Nino Spirlì vicepresidente della Fondazione Musaba

Prestigioso incarico per l’ex presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, che è stato nominato vicepresidente della Fondazione Musaba –  Parco Museo Santa Barbara, per volontà della presidente e fondatrice, Hiske Spatari Maas e del consiglio d’amministrazione.

«Ringrazio di vero cuore Hiske Maas –  ha dichiarato Spirlì – per la benevolenza che ha sempre voluto dimostrarmi e per avermi voluto al suo fianco in Fondazione Musaba, la cui mission principale è quella di valorizzare le straordinarie opere artistiche, architettoniche e ingegneristiche che Nik Spatari ha donato all’umanità. Spatari non è stato solo un pittore, uno scultore, un architetto, un ingegnere; non è stato solo un grande conoscitore dell’anatomia umana, un eccezionale studioso della Bibbia e delle religioni antiche; non è stato solo un attento difensore dell’ambiente che lo aveva visto nascere e crescere, delle montagne, dei fiumi, della fauna e della flora della nostra terra; Nik Spatari è stato, 500 anni dopo, un “altro” Leonardo. Tra da Vinci e Spatari non c’è stato mai nessuno».

«Poter avere il privilegio di presentare Nik Spatari al mondo – ha proseguito – in modo universale e totale e non nella parzialità con cui spesso, purtroppo, è stato presentato, nonostante i grandi sforzi suoi e di Hiske ,è un grandissimo onore che non pensavo di meritare. Ho già interessato – spiega Spirlì – i ministeri della Cultura, della Transizione ecologica, dell’Istruzione, della Disabilità affinché al Musaba venga dedicata un’attenzione speciale, che possa garantire alla Fondazione una nuova vita».

«Nik – ha aggiunto – è nato sordo ma, soprattutto sotto i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, ha avuto la grande illuminazione relativa alla percezione dell’universo attraverso le vibrazioni, anche quelle della pelle. Su questo e con questo ha lavorato per tutta la vita, costruendo e creando opere non solo dell’arte, ma anche dell’ingegno, con una sensibilità diversa rispetto a chi con le orecchie poteva sentire davvero».

«Una differente percezione del mondo esterno e l’importanza assoluta anche delle minime forme di vita – ha detto ancora – sono presenti in tutta l’opera di Spatari. Questo e tanto altro vogliamo raccontare, Hiske ed io, alla Calabria, all’Italia e al mondo. A Hiske mi lega un carattere forte e combattivo, un amore viscerale per l’Arte e gli Artisti, condizione unica per tutelare e garantire la crescita di un popolo».

«Col suo duro lavoro quotidiano – ha concluso – Hiske ha assicurato non solo la nascita, ma la crescita sana e forte di un luogo sacro alle Muse e agli Uomini. Lavorare con Lei e per Lei mi consegnerà ad una vita Alta, che non pensavo potesse appartenermi!». (rrc)

Vicenda Sacal: battibecco Abramo-Spirlì. Il punto di vista di Noi con l’Italia

Le dichiarazioni di Noi con l’Italia a proposito della vicenda Sacal hanno provocato un battibecco verbale (a distanza) tra il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo e l’ex vicepresidente regionale  ff. Nino Spirlì. Il coordinatore regionale di Noi con l’Italia e della federazione Popolare dei Democratici Cristiani Vincenzo Speziali ha diffuso un’altra nota che butta altra benzina sul fuoco (amico) del centro-destra.

«Leggo – scrive in una nota Speziali – una dettagliata replica al Sindaco e Presidente della Provincia di Catanzaro Sergio Abramo, da parte dell’ex Presidente facente funzioni Nino Spirlì, in merito alla vicenda che in queste ora, grazie alla coraggiosa denuncia del Presidente Occhiuto e alle determinazioni ufficiali dell’ENAC, è venuta a galla, lasciando sgomenti i cittadini per la precedente gestione del dossier e di cui i relativi “danni”, saranno a carico e sulle spalle di tutti i calabresi.
Da una parte la versione di Abramo, il quale con piglio manageralistico, ma non politico – e come al solito sta proprio in ciò il problema – ha ricostruito i passaggi, i fatti e gli incontri, dando una versione che il reggente Presidente della Giunta dell’epoca smentisce, portando anche evidenze e pareri a norma di legge, dall’altra la replica della sua controparte, che restituisce al mittente le doglianze).
«Noto, preliminarmente, che nessuno dei due, se la tal cosa fosse vera, sia nella versione di Abramo, sia in quella di Spirlì ne esce bene, sotto il profilo dell’efficienza, poiché quando il Sindaco pro tempore della Città Capoluogo di Regione asserisce di avere compiuto il suo obbligo, ovvero avvisare l’esecutivo regionale, oltre a chiedere incontri, seppur ufficiali, avrebbe anche avuto il dovere di restare in campo, ufficialmente, utilizzando la pubblica attenzione e vigilanza, financo con la moral suasion, prevista e implicita in chi fa politica per il bene dei cittadini e la relativa tutela degli interessi dei medesimi.
«Di converso, l’ex Presidente facente funzioni, pur argomentando il suo agire amministrativo – in virtù di una casualità, certamente tragica, che lo ha portato temporaneamente ai vertici dell’Ente Regione – e rimarcando il tutto con richiami alla legislazione (che la magistratura ordinaria e contabile, da lui richiamate, valuteranno), non dice, al punto in cui siamo e del quale discutiamo, di chi è la responsabilità (politica, ovviamente!) della nomina del management della SACAL, con il Giulio De Metrio in primis e in testa, visto che è proprio Spirlì a parlare di nomine attuate dalla Regione e di fiducia, visibilmente, tradita, sulla quale tutti, purtroppo, concordiamo.
Sembra di assistere, desolatamente e in scala ridotta (molto, ma molto ridotta, ahimè), alla polemica del “ballatoio delle comari”, che portò alla crisi del II° Governo Spadolini, quando però a confrontarsi sui temi di politica economica, erano due giganti quali Rino Formica e Nino, non Spirli’, bensì Andreatta.
«Oggi, nessuno ammette le sue probabili inadeguatezze, certamente politiche, le quali nel rilevarle non si vuole intendere un atto d’accusa personale, ma solo la constatazione che quanto io e la mia organizzazione partitica sosteniamo da sempre, sia corretta e coerente con i tempi, ovvero la formazione di una classe dirigente a livello locale e nazionale, così come stiamo facendo e continueremo a fare, altrimenti i finanziamenti previsti per il Paese e per la Regione, chi non è pratico (e le vicende cogenti lo dimostrano) o li perde o li spende male e ciò è una cosa che non possiamo permetterci e per quanto ci riguarda non permetteremo».

Elezioni / Spirlì: Un risultato che ci aspettavamo

L’ex presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, ha commentato la vittoria di Roberto Occhiuto sottolineando che si tratta di «un risultato che ci aspettavamo – ha riportato LacNews – perché le piazze, la gente ci confermava passo dopo passo la fiducia nella continuità, in un lavoro che è stato fatto in un anno di pandemia difficilissimo, ma che ha portato la Calabria con la barra dritta in un porto sicuro che dopo la morte di Jole poteva essere uno sfacelo e, invece, abbiamo assorbito il lutto e abbiamo continuato a vele spiegate nel suo nome».

«Roberto – ha aggiunto Spirlì – è un candidato politico e istituzionale, che dà certezze e sicurezza, che ha fatto una grande campagna elettorale, garbata e rispettosa della buona educazione e della grande proposta politica. Dall’altra parte la sinistra si è presentata polverizzata, litigiosa, offensiva tra loro e con noi del centrodestra. Le persone hanno scelto il buon governo e la solidità. Ha contato anche il fatto che fossero tante sinistre, per cui quando sono tante alla fine non è nessuna e la gente è stata disorientata perché nessuno dei tre la rappresentata totalmente, ma neanche nella somma tutti e tre potrebbero rappresentarla».

Il capitolo sanità, ha sottolineato Spirlì, «non sarà una sfida, ma una guerra da combattere. Una lotta da portare avanti insieme al Governo e non più contro. Perché la cosa più importante è capire che non è una guerra della Calabria contro il resto d’Italia, ma una lotta tra la Calabria e il Governo, contro il malcostume e la ‘ndrangheta. Obiettivo è quello di annullare i decreti Calabria, il primo e il secondo peggiore del primo, dando una chiusura definitiva al bruttissimo capitolo del commissariamento e restituire l’amministrazione della sanità al governo calabrese, perché in questo anno di pandemia abbiamo dimostrato quanto possiamo metterci al lavoro per ottenere dei risultati». (rrm)

Spirlì rinuncia a visita a San Luca, paese di Corrado Alvaro

Il presidente facente funzione della Regione Calabria, Nino Spirlì, respinge ripetutamente gli inviti della città di San Luca, paese natale di uno dei più grandi autori del ‘900 della letteratura italiana e mondiale. Un rifiuto che provoca non pochi dissapori all’interno della comunità sanluchese, che non ci sta più a essere ancora una volta emarginata dalle istituzioni. Una presa di posizione, quella della regione, quale ente-madre di tutti i calabresi, certamente inaccettabile, ma soprattutto un’ennesima umiliazione per un popolo che da sempre viene rilegato ai margini dello sviluppo sociale, culturale morale, e anche dei sogni. Eppure, a San Luca, bambini che sognano ne nascono ancora. E in ogni uomo di quella comunità c’è sempre un bambino. E quindi un sogno. Una speranza possibile.

Francesco Cosmo, assessore del comune di San Luca, con una nota stampa ufficiale, comunica di non intendere più rappresentare in seno al Consiglio Comunale della città, il  partito “ Lega con Salvini”, al quale, con tanto entusiasmo e convinzione aveva aderito costituendo l’omonimo gruppo consiliare.

Tale irrevocabile decisione scaturisce a seguito di reiterate e pubbliche esternazioni di pensiero da parte  del presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, esponente del partito “ Lega con Salvini”, il quale, venendo meno anche a quello che Cosmo definisce galateo istituzionale, ha pubblicamente dichiarato, in diverse occasioni, che mai sarà a San Luca, per nessuna ragione, in quanto offeso da un articolo di stampa proveniente dalla Fondazione Corrado Alvaro, la quale lamentava la scarsa attenzione da parte dell’Ente Regionale che, nonostante le promesse, non ha sostanzialmente sostenuto le iniziative culturali della Fondazione, della quale peraltro, la Regione Calabria fa parte quale Ente Fondatore.

«In veste di consigliere comunale/Assessore aderente allo stesso partito del Presidente Spirlì  – continua Cosmo – il sottoscritto non può  accettare e tollerare che la comunità dove esercita il proprio mandato elettivo venga bistrattata  ed emarginata  dalla massima autorità politico/amministrativa della Regione Calabria, per ragioni pretestuose, non riconducibili all’attività  amministrativa dell’Ente comunale . L’emarginazione del comune di San Luca da parte della Regione Calabria è  palese.  Non a caso, le reiterate richieste  di sostegno dell’Amministrazione comunale formulate alla Regione Calabria, vengono puntualmente disattese.Pertanto – afferma Cosmo – il sottoscritto ritiene che la propria esperienza all’interno del partito “ Lega con Salvini” sia giunta al capolinea, e per le ragioni sopra evidenziate rassegna le dimissioni da capogruppo del partito in senso al Consiglio Comunale di San Luca, dove tale partito non verrà più rappresentato dallo stesso».

Uno strappo dunque tra Regione e comune che, nell’abbandono delle istituzioni, si fa più che mai comunità, ritrovandosi ancora una volta a dover vivere il disagio sociale raccontato da Corrado Alvaro. (gsc)

Dulbecco Institute: due giornate storiche per il futuro della ricerca in Calabria

Dopo le prime giornate trascorse a Roma per incontri istituzionali (con il candidato presidente Regione Calabria Roberto Occhiuto, il segretario della Lega Matteo Salvini, la seconda carica dello Stato Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato) incontri che si sono rivelati della massima importanza per la nascita del Renato Dulbecco Institute a Lamezia, il prof. Roberto Crea scienziato di fama internazionale e padre delle biotecnologie, arrivato venerdì scorso dalla California è sceso in Calabria. Accompagnato dal prof. Giuseppe Nisticò, commissario ad acta del Dulbecco Institute, si è recato in Cittadella a Germaneto per formalizzare con la Regione gli accordi di avvio delle procedure di concessione dei locali in comodato d’uso gratuito della Fondazione Mediterranea Terina. Lo scopo della visita era anche quello di firmare un protocollo d’intesa con la Regione Calabria, con il sindaco di Lamezia Terme e alcuni dipartimenti dell’Università Magna Graecia e dell’Unical, protocollo propedeutico per poter accedere ai fondi del Recovery Plan dedicati all’innovazione tecnologica e scientifica.

I due scienziati sono stati accolti calorosamente dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo il quale si è immediatamente dimostrato entusiasta di poter dotare la Regione di una infrastruttura di eccellenza che opera nel campo delle biotecnologie mediche avanzate e nel campo agro-alimentare.

Giuseppe Nisticò, Roberto Crea e Gianluca Gallo
Giuseppe Nisticò, Roberto Crea e Gianluca Gallo

Quindi, insieme con il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro e un gruppo di personalità politiche del Lametino tra cui l’on. Leopoldo Chieffallo, l’ex assessore regionale alla Sanità Gianfranco Luzzo e Gennarino Masi presidente della Fondazione Mediterranea Terina, hanno visitato specificatamente i locali destinati al Renato Dulbecco Institute.

Il sindaco Mascaro già dallo scorso anno è stato uno dei promotori più motivati insieme con la presidente Santelli per creare a Lamezia il Renato Dulbecco Institute. La scelta di Lamezia era stata concertata dal commissario ad acta Nisticò con la Presidente Santelli perché in una posizione baricentrica rispetto alle università di Catanzaro e Cosenza.

Il prof. Crea ha visitato con grande interesse i locali dell’edificio ex Telcal dove saranno localizzati rispettivamente i laboratori in GLP e in GMP per la produzione di pronectine o nanoanticorpi, proteine di piccole dimensioni che rappresentano gli strumenti terapeutici più efficaci e tollerati per il trattamento del Covid e della sue varianti nonché di varie forme di cancro resistenti alle terapie tradizionali. Inoltre, nell’edificio ex ISPELS saranno localizzati i laboratori di farmaco-tossicologia in cui si procederà come richiesto dall’assessore Gallo alla certificazione di qualità e di sicurezza dei prodotti agro-alimentari della Calabria.

Alla fine dell’incontro con l’assessore Gallo il prof. Roberto Crea ha ricevuto una ottima impressione e ha dichiarato: «Ecco un esempio della nuova classe politica di cui la Calabria ha bisogno per un suo rilancio e cioè una classe politica costituita da giovani preparati, intelligenti e con una visione internazionale per rendere la regione competitiva con altre regioni del Centro-Nord e dell’Europa».

Fiducia è stata espressa, infine, dal prof. Nisticò perché l’esperienza straordinaria di Roberto Crea sarà trasferita in Calabria con alcuni brevetti da lui depositati a livello internazionale che certamente permetteranno di far arrivare in Calabria risorse di industrie multinazionali, che hanno già espresso interesse per i prodotti biotecnologici innovativi che deriveranno da Lamezia grazie ai suddetti brevetti.

La seconda giornata è da considerare una giornata storica per la Calabria perché si è chiuso a distanza di un anno il ciclo avviato con piena convinzione dalla compianta presidente Jole Santelli che nel luglio scorso aveva invitato il prof. Roberto Crea a dirigere il Renato Dulbecco Institute presso la Fondazione Terina. Il presidente Nino Spirlì, nell’accogliere il prof. Crea e il prof. Nisticò, ha voluto assicurare che è pronto l’atto deliberativo con cui la Regione procederà nei prossimi giorni a formalizzare la concessione dei locali in comodato d’uso gratuito per i primi anni degli edifici ex Telcal ed ex Ispels della Fondazione Mediterranea Terina. Lo stesso atto individua le risorse finanziarie per la formazione del personale tecnico  e laureato nel campo delle biotecnologie e della certificazione di qualità e sicurezza dei prodotti agro-alimentari della regione Calabria.

Piacevole è stata la conversazione tra il presidente Spirlì e Roberto Crea: entrambi hanno ricordato le comuni origini essendo nato Crea a Palmi e Spirli nella vicina Taurianova, città in cui hanno trascorso la loro infanzia.

«Roberto Crea – ha detto Spirlì – rappresenta il modello di calabrese che grazie ai fondi PNRR rientrerà nella sua terra, dopo 40 anni di eccellente lavoro di studi scientifici in California, portando il suo enorme bagaglio scientifico e manageriale, così come potranno fare numerosi italiani che attualmente lavorano in prestigiosi laboratori stranieri».

«Supporteremo questa causa – ha dichiara il presidente Spirlì – in nome dell’eccellenza: sono sempre più convinto che la ricerca rappresenti lo strumento più efficace per accompagnare la nostra terra e i nostri cittadini verso l’avvenire.

«L’incontro di oggi, per me – ha sottolineato il presidente – è stato un onore. La creazione di un centro così importante è il segno di una regione che, anziché lasciarsele sfuggire, vuole diventare la casa delle grandi menti calabresi. Guardiamo al futuro facendo nostri il sapere e la conoscenza dei nostri grandi corregionali del passato, come Gioacchino da Fiore, Cassiodoro, Mattia Preti e Francesco di Paola: personaggi illustri che, in ogni arte, in ogni scienza e nella fede, non solo si sono distinti, ma sono stati maestri di maestri».

ll prof. Nisticò, da parte sua, si è detto convinto e sicuro del successo internazionale del progetto Renato Dulbecco Institute che ha già presentato nelle scorse settimane al presidente Mario Draghi e successivamente alla ministra per il Sud Mara Carfagna ricevendo ampio consenso.

Tale fiducia deriva – hanno concluso Spirlì e Nisticò – dalla ricchezza di un patrimonio straordinario di giovani talenti che in Calabria rappresentano la più preziosa risorsa.

Infine, il presidente Spirlì ha siglato come capofila il protocollo d’intesa della regione con la Fondazione Renato Dulbecco e con le università Magna Graecia di Catanzaro, Unical di Cosenza, l’Università di Tor Vergata e quella della Sapienza di Roma. (rcz)

 

CALABRIA E SICILIA VOGLIONO IL PONTE
SALINI (WEBUILD): METTIAMO NOI I SOLDI

di SANTO STRATI – «Chiamiamolo Ulisse»: il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci ribattezza così il ponte d’Europa, quello sullo Stretto, che dovrà colmare il divario tra continente e l’Isola. Musumeci ha promosso l’incontro, unitamente al presidente ff della Calabria Nini Spirlì, con l’ing. Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, la società che ha ereditato da Eurolink l’appalto del ponte, bocciato poi dal presidente del Consiglio Mario Monti una vita fa.

Sia Musumeci che Spirlì, insieme, vogliono testimoniare la determinazione delle due regioni più a sud di vedere finalmente realizzato il Ponte. E per sottolineare che non si trattava di una passerella promo-elettorale hanno invitato a Catania la persona che meglio rappresenta l’altissimo livello tecnologico raggiunto dall’Italia nel campo delle infrastrutture. Salini era un marchio storico, ha assorbito Impregilo, ereditando il progetto del Ponte dal consorzio Eurolink – impegna oltre settemila tecnici in ogni parte del mondo realizzando opere pubbliche di eccezionale valenza  – e, soprattutto, ha nel suo amministratore delegato un ingegnere che tiene moltissimo al Ponte: «Noi abbiamo fatto mille chilometri di ponte nella nostra storia imprenditoriale – ha detto Salini –, compresi due a campata unica tra i dieci più grandi del mondo. Quello sullo Stretto si può fare. Lo stavamo facendo, ma ci hanno fermati. La differenza tra Paesi che crescono e quelli che annaspano è anche nella capacità di creare le grandi opere, di creare prospettive e di essere attrattivi. La responsabilità sociale è importante, ricordo che a Catania ho chiesto che fanno i ragazzi qui, mi è stato risposto “niente”. Immaginare dei giovani senza futuro è terribile, che cosa ha fatto per loro la nostra generazione? Per questo mi sento coinvolto in questa operazione. È una sfida che insieme come Italiani dobbiamo affrontare e vincere. Dobbiamo spingere per il futuro dei giovani della Sicilia e della Calabria, glielo dobbiamo. Noi siamo pronti a partire, anche domani. Il progetto ha superato un sacco di ostacoli, superando tutti i passaggi burocratici previsti».

«È un’opera che porterà oltre 100mila nuovi posti di lavoro nell’area» – aveva dichiarato in tv Pietro Salini, ospite di Barbara Palombelli. Concetto ribadito anche ieri da un tavolo dove erano presenti anche i due assessori regionali alle infrastrutture Domenica Catalfamo (per la Calabria) e Marco Falcone (per la Sicilia, oltre all’ex ministro Pietro Lunardi (responsabile del dicastero delle Infrastrutture dal 2001 al 2006) e al  prof. Felice Giuffrè, costituzionalista e docente universitario in veste di coordinatore di Lettera 150, il network di docenti e professionisti che ha promosso l’iniziativa dell’incontro di Catania.

Pietro Salini, Nello Musumeci e Nino Spirlì
Pietro Salini, Nello Musumeci e Nino Spirlì

«Siamo stanchi – ha detto Musumeci – di essere considerati marginali al continente europeo». E ha chiarito che «noi vogliamo diventare il cuore del Mediterraneo, la piattaforma naturale delle navi che lo attraversano. Non è possibile diventarlo se non c’è l’alta velocità. E non ci può essere alta velocità se non si attraversa lo Stretto in tre minuti. Questo è l’appello che lancio al Governo».

«Non è il collegamento tra due regioni – gli fa eco Nino Spirlì – ma tra due territori europei. Calabria e Sicilia sono il primo ingresso di quella grande casa che è l’Europa. Sono le porte per chi arriva dal Canale di Suez e dai Paesi che oggi detengono un grande potere economico, come Cina e India, ormai ago della bilancia dell’economia mondiale; senza contare il continente africano, che, nei prossimi decenni, sarà l’interfaccia naturale con l’Europa. Non è dunque ammissibile che i primi territori europei non siano tra loro collegati».

Entrambi i governatori hanno trovato la risposta pronta dell’ing. Salini: «Siamo in grado di cominciare subito. Ci sono 50 anni di studi e approvazioni. È un progetto che era stato cantierato e pronto per essere eseguito. Poi il Paese ha deciso di interrompere questo ciclo e ci siamo fermati, com’è giusto che sia. Se il Paese ritiene sia una priorità, noi siamo pronti a farlo». 

E se Webuild è pronta a investire direttamente i 4 miliardi necessari per realizzare il Ponte (senza dunque bisogno di bussare al Recovery) lasciando però allo Stato gli oneri accessori (due miliardi circa), i due governatori hanno calato un asso che il governo non potrà ignorare: pronti a mettere i soldi necessari per le opere accessorie. Quindi sarebbe un’opera senza problemi finanziari su cui serve una precisa volontà politica. E, difatti, i 50 anni fin qui trascorsi tra promesse e rinvii si spiegano solamente con la mancanza di una visione strategica per il Mezzogiorno e la difesa di interessi evidentemente di parte di una incredibile catena di no-ponte.

Il Ponte va fatto, questo appare evidente, perché deve finire la politica dei no ad ogni costo, deve scomparire la scelta della decrescita felice che gli ultimi governi a partecipazione grillina hanno promosso: in questa maniera si è favorito soltanto il sottosviluppo delle regioni meridionali e allargato il divario nord-sud. Il Governo deve assumersi le sue responsabilità: il pretesto che il Ponte non poteva rientrare nel PNRR perché impossibile da completare entro il 2026, data imposta dalla Ue, non regge più a fronte della copertura finanziaria offerta dal general contractor e dalle due regioni interessate. Senza contare che le penali previste in caso di mancata realizzazione verrebbero tutte a cadere (addirittura costerebbe più non farlo) e lo Stato avrebbe un’infrastruttura colossale a costi minimi.

Guardiamo ai numeri di quest’opera e il primo risponde ai più scettici che evocano disastri sismici epocali: la resistenza sismica è fino a 7,1 di magnitudo Richter. In Giappone i ponti costruiti negli ultimi venti anni hanno resistito a terremoti di estrema violenza. L’altissimo livello tecnologico raggiunto dai progettisti italiani è riconosciuto in tutto il mondo: le nuove tecnologie fanno il resto. Il progetto prevede un ponte a due campate con 5.300 metri di cavi per realizzare un attraversamento di 3.666 metri, con una campata centrale di 3.300 metri. Un’opera spettacolare (376mila tonnellate d’acciaio, due torri da quasi 400 metri, un corridoio per il passaggio delle navi largo 600 metri e alto 65): immaginate, in termini di attrazione turistica cosa potrebbe significare, arriverebbero da tutto il mondo per vedere il ponte, scoprendo i Bronzi, la Magna Grecia, la Sicilia e il patrimonio paesaggistico, artistico, culturale ed enogastronomico delle due regioni. Il traffico stimato sarebbe di 60mila convogli ferroviari e circa sei milioni di autovetture/camion l’anno. Insomma, spettacolare e funzionale insieme, in uno scenario d’incanto, unico e irripetibile.

Ovviamente gli ecologisti sono sul piede di guerra da anni, ma non si può continuare a dire sempre no, soprattutto quando ci sono fior di studi sull’impatto ambientale e la sostenibilità dell’opera. E i più irriducibili sanno di poter contare sull’insipienza ormai cronica della politica italiana, ma è ora di cambiare passo, di guardare ai benefici che l’opera può portare, già da subito anche sotto l’aspetto occupazionale.

«Calabria e Sicilia – ha detto Spirlì – sono due regioni che, insieme, rappresentano, dal punto di vista culturale, turistico e identitario, il fondamento dell’Italia. I loro patrimoni artistici, culturali e umani hanno portato all’Italia un tesoro veramente inimitabile, regalato al mondo intero. Perciò, dobbiamo cominciare a dire che qui è Europa; e qui l’Europa ha il dovere di creare “Ulisse”. Ma, se vogliamo ottenerlo, dobbiamo ribaltare l’attuale concezione geografica e politica. È urgente e necessario che l’Europa provveda al più presto a creare il collegamento tra la sua porta d’ingresso e il resto della casa. Noi non stiamo chiedendo un intervento da poveri. Il progetto c’è già, chiavi in mano. Qui siamo in Europa, bisogna svegliarsi. Il vero ingresso per il continente non è il porto di Rotterdam, ma quello di Gioia Tauro. Ci devono dire cosa vogliono fare».

Musumeci ha mostrato che ha davvero voglia di fare sul serio: «Per le persone in buona fede – ha detto – i problemi sono tecnici, per quelle in malafede, che sono tante nella politica dei Palazzi romani e non solo, è la volontà di mantenere il sistema Italia diviso in due: un Nord ricco e opulento, che produce, e un Sud povero che arranca e consuma i prodotti del Nord. Finiamola con questa farsa».

E ha lanciato una battuta: se lo chiamiamo Ponte sullo Stretto è figlio di p…, allora chiamiamolo Ulisse. Bel nome, presidente, ma il Ponte se mai si farà il nome ce l’ha già idealmente direttamente da Omero: il Ponte sullo Stretto di Scilla e Cariddi. (s)

 

 

Recovery: la Regione ha presentato 120 schede progettuali per 9,5 miliardi

Su richiesta dei consiglieri di minoranza, il presidente ff della Giunta Nino Spirlì, si è presentato in Consiglio regionale per presentare i piani di Germaneto per il Recovery Plan. Una discussione – ha detto il vicepresidente del Consiglio Nicola Irto (Pd) «quanto mai tardiva. Non dico inutile, perché ho troppo rispetto di questa istituzione che ho avuto l’onore di presiedere, ma certamente tardiva».

«Tra pochi giorni il Pnrr sarà trasmesso a Bruxelles – ha aggiunto Irto – ma il Consiglio regionale della Calabria si riunisce per discuterne soltanto oggi, dopo che il documento, approvato il 12 gennaio scorso dal Consiglio dei ministri, è ormai stato trasmesso alle Camere per le loro valutazioni. Resta la possibilità di intervenire sui piani aggiuntivi dei ministeri ed è su questo fronte che mi impegnerò a sostenere le battaglie a favore della nostra regione tramite la rappresentanza governativa del Partito democratico. Il dibattito odierno, dunque, serva almeno a questo pur a valle di scelte strategiche già compiute». Una posizione condivisa dalla minoranza, che ha comunque ascoltato le dichiarazioni del presidente pro-tempore.

Spirlì (come riferiamo in altro articolo) prima di affrontare i temi economici ha difeso strenuamente il suo operato contro la pandemia. «Il Covid 19 – ha detto – ha acuito e amplificato le criticità che affliggono la nostra regione, mettendo a nudo lacune strutturali, non solo del sistema sanitario ma anche di quello economico: divari territoriali, divari sociali, debolezze del sistema produttivo.

«La sospensione di gran parte delle attività lavorative e dell’offerta di beni e servizi, ha infatti gravemente colpito anche settori non in declino, che erano in una fase di espansione significativa, come la filiera dell’economia della cultura e del turismo. Così come hanno subito rilevanti perdite settori come i trasporti e il commercio. Nuove criticità si associano dunque a problematiche ormai strutturali».

Le analisi della Svimez sono state citate con grande attenzione: «ci restituiscono uno scenario, in gran parte noto, e comunque preoccupante: il rischio di default è maggiore per le medie e grandi imprese del Mezzogiorno. I dati territoriali sul blocco delle attività economiche delineano un quadro assai più problematico dell’ultima crisi economica degli anni 2000. La maggiore fragilità e precarietà del mercato del lavoro meridionale rende più difficile assicurare una tutela a tutti i lavoratori, precari, temporanei, intermittenti o in nero, con impatti rilevanti sulla tenuta sociale dell’area».

LE IMPRESE

«Il blocco improvviso e inatteso ha colto impreparate sia le molte imprese meridionali che non hanno ancora completato il percorso di rientro dallo stato di difficoltà causato dall’ultima crisi, sia quelle più efficienti che non solo hanno resistito, ma hanno consolidato percorsi di crescita importanti. Già queste preliminari analisi – ha sottolineato il presidente – ci offrono un chiaro ordine di idee sul costo economico della sospensione delle attività economiche, di qui lo sforzo attuale di imprimere una svolta alla gestione della crisi».

«Basti considerare l’impatto sulla propensione al consumo delle famiglie e dunque sulle attività commerciali, sulla mobilità e dunque sui trasporti, o i costi sociali ed economici derivanti dal fermo delle attività turistiche, dello spettacolo e della cultura, e via via sull’intera filiera economica e produttiva, con incidenze diverse ma comunque rilevanti. Nonostante le incertezze – ha rimarcato Spirlì –, abbiamo avviato le attività volte a dar seguito non solo a misure emergenziali per lenire le condizioni di difficoltà congiunturali ma a pensare in termini di prospettiva. A porre in essere strategie che guardino alla fase in cui sarà possibile un graduale ritorno alla normalità».

PIÙ DI 700 MILIARDI

Entrando nel merito del Pnrr, Spirlì è sceso a illustrare la situazione nei dettagli:  «Come ben saprete – ha affermato –, nel luglio 2020 il Consiglio europeo ha approvato un fondo di recupero di 750 miliardi di euro con il marchio Next Generation Eu, allo scopo di sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia Covid-19. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza (Pnrr) è il fulcro di Next Generation Eu e metterà a disposizione 672,5 miliardi di euro di prestiti e sovvenzioni per sostenere le riforme e gli investimenti effettuati dagli Stati membri. L’obiettivo è attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia di Coronavirus e rendere le economie e le società dei paesi europei più sostenibili, resilienti e preparate alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e di quella digitale. Gli Stati membri stanno preparando i loro piani di ripresa e resilienza, che daranno diritto a ricevere fondi nell’ambito dello strumento per la ripresa e la resilienza».

IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE

«Il contributo della Regione – ha aggiunto Spirlì – è il documento, contenente 120 schede progettuali, che abbiamo consegnato il 15 ottobre 2020 al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri agli Affari europei e agli Affari regionali e riproposto, nei giorni scorsi, con ulteriori implementazioni. La proposta è il frutto di un confronto interno alle strutture regionali. Le schede progettuali pervenute al Dipartimento Programmazione nazionale e comunitaria sono il frutto di concordia di intenti tra i responsabili dei dipartimenti e gli assessori di riferimento. È bene precisare che Il processo di mappatura dei progetti tiene conto del fatto che al momento non vi è alcuna indicazione relativa ad eventuali risorse da ripartire tra Regioni».

IL PIANO

«Le tempistiche devono considerare che la scadenza dei traguardi e obiettivi del Piano è fissata al 31 agosto 2026. È importante sottolineare che, se gli stessi traguardi e obiettivi non sono raggiunti entro questa scadenza, non saranno erogati i relativi pagamenti. Il Piano – ha rilevato Spirlì – è articolato in sei missioni, che rappresentano le aree “tematiche” strutturali di intervento. Tali missioni sono a loro volte suddivise in insiemi di progetti omogenei e funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per la mobilità; Istruzione, formazione, ricerca e cultura; Equità sociale, di genere e territoriale; Salute».

LE MISSIONI

«Su tali basi – ha sottolineato il presidente della Giunta – è stato redatto un elenco di schede progettuali articolate per missioni, precisando che, in tale fase, si è inteso presentare tutti i progetti attualmente disponibili con un grado di cantierabilità che ci permetterebbe di rispettare le scadenze del piano».

Ecco le sei aree in cui si articola Next Generation Ue che si muoverà in altrettante missioni:

1: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, su cui abbiamo avanzato proposte per 612 milioni di Euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: la digitalizzazione della pa, il rafforzamento dei sistemi di rilevazione della Protezione civile e una serie di iniziative per migliorare la competitività del sistema produttivo.

2: Rivoluzione verde e transizione ecologica con proposte che ammontano a 3 miliardi e 740 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: l’ammodernamento delle reti idriche e adduzioni, l’efficientamento energetico, la mitigazione del rischio idrogeologico, Investimenti per il miglioramento del sistema di gestione dei rifiuti, opere di difesa costiera e Interventi di riefficientamento dei sistemi depurativo-fognari.

3: Infrastrutture per la mobilità con proposte che ammontano a 2 miliardi e 780 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: Progettazione e realizzazione dei nodi di interscambio modale a servizio dei passeggeri, connessione infrastrutturale e digitale con i principali porti, mobilità sostenibile all’interno di ambiti urbani e aree protette, messa in sicurezza di strade ponti e viadotti sulla viabilità secondaria, riqualificazione dei comprensori sciistici.

4: Istruzione, formazione, ricerca e cultura con proposte per un ammontare di 115 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: borse di studio per gli studenti calabresi, sostegno a dottorati di ricerca e agli istituti tecnici superiori, sostegno ai progetti di ricerca.

5: Equità sociale, di genere e territoriale, con proposte che ammontano a 468 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: progetti per la realizzazione di modelli di economia sostenibile attraverso la realizzazione di Aree produttive ecologicamente attrezzate, progetti per lo sviluppo della sicurezza e finalizzati allo a nuove attività imprenditoriali all’interno delle aree industriali, sostegno all’export calabrese e supporto attrazione investimenti esteri, progetti di realizzazione di impiantistica sportiva.

6: Salute, con proposte per un importo di circa un miliardo e 750 milioni di euro. Le proposte presentate riguardano principalmente: progetti di adeguamento sismico e antincendio, acquisto apparecchiature, telemedicina, informatizzazione dei reparti e ulteriori investimenti tecnologici. È importante sottolineare che i progetti riguardanti le infrastrutture ospedaliere sono finanziati dai programmi comunitari e da fondi nazionale e hanno tempi di realizzazione incompatibili con le scadenze del piano.

PIÙ DI 9 MILIARDI

«La ricognizione dell’inventario progettuale a oggi acquisito è pari a 9 miliardi e 465 milioni di euro e consente di presentarci ai tavoli di confronto con una importante base di proposte. Sui progetti di rilevanza nazionale presentati dal Governo – ha messo in evidenza Spirlì – auspichiamo una maggiore attenzione alla riduzione del gap infrastrutturale e in tale direzione abbiamo interlocuzione costruttiva con il governo affinché confermi tra le priorità strategiche del paese: l’Alta velocità del tratto Sa-Rc, il Porto di Gioia Tauro e la statale 106».

«È del tutto evidente – ha proseguito – che, sulla base delle risorse che verranno effettivamente assegnate alla Calabria, cui dovrebbe affluire una quota di spesa ordinaria pari almeno al peso percentuale della popolazione, si procederà poi a una definitiva selezione delle priorità di intervento e quindi all’indicazione delle iniziative progettuali considerate assolutamente prioritarie e strategiche per la ripresa. Siamo dunque all’inizio di un iter complesso ma che potrà rappresentare una chiave di sviluppo fondamentale per il futuro della nostra terra».

CONFRONTO PERMANENTE

Il presidente Spirlì ha concluso l’informativa sollecitando tutti «a un impegno straordinario, a un’assunzione di responsabilità di portata assai rilevante. A breve, la Cabina di regia del Governo, nella quale le Regioni hanno chiesto di poter essere presenti, darà avvio alla individuazione dei singoli interventi da finanziare. Le scelte che verranno assunte nei prossimi mesi avranno, pertanto, rilevanti conseguenze sulle nuove generazioni. Di questa nuova e inedita condizione devono farsi carico tutte le forze politiche e sociali, pur nella distinzione dei ruoli. Per tali motivi, auspico l’avvio di un confronto permanente di approfondimento con gli assessorati competenti sulle misure da adottare e sulle relative schede progettuali al fine di definire le priorità e le modalità di attuazione».

«Per parte nostra – ha concluso – abbiamo fin qui voluto evidenziare la direzione di marcia che intendiamo imprimere e ci attendiamo una risposta non pregiudiziale, un confronto nel merito, che anteponga agli interessi di parte l’interesse della comunità regionale». (rp)

 

 

Comune di Reggio: la maggioranza contesta Spirlì e la Giunta regionale

Un pesante attacco al presidente pro-tempore Nino Spirlì e alla Giunta regionale è stato siglato dalla maggioranza di Palazzo San Giorgio. Dal Comune di Reggio sostengono che «Spirlì e la sua Giunta sono fuori controllo. Chiudono tutto e intanto chiedono di riaprire. Basta prendere in giro i calabresi».

«In Regione Calabria – si legge in una nota – c’è qualcuno che evidentemente pensa di prendere allegramente in giro i calabresi. Il presidente ff Spirlì, tra una diretta social e un’altra, chiede prima di chiudere tutto e poi annuncia la partenza per Roma per chiedere la riapertura delle attività commerciali. Oltre a non avere un barlume di progetto, è evidente che la giunta regionale, ormai agli sgoccioli della sua attività, abbia totalmente perso l’orientamento, ne sappia minimamente da dove iniziare per fronteggiare la pandemia sul nostro territorio. Da istituzioni responsabili non possiamo consentire che la gestione di una fase tanto delicata della crisi pandemica sia affrontata in questo modo irresponsabile. Basta proclami e tatticismi politici dal sapore elettoralistico sulla pelle dei calabresi”. È quanto affermano in una nota i consiglieri di maggioranza al Comune di Reggio Calabria.

«Già gli stati generali e la visita del Commissario Figliuolo, gestita da Spirlì come una passerella elettorale, erano stati un segnale assolutamente inequivocabile della totale inadeguatezza dei vertici della Cittadella nell’approccio alla governance del crisi sanitaria. Mentre la Calabria affronta uno dei momenti più delicati della sua storia, dal presidente ff non sentiamo una parola sulla gestione delle attività organizzative per la vaccinazione dei calabresi, né ci è dato sapere se la Calabria stia dicendo la sua sulla gestione dei fondi e dei progetti del Recovery plan. Non vorremmo attendere altri mesi prima di scoprire che gli inquilini di Palazzo Santelli, ormai da lungo tempo arroccati dentro la Cittadella non si sa a fare cosa, abbiano dimenticato di svolgere i compiti a casa. Perché a farne le spese di questa colpevole dimenticanza non sarebbero certamente loro, ormai totalmente delegittimati dai fatti, oltre che lontani anni luce dal comune sentire della cittadinanza, ma l’intera comunità calabrese, che oggi si ritrova ultima in Italia quanto a percentuale di vaccinazioni.

«In una regione la cui economia si basa principalmente su turismo e commercio – prosegue la nota – non possiamo permetterci di arrivare all’inizio del periodo estivo in queste condizioni disastrose, ultimi tra gli ultimi sulle vaccinazioni e sull’intera organizzazione sanitaria. E se oggi i commercianti protestano in piazza contro le chiusure ciò è dovuto proprio ai ritardi e ai madornali errori della Regione, che dall’inizio della pandemia continua a navigare a vista senza la benché minima idea di come affrontare la crisi sanitaria, economica e sociale che sta investendo pesantemente il nostro territorio.

«Invece trascorrere il suo tempo a blaterare in diretta sui social ed occuparsi di nomine di sottogoverno, il presidente Spirlì spieghi ai calabresi  cosa intende fare per uscire da questa crisi con un piano vaccinale efficace per dare le risposte che anche i commercianti attendono. Se c’è un modo per uscire dalla pandemia sicuramente passa dai vaccini. Finché la Calabria rimarrà in questo stato cittadini e commercianti incolpevoli continueranno a subire scelte calate dall’alto su chiusure e riaperture, senza che però ci sia la minima prospettiva su come uscire dall’incubo sanitario covid e dai suoi nefasti effetti sociali ed economici». (rrc)

Spirlì scrive a Draghi in attesa di un incontro: occorre azzerare il debito sanitario

Azzerare il debito della Sanità calabrese: è questa l’unica strada percorribile per dare una svolta al sistema sanitario calabrese che non trova vie d’uscite. La stretta dell’arretrato debitorio impedisce nuovi investimenti, congela risorse, blocca assunzioni: il presidente ff Nino Spirlì aveva già lanciato questa proposta la scorsa settimana, parlandone a diversi ministri e politici nazionali, durante il suo soggiorno romano. Adesso, Spirlì ha deciso di scrivere direttamente un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi perché voglia occuparsi in prima persona della drammatica situazione della sanità calabrese.

«Troppe le criticità e le inadeguatezze e soprattutto il mancato adempimento previsto dallo stesso Piano. I dati che emergono in tutta la loro gravità ci dicono che in questi anni di commissariamento il deficit accumulato dal servizio sanitario regionale non è diminuito. Ho avuto modo di condividere le sue parole quando ha affermato che: “nei momenti più difficili della nostra storia, l’espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili”. In un tempo in cui per salvare il nostro paese da una pesante crisi, sono stati messi da parte i più estremi egoismi identitari non può esservi occasione migliore per porre rimedio alle ingiustizie e ridare la dignità che meritano i cittadini calabresi».

Obiettivo del presidente Spirlì è ottenere un incontro a Palazzo Chigi per esporre personalmente le tante criticità del sistema sanitario calabrese accentuate dalla pandemia. (rrm)

Carlo Tansi contro le mire di Spirlì a futuro candidato governatore

Pesante attacco di Carlo Tansi, leader di Tesoro di Calabria, contro le mire di Nino Spirlì che vorrebbe essere candidato da Salvini governatore alle regionali.

«Il Mago Nino Spirlì – ha detto Tansi – fa carriera giorno dopo giorno, scalando posizioni nel cuore del segretario Salvini, forse raccomandato da Maurizio Crozza in persona anche se in apparenza nella sede centrale della Lega in via Bellerio, a Milano, l’imitatore più bravo in circolazione amato non lo è di certo. Ma il brillante comico genovese resta comunque alquanto interessato alla vicenda, perché ritengo ci tenga ad avere già pronto un collaudato personaggio macchiettistico di punta nella futura edizione della sua fortunata trasmissione».

«La verità, però – ha aggiunto – nel caso di specie è tutt’altro che umoristica, soprattutto per la Calabria per cui il lìder maximo leghista ha indicato come possibile, anzi probabile, aspirante governatore del prossimo quinquennio sempre il caro Mago perché starebbe lavorando in maniera soddisfacente. Uno che, quasi per caso, non venendo eletto da alcuno bensì essendo tirato fuori come il classico coniglio dal cilindro da capitan Matteo, si è ritrovato ad assolvere alla delicata missione di presiedere uno degli enti Regione più complessi del Paese per una serie di motivi da metà ottobre dell’anno scorso. Lo ha fatto come noto quale vice ‘tecnico’, e quindi adesso facente funzioni nella carica più alta, della sfortunata Jole Santelli, surrogata da lui perché venuta prematuramente a mancare».

«Un evento tragico e luttuoso – ha proseguito Tansi – quest’ultimo, dispiaciuto a chiunque sul piano umano, ma che come non bastasse di per sé ad amareggiarci tutti ha portato in dote alla nostra amata terra anche ‘l’annacatore di pecore’, come egli stesso suole definirsi, più famoso d’Italia. Ribadisco, di recente rilanciato per il cruciale appuntamento elettorale di fine 2021, all’indomani della sua visita romana al plenipotenziario ministro Giancarlo Giorgetti, con tanto di inchino a lui e agli interessi del Nord difesi con le unghie e con i denti dal Carroccio».

«Ma, al di là di ogni considerazione – ha detto ancora Tansi – se alcuni aspetti folkloristici del personaggio Spirlì, probabilmente persino accentuati ad arte su consiglio di qualche esperto di comunicazione del partito, possono addirittura, torno a ripetere, strappare una risata o apparire per un momento simpatici, la realtà fa, invece, piangere per l’incredibile numero di errori, pagati a carissimo prezzo dai cittadini dell’intera regione, in particolare in un frangente così delicato in virtù della grave pandemia in corso. Fin troppo facile, a riguardo, fare subito una battuta su ‘Nino nostro’ tratta dal celebre film Karate Kid: ‘Metti la cera togli la cera’, che con le sue cervellotiche ordinanze puntualmente bocciate dal Tar qui da noi si è tramutata in: ‘Chiudi le scuole apri le scuole’, nella speranza di non dover, ahinoi, dare ancora una volta ragione al controverso ma di sicuro arguto Andreotti il quale, mutuando il giornalista Prezzolini, sosteneva ironico: ‘In Italia non esiste nulla di più definitivo del provvisorio’».

«E se si verificasse – ha concluso – pure stavolta in Calabria sarebbe una sciagura, ma che io e soprattutto il sempre crescente popolo arancione accanto a me e a Luigi de Magistris scongiureremo». (rrm)