Il Presidente Occhiuto è di nuovo papà: è nato Tommaso

Il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto è di nuovo papà: è nato Tommaso, la mamma è la compagna del Presidente l’on. Matilde Siracusano. Per il Presidente è il terzo (ha altri due figli dal precedente matrimonio): un vero figlio dello Stretto (la Siracusano è messinese, Occhiuto è calabrese) che trova felicissimi i suoi fortunati genitori. La mamma, grintosa deputata di Forza Italia, aveva annunciato lo scorso maggio la gravidanza, indicando per l’inizio dell’autunno la data del parto. Il primo amabilissimo commento affidato dalla deputata messinese a facebook: «Mi sa che Tommaso si era rotto le scatole di seguirmi in campagna elettorale. Benvenuto in questo mondo, amore mio!»

Auguri al piccolo Tommaso e al Presidente Occhiuto (e naturalmente alla mamma), da parte di tutti i calabresi. (rrm)

Ponte sullo Stretto: appello a Occhiuto per un tavolo comune Calabria-Sicilia

Un appello al Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto è stato inoltrato dal Rettore dell’Università E-Campus ing. Enzo Siviero e da Roberto Di Maria, ingegnere dei Trasporti, per fissare un tavolo comune Calabria-Sicilia sulla questione Ponte sullo Stretto.

«Calabria e Sicilia insieme – scrivono i due professionisti – per costruire il Ponte sullo Stretto: è la speranza, più o meno segreta, delle forze politiche e sociali locali favorevoli all’opera. E’ inutile dire che il governo attuale è orientato a rinviare in attesa del responso dell’ennesima Commissione, previsto non prima dell’estate 2023. In altre parole, non è certo un pensiero del governo far sì che Sicilia e Calabria traggano i maggiori benefici possibili dall’eventuale ripresa dei lavori. 

Per altro, non bisogna nemmeno farsi travolgere dal pessimismo: nei programmi della coalizione di cdx il Ponte c’è e subito.

Ne deriva che, a costo di prepararsi per nulla, sarebbe grave non prepararsi e trovarsi – come nel 2011-2012 – a subire passivamente un meccanismo che, una volta partito, si muove come un esercito d’occupazione. Per il quale lo sviluppo del territorio è l’ultimo dei pensieri.

Qualche giorno fa, su queste stesse colonne, la Rete civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno ha rivolto al Presidente Occhiuto un accorato appello: “Istituisci subito un “Tavolo Ponte”, cioè un organismo formato da poche persone competenti, con le idee chiare sul da farsi”. Un organismo che – grazie all’autorevolezza che gli darebbe l’incarico del Presidente – possa contattare sindacati, Ordini professionali, Associazione industriali, Istituti professionali e quant’altro per avviare quella fase di preparazione a un’Invasione” che potrebbe iniziare entro meno di un anno. La scelta è se essere protagonisti del gigantesco cambiamento che un’opera di tali dimensioni porterà ovvero se, ancora una volta, si deve andare a traino per poi lamentarsi di essere stati tagliati fuori dai benefici più importanti. 

Quando Milano fu scelta come sede dell’Expo del 2015, la città iniziò a prepararsi più di due anni prima e ne ebbe benefici immensi. Stessa cosa per le Olimpiadi che organizza, insieme a Cortina, e che prenderanno il via tra 4 anni (!!!), nel 2026. Ed è Milano, una realtà ben più evoluta e con servizi ben più efficienti di Reggio e Messina.

Non è il caso di ripetere ancora quanto l’avv. Rizzo e l’ing. Mollica le hanno esposto chiaramente nella lettera del 13 Agosto, l’enorme lavoro che spetta alle due Regioni al verificarsi della combinazione “vincente”: Governo nazionale pro Ponte, Governo siciliano pro Ponte, Tavolo Ponte attivo da sei mesi e pronto a supportare un’azione mirata a far occupare a Sicilia e Calabria un ruolo da protagoniste in un evento che potrebbe modificare la condizione dell’estremo Sud per il prossimo secolo.

Presidente Occhiuto, non le pare che valga la pena tentare? Aspettiamo una risposta. 

Ingg. Enzo Siviero e Roberto Di Maria

SANITÀ, ESPLODE IL “CASO BORTOLETTI”
L’ARMA DA TRE MESI NON DÀ IL NULLA OSTA

di SANTO STRATI – L’irritazione del Presidente Roberto Occhiuto è abbastanza evidente e, nella sede del Consiglio regionale a Reggio, prima di presentare l’importante intesa con la Procura reggina per la digitalizzazione degli atti dei processi di mafia, si sfoga con i giornalisti: «100 giorni sono un’eternità: è un assurdo quanto sta avvenendo intorno alla nomina come sub commissario alla Sanità del colonnello Maurizio Bortoletti, scelto dal Governo. Non arriva il nulla osta dall’Arma nonostante i nostri continui solleciti anche a livello centrale. Io lo sento tutti i giorni e “approfitto” dei suoi preziosi consigli, delle indicazioni che con molta generosità mi fornisce. Ma urge una soluzione immediata: ce l’ho bisogno di presenza, non per telefono e grazie solo alla sua grande sensibilità istituzionale».

Già, serve la soluzione a un “caso” abbastanza surreale: il 18 novembre scorso il Consiglio dei ministri, su indicazione del presidente Occhiuto, nomina il colonnello dei carabinieri Maurizio Bortoletti, attualmente in servizio al Comando Carabinieri di Milano, come sub commissario per controllare il piano di rientro del disavanzo finanziario della sanità calabrese. Bortoletti ha un lusinghiero precedente: chiamato a Salerno ha in pratica “risanato” il buco della sanità campana, mostrando intuito e grande capacità operativa nel mondo complesso delle fatturazioni e relativi pagamenti (e in Calabria sappiamo che vigeva la contabilità creativa orale). Bene, Bortoletti sembrava (sembra tutt’ora) l’uomo giusti al posto giusto, ma, inspiegabilmente, c’è un ormai insopportabile traccheggio sul suo distacco che non trova ragione.

Secondo quanto ci ha detto, in via riservata, un alto ufficiale dei Carabinieri «mettere in aspettativa un collega che non ricopre incarichi di comando non costa nulla all’Arma. Non costa nulla perché ricopre la posizione di un capo ufficio qualsiasi in un incarico di secondo piano. Inoltre se è stato proposto da Brunetta, quindi da un Ministro in carica, non vedo ostacoli per l’Arma a metterlo, appunto, in aspettativa». C’è qualcos’altro, dunque, che crea ostacoli al distacco dell’alto ufficiale?

C’è da dire che lo scorso 2 febbraio il Ministero dell’Economia, attraverso la Ragioneria Generale dello Stato, aveva indicato in una lettera le modalità da seguire per dare il via libera al distacco, visto che – a quanto pare – le. motivazioni ufficiali sono da rapportare a questioni di spesa, ovvero su chi dovrà sostenere il compenso dovuto (stabilito peraltro dal secondo decreto sanità Calabria)  di 140mila euro annui.. Cifra che, comunque è stata dimezzata essendo condiviso l’incarico con l’altro commissario incaricato sul fronte finanziario Ernesto Esposito. Secondo la Ragioneria dello Stato si potrebbe utilizzare l’istituto del comando (ma in questo caso secondo il Ragioniere Generale Biagio Mazzotta mancano i presupposti) oppure concedere l’aspettativa senza assegni. In quest’ultimo caso, però, va fatto notare che l’incarico di subcommissario non è da considerare a tempo pieno visto che è condiviso con l’altro subcommissario Esposito, quindi si tratterebbe di un incarico extraistituzionale che verrebbe svolto senza dismettere la divisa.

Sulla questione sono intervenuti l’ex sen. Franco BevilacquaDomenico Campana, di Cambiamo – Coraggio Italia, secondo i quali è «sempre meno comprensibile la ritardata attribuzione  dell’incarico, a sub commissario alla Sanità calabrese, del Colonnello Maurizio Bortoletti, la cui nomina, da parte del Consiglio dei Ministri,  che gli attribuiva l’incarico di  guidare il piano attuativo del  rientro dai disavanzi del servizio sanitario della Regione Calabria è del 18 novembre del 2021. Nel frattempo – affermano – il Comando Generale dei Carabinieri ha sollevato  questioni di trattamento economico, peraltro stabilite da norme vigenti, nonché  questioni afferenti l’ “istituto del comando’’ che non riguardano l’incarico che assumerà  il Colonnello Bortoletti. La risposta del Ragioniere Generale dello Stato – hanno aggiunto Bevilacqua e Campana – al quale il Comando Generale dei Carabinieri  si è rivolto, nonostante abbia chiarito i ‘’dubbi economici’’ e quelli legati al ‘’comando’’, sembra non abbia, però, sortito alcun effetto, dal momento  che il Colonnello Bortoletti si trova  ancora a Milano e non già in Calabria al lavoro per quella salutare operazione di pulizia che attende da anni di essere compiuta nei conti della Sanità».

«Abbiamo interessato nostri  parlamentari – hanno detto Bevilacqua e Campana – affinché in Parlamento chiedano chiarimenti al Ministro della Difesa, nel mentre esprimiamo tutta la nostra solidarietà al presidente della Regione Roberto Occhiuto per la scelta che ha compiuto nell’indicare al Governo la persona del Colonnello Bortoletti come suo collaboratore per risollevare dalle macerie la disastrata situazione della sanità calabrese».

Anche i deputati pentastellati D’Ippolito e Parentela lo scorso 18 gennaio avevano chiesto al Governo di intervenire subito per garantire «l’immediato insediamento» del colonnello quale sub-commissario alla Sanità calabrese. Non andava dimenticato – secondo i due parlamentari – «che le aziende del Servizio sanitario della Calabria hanno risaputi e grossi guai di bilancio, per risolvere i quali il Consiglio dei ministri scelse proprio Bortoletti, in virtù delle sue competenze e capacità in questa materia». A un mese di distanza, nessun segnale.

E anche il commissario regionale della Lega in Calabria, l’avv. Giacomo Francesco Saccomanno, ha stigmatizzato la situazione: «Un fatto di una gravità inaudita se si pensa allo stato di degrado in cui versa la regione ed alla necessità di avere persone competenti e capaci sia per ricostruire il nebuloso passato che il difficile presente. Un danno enorme ai calabresi che il Governo deve mettere in conto, in quanto il deficit creato dai vari commissari, in oltre un decennio di disastrosa gestione straordinaria, non può passare sott’ordine e deve essere sopportato da chi lo ha causato a seguito della propria incapacità ed incompetenza. Sul punto la Lega attuerà le barricate: i danni creati dai commissari non possono essere subiti e pagati dai calabresi. E il ritardo incomprensibile nell’attuare concretamente la nomina del sub-commissario alla sanità è, veramente, un mistero che può far pensare tanto. Chi non vuole Bortoletti in Calabria? Chi ha interesse a non farlo venire? Le domande hanno una facile risposta: questa regione ha subito e subisce ruberie continue nel settore della sanità, tanto che non si riesce nemmeno a ricostruire un passato recente e non si riescono nemmeno ad approvare dei bilanci. È notorio che in alcune ASP vi sono presunti crediti pagati due-tre volte e nessuno è riuscito ad intervenire. Qualche persona di buona ed onesta volontà aveva tentato di mettere fine a questo ladrocinio, ma, stranamente, non è riuscita ad andare avanti: uno strano decesso che ancora è avvolto nel mistero. La Lega, però, non ci sta a far proseguire questo percorso di evidenti illeciti ed ha chiesto l’accesso agli atti presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero della Sanità, il Ministro delle Finanze. e chiede, a gran voce, anche alta, che la Magistratura faccia celermente il suo corso. Le indagini non possono durare anni e, nel frattempo, consentire la prosecuzione di azioni gravemente lesive del rispetto della legge e dei diritti dei calabresi».

E mentre si attende la soluzione del caso, nessuno riesce a spiegare cosa c’è effettivamente dietro questo “strano” ritardo. Ma Occhiuto e i calabresi non possono più attendere. (s)

Il Presidente Roberto Occhiuto: un 2022 con le priorità di Sanità, lavoro e infrastrutture

Con un post su Facebook il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha voluto inviare un messaggio di augurio a tutti i calabresi, indicando le priorità che dovranno guidare il 2022. «Che sia – ha scritto Occhiuto – un anno migliore per tutti, ma soprattutto per la Calabria . È l’ultimo dell’anno, quindi faccio gli auguri ai calabresi. Sono il presidente della Calabria da due mesi, una Regione straordinaria, bellissima, ma con tanti problemi. Ma non voglio parlare di questo. Chi governa è chiamato a risolvere i problemi, non a parlarne o a farne degli alibi. Nel 2022 moltiplicherò gli sforzi, ancora di più di quanto ho fatto in questi due mesi molto intensi, per dimostrare che i calabresi quando ce la mettono tutta sono bravi a risolvere anche i problemi più difficili. Mi sto occupando soprattutto della sanità, mentre siamo alle prese con questa quarta ondata della pandemia, non è facile programmare il futuro e fronteggiare l’emergenza, ma ci riusciremo. Metteremo in sicurezza la nostra rete ospedaliera grazie ai calabresi che si stanno vaccinando.
Anzi, a proposito: vaccinatevi, vaccinatevi sempre di più perché è l’unica possibilità che abbiamo per mettere in sicurezza i nostri ospedali. E poi ci occuperemo anche di aprire nuovi ospedali e nuovi presidi territoriali. Faremo tutto questo e faremo anche il resto. Ci occuperemo delle infrastrutture, dello sviluppo locale, del mare pulito, del lavoro, asciugando il bacino dei precariato e creando nuovo lavoro. Abbiamo tanto da lavorare ma abbiamo anche tanta energia e tanta voglia di fare. Auguri ai calabresi per un grande 2022 che sia un anno migliore per tutti, ma soprattutto per la Calabria». (rcz)

Covid-19. Occhiuto: contagi contenuti in Calabria, ma sanità in grossa difficoltà

La situazione in Calabria per quanto riguarda la pandemia non è allarmante: il presidente Roberto Occhiuto, in un’intervista a SkyTg24, ha fatto il punto sulla situazione. «In Calabria – ha detto – abbiamo un tasso di contagi abbastanza contenuto rispetto a quello di altre Regioni, ma abbiamo anche, purtroppo, una sanità in grossa difficoltà: pochi posti letto in terapia intensiva e pochi posti letto per i ricoveri Covid. Ci preoccupa che un aumento dei contagi, soprattutto dei non vaccinati, possa generare una pressione sulla rete ospedaliera: da noi sarebbe un disastro.
«Al momento in Calabria abbiamo l’11% di posti letto Covid e il 6% di posti in terapia intensiva occupati. La situazione è ancora sotto controllo, ma l’aumento dei contagi e la circostanza che nella mia Regione ci sia ancora il 18%, circa 300mila persone, di calabresi che non è ancora vaccinato, mi dà qualche preoccupazione. In Calabria non ho chiuso i centri di vaccinazione anche quando, nelle scorse settimane, si vaccinavano poche persone. Ho preso questa decisione perché non volevo dare ai miei concittadini l’impressione che ci fosse un allentamento di tensione.
Sto spingendo molto sulle terze dosi e sulla vaccinazione, e sto impegnandomi – da neo commissario alla sanità – ad aumentare i posti letto in terapia intensiva».

Sulla questio no-vax, Occhiuto è stato chiaro: «Se dovessero esserci delle nuove eventuali restrizioni, noi presidenti di Regione abbiamo chiesto che queste debbano riguardare solo i non vaccinati. Trovo irragionevole non vaccinarsi, perché mi fido della scienza: i non vaccinati muoiono nove volte di più rispetto agli immunizzati. Le eventuali restrizioni per i non vaccinati non sarebbero una punizione, sarebbero semplicemente la diretta conseguenza di una loro libera scelta. Non si può pensare – ha detto Occhiuto – che le conseguenze di una libera, ma irresponsabile, scelta possano essere patite dalla maggioranza della popolazione che si è vaccinata.
Nella mia Regione voglio continuare a vedere i ristoranti, gli alberghi, i bar e le attività commerciali, aperti. Se ci dovessero essere delle restrizioni significa che in questi luoghi non potranno accedere i non vaccinati”». (rrm)

PRIVATIZZAZIONE ‘SURRETTIZIA’ DI SACAL
GRANA NELLA SOCIETÀ DEGLI AEROPORTI

di SANTO STRATI – È un pasticciaccio brutto, questo della Sacal, una grana peraltro vanamente annunciata dai sindacati: una privatizzazione “surrettizia” rischia di causare la revoca della concessione della società di gestione dei tre aeroporti calabresi, con la nomina di un commissario e l’azzeramento totale dei programmi in essere.

Il caso l’ha rilanciato via social con un video il presidente Roberto Occhiuto al quale erano pervenute le fin troppo inascoltate lagnanze del sindacato. Nino Costantino segretario generale della Filt-Calabria, lo scorso 28 ottobre aveva ribadito la preoccupazione di un disegno, poco trasparente, di privatizzazione della Sacal. Privatizzazione che, allo scadere del 4 novembre data ultima per esercitare opzioni per le azioni inoptate dopo l’aumento di capitale, si è praticamente realizzata. Nonostante il carattere “pubblico” della stessa società che avrebbe richiesto diverse procedure con il coinvolgimento delle istituzioni coinvolte. Tant’è che, a quanto sembra, l’Enac avrebbe intenzione di avviare il procedimento per la revoca della concessione che non riguarda soltanto l’Aeroporto internazionale di Lamezia, ma anche gli scali di Crotone e Reggio. Due scali praticamente “dimenticati” e del tutto trascurati persino dal misterioso piano industriale della Sacal, negato anche alla specifica richiesta dei sindacati: «Accontentatevi di quello che vi diciamo» aveva risposto a Nino Costantino il presidente Sacal Giulio De Metrio, rifiutandosi di consegnare qualsiasi documento scritto o digitale. Un atteggiamento che la dice lunga sulla difficile gestione delle relazioni sindacali del vertice della società di gestione.

Il presidente Occhiuto, per conto suo, si è mostrato molto contrariato per tutta la vicenda, sottolineando che la Sacal controllata da privati è fuori legge: «Gli aeroporti sono troppo importanti per far fuori Regione». E ha spiegato in un video sui sociale il motivo della sua presa di posizione: «Tra le tante questioni delle quali mi sto occupando in questi giorni, ce n’è una particolarmente importante per i calabresi e per il futuro della Calabria: gli aeroporti della Regione.

«Sono gestiti da una società, Sacal, che aveva un capitale pubblico e privato, e la maggioranza era pubblica, così come indica la legge.

«Nelle scorse settimane – ha detto Occhiuto –, prima che io diventassi presidente, il privato ha messo in atto strane procedure per trasformare l’assetto proprietario ed avere così la maggioranza delle quote: la Regione oggi ha solo il 7%.

«Vedremo di chi saranno le responsabilità, sono convinto che le autorità di vigilanza si occuperanno – come è giusto – di questa vicenda, perché ciò che è stato fatto, secondo me, è contro la legge. 

«E gli aeroporti calabresi sono troppo importanti perché i soggetti pubblici non abbiano la possibilità di indicare quella che deve essere la missione e lo sviluppo di queste infrastrutture.

«I soggetti pubblici sono quelli che fanno ottenere, attraverso le loro partnership, le risorse alle società di gestione, e le società di gestione non possono comportarsi come se il pubblico fosse solo un datore di risorse. Il mio governo regionale vorrà andare a fondo di questa questione. Sono certo che lo faranno anche le autorità di controllo. 

«Gli aeroporti sono troppo importanti, e quello che succede nella loro gestione non può passare sopra la testa dei calabresi».

Merita particolare attenzione il termine che il Presidente Occhiuto ha usato “datore di risorse” per definire il pubblico com’è spesso inteso dal privato. Con le abituali conseguenze che se ci sono utili se ne avvantaggia il privato, se ci sono perdite le deve ripianare lo Stato (vedi Alitalia).

Col nuovo assetto societario, di fatto la famiglia Caruso di Lamezia detiene la maggioranza delle quote della società che gestisce (male) i tre scali calabresi e questo, lo dice Occhiuto, lo ribadiscono i sindacati, lo evidenzia l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac) non è ammissibile. Eppure è successo.

Come è successo, tanto per restare in tema, che ci sono atteggiamenti e strategie da parte della Sacal nei confronti dei due “scali minori” di Crotone e Reggio che non trovano alcuna giustificazione. Cominciamo col dire che non si rilancia un aeroporto con orari impossibili per i passeggeri e tariffe transoceaniche (offrendo, in contropartita prezzi da low cost per i voli da e per Lamezia). Non si rilancia un aeroporto come quello di Crotone facendolo funzionare in modo irregolare e parziale. Tutte “manovre” – secondo il comune sentire – per favorire lo scalo lametino. Non è difficile immaginare l’obiettivo finale della Sacal a proposito degli scali di Reggio e Crotone: declassati a semplici punti di raccolta dei passeggeri destinati (a mezzo pullman) a Lamezia. Una bizzarria che farebbe risparmiare i costi di gestione degli scali e far emergere la necessità di non avere più personale dipendente nei due aeroporti.

Diciamo la verità: per lo scalo reggino ci sono precise responsabilità politiche che hanno permesso e favorito la crescita di Lamezia (che si presenta ancora oggi con un’aerostazione da terzo mondo dopo aver perso un grosso finanziamento europeo per assenza di progetti) e il progressivo abbandono dell’Aeroporto dello Stretto. 

Come fa Reggio Città metropolitana, con passeggeri che potrebbero venire dalla dirimpettaia Messina (altra metrocity) a non avere un aeroporto perfettamente funzionante e in grado di crescere e sviluppare intensi volumi di traffico aereo? Come si fa a pianificare e progettare iniziative di turismo in tutta l’area metropolitana dello Stretto quando gli orari dei voli sono fatti apposta per scoraggiare anche le cosiddette vacanze-week end nelle città d’arte? Reggio, con il suo Museo, i meravigliosi Bronzi, il suo splendido clima e le tante attrattive culturali, archeologiche e paesaggistiche potrebbe essere una meta costante per i week end di milanesi, torinesi e via discorrendo, che con un’adeguata offerta potrebbero essere incentivati a passare il fine settimana in riva allo Stretto. Ma per far questo ci vogliono i voli, ci vuole cervello e volontà politica di realizzare idee e progetti. Per non parlare poi dei famosi 25 milioni “pescati” abilmente dall’on. Cannizzzaro nella finanziaria 2019 a favore dello scalo reggino. Annunciati in pompa magna i progetti , dopo due anni e mezzo quasi, attendono ancora di essere messi a bando e appaltati. Progetti inutili per lavori inutili: con la stessa cifra si rifà l’aerostazione. (s)

Sanità: appello di Rubens Curia al Presidente Occhiuto sul Programma operativo biennale

Un appello è stato lanciato da Rubens Curia, infettivologo, già manager della sanità, coordinatore di “Comunità Competente” al presidente Roberto Occhiuto perché si approvi e si dia esecuzione al Programma operativo biennale.

«Con la nomina, da parte del Governo, del Presidente Occhiuto a Commissario ad acta per il ” Piano di rientro” della sanità calabrese – scrive il dr Curia – un primo passo è stato compiuto riportando la responsabilità dell’organizzazione della tutela della salute nelle mani della politica calabrese.
«La puntuale sentenza n° 168/ 2021 della Corte Costituzionale aveva messo una pietra tombale sul Commissariamento affermando, tra l’altro, che: “Non appare ragionevole ed insieme è lesivo delle evocate competenze regionali costringere l’autonomia regionale fino a tutto il 2023 al solo proseguimento della soggezione al potere sostitutivo statale, escludendo quindi l’ipotesi che questa ( la Regione) possa recuperare il ruolo che le è proprio”. Inoltre, lo stesso “Patto per la salute 2019-2021” approvato in Conferenza Stato-Regioni sanciva che “si rende necessario migliorare i percorsi di cessazione dell’esercizio dei poteri commissariali. A tal fine verranno elaborate apposite linee guida adottate  di concerto  dai Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze da sottoporre alla Conferenza Stato-Regioni”. Purtroppo la Pandemia, che due mesi dopo colpiva l’Italia, bloccava questo processo di revisione dello strumento del Commissariamento condannando la nostra regione ad essere ancora gestita, prevalentemente dal MEF con una visione economicistica. Acquisita la nomina a Commissario il Presidente Occhiuto, tenuto conto della grave carenza di personale e di apparecchiature medicali, dovrà fare sbloccare dal Governo il contributo di solidarietà pari a 60 milioni di euro e il finanziamento annuale di 12 milioni di euro per l’assunzione del personale previsti dalla legge 181/2020 ancora non erogato perché COLPEVOLMENTE non è stato approvato il “Programma operativo biennale”. Signor Presidente, nell’interesse dei calabresi, facciamo presto perché è già trascorso quasi un anno da quando questi finanziamenti sono disponibili per il Servizio Sanitario Calabrese».  (rcz)

LA SANITÀ ADESSO TORNERÀ AI CALABRESI DRAGHI NOMINA OCCHIUTO COMMISSARIO

di SANTO STRATI – Primo, lusinghiero (e clamoroso), successo di Roberto Occhiuto: il neopresidente a nemmeno sette giorni dall’insediamento ha ottenuto dal Consiglio dei Ministri di ieri sera l’incarico di commissario della sanità in Calabria. Finisce l’era dei generali, dei prefetti e dei manager un po’ distratti e comincia una nuova fase. Intendiamoci, il presidente Occhiuto non ha la bacchetta magica, ma con questo risultato dimostra di avere le idee chiare per quel che riguarda la Calabria. La sanità torna ai calabresi e il suo “commissariamento” prelude a un ripensamento generale degli interventi necessari per rimettere le cose a posto. Certo, serviranno collaboratori capaci e competenti ad affiancare il presidente e, già solo in Calabria, Roberto Occhiuto ha solo l’imbarazzo della scelta: ci sono medici, manager della sanità, professionisti fino ad oggi mortificati e vilipesi, in grado di mostrare il talento necessario per far tornare il sorriso ai calabresi. A cominciare da quelli costretti ai cosiddetti viaggi della speranza, quel “turismo” sanitario obbligato che in termini monetari costa ogni anno alla Regione un esborso di oltre 300 milioni per pagare le prestazioni eseguite da ospedali del Nord (spesso guidati da valenti professionisti calabresi), ma quasi il doppio ai degenti e ai loro familiari costretti a seguirli e ad assisterli lontano da casa.

È un risultato che apre la strada a un nuovo modo di intendere la politica e far diventare, finalmente, i calabresi, la Calabria, protagonisti e artefici del proprio futuro. Il premier Mario Draghi, in Consiglio dei Ministri, ha accolto la richiesta del presidente Occhiuto di intestargli il commissariamento della sanità. Una questione delicata e, per certi versi, imbarazzante, visti i risultati conseguiti fino ad oggi da undici anni di commissariamento, con l’ultima altalena dei papabili al ruolo, regolarmente rinunciatari o silurati ancor prima della nomina. La verità è che si è davanti a una svolta epocale: non si risolverà il problema sanità in pochi mesi, ma si cercheranno (e si potranno trovare) le soluzioni con l’impegno di tutti. E ci si augura l’apporto trasversale dell’opposizione per portare a profitto questa opportunità di riscatto: sarebbe un’ottima base di partenza per una consiliatura che si preannuncia difficile e complicata.

È stato lo stesso presidente Occhiuto ad annunciare l’incarico sui social poco dopo le 17: «Questo pomeriggio sono stato a Palazzo Chigi, ed è arrivato il primo importante frutto del lavoro svolto nelle ultime settimane: il Consiglio dei ministri ha deciso di nominarmi commissario per la sanità in Calabria. Dopo oltre un decennio la gestione di questo delicato settore torna, così, ai calabresi.
Avevo preso un solenne impegno con i cittadini in campagna elettorale: questo obiettivo è stato raggiunto già con il primo Cdm dopo la mia proclamazione a presidente.
Ringrazio il premier Draghi – al quale ho chiesto un incontro per approfondire i temi che riguardano la Calabria -, il ministro dell’Economia Franco e quello della Salute Speranza, e ringrazio il commissario uscente Guido Longo.
Da domani sarò, dunque, impegnato anche su questo delicato fronte, e sulla riforma della sanità si misurerà il successo o meno del mio governo regionale.
Chiederò all’esecutivo nazionale di adoperarsi per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale proprio sul commissariamento della sanità in Calabria, affinché il commissario possa essere coadiuvato da esperti selezionati da lui stesso e dal governo.
La sfida sulla sanità la dobbiamo vincere, e se ci sarà un vero gioco di squadra sarà meno arduo primeggiare in questa difficile partita. Io sono pronto a giocare in attacco, per far voltare definitivamente pagina alla Regione, per consentire ai calabresi di avere finalmente i servizi e l’assistenza che meritano. Ci vorrà un po’ di tempo, ma ci riusciremo».

Se tutto il centro-destra esulta per questo straordinario risultato, anche da sinistra arrivano le prime attestazioni di stima. Tra le prime congratulazioni quelle del sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà: «Auguri di buon lavoro al Governatore Roberto Occhiuto, nominato dal Consiglio dei Ministri Commissario per la Sanità in Calabria. Il ritorno alla politica di questo delicato settore è certamente una buona notizia per la Calabria, in linea con quanto auspicato nei mesi scorsi dal movimento dei sindaci che a gran voce, ed in maniera univoca, aveva chiesto al Governo un netto e tangibile cambio di passo nella gestione della sanità in Calabria. Un obiettivo che adesso è in capo al Presidente della Regione, con il quale dialogheremo rappresentando le istanze del territorio calabrese, con l’obiettivo di risolvere le tante criticità ad oggi presenti e di valorizzarne le migliori eccellenze. Il diritto alla salute, da tempo purtroppo compromesso in larga parte del nostro territorio, è certamente uno dei bisogni primari per i calabresi. Da istituzioni responsabili e da primi rappresentanti delle nostre comunità, lavoreremo offrendo piena collaborazione al Presidente Occhiuto perché sia garantito un pieno e reale diritto alla salute per tutti i cittadini calabresi».

Anche il sen. Ernesto Magorno (Italia Viva) ha espresso il suo apprezzamento: «Si tratta di un risultato straordinario che restituisce la sanità ai calabresi. Buon lavoro al neo presidente che, sicuramente, lavorerà tanto per portare la nostra regione agli standard che merita».

La sottosegretaria al Sud Dalila Nesci (Cinque Stelle) ha spiegato le ragioni della scelta: «Come Governo – ha detto – abbiamo voluto nominare Commissario alla Sanità della Calabria il presidente della Regione con l’obiettivo di rafforzare e rilanciare il sistema sanitario. Siamo pronti ad una leale collaborazione con il Presidente Occhiuto perché il tema della sanità necessità di un impegno trasversale.

Con i decreti Calabria abbiamo assegnato al territorio fondi e dotazione organica, ora serve la capacità manageriale di mettere a frutto queste risorse. Sarà necessario affrontare le criticità strutturali della sanità per garantire livelli di assistenza adeguati a tutti i cittadini. L’obiettivo è rafforzare la responsabilità politica della Regione sulla sanità per ripristinare un processo virtuoso di efficienza, trasparenza e qualità dei servizi.
In tal senso sarà necessario rafforzare il Dipartimento regionale per la salute con profili di competenza ed esperienza che potranno supportare il lavoro di risanamento. Ringraziamo il Commissario Longo per il senso di responsabilità dimostrato e auguriamo buon lavoro a Occhiuto che, nel suo ruolo, sarà accompagnato dalle istituzioni che ad ogni livello, da anni, cooperano con la prospettiva di far uscire la Calabria dal commissariamento».

Secondo il deputato Francesco Cannizzaro «La prima conquista dell’era Occhiuto è di quelle che segnano già la storia della nostra Regione: la nomina di Roberto a Commissario equivale a riconsegnare la sanità in mano ai calabresi dopo 11 anni di scelte calate dall’alto e di personaggi che poco o nulla avevano a che fare con la Salute pubblica. Risultati disastrosi a cui ora dovremo trovare rimedio noi, nel più breve tempo possibile».

Eguale entusiasmo mostrano altri deputati di Forza Italia, Maria Tripodi e Sergio Torromino. Per la deputata di Reggio «era la notizia che tutti aspettavamo. Finalmente – ha detto Maria Tripodi –, dopo anni di mala gestione, la sanità viene restituita ai calabresi e al suo presidente, eletto dai cittadini. L’esperienza, le competenze e le capacità maturate in tutti questi anni, unite al grande amore che nutre per la sua terra, sono sicuramente una garanzia per affrontare questa sfida importante e difficile». Secondo Sergio Torromino: «è una bellissima notizia per i calabresi, che dopo anni di immobilismo meritano una persona capace di affrontare questa difficile sfida e di mettere finalmente ordine nel caos di un settore tanto delicato quanto importante per la vita dei cittadini». Anche il neodeputato Andrea Gentile, appena subentrato a Roberto Occhiuto alla Camera, ha voluto sottolineare il significato di questa nomina: «è una svolta epocale. Finalmente, dopo una lunga stagione di immobilismo, la nostra Regione potrà uscire dal pantano grazie alla guida di una personalità politica esperta, autorevole e competente. Sono certo che, grazie al grande impegno del presidente Occhiuto, anche la Calabria, presto, riuscirà a dare ai calabresi i servizi sanitari di qualità che meritano. Noi, in Parlamento, saremo sempre al fianco di Roberto per realizzare il nuovo progetto sanitario del quale il nostro territorio ha urgente bisogno».

Come c’è riuscito Occhiuto? Non era impresa facile, né meno che meno da superare in un tempo così breve: l’esperienza politica, l’ottima conoscenza delle forze partitiche e del peso dei singoli ministri, con i quali i rapporti era buoni e si avviano a diventare ottimi, hanno pesato non poco. La verità, incontrovertibile, è che la Calabria aveva bisogno di un Presidente “politico”, non personaggi – pur di spicco – ma privi di esperienza e di competenza politica. È un segnale evidente di cosa dovremo o potremo aspettarci: la Giunta può attendere, il Consiglio regionale entro il 15 vedrà la sua prima convocazione, la macchina regionale scalda i motori. Ma sarebbe far torto all’evidenza se non si dicesse che Roberto Occhiuto ha già conquistato la pole position per la gara più importante e più impegnativa della sua vita e non solo politica. Quello che i calabresi aspettano è una visione strategica, una visione di futuro, che guardi alla salute, al lavoro, alle infrastrutture e, soprattutto, pensi ai giovani. Hanno (abbiamo) rubato il futuro ai giovani calabresi: è tempo di cominciare a restituirglielo con i dovuti interessi. Le premesse ci sono tutte, vedremo. (s)