Salone Nautico di Genova: grande interesse per il progetto reggino di Porto Bolaro

Sta riscuotendo grande interesse e molta curiosità il progetto di Mediterreanean Life di Porto Bolaro, nell’entroterra della costa reggina, presso lo stand del WaterFront Lab del 59° Salone Nautico in corso a Genova. L’ambizioso progetto da diverse centinaia milioni di euro punta a riqualificare una delle zone più degradate della città, trasformandola in un polo d’attrazione internazionale, con importanti ricadute occupazionali e di sviluppo del territorio. Calabria.Live ne ha illustrato alcune settimane fa i punti salienti con l‘intervista al progettista Pino Falduto.

Waterfront Lab Il progetto “Mediterranean Life” è stato realizzato tecnicamente dagli architetti Giancarlo FerranteGiuseppe FaldutoStefano Lionte e Federica Cilea, con i collaboratori Nicola Zera Falduto e Paolo Siclari ed è stato già presentato al Comune, che nei mesi scorsi ha convocato l’apposita Conferenza dei Servizi. L’iter burocratico per le autorizzazioni, quindi, è già partito, anche se servono pochissime deroghe. L’area interessata dall’intervento è di proprietà della società che ha ideato del progetto e rispetta già la destinazione urbanistica. Si trova al di fuori di ogni tipo di vincolo aeroportuale ed è completamente edificabile. Porto Bolaro, in sostanza, ha pensato questo progetto per migliorare casa propria con uno sguardo più ampio alla città e al circondario, che avrebbero ricadute eccezionali.

Allo stato attuale, lo scorso 16 settembre, la società capofila del progetto, la Porto Bolaro, con un ricorso ha chiesto che le Pubbliche Amministrazioni interessate (Regione, Comune e Città Metropolitana) «si esprimano, ai sensi dell’art. 14 c. 3 della legge 241/2019 sul progetto di fattibilità tecnica ed economia presentato, indicando prima della presentazione del progetto definitivo le condizioni per ottenere sul progetto definitivo stesso intese, pareri, concessioni, autorizzazioni, licenze, nullaosta, assensi comunque denominati». In poche parole, non si può procedere “al buio” alle operazioni preliminari (che costeranno svariati milioni di euro in scavi, indagini geologiche, studi accurati di fattibilità, ecc.) in assenza di un preciso parere della Conferenza dei servizi preliminare al progetto. Infatti era stato richiesto un progetto di fattibilità tecnica ed economica ai sensi del Dlgs 50 del 2016, ma la richiesta non è coerente con la fase in cui l’iter amministrativo si trova. La conferenza – è stato fatto notare nel ricorso presentato dalla società Porto Bolaro – è finalizzata solo a verificare, prima della presentazione del progetto definitivo e delle istanze specifiche di richiesta di concessioni demaniali quali siano le condizioni per ottenere i necessari pareri, concerti, nullaosta, autorizzazioni, concessioni o altri atti di assenso. Lo studio di fattibilità presentato – sostiene la società capofila del progetto – è più che sufficiente per le Amministrazioni interessate per poter determinare sulla fattibilità dell’iniziativa imprenditoriale.

Il successo e l’interesse suscitato al Salone di Genova del progetto Mediterranea Life dovrebbe sollecitare l’invio degli atti al Consiglio Comunale, Metropolitano e Regionale per una rapida valutazione dell’iniziativa. Che, al contrario del Porto Turistico di Lamezia Terme sponsorizzato dalla Regione Calabria (il cui progetto è anche presente al Salone Nautico, sempre presso lo stand della Waterfront Lab), è bene ricordarlo, è un progetto che sarà realizzato esclusivamente con fondi privati e presenta caratteristiche innovative in grado di attrarre gran parte delle svariate migliaia di diportisti che attraversano la rotta del Mediterraneo: un percorso obbligato che vedrebbe l’area di Reggio Calabria un punto di approdo eccellente, anche per le imbarcazioni di lusso. (rrm)

 

Le Giornate Europee del Patrimonio 2019: tutti ai Musei calabresi, si entra con 1 euro

Oggi e domani, in Italia si festeggiano Le Giornate Europee del Patrimonio. Una iniziativa che vede coinvolti tutti i Musei, che aprono le loro porte ai turisti, agli amanti della cultura e dell’archeologia al prezzo simbolico di 1 euro.

Queste giornate, con lo slogan Un, due, tre… Arte! Cultura e intrattenimento, è «una festa popolare».

«È un importante appuntamento – ha dichiarato il ministro della Cultura Dario Franceschini – per avvicinare e far conoscere a tutti la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale. Un modo per incoraggiare la partecipazione e trasmettere alle nuove generazioni i valori della tutela e dell’identità europea».

In Calabria, al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria è prevista, alle 21.00, una conferenza sul tema Reggio e le sue monete. Una storia straordinaria nel cuore della Magna Grecia del prof. Daniele Castrizio; sempre a Reggio, l’Ipogeo di Piazza Italia Odeon saranno aperti dalle 9.00-13.00 e dalle 19.00 alle 22.00 – domani dalle 9.00 alle 13.00. All’Ipogeo, inoltre, oggi e domani si potrà visitare la mostra personale di Nuccio Schepis Memorie riflesse.

Motta Sant’Agata, domani, ripartono le Domeniche agatensi con l’evento organizzato dalla Pro Loco dal titolo Una scala tra terra e cielo.

A Rosarno, il Museo e Parco Archeologico di Medma sarà aperto alle 9.00 alle 22.00.

Il Museo e Palazzo Nieddu del Rio di Locri saranno aperti dalle 20.00 alle 23.00; il Museo e Parco dell’Antica Kaulon di Monasterace dalle 20.00 alle 23.00; a Lamezia Termeil Museo Archeologico sarà aperto dalle 21.00 alle 24.00.

A Borgia, il Museo e Parco di Scolacium sarà aperto dalle 20.00 alle 23.00; a Crotone, aperti dalle 20.00 alle 23.00 il Museo e il Museo e Parco di Capo Colonna; a Cosenza, dalle 20.00 alle 23.00 sarà aperta la Galleria Nazionale; a Scalea dalle 20.00 alle 23.00 si potrà visitare l’Antiquarium di Torre Cimalonga. A Cassano allo Ionio, il Museo della Sibaritide sarà aperto dalle 20.00 alle 23.00.

Ancora, il Museo Statale di Mileto, sarà aperto dalle 19.00 alle 22.00, con la possibilità di visitare il Museo. (rr)

REGGIO – Frittole e Bergamotto di Reggio Calabria: che accoppiata!

Una bella serata, a Reggio, all’insegna del piatto tipico della città dello Stretto e il principe degli agrumi, il Bergamotto di Reggio Calabria, promossa dal gran cerimoniere che è il presidente dell’Accademia del Bergamotto Vittorio Caminiti, all’interno delle Feste di Settembre.

Un’occasione per parlare di tipicità, tra aneddotica e scienza (con il prof. Franco Arillotta e il dott. Vincenzo Mollace, tra musica e ironia (con il grande Otello Profazio), tra serio e faceto sui vari nomi delle frittole (Emiliano Iatorno della cosentina Confraternita della frittola), coordinate dalla brava Eva Giumbo, senza però (volutamente) risolvere il dilemma sulla vera tipicità reggina. Se il Bergamotto di Reggio Calabria è un dono di Dio, la frittola è frutto dell’ingegnosità dei calabresi che hanno il culto del maiale in cucina: giacché del porco non si butta niente, qualcuno ha pensato di mettere a bollire nella “caddhara” (reggina) o “quadara” (cosentina) le parti meno nobili con il grasso (sugna) fino a ottenere una squisitezza che la tradizione ha via via migliorato.

Pur con marcate distinzioni (a Cosenza le mangiano con le verze, a Reggio accompagnate dall’insalata con le arance) la frittola è un piatto sulla cui tipicità c’è poco da obiettare. Trasversalmente, conquista tutti e il racconto fatto da Arillotta e Profazio, tra il divertito e le storie della tradizione, ha levato ogni dubbio sul perché questa meraviglia della cucina calabrese (da cucinare a fuoco lento per molte, molte ore) sia diventata quasi un simbolo di appartenenza e di fratellanza. Un antico proverbio “riggitano” per marcare un’inimicizia recita che “quest’anno i vicini non portano frittule”, perché questo pietanza altamente popolare si cucina secondo riti rigorosi e si condivide con gli amici, con le famiglie, riuscendo spesso a far superare ostilità e diffidenze.

La serata “Bergamotto o frittola?”, conclusa con il bel concerto dei Tarantanova che hanno spinto molti ospiti a ballare la tarantella tra i tavoli, dunque è stata una magnifica esperienza sensoriale (al profumo di Bergamotto di Reggio Calabria) e di cordialità e amicizia: il menu prevedeva anche un’invitante (quanto poco appropriata) padellata di pesce e diverse opzioni di primi piatti, rigorosamente cucinati sulle belle ed esclusive pentole di coccio di Gerocarne (anche questa è una tipicità, messa in evidenza dal giovane sindaco Vitaliano Papillo). Una kermesse gastronomica ammirevole e apprezzatissima dai tanti ospiti. È saltata la sfilata dei gioielli di Gerardo Sacco, per un’indisposizione del maestro orafo crotonese, e a nome del sindaco Giuseppe Falcomatà è intervenuto brillantemente l’effervescente assessore al Turismo Giovanni Latella.

I complimenti al prof. Caminiti sono d’obbligo per il successo della serata, ma un dubbio rimane a proposito dell’Accademia da lui presieduta: si definisce genericamente “del bergamotto” (come il Museo che gestisce), senza che appaia mai l’esatta denominazione “Bergamotto di Reggio Calabria”. Se si difende (come fa Caminiti onorevolmente e con apprezzabile impegno) questa tipicità, perché non chiamarla col suo vero nome e promuovere le sue origini esclusive? Si dirà: “ma il bergamotto è solo di Reggio Calabria…”. Appunto, chiamiamolo per nome e cognome e diamo a Reggio quel che è di Reggio (soltanto). (s)

REGGIO – Scirubetta benefico per l’Hospice

Oggi la festa del gelato di Reggio, Scirubetta, avrà un risvolto benefico: all’insegna del “Gusto della Solidarietà” il villaggio Scirubetta, sul Lungomare, nell’area della Stazione Lido, raccoglierà fondi per l’Hospice Via delle Stelle. Dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 16 alle 24 l’intero incasso di tutte le coppette di gelato acquistate sarà devoluto alla struttura che si occupa, in maniera egregia e senza fini di lucro, dei malati terminali.

Hanno aderito all’iniziativa Pro-Hospice numerose associazioni e organizzazioni benefiche. Sotto la direzione artistica di Gigi Miseferi e la direzione operativa di Bruno Monorchio ci sarà uno show gratuito e ininterrotto di star e artisti reggini che hanno accolto con entusiasmo di partecipare a titolo gratuito, in una maratona di musica, spettacolo, gusto e solidarietà. (rrc)

Il Bergamotto è “di Reggio Calabria”: un impegno per la corretta denominazione

Può sembrare una cosa di poco conto, ma in realtà la “battaglia” per la corretta denominazione è appena iniziata: il principe degli agrumi – che cresce solo da Scilla a Monasterace – ha un solo nome “Bergamotto di Reggio Calabria”. Sbagliato chiamarlo in altra maniera, solo “bergamotto” o, peggio, “bergamotto di Calabria”. È la salvaguardia di un’identità territoriale che serve a caratterizzare le tipicità proprie di un’area: si dice nduja di Spilinga, caciocavallo di Ciminà, cipolla rossa di Tropea, e via discorrendo, solo per il bergamotto – senza ragione – spesso sono in tanti a dimenticare di indicare la denominazione completa “di Reggio Calabria”.

Su questo tema e sulle prospettive del bergamotto di Reggio Calabria ha raccolto ampi consensi il dibattito che sì è svolto nell’ambito di Scirubetta, la festa del gelato in corso sul Lungomare di Reggio. A parlare del principe degli agrumi il prof. Pasquale Amato, apprezzato storico e convinto coordinatore del neonato Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria, il presidente della Camera di Commercio di Reggio, Ninni Tramontana, in veste di presidente della Stazione sperimentale delle Essenze, e il giornalista Santo Strati, direttore di questo giornale, che ha moderato il dibattito. Sono intervenuti anche Marco Mauro, il mastro gelatiere Davide De Stefano (tra i promotori di Scirubetta) e il presidente dell’APAR, l’Associazione dei pasticceri reggini, Angelo Musolino.

Che il Bergamotto di Reggio Calabria sia un “dono di Dio” per la città lo attestano i dati dell’export snocciolati dal presidente Tramontana: dei 250milioni di euro che arrivano dalle esportazioni della città, oltre 100 vengono dall’essenza di Bergamotto di Reggio Calabria. Di cui, tra l’altro, si stanno scoprendo ogni giorno di più i suoi molteplici utilizzi non solo in campo medico (con certificate proprietà anticolesterolo e antiossidanti) ma in quello agro-alimentare (con succhi e derivati) e soprattutto in quello gastronomico. Dei 40 gelatieri che hanno proposto a Scirubetta nuovi e originali gusti, 11 hanno utilizzato il Bergamotto di Reggio Calabria per conferire alle proprie creazioni il magico e straordinario sapore e profumo inconfondibile del principe degli agrumi.

Il giornalista Strati ha motivato il dibattito sulla esatta denominazione del principe degli agrumi: il prof. Pasquale Amato ha spiegato il perché è stata data vita a un apposito Comitato per la salvaguardia, la tutela e la promozione del marchio originale nella sua completezza: «È assurdo e intollerabile – ha detto Amato – che non si voglia mettere in evidenza l’esatta provenienza del frutto che è un’unicità territoriale. La denominazione completa ‘Bergamotto di Reggio Calabria’ contraddistingue in maniera incontrovertibile l’origine e mette in guardia da tanti, fallimentari, tentativi di imitazione. C’è chi parla addirittura di bergamotto di Sicilia (ed è un falso perché la coltivazione attecchisce solo in questa fetta di terra che appartiene alla provincia reggina) o peggio “bergamotto di Calabria” lasciando intendere che sia una specificità regionale, il che è vero ma nell’abito della sua corretta denominazione. È una campagna di valore culturale questa del marchio nella sua definizione corretta e le tante adesioni che stiamo raccogliendo come Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria confermano che siamo nel giusto: sono davvero significative le tante attestazioni di simpatia e di impegno a questa campagna che arrivano da aziende (che hanno già provveduto a correggere etichette senza l’indicazione “di Reggio Calabria”), da protagonisti del mondo del cooking (anche grandi chef), da personalità della cultura. La regginità del Bergamotto è fuori discussione e allora chiediamo che non solo sia riconosciuta e specificata, ma cerchiamo di promuovere con essa la ricchezza del nostro territorio, delle nostre tradizioni, della nostra storia».

Il dibattito a Scirubetta
Il dibattito a Scirubetta sul Bergamotto di Reggio Calabria: da destra, Ninni Tramontana, Santo Strati e Pasquale Amato

Il presidente Tramontana, dal canto suo, oltre a indicare gli aspetti economici della coltivazione del Bergamotto di Reggio Calabria, ha spiegato come la Stazione sperimentale delle Essenze (una delle otto presenti in Italia) sia avviata a vivere una nuova primavera. Riaperta la biblioteca, che contiene migliaia di volumi sugli agrumi, con preziosi e rari libri proprio sul Bergamotto di Reggio Calabria, in via di riapertura l’orto botanico annesso alla Stazione delle essenze, e presto ci sarà una nuova riorganizzazione per rispondere alle rinnovate esigenze dei produttori.

La parte “dolciaria” ha raccolto le testimonianze di Davide De Stefano (Gelato Cesare) che ha sottolineato la presenza a Scirubetta di due gelatieri giapponesi affascinati dal Bergamotto di Reggio Calabria, e da Angelo Musolino che ha portato il saluto dei pasticceri partecipanti a Scirubetta, sottolineando l’orgoglio di tutti a lavorare al meglio il principe degli agrumi. Sua maestà il Bergamotto di Reggio Calabria. (mp)

REGGIO – Scirubetta, fino a domani la festa del gelato

Continua fino a domani Scirubetta, il festival del gelato “di strada” in corso a Reggio nell’area della Stazione Lido. 40 mastri gelatieri offrono singolari quanto inediti (e strepitosi) gusti utilizzando materie prime di altissima qualità con specificità territoriali ben definite. Ovviamente, il bergamotto di Reggio Calabria è uno degli ingredienti principali (su 40 gusti, 11 hanno come base il principe degli agrumi) delle specialità di gelato che si possono gustare (assaggio gratuito, 1,50 euro la coppetta) in questo villaggio del sapore “freddo”. E ci sono anche bizzarri (ma sorprendentemente indovinati) accostamenti di gusto con contaminazioni che stanno conquistando i palati: ‘nduja, pomodori secchi, acqua di mare, ecc. Delizia per i più piccoli, ma anche irresistibile tentazione per tutti.

Che Scirubetta (il nome deriva dall’arabo sharbet) sia ormai una manifestazione matura lo certificano i numeri dell’affluenza dei primi giorni e che sia un evento da supportare perché costituisce una grande promozione del territorio e della Città Metropolitana lo si è capito dalla presenza, all’inaugurazione del presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e del sindaco Giuseppe Falcomatà, accolti dal presidente dei pasticceri reggini Angelo Musolino e dal mastro gelatiere Davide De Stefano (Cesare) che è tra gli ideatori della festa. Scirubetta è da considerarsi, a tutti gli effetti, una grande festa del sapore (dentro le feste patronali dedicate alla Madonna della Consolazione) di cui Reggio non può più fare a meno. (pl)

“La Calabria che vogliamo” correrà alle Regionali col suo leader Giuseppe Nucera

C’è spazio per una formazione politica alternativa, non legata direttamente ai partiti, per le prossime elezioni regionali in Calabria? A guardare i numeri la risposta è positiva. Per questo motivo, in un’accaldata domenica settembrina, in una Reggio in piena “Festa di Madonna” l’ex presidente degli industriali reggini Giuseppe Nucera, sfidando l’abituale perplessità degli appuntamenti politici di domenica, ha presentato ufficialmente il movimento La Calabria che vogliamo e ha lanciato la sua candidatura a governatore. Alle elezioni regionali del 23 novembre 2014 votò soltanto il 44,07 % dei calabresi aventi diritto al voto: questo significa che se solo si riesce a intercettare la metà degli astenuti si arriva alle percentuali che portarono alla vittoria Mario Oliverio, ovvero il 61,41% del 44,07 dei votanti, ovvero il 27,06 % effettivo dei suffragi disponibili.

La Calabria che vogliamo – che aveva esordito in una interessante due giorni di dibattiti a Reggio lo scorso giugno e con una giornata in Senato dedicata alla reputazione della Calabria – si affaccia come movimento con l’idea di riunire i delusi della politica, gli imprenditori, gli uomini e le donne del fare, stanchi della partitocrazia imperante e desiderosi di mettersi al servizio della regione, con un’idea centrale che merita la massima attenzione: occorre spendere ogni sforzo per “ricostruire” la cosiddetta reputation. La reputazione che la Calabria tiene alta a livello di turismo e di luogo da preferire come meta di viaggio, precipita nell’ambito degli investimenti e del lavoro.

«Come si fa ad attrarre investimenti – ha detto Nucera a Calabria.Live – se non  si offre un’immagine di legalità, di “pulizia”, di affidabilità della nostra terra? Possiamo offrire capannoni chiavi in mano a zero costi, gli industriali del Nord non vengono, sono scettici, hanno paura, hanno soprattutto pregiudizi e riserve che derivano dalla scarsa reputazione che la Calabria attualmente offre agli investitori. Serve lavorare moltissimo su questo piano, ma si può riuscire a far superare i pregiudizi: basta mostrare la capacità, l’onestà, la voglia di intraprendere, di tantissimi calabresi che sono uomini e donne di successo in ogni parte del mondo, nelle istituzioni, nell’impresa, nella cultura, nella scienza. L’orgoglio dei calabresi è il migliore testimonial per dare un’immagine positiva della Calabria e della sua gente».

Per questa ragione l’ex presidente degli industriali reggini ha deciso di scendere in campo mettendosi alla guida di un nuovo movimento e di una classe dirigente che nulla ha a che fare con i disastri del passato e che «pretende di prendere parte alla guida della Regione. A inizio ottobre – ha detto Nucera all’incontro presso l’Università Mediterranea – presenteremo il nostro programma e la nostra squadra, con i quali, cari calabresi, vi chiediamo fiducia per un vero cambiamento. Abbiamo messo in piedi questa piattaforma perché intendiamo da imprenditori contribuire in un modo diverso a fare uscire la nostra regione dalla grave crisi in cui si trova».

Nella sua prolusione Nucera ha rivelato il suo rammarico di calabrese: «Il nostro territorio è abbandonato. Noi non ci identifichiamo con nessun schieramento, siamo uomini del fare e pensiamo che la Calabria abbia le risorse in sé necessarie per rinascere ma per farlo serve una classe dirigente nuova. Ci sono troppi politicanti e pochi politici. Oltre il 55% dei calabresi non è andato a votare nelle ultime elezioni, per questo serve gente onesta e capace per recuperare la loro fiducia – ha affermato Nucera –. Io da presidente di Confindustria ho parlato ai giovani nelle università per dire: formatevi, ma tornate a casa. Voi siete la linfa che potrà dare futuro alla nostra regione. La prima cosa che faremo se saremo alla guida di questa regione è un assessorato alla reputazione perché sono preoccupato del futuro della mia terra».

Tra i diversi interventi, da segnalare l’acuta analisi dell’economista Maurizio Nicolai: «La dicotomia Nord e Sud è sempre esistita, ma non si supera pensando solo alle infrastrutture, come ha detto qualche giorno fa il presidente Conte, perché manca la domanda, vorrei capire per esempio cosa si vorrà fare sulle aree interne dove manca la manutenzione. Abbiamo l’occasione per reagire con civiltà, con democrazia, con il voto. Non possiamo più sentirci i figli poveri di un mondo che cammina. È ora di dire basta, interrompendo la finta meritocrazia dei soliti noti in nome di una assoluta trasparenza. È questa che serve per rinnovare davvero la classe dirigente della Regione e per potersi occupare seriamente della gente di Calabria, delle sue aspettative, delle sue esigenze.

Un contributo è venuto anche dall’ex senatore Renato Meduri: «Non aderisco, ma seguo con attenzione l’impegno di questo movimento. Sono qui per ascoltare con grande interesse, in appoggio ad un amico con il quale ho condiviso tante battaglie, sempre al servizio della gente e delle città. Il progetto che Nucera porta avanti è un generoso tentativo di rivolta a logiche antiche di dipendenza ai più potenti, che non hanno giovato alla nostra regione».

Dal canto suo, Antonino Gioffrè, sindaco di Cosoleto (Rc), in veste di amministratore locale, ha evidenziato che «In questa terra si ragiona a compartimenti stagni. C’è tanto da fare, ma la Calabria è una scatola vuota, manca un interlocutore politico in Regione. C’è bisogno di una reazione, quindi ben venga questo movimento, affinché sia un contributo o, ancora meglio, una guida per il nostro territorio».

A chiudere, l’intervento di Mauro Alvisi, presidente Medita Hub e Registro europeo reputazione: «Questa politica non guarda in faccia la gente per questo serve un nuovo paradigma che io ho chiamato “concuranza”, una conoscenza territoriale diretta, ma soprattutto occorre intelligenza collettiva, che è figlia della concuranza. La reputazione è invece figlia di una narrazione che continuiamo a dare di noi al mondo, per questo dobbiamo ribellarci al racconto negativo che fanno della nostra terra».

Tanti gli interventi di calabresi di successo, imprenditori all’estero, esempi di crescita e di un messaggio positivo che hanno voluto lasciare ai presenti. Tra questi Michelangelo La Luna, docente d’italiano alla University of Rhode Island negli Usa. (rrc)

Non più a Polsi, domenica a Reggio l’incontro della “Calabria che vogliamo”

Annullato l’incontro di domenica a Polsi promosso dall’associazione politica “La Calabria che vogliamo” che invece si farà sempre domenica 15 a Reggio, alle 10, presso l’Aula Magna Quistelli dell’Università Mediterranea. Con lo slogan “Nuova, Pura, Forte, la nuova formazione politica che ha già all’attivo diversi convegni che hanno messo a fuoco i tanti problemi irrisolti della Calabria, si presenta alla Città Metropolitana di Reggio con l’obiettivo di recuperare il valore reputazionale della regione.

«Basta con i luoghi comuni» – dice Giuseppe Nucera imprenditore ed ex presidente di Confindustria, promotore dell’Associazione – «Basta con i danni economici, e non solo, derivanti da una reputazione negativa che non ha motivo di esistere. Anzi, la Calabria ha tutte le carte in regole per svolgere un ruolo di traino per lo sviluppo dell’intero Mezzogiorno, l’importante è concentrarsi su azioni politiche concrete ed efficaci, non certo di facciata, come avvenuto finora».
Nucera insiste sulle potenzialità della regione, e dei suoi abitanti, annunciando che “La Calabria che vogliamo” verrà lanciata ufficialmente nel corso di un incontro all’UniMediterranea.
Reputazione negativa da ribaltare e potenzialità da sviluppare, dunque. Un passaggio chiave, nel programma politico che Nucera ha in mente di portare avanti, qualora si concretizzasse la sua candidatura a presidente della Regione, di cui si parla in questi giorni in molti ambienti della Città Metropolitana e di Cosenza.
Un’azione su un doppio fronte, che si potrebbe già applicare a Gioia Tauro. Dice Nucera: «Anche i dati della DIA indicano che la cocaina, l’eroina, ad esempio, sbarcano altrove. Gioia Tauro – sia chiaro a tutti – non è il porto della ‘Ndrangheta – puntualizza Nucera – perché opera prevalentemente nel porto di Genova. Oggi è purtroppo sinonimo anche di capannoni vuoti, ma bisogna cambiare prospettiva e intervenire in maniera decisa, rendendo il distretto zona a tassazione agevolata per le imprese. Il commissariamento nell’area del porto non ha portato alcun contributo allo sviluppo. Sono convinto che un’area di infrastrutture e servizi a tassazione agevolata potrebbe rappresentare un distretto incubatore per le start-up, collegato tra l’altro all’Università Mediterranea».
Altra piaga da depennare secondo Nucera il reddito di cittadinanza: «I cinquestelle portano avanti la logica dell’assistenzialismo perché produce voti, ma non produce ricchezza per il Paese. Il reddito di cittadinanza ha distrutto la cultura del lavoro, inteso come impegno e sacrificio, sottraendo dal mercato mano d’opera che crea Pil e fornisce alle aziende personale. A soffrirne maggiormente le attività stagionali che hanno subito forti contrazioni di lavoratori. Mentre la disoccupazione dilaga – dice Nucera – il Mezzogiorno negli ultimi 16 anni ha perso oltre due milioni di giovani, la metà giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati, risorsa su cui bisognerebbe puntare la nostra Regione per un vero sviluppo». (rrc)

A Papa Francesco consegnato sull’aereo dall’Africa il Premio Simpatia della Calabria

La consegna in aereo del Premio Speciale Simpatia della Calabria a Papa Francesco, durante il viaggio di ritorno dall’Africa, è un avvenimento straordinario che segna in modo preciso quest’iniziativa di Incontriamoci Sempre, ormai diventata, dopo 13 edizioni, un tradizionale e imperdibile appuntamento per tutti i calabresi, ovunque essi si trovino.

Il giornalista Enzo Romeo, inviato e vaticanista del TG2, sull'aereo con Papa Francesco
Il giornalista Enzo Romeo, inviato e vaticanista del TG2, sull’aereo con Papa Francesco

Complice il premiato Enzo Romeo, caporedattore del TG2 inviato al seguito di Papa Francesco nel suo ultimo viaggio pastorale in Africa, il Premio ha superato i confini di Reggio ed è finito direttamente nelle mani del pontefice, con la consegna della pergamena direttamente sull’aereo. Enzo Romeo, d’accordo con Pino Strati ha portato con sé la pergamena e il tradizionale orologio Perseo, che rappresenta in un certo senso la gente delle ferrovie (lo usavano i capostazione), che contraddistingue il Premio. Papa Francesco ha molto gradito ed apprezzato e ha fatto presente che il Perseo gli fa ricordare il padre ferroviere. Una cerimonia in alta quota, un fuori programma apprezzatissimo, che ha reso la Calabria protagonista nell’aereo papale.

È stata, dunque, una grandissima sorpresa per tutti i presenti alla cerimonia, al foyer del Teatro Comunale di Reggio, questo riconoscimento “a distanza” che è stato ritirato per conto del papa e di Enzo Romeo direttamente dal presidente dell’Associazione Incontriamoci Sempre Pino Strati dalle mani del sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà. Sei i premiati di quest’anno con un’edizione che, ancora una volta, non ha deluso le aspettative, ma anzi ha mostrato la vitalità del Premio che intende segnalare i calabresi che si sono distinti nel mondo e, da oggi, anche gli amici della Calabria, come Papa Francesco. I premi ai calabresi, al di là del valore simbolico, rappresentano sempre un momento di grande coesione e di riconoscimento a quanti, pur lontani, conservano la Calabria nel cuore, mantenendo viva la “calabresità” (come dice il poeta Corrado Calabrò) che ci contraddistingue. Il Premio è l’occasione per ritrovare e far ritrovare ai calabresi di successo (e sono tantissimi, in ogni parte del mondo) la fierezza e l’orgoglio delle proprie origini.

Hanno condotto la serata con brio e simpatia Marco Mauro e Francesca Laurendi. Tra gli ospiti il Sindaco Falcomatà, il Vicesindaco Armando Neri, l’assessore Irene Calabró, l’imprenditore Giacinto Callipo, lo storico Daniele Castrizio, l’imprenditore Santo Frascati e lo chef Filippo Cogliandro, anche in veste di presidente del Bocale Calcio. I premi sono andati al prof Pierfilippo Crucitti affermato chirurgo, figlio dell’indimenticabile Francesco il medico che operò Giovanni Paolo II dopo l’attentato in piazza San Pietro, l’imprenditrice Stefania Rota del Salumificio San Vincenzo, il prof Pietro Cozzupoli, l’artigiano dolciario Fabio Taverna, lo chef Filippo Cogliandro.

Premio Simpatia della Calabria 2019

Testimonial della kermesse, e grande amico di Incontriamoci Sempre, il maestro orafo ormai di livello internazionale Michele Affidato, reduce da una stagione ricchissima di eventi di successo, tra i quali il Taormina Film Festival, di cui la platea dello splendido foyer ha potuto ammirare la sua ultima collezione di gioielli, indossati per l’occasione da splendide modelle in passerella. Un momento, quello della sfilata, di altissima classe ed eleganza. Un grazie va esteso all’artista Natino Chirico, apprezzato pittore internazionale, che, com’e’ noto, ha realizzato il logo del Premio Simpatia della Calabria, con il simbolo “La Calabria nel Cuore”.

La serata si è conclusa con un magnifico ed interminabile buffet, grazie alle tante aziende che hanno contribuito con prodotti del territorio, e con la dolcezza, grazie alle prelibatezze dei maestri Pasticcieri dell’Apar, capitanati da Angelo Musolino, Lillo Giordano, Santoro, Pino e Melina Sarica, Pirello, Davide De Stefano, Antonello Fragomeni e l’instancabile Mariuccia Buonsanti. L’appuntamento è per il prossimo anno. (rrc)