Sono state consegnate, nel Salone dei Lampadari “Italo Falcomatà” di Palazzo San Giorgio a Reggio, le borse di studio della Mutua soccorso “Cesare Pozzo”, assegnate, quest’anno, a circa 50 fra alunni e alunne delle scuole reggine.
All’iniziativa erano presenti il sindaco Giuseppe Falcomatà, i consiglieri metropolitani delegati Giuseppe Marino e Filippo Quartuccio, il vice presidente della “Cesare Pozzo” Pasquale Foti, l’amministratore di Atam Giuseppe Basile, e Ruggero Marra, assessore del Comune di Villa San Giovanni, che hanno partecipato all’evento moderato da Viviana Fedele, responsabile mobilità e risk management dell’Azienda di trasporto pubblico reggina.
«Siamo contenti – ha detto Falcomatà – di questo momento di confronto che consente, all’amministrazione comunale, di ribadire il percorso intrapreso da anni e che punta a rendere Reggio la Città del merito e delle opportunità. In questi anni, il nostro indirizzo politico, ha ruotato intorno al principio sacrosanto che, ad andare avanti, debba essere chi conosce qualcosa e non chi conosce qualcuno».
«Lo abbiamo fatto – ha aggiunto – eliminando il lavoro precario, dando serenità e sicurezza a tante lavoratrici e lavoratori; assumendo, con concorso pubblico e dopo 21 anni, ragazze e ragazze che stanno dando manforte ai nostri uffici; infondendo stabilità ai dipendenti di Hermes, Atam e Castore».
«Lo abbiamo fatto e lo faremo – ha continuato il sindaco – cercando di connettere l’amministrazione comunale alle altre realtà imprenditoriali, dando l’opportunità ai giovani che hanno delle idee, delle proposte, delle intuizioni di mettersi in contatto con quanti sono in grado di svilupparle potendo contare su spazi come quelli aperti nella Galleria “Zaffino”».
«Lo faremo sulla formazione ed il lavoro – ha proseguito – facilitando l’acquisizione di un titolo da spendere qui o altrove perché la Città delle opportunità è quella dove una persona può scegliere se fermarsi o andare via, se tornare o costruire il proprio futuro fuori, se pensare di fare un periodo in altre parti d’Italia o del mondo ma sempre con l’idea di tornare a dare una mano alla propria città. Nessuno si salva da solo: noi siamo qui perché si sono messe insieme tante realtà che collaborano, ognuno per le proprie competenze e peculiarità, con un unico ideale supremo che è quello di lavorare con passione, amore, competenza, capacità, professionalità, dedizione incondizionata allo sviluppo e alla crescita della nostra Reggio».
«Sono convinto – ha concluso Giuseppe Falcomatà ringraziando la Mutua “Cesare Pozzo” – che queste borse di studio vadano esattamente in questa direzione e, come sindaco, sono davvero contento e orgoglioso di essere qui a farvi un grande in bocca al lupo. Attraverso questi sussidi, infatti, potrete iniziare a costruire un piccolo grande percorso di realizzazione personale e professionale».
Per Giuseppe Marino, che come il sindaco Falcomatà ha sottolineato l’importanza della “Cesare Pozzo” e la forza del suo presidente Nino Zumbo, il lavoro della Mutua diventa fondamentale ancor di più in un territorio fragile come quello calabrese».
«Se pensiamo a diritti costituzionali continuamente messi a rischio, come quello alla Salute – ha detto – non possiamo che evidenziare l’opera meritoria della Mutua che permette di superare ostacoli a volte insormontabili. Penso, ad esempio, al problema delle lunghe liste d’attesa, rispetto al quale, col sindaco e con il consiglio comunale, stiamo conducendo forti battaglie per provare a spingere la Regione e l’Asp di Reggio ad investire di più su una sanità territoriale che, oggi, non esiste». Un pensiero, poi, Giuseppe Marino lo ha rivolto al valore dello studio che «ha una grande rilevanza pubblica perché, chi si impegna, cambia la vita della propria comunità».
L’importanza della Mutua “Cesare Pozzo” è stata rimarcata anche dal consigliere metropolitano Filippo Quartuccio perché «incarna valori sacri come l’assistenza, l’integrazione e la solidarietà».
«Realtà ed istituzioni di questo tipo – ha concluso – fanno bene al tessuto dei dipendenti reggini e delle loro famiglie. Queste iniziative fungono da stimolo per tante persone che non hanno la forza o la possibilità di potersi curare». (rrc)