Reggio: dimissioni irrevocabili dell’ex vicesindaco Tonino Perna

È ufficiale: Tonino Perna ha dato le dimissioni dall’incarico di assessore comunale e vicesindaco di Reggio Calabria. Il nuovo ruolo, infatti, gli era stato affidato con un decreto firmato dal sindaco Giuseppe Falcomatà nella giornata in cui si è pronunciato il Tribunale di Reggio sul Processo Miramare.

Perna, infatti, non avrebbe gradito di apprendere da un comunicato stato di essere stato “dimissionato” da Falcomatà  e sostituito da Paolo Brunetti nel ruolo di vicesindaco. Entro lunedì saranno formalizzate le dimissioni, cui farà seguito una  conferenza stampa per spiegare le ragioni di questa scelta.

Come si ricorderà, il prof. Tonino Perna, autorevole figura della città, era stato nominato da Falcomatà vicesindaco e assessore, all’inizio della nuova consiliatura. (rrc)

REGGIO, LA CONDANNA PER IL MIRAMARE
VIA FALCOMATÀ, VICE BRUNETTI E VERSACE

di SANTO STRATI  – E, alla fine, il primo verdetto sulla vicenda Miramare è arrivato, destinato a scombussolare ulteriormente gli assetti amministrativi di Comune e di Città Metropolitana di Reggio: condannato il sindaco Giuseppe Falcomatà (1 anno e 4 mesi) e quasi tutta la ex Giunta (1 anno) unitamente a due dirigenti e al presidente dell’Associazione Sottoscala. Il processo, com’è noto, riguardava l’affidamento senza bando e in via preferenziale a un’associazione privata, il cui capo era un buon amico del sindaco. Se eticamente il comportamento di Falcomatà è sicuramente censurabile (e quanto meno la colpevole ingenuità non merita giustificazioni), dal punto di vista giuridico la sentenza è alquanto controversa. Le sentenze – questo è chiaro – non si discutono, ma si possono e si devono commentare: secondo l’impianto difensivo che pareva solido non c’è stato l’ingiusto profitto, non c’è stato abuso d’ufficio, anzi il Comune ha risparmiato i costi di riadattamento del piano terra dopo anni di chiusura del Miramare, e l’affidamento “temporaneo” e provvisorio in attesa di una regolare gara non sembra penalmente rilevante. I giudici, difatti, hanno assolto tutti dall’accusa di falso, ma hanno accertato l’abuso d’ufficio. Un reato che perseguita tutti gli amministratori locali, anche solo se si sposta una penna da una scrivania all’altra, e andrà sicuramente rivisto, perché diversamente nessuno accetterà più di fare il sindaco. Serve una tutela diversa per i sindaci, una revisione del cosiddetto reato di abuso d’ufficio: l’Anci sta muovendosi da tempo in questo ambito, ma è necessaria una precisa volontà politica che impegni il governo per una riforma adeguata in questo campo. Secondo Anci Calabria «appare infatti improcrastinabile un intervento legislativo rispetto a un reato che è privo di indicazione di condotte specifiche risultando utilizzabile per qualsiasi condotta/atto amministrativo. Emerge la necessità di accelerare il processo di rivisitazione delle predette norme sia perché l’abuso d’ufficio è un reato estremamente fumoso e privo di tipizzazione della condotta e sia perché la legge Severino, che prevede la sospensione degli amministratori in caso di condanna anche solo di primo grado e, quindi, non definitiva, appare in palese contrasto con i principi costituzionali e comunitari relativi alla presunzione di innocenza».

[GUARDA IL VIDEO DI LUIGI PALAMARA DELLA LETTURA DELLA SENTENZA E IL PRIMO COMMENTO DI GIUSEPPE FALCOMATÀ]

Sentenza Miramare

Il secondo grado di giudizio potrà ribaltare la sentenza, ma questa è materia dei giudici. Vale la pena, invece, di valutare gli effetti “disastrosi” di questo verdetto. In base alla legge Severino, il sindaco Falcomatà ha già ricevuto ieri sera dal prefetto Mariani la notifica di sospensione per 18 mesi e lo stesso provvedimento vale per il vicesindaco metropolitano Armando Neri (e altri consiglieri, incluso l’assessore Muraca), con l’evidente risultato di creare non pochi disagi nell’amministrazione cittadina e dei comuni dell’area metropolitana. Falcomatà un’ora prima del verdetto aveva provveduto a nominare i “sostituti”, ovvero chi guiderà materialmente Comune e MetroCity per i prossimi 18 mesi: revocato l’incarico di vicesindaco a Tonino Perna (che però rimane assessore con le stesse deleghe di prima), Falcomatà ha disposto l’atto di nomina con apposito decreto di Paolo Brunetti, attuale assessore all’Ambiente, a vicesindaco di Palazzo San Giorgio, il quale manterrà le stesse deleghe; alla MetroCity, vista la vacatio obbligata per la condanna dell’attuale vice Neri, Falcomatà, in qualità di sindaco metropolitano ha nominato vicesindaco Carmelo Versace, il quale manterrà anche lui le precedenti deleghe. Formalmente non ci sono impedimenti che possano impedire a Comune e MetroCity di mandare avanti progetti e iniziative già avviate e, soprattutto, gestire i fondi del PNRR destinati a Reggio, ma sostanzialmente a molti reggini la cosa andrà molto probabilmente di traverso.

La Città di Reggio aveva (ha) bisogno di un sindaco nel pieno possesso delle sue prerogative, in grado di portare avanti idee e progetti per i quali ha ricevuto il consenso di gran parte della cittadinanza: i reggini si ritrovano, invece, con due “vice” (con tutta la stima e il rispetto per Brunetti e Versace) che volere o volare potranno (o dovranno), per tante ragioni, limitarsi a una più che ordinaria amministrazione. COn un sindaco “eletto” ma assente e impossibilità d amministrare la Città e un Consiglio comunale diverso da quello uscito dalle urne. Questo è incontrovertibile.

Sarebbe stato meglio il commissariamento e il ritorno alle urne? Secondo l’opposizione, ovviamente sì, ma l’opzione delle dimissioni non ha mai sfiorato Falcomatà, forse per scaramanzia, forse perché il sindaco era fiducioso in un verdetto favorevole) e il primo cittadino si trova adesso in una scomoda posizione che (formalmente) gli impedisce qualsiasi iniziativa politica. Formalmente perché, in realtà, i due vice sono suoi fedelissimi e possono avere i “suggerimenti” adeguati del sindaco costretto al riposo, ma nella sostanza tutto ciò potrebbe trasformarsi e divenire una routine di scarso vantaggio per la città. Facendo due conti, tra 18 mesi, ci saranno le elezioni politiche (salvo imprevisti o voto anticipato) e in questa condizione sarà difficile per Falcomatà pensare – come si poteva prevedere – a una candidatura nazionale. La mossa intelligente, probabilmente, sarebbe stata quella di dimettersi prima della comunicazione della sospensiva prefettizia e costringere così allo scioglimento tutto il Consiglio comunale, ma tutto ciò, nel contempo, sarebbe diventato un irrimediabile regalo alle destre che sulla scia positiva di Occhiuto potrebbero, agevolmente “riprendersi” Reggio. D’altro canto, non dimentichiamo che la sentenza toglie dal Consiglio comunale anche l’assessore Giovanni Muraca (ex-poliziotto con delega ai Lavori pubblici), e i consiglieri comunali Nino ZimbalattiSaverio Anghelone (Cambiato con Toti, oggi Coraggio Italia) e Giuseppe Marino, in atto capogruppo Pd.

Un patatrac da cui è difficile venir fuori senza fare danni, sia in un caso sia nell’altro. Come possa funzionare la Città dopo questo gigantesco scossone all’amministrazione è un interrogativo che in tanti a Reggio si stanno ponendo. Intanto si sa come cambia il Consiglio: entrano Giovanna Teresa Pensabene (589 preferenze) al posto di Giuseppe Marino (aveva avuto 1070 voti), Antonio Ruvolo (502 voti) al posto di Nino Zimbalatti (700 voti) e Gianluca Califano (738 voti) al posto di Saverio Anghelone (1019 voti) e ad Armando Neri (che aveva preso 1079 voti) subentra Lavinia Marino (335 voti). La sostituzione dell’assessore Muraca, invece, dovrà essere decisa, con buona probabilità, dal vice Brunetti in qualità di facente funzioni di sindaco, soltanto nei prossimi giorni. Alla MetroCity, inoltre, per effetto della sospensione di Marino, Zimbalatti e Neri dovrebbero subentrare rispettivamente Giovanni Latella, Giuseppe Sera e Giuseppe Giordano.

Il sindaco Giuseppe Falcomatà ha accolto con pacatezza la sentenza, incontrando i giornalisti fuori dell’aula bunker: «Aspettiamo le motivazioni. Il tribunale ha accolto la tesi dell’accusa per l’abuso d’ufficio, ma ha dato ragione a noi per  il reato di falso per il quale c’è stata l’assoluzione. Non è previsto alcun rimpasto di Giunta, l’Amministrazione andrà avanti, con i nuovi vice appena nominati. Finiscono questi sette anni che sono stati duri, riabbracciamo le nostre famiglie e stiamo più tranquilli. C’è già un ricorso sulla costituzionalità della legge Severino, quindi staremo a vedere eventuali risvolti per quanto riguarda il provvedimento di sospensione».

Tanti, ovviamente i commenti, anche di diversa parte politica. In particolare, il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo (in cordialissimi rapporti con il padre Italo Falcomatà) ha voluto esprimere piena solidarietà al collega reggino: «Sono convinto che Giuseppe Falcomatà saprà dimostrare la propria assoluta estraneità ai fatti che gli sono contestati e che gli sono costati la condanna, in primo grado, da cui deriverà anche la sospensione in base alla legge Severino. Pur sottolineando il profondo rispetto nell’operato della Magistratura, e senza voler esprimere giudizi in merito a quanto stabilito dal tribunale di Reggio, non posso non sottolineare la mia più profonda solidarietà, umana e politica, a Giuseppe. Lo conosco da anni e, in virtù della collaborazione e della condivisione di idee e progetti che avevo con un gigante come il padre Italo, ho da decenni instaurato un fortissimo rapporto di amicizia con tutta la sua famiglia. Sono assolutamente sicuro – ha detto Abramo – che certe condotte non fanno parte del suo modo di essere, così come sono sicuro che darà battaglia in ogni altra sede possibile per ristabilire la verità e ritornare più forte di prima. Glielo auguro di cuore, ma ribadisco pure che gli amministratori locali abbiano bisogno di norme più precise per essere meglio tutelati. I sindaci sono il primo punto di riferimento per i cittadini, ma anche quelli che pagano sulla propria pelle pur non avendo responsabilità dirette. Il Governo faccia qualcosa per difenderli». Anche il presidente dell’Anci (Associazione dei Comuni d’Italia) Antonio De Caro ha voluto esprimere piena solidarietà al sindaco reggino: «Nel rispetto della sentenza e riponendo piena fiducia nel corso della giustizia, non posso che esprimere la mia vicinanza a Giuseppe Falcomatà, del quale in questi anni abbiamo conosciuto la dedizione al lavoro nell’interesse della sua comunità, che in un momento come questo si ritroverà senza guida politica e amministrativa».

L’opposizione ha trovato in Matteo Salvini la voce più grossa. «Fra condanne, scandali e denunce di brogli e rifiuti dovunque, Falcomatà non molla la poltrona e lascia i cittadini di Reggio allo sbando: dimissioni!». Secondo il massmediologo Klaus Davi «sul piano politico l’unica cosa che si deve fare è tornare a votare, perché questa è una fase in cui Reggio deve avere un primo cittadino con pieni poteri che possa difendere la città e garantire che a essa vengano destinati i giusti investimenti ricavati dal PNRR». Acido il commento dell’ex consigliere comunale Nino Castorina (arrestato per la storia dei brogli elettorali e ancora in attesa di processo): «Oggi chi chiese all’epoca le mie dimissioni (ovviamente non rese) è stato dimissionato da una sentenza di primo grado che certifica un abuso d’ufficio e che chiarisce come la faccia di determinati personaggi è simile ad una parte meno nobile del corpo umano». (s)

 

Processo Miramare, condannato Giuseppe Falcomatà: scatta la sospensione da sindaco

Il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, è stato è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione. È la sentenza del Tribunale di Reggio Calabria per abuso di ufficio che, fa scattare la sospensione dalla carica di sindaco.

Insieme al primo cittadino, condannati anche gli assessori della sua prima giunta: Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti, e la dirigente comunale Maria Luisa Spanò e l’imprenditore Paolo Zagarella a un anno. (rrc)

AEROPORTI DI CALABRIA, DA TELENOVELA
A FARSA CON LA PRIVATIZZAZIONE SACAL

di CLAUDIO ALOISIO – La vicenda Sacal si arricchisce di nuovi capitoli trasformandosi da brutta telenovela, qual è fino ad oggi stata, in una tragicomica farsa a cui i calabresi ma, sopratutto i reggini, sono costretti ad assistere da ormai troppo tempo, pagando sulla loro pelle inefficienze intollerabili e scelte discutibili.
Ricapitoliamo gli ultimi fatti balzati agli onori della cronaca: il 2 luglio la Sacal indice un’assemblea straordinaria in cui si delibera un aumento di capitale per far fronte alle perdite della Società fino a quel momento a maggioranza pubblica.
I soci pubblici: Comune di Lamezia Terme, Regione Calabria, Provincia di Catanzaro, Camera di Commercio di Catanzaro, Comune di Catanzaro, Confindustria Catanzaro, Provincia di Cosenza, Camera di Commercio di Cosenza, Confindustria Cosenza, Camera di Commercio di Vibo Valentia e CORAP, come si evince dal comunicato della Sacal rilasciato a seguito delle circostanziate dichiarazioni del Presidente della Regione Occhiuto che hanno fatto scoppiare questo ennesimo vergognoso bubbone, non sottoscrivono tutte le quote di rispettiva competenza.

Le suddette quote non sottoscritte vengono quindi acquisite dalla società privata Lamezia Sviluppo (il cui nome lascia già intravedere l’interesse principale di tale società nell’ambito della gestione degli scali calabresi) che così facendo arriva al 51,96% sovvertendo gli assetti societari
Successivamente alla denuncia del Presidente Occhiuto che dichiara di voler vederci chiaro in questa “strana” vicenda si muove anche l’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, che invia una durissima nota ai soci pubblici della Sacal in cui parla di «grave violazione» degli accordi siglati e di una privatizzazione avviata surrettiziamente, in contrasto con le disposizioni che regolano la materia.
Oltre a ciò si appresta ad inviare un esposto in Procura e sembrerebbe intenzionato ad avviare il procedimento di revoca della concessione per l’aeroporto di Lamezia Terme

La giustificazione della Sacal a questa grottesca vicenda è che le determinazioni sono state prese dai Soci Pubblici e che tale operazione rispetta pienamente lo Statuto della società. Quella di Lamezia Sviluppo, invece, è che l’operazione di ricapitalizzazione ha permesso di evitare il fallimento salvaguardando operatività e posti di lavoro.
Peccato però che nessuno, durante le operazioni di sottoscrizione dell’aumento di capitale, ha tenuto in considerazione la volontà della Città Metropolitana di Reggio Calabria di entrare nella compagine societaria con una quota da due milioni di euro. Va da sé che ove la richiesta fosse stata accettata, gli equilibri tra parte pubblica e privata non sarebbero cambiati.
Quindi la domanda sorge spontanea: perché questa scelta? Perché, data la situazione precaria della Società di Gestione ratificata anche dal comunicato di Lamezia Sviluppo, non si è permesso alla Città Metropolitana di Reggio Calabria di acquisire quote societarie? Perché non si è cercato di coinvolgere altri Enti come, ad esempio, la Camera di Commercio reggina che aveva dimostrato interesse all’ipotesi di un eventuale entrata in Sacal?
Ci sarebbero anche altre domande che al momento rimangono senza risposta: perché gli Enti preposti al controllo non hanno agito o l’hanno fatto solo dopo l’operazione? Come ha potuto la parte pubblica presente nella compagine societaria, con la propria inazione, permettere che la maggioranza assoluta finisse nelle mani di un’unica società privata contravvenendo a norme e accordi? E per ultimo, qual è il “misterioso” motivo per il quale il piano industriale della Sacal continua da essere una sorta di “terzo segreto di Fatima” inconoscibile dagli Enti territoriali e dai cittadini?
Da parte nostra, come Confesecenti Reggio Calabria, supporteremo tutte le eventuali azioni che verranno avviate dalla Città Metropolitana e dagli altri Enti Territoriali per la tutela dell’Aeroporto dello Stretto, ostaggio di una Società che si è dimostrata incapace di programmarne lo sviluppo e che, come si è ulteriormente evidenziato in questi ultimi giorni, è stata gestita in maniera quantomeno opaca e, nell’ambito dell’ultimo aumento di capitale, sembrerebbe anche illegale. (cla)

[Claudio Aloisio è presidente della Confesercenti di Reggio Calabria]

L’OPINIONE / Emilio Errigo: La Calabria merita porti e aeroporti sicuri

di EMILIO ERRIGO – La Calabria viene considerata un Porto Sicuro solo dai poveri migranti, i quali sempre più numerosi approdano stremati a rischio vita, sulle coste o nei Porti della Calabria, oppure da quanti cercando di eludere la normativa antimmigrazione in vigore, ricorrono alle ben collaudate tecniche tese a ottenere il visto turistico, religioso e necessario per l’iscrizioni a corsi universitari da monitorare attentamente, arrivano in Calabria via aerea.
I Porti e gli Aeroporti della Calabria, credo che siamo tutti oramai convinti e d’accordo, non me ne voglia la “perduta gente migrante”, meritino ben altro trattamento e considerazione pubblica interna e internazionale.
I Porti e gli Aeroporti della Calabria , devono essere considerati (sicuri) non solo per consentire il soccorso e salvataggio da morte sicura dei migranti in fuga dalle loro miserie e pericoli per la stessa vita, ma anche e in particolare, per garantire il sacrosanto diritto alla mobilità sostenibile da e per la Calabria.
Non sono rari i casi in cui si constatano ancora oggi a un mese dal 2022, porti e aeroporti, costruiti con enorme impiego di risorse pubbliche, lasciati incompleti, in stato di dimenticanza operativa nell’indifferenza quasi assoluta.
Mi è stato raccontato che in Calabria esistono Porti da dragare per approfondire adeguatamente i fondali (Porto Commerciale di Reggio Calabria) o bloccati dalla sabbia che limita o addirittura blocca (Porto di Saline Ioniche) l’accesso in porto e la sicura navigabilità. Quanto sarebbe bello vedere navi da crociera e mercantili con maggiore tonnellaggio e quindi bisognevoli di profondi sicuri fondali, ormeggiate in luminosa mostra nel Porto della Città Metropolitana della Fata Morgana, Reggio Calabria, a pochi centinaia di metri del chilometro più bello d’Italia, Lungomare unico al mondo, dal quale si possono ammirare le luci scintillanti delle coste della vicinissima bellissima e incantevole terra di Sicilia, intitolato all’indimenticabile sindaco e a me carissimo compianto prof. Italo Falcomatà.
Occorrerebbero solo banchine più idonee e attrezzate al fine turistico e ampie, un porto con la vicina rete ferrovia manutenzionata (adiacente la Stazione di Santa Caterina) ripulita dalle inguardabili erbacce e alberi cresciuti, libere da navi oramai veri e propri relitti, da inutili occupazioni demaniali portuali o con opere e manufatti giacenti in loco eventualmente sine titulo.
So bene che il bravo ing. Mario Mega, ha manifestato in più occasioni le Sue buoni e costruttive intenzioni in tal senso.
Importante che lo lascino lavorare e fare il bene pubblico.
Non voglio approfondire ed entrare a gamba tesa esprimendo il mio negativo pensiero su quello che fu uno degli Aeroporti Militari più importanti del Sud Italia, intitolato all’Ufficiale Pilota Militare dell’Aeronatica Italiana, Eroe di Guerra Reggino, Medaglia d’Oro al Valor Militare Tito Minniti, e tanto denigrato Aeroporto dello Stretto.
Per chi si volesse immergere nella nobile storia militare di questo importante Aeroporto, ritenuto a ragione strategico sotto ogni profilo civile, commerciale e militare, può navigare sul web alla ricerca di quella che fu una delle più centrate scelte strategiche di localizzare nel 1935 un Aeroporto militare in una vasta area agricola fertile di Reggio Calabria. Ora chi si dovesse trovare a transitare da quelle parti proveniendo dal centro città, noterebbe le vecchie e abbandonate e forse anche pericolanti ex Caserme, gli alloggi dei giovani Avieri, i quali allietavano le serate della bella vita di Calabria. Ricordo che mia madre che abitava da ragazza da quelle parti, mi diceva che nel mentre passeggiava con le sue amiche erano in molti i giovani aviatori militari che le facevano. garbati ed educati complimenti.
Allora mi veniva da ridere molto e ora mi viene solo da piangere nel vedere quanta solitudine e tristezza, regna in quei luoghi, dove a due passi dalla piccola e pure brutta Aerostazione per contorno e profumo allora di bergamotto ora di…. , è stato costruito un grande depuratore e trattamento delle acque reflue al centro dell’abitato di Ravagnese e dintorni. (ee)

(Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, docente universitario di diritto internazionale e del Mare, Generale in ausiliaria della Guardia di Finanza)

Sacal: il Consiglio comunale di Reggio chiede chiarezza sulla privatizzazione

Prime reazioni, abbastanza vivaci per il caso della privatizzazione della Sacal, la società di gestione degli aeroporti calabresi. Il consiglio comunale di Reggio, riunitosi oggi pomeriggio, ha discusso una mozione, presentata all’aula dal consigliere Carmelo Versace, che impegna il sindaco, Giuseppe Falcomatà, e la giunta «ad attivarsi, nelle sedi opportune, per la verifica della corrispondenza del piano industriale della Sacal, la società di gestione degli aeroporti calabresi, a quelli che erano stati i vincoli previsti da Enac all’atto della concessione e, in ipotesi diverse, qualora emergesse l’incongruità del piano industriale approvato, addivenire alla revoca della concessione e mettere in campo tutte le ulteriori e necessarie azioni al fine di garantire l’operatività dei tre scali calabresi».

Nelle ultime ore – è spiegato nel documento – «i calabresi sono venuti a conoscenza di una gravissima situazione che riguarda Sacal. Notizie di stampa, infatti, riprendendo le dichiarazioni del neogovernatore Roberto Occhiuto, hanno descritto una circostanza gravissima che, se confermata, sarebbe un atto da stigmatizzare con forza, un affronto all’intera Calabria e alla comunità reggina”. Nello specifico, ciò che viene riferito, “richiama a possibili violazioni e irregolarità nell’ambito delle operazioni per l’aumento di capitale dalla Società di gestione degli aeroporti nel luglio 2021».

«Dalle verifiche eseguite – continua la mozione illustrata da Versace – abbiamo rilevato, dal Registro Pubblico, come la parte dei soci privati abbia superato la soglia del 50% delle azioni e che pertanto detengano un pacchetto azionario di controllo nell’ambito dell’assemblea dei soci.
Circostanza che, da quello che si desume dalle informazioni ad oggi disponibili, è in violazione della vigente concessione fra la Sacal e l’Enac”. Da quanto appreso, sembrerebbe che l’Enac “abbia già contestato tale situazione alla Sacal, giungendo addirittura a denunciare alcune condotte poste in essere dalla governance della società di gestione degli aeroporti calabresi presso la Procura della Repubblica, nonché a ventilare la revoca della concessione vigente con conseguente commissariamento degli Aeroporti calabresi.

«Al riguardo – si legge ancora – è notizia delle ultime ore che l’Enac ha preannunciato a Sacal l’avvio della revoca della concessione per l’aeroporto di Lamezia e una richiesta di maggiori approfondimenti per gli Aeroporti di Reggio Calabria e Crotone, in ragione della diversa procedura di affidamento, nonché la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica con relative segnalazioni ad Anac e Antitrust. Circostanze, queste ultime, che rilevano una situazione gravissima, una pesantissima battuta d’arresto per l’intero sistema aeroportuale calabrese, per la quale risulta quantomai urgente attivare tutte le iniziative necessarie a verificare eventuali responsabilità, sia in termini politici che giudiziari, di ciò che è avvenuto”.

«Appare chiaro – secondo il testo illustrato in aula – come la Città Metropolitana di Reggio Calabria, che da tempo ha manifestato un interesse istituzionale, comunicato anche ufficialmente ed in più occasioni, sull’andamento della Società di gestione degli aeroporti calabresi, al punto da proporre anche formalmente una propria partecipazione nella compagine societaria, prenda atto delle informazioni a mezzo stampa, nonché delle dichiarazioni del Presidente Occhiuto, con particolare apprensione e interesse. E’ utile rilevare, infatti, che l’ipotetico aumento di capitale che ha determinato l’acquisizione di quote da parte di società private, fino a ribaltare in favore di queste ultime l’equilibrio vigente nella compagine societaria, avrà inevitabilmente effetti sulla governance del sistema aeroportuale calabrese del quale anche l’Aeroporto Tito Minniti fa parte”.
“L’aeroporto dello Stretto – spiega la mozione – costituisce ad oggi la principale infrastruttura trasportistica del territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria, principale porta di accesso all’area dello Stretto, nonchè strumento imprescindibile per i collegamenti veloci tra Reggio Calabria e il resto d’Italia e d’Europa. L’aeroporto risulta, infatti, un’infrastruttura strategica per il territorio comunale di Reggio Calabria, nonchè per l’intera area metropolitana e per l’area dello Stretto, non solo in termini turistici, ma anche per ciò che riguarda gli scambi commerciali, le attività professionali di molti cittadini che operano direttamente o intrattengono relazioni fuori dal contesto territoriale, la possibilità di rientro per molti studenti e lavoratori fuori sede nonchè la principale via di trasporto per gli spostamenti motivati da ragioni sanitarie”.

«Sarebbe quindi del tutto incomprensibile – prosegue – la scelta della governance di Sacal di lasciare la guida della società di gestione a società private, che inevitabilmente finirebbero per far prevalere meri calcoli economici all’interesse pubblico nonchè alle attività in grado di generare sviluppo e crescita socioeconomica per il territorio. A tale riguardo, si ritiene urgente e imprescindibile attivare una interlocuzione istituzionale con il Presidente Occhiuto al fine di rappresentare l’intenzione di collaborare con la Regione Calabria con l’obiettivo di verificare il reale stato dell’arte all’interno della società di gestione, individuare eventuali condotte illecite poste in essere nell’interesse di privati nell’ambito della gestione di un servizio pubblico, così da ripristinare legalità ed efficienza di servizio”.
«Inoltre – conclude la mozione – si intende qui richiamare l’interesse già espresso e manifestato formalmente e pubblicamente dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria e dal sindaco Giuseppe Falcomatà, ribadendo la propria disponibilità nel sostenere l’attività della Regione Calabria e degli altri Enti Pubblici coinvolti, anche mediante l’ingresso della stessa Città Metropolitana nel capitale della Sacal”.

La mozione Versace risponde, di fatto, alle necessità emerse dall’intervento del sindaco Giuseppe Falcomatà che, nelle fasi preliminari dei lavori, ha aperto una riflessione proprio sulle recenti dichiarazioni del governatore Roberto Occhiuto ed ha ripercorso i tentativi della Città Metropolitana di entrare in Sacal e salvare l’aeroporto dello Stretto: “Non sono state sufficienti tutte le richieste di interlocuzione e volontà di portare avanti un percorso istituzionale nel reciproco rispetto delle cariche che ognuno di noi ha, del territorio e dei cittadini che rappresentiamo. Siamo stati presi in giro. Non è stato sufficiente istituire task force, incontrare più volte il presidente Cosimo Giulio De Metrio, chiedere l’approvazione del piano industriale senza avere accesso a quei documenti. Abbiamo assistito a conferenze stampa, definite da altri, tecnico-politiche che avevano poco di tecnico, nulla di istituzionale e tanto di politico”.

«Il neo presidente Occhiuto ci dice, oggi, che vuole vederci chiaro – ha detto il sindaco aggiungendo: «Siamo noi per primi a volere andare in fondo a questa situazione che, se fosse confermata, avrebbe delle evidenti e chiare responsabilità politiche».

«Dobbiamo verificare – ha affermato Falcomatà – se ci sono state anche responsabilità giudiziarie perché non è banalmente il problema di una società che diventa a capitale di maggioranza privato rispetto al pubblico; Sacal non è una società qualsiasi, ma la società del trasporto aereo regionale che dovrebbe connettere la Calabria con altri paesi. Per questo è fondamentale comprendere se si siano svendute ai privati le aspettative di cittadini che hanno il diritto di muoversi e non possono farlo. Se, come leggiamo sui giornali, si andrà incontro ad un terremoto all’interno di Sacal, questo andrà a cascata su tutto: sono a rischio i finanziamenti previsti e finanche quelli del Pnrr. Tutto sulla pelle di una comunità. Questo è quello su cui ci dobbiamo interrogare e pretendere che venga chiarito. Dobbiamo interloquire con il neopresidente Occhiuto per capire bene, in un tavolo di confronto, cosa sta succedendo e capire perché si è arrivato a questo e quali sono le responsabilità politiche».

«Se accertate responsabilità – ha concluso il sindaco – bisogna avere la forza di chiedere la revoca della concessione a Sacal da parte di Enac e fare un esposto alla Procura, ad Anac ed all’Antitrust per verificare se siano state violate delle norme del nostro ordinamento e sulla concorrenza. Bisogna arrivare a conoscere quali sono stati i motivi ed i soggetti e cosa abbia portato, per anni, a giocare sulla pelle dei cittadini». (rrc)

REGGIO – Il delegato Fuda incontra il sindaco di Siderno Fragomeni per gestione rifiuti

Il consigliere metropolitano delegato all’Ambiente di Reggio Calabria, Salvatore Fuda, ha incontrato il sindaco di Siderno, Mariateresa Fragomeni, e i dirigenti dell’Ups Rifiuti, Vincenzo De Matteis e del Settore Ambiente Pietro Foti, per discutere della gestione dei rifiuti e le problematiche connesse alla viabilità dei mezzi pesanti all’interno del circuito urbano di Siderno.

A margine del confronto, il consigliere Fuda ha parlato di «un vertice proficuo», durante il quale si sono «affrontate le criticità legate all’impianto di lavorazione di Siderno, compresi i disagi legati al trasporto gommato dei rifiuti nelle aree circostanti alla struttura». 

«È una questione aperta da molti anni – ha spiegato il consigliere metropolitano – rispetto alla quale abbiamo assunto l’impegno di verificare alcune ipotesi tecniche di fattibilità per avviare, immediatamente, i lavori per la realizzazione di un nuovo accesso all’impianto».

«Allo stesso modo – ha aggiunto – abbiamo affrontato il tema del controllo, a livello gestionale, del ciclo di lavorazione all’interno del sito sidernese. In questo caso, l’impegno, come già preannunciato nel corso dell’ultimo Consiglio metropolitano, è quello di avviare, entro la fine del prossimo mese di dicembre, la gara per l’affidamento della gestione dell’impianto in maniera tale da poter assicurare un’organizzazione più efficiente che possa, oltretutto, garantire una diminuzione sostanziale dell’impatto ambientale».

«Si è trattato – ha concluso Salvatore Fuda – di un primo incontro che rappresenta, di fatto, l’avvio di una discussione più ampia da affrontare nelle sedi opportune, coinvolgendo l’intero territorio e le comunità su come ridurre al minimo i disagi nel perimetro più ampio dell’area locridea. Il percorso appena inaugurato e tutte le problematiche, quindi, dovranno essere sostenute in un clima di confronto, anche serrato, ma sempre proiettato ad individuare soluzioni per garantire la soddisfazione dell’interesse generale della comunità». (rrc)

Bando servizio rifiuti, Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso del Comune di Reggio

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Reggio Calabria in merito all’ordinanza del Tar sul bando per la gestione del servizio di raccolta rifiuti nella città di Reggio Calabria, legittimando il Comune a ricorrere all’affidamento provvisorio ad un gestore diverso da quello precedente in attesa della definizione del giudizio di merito davanti al Tar.

Gli uffici sono al lavoro per la verifica di tutte le ipotesi e degli atti necessari e conseguenti che rispettino l’esecuzione della pronuncia del Consiglio di Stato, con l’obiettivo di efficientare anche il servizio di raccolta rifiuti sul territorio comunale nella fase transitoria, in attesa della sentenza di primo grado del Tar. (rrc)

Al Museo del Bergamotto la 2° edizione della Rassegna del Giornalismo Agroalimentare e Agroindustriale Pro Sud

Venerdì 12 novembre, al Museo Nazionale del Bergamotto di Reggio Calabria, è in programma la 2° Rassegna del Giornalismo Agroalimentare e Agroindustriale Pro Sud.

Obiettivo dell’iniziativa, proporre il Sud Italia come teatro di una manifestazione di rilievo nazionale e internazionale, unica nel suo genere, sul mondo dell’agroalimentare, della comunicazione e del giornalismo di settore.

Si parte venerdì 12, alle 10, con il convegno Its Chiave di accesso al mondo del lavoro. A seguire, degustazione di cibo tipico. Alle 20.30, al Ristorante Zefiro, la sfilata Il tipico interpretato dai gioielli del Maestro Gerardo Sacco. A Bagnara, lo chef Antonino Gramuglia, realizzerà un menù degustazione ad hoc (prenotazione obbligatoria al 3469639725).

Sabato 13, alle 17, è prevista la consegna dei Premi per la 2° edizione della rassegna del Giornalismo Agroalimentare-Agroindustriale. A seguire, il convegno La cultura e le tradizioni.

Alle 21, Gusto Sud propone laboratori esperienziali e gastronomici con show cooking coordinato da Apci Calabria e dal suo presidente, Francesco Pucci e alla giornalista Giovanna Pizzi.

Domenic 14, alle 11, incontro con il maestro orafo Gerardo Sacco, che presenterà il suo libro e i suoi gioielli. Alle 13, show cooking coordinato da Apci Calabria e dal presidente Pucci e dalla giornalista Giovanna Pizzi.

Alle 18, la sfilata dei gioielli del Maestro Gerardo Sacco e, a chiudere la manifestazione, lo show cooking coordinato da Apci Calabria e dal presidente Pucci e dalla giornalista Giovanna Pizzi. (rrc)

Al via “Uil Tour 2021” l’iniziativa per accendere i riflettori sulla sicurezza “Zero morti sul lavoro”

Il Uil Tour 2021 fa tappa in Calabria, questo giovedì e venerdì, per accendere i riflettori sulla campagna sulla sicurezza Zero Morti sul Lavoro. L’iniziativa, promossa dal segretario generale Pierpaolo Bombardieri e dalla Segreteria nazionale della Uil, giovedì 11 sarà a Cosenza, mentre venerdì a Reggio Calabria.

“Uil tour 2021” vuole recuperare gli spazi fisici che la pandemia da Covid 19 ci ha tolto, è una rilevante e ulteriore occasione per stare fra le persone, con le persone che sono, da sempre, al centro dell’iniziativa sindacale della Uil, per dialogare con loro, raccogliere le loro problematiche, le loro preoccupazioni e costruire insieme le soluzioni più giuste, per far conoscere loro l’azione Sindacale quotidiana della Uil, le nostre politiche sindacali, i nostri servizi, per rilanciare la campagna “Zero Morti sul Lavoro”, la piattaforma “Terzo Millennio” e l’App Uil Calabria.

«Quando il truck Uil si aprirà alle piazze – si legge in una nota – verrà data vita a due giorni di discussione ed approfondimento, con tavole rotonde sui temi di attualità per la Calabria, (come il Piano nazionale di ripresa e resilienza, i fondi Por, lo sviluppo sostenibile o le politiche di sostegno alle start up), affrontati con personalità di primo piano del mondo politico, istituzionale e produttivo regionale. Ma non solo. Il dibattito sarà alimentato dalle idee del Segretario Generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, del Segretario Organizzativo Emanuele Ronzoni e del Segretario Confederale, Domenico Proietti».

Un confronto che verrà preso a sintesi per formulare delle proposte innovative da portare al tavolo della discussione con chi gestisce la cosa pubblica regionale e nazionale.

Le due tappe calabresi dello “Uil Tour 2021”, poi, saranno l’occasione per rilanciare il dialogo con le scuole della Calabria, con le studentesse e gli studenti calabresi che, a Cosenza ed a Reggio Calabria, saranno i protagonisti della discussione, saranno loro a stimolare il dibattito, a mettere sul tavolo le loro idee e le loro aspettative per ridisegnare il futuro della Calabria.

A loro, ancora, sarà dedicata dalla Uil Calabria una borsa di studio che, inserendo nei loro piani didattici il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, punterà a sostenere il loro percorso formativo ed educativo. L’obiettivo che il Sindacato si pone, infine, è quello di coinvolgere tutti nel progetto di una nuova Calabria più moderna, più inclusiva, meno diseguale, una regione in cui nessuno deve essere dimenticato.

Nella tappa di Cosenza, a Corso Mazzini, si parte con i saluti istituzionali, a cui seguirà l’apertura dei lavori con l’Orchestra Sinfonica dell’IS Lucrezia della Vale. Alle 10, la tavola rotonda Zero morti sul lavoro. Intervengono Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo Uil, Giovan Battista Perciaccante, presidente Ance Calabria e Cosenza, e Giuseppe Grandinetti, ispettorato del Lavoro Cosenza. Modera la giornalista Isabella Roccamo.

A seguire, la presentazione della piattaforma Terzo Millennio e, alle 15, Paolo Cretella presenta l’App Uil Calabria.

Alle 15.30, la tavola rotonda Pnrr: Crescita e lavoro in Calabria. Ne discutono Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo Uil, Domenico Proietti, segretario confederale UIl. Dalila Nesci, sottosegretaria per il Sud, Franz Caruso, sindaco di Cosenza, e Giusy Princi, vicepresidente Regione Calabria. Modera il giornalista Massimo Clausi.

A chiudere la giornata cosentina, alle 17, la presentazione dell’opera grafica del Maestro Saladino, ispirata alla campagna Zero Morti sul Lavoro.

Nella tappa di Reggio Calabria, apertura dei lavori a cura dell’Orchestra Polifonica del Liceo Musicale “Tommaso Gulli”. A seguire, tavola rotonda Zero morti sul lavoro. Intervengono Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo Uil, un rappresentante di Confindustria Calabria, Giuseppe Patania, dir. ispettorato del Lavoro Calabria, e Carlo Metelli, comandante provincialeVVF Reggio Calabria. Modera la giornalista Francesca Laurendi.

A seguire, la presentazione di iTerzo Millennio e dell’App Uil Calabria.

Alle 15.30, la tavola rotonda Università, ricerca, innovazione. Intervengono Attilio Bombardieri, segretario generale Uil Rua, Antonino Tramontana, presidente Camera di Commercio di Reggio Calabria, Antonino De Masi, imprenditore e Domenico Nicolò, prof. Università Mediterranea di Reggio. Modera il giornalista Giorgio Neri.

Infine, nel corso della due giorni, sarà presentato il Concorso d’idee rivolto agli istituti superiori che partecipano all’iniziativa. I migliori elaborati saranno premiati con due borse di studio. (rrm)