È stato nei giardini della Misericordia della sua Scala Coeli che Pasquale Tridico, già presidente Inps, ha presentato il suo libro Il lavoro di oggi la pensione di domani – Perché il futuro del Paese passa dall’Inps”, realizzato in collaborazione con il giornalista del Corriere della Sera, Enrico Marro.
Il recente lavoro editoriale di Tridico, è «un viaggio tra passato presente e futuro dell’economia del Paese che riguarda ogni cittadino» e che tanto successo sta riscuotendo nelle librerie dello Stivale.
Organizzata dalla stessa Misericordia, la serata del 16 agosto ha visto la presenza dell’autore Pasquale Tridico che ha dialogato con Nicola Abbruzzese e Amedeo Fusco, due dei tanti componenti del gruppo GIS del quale faceva parte l’ex presidente dell’Inps, quando era ancora una “giovane marmotta”.
I saluti del Governatore della Misericordia di Scala Coeli, Rocco Acri, al figlio di Scala Coeli che tanto lustro ha dato al paese, hanno aperto la serata che è stata condotta, magistralmente dal duo Abruzzese-Fusco i quali hanno posto le prime domande all’ospite illustre che Pino Nano (già capo redattore, in Rai, della redazione Giornalistica della sede regionale della Calabria) definisce «una delle Eccellenze Italiane di questa nuova stagione della Storia della Repubblica a cui il Paese, prima o poi, dovrà un grazie molto speciale, se non altro per il coraggio ed il senso di innovazione con cui lo studioso si è prestato a questo gioco».
«Bisogna investire i nostri capitali – dice Pasquale Tridico parlando del lavoro al Sud – in modo più efficiente. L’imprenditore ha una grande responsabilità sociale: non deve sperperare il suo capitale, l’investimento deve rispondere pienamente alle proprie funzioni! Non si possono, per esempio, aprire pizzerie in ogni angolo della terra! Per quanto buona possa essere quella pizzeria, la stessa non può produrre salari alti. La Calabria non può vivere, esclusivamente, di turismo».
«Possiamo – continua Tridico – vivere di agroalimentare, certo; di industrie legate all’agricoltura si, ma non di lavori a scarso contenuto tecnologico soprattutto oggi che la trasformazione tecnologica è inarrestabile e non deve essere ignorata. Il lavoro determina la pensione: se noi accettiamo un lavoro a nero, la pensione non la vedremo mai; se accettiamo un lavoro che paga 1200 euro ma siamo costretti a restituire 700 euro all’imprenditore, non avremo una pensione. Anche se accettiamo di lavorare per otto ore ma effettivamente lavoriamo per 12 ore! Non va bene! Dobbiamo rompere questi equilibri che nel nostro Paese ci sono sempre stati, per poi trovarci su una frontiera tecnologica più avanzata. Le persone ci saranno sempre, le aziende non spariranno ed i capitali continueranno ad esistere solo che si posizioneranno su un’asticella più alta».
«È un modello – conclude Pasquale Tridico – che vuole fare competizione sul costo del lavoro piuttosto che sull’innovazione, con meno industria e più servizi a basso contenuto tecnologico e sfruttamento del lavoro! Un modello che non si addice alla nostra nazione».
Dal pubblico sono state poste delle domande al presidente Tridico che, con la tranquillità che lo ha sempre contraddistinto, ha risposto in maniera completa ed esaustiva.
In una estate scalese che dal punto di vista della organizzazione culturale e ludica ha registrato il livello più basso di tutta la provincia cosentina, la presentazione del libro del professore Tridico è stata il “vettore” per il ricordo di anni in cui era piacevole trascorrere le ferie tra le varie iniziative che venivano organizzate: un amarcord nostalgico che ci si augura lasci il posto ad altre e divertenti “Estati Scalese”! (rcs)