OLTRE DIECIMILA FEDELI PRESENTI, 5 VESCOVI E CENTO PARROCI PER LA MISTICA DI PARAVATI;
Mons. Luigi Renzo

Natuzza, avviata la causa di beatificazione. Nella sofferenza cresce il seme della speranza

La Calabria, quasi certamente, avrà una nuova santa, anzi dapprima una nuova beata, Natuzza Evolo, ma il lungo processo di beatificazione partito sabato 6 aprile prelude, in verità, alla santificazione della mistica di Paravati.

Natuzza Evolo, scomparsa il 1° novembre 2009, è più che mai presente nella Villa della Gioia, dove sorge un santuario che porterà il suo nome, e la moltitudine di fedeli (oltre diecimila) accorsi per l’avvio del processo di beatificazione sono la testimonianza più vivida del miracolo della fede.

Natuzza è fondamentalmente questo, il miracolo di chi crede e trova, anche nella sofferenza, il seme della speranza. La Chiesa guarda con attenzione il caso della mistica di Paravati, “mamma” Natuzza, e non per niente a celebrare l’avvio della causa di beatificazione c’erano cinque vescovi (mons. Luigi Renzo, mons. Salvatore Nunnari ex presidente della CEI calabrese, mons. Donato Oliverio che regge l’eparchia di Lungro, mons. Lorenzo Bonanno che regge la diocesi di San Marco Argentano, mons. Vincenzo Rimedio vescovo emerito della diocesi di Lamezia e mons. Luigi Cantafora attuale vescovo di Lamezia) e più di cento parroci. E non sono mancate le autorità civili, a partire dal Presidente della regione Mario Oliverio , al prefetto di Vibo Giuseppe Gualtieri, il senatore Giuseppe Mangialavori e tanti sindaci del circondario. Non solo un “obbligo” istituzionale, ma per diversi di loro il bisogno di essere presenti a questo momento intenso e profondamente vissuto, soprattutto da chi ha fede. Quella fede che, improvvisamente, qualche volta appare dopo lunga latenza e fa capire la grandezza di Dio e dei suoi rappresentanti sulla terra, come la “serva di Dio” Natuzza.

Natuzza ha lasciato un segno indelebile in migliaia di fedeli: sono in tantissimi a ricordare come già al primo incontro la mistica già sapesse il nome e il motivo della supplica. E nella Fondazione a suo nome, che aveva provocato qualche malinteso anche con la Diocesi, sono in tanti a prestare volontariamente la loro opera a favore di chi, da ogni parte, si reca a visitare la tomba della mistica e i luoghi dove ora aleggia il suo spirito. Se ci sono stati miracoli lo dovrà stabilire il Tribunale Diocesano che, attraverso l’apposita commissione di postulazione, istruirà l’inchiesta necessaria per portare alla beatificazione, valutando testimonianze e documenti.

L’ultimo “miracolo” – se vogliamo definirlo così – l’ha fatto al vescovo mons. Renzo che ha raccontato che temeva di non poter essere presente, per i postumi di un’operazione subita nei giorni scorsi. «La mia gratitudine – ha detto il presule – va al Signore per il dono che ci ha fatto di Mamma Natuzza, E devo dire grazie anche a lei non solo per la sua testimonianza di fede, ma anche per la premura e la cura che mi ha riservato soprattutto in questi ultimi mesi: vi assicuro che oggi non sarei stato qui e non avremmo potuto aprire la causa senza il suo concreto ed avvertito aiuto. Stava per saltare tutto per alcune complicazioni emerse dopo l’intervento chirurgico che nei giorni scorsi ho dovuto sostenere a Bologna. Mi sono visto quasi perduto, quando, alla fine di febbraio, a Bologna, mi chiesero nuovi esami clinici che comportavano tempi lunghi. Il tempo stringeva e non sapevo come risolvere. Ho chiesto aiuto a lei se non voleva che saltasse tutto. Devo riconoscere che Natuzza mi ha fatto trovare tutte le porte aperte. E oggi siamo qui ad avviare il processo di beatificazione».

Questo, ovviamente, è il primo passo per giungere a presentare la richiesta di beatificazione al Santo Padre: «Solo quando arriverà il decreto del Papa – ha detto mons. Renzo – che riconosce le sue virtù eroiche potremo parlare della Venerabilità della nostra Mistica». Adesso è tempo di pregare. (rrm)

Nell’immagine dio copertina, mons. Luigi Renzo