PALMI (RC) – Al teatro Manfroce la spiritualità e il ritmo del Virginia State Gospel Choir

Il Virginia State Gospel Choir è pronto a calcare il palcoscenico del teatro Manfroce di Palmi, mercoledì 27 dicembre alle ore 21:15. Questo il prossimo attesissimo appuntamento della rassegna Synergia 48, organizzata dall’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce di Palmi, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria.

Il Virginia State Gospel Choir è tra i cori più attivi e rinomati della scena gospel statunitense. Fondato nel 1971, è composto da giovani e talentuosi musicisti laureati alla Virginia University, tutti di altissimo livello. Con la direzione artistica di James Holden, il coro si consacra al successo internazionale già dal 1992. Seguono concerti negli Stati Uniti per poi conquistare anche l’Europa. Successivamente il coro si arricchisce della presenza di un musicista d’eccezione. È Perry Evans, nel 2003 impostosi su ben undici delle tredici categorie in gara alla National Black Music Caucus Choir Competition, il prestigioso concorso gospel di New York. Nel 2012 è insignito del prestigioso Verizon’s How Sweet The Sound e nel 2013 trionfa all’American’s Got Talent.

Con Perry Evans il Virginia State Gospel Choir propone uno show giovane e moderno, seppure radicato nel gospel tradizionale, fortemente influenzato da sonorità afroamericane, rhytm&blues e soul. Il Virginia State Gospel Choir ha condiviso il palcoscenico con artisti di grande calibro come Cheryl “CoCo” Clemons of R&B group SWV, Mary Mary, Tye Tribbett, Earnest Pugh, Hezekiah Walker, JJ Hairston and Youthful Praise, and poet Nikki Giovanni.

Le coinvolgenti coreografie rappresentano la cifra di eleganza e stile dello spettacolo alla stessa stregua dei temi cantati e della vocalità.

Voci magnifiche che si intrecciano raggiungendo una forza d’impatto rarissima ed un equilibrio musicale di grande spessore artistico. Il Virginia State Gospel Choir torna in Italia dopo sette anni dal suo ultimo tour Europeo con un concerto in cui spiritualità e ritmo, sentimento religioso e gioia di vivere si fondono per emozionare il pubblico. (rrc)

A Palmi conclusa la due giorni di danza promossa dall’Associazione Amici della Musica

Si è conclusa, con successo, la due giorni di danza andata in scena al Teatro Manfroce di Palmi, per la rassegna Synergia 48 dell’Associazione culturale Nicola Antonio Manfroce di Palmi, presieduta da Antonio Gargano e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria, in collaborazione con Ama Calabria.

Giulietta e Romeo nell’originale rivisitazione del coreografo Fabrizio Monteverde sulle sapienti note di Sergei Prokofiev, a cura del Balletto di Roma. Giulietta e Romeo, piuttosto che il tradizionale Romeo e Giulietta: già il titolo rivela quanto l’intramontabile tragedia, vergata su carta da William Shakespeare, sia da sempre incentrata sui personaggi femminili. Un tratto distintivo che non altera ma esalta la drammaturgia originale ispirata all’odio tra le famiglie dei Montecchi e dei Capuleti. Il balletto, applaudito dalla platea da sold out del teatro Manfroce di Palmi, ha visto sul palco nel ruolo di Giulietta Carola Puddu, nel 2021 nella classe di Amici di Maria De Filippi, accanto a Paolo Barbonaglia nel ruolo di Romeo. Lo spettacolo ha chiuso la due giorni di danza apertasi con la Vivaldiana della compagnia Spellbound contemporary ballet.

Una rilettura del classico shakespeariano che continua ad appassionate e ad emozionare.

«Lo spettacolo viaggia ormai da oltre trent’anni  – racconta Azzurra Schena, prima ballerina del Balletto di Roma e da anni assistente alle coreografie e maître de ballet della Compagnia – proponendo la trasposizione in danza della tragedia shakespeariana a cura di Fabrizio Monteverde che resta ancora innovativa e originale. L’esordio nel 1989 con il Balletto di Toscana e poi l’approdo al balletto di Roma dove è stato allestito per la prima nel 2002. Adesso in tour nei teatri italiani il nuovo allestimento del 2019».

«Resta ancora assolutamente originale – ha aggiunto – la lettura di Fabrizio Monteverde che già dal ribaltamento del titolo “Giulietta e Romeo” segna il tratto femminile come dominante nella storia. Non solo Giulietta ma anche la madre fiera e austera, la fedele nutrice e la madre di Romeo che appare su una sedia rotella come fosse un trono dal quale dominare. Un pretesto per rappresentare la sudditanza del figlio dietro di lei a spingerla e la sua autorità nel danzare soprattutto con le sole braccia. Anche una sorta di ostacolo lestamente e prontamente superato. Dunque la tempra e la forza tipiche della società matriarcale di quel Sud del Dopoguerra dove Fabrizio Monteverde ha ambientato la sua rivisitazione».

Altro elemento simbolico è il letto in metallo di Giulietta, luogo sognante ma fino a un certo punto, vista l’assenza del materasso e la sua scarna essenzialità. Esso è molto più che un elemento scenico per diventare anche luogo di un amore che solo nella sua fine tragica assurge a imperituro ed eterno. Il romantico e verdeggiante balcone di Giulietta diventa un freddo muro da scalare. Un muro avvolto in un’oscurità che è simbolo della lontananza dal mondo e dell’isolamento. La danza dei Cavalieri del primo atto diventa incontro-scontro in cui sensualità e ostilità, amore o odio convivono. Questi solo alcuni dei tratti distintivi della rilettura del classico shakespeariano, curata da Fabrizio Monteverde.

«Credo molto nell’amore come Giulietta. In un amore che resta intenso e profondo anche se finisce, seppure non nel modo tragico di questa storia. Ci credo sempre. Come Giulietta, che sfida le imposizioni familiari e le convenzioni sociali, anche io agisco di istinto, senza badare ai condizionamenti. Si tratta di una interpretazione molto emotiva che non è mai la stessa. Dipende anche dallo stato di animo e dalla sensibilità del momento. A me è capitato anche di arrivare a piangere per l’intensità del personaggio. Un’esperienza molto stimolante come sono certa ce ne saranno altre. Non mi pongo la domanda di cosa mi riservi il futuro. Sarà quel che sarà. Per me è essenziale sperimentare e fare esperienze come quella di Amici, durata sette mesi ma molto intensa e importante», così ha commentato Carola Puddu, nel 2021 nella classe di Amici di Maria De Filippi per la prima volta in Calabria.  

«La Calabria era la regione che mi mancava. Non ero mai stata prima – ha aggiunto –. Inizio da Palmi. Le poche persone che ho potuto conoscere in questo breve lasso di tempo sono state tutte accoglienti e generose in modo più semplice e bello».

«Sono ancora giovane per conoscere un amore di tale intensità, che così avvolge e coinvolge. Dunque il lavoro di immedesimazione è stato ed è impegnativo. Romeo è sognante e combattuto. Colto da un travolgente colpo di fulmine per Giulietta, ha la consapevolezza di un amore ostacolato. Ci sono risvolti marcatamente tragici anche nell’espressività. Studiando bene la coreografia, il mio impegno è anche e soprattutto quello di sentire quello che interpreto e di interpretarlo il più naturalmente possibile, trovando il mio modo, che è anche frutto del mio stato d’animo, di danzare e personificare Romeo», ha raccontato il ballerino Paolo Barbonaglia. (rrc)

Ramificazioni, tre nuovi spettacoli tra Palmi e Cosenza

Tre nuovi spettacoli in programma questo weekend per Ramificazioni Festival 2023, il più autorevole festival di danza contemporanea della Calabria.

Venerdì 15 dicembre alle 21:15 al Teatro Manfroce di Palmi (Rc), in collaborazione con Aps Amici della Musica Manfroce, va in scena “Vivaldiana”, uno straordinario lavoro danzato sul repertorio musicale di Antonio Vivaldi a cura di una tra le compagnie di danza più accreditate in Italia, Spellbound Contemporary Ballet. Opera del coreografo Mauro Astolfi, “Vivaldiana” nasce con l’idea di lavorare ad una parziale rielaborazione dell’universo di Vivaldi integrandolo con alcune caratteristiche della sua personalità di ribelle fuori dagli schemi. Da questa suggestione Astolfi ha tradotto in movimento alcune creazioni di Vivaldi per raccontarne il talento e la capacità di reinventare, nella sua epoca, la musica barocca.

Musicista immerso in un contesto dominato dalla razionalità, Vivaldi si è distinto per la piena consapevolezza di andare oltre i limiti del proprio tempo e la noncuranza a muoversi contro corrente: in questo consiste la sua genialità. Da qui l’idea di Astolfi di rielaborare la sua architettura musicale cercando di restituire alla sua opera caratteristiche di unicità, quelle opere che forniscono un’insuperabile fonte di ispirazione per dare forma a una ricerca in danza che accosti armoniosamente gli aspetti artistici alle declinazioni umane più istrioniche e talvolta folli del “prete rosso”, il primo musicista a comporre col preciso intento di stimolare il gusto del pubblico e non di assecondarlo.

Domenica 17 dicembre Ramificazioni Festival ritorna nella città di Cosenza, nella Sala degli Specchi del Palazzo della Provincia. A partire dalle 19:30 in scena 2 lavori firmati dal coreografo Filippo Stabile, il primo per la Compagnia Create Danza e il secondo per i giovani allievi del progetto di formazione professionale Create Pro.

In “Micro-etnografie”, prima pièce in scena, la Compagnia Create Danza racconta una Calabria madre delle diverse dominazioni subite, Greci, Romani, Bizantini, Normanni, Aragonesi e Borboni che hanno lasciato in eredità riti e consuetudini che ancora oggi si ripetono immutati nel tempo, duemila anni di storia che testimoniano un grandioso passato fatto anche di momenti difficili e cruenti. Uno sguardo etnografico che mira a rievocare tradizioni popolari e folklore attraverso la danza contemporanea e altre contaminazioni visive e corporee ricevute dallo scambio culturale Italia-Francia nella città di Lione con la compagnia Cie Mf. Gli interpreti in scena sono Elena Mandolito, Carola Puglisi, Alex Rambo Esposito, Filippo Stabile, le musiche a cura di Xicrò.

A seguire in scena “Micro-danze”, a cura del progetto Create Pro, giovane collettivo della formazione annuale della Compagnia Create Danza, con le coreografie di Filippo Stabile e Carola Puglisi.

Tutte le informazioni e i biglietti per partecipare agli spettacoli sul sito: www.ramificazionifestival.it (rcs)

PALMI (RC) – Al Teatro Manfroce una due giorni di danza

Domani e sabato 16 dicembre, a Palmi, al Teatro Manfroce, alle 21.15, in scena una due giorni di danza da sold out con Vivaldiana della compagnia Spellbound contemporary ballet, e Romeo Giulietta del Balletto di Roma.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Synergia 48, organizzata dall’Associazione culturale Nicola Antonio Manfroce di Palmi, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria.

Vivaldiana è il nuovo spettacolo della compagnia Spellbound contemporary ballet. Promosso in collaborazione con Ramificazioni Festival Confini Uniti, lo spettacolo rielabora l’architettura musicale di Vivaldi trasformandola in movimento. Una rivisitazione originale dell’opera di Antonio Vivaldi a firma del coreografo Mauro Astolfi. Una ricerca in danza capace di accostare armoniosamente gli aspetti artistici alle declinazioni umane più istrioniche e talvolta folli del “prete rosso”. Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Lorenzo Capozzi, Miriam Raffone, Martina Staltari, Anita Bonavida, Alessandro Piergentili saranno gli interpreti della coproduzione internazionale di Spellbound, LesTheatres de la Ville de Luxembourg, Orchestre de Chambre de Luxembourg, con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Progetto promosso in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Lussemburgo e Cultur Partner.

Romeo e giulietta

Molto atteso anche lo spettacolo promosso in collaborazione con Ama Calabria. Il Balletto di Roma porta in scena il classico shakespeariano Romeo e Giulietta, con la musica di Sergei Prokofiev, interpretato da Carola Puddu, nel 2021 nella classe della  scuola di Amici di Maria De Filippi, e Paolo Barbonaglia. Coreografia e regia affidate a Fabrizio Monteverde.

Una riscrittura drammaturgica originale, percorsa dai fotogrammi inquieti del cinema neorealista, e autonoma nell’introspezione dei personaggi. L’opera di Fabrizio Monteverde denuda la trama shakespeariana e ne espone il sentimento cinico e rabbioso, così vicino al suo stesso impeto coreografico. Un’audace ed essenziale esplorazione dell’opera originale che insiste sui sentimenti e sulle idee universali che ancora oggi fanno breccia nei lettori di Shakespeare e che fortemente risuonano nella loro traduzione in danza con la musica di Prokofiev e lo stile energico e travolgente del coreografo Fabrizio Monteverde. (rrc)

 

 

PALMI (RC) – Festa del Cioccolato, boom di presenze. Si va avanti sino a domani

Parte con un boom di presenze la terza edizione della Festa del Cioccolato di Palmi organizzata dalla nota agenzia andreacogliandroeventi. Migliaia di visitatori che hanno affollato tutto il lungo Corso Garibaldi, nuova location scelta dall’organizzazione.

Cioccolato in tutte le sue espressioni, forme e in diversi gusti, dalle scarpette da donna tutta in cioccolato, al waffle da passeggio con crema calda. Un’esplosione di cacao sotto i gazebi allestiti dai tantissimi cioccolatieri provenienti da più parti d’Italia proponendo il meglio dell’artigianato dolce, con prodotti di altissima qualità. Oltre al buonissimo cioccolato, migliaia di dolcezze per tutti i gusti e per tutte le tasche.

«Sono contento della riuscita dell’evento – dichiara l’organizzatore Andrea Cogliandro, la gente risponde sempre presente proveniente da ogni parte della Calabria e non ogni anno e ogni giorno a questo meraviglioso evento. Ancora abbiamo due giorni importanti con la chiusura dell’evento che sarà Domenica 10 Dicembre con l’arrivo del Babbo Natale piu’ amato d’italia per la gioia di tutti i bambini». (rrc)

PALMI (RC) – Domenica il concerto “Dalla Russia con amore”

Domenica 10 dicembre, a Palmi, al Teatro Manfroce, alle 21.15, in scena lo spettacolo Dalla Russia con amore dei fratelli Francesco e Vincenzo De Stefano.

L’evento rientra nell’ambito Synergia 48, organizzata dall’Associazione culturale Nicola Antonio Manfroce di Palmi, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria.

I fratelli De Stefano, calabresi di Palmi, eseguiranno un programma di grandi classici. Brahms (Souvenir de la Russie op.154, Hymne National Russe d’Aleksei Lvov et Vassili  Giukovski – Allegro maestoso), Rimslij – Korsakov (Scheherazade op.35 Suite Sinfonica dalle Mille e una notte, Il mare e la nave di Sinbad), Ciaikovski (Romeo e Giulietta –  Ouverture-Fantasia da Shakes), Rachmaninov (Fantaisie-Tableaux, Barcarolle de Lermontov La nuit…, L’amour de Lord Byron, LesLarmes de Tiuchev, Paques de Chnomiakov) e Prokofiev (Suite aus Cinderella, Introduzione – Andante dolce, Querelle- Allegretto, Cinderellas Walzer- Andante – Allegretto, Finale – Allegro  moderato). (rrc)

PALMI (RC) – Domenica il concerto del duo pianistico De Stefano

Domenica 10 dicembre, a Palmi, alle 19, al Teatro Manfroce, si terrà il concerto del duo pianistico dei fratelli FrancescoVincenzo De Stefano.

L’evento è stato organizzato da Ama Calabria e si realizza con il sostegno del Ministero della Cultura e il finanziamento con risorse PSC Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate ad esito dell’Avviso “Eventi di Promozione Culturale” emanato dalla Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura”.

Molto interessante il programma dal titolo Dalla Russia con amore che prevede l’esecuzione di opere di Johannes Brahms, Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov, Petr Ilic Cajkovskij, Sergej Vasil’evič Rachmaninov e Sergej Prokofiev.

I gemelli Francesco e Vincenzo De Stefano sono pluripremiati in più di 100 concorsi nazionali ed internazionali sia da solisti che in duo come il “Dranoff” International Two Piano Competition di Miami; l’International Grieg Competition di Oslo; il “Grand Prize” al XIV International Piano Duo Competition di Tokyo, I° Premio al XIXX Concorso Internazionale “Valentino Bucchi”; il Rubinstein Competition di Mosca e molti altri. Nati nel 1986 a Reggio Calabria, tengono il loro primo recital a nove anni. A soli 15 anni si diplomano con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore presso il Conservatorio di Vibo Valentia sotto la guida di Paolo Pollice. Hanno studiato all’Accademia Internazionale di Imola con Leonid Margarius, Pier Narciso Masi, Antonio Ballista, conseguendo nel 2003 il diploma di musica da camera con il titolo onorifico di “Master”. Hanno studiato con Vincenzo Balzani e con Aquiles Delle Vigne al Mozarteum di Salisburgo e alla Hogeschool voor Muziek en Danze di Rotterdam.

Possiedono un repertorio che spazia da Bach sino a Ligeti e si affacciano con attenzione verso i compositori contemporanei come Chick Corea, Marcel Bergmann, Minas Borboudakis, Sergio Calligaris, Gianfranco Cavallaro, Marco Capicchioni, Carlo Donadio, Domenico Giannetta, Giacomo Manzoni, alcuni dei quali dedicano loro nuove opere. Si sono esibiti in alcune fra le più prestigiose sale concertistiche del mondo tra cui Carnegie Hall di New York, Lincoln Theater e Colony Theater di Miami, Wiener Saal e Großer Saal di Salisburgo, De Doelen Theater di Rotterdam, Gewandhaus di Lipsia, Kodaira Citizens Cultural Hall di Tokyo, Conservatorio Tchaykovsky di Mosca, Giant Cristals Hall di Sofia, Bosendorfer Hall di Vienna, F.Liszt Hall di Budapest, Sala “Verdi”del Conservatorio “G.Verdi” di Milano, il “Gasteig” di Monaco di Baviera, Teatro dell’Opera di Roma.

Sky Classica TV ha realizzato su di loro un documentario per la serie “Notevoli”. Hanno inciso un cd per la rivista specializzata “Suonare News” ed il DVD “Recital in Wien” per l’International Promotion of Art di Vienna. Hanno insegnato nei Conservatori di Matera, Avellino, Reggio Calabria e dal 2020 sono docenti ordinari di Pianoforte Principale presso il Conservatorio “Fausto “Torrefranca” di Vibo Valentia. (rrc)

PALMI (RC) – Al Manfroce “Vasame, l’amore è rivoluzionario” di Marisa Laurito ed Enzo Gragnaniello

“Vasame, l’amore è rivoluzionario” di Marisa Laurito ed Enzo Gragnaniello è il prossimo appuntamento della rassegna Synergia 48, organizzata dall’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce di Palmi, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria.

Marisa Laurito (voce), Enzo Gragnaniello (chitarra), Piero Gallo (mandolina) e Mario Caligiuri (percussioni) daranno vita ad una inedita e originale riflessione di profonda attualità declinata in musica e parole, versi, pittura, poesia e scandita da racconti di vita e d’amore di grandi autori, poesie, monologhi divertenti e canzoni. Il tutto infarcito con un tocco d’arte e sapiente ironia. Ispirato alla canzone Vasame di Enzo Gragnaniello, lo spettacolo andrà in scena alle 21.15, mercoledì 6 dicembre al teatro Manfroce di Palmi. L’amore è rivoluzionario perché in un mondo in cui spesso prevalgono violenze, guerre, egoismi, è urgente riaccendere la scintilla di vita, bene e passione.

«E cosa è un artista se non un coraggioso esploratore che tenta, sente, che annusa, che gioca, che corre avanti agli altri, regalando a mani piene il proprio incorruttibile entusiasmo e la propria energia instancabile. Ed è per questo che sono corsa dietro ed ho sperimentato altre mie passioni», ha raccontato Marisa Laurito.

Lo spettacolo ha come filo conduttore la musica del cantautore Enzo Gragnaniello e la spumeggiante presenza di Marisa Laurito che canta e recita” l’ammore” nelle sue tenere, struggenti e divertenti sfaccettature. Una musica originaria, atavica e istintiva che si rivela al pubblico attraverso sonorità e ritmiche sincere che toccano le corde più profonde dell’anima aprendo a riflessioni sulla condizione attuale che il mondo sta vivendo. Un invito al sentimento più semplice e complesso: l’amore, da sempre e per sempre, la chiave di tutto. (rrc)

A Palmi la musica di ‘I Walk The Line’ strega gli studenti con la danza tra innovazione e tradizione

È con la storia degli antichi e tradizionali strumenti musicali che a Palmi è iniziato il quarto e ultimo capitolo del viaggio di I Walk the line, dedicato alle tradizioni del territorio metropolitano di Reggio Calabria.  Tre gli appuntamenti ideati dalla Svi.Pro.Re., nell’ambito del progetto della Città Metropolitana di Reggio Calabria, che rappresentano le ultime fermate di un percorso intenso e unico, vissuto con emozione da centinaia di studenti della provincia reggina, desiderosi di partecipare alle innumerevoli iniziative di ‘I Walk The Line’ tra legalità, bullismo, territorio e tradizione.

Gli antichi strumenti musicali sono stati i veri protagonisti della mattinata di ieri, all’interno della Casa della Cultura Leonida Repaci, in cui è andato in scena un mini festival della musica con momenti didattici di storia delle antiche tradizioni musicali alternati a storie di vita di giovani artisti e brevi esibizioni artistiche. Sul palco la lira, l’organetto, il tamburello, la chitarra battente, il flauto e poi lei, sua maestà la zampogna.
«Un’iniziativa dalla straordinaria valenza fortemente voluta e promossa dalla Città Metropolitana che giunge anche a Palmi – spiega il sindaco e consigliere metropolitano Giuseppe Ranuccio –. ‘I Walk The Line’ mira a contrastare l’illegalità ed il bullismo puntando all’esaltazione del territorio e delle tradizioni nostrane. E’ un invito a rigare dritto rivolto alle nostre nuove generazioni attraverso la promozione e la conoscenza delle tradizioni popolari ed artistiche. Proprio dalla memoria delle nostre tradizioni possono nascere occasioni di lavoro per i giovani che intendono investire sul nostro territorio».
Presente all’interno della Casa ‘L. Repaci’, l’amministratore unico di Svi.Pro.Re. Michele Rizzo che, insieme al capo progetto e fondatore del Mu.Stru.Mu Demetrio Spagna, al suo vice presidente Nina Maria Miceli, a Simona Spagna (responsabile cultura Mu.Stru.Mu.) ed Alessio Laganà, coordinatore Linguaggio Giovani e direttore artistico, hanno messo in piedi una vera kermesse musicale di altissimo livello.
«Il Museo dello strumento musicale di Reggio Calabria, al momento chiuso, non perde la sua funzione, che è quella di promuovere, valorizzare, proteggere e conservare gli strumenti musicali e metterli al servizio di tutti, compresi i giovani. Ai giovani dico di amare e praticare i nostri strumenti antichi – spiega Demetrio Spagna –. La liuteria ad esempio è un settore nevralgico nel panorama musicale mondiale. In Calabria e in provincia di Reggio sono pochi quelli titolati e il nostro compito deve essere quello di consentire a tanti giovani di ottenere questo ambito titolo».
Parola poi a Sergio Di Giorgio, coordinatore Liuteria del progetto.
«Vogliamo far conoscere alcuni strumenti molto antichi con radici profonde nella nostra Magna Grecia e che nel tempo hanno assunto forme e significati diversi cercando di trovare un contatto con una modernità che ci allontana dalla conoscenza diretta del suono ma che, ahinoi, abbiamo sempre nelle nostre tasche. Perché imparare la zampogna? Perché è un utensile che ci aiuta a capire come funziona il mondo, che ci insegna a vederlo da un altro punto di vista e che ci consente di affrontare con la stessa attitudine tutti gli altri ambiti del sapere».
Storia e antiche tradizioni ma anche suoni contemporanei e moderni che devono dialogare per far comprendere alle nuove generazioni ogni potenzialità, di ogni singolo suono e strumento, antico e contemporaneo.
«Il rap non è la malattia ma è il sintomo di una società malata – spiega Kento –. Abbiamo bisogno di espressioni artistiche e di raccontare la nostra realtà anche nella maniera più spietata che è quella più realistica. Dare un forza espressiva ad un ragazzo, mettere una penna in mano ad un ragazzo vuol dire dare fiducia ad un giovane ed esortarlo a tirare fuori contenuti differenti».
Tradizione e innovazione dunque possono e devono dialogare per creare qualcosa di interessante per le nuove generazioni. Le note cambiano ma il suono rimane uguale. Dalla musica rap a quella elettronica con il performer Yosonu.
«Oggi parliamo di emozioni ed il canale espressivo più importante è il nostro corpo e la comunicazione non verbale – spiega il performer Yosonu –. Aderisco a questo progetto per far comprendere ai ragazzi come è possibile utilizzare oggi lo strumento più green che abbiamo, e che guarda caso è anche lo strumento con cui manifestiamo le nostre emozioni. È importante portare avanti le tradizioni tramite un sistema innovativo per evitare la dispersione e la distanza dall’educazione e dall’istruzione».
Tradizione e innovazione dunque hanno permesso di scatenare l’entusiasmo di un giovane pubblico gioioso e pulsante in grado di esprimere sentimenti e frustrazioni. Soprattutto in ambienti sociali difficili in cui la musica può essere un’alternativa alla violenza, al delinquere, e costituire una valida opportunità per non soccombere alla durezza del quotidiano. (rrc)

 

PALMI (RC) – Tre brani inediti di Manfroce per la prima volta in teatro

Il “giallo” dell’opera scomparsa. Sabato 25 novembre, alle 18,15 l’associazione “Amici della Musica” presenta per la prima volta tre brani di Nicola Antonio Manfroce, il celeberrimo musicista e compositore calabrese d’epoca napoleonica, mai eseguiti in tempi moderni da un’orchestra. Per gli appassionati di musica classica si tratta di una occasione imperdibile che vedrà impegnata l’orchestra del Conservatorio di Vibo Valentia. Le musiche di Manfroce riecheggeranno nel teatro di Palmi che gli è stato intitolato. Un teatro riaperto dopo un quarto di secolo. I brani sono stati recuperati e studiati dal docente e compositore Domenico Giannetta che ne illustrerà i contenuti al pubblico atteso da tutta la regione. L’occasione è tuttavia doppiamente importante e ghiotta perchè offre lo spunto a studiosi e appassionati per riparlare di un’opera scritta da Manfrtoce e andata perduta. S’intitolava “Piramo e Tisbe” e raccontava di una storia d’amore finita tragicamente come era stato per la Giulietta e il Romeo immaginati da William Shakespeare. Un capolavoro quello di Manfroce cui a più riprese hanno accennato nel corso di un secolo e mezzo critici e ricercatori francesi . «Sarebbe straordinario» commenta Antonio Gargano presidente degli “Amici della Musica” di Palmi «riuscire a ritrovarne traccia». Ma chi era Nicola Antonio Manfroce?

I capelli castani e ricci, le labbra accentuate, la voce suadente e baritonale, il naso perfetto come se fosse disegnato da un scultore e gli occhi scintillanti, rivelatori d’una intelligenza fuori dal comune. Una intelligenza intuitiva e creativa accompagnata da una fisicità quasi perfetta Nicola era nato per stupire, per far innamorare uomini e donne di sé e delle sue geniali produzioni artistiche. Impresari musicali e nobildonne dell’Italia napoleonica se lo contendevano come se fosse un prezioso e introvabile gioiello. Lui le sette note le aveva in testa da quand’era nato in quella modesta casa di Palmi dove il padre e la madre si erano trasferiti dopo il disastroso terremoto del 1783. Domenico, maestro di cappella prima a Cinquefrondi, paese di origine e poi a Palmi, guidava gruppi musicali, impartiva lezioni e suonava in chiesa; e il figlio, Nicola Antonio, lo seguiva come un’ombra carpendone i segreti ed emulandolo. Domenico era orgogliosissimo di quel bambino talentuoso che la vita aveva regalato a lui e alla moglie dopo il dolore e le disgrazie cagionati dal sisma spaventoso che aveva ingoiato uomini e cose. Nicola aveva cominciato suonando timidamente il violino sulle cui corde inseguiva le scale imparate assistendo il genitore mentre si esercitava. Già ad 11 anni, con quei capelli arruffati e lo sguardo sognante, il bambino era così bravo da meritare di accompagnare il padre nelle suonate fatte davanti ai fedeli della Chiesa dell’Annunziata (oggi dei Monaci) di Palmi . E quando Domenico, con il suo gruppo di musicisti, fu invitato a tenere un concerto a Catanzaro si portò dietro il figlioletto inserendolo tra gli strumentisti. La presenza del piccolo artista innervosì il committente che chiese infastidito spiegazioni. Quando, tuttavia, la banda cominciò a suonare la bravura e la passione di Nicolino suscitarono la sorpresa e il compiacimento generale, tanto che al termine del concerto un commerciante danaroso propose al padre di finanziarne la trasferta e gli studi nel conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli.

Fu l’inizio di un’avventura straordinaria quanto breve che vide questo ragazzino e poi uomo conquistare alte vette di considerazione e popolarità. Nella Capitale del Regno dimostrò subito tutto il suo valore ai Maestri che tenevano lezione, tra i quali spiccava per fama Giacomo Tritto che lo lanciò nella composizione di musica sacra. Cinque anni dopo l’ingresso nel conservatorio, quando il celebre impresario Domenico Barbaja assunse la direzione dei teatri reali partenopei, Nicola fu incaricato di comporre l’aria “No che non può difenderlo” nell’ambito della cantata “Il Natale di Alcide” prodotta per celebrare, il 15 agosto del 1809, il compleanno di Napoleone Bonaparte.

Il musicista calabrese aveva dunque solo 18 anni, quando esordì con grande successo al “San Carlo” di Napoli. Chi lo avrebbe mai immaginato… Il genio di Nicola Antonio Manfroce, si spense per sempre a soli 23 anni, a Napoli, dove venne poi sepolto. A piangerlo, in segreto, furono tantissime donne, nobili e meno nobili, che egli aveva stregato nel corso della breve ma intensissima e sregolata vita. Pietro Maroncelli lo ha consegnato alla Storia del mondo e della Musica con una sublime orazione funebre: «Questo fu Nicola Antonio Manfroce nel compor musica celebrato maestro, di elevatissimo ingegno, caldo, buono e dolcissimo amico: magnanimo, generoso e al tutto veramente italiano. Pare che la sua eccellenza nella musica egli tenesse da proprio intrinseco e fisico abito… Oh buon Manfroce, che fosti sempre dolcissima parte di me medesimo, se nel bel tempo della vita ebbi mai teco alcuna grazia e se in cielo largamente t’arride il vivo sole che non patì mai sera, prendi in grado quest’ultimo fiore ch’io spargo su la tua tomba, e le lacrime vere che mi piovon dagli occhi per lo sconsolato abbandono in cui mi lasciasti, e per le recise speranze che doveano levar sublime al cielo la possente lira che fu dell’invilita Italia tornata bastarda! La quale in tale sventura pur con me insieme implora un tuo sguardo a tanto compianto lamento». (rrc)