densità degli abitanti per chilometro quadrato, ferma restando la necessità di salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, nonché da parametri perequativi.

Confido nella sensibilità e nell’esperienza politica del Presidente Occhiuto affinché venga tenuto conto delle minoranze linguistiche intervenendo, ove fosse necessario, per ottenere da parte dei ministeri competenti delle deroghe sul numero massimo delle autonomie previste  per la Regione Calabria. (lan)

[Lucia Anita Nucera è assessore comunale di RC all’Istruzione]

All’Eparchia di Lungro al via l’alfabetizzazione arbëreshe

di DEMETRIO CRUCITTICi  sono volute poche settimane dall’ avviso dell’Eparchia di Lungro, per avere le prime fattive   adesioni per l’attività di alfabetizzazione  arbëreshe, conoscenza di base della  Lingua  parlata  dagli Italo Albanesi di Italia, meglio  conosciuti come Arbëreshe, la cui maggioranza è residente in Calabria fin dal 1400.

Questa  Minoranza Linguistica  Storica, insieme ad altre 11 è tutelata dalla  Costituzione della Repubblica  Italiana, l’attuazione  della Tutela avviene grazie alla Legge 482/99 e dal suo importante Regolamento, dalla Legge Regionale  15/2003  e, prima ancora, per alcuni aspetti relativi alla Comunicazione di Massa, occorre rifarsi alla Legge di Riforma della Rai la Legge 103/75. 

L’avviso della Eparchia di Lungro  degli Italo-Albanesi  dell’Italia  Continentale riporta le immagini delle copertine dei due  volumi  che rappresentano una pietra miliare per l’Alfabetizzazione Arbëreshe per scongiurare l’estinzione della lingua madre arbëreshe. I due volumi  vengono offerti  gratuitamente ai Comuni, Scuole e Associazioni che  si impegnino ad organizzare corsi di  insegnamento/apprendimento.

Prima   di entrare  nel merito delle  iniziative in corso  conosciamo  i  vari nomi che hanno contribuito alla  nascita dei due  volumi,  dalla terza pagina del Volume I  riportiamo: «La  realizzazione dei due  volumi  fu  voluta dall’Associazione Insegnanti Albanesi d’Italia (A.I.A.D.I.)»  cosi si legge  nella  terza  pagina del primo volume, in cui sono riportati  oltre  i nominativi del Direttivo dell’epoca dell’A.I.A.D.I, anche gli autori e tutti  coloro, numerosi, che  hanno  offerto un contributo  culturale:

«Il Direttivo dell’Associazione Insegnanti Albanesi d’Italia  – Aiadi: (Presidente: Prof. Avv. Antonio Vasto; Prof. Francesco Samengo, Ins. Rosa Bruno, lns. Demetrio Emmanuele, Prof. Pasquale Pisarro, Prof. NicoJa Tocci, Prof. Fortuna Rennis, Prof. Angelo Matrangolo) ringrazia i curatori del testo Alfabetizzazione arbëreshe per i loro contributi a fianco specificati: Ins. Carmine Stamile (Alfabeto albanese, vol. I); Prof. Agostino Giordano ( Testi delle parlate arbereslze, voi. I; Letteratura, voi. Il) Prof. Vincenzo Bruno (Folclore, voi.), Prof. Italo Costante Fortino ( Grammatica arbereshe, vol. Il), Prof. Ernesto Tocci (Storia, voi. Il); Papàs Emanuele Giordano (Istituzioni religiose e Musica popolare, voi. Il).

«Ringrazia Italo Elmo per aver messo a disposizione il suo archivio fotografico, da cui sono state tratte la maggior parte delle foto presenti nel testo; e inoltre Fernanda Pugliese, Daniele Moccia, Antonio Frate, Giuseppe Bellizzi, Antonio Tropo, Ernesto Tocci, Antonio Bellusci, Donato Oliverio, Eleuterio Fortino, Pietro Minisci, Agostino Giordano e Giuseppe Schirò Di Maggio, per aver offerto vario materiale fotografico, e l’ispettore Dr. Francesco Fusca per la sua consulenza.  Tale  Iniziativa dell’Eparchia  di Lungo  a distanza di 23 anni, dà merito al lavoro  svolto nel 2000 dal  Gruppo di Lavoro, come riportato in terza pagina del primo volume, coordinato dal  prof.  Italo Costante  Fortino di origine del Comune di San Benedetto Ullano (CS)  ma  apprezzato studioso e ricercatore  dell’  Università  degli Studi di Napoli “L’Orientale”​, Dipartimento  di Studi Letterari, Linguistici e  Comparati».

Alla  data in cui andiamo  in stampa  hanno  aderito Comuni, Scuole e Associazioni, partecipando allo spirito dell’ avviso a firma del  Vescovo  Mons. R.E.Donato Olivero, gli organizzatori  stanno  assistendo gli Enti che,  in questa prima fase, hanno inteso aderire,  segnaliamo che nello spirito della  482/99  la realtà dei nostri  territori  manda un messaggio chiaro  a tutte le Istituzioni  perché nelle more della Legge  482/99  interpellati anche  i genitori  dell’Istituto Comprensivo del Comune di Cerzeto,  questi  hanno subito  accettato la grande  opportunità offerta dalla  iniziativa della Eparchia di Lungro.

Essa ha una doppia  valenza: quella di  accrescere le potenzialità dell’apprendimento studiando una  seconda lingua, in modo veicolare,  Calabria.Live  ha  trattato  questo argomento  riprendendo  un momento  di riflessione  fatta da un pediatra, il dott. Schillaci, che ha illustrato l’importanza  dell’uso delle  lingue  e ha parlato di  Bilinguismo che favorisce  la crescita dei bambini,  i bambini  che  affrontano  le  difficoltà del Bilinguismo. Sembra, ormai,  da  tutti  confermato, accrescono  le loro  capacità  di  apprendimento non solo  nello studio ma anche nella vita. 

E l’altro aspetto importante  da  tenere presente  che  così facendo  si riduce  il rischio  della  estinzione della Lingua Madre, e presto  se  si  attivassero  più servizi  nei Comuni,  negli Uffici pubblici, nelle  Comunicazioni di Massa, radiotelevisione, carta stampata, sanità,  tribunali,  si  creerebbero  opportunità  lavorative  oggi  poco considerate.  Basta  confrontare  quello  che  hanno ottenuto altre Minoranze Linguistiche Storiche, gli appartenenti della popolazione degli Italo-Albanesi  maggiormente rappresentata   in Calabria,  gli alunni  di oggi,  non faranno  alcuno sforzo  a raggiungere  livelli  ottimali per  parlare  anche l’Albanese  di oggi e  quindi  instaurare  rapporti  con  quella  nazione  in forte  sviluppo  di crescita  a cui noi calabresi potremo dare  un importante  contributo facilitati appunto dalla  conoscenza della  Lingua  Madre Arbëreshe.  

I genitori  degli alunni  dell’Istituto I.C. Torano Castello – San Martino di Finita – Cerzeto, plesso di Cerzeto  grazie  anche  alla lungimiranza della Dirigente Scolastica  prof.ssa  Paola Marino  e del sindaco, arch. Giuseppe  Rizzo, hanno  aderito consapevolmente all’iniziativa  meritoria  dell’Eparchia di Lungro di attivare un corso  di alfabetizzazione  Arbëreshe, il docente  sarà  l’insegnate  prof. Carmine  Stamile, che personalmente  ha  contribuito alla stesura dei due volumi, alla presentazione  dell’ iniziativa avvenuta il 9 marzo scorso  ha  partecipato oltre ai genitori, insegnati, dirigente scolastico, assessori e Sindaco e numerosi alunni  della  scuola  anche il Vicario Generale della Eparchia di Lungro  Protosincello  Pietro Lanza.

Abbiamo sentito il Sindaco di Cerzeto, Giuseppe  Rizzo, il quale  ha confermato che il corso si terrà ogni venerdì a partire dal primo venerdì utile e che le lezioni saranno circa una  ventina, ma ci ha confermato che già nella primavera alle porte  saranno interessati anche gli alunni della scuola  media  e sono previsti  corsi  di  Alfabetizzazione  Arbëreshe  anche per  i cittadini di Cerzeto.  

Calabria.Live  mette a disposizione  il  link video, molto  ben curato sia  come immagini, audio ma ricco  di contenuti  tratto dalla pagina  del Comune di Cerzeto in cui  viene  riporto l’incontro  con i genitori, gli alunni, professori  e i vari relatori  giorno 9 marzo  2023, in cui  si è presentato un bellissimo libro:   Le favole di Esopo tradotte  in Lingua  Arbëreshehttps://fb.watch/jfo6h8867_/    

Per  il Comune  di Vaccarizzo  partecipa  lo Sportello Linguistico del Comune, mentre  le Associazioni  sono  nel comune di Firmo: I Castriota; nel Comune di San Demetrio  Corone  l’Associazione Generazione Attiva; Spezzano Albanese  Centro Sociale Anziani  A.P.S. , di cui  pubblichiamo  l’avviso  per l’iscrizione, loro  in questo caso  sono partiti con dei corsi  per i cittadini, c’e’ ancora tempo per  l’iscrizione  che scade il 24 marzo p.v., e per  praticità  del lettore  riportiamo l’ avviso del Centro Sociale Anziani  APS di Spezzano Albanese.

Speriamo  presto  che  le scuole possano dare  un   contributo  a tale  importante iniziativa di Alfabetizzazione  Arbëreshe, mettendo a disposizione  anche le Lavagne  Multimediali  On-line  e creando  corsi curriculari  sperimentali.  

Ricordiamo a tutti i sindaci, Scuole e Associazioni  dei Comuni  appartenenti  alle  Minoranze Linguistiche  Storiche, che il 2023  è l’anno  in cui la Calabria è protagonista,  attraverso  l’Istituto Comprensivo di Borgia (CZ) ( anche se solo per la parte gestionale della rete delle  scuole partecipanti da tutta Italia, all’Iniziativa del Ministero dell’Istruzione  e del Merito  che attuano  percorsi   d’insegnamento  della  Lingua di Minoranza Storica. (dall’ istituto Sabatini di Borgia  dipende  la scuola di Caraffa di Catanzaro  (lingua di Minoranza Storica  Arbereshe).

Ricordiamo che è partita, anche, una  importante  iniziativa presso  il Comune di Reggio Calabria  che vede  interessati circa 10 Istituti Comprensivi,  per un totale di 60 classi, per  l’insegnamento della Cultura e Lingua Greca di Calabria, attraverso l’uso  delle Lim, Lavagne Multimediali online. (dc)

REGGIO – L’assessore Nucera: A scuola con la lingua greca e la musica per non dimenticare la cultura

L’assessore all’istruzione del Comune di Reggio, con delega alle minoranze linguistiche, Lucia Anita Nucera, ha parlato di tre delibere «importanti che andranno ad implementare i servizi offerti a disposizione della comunità scolastica».

Si tratta dell’attuazione della legge 482/99 che introduce il bilinguismo nelle scuole dell’obbligo, l’attivazione di percorsi a indirizzo musicale nelle scuole secondarie di primo grado ai sensi del decreto del Ministero dell’istruzione n 176 del 1/7/2022, e un progetto che riguarderà la lingua greca di Calabria.

«Sono tre delibere – ha spiegato –che interesseranno i ragazzi attraverso l’attivazione di percorsi di bilinguismo e musica che potranno ampliare e completare le loro conoscenze. Nello specifico -prosegue l’assessore- l’ attivazione di corsi di bilinguismo, relativi al greco di Calabria, nell’ambito delle attività didattiche curriculari delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie, nonchè nelle secondarie di primo grado presenti nel territorio comunale di Reggio Calabria, riveste una importanza prioritaria per preservare il patrimonio culturale ed identitario della città».

«Inoltre – ha proseguito – sarà nostra premura sensibilizzare Regione Calabria e Ufficio Scolastico Regionale sulla tematica in esame, stimolando presso ciascuno gli adempimenti di competenza e  demandare, a tal fine, al Dirigente del Settore  l’attivazione di un  apposito tavolo di lavoro con la Regione Calabria e l’Ufficio Scolastico Regionale per la definizione e stesura del Piano Operativo degli interventi sperimentali inerenti la tematica specifica».
«Purtroppo, devo con mio grande stupore – ha aggiunto – evidenziare che i contributi per la tutela e  la valorizzazione della lingua e del patrimonio culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria in base alla legge 15/2003, sono stati inseriti nel Dipartimento agricoltura della Regione Calabria. Questo mi sorprende perché si tratta di cultura e  non di altri temi. Inoltre, il bando è stato pubblicato con enorme ritardo il 21 dicembre  con scadenza il 31 dicembre, e le festività di mezzo. Spero, dunque, in una maggiore collaborazione da parte dell’ente regionale su una tematica importante che va a valorizzare le nostre radici e che nelle altre regioni viene pienamente tutelata».
«Un’altra delibera – ha aggiunto l’ assessore – è diretta a invitare gli Istituti Comprensivi ricadenti nel Comune di Reggio Calabria a istituire percorsi ad indirizzo musicale, adottando ogni provvedimento a tal fine necessario, con lo scopo di concorrere: alla diffusione nel territorio reggino dell’istruzione musicale, come strumento di legalità, ed elemento essenziale di crescita culturale, sociale ed intellettuale dei giovani; promuovere e valorizzare la tradizioni della musica, italiana per far meglio conoscere, comprendere e approfondire lo straordinario patrimonio culturale – musicale tradizionale e popolare, attraverso l’ascolto e lo studio di tecniche varie sia strumentali che vocali; offrire alle alunne ed agli alunni, la possibilità di acquisire nuove conoscenze di carattere tecnico, professionale e ricreativo anche un’utile alternativa ad altre occupazioni di tempo libero; favorire la realizzazione di programmi e iniziative musicali e culturali, in collaborazione con l’associazionismo; svolgere corsi di apprendimento della teoria musicale e delle tecniche vocali e strumentali; promuovere iniziative culturali miranti alla diffusione della conoscenza e della pratica musicale». (rrc)

Scoperto un documento regionale di 50 anni fa sulle minoranze linguistiche

di DEMETRIO CRUCITTI – Un documento di quasi 50 anni fa – scoperto da Calabria.Live – rivela che il tema delle minoranze linguistiche in Calabria era stato oggetto di particolare attenzione dal Consiglio regionale, ma non è poi seguita negli anni alcuna azione di tutela.

Così, accanto alla ricorrenza del ritrovamento dei magnifici Bronzi di Riace, ai calabresi tocca fare il conto di 50 anni “sprecati”: non dimentichiamo la mancata realizzazione  della messa  in sicurezza della statale 106, la mancata attuazione dell’Alta Velocità,  l’ammuina  che si fa per il Ponte  sullo Stretto che  dovrebbe prendere  il nome di Ponte del Mediterraneo dalla omonima  Autostrada già  A3 fortemente voluta da Giacomo Mancini. E non bisogna dimenticare gli asili nido, problema al quale – con fatica – la Ministra Carfagna sta cercando di porre rimedio. Qualcosa, però, si sta muovendo, grazie anche all’azione di Governo regionale all’insegna del “fare” guardando all’unitarietà di tutto il territorio, impressa dal neo Governatore  Roberto Occhiuto in stretta collaborazione istituzionale con il Presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso il quale recentemente – mettendo a tacere spinte di revanchismo catanzarese – ha precisato che la Sede del Consiglio Regionale per  Statuto è a Reggio Calabria. 

Tra queste mancate tutele costituzionali (art. 6 della Costituzione Italiana) rientra purtroppo anche la mancata attuazione delle Tutele nei confronti delle tre (diconsi tre) Minoranze  Linguistiche Storiche  presenti in Calabria ovvero  riconosciute dalla Legge 482 del 1999  il cui art. 2  recita: 

In attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo. 

A proposito delle minoranze linguistiche della Calabria, ho rinvenuto un documento straordinario, vecchio di 50 anni, la cui relazione introduttiva andrebbe studiata e compresa  e attualizzata ai giorni nostri. All’epoca si chiedeva l’istituzione dell’insegnamento delle lingue nelle scuole delle aree  della regione in cui insistono le popolazioni che avrebbero il diritto, sancito dalla Costituzione, di essere  tutelate altrimenti la loro lingua rischia l’estinzione. 

Inoltre,  non si dimentiche che la tutela delle minoranze linguistiche ha ricadute occupazionali non occasionali e quindi può essere strumento di contrasto allo spopolamento dei borghi.  Ci riferiamo alla Proposta di Legge n. 4 del 7 Ottobre 1975, di cui sarebbe opportuno favorirne  la  consultazione e lo studio. 

Questa scoperta è importante perché dimostra ai tanti detrattori che nel corso del tempo  non si sono impegnati ad attuare i Diritti Costituzionali delle Minoranze Linguistiche Storiche  presenti in Calabria in quanto fin dal 1975, a pochi anni dalla costituzione delle Regioni a Statuto Ordinario che le Istituzioni Calabresi prime fra tutte hanno impresso cura e attenzione a questi Diritti, partendo dall’insegnamento delle lingue a  scuola e non lasciare  che le lingue minoritarie fossero solo da tramandare oralmente tra le generazioni, il ritrovamento  del Documento ci deve far riflettere.

L’antefatto di questa importante scoperta è iniziato a San Demetrio Corone in provincia di Cosenza  il 1° aprile scorso quando durante un interessante incontro con Angelo Lino Luzzi, esperto e cultore della Storia degli Arbëresh e non solo, giornalista e attuale responsabile culturale di Radio Arberesh International di San Demetrio Corone, dove ho visitato il centro culturale del Collegio di Sant’Adriano.

La tentazione di cercare  con le parole, esempio:  “minoranze linguistiche” è stata galeotta e ho trovato  il progetto di legge regionale del 1975  grazie  alla digitalizzazione di un fondo archivistico donato all’Istituto dalla Sezione del partito comunista di Nicastro e fortunatamente digitalizzato, che mi ha consentito di trovare l’importante documento nell’archivio ICSAIC. 

Devo ringraziare, per questo, l’ex deputato Paolo Palma, oggi Presidente dell’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea (ICSAIC) e il suo predecessore Pantaleone Sergi, giornalista, già a capo della Deputazione di Storia Patria per la Calabria.  

Pietro Minutolo già Sindaco della città di Cosenza, e Stefano Vecchione  Presidente della sezione di Cosenza dell’Associazione nazionale ArcheoClub mi hanno consentito di arrivare all’on.le  Paolo Palma, il quale ha autorizzato la diffusione del documento  storico che  ho scoperto. 

Da questo documento si intuisce l’importanza dell’insegnamento nelle scuole delle Lingue appartenenti alle Minoranze Linguistiche Storiche. Nel V Rapporto che lo Stato italiano, attraverso il Ministero dell’Interno, presenta al Consiglio d’Europa, la Calabria, attraverso l’Istituto Comprensivo Sabatini 2021-2022 di Borgia (CZ) da cui dipendono le scuole di area di Minoranza di Caraffa (CZ),  è risultata la scuola prescelta per  il coordinamento gestionale delle scuole: per questa ragione,  sarebbe opportuno che  il prossimo  appuntamento degli  Stati Generali si  svolgesse in Calabria. 

Ecco un estratto molto importante dell’ultimo rapporto:

Piano di finanziamento per la realizzazione di progetti nel campo delle minoranze linguistiche 

Annualmente sono pubblicati i Piani di intervento e di finanziamento per la realizzazione di progetti nazionali e locali nel campo dello studio delle lingue e delle tradizioni culturali appartenenti ad una minoranza linguistica, con l’invito ai dirigenti scolastici degli istituti del primo ciclo (comprendendo anche la scuola dell’infanzia) situati in “ambiti territoriali e sub-comunali delimitati in cui si applicano le disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche” a presentare percorsi progettuali in rete per un biennio…  Gli ultimi bandi intendono rilanciare una nuova progettualità che non sia finalizzata esclusivamente alla valorizzazione degli aspetti storici o solamente folcloristici e che sappia, invece, favorire la diffusione di un uso vivo della lingua nell’ottica di una reale contestualizzazione dell’apprendimento. 

A tal fine si incentiva l’attuazione del percorso progettuale in orario curriculare, prevedendo, comunque, la prosecuzione delle attività anche in orario extracurricolare come arricchimento dell’offerta formativa; si richiede la produzione di materiali e supporti didattici che abbiano i caratteri della trasferibilità intesa, non solo come diffusività del prodotto ma soprattutto come innovazione metodologica e innovatività dei processi; si sollecita uno scambio tra realtà linguistiche e culturali diverse presenti in uno stesso territorio favorendo la presentazione di progetti che prevedano la collaborazione tra più lingue minoritarie che trovano tutela con la legge 482/99. 

È da notare che i progetti finanziati dal MIUR prevedono attività, contenuti e approcci metodologici diversificati a secondo delle fasce d’età degli alunni coinvolti. Per questo nella scuola dell’infanzia la lingua minoritaria è utilizzata accanto alla lingua italiana nello svolgimento delle attività educative mentre nella scuola primaria e secondaria di primo grado diventa uno strumento di insegnamento delle discipline previste nel curricolo obbligatorio. 

La visione della lingua come veicolo privilegiato di cultura, come stimolo per il plurilinguismo stimola i docenti a sviluppare maggiori competenze per l’apprendimento linguistico ma anche per una educazione interculturale nella consapevolezza che l’integrazione linguistica e l’integrazione con altri linguaggi sono alla base di un percorso che dà dignità e forza alla lingua minoritaria verso un curricolo veramente plurilingue. In effetti, da un’analisi dei progetti presentati si nota che gli obiettivi comuni perseguiti sono legati agli aspetti identitari della lingua senza trascurare l’importanza della promozione delle competenze comunicative e relazionali in contesti plurilingui: 

• acquisire la consapevolezza dell’importanza della lingua e della cultura della propria regione come fattori essenziali di radicamento; 

• promuovere la riappropriazione del codice linguistico utilizzato dalle precedenti generazioni per rafforzare il senso di appartenenza alla propria comunità locale e regionale; 

• favorire la formazione di un’identità culturale e sociale solida che consenta di aprirsi ad altre culture senza sensi di inferiorità e senza i pregiudizi dell’etnocentrismo; 

• sviluppare motivazioni autentiche all’acquisizione di competenze plurilingui per disporre degli strumenti necessari all’interazione sociale; 

• valorizzare la cultura d’origine per una equilibrata crescita personale e per lo sviluppo di capacità cognitive e dì comunicazione in un contesto di relazioni globali e interculturali. 

Le metodologie utilizzate fanno perlopiù ricorso a un approccio alla glotto-didattica ludica, al linguaggio multimediale, alla partecipazione interattiva di bambini, genitori ed insegnanti, all’uso veicolare della lingua nella variante locale. L’uso degli strumenti tecnologici serve per avvicinare gli alunni alla lingua minoritaria stimolando le nuove generazioni ad appropriarsi del proprio patrimonio linguistico in modo accattivante. Inoltre i prodotti multimediali realizzati confluiscono sui siti web delle scuole della rete, nonché sulle apposite piattaforme on-line affinché possano essere direttamente fruibili dall’utenza e facilmente trasferibili in altri contesti. 

Nel corso degli ultimi anni, allo scopo di incentivare la progettualità delle scuole (soprattutto nelle aree in cui la lingua di minoranza è poco utilizzata), sono stati organizzati dagli Uffici scolastici regionali, in collaborazione con il Miur, dei seminari di approfondimento come nel caso del seminario “Lingue e linguaggi nella scuola globale” tenutosi il 10 marzo 2016 a Campobasso per le scuole di lingua arbereshe e croata. Il Miur partecipa sempre con grande interesse anche in altre occasioni nelle quali viene valorizzata la lingua e la cultura delle minoranze storiche: ad esempio nell’ambito dell’Expo delle lingue 2015 tenutosi a Perugia il 25 settembre 2015 con un intervento su “Lingue 44 minoritarie in Italia e plurilinguismo scolastico” oppure con la partecipazione il 9 aprile 2016 al Convegno “Marilenghe e mariscuele. Terza giornata della scuola friulana” a Codroipo (UD) e, da ultimo, con la partecipazione all’interno di un Convegno internazionale organizzato il 19 e 20 aprile 2018 dall’Università de L’Aquila dal titolo “Politiche e problematiche linguistiche nella formazione degli insegnanti”.

Di per sé l’ambito  delle Minoranze Linguistiche Storiche non è di semplice approccio considerando che  sono  interessati  molti  ministeri, oggi  la costellazione dei ministri e e Presidente della Commissione di Vigilanza   (Giorgetti, Moles, Gelmini, Brunetta, Bianchi, Messa, Barachini,)  favorirebbe  moltissimo la Calabria  e ci sono tutte  le  condizioni perché’ questo avvenga  sia nel campo dell’Istruzione  che nel campo dell’avvio della produzione e diffusione di  programmi e servizi giornalistici  attraverso  sistemi radiofonici, televisivi e web, come già attivi  con fondi della Fiscalità generale ovvero  fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Editoria  e Informazione, per le altre  Minoranze Linguistiche Storiche che da 50 anni  godono delle Tutele  a 360 gradi e non perché appartenenti alle regioni a statuto speciali, questo aspetto  è stato usato come alibi per non concedere nulla alla Calabria in quanto la Legge 482/99  fino a quando non verrà cambiata ha più forza in quanto Legge del Parlamento rispetto ad una Convenzione o ad un Contratto di Servizio, In Calabria gli Arbëresh e i Greci  sono in numero sufficienti per ottenere  il riconoscimento importante su tutti i fronti  occorre  avere enti e istituzioni motivate e competenti per attuarle, cercando fondi che arrivano dal Governo Centrale, che  hanno ricadute occupazionali  durature nel tempo.

Basta vedere una ricognizione fatta nel 2018 sulle coperture delle Convenzioni vigenti, la Calabria deve essere  meglio rappresentata su tutti i tavoli che interessano e il Co.Re.Com  è uno di questi, per esempio per l’avvio della rete 5G in Italia non si comprende perché nelle riunioni con il Ministero dello Sviluppo Economico era presente il Co.Re.Com Emilia, mi si potrà dire che c’era un problema di coordinamento frequenze con Croazia e Slovenia e la Calabria in alcune condizioni di propagazione potrebbe averli anche con la Grecia. L’importante è raggiungere tra gli obiettivi  l’avvio per l’anno scolastico  2022 –2023 l’insegnamento  nelle scuole con una maggiore  autonomia scolastica per le aree in cui insistono le popolazioni con Minoranze Linguistiche Storiche e  non perdere con i Fondi Nazionali  la possibilità di far diventare la Sede della RAI Calabria un Centro di Produzione Decentrato (v. tabella)  i cui programmi (art. 12 comma 1 della 482/99) finanziati  dalla Presidenza del Consiglio Dipartimento  Editoria e Informazione  come avviene da 50 anni in altre realtà  citate nello stesso articolo 2 della Legge Nazionale di Attuazione Costituzionale 482 del 1999.  Nessuno  ha preso  in considerazione due fatti accaduti nel 2016 -2017  l’emendamento  presentato dall’On.le Occhiuto a favore delle Minoranze Linguistiche  Storiche della Calabria FINANZIARIA 2016

OdG 9/3444-A/348 e  il Parere della Commissione di Vigilanza  allo Schema di Convenzione RAI-STATO n. 399 in cui  è stato approvato il parere  dove era presente la Lingua Albanese, con emendamenti del Sen. Gasparri e on.le Nesci e  relatori del Parere furono on.le Nesci e on.le Lupi, il parere fu votato da tutti i partiti della Commissione di Vigilanza RAI  e prevedeva l’avvio di trasmissioni per la lingua Albanese, ma poi questa proposta scomparve nell’oblio.

Recuperando alla memoria questi tentativi  da parte della Giunta e del Consiglio Regionale della Calabria avremmo l’ insegnamento coperto  con fondi del Ministro della P.I. e così anche per la diffusione viene definita qual è la Sede Regionale della Concessionaria RAI a cui è assegnata la Tutela di una determinata Minoranza, come previsto dalla Legge, oggi non sono coperte alcune 5 su 12, (v. tabella) ma oggi ci interessiamo solo di quelle presenti in Calabria  questa è la richiesta  più importante da fare. Anche  la tecnologia, ovvero le Reti e la produzione dei programmi (due capisaldi dell’AGCOM, da cui per funzioni delegate dipende anche il Co.Re.Com Calabria)   sono elementi se ben gestiti in sinergia tra il Consiglio Regionale e la Giunta Regionale sono tutti  elementi a favore delle Minoranze  Linguistiche  Storiche presenti in Calabria.  

Perché il ritrovamento del Progetto di Legge del Consiglio Regionale del 1975 non cada nel dimenticatoio come una vittoria di “Pirro”, è necessario sovrintendere  prima possibile con dedizione verso la nostra Calabria  e con competenza tutti gli aspetti  variegati che coinvolgono  conoscenza storica e dinamiche  negative che hanno portato a tale situazione di stato di abbandono anche sul versante  costituzionalmente tutelato delle Minoranze Linguistiche Storiche della Calabria. (dc)

MINORANZE, PATRIMONIO DELLA CALABRIA
TUTELA DELLE ESPRESSIONI TERRITORIALI

di SANTO STRATI – La Calabria ha uno straordinario patrimonio di cultura e di tradizione che si rifà a ben tre minoranze linguistiche. Unica regione italiana ad averne così tante nello stesso territorio. In verità, la parola stessa “minoranze” esprime di per sé qualcosa di negativo, in quanto limitato, ristretto. E quindi non trova l’adeguata attenzione che meriterebbe. Forse se   parlassimo di “Espressioni territoriali” per indicare le enclavi linguistiche arbereshe, grecofone e occitane daremmo il giusto risalto alla ricchezza intrinseca che queste comunità hanno da tempo immemorabile.

Ma, come al solito, questa ricchezza che ha fatto la fortuna di molte realtà ben più modeste (si pensi all’enclave ladina in Trentino, alla stessa lingua sarda nelle sue varie declinazioni territoriali, dove si contano poche centinaia di anime) in Calabria continua a essere trascurata e, spesso, dimenticata. Nonostante una  legge nazionale  (la 482 del 1999) e una regionale (la 15 del 2003), la Regione Calabria ha, fino ad oggi, fatto orecchie da mercante alle istanze che provenivano dalle comunità che rischiano di vedere svanire lingua, costumi e tradizioni. Sottolineiamo fino ad oggi perché il bel convegno organizzato dalla Presidenza del Consiglio regionale calabrese al Polo culturale di Palazzo Campanella indica chiaramente un segnale di cambiamento nei confronti delle minoranze linguistiche della regione. Ci sono stati – è vero – diversi convegni e dibattiti sulla questione delle lingue minoritarie presenti in Calabria, ma non è sortito nulla di concreto e di ragionevolmente propositivo.

Adesso, sembra, si profila una diversa attenzione proprio dal Presidente Filippo Mancuso che vuole coinvolgere tutto il Consiglio regionale per la valorizzazione e la tutela delle  tre comunità.

La testimonianza delle tre lingue minoritarie parlate in Calabria è praticamente orale, non ci sono materiali scritti in quantità adeguata in modo da preservare il linguaggio e le stesse particolarissime e suggestive tradizioni. La costituzione nel Polo di un grande archivio di dati e materiali, messi a disposizione dai vari studiosi e rappresentanti delle tre comunità – arbereshe, grecofona e occitana, costituisce un importante primo passo del percorso di valorizzazione e tutela.

La tradizione orale si passa dai genitori ai figli, ma andrebbe sostenuta da appositi programmi scolastici con insegnanti di madre lingua che permettano di sviluppare un  consolidato bilinguismo che servirà ad accentuare il senso di appartenenza alla comunità.

Fino a non molti anni fa, ai ragazzini dei borghi grecofoni che inserivano nei temi o si lasciavano scappare qualche termine in  lingua non italiana veniva contestato l’errore a matita blu, quando invece (oggi succede) gli scolari andavano premiati per la genuina testimonianza della conoscenza della lingua degli avi. E, cosa ancora più buffa, agli insegnanti di lingua madre anziché riservare cattedre di insegnamento delle lingue minoritarie si seguiva l’assurdo criterio dell’abilitazione conseguita. Le cose sono cambiate, grazie anche a un diverso atteggiamento dell’ufficio scolastico regionale, (per esempio un’insegnante di matematica – grecofona – è stata spostata a insegnare il grecanico ai ragazzi: sarebbe stato un vero spreco di una preziosa risorsa). Ma spesso è più per volontà di singoli che per rispetto di una norma che non esiste e che andrebbe adottata alla bisogna. La tutela della lingua si ottiene insegnandola ai ragazzi, ai bambini già dalla materna, in modo tale da preservarne l’utilizzo. 

L’attuale assessore comunale alle Minoranze linguistiche del Comune di Reggio, Lucia Anita Nucera, per citare un caso-scuola, ha dato  diversi anni fa  la sua tesi di laurea in architettura in lingua grecanica. Un modello che andrebbe preso a esempio al fine di favorire la diffusione delle lingue delle minoranze.

Già, torniamo a parlare di “minoranze” come se l’appartenenza a una comunità che conserva usi, lingua e costumi del passato, fosse un elemento di vergogna o di discriminazione. È invece un tesoro da salvaguardare e da proteggere.

Anche sul piano della diffusione televisiva. Ci sono microscopiche comunità che ricevono cospicui finanziamenti per trasmettere in ambito regionale notiziari in lingua. In Calabria, salvo la lodevole iniziativa dell’ex direttore della sede Rai di Cosenza Demetrio Crucitti che ha sperimentato la sottotitolazione in greco-calabro e in arberesh di documentari e persino di una commedia, s’è fatto fino ad oggi poco, pochissimo. Il nuovo direttore di Rai Calabria, Massimo Fedele – presente al convegno di Reggio del 10 marzo – ha dimostrato molto interesse a offrire spazio e assistenza alle comunità con iniziative che vadano ben oltre i cosiddetti programmi dell’accesso. Occorre pensare a una programmazione che crei curiosità e interesse e incentivi la conoscenza delle lingue minoritarie.

C’è, comunque, la passione dei rappresentanti delle comunità – ammirevole – che dovrà costituire il punto di forza per ottenere la dovuta attenzione del Consiglio regionale. Perché, sia ben chiaro, che la valorizzazione delle “espressioni di territorialità” oltre ad assolvere un dovere sociale, in realtà finisce col tradursi in una grande opportunità di lavoro per i giovani: servono guide, addetti, coordinatori di iniziative, animatori e organizzatori, per creare un’attrazione turistico-culturale davvero unica. La scoperta degli usi e delle tradizioni diventa un elemento significativo del cosiddetto turismo esperienziale e può costituire una straordinaria attrazione turistica dove, accanto alla meravigliosa bellezza dei borghi, è possibile seguire percorsi di conoscenza del nostro passato. Scoprire come la langue d’Oc sia finita a Guardia Piemontese (dove c’è un’affascinante comunità occitana, ai più sconosciuta, persino a tantissimi calabresi), o visitare le numerose e meravigliose enclavi albanesi con una lingua difficile da comprendere e interpretare, ma proprio per questo ancor più suggestiva, o il greco di Calabria, la cui musicalità fa piacevolmente precipitare nello splendore della Magna Grecia. 

E stiamo ancora a discutere perché per le minoranze, anzi per le “espressioni di territorialità” non si debba agire subito? Ma con entusiasmo, passione e responsabilità nei confronti delle nuove generazioni che hanno il diritto di vedere preservate le proprie origini e la loro lingua. (s)

Successo del convegno al Polo Culturale sulle minoranze linguistiche

Già il titolo Storie diverse, di comunità e identità lasciava immaginare un intenso e appassionato confronto delle tre minoranze linguistiche presenti in Calabria, e così è stato. Il convegno promosso dal Corecom calabrese, attualmente rappresentato dal dirigente Maurizio Priolo, al Polo culturale “Mattia Preti” di Palazzo Campanella non ha lasciato delusi i partecipanti e quanti hanno seguito (o seguiranno) in streaming l’evento. Al tavolo con la segretaria genefrale del Consiglio regionale Maria Stefania Lauria, in rappresemntanza del Presidente Mancuso assente per impegni istituzionali a Roma, la dirigente del Polo Serena Sgro e l’avv. Nino Mallamaci. 

Hanno partecipato l’ex direttore della sede Rai Calabria ing. Demetrio Crucitti, Serena Notaro per le minoranze arberesh, l’assessore comunale reggino Lucia Nucera per la comunità grecofona e Fiorenzo Tundis  per quella occitana. Tra gli altri, interventi di Carmelo Nucera  del circolo Apofadiazzi di Bova, di Pasquale Casile, noto studioso del greco di Calabria, del giornalista Santo Strati – direttore di questo giornale. Tra i presenti il nuovo direttore di Rai Calabria Massimo Fedele. Dal convegno è emersa l’esigenza di adeguare e aggiornare  l’attuale legge di tutela delle minoranze e di combinare al più presto un incontro con il presidente Mancuso con i rappresentanti delle tre comunità linguistiche calabresi. (dc)

A Palazzo Campanella l’evento dedicato alle Minoranze linguistiche calabresi

Giovedì 10 marzo, al Polo Culturale “Mattia Preti” del Consiglio regionale della Calabria, alle 10, si terrà l’incontro Storie diverse, di comunità e identità. Le minoranze linguistiche della Calabria nei documenti audiovisivi d’archivio.

L’evento è una tappa significativa, ma non conclusiva, di un percorso avviato dal Consiglio regionale – sulla base dell’iniziativa intrapresa dal Polo culturale insieme al Co.re.com. Calabria – per realizzare una sezione multimediale sulle Minoranze linguistiche calabresi. Nell’occasione sarà presentato l’archivio digitale – consultabile presso il Polo culturale – composto da 200 file provenienti dalla documentazione dell’archivio televisivo della Cooperativa “Raffaele Lombardi Satriani” raccolta in un arco temporale di circa 40 anni, dal 1982 ai giorni nostri. I materiali visionabili comprendono più di 4.000 minuti di filmati e sono costituiti sia da servizi video-giornalistici e documentari già editi, sia da girato inedito che ne rappresenta la parte più consistente.

Dopo i saluti istituzionali del Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, apriranno i lavori il Segretario generale del Consiglio Maria Stefania Lauria e il Dirigente del Co.re.com. Maurizio Priolo.

Seguirà la presentazione della documentazione audiovisiva sulle minoranze linguistiche calabresi da parte della Cooperativa Raffaele Lombardi Satriani e, successivamente, gli interventi di Demetrio Crucitti, già Direttore della sede regionale Rai; di Maria Luisa Lagani, dirigente dell’Istituto scolastico “G. Sabatini” di Borgia, designato dal MIUR Scuola capofila delle rete nazionale per l’insegnamento delle lingue minoritarie; di Serena Notaro per la minoranza arbëreshë; di Lucia Nucera per la minoranza greca di Calabria; e di Fiorenzo Tundis per la minoranza occitana-guardiola. Le conclusioni saranno affidate a Giuseppina Princi, vicepresidente della Giunta regionale.

Sarà possibile seguire l’evento sul canale Youtube del Consiglio regionale della Calabria utilizzando il link https://youtu.be/tclyVPdRRCU. (dc)