L’OPINIONE / Pasquale Amato: l’agonia di Reggio Calabria

di PASQUALE AMATO – Io non credo in questa Calabria. L’unica salvezza per Reggio è la Città Metropolitana. Se continuiamo a illuderci di poter contare sulla Calabria, la Calabria ci distruggerà: noi non siamo amati dal resto della regione. La mia non è un’affermazione campata in aria. È suffragata da fatti che si susseguono giornalmente. Ieri abbiamo saputo che che il GOM rischia perché ridotto ai minimi termini.

L’ospedale di Catanzaro ha 700 dipendenti in più del GOM, ha 150 posti letto più del GOM, ha 15 ambulanze contro 2 del GOM. Eppure serve la metà di abitanti rispetto a Reggio. Che senso ha parlare di “Primavera della Calabria” in queste condizioni? Quello di illuderci di quanto gli altri dicono a parole facendo poi il contrario? Facendo cioè in tutti i settori bieco campanilismo nei fatti e accusando di campanilismo noi ogni volta che non ci stiamo a farci sottomettere?

Questa mistificazione si ripete dal 1970 ed è irreversibile. Lo dimostra il caso eclatante dell’Aeroporto. Ecco perché io voglio sentire i candidati reggini al Consiglio che si battono in nome di Reggio e non di quella Calabria che opprime e deruba Reggio da 51 anni. (pa)

REGGIO – La prima edizione del Festival della Scienza ‘Cosmos’

Dal 24 al 26 settembre, a Reggio, è in programma la prima edizione del Festival della Scienza Cosmos, promossa e sostenuta dalla Città metropolitana, nell’ambito della manifestazione nazionale che si svolge in tutta Italia.

Una tre giorni che prenderà il via con i percorsi scientifici e i laboratori aperti “Cosmos Experience” che avranno luogo venerdì e sabato tra il Castello Aragonese, Piazza Italia, Planetario Pythagoras, Museo Archeologico Nazionale e Palazzo “Corrado Alvaro” sede della Città metropolitana di Reggio Calabria che è anche l’ente promotore dell’evento. Domenica 26 settembre alle ore 17.30, chiusura della manifestazione con la cerimonia di conferimento del premio “Cosmos” ospitata nell’Aula magna “Italo Falcomatà” del Dipartimento di Ingegneria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Il Premio Cosmos nasce dall’iniziativa di un gruppo di scienziati e scienziate italiani di fama internazionale in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, la Città metropolitana di Reggio Calabria, la Società Astronomica Italiana e il Planetario Pythagoras di Reggio Calabria.

«Si tratta – hanno spiegato in una nota il sindaco metropolitano, Giuseppe Falcomatà, e i consiglieri delegati di Palazzo Alvaro, Filippo Quartuccio e Carmelo Versace – di un evento prestigioso e di grande spessore culturale che conferma e ribadisce il ruolo centrale di Reggio Calabria e dell’intero territorio metropolitano, nel quadro dei più importanti circuiti didattici e formativi nazionali, in particolare di ambito scientifico».

«La Città metropolitana – prosegue la nota – ha voluto sostenere fortemente e in modo concreto questa bellissima manifestazione, nella consapevolezza che tali eventi rappresentino un valore aggiunto rispetto alle iniziative e alle politiche in materia di promozione della cultura scientifica che il nostro ente sta portando avanti in stretta sinergia con la scuola, l’università, i centri di ricerca e naturalmente il Planetario. Proprio il Pythagoras infatti, grazie anche alla sapiente e appassionata guida della professoressa Angela Misiano, rappresenta ormai un solido punto di riferimento e un presidio culturale di grande capacità attrattiva all’interno del mondo scientifico nazionale ed europeo».

«Per Reggio Calabria – conclude la nota – sarà anche una straordinaria occasione per rilanciare e mettere in luce luoghi e sedi di pregio architettonico, artistico e culturale attraverso un programma ricco di incontri, laboratori, spettacoli e conferenze che metteranno la scienza al centro di un percorso divulgativo coinvolgente e innovativo che vedrà i giovani quali artefici e al tempo stesso protagonisti delle numerose iniziative previste». (rrc)

REGGIO – Giornate Europee del Patrimonio, le iniziative previste

Questo weekend, si celebrano le Giornate Europee del Patrimonio, la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa, e, per l’occasione, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio, ha aderito la manifestazione con iniziative organizzate insieme alla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e provincia di Vibo Valentia e la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria, attuate e coordinate dal Servizio Tutela e valorizzazione del Patrimonio Culturale del Settore Cultura del Comune. 

La Villetta de Nava, sabato 25 settembre dalle 9.00 alle 13.00 sarà aperta al pubblico dal personale della Biblioteca De Nava in collaborazione con la Soprintendenza archivistica al fine di valorizzare l’importantissimo e pregevole patrimonio bibliografico conservato presso la Biblioteca comunale “Pietro De Nava” di Reggio Calabria e con l’intento di farlo conoscere alla cittadinanza 

Il Castello Aragonese sabato 25 settembre dalle 10.00 alle 13.00 ospiterà i percorsi scientifici e i laboratori aperti Cosmos Experience all’interno della prima edizione di Cosmos, il Festival nazionale della Scienza promosso dalla Città Metropolitana. Inoltre, effettuerà un’apertura straordinaria fino alle 21.00 sia sabato 25 che domenica 26 a cura del personale del Castello Aragonese.

Presso la Pinacoteca Civica, oltre l’enorme patrimonio esposto, sarà possibile visitare la mostra Umberto Boccioni. Un percorso, sia sabato 25 che domenica 26, dalle 18.00 alle 21.00, a cura del personale della Pinacoteca Civica.

Sarà, inoltre, effettuata un’apertura straordinaria sia sabato che domenica dalle ore 8.30 alle 12.30 e dalle 18.00 alle 21.00 delle aree archeologiche: Mura greche e terme Romane del Lungomare e dalle ore 18.00 alle 21.00 dell’Odeon di via XXIV Maggio. 

Le aperture saranno a cura del personale della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e provincia di Vibo Valentia, del personale dell’ufficio Aree Archeologiche del Comune e dei volontari dell’Associazione Inside. (rrc)

 

L’OPINIONE/ Francesco Arillotta: È tempo di stendere la coltre dell’oblio sul “Progetto Vitetta”

di FRANCESCO ARILlOTTADa due circostanziati ‘servizi’ apparsi sulla stampa (quando avremo comunicati ufficiali?), si è appreso che il Segretariato Regionale per la Calabria del Mibac e la Soprintendenza Abap, a seguito di non meglio precisate “prescrizioni” “pregnanti”, avrebbero incaricato un Gruppo Tecnico, interno alla Soprintendenza stessa, di rielaborare il cosiddetto Progetto Vitetta, riguardante l’ormai molto noto intervento sulla storica Piazza Giuseppe de Nava di Reggio Calabria.

Il tutto, sembra, allo scopo di garantire il mantenimento della sua ‘identità’ (forse si sono letta l’ordinanza sovrintendentizia del 2007). Una prima osservazione: se ciò rispondesse a verità – e la serietà professionale dell’articolista lo garantisce – gli organi statali sopra indicati, promotori e sostenitori di quel progetto, avrebbero finalmente riconosciuto che esso non garantiva la tutela della preziosa ‘identità’ della Piazza, per come da sempre sostenuto da chi, come noi, avversa quel progetto, e avrebbero deciso di intervenire, accogliendo, implicitamente, le contestazioni piovute   loro addosso da tutte le parti. Seconda osservazione: quali sono le fonti ed i contenuti di queste prescrizioni addirittura “pregnanti” (sic)?

Chi scrive, nella qualità di Presidente dell’Associazione “Amici del Museo di Reggio Calabria”, ha chiesto formalmente agli organismi interessati, ai sensi dell’art. 9 della legge 241\90, in quanto “associazione portatrice di interessi diffusi ”, di essere opportunamente e doverosamente informato; ma, ad oggi, nessuna risposta è pervenuta.

Sempre dai “servizi” in questione, queste modifiche consisterebbero nel fatto che le due fontane marmoree a conchiglia che ornano i lati del gruppo monumentale dedicato al fu ministro Giuseppe de Nava, che nel progetto venivano, incomprensibilmente eliminate e sostituite con due vaschette buone per i pediluvi dei turisti accaldati, resterebbero al loro posto. Ed anche il monumento non verrebbe spostato. Pure questo è un adeguarsi alle proteste sollevate da ogni dove.

Però, sembra che ciò fatto, il resto del progetto resterebbe integro. Infatti, si parla di smontaggio dei pilastrini in pietra locale, che, insieme alle balaustre tubolari, costituiscono la caratteristica artistica della piazza e la sua datazione stilistica. Verrebbe rifatta la pavimentazione, sostituiti gli attuali lampioni e data una  una rimodulazione alla flora esistente. In più si procederebbe alla eliminazione del manto di asfalto sulle quattro brevi strade che circondano la piazza. 

Ultima osservazione: ma veramente, per smontare 29 pilastrini, per mandare in discarica 36 tubi metallici, per  cambiare 250-300 metri quadrati di pavimento, per sostituire una dozzina di alberi, per asportare poco più di 200 metri lineari di asfalto (con grande sollazzo degli automobilisti reggini, che male direbbero in eterno l’autore di una così brillante idea!), per cambiare quattro lampioni, si dovrebbero impegnare 5 milioni di euro, cioè 10 miliardi delle vecchie lire? Ci sarebbe di che far intervenire la Corte dei Conti. Oppure c’è qualcosa del Progetto Vitetta (ancora lo spianamento totale della piazza) che in questa fase si preferisce non far emergere?

Cosa possono significare questi ballon d’essai, che sembrano lanciati per tenere buona l’opinione pubblica reggina? Potrebbero essere segnale di un disagio che il Segretariato Regionale e la Soprintendenza Abap (incarichi che, per una grave anomalia funzionale, coincidono nella stessa persona) avvertono? Forse ci si rende conto di essersi cacciati in un ginepraio, dal quale non si sa come uscire senza perdere la faccia? Pur “in modo rispettoso di ruoli e competenze”, come dice il mio amico Enzo Vitale di Fondazione Mediterranea, potremmo suggerire, a chi tocca, di rifarsi ai saggi, antichi comportamenti della Curia Romana, la quale, nei secoli andati, risolveva problemi di questo genere facendo scendere sulla spinosa vicenda la cortina del silenzio, stendendo una spessa coltre di oblio sul tutto.

Nel 2013, Reggio Calabria fu agitata dall’ipotesi del cosiddetto Progetto Di Battista, elaborato manco a dirlo dal Segretariato Regionale per la Calabria, che prevedeva un scavo profondo 12 metri su tutto il fronte del palazzo del Museo Nazionale, 103 trivellazioni in piena area archeologica e 3 cabine di sollevamento ascensori alte 4 metri sul marciapiede antistante proprio Piazza de Nava (che all’epoca, evidentemente, il Segretariato Regionale per la Calabria non considerava “l’anticamera del Museo”, come proclama ad alta voce oggi…).

Questa Associazione chiamò a raccolta tutte le forze culturali della città, per una decisa opposizione a tanto delirante scempio. Seguirono momenti di grande impegno civico ed alla fine, sulla base anche di un mio dossier articolato e documentato predisposto su incarico del Presidente, prof. Vincenzo Panuccio, il Ministero dei Beni e delle Attività culturali decise che non si procedesse ad ulteriori fasi di realizzazione del progetto stesso. E così la pace tornò in città, l’area Nord del centro urbano non venne rovinata, così come si vorrebbe fare oggi e, quasi nessuno ricorda più il pericolo che la Città aveva corso. Non ci sono altre soluzioni, più o meno pasticciate: la Città non lo sopporterebbe. Bisogna accantonare definitivamente il Progetto Vitetta; che non se ne parli più!

Passato tutto nel dimenticatoio, si potrà fare una seria valutazione di come utilizzare le somme disponibili (in proposito, va ricordato che lo stanziamento iniziale legato al “Progetto Di Battista”, di cui la somma investita nel Progetto Vitetta è derivazione, era di 10 milioni di euro; con quali criteri, e per quali interventi sono stati utilizzati i primi 5 milioni?), per arricchire e meglio valorizzare il patrimonio archeologico di Reggio Calabria. (fa)

REGGIO – Il primo evento all’UniDa per i 700 anni dalla morte di Dante

Domani, venerdì 17 settembre, a Reggio, alle 16.30, nell’Aula Magna G. Reale, il primo incontro organizzato dall’Università per Stranieri “Dante Alighieri” per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.

Si parte con la consegna di due borse di studio, erogate dal Rotary Club Reggio Calabria Sud – Parallelo 38, a due studenti stranieri del Corso di Diploma di Alta Formazione Docenti, con presentazione degli elaborati su argomenti inerenti alla figura di Dante Alighieri.

A seguire, una lettura del canto XXXIII del Paradiso del prof. Antonio D’Elia.

L’incontro avverrà in presenza (nel rispetto della normativa vigente anti-Covid). (rrc)

Reggio è pronta ad accogliere e festeggiare la sua Patrona, la Madonna della Consolazione

È tutto pronto, a Reggio, per la Festa della Madonna della Consolazione, patrona della città. Quest’anno, a causa della pandemia, non ci potrà essere la consueta processione e, per questo, l’Arcidiocesi ha pensato di proporre una modalità diversa, affidando la Sacra Effige a un bus dell’Atam, debitamente allestito, che trasporterà il quadro dall’Eremo al Duomo.

«Teniamo a sottolineare – si legge in una nota – il rispetto delle normative Covid, sia per quanto riguarda la veglia che le visite all’Eremo e al Duomo dove vi sono limitazioni numeriche alle presenze, sia per ciò che riguarda il trasporto della Quadro della Madonna della Consolazione».

Il programma

A rendere noto il programma dei festeggiamenti, l’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova: il primo atto che segna l’inizio del tempo della festa sarà la sostituzione delle corone apposte sul Quadro della Madonna della Consolazione, avvenuto nella giornata di venerdì, offerte in segno di devozione dal popolo reggino nel 1936.

Dopo la sostituzione delle corone, il Quadro della Madonna della Consolazione sarà ricollocato nella pala d’altare dell’Eremo. Nel pomeriggio di venerdì sarà celebrata l’eucaristia alle ore 17.30 e alle ore 19.30. Alle 21.30 si svolgerà la veglia di preghiera presieduta dall’arcivescovo Fortunato Morrone.  La veglia sarà trasmessa in streaming da Avvenire di Calabria (link: https://bit.ly/3zXdemU) e in diretta da Rtv.

Sabato 11 settembre è il giorno della discesa del Quadro in Duomo.

Alle 5.30 è prevista l’apertura della Basilica dell’Eremo, alle 6.00 la preghiera del Rosario e alle 6.30 la celebrazione della Santa Messa che precede la partenza del Quadro della Madonna della Consolazione. Potranno entrare all’Eremo soltanto 150 persone a causa delle restrizioni anti-covid.

Una volta raggiunto questo numero, le Forze dell’Ordine impediranno l’accesso alla zona dell’Eremo già a partire dall’Ortopedico. «Conviene, per la salvaguardia della salute di tutti – si legge in una nota – seguire questi momenti di preghiera in diretta streaming sul profilo Facebook di Avvenire di Calabria (link: https://bit.ly/3zXdemU, accessibile anche a chi non ha un profilo Facebook) e in diretta su Rtv».

Sabato mattina il Duomo sarà aperto fin dalle 7.30 e si attenderà l’arrivo della Patrona in preghiera, potranno entrare 450 persone fino alle ore 8. L’Effige della Vergine sarà accolta davanti al portale del Duomo dall’arcivescovo Morrone e dal Capitolo metropolitano.

Una volta accolto il Quadro si procederà verso l’altare: davanti al Quadro, accompagnato dai padri Cappuccini e da alcuni portatori, ci sarà l’arcivescovo e il Capitolo. Arrivati sul presbiterio, davanti all’altare, il Quadro sarà consegnato dai padri Cappuccini all’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova. Il padre provinciale, Pietro Ammendola, terrà un discorso. Subito dopo il Quadro sarà collocato nell’abituale cornice posta nell’abside del Duomo, dove resterà fino alla domenica di Cristo Re, il 21 novembre. Una volta sistemato il Quadro, avrà inizio un momento di preghiera presieduto dall’arcivescovo Morrone.

Dopo la conclusione del momento di preghiera presieduto dall’arcivescovo, sarà lasciato spazio all’omaggio personale dei fedeli che potranno sostare in preghiera davanti al Quadro. Le procedure di accesso alla Cattedrale saranno le stesse dello scorso anno, in pieno rispetto delle norme anti-covid. Alle 12.30 la Cattedrale chiuderà, per poi riaprire alle 15.30.

Anche nel pomeriggio di sabato, a partire dalle 15.30 sarà possibile entrare in Duomo per sostare in preghiera. Alle 17 avrà luogo la celebrazione eucaristica animata dalla sezione locale dell’Unitalsi e alle 19 la Santa Messa presieduta dall’arcivescovo emerito di Reggio Calabria – Bova, Giuseppe Fiorini Morosini. Dopo le messe sarà possibile recarsi in Duomo per sostare in preghiera davanti al Quadro fino alle 21.30, orario di chiusura della Cattedrale.

Domenica 12 settembre la Cattedrale aprirà alle ore 7. Dopo le messe delle 7.30 e delle 9, l’arcivescovo Morrone presiederà la Celebrazione eucaristica delle ore 11. Nel pomeriggio, altri due arcivescovi presiederanno la Santa Messa. Alle 17 celebrerà l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, il reggino monsignor Santo Marcianò. Alle 19 sarà l’arcivescovo emerito monsignor Vittorio Luigi Mondello ad officiare la Messa.

Lunedì 13 settembre le sante messe saranno celebrate alle ore 7.30, 8.30, 9.30 e 10.30. Alle 18 è prevista la celebrazione dei primi vespri della Solennità di Maria, Madre della Consolazione. A seguire si svolgerà la consueta rassegna dei canti mariani.

Martedì 14 settembre è il giorno della Solennità di Maria, Madre della Consolazione. La cattedrale aprirà alle ore 6.30 e alle 7 e alle 8.00 sarà celebrata la Santa Messa.

Alle 10 è previsto l’offerta del cero votivo da parte della civica amministrazione e la Solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo, durante la quale monsignor Morrone riceverà il Pallio per mano del Nunzio Apostolico in Italia, l’arcivescovo Emil Paul Tscherring(rrc)

Blocco ricoveri al Gom: Falcomatà una sciagura che si poteva evitare

Nuova situazione d’emergenza al GOM Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria dove sono stati bloccati i ricoveri di pazienti infettati da covid: chi ha bisognodi un ricovero viene dirotattto a Catanzaro. Una situazione eplosiva e insostenibile. «Una sciagura che si doveva evitare» ha commentato il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà parlando del grave e delicato momento di crisi che sta attraversando il nosonocomio della Città Metropolitana.

«Se l’organizzazione va in tilt – avverte il primo cittadino – bisogna individuarne le cause ed intervenire subito, superando i disagi legati alla carenza di personale che, a questo punto, vanno soltanto ad aggiungersi ad un problema già di per sé grandissimo. Probabilmente, si poteva e si doveva gestire meglio una situazione che rischia di assumere contorni preoccupanti di fronte all’avanzare di una possibile terza ondata pandemica. I contagi sono in aumento, l’indice delle vaccinazioni stenta a decollare ed il virus è fortemente presente in mezzo a noi: l’orlo del precipizio è davvero ad un passo e l’intero territorio metropolitano, di fronte ad uno scenario critico, appare troppo fragile e vulnerabile».

«La carenza di personale – aggiunge Falcomatà – peraltro lamentata da tutte le aziende sanitarie calabresi, non può essere una scusa dietro cui celare errori, ritardi ed inadeguatezze. Di cosa hanno parlato i vertici dell’azienda nella recente visita del Sottosegretario alla Salute? Si assiste ad uno scivolamento verso il basso dei livelli di servizio e di cura inaccettabile presso una struttura strategica come il Grande Ospedale Metropolitano. E cosi – aggiunge il sindaco – mentre va in tilt il sistema emergenziale di cura dei malati di covid, si registra una grave difficoltà nella garanzia dei Lea per le patologie ordinarie che, anche in questo periodo emergenziale, non vanno certo in vacanza. Su queste questioni è inammissibile dovere riscontrare una sottovalutazione preoccupante del dramma in cui versa la sanità reggina».

«Le responsabilità – continua Falcomatà – vanno certamente ricercate in un sistema che andava preparato ad affrontare ogni possibile recrudescenza del virus. La “zona bianca”, infatti, serve a poco se non si hanno a disposizione posti letto e si è costretti a trasferire altrove i poveri malati. Più di qualcosa, evidentemente, non ha funzionato per come avrebbe dovuto ed occorre intervenire subito ed accertare le responsabilità in tutte le sedi».

«L’appello – conclude il sindaco metropolitano – lo rivolgo ad ogni livello della Sanità calabrese, dal commissario straordinario fino al management dell’Azienda ospedaliera e territoriale. Chiederemo una riunione urgente per affrontare questa ennesima situazione emergenziale, coinvolgendo anche i vertici ministeriali e commissariali della sanità calabrese chiedendo che si accertino le reali cause di questa incredibile situazione. Si recuperi il tempo perduto e si metta i reggini nelle condizioni di poter contare su un sistema ospedaliero efficiente e, soprattutto, pronto ad affrontare ogni tipo di evoluzione del Covid. Tutto questo è quanto mai necessario affinché non sia passato invano l’ultimo anno e mezzo scandito da sofferenze ed immani tragedie». (rrc)

L’OPINIONE/ Pasquale Imbalzano: Sui lavori a Piazza De Nava un silenzio assordante dalla Soprintendenza

di PASQUALE IMBALZANO – Il dibattito che si è sviluppato nella pubblica opinione cittadina, intorno ai lavori di restauro della storica Piazza De Nava, sita in uno degli angoli suggestivi  della Città dello Stretto, e che vede confrontarsi, da un lato, i sostenitori (a dire il vero pochi) della completa demolizione e quasi integrale mutilazione del complesso statuario e, dall’altro, chi ha invece espresso l’esigenza di ristrutturare l’agorà conservandone il patrimonio storico e tutelando i canoni estetici a cui è ispirata, ci stimola, oggi, ad assumere una posizione netta rispetto alla necessità di difendere, per come espresso da larga parte della cittadinanza, questo angolo monumentale di Città, provvedendo ad un restauro che attualizzi il contesto senza cancellare la memoria storica e conservandone i medesimi  canoni estetici del luogo.

In questo senso, il dibattito  sui social media che vede, nel reciproco rispetto delle divergenti opinioni, una maggioranza schiacciante di cittadini a favore dell’intervento di natura conservativa della monumentale agorà De Nava, già di per sé deve indurre la Soprintendenza della Calabria ad assumere un atteggiamento dialogante verso tutti coloro che hanno a cuore l’idea del miglioramento delle condizioni di fruibilità del luogo, senza intaccarne gli aspetti di memoria storica ed estetica di cui esprime validissima testimonianza.

Tuttavia, lascia a dir poco perplessi assistere ad un atteggiamento di pregiudiziale silenzio da parte di questa articolazione territoriale del Mibact, rispetto al sentimento in larghissima parte espresso dalla cittadinanza, atteso che, se è vero come è vero che nel recente passato altre importanti infrastrutture pubbliche della Città sono state fatte oggetto di interventi della Soprintendenza di tutela storica (vedi lo stop al progetto esecutivo di ristrutturazione con demolizione del manufatto in c.a. del Lido Comunale Genovese Zerbi), non si comprende il motivo per il quale quello stesso criterio non possa serenamente essere applicato al progetto di restauro del luogo, modificando il progetto preliminare esistente e conservando l’originaria impronta artistica della Piazza.

Non vorremmo che insista sul tema dell’acclarato rifiuto al dialogo di cui abbiamo appresso nei giorni scorsi, da parte della Soprintendenza, con i sodalizi aventi finalità sociali e la cittadinanza tutta, il prevalere di interessi eminentemente economici che rischierebbero di svilire il senso di appartenenza del civis, rispetto al contesto in cui vive per riflesso dell’imposizione di un progetto e di una realizzazione che, di restauro, non contiene nulla e che lo allontanerebbe da quel luogo, sortendo l’effetto opposto.

Orbene, proprio per non alimentare malevoli deduzioni tra i cittadini e per smentire il noto brocardo politico di andreottiana memoria “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, compito della Soprintendenza è quello di riprendere il cammino del confronto con i sodalizi e la comunità cittadina che hanno a cuore la bellezza di quel luogo, al fine di giungere ad una soluzione architettonica di restauro che soddisfi quel sentimento di conservazione democraticamente espresso. (rrc)

[Pasquale Imbalzano è dirigente e esponente politico di Coraggio Italia]

A Reggio consegnato il Premio “Bergamotto di Reggio Calabria”

Nella splendida cornice della terrazza del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, è stato consegnato il prestigioso Premio Bergamotto di Reggio Calabria, giunto alla seconda edizione, a Francesco Crispo, Marcello Cortese e Antonia Nato.

Istituito dal Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria, guidato dal prof. Pasquale Amato, il riconoscimento è assegnato, ogni anno, a chi abbia contribuito, con azioni e/opere alla promozione, diffusione e salvaguardia della corretta denominazione di Bergamotto di Reggio Calabria, «senza se, senza ma, senza alibi, senza omissioni. Per coerenza con l’obiettivo primario di valorizzazione del prodotto identitario, il Premio è un manufatto realizzato artigianalmente dall’artista reggino Enzo Barbaro, con legno di bergamotto di Reggio Calabria».

Una serata emozionante, dunque, che si è svolta nell’ambito dell’evento V Incontro tra il Bergamotto di Reggio Calabria e i Bronzi di Riace, due eccellenze mondiali di Reggio Metropolitana, organizzata dal MArRC in collaborazione con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, che si è aperta con i saluti di Carmelo Malacrino, direttore del MArRC e Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis Calabria. Presenti anche l’artista Enzo Barbaro e Martina De Lorenzo, miss Sorriso Calabria e candidata alle Finali Nazionali di Miss Italia.

Il V Premio Bergamotto di Reggio Calabria

Ad arricchire l’evento, una conversazione sui Bronzi di Riace e sul Bergamotto di Reggio Calabria a cura del prof. Amato, e da un dipinto, realizzato durante la serata, dal pittore Alessandro Allegra, raffigurante il bergamotto di Reggio Calabria, rappresentando il mare e l’acqua, alla base, il frutto e le fragranze della nostra terra, il succo e gli oli essenziali che costituiscono l’oro verde del territorio.

Il V Premio Bergamotto di Reggio Calabria

I premiati

Francesco Crispo, storico dirigente ed esperto del Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria; Marcello Cortese, titolare dell’Azienda Giò Profumi che ha al suo attivo una linea ininterrotta di prodotti “al Bergamotto di Reggio Calabria” senza omissioni; Antonia Nato, protagonista dell’idea originale del B&B “Profumo di Bergamotto di Reggio Calabria”.

«Lusingata ed onorata d’aver ricevuto il Premio “Bergamotto di Reggio Calabria” – ha dichiarato Antonia Nato –. Ringrazio il Direttore del museo, nella persona del dott.Carmelo Malacrino, per averci ospitato sulla splendida terrazza del museo di Reggio Calabria, Il Professore Pasquale Amato e tutto il comitato per il Premio” Bergamotto di Reggio Calabria”, ed un particolare ringraziamento all’ex direttore del Consorzio del Bergamotto nella persona del Dottor Crispo, anche lui insignito di questo premio, per avermi supportato con la sua disponibilità ed i suoi consigli».
Le artistiche creazioni di Enzino Barbaro
Il Premio Bergamotto di Reggio Calabria: le artistiche creazioni di Enzino Barbaro
«E ringrazio inoltre – ha concluso – gli artisti che hanno realizzato a mano, da un tronco di Bergamotto, un vaso graditissimo da esibire nel mio Bedandbreakfast Profumo di Bergamotto di Reggio Calabria».

 

«Il Bergamotto di Reggio Calabria e i Bronzi di Riace sono due eccellenze mondiali che la Città Metropolitana può vantare. E il loro accostamento come beni identitari è stata una intuizione felice condivisa con il direttore Malacrino», ha dichiarato il professore Amato.

«Il “principe mondiale degli agrumi” – ha aggiunto – al cui Olio Essenziale è stato riconosciuto nel 2001 dall’Unione Europea il marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta), ha da secoli la sua area di produzione ottimale nella fascia costiera reggina che va dalla mitica Scilla a Monasterace. Le condizioni microclimatiche e di ventilazione e le caratteristiche del terreno fanno sì che attecchisca e si sviluppi florido soltanto in quest’area. Quindi è molto più di un prodotto tipico regionale, come sovente viene presentato. È un prodotto unico del Made in Italy nel mondo».

«La Calabria è conosciuta nel mondo per i suoi beni identitari – ha detto Malacrino – tra questi soprattutto i Bronzi di Riace e il Bergamotto di Reggio. Quest’ultimo è chiamato “l’oro verde” perché costituisce una ricchezza del territorio nei diversi usi che se ne fanno nel mondo: nell’alimentazione, nell’industria agro-alimentare e dolciaria, nei prodotti per la cosmesi e di profumeria».

«Di solito preferisco l’autocritica agli auto-complimenti – ha concluso Amato –. Tuttavia, é arduo negare che quella vissuta sabato sera 28 agosto, nella terrazza del Museo, é stata una “magnifica serata”. Una serata dell’orgoglio reggino. Densa di emozioni. Ricca e palpitante di senso di appartenenza a Reggio Città Metropolitana e alle sue Eccellenze Mondiali. Grazie mille a tutti». (rrc)

 

REGGIO, PROMESSE FASULLE DELLA SACAL
ALL’AEROPORTO SERVE ALTRA GESTIONE

di SANTO STRATI – Ultima chiamata per l’Aeroporto dello Stretto: finalmente Comune e Città Metropolitana di Reggio hanno deciso di rompere gli indugi e cessata definitivamente ogni interlocuzione con la Sacal, la società di gestione dei tre aeroporti calabresi, la Task Force istituita dal Sindaco Giuseppe Falcomatà sta guidando iniziative che lasciano intravvedere un po’ di luce, dopo tanto buio: costituire una nuova società di gestione e chiedere di ottenere in subconcessione dall’ENAC lo scalo reggino, in deroga alla concessione Sacal.

Senza rischiare di sembrare troppo ottimisti, l’indignazione popolare che cresce ogni giorno di più a Reggio e vede il coinvolgimento di quasi tutte le parti politiche, superando le divergenze di appartenenza, è un buon segnale. La Sacal ha, indubbiamente, operato male nei confronti dell’Aeroporto dello Stretto (ma anche verso quello di Crotone) ed è ora di pensare a una nuova società di gestione. A parole sembra facile, ma sono molti gli impedimenti che sconsigliano un’azione di revoca della concessione trentennale (estesa, causa covid, a 32 anni) che la Sacal ha ottenuto nel 2016. Le stesse ultime dichiarazioni del presidente Giulio De Metrio hanno lasciato largamente perplessi. Il capo della Sacal ha parlato di un milione di passeggeri da prevedere per lo scalo reggino, ovvero 2740 imbarchi/sbarchi al giorno: con quali aerei? con quali vettori? Quando, a oggi, i voli hanno un costo di biglietti a valore transoceanico e orari che penalizzano il traffico. Il volo del mattino per Roma con il rientro alla sera era comodissimo: oltre 200mila passeggeri nel 2019, prima della pandemia, oggi è quasi deserto perché costringe a pernottare o a Roma o a Reggio. Ci vogliono circa 300 euro per un volo Reggio-Roma, mentre un Lamezia-Roma costa anche solo 26 euro: qualcuno dovrebbe spiegare qual è il criterio che assegna orari e tariffe per lo scalo reggino, se non quello di scoraggiarne l’utilizzo a favore di Lamezia.

Del resto, sono anni che il Movimento per l’Aeroporto di Reggio, guidato appassionatamente dal prof. Pasquale Amato e dall’ing. Domenico Gattuso, denuncia il tentativo costante di abbandono dello scalo e, a fronte della proposta di Falcomatà di Consigli “aperti”, suggeriscono di fare prima la costituzione della società che dovrebbe proporsi per una gestione autonoma dello scalo.

L’avv. Salvatore Chindemi, messo a capo della Task Force e braccio operativo del sindaco in questa spinosa vicenda, ha le idee chiare in proposito. «Nessuno dica di uscire dalla Sacal: né la Città di Reggio né il Comune hanno quote della società, quindi è un’affermazione sciocca. Semmai si tratta di individuare un percorso di altro genere per arrivare a gestire in autonomia l’aeroporto, quello di una concessione in deroga, ovvero una subconcessione per la gestione dello scalo dello Stretto».

Si consideri che i due scali di Crotone e Reggio non sono mai risultati, apparentemente, strategici per la Sacal e, a pensar male, si deve dedurre che l’obiettivo (mascherato e non dichiarato) è quello di chiudere i due aeroporti e concentrare, attraverso il collegamento mediante pullman, tutto il traffico aereo della regione su Lamezia. Col risultato – evidente – di incrementare il traffico sullo scalo lametino e, allo stesso tempo, azzerare i costi di gestione di due scali “inutili” (via i dipendenti, via la manutenzione, via gli oneri di decollo/atterraggio, etc).

Per questo da più parti si chiede insistentemente la revoca della concessione. Un’operazione a risultato sicuramente negativo, da evitare assolutamente per una serie di ragioni: il contratto di Sacal della concessione dei tre aeroporti è blindatissimo: la concessione non può essere revocata dall’Enac se non per gravissimi motivi o di sicurezza operativa (disastro o quasi disastro) o in caso di inadempienza economica nei confronti del Ministero delle Infrastrututre e Mobilità Sostenibile o, in ultimo, per gravi fatti di natura giudiziaria che possano pregiudicare la legalità dell’operato della società. In secondo luogo, aprire un contenzioso giudiziario significherebbe, tra ricorsi e controricorsi, consegnare lo scalo ad almeno dieci anni di inoperosità, senza peraltro riuscire a ottenere nemmeno una sospensione temporanea. Il caso del Ponte Morandi di Genova fa scuola: sono passati tre anni e la Società Autostrade – nonostante il disastro colposo – ha ancora in mano la concessione che sta vendendo a condizioni persino vantaggiose a Cassa Depositi e Prestiti.

E allora? La soluzione, ideata dall’avv. Chindemi con altri giuristi, è facilmente percorribile: si può chiedere – come previsto dalla statuto dell’Enac – una subconcessione alla Sacal, per gestire in autonomia lo scalo reggino. Favorisce questa opzione il fatto che Reggio è l’unica città metropolitana a non gestire direttamente lo scalo aeroportuale e ha di fronte un’altra città metropolitana (Messina) che avrebbe tutto l’interesse ad avere un aeroporto attivo ed efficiente.

Tale ipotesi prevede ovviamente una serie di passaggi intermedi: la prima cosa da fare è costituire una nuova società a capitale misto pubblico/privato dove siano presenti inizialmente le Città Metropolitane e i Comuni di Reggio e di Messina, l’Unione degli industriali, le Camere di commercio delle due sponde dello Stretto, l’Autorità portuale, etc. con un capitale di base che potrebbe essere anche di un solo milione (MetroCity Reggio era pronta a investire 2 milioni per comprare quote di minoranza della Sacal) per poi prevedere – a sub concessione ottenuta – un aumento di capitale consistente, in grado di garantire la piena efficienza amministrativa ed economia della gestione.

Solo con una società già costituita si potrà andare all’ENAC a chiedere la subconcessione dello scalo. Dando per scontato che la scelta, in questo caso, sarebbe tutta di natura politica. Il viceministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli (leghista) ha sposato le ragioni dell’aeroporto di Reggio e criticato gli interventi previsti da Sacal per spendere i 27,5 milioni disponibili, giudicandoli in gran parte onerosi e pressoché inutili. Anzi, ha fatto di più, ottenendo dal Governo che la scadenza di utilizzo dei fondi, originariamente prevista per il 31 dicembre di quest’anno, venisse prorogata a tutto il 2022. Questo significa che c’è più tempo per mettere mano a qualcosa di utile e significativo per lo scalo reggino.

Il progetto offerto gratuitamente da una società di ingegneria che fa capo all’arch. Pino Falduto (già assessore comunale ai tempi di Italo Falcomatà) piace molto a Morelli e trova, al momento, solo la forte contrapposizione del deputato forzista Francesco Cannizzaro e dell’assessore regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo. Un progetto che vuole utilizzare parte dei fondi già disponibili (Morelli ha dichiarato che troverà altre risorse) per ricostruire uno scalo di nuovissima concezione che integri i collegamenti terrestri e marittimi con Reggio e Messina, pronto in 18 mesi (senza peraltro interrompere l’operatività dell’aeroporto).

Dunque, serve un’unità di intenti – la coesione e la partecipazione di tutte le forze politiche – perché la richiesta della subconcessione all’ENAC – dopo la costituzione della nuova SpA di gestione – trovi ascolto.

Negli anni d’oro l’Aeroporto dello Stretto era arrivato davvero a sfiorare un milione di passeggeri. La Città Metropolitana e tutta l’Area dello Stretto devono poter tornare ad avere un aeroporto efficiente, in piena attività, che aiuti la mobilità. Bisogna battere i pugni e alzare la voce e incalzare la classe politica calabrese (non solo reggina) perché si realizzino queste condizioni. Lo sviluppo passa anche da un aeroporto moderno e funzionante al 100%. (s)

L’intervista video all’arch. Pino Falduto sul progetto del nuovo Aeroporto dello Stretto