di PINO NANO – «Quello di oggi è un giorno che segue altri giorni, nel quale sono venuto qui pellegrino, mendicante, pieno di dubbi o di presunzione. In altri due incontri con Natuzza, avevo discusso di quanto potesse essere difficile essere sacerdote, non avrei mai immaginato che sarei diventato il suo vescovo. E quindi, per me è una ragione di enorme grazia poter dire a questa serva di Dio tutto l’amore, in risposta all’amore con il quale sono stato da lei accolto. Spero che la sua sollecitudine, spero che questa carità fraterna che mi ha voluto manifestare possa trovare nella mia vita, ma soprattutto nel mio ministero una saggia e adeguata risposta. Noi oggi siamo qui per ricordare la solennità di tutti i Santi, e per ricordare i giorni in cui lei ha compiuto questo pio transito da questa terra al cielo, ma in realtà questa unione con Dio è già cominciata in lei e nella sua vita sin dal momento in cui è stata chiamata attraverso il battesimo».
Migliaia di persone il giorno di Ognissanti in Calabria sul sagrato della Grande Basilica di Paravati, la Chiesa fortemente voluta da Natuzza Evolo. Per il nuovo vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Mons. Attilio Nostro, è stato un bagno di folla ed una vera e propria standing ovation. Omelia storica.
Siamo sulla grande spianata di Paravati dove da anni sorge la Basilica che Natuzza Evolo volle fortemente vedere realizzata, proprio a due passi dalla sua casa natale, e che secondo Natuzza le sarebbe stata espressamente chiesta dalla Vergine Maria in uno dei tanti colloqui che la mistica calabrese raccontava di avere con la madre di Gesù.
La Basilica non è ancora aperta al culto, per via di una lunga controversia tra la Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime e la stessa Diocesi, e che oggi si è finalmente risolta, ma è una vicenda amara che solo un pastore di grandi vedute e di alto respiro teologico avrebbe potuto affrontare senza colpo ferire. Don Attilio Nostro ieri ha pronunciato qui la sua prima solenne omelia in cui non ha omesso nulla di nulla, e dichiarando il suo amore viscerale per la parola di Cristo.
L’omelia di don Attilio Nostro commuove e coinvolge: «Natuzza è un segno, in questa terra. Natuzza è la prova che Dio non si distrae, che Dio ha un progetto per ciascuno di noi. E tutti noi che l’abbiamo conosciuta, che abbiamo avuto modo di vederla, di ascoltarla, siamo stati colpiti da questa sollecitudine. Potremmo riassumere così il senso del suo messaggio. “Tu non sei solo”. “Dio è accanto a te”. “Dio ti conosce”. “Dio non si è sbagliato con te”».
Dice ancora il presule: «Natuzza per noi è stato un segno profetico, di quale è la strada che noi siamo chiamati a percorrere. Ecco perché la nostra presenza non è soltanto rappresentanza, o numero. Ma è elemosina. È chiedere a Dio: “Signore riempi il mio cuore, perché senza di te è vuoto”. E si riempirà di mille spiriti inutili, che non danno ragione. Donami la Grazia Signore della tua presenza. Donami la Grazie di essere fedele a questo domani».
E infine l’appello, chiaro e diretto al popolo di Natuzza: «Pregate per me, perché il Signore possa illuminarmi. Perché le mie scelte siano sempre, sempre, sempre alimentate dalla fraternità e dalla misericordia di Dio, e Dio non è un giudice ma è un padre. Alla fine dei tempi giudicherà tutti. Pregate non solo per me, ma anche per questa meravigliosa opera (il riferimento è alla Grande Basilica) che è un’altra figlia di Natuzza. Pregate perché presto questa Chiesa possa essere consacrata al culto. (A questo punto la folla esplode in una vera e propria standing ovation). Pregate perché l’opera intrapresa e iniziata da Mons. Oliva in questo periodo, attraverso questo accordo meraviglioso e bellissimo che anche il Papa ha fortemente voluto possa trovare in me un continuatore di questa opera avviata da Mons. Oliva, che ho sentito ieri sera e che vi saluta tutti. E che possa essere anche un segno di conciliazione».
Accorato anche il saluto al nuovo vescovo da parte del Presidente della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, Pasquale Anastasi: «Le sue parole sono un’ulteriore conferma di sostegno e di supporto per il nostro cammino che è ormai rivolto in avanti. Ci siamo lasciati alle spalle il passato, abbiamo accolto quanto la Chiesa ci ha suggerito e ora insieme a lei vorremmo fare questo tratto di strada per portare a compimento l’Opera della Madonna, così come la Vergine ha manifestato a mamma Natuzza già nel lontano 1944.Le voglio assicurare, eccellenza reverendissima, e confermare, se fosse necessario, che la Fondazione intende proseguire il suo cammino nella Chiesa e con la Chiesa con la consapevolezza che essa ha riconosciuto la testimonianza di vita e di fede di mamma Natuzza».
La folla sembra impazzita di gioia, ma qui ancora tutto odora del profumo lasciato da Natuzza. (pn)