L’OPINIONE / Giuseppe Auddino: Qualche dettaglio e il progetto di riqualificazione del retroporto di Gioia sarà pronto

di GIUSEPPE AUDDINODopo aver presentato il progetto definitivo di riqualificazione dell’area industriale del retroporto di Gioia Tauro, nel corso della conferenza stampa tenutasi presso la sala consiliare del Comune di Gioia Tauro lo scorso 3 agosto, adesso ci siamo! Come da cronoprogramma entro le prossime settimane il progetto sarà pronto per l’approvazione.

Grazie al mio emendamento alla legge di bilancio dicembre 2019 la spesa di 6 milioni di euro permetterà l’ammodernamento e lo sviluppo del retroporto di Gioia Tauro.

Dopo aver ottenuto i 6 mln di euro per Gioia Tauro ho continuato a seguire l’iter di approvazione del progetto: non basta fare emendamenti se poi non garantiamo ai cittadini di spendere bene i loro soldi. 

A maggio 2021 ho aggiunto un altro tassello: la gestione del progetto di riqualificazione dell’area del retroporto di competenza dell’ente regionale Corap è passata all’Autorità Portuale in seguito all’accordo con il Corap, grazie anche al lavoro che ho svolto insieme alla Regione. Questo passaggio ha consentito lo sblocco delle risorse previste dal mio emendamento da parte del Ministero delle Infrastrutture per l’avvio dei cantieri. 

Quando 5 anni fa ho iniziato ad occuparmi delle tematiche relative al Porto di Gioia Tauro, ho subito rilevato come una delle principali criticità presenti nel sistema portuale fosse la ripartizione delle competenze sull’area portuale e su quella retro portuale tra vari enti e istituzioni e come gli interventi necessari allo sviluppo richiedessero atti d’intesa e di coordinamento tra essi, spesso non agevolmente realizzabili. Ho lavorato e mi sono battuto per superare queste problematiche al fine del raggiungimento del risultato, nell’ottica di uno sviluppo che, come ho sempre sostenuto,  dovrà essere coordinato tra sistema portuale, retro portuale, settori produttivi e altre attività correlate alla logistica. 

A dicembre 2021 la progettazione di fattibilità tecnico – economica per la riqualificazione e l’ammodernamento del retroporto è stata inviata al vaglio del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Il progetto inviato è corredato dal cronoprogramma dei lavori che prevede l’avvio dei cantieri a marzo 2023 e la fine dei lavori a settembre del 2024, con la fase del collaudo prevista alla fine del 2024. Adesso il progetto è pronto per l’approvazione, dopo di che si potrà dare inizio ai lavori, previsti per marzo prossimo! 

L’area industriale retroportuale sarà “bella e accogliente come il salotto di casa nostra”, per attrarre investimenti che porteranno nuovi posti di lavoro. 

Come promesso, ho seguito in questi ultimi due anni passo-passo tutto l’iter che avrebbe portato al progetto di riqualificazione dell’intera area industriale retroportuale di Gioia Tauro: questo progetto non ha precedenti nella storia politica del mio territorio! Esso è un risultato di grande valore per tutto il territorio regionale: la riqualificazione della zona industriale del retroporto renderà il sistema imprenditoriale regionale attorno allo scalo gioiese più forte e competitivo.

Da anni sostengo l’importanza dello sviluppo dell’area industriale retroportuale ai fini della crescita economica e dello sviluppo del sistema imprenditoriale di tutto il territorio regionale: adesso con questo progetto la mia idea si realizza.

Le risorse previste dall’emendamento saranno impiegate per realizzare opere di riqualificazione nell’ambito del decoro urbano dell’area industriale retroportuale, come la realizzazione della pista ciclabile (necessaria a proteggere i ciclisti che percorrono questa lunga arteria già teatro di numerosi incidenti stradali), nuova illuminazione a luci led, videosorveglianza e aree verdi, percorso pedonale, parcheggi. 

Questo risultato rappresenta la prima tappa di un mio progetto più esteso di crescita economica, investimenti e sviluppo industriale del retroporto su cui sto lavorando da anni e che dovrà coinvolgere la crescita dello scalo gioiese. (ga)

[Giuseppe Auddino è già senatore del Movimento 5 Stelle]

GIOIA TAURO, DALLA ZES E IL RETROPORTO
SI GIOCHERÀ IL FUTURO DELLA CALABRIA

di FRANCESCO RAO – Il futuro della Calabria è a Gioia Tauro, nel cuore del Mediterraneo, dove il grande (e ancora oggi sottoutilizzato) Porto e la Zona Economica Speciale saranno gli elementi catalizzatori dello sviluppo. Tra sostenibilità, visione strategica e capacità di attuare politiche di crescita e di benessere non solo per l’area, bensì per tutta la regione, per tutti i calabresi. Gioia Tauro rappresenta il Porto strategico  che serve all’Italia (e non solo alla Calabria) per avvicinare ulteriormente l’Europa. Servono competenza, qualità del management, intuito e attitudine al business. Calabria.Live ne ha parlato con il maggiore terminalista del Mezzogiorno, che naturalmente sta puntando su Gioia Tauro: Antonio D. Testi, Chief Executive Officer di Medcenter Container Terminal.

– Qual è l’incidenza del porto e del retroporto per lo sviluppo della Zona Economica Speciale (ZES)?

«La ZES dovrebbe essere uno dei punti di forza per lo sviluppo economico dell’area di Gioia Tauro e non solo. La grande superficie demaniale (circa ben 800 ettari) disponibile per l’insediamento di nuove imprese e/o l’ampliamento di quelle esistenti, l’immediata prossimità all’area portuale, sia del terminal contenitori, del terminal ferroviario, del terminal gomma ed anche del terminal automobilistico, sono tutti fattori che rendono la ZES strumento particolarmente idoneo ad un piano di attrazione di investimenti sia locali che esteri.

In un Paese dove, per conformazione orografica e litoranea, si fa fatica a trovare un porto commerciale con qualche centinaio di metri di banchina avente un’adeguata area alle spalle da poter destinare a zona produttiva/logistica, il sistema portuale/logistico di Gioia Tauro appare come un eccezionale strumento di sviluppo non solo per una regione a PIL particolarmente ridotto, ma anche per l’intero sistema Paese.

Focalizzandosi su quella che è l’attività del terminal container, non è difficile rilevare alcuni dati che, in senso positivo, dovrebbero essere noti a tanti operatori industriali e dei servizi in Italia ed all’estero. Con i suoi 3,4 Km di banchine, 1,6 milioni di mq di piazzali, un porto canale profondo 16,5 metri, un nuovo gateway ferroviario armato di tre aste di 850 metri di lunghezza e quasi 3.000 prese per contenitori climatizzati, il porto container di Gioia Tauro è l’infrastruttura logistica tra le più grandi d’Europa ed il primo porto per dimensioni e volumi d’Italia. 

Ogni anno vi approdano circa 1.500 navi, tra cui le più grandi al mondo (oltre 400 metri di lunghezza per 62 di larghezza) che in Italia solo a Gioia Tauro possono attraccare ed essere servite con l’adeguato equipment di banchina. Queste navi collegano oggi il nostro porto a tutti e 5 i Continenti, tessendo sulla superficie del mare una ragnatela logistica composta da più di 120 porti nel mondo. Una simile “macchina da lavoro” è quindi in grado di fornire un servizio unico a tutti gli operatori che si affacciano sul Mediterraneo e che vogliono utilizzare questa eccezionale struttura calabrese per sviluppare i loro business.

Il retroporto fornisce poi la perfetta risposta a chi ha necessità di spazi e di vicinanza al vettore marino, ferroviario o camionistico al fine di esportare (o importare) la propria merce. Così, aziende di produzione finale o di assemblaggio appartenenti ai più disparati settori quali industria o agricoltura possono beneficiare di questa grande realtà. In particolare, anche e soprattutto legato al settore primario, esiste la grande potenzialità legata ad un auspicabile progetto di catena del freddo alimentata da energia rinnovabile (solare). Gli ampi spazi ed il clima favorevole tutto l’anno consentirebbero infatti lo sfruttamento di questa risorsa per accelerare il processo di competitività del sistema locale e nazionale.

– Quale governance per la ZES?

Ancorchè all’interno del Comitato di indirizzo previsto dal DL 91/2017 si preveda la sola presenza di soggetti pubblici, con la presidenza dello stesso affidata al Presidente della AdSP, sarebbe forse auspicabile un coinvolgimento anche del soggetto privato – che ne avesse giusto e motivato titolo – per tutte quelle questioni, non amministrative, ma che dovessero attenere agli aspetti di sviluppo strategico della ZES. 

È infatti manifesto che l’impresa privata ha una visione diversa da quella pubblica e proprio per questo, unite, possono sviluppare la giusta sinergia per velocizzare i processi e renderli più brevi e funzionali».

– Le relazioni industriali nel contesto portuale ed industriale di Gioia Tauro sono ben strutturate o hanno bisogno di essere adeguate alle sfide future dello sviluppo?

«I rapporti tra stato, imprese, sindacati e lavoratori sono da tempo oggetto di profondo interesse da parte di ogni attore sul territorio. In un contesto regionale già caratterizzato da una bassa occupazione e stagnazione economica, appesantito ora anche dalla crisi pandemica, urge la modernizzazione del pensiero e della conseguente azione dei principali componenti del cluster portuale in generale.

Deve esserci un dialogo costruttivo basato sulle reali esigenze delle imprese e dei lavoratori, su quelle del sindacato e del territorio. Questo dialogo, però, non può mai prescindere dal valore e dalla qualità del lavoro come elemento generante il differenziale competitivo delle aziende operanti sul territorio. Per cui l’obiettivo deve essere per tutti gli attori la concorrenzialità delle imprese basata su competenze, formazione, produttività, efficacia ed efficienza dei processi. 

Fuori da questo schema si troverebbe inevitabilmente l’arenarsi di ogni progetto di rilancio e sviluppo dell’economia.

– Quale politiche bisogna attivare per l’attrazione delle imprese nella ZES ed in particolare in quali settori operativi ?

Fiscalità agevolata, processi burocratici snelliti, rapidità delle finalizzazioni procedurali, elasticità del mercato del lavoro. Tutto ciò da parte del soggetto pubblico, garante e primo promotore di questa importante opera di rilancio del Sud. Ma anche il valorizzare un polo logistico intermodale complesso e completo: nave, ferro, gomma, azienda. E viceversa.

Proviamo infatti a ragionare down under, come fanno gli inglesi quando scherzosamente parlano dell’Oceania. Abbattiamo creativamente le convezioni. Ovvero proviamo a ribaltare la visuale e vedremo che le merci entrano a Gioia Tauro dall’alto, come primo vero grande porto in cui approdano e, quasi cadendo, percorrono le più brevi rotte verso i mercati del nord Italia ed europei utilizzando navi, treni, camion.

Promuoviamo, sia in Italia che all’estero, questo plesso di servizi, strategico per la nostra economia, punto nodale che rifornisce gli italiani di circa il 30% delle merci che abitualmente consumano, siano esse di genere alimentare che di altra natura. 

Promuoviamo la professionalità delle nostre maestranze, capaci di servire con puntualità e precisione i giganti del mare, ma anche in grado di caricare o scaricare i lunghi treni merci oppure i più “piccoli” camion portacontenitori.

Promuoviamo l’export della nostra agricoltura offrendo catene del freddo complete.

Promuoviamo la nostra capacità di produrre energia dalla natura offrendo ettari di impianti fotovoltaici per la generazione e l’approvvigionamento di energia pulita. 

Promuoviamo il nostro marketing territoriale, offrendo il più immediato e sicuro punto di approdo delle merci che entrano (o escono) in Mediterraneo.

Promuoviamo tutto ciò che la nostra italiana creatività ci suggerisce ma…facciamolo. In concreto».

– Qual è il ruolo delle Risorse Umane con competenze e conoscenze adeguate come devono essere formate ed attratte nelle attività portuali ed industriali di Gioia Tauro?

«Da sempre il Capitale Umano è al centro di tutto, esattamente tutto, ciò che l’uomo ha ideato e realizzato. Senza un’adeguata selezione, formazione ed addestramento le risorse umane non possono dare il loro migliore contributo.

Quindi, adeguati istituti che formino in aula il personale e che poi lo stesso venga istruito in termini pratici sul luogo di lavoro. Questo personale, giovane e formato, sarà quindi pronto ad entrare nel ciclo produttivo sia in pianta stabile che a chiamata.

Con particolare riferimento a quest’ultimo concetto, anche la possibilità di usufruire di una certa elasticità nell’acquisizione ed impiego di mano d’opera specializzata è di fondamentale importanza per contribuire a garantire la competitività delle aziende operanti nell’area portuale. Il porto di Gioia Tauro necessita di un art. 17 vero e proprio che possa dare il suo contributo a tutte le imprese, sia terminaliste che non, per fare fronte ai picchi di lavoro ma anche alle “selle” dovute a picchi di indisponibilità, temporanea e/o eccezionale, di mano d’opera».

– Qual è, o dovrebbe essere, il ruolo del Porto di Gioia Tauro nel contesto nazionale, mediterraneo ed internazionale?

«Credo che non ci sia in Italia una infrastruttura così importante e così sconosciuta (o, a volte, persino malintesa) ai più. In un Paese dove le serie televisive nazionali non fanno altro che propinare una visione del malaffare imperante, e che trova uno dei suoi luoghi di “culto” nell’area di Gioia Tauro, dobbiamo ribaltare totalmente il modo di vedere e di vendere le cose. Una “n” che fa probabilmente la differenza.

Il Porto di Gioia Tauro, mega realtà che quotidianamente – da più di 25 anni –offre lavoro a migliaia di famiglie, è in vero il luogo dove transitano almeno un terzo delle merci che oggi raggiungono le nostre case. E’ quel luogo dove magicamente si toccano e si fondono diverse fasi e “luoghi” del processo logistico: nave, treno, camion, aziende destinatarie dei beni.

Il porto contenitori di Gioia Tauro, che in un vicino domani movimenterà 4,5 milioni di Teus, deve rientrare – gioco forza – in uno scenario complessivo, deve far parte di un reale progetto di reingegnerizzazione dell’area e della sua offerta di servizio/prodotto per divenire il plinto principale di un ponte produttivo e logistico che serva l’intera nazione e guardi con determinazione l’espansione in Europa.

Il Governo deve da subito mettere in atto concretamente quegli interventi che consentiranno al Porto di Gioia Tauro, sul lungo periodo, di eccellere sui mercati: ammodernamento della rete ferroviaria, creazione della ZES, creazione di un art. 17, agevolazioni all’impresa (sia essa nazionale che straniera), snellimento burocratico, etc.

Il DNA italiano, ricco di spirito creativo, ma troppe volte individualista, deve ora virare verso un concetto di coscienza collettiva, di spirito di squadra che poco ci caratterizza. Ma non possiamo evitare di compiere questa benevola mutazione se non vogliamo soccombere in una realtà di mercato sempre più globalizzata, sempre più interconnessa e che non lascia spazio ai ritardi, alle inefficienze ed a tutti quei fattori che limitano la vera competitività delle imprese e, conseguentemente, del sistema Paese.

Ricordiamoci sempre uno degli aforismi di Johann W. Goethe: qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora.

La Regione autorizza la spesa di 6 milioni di euro per il retroporto di Gioia Tauro

Sono 6 milioni di euro la somma che sarà utilizzata a favore del retroporto di Gioia Tauro. È quanto è stato stabilito dall’accordo con l’Autorità portuale di Gioia Tauro e con il Corap per lo sviluppo e l’ammodernamento dell’area del retroporto dello scalo della Piana e approvato dalla Regione Calabria, su proposta del presidente f.f. Nino Spirlì e l’assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo.

L’accordo fa riferimento al “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022”. L’area interessata ricade nei Comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando. La spesa è finalizzata alla realizzazione di opere di riqualificazione, in particolare nell’ambito della viabilità, dei trasporti, della logistica e del decoro urbano.

Soddisfatto il sen. Giuseppe Auddino (M5S) che ha sempre sostenuto la necessità di un’intesa per lo sblocco degli investmenti: «È un altro importante tassello – ha dichiarato – al rilancio del porto di Gioia Tauro: la gestione delle risorse per il retroporto, pari a 6 milioni di euro stanziati con il mio emendamento alla legge di bilancio 2020, è passata all’Autorità Portuale in seguito all’accordo con il Corap, grazie anche al lavoro che abbiamo svolto insieme alla Regione in questo ultimo anno. Ho sempre sostenuto con convinzione la necessità di questo accordo: con questo passaggio, i 6 mln di euro previsti per la riqualificazione del retroporto per il triennio 2020 – 2022 potranno essere finalmente stanziati dal Ministero delle Infrastrutture per l’avvio dei cantieri. Porto e retroporto avranno nell’Autorità portuale un’unica cabina di regia con cui affrontare le necessità del sito e armonizzare le azioni urgenti per l’ammodernamento e lo sviluppo dell’intera area industriale».

«Da anni – ha detto Auddino – sostengo l’importanza dello sviluppo dell’area industriale retroportuale ai fini della crescita economica e dello sviluppo del sistema imprenditoriale di tutto il territorio. Le risorse previste dal mio emendamento – continua il senatore che da sempre si occupa del porto e del retroporto gioiese – saranno impiegate per realizzare opere di riqualificazione in particolare nell’ambito della viabilità, dei trasporti, della logistica e del decoro urbano delle aree industriali ricadenti nei comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando, come testualmente previsto dal mio emendamento. L’Autorità portuale quindi gestirà i cantieri che riqualificheranno l’area industriale retroportuale nell’ottica di uno sviluppo che, come ho sempre sostenuto, sarà coordinato tra sistema portuale, retro portuale, settori produttivi e altre attività correlate alla logistica. (rrc)