di MARIA CRISTINA GULLÌ – Scompare l’Agenzia per la Coesione che viene assorbita dal Dipartimento guidato dal Ministro Fitto per l’attuazione del Pnrr. Lo ha stabilito un decreto dello stesso ministro per gli Affari Europei e le Politiche di Coesione e il PNRR, con delega anche per il Sud.
Al Ministro Fitto è affidata la struttura di missione che ha il compito di coordinare le attività di messa a terra dei progetti che diventa così il “il punto di contatto nazionale per l’attuazione del Piano” e i rapporti con le istituzioni di Bruxelles.
Il lavoro di rendicontazione finanziaria e contabile del Pnrr e il monitoraggio restano invece a carico del Ministero dell’Economia.
La gestione delle politiche di coesione – ha fatto notare il Ministro Fitto – finora non ha mostrato di funzionare, per cui si rende necessaria una nuova architettura di governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovrà “dialogare“ con le politiche di coesione per mettere a sistema le diverse fonti di finanziamento. Fitto ha dunque predisposto un decreto per semplificare le procedure, prevedendo, tra l’altro, che per interventi di tipo infrastrutturale e edilizio l’affidamento della progettazione ed esecuzione dei relativi lavori possa avvenire anche sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica, come oggi avviene per le opere ferroviarie. Con l’occasione del decreto Fitto ha anche presentato in Consiglio dei Ministri – che l’ha approvata, la relazione sull’utilizzo delle risorse nazionali ed europee della programmazione 2014-2020. Su complessivi 116 miliardi, ne sono stati impegnati 67 ed effettivamente spesi solo 36. “Sono necessari rimedi strutturali – ha detto Fitto – perché questi dati ci collocano agli ultimi posti in Europa”.
L’iniziativa ministeriale di Fitto, che sarà molto utile alla Calabria, ha trovato il plauso dell’ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Nisticò.
«Si tratta – ha commentato il prof. Nisticò, farmacologo di fama internazionale, di un decreto eccellente del ministro Fitto, espressione della sua alta competenza politica, dovuta alla sua lunga esperienza come Presidente della Regione Puglia e come parlamentare europeo. Così, certamente si snelliranno le procedure e si elimineranno i nodi burocratici che fino a ora, per i numerosi contenziosi e problemi sollevati, stanno bloccando l’impiego dei fondi del PNRR.
«A mio avviso – ha ribadito Nisticò – per quanto riguarda i fondi PNRR per i progetti di Ricerca Scientifica relativa agli ecosistemi per l’innovatività al Sud, il ministro Fitto e la struttura che opererà sotto la sua guida dovrebbero tener conto dei seguenti suggerimenti:
1) Quando si tratta di finanziamenti di cui è beneficiaria una Fondazione che per statuto non ha fini di lucro, come la Fondazione Dulbecco in Calabria, questi dovrebbero finanziarie al 100% il progetto approvato e non al 50% come quando si tratta di un contributo considerato “aiuto di Stato”;
2) Per facilitare l’uso di risorse, il Ministero dovrebbe seguire nell’erogazione il seguente cronoprogramma: a) un contributo iniziale come anticipo (circa il 20% del finanziamento totale); b) rimborsi periodici per lotti funzionali dell’opera fino al completamento di tutte le opere da realizzare; c) includere nei finanziamenti anche le risorse necessarie per il personale laureato, tecnico e amministrativo e non escludere queste risorse com’è successo fino a ora. Altrimenti si realizzano infrastrutture di eccellenza che rimarranno cattedrali nel deserto dal momento che senza personale non si potrà svolgere alcuna attività di ricerca.; d) infine, prevedere un incremento del contributo necessario per potere fare fronte all’aumento del costo della vita, verificatosi nel periodo che va dalla preparazione del progetto a quello della realizzazione delle opere (uno-due anni dopo), periodo in cui, nel frattempo, sono aumentati i prezzi dei materiali edili, di attrezzature, energia, etc.
Per quanto riguarda il progetto Renato Dulbecco di Lamezia, questo è stato finanziato dal Ministero del Sud (quando era ministra Mara Carfagna) perché considerato dalla commissione giudicatrice uno dei migliori in Italia per l’impatto scientifico, che permetterà la scoperta e la produzione di nuovi prodotti biotecnologici, come le pronectine scoperte dal prof. Roberto Crea, calabrese che vive da oltre 40 anni a San Francisco, e che servono per il trattamento di malattie da coronavirus e varianti, nonché forme di cancro resistenti alle terapie attuali, malattie orfane e malattie neurodegenerative. Inoltre, ci sarà un enorme impatto economico e sociale, consentendo ai giovani talenti calabresi di poter continuare a lavorare nella loro terra e a ricercatori calabresi affermati di poter rientrare int Calabria dopo anni di successo all’estero o in altri prestigiosi istituti di Ricerca in Italia. Inoltre, all’Istituto Dulbecco l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo intende affidare i controlli di qualità e di sicurezza alimentare dei prodotti dell’agroalimentare calabrese, al fine di certificarne provenienza e qualità e aprire ai prodotti tipici nuovi mercati internazionali.
Il presidente Occhiuto, che ha sempre condiviso questo progetto come fiore all’occhiello della Regione Calabria, ha predisposto la delibera della Fondazione Terina, guidata dalla nuova commissaria Antonella Cauteruccio, per la concessione e la consegna dei locali da ristrutturare per realizzare l’Istituto Renato Dulbecco. E infine il Presidente Occhiuto si augura, come già si era impegnato pochi mesi orsono con il premio Nobel israeliano Aaron Ciechanover, di poter creare insieme con Israele un polo internazionale di biotecnologie, bioinformatica, bioingegneria, elettronica, in collaborazione con Università e imprese farmaceutiche, che potenzi la Ricerca Scientifica nel Meridione d’Italia, in Calabria, e nell’area del Mediterraneo, da cui deriveranno benefici enormi nel mondo. (mcg)
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IL PROGETTO DEL RENATO DULBECCO INSTITUTE A LAMEZIA
È un ambizioso quanto rivoluzionario progetto di Ricerca scientifica il Renato Dulbecco Institute che sorgerà a Lamezia Terme nell’area della Fondazione Mediterranea Terina. Voluto e promosso dalla Fondazione Renato Dulbecco di cui è commissario il prof. Giuseppe Nisticò, farmacologo di famainternazionale, ha tra i soci fondatori, oltre al prof. Nisticò, l’ex Rettore dell’Università La Sapienza Eugenio Gaudio (oggi presidente dell’omonima Fondazione), il prof. Franco Romeo cardiologo interventista di primissimo piano e il prof. Vincenzo Mollace, attuale vicepresidente della Fondazione Dulbecco, e sarà diretto dal prof. Roberto Crea, scienziato di fama mondiale, calabrese di Palmi, da oltre 40 anni a San Francisco.
Il progetto Renato Dulbecco era stato finanziato inizialmente con un contributo di circa 14 milioni di euro ridotto successivamente dall’Agenzia per la Coesione a 8,2 milioni perché consididerato “aiuto di Stato”.
Il progetto prevede la realizzazione di un Centro di Ricerca internazionale sulle biotecnologie, basandosi su brevetti internazionali concessi in licenza alla Fondazione Dulbecco (le cosiddette pronectine, ovvero nanoanticorpi) in grado di intervenire su malattie da coronavirus e sue varianti e su alcune forme di cancro ancora oggi incurabili. Le sperimentazioni in questo campo, già avviate all’UMG di Catanzaro dal gruppo di ricercatori calabresi di Oncologia diretto dai proff. Pierfrancesco Tassone e Piersandro Tagliaferri, hanno dato risultati sorprendenti.
Il Dulbecco Institute farà attività di ricerca e formazione scientifica e potrà offrire grandi opportunità per i giovani laureati e ricercatori della Calabria.
Il progetto era molto piaciuto alla compianta presidente Jole Santelli che aveva personalmente affidato al prof. Crea la Direzione scientifica del nascente Istituto nell’area lametina. (mcg)