REGGIO – Roberto Pazzi, poeta e narratore, incanta Reggio ma ne è affascinato

Una bella serata di poesia in compagnia di Roberto Pazzi: poeta, scrittore, autore. Un personaggio della letteratura italiana che si fa amare e che ha saputo, con i suoi continui colpi di teatro, affascinare il pubblico del Circolo del tennis “Rocco Polimeni” di Reggio per il terzo appuntamento dei Caffè Letterari organizzati dal Circolo Culturale Rhegium Julii.

Pazzi ha presentato la sua raccolta poetica Un giorno senza sera (La Nave di Teseo editore), 53 anni di poesie, con un titolo chiaramente ispirato a Sant’Agostino, suo prezioso mentore e una delle guide della sua brillante formazione artistico-letteraria. Intense e molto apprezzate le relazioni introduttive di Benedetta Borrata, di Maria F. Minniti, che hanno a un certo punto quasi “duettato” con l’autore scavando nell’intensità dei suoi versi e facendo emergere l’essenza del suo essere poeta: la quotidianità che tutto pervade e assorbe, fino a far dimenticare il tempo, vero tiranno invincibile.

Il benvenuto del presidente del Circolo Igino Postorino ha voluto ancora una volta sottolineare la fortunata sinergia che ormai si è creata tra il Rhegium Julii e il Circolo Rocco Polimeni: un positivo interscambio di attività e di esperienze culturali di grande spessore con personaggi che accettano anche con sacrifici personali (Pazzi ha affrontato 14 ore di treno in vagone letto pur di non mancare all’appuntamento) per il piacere di incontrare un  pubblico attento e appassionato. Roberto Pazzi, poeta, narratore e giornalista, è considerato uno dei più originali e visionari scrittori italiani. Già penna del Corriere della Sera e The New York Times, scrive in Italia sulle pagine culturali di diversi quotidiani italiani fra i quali Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno ed è opinionista del Quotidiano Nazionale. La sua serata reggina è stato un magnifico regalo di Pino Bova, presidente del Rhegium, e del Circolo stesso, alla città di Reggio, che ­– a sua volta – ha stregato il poeta e il narratore.

Lunedì prossimo appuntamento con il giornalista  Roberto Napoletano, direttore del Quotidiano del Sud / L’Altravoce dell’Italia, paladino delle battaglie per il superamento del divario Nord-Sud. (rrc)

Il premio internazionale Rhegium Julii “Città dello Stretto”, A Tahar Ben Jalloun

Fervono i preparativi per la cerimonia di premiazione del 51esimo Premio Rhegium Julii, organizzato dall’omonimo Circolo culturale, presieduto da Pino Bova, che si svolgerà dal 14 al 16 dicembre con una serie di eventi culturali a Reggio Calabria. I premi, invece, saranno consegnati il 15 dicembre prossimo, alle 21.00, al Teatro comunale “Francesco Cilea”, in una serata speciale condotta dalla giornalista Ilda Tripodi.

Tanti i premiati, selezionati dalla giuria presieduta da Corrado Calabrò e composta da Giuseppe Caridi, Gioacchino Criaco, Luca Desiato, Mimmo Gangemi, Dante Maffia, Anna Mallamo, Domenico Nunnari, Giuseppe Rando: a Stefania Auci, il Premio Corrado Alvaro per la narrativa; Ginevra Bompiani il Premio Leonida Repaci per la saggistica; Franco Arminio il Premio Lorenzo Calogero per la poesia; Antonella Orefice il Premio Gaetano Cingari per gli studi meridionalistici.

Il Premio Internazionale “Città dello Stretto”, invece, è stato assegnato allo scrittore magrebino Tahar Ben Jelloun. A Gianfranco Bertone, il Premio per la saggistica scientifica intitolato a Mario La Cava, e a Renè Corona il Premio per la poesia intitolato ad Alba Florio.

Nell’ambito delle manifestazioni organizzate dal Rhegium, il 16 dicembre, nella Sala dei Lampadari di Palazzo Alvaro, sarà conferita la cittadinanza onoraria al poeta Dante Maffia, noto componente della Giuria dei Premi Rhegium Julii ed autore di un libro dedicato alla città dello Stretto dal titolo Ritorno a Reggio (Città del sole edizioni).

«L’edizione 2019 – ha affermato Pino Bova presidente del Rhegium Julii – viene considerata un momento eccezionale perché il Circolo apre una nuova pagina della sua storia cinquantennale rinnovando il patto di rilancio del Mezzogiorno con le Istituzioni, con il mondo della cultura e con la propria comunità. Tante pagine di storia scritte con molti sacrifici hanno avuto oggi un prestigioso riconoscimento dall’Amministrazione comunale e metropolitana: la simbolica attribuzione del San Giorgio 2019 ed un atto deliberativo di grande responsabilità politica e morale che consacra e storicizza l’immenso sforzo compiuto dal Rhegium Julii in questi anni a favore dei giovani e contro ogni forma di banalizzazione della vita. La storia del Rhegium Julii non ha mai avuto connotazioni consumistiche ed effimere, ma si è distinta per qualcosa di più: quasi una nuvola aperta sul cielo della vita con le idee, la passione civile, la spinta all’edificazione culturale e civile che si è alimentata ogni giorno di più con i contributi d’anima e di pensiero dei fondatori e l’entusiasmo delle risorse dei nuovi talenti».

Il Rhegium Julii – è bene sottolinearlo – in 51 anni di vita, grazie alla spinta ed alla generosità di Giuseppe Casile prima, di Mafalda Pollidori e da alcuni anni di Pino Bova, ha saputo coinvolgere personalità straordinarie come Gilda Trisolini, Emilio Argiroffi, Enzo Misefari, Pasquino Crupi, Francesco Fiumara, Ernesto Puzzanghera, Rodolfo Chirico, Nino Freno, Antonietta Maria Corsaro, Lina Gangemi, Elio Stellitano, Rosita Borruto, con le importanti apparizioni di Saverio Strati, Mario La Cava, Mario Labate, Antonio Piromalli e tanti altri amici, giovani e meno giovani, che hanno trascinato tutti con la forza di un fiume in piena. Ed è da quelle occasioni, dal desiderio di accrescere ulteriormente il confronto oltre ogni barriera culturale, ideologica e di pensiero, che nacquero i Premi nazionali Rhegium Julii che hanno registrato la presenza delle più grandi personalità culturali del Paese e del mondo. Basta ricordare i premi nobel Josif Brodskij, Derek Walcott, Toni Morrison, Seamus Heaney, Rita Levi Montalcini e personalità quali: Mario Luzi, Alda Merini, Yves Bonnefoy, Maria Luisa Spaziani Ildefonso Falcones, Ghiannis Ritsos, Adonis e gli incoraggiamenti di Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro, Francesco Cossiga, Giorgio Napolitano, le serate dei Caffè letterari, gl‘incontri con l’autore, i Viaggi nell’animai cenacoli, il programma Per amare il libro.

«Oggi – ha detto il Presidente Bova – l’Associazione sembra non fermarsi in più ed ha ripreso la sua corsa con grande slancio. È sempre forte la fede nella cultura, nella creatività, nell’antico sogno che ha fatto nascere la Polis prima, un Paese democratico poi. C’è la coscienza di un servizio non ancora concluso, di una missione da compiere . Sotto i nostri occhi il mondo è sofferente per le insopportabili violenze, diseguaglianze, disumanità ed è essenziale lottare con convinzione per la salvaguardia della bellezza, del pensiero, dell’educazione al dubbio, che restano principi fondamentali per la qualità della nostra vita. Siamo consapevoli che il Rhegium Julii è solo uno strumento ma, come sempre, continuerà a rispondere all’appello. Il Rhegium Julii ci sarà». (mp)


TUTTI I PREMIATI DI QUESTA EDIZIONE

STEFANIA AUCI

Premio Corrado Alvaro per la narrativa con “I leoni di Sicilia”, editore Nord.

Stefania Auci è di origine trapanese e palermitana di adozione. Dopo la laurea ha stabilito un rapporto un rapporto importante con il mondo della letteratura. Ha scritto Florence pubblicato con la casa editrice Baldini & Castoldi. Due anni dopo si è cimentata con un saggio scritto a quattro mani con Francesco Maccani sulla cattiva scuola.

Infine il suo capolavoro del momento “I leoni di Sicilia” un libro diventato subito un best seller negli Stati Uniti, in Germania, In Francia, in Spagna ed in Olanda e pronto per diventare una fiction televisiva.

GINEVRA BOMPIANI

Premio Leonida Repaci per la saggistica per il volume L’altra metà di Dio editore Feltrinelli. Figlia di Valentino Bompiani, per la cui casa editrice ideò la collana di letteratura fantastica “Pesanervi”. Ha trascorso diversi anni a Parigi e a Londra per poi trasferirsi a Roma e nei dintorni di Siena, anche per insegnare per una ventina d’anni letteratura inglese all’Università di Siena. Tra i suoi libri: Le specie del sonno (1975), Spazio narrante (1978), Mondanità (1980), L’incantato (1987, Premio selezione Rapallo-Carige), L’attesa (1988). E, per ragazzi, le fiabe Via terra (1998) e L’amorosa avventura di una pelliccia e di un’armatura (2000), La stazione termale (2012). Come traduttrice ha lavorato su opere di Antonin Artaud, Louis-Ferdinand Céline, Gilles Deleuze, Leonora Carrington, Marguerite Yourcenar, ecc. Ha fondato nel 2002 con Roberta Einaudi (nipote di Giulio Einaudi), la casa editrice nottetempo, con sede a Roma.

FRANCO ARMINIO

Premio Lorenzo Calogero per la poesia con il volume L’infinito senza farci caso –  editore Bompiani. Nato a Bisaccia (AV) nel 1960, è poeta, scrittore, regista, “paesologo”. Collabora con il Corriere della Sera, Il Manifesto, Il Fatto Quotidiano ed è animatore del Blog “Comunità provvisorie”. E’ promotore di numerose battaglie civili. Roberto Saviano ha definito Arminio uno dei poeti più importanti del nostro Paese.

Con Cartoline dai morti ha vinto il premio Stephen Dedalus; con Terracarne ha vinto il Premio Carlo Levi e il premio Volponi. Ha al suo attivo oltre 25 pubblicazioni tra cui il libro per il quale è premiato questa sera L’infinito senza farci caso. Ha fatto importanti esperienze di regista con Un giorno in edicola (2009), Di mestiere faccio il paesologo (2010), Giobbe e Teora (2010) Terramossa (2012)

ANTONELLA OREFICE

Premio Gaetano Cingari per gli studi meridionalistici con il volume Eleonora Pimentel Fonseca. L’eroina della Repubblica napoletana del 1799 – editore Salerno. E’ nata a Napoli nel 1967. Laureata in Filosofi all’Università Federico II di Napoli, si occupa da subito di ricerca storica con approfondimenti sulla Repubblica napoletana del 1799 pubblicando diverse monografie su fatti e protagonisti dell’epoca. Per il notevole contributo reso alla ricerca storica con le opere “La penna e la spada” e “Il pantheon dei martiri del 1799” ha ricevuto il Premio per la ricerca storica e la pubblicazione delle opere dall’Istituto per gli studi filosofici. Altri suoi lavori sono presenti nell’Archivio storico per le Province napoletane, presso l’Archivio per la storia delle donne. Nel 2011, grazie alla Società Napoletana di Storia Patria ha rifondato “Il Nuovo Monitore Napoletano”. Il Sindaco della Città di Napoli le ha conferito recentemente un attesto di benemerenza ed una medaglia riconoscendo il valore del suo impegno culturale.

GIANFRANCO BERTONE

Premio speciale Mario Lacava per la saggistica scientifica con il volume Sospesi tra due infiniti – editore Longanesi. E’ professore ordinario di Fisica Teorica Astroparticellare all’Università di Amsterdam. Dopo una laurea in Fisica Teorica all’Università “La Sapienza” di Roma, e un dottorato presso l’Università di Oxford e l’Istituto di Astrofisica di Parigi, ha svolto attività di ricerca ed insegnamento al Fermi National Accelerator Laboratory di Chicago, all’Università di Zurigo e all’Istituto di Astrofisica di Parigi. Ha contribuito a fondare e coordinato il centro di eccellenza in Fisica della Gravità e delle Astroparticelle dell’università di Amsterdam, ed è oggi direttore del Consorzio Europeo di Fisica Teorica Astroparticellare. Affianca alla ricerca e all’insegnamento un’intensa attività di divulgazione, ed è fondatore e presidente del Premio Cosmos. Ha pubblicato Dietro le Quinte dell’Universo (Carocci – 2018) e Sospesi tra due infiniti (Longanesi – 2019).

RENÈ CORONA

Premio speciale Alba Florio per la poesia con il volume La conta imprecisa – editore Puntoacapo. E’ docente di Lingua e traduzione Francese all’Università di Messina. Ha tradotto diversi poeti italiani e stranieri per la rivista Europe ed ha pubblicato presso l’Amourier la prima traduzione francese delle poesie di Gesualdo Bufalino Le miel amer ed ha curato la prima traduzione del romanzo di Henri Calet L’Italia alla pigra.

E’ autore di due romanzi tra cui l’hèbètude des tendres (Finitude,2012), Sono seguiti la monografia Le singulier pluriel ou “Icare et les èlegiaques” (Paris, Hermann,2016) e le raccolte poetiche MessinElègie (Triages, Tarabuste, 2015), L’èchancrure du quotidien (L’Harmattan, 2017), Compitare nei cortili (puntoacapo, 2019). Ha tradotto dal francese l’opera Francois d’Assise tratta dal romanzo di Joseph Delteil.

TAHAR BEN JELLOUN

Premio internazionale “Città dello Stretto” per l’opera omnia. Tahar Ben Jelloun, poeta, romanziere, giornalista, nato a Fès, in Marocco, nel 1944, vive a Parigi. Autore, finora, di quasi 80 opere, è il romanziere di lingua francese più tradotto al mondo. Negli anni della sua formazione culturale – avvenuta nel paese d’origine – ha frequentato il liceo francese di Tangeri e l’università “Mohammed V” di Rabat, conseguendo la laurea in filosofia, prima della definitiva partenza per la Francia. Anche la carriera di scrittore di Tahar Ben Jelloun inizia nel Marocco, con le collaborazioni a “Souffles”, rivista di letteratura che ha ispirato uno dei movimenti culturali più importanti del Nord-Africa. La sua prima raccolta di testi poetici –  intitolata “Hommes sous linceul de silence” –  è stata pubblicata nel 1971. Con l’arrivo a Parigi, seguiranno poi due fondamentali opere –  “La Plus haute des solitudes” e “La Reclusion solitaire” – con le quali l’autore spiega la condizione degli emigrati magrebini in Francia, affrontando, per la prima volta, il tema fondamentale della sua mediterraneità: la “partenza”, tema che poi ispirerà quasi tutta la sua opera letteraria, a testimonianza del legame inscindibile con la sua profonda radice mediterranea. In Francia Ben Jelloun diventa il romanziere e saggista straniero francofono più conosciuto e di successo, distinguendosi, anche, per l’impegno politico, sociale, e le battaglie contro il razzismo. Suoi temi privilegiati sono –  oltre l’allontanamento dalle origini e la frattura dolorosa che ne deriva – la vita sociale nei paesi arabi, tra sottosviluppo economico, condizione femminile e assenza di diritti e libertà. Esemplari, in tal senso, sono i romanzi L’enfant de sable e La nuit sacrée. Tra le opere – romanzi e saggi –  tradotte in Italia, vanno ricordate – ne citiamo solo alcune –  Creatura di sabbia, L’amicizia, L’ultimo amore è sempre il primo? Il razzismo spiegato a mia figlia. L’estrema solitudine, Il libro del buio, L’hamman, L’amicizia e l’ombra del tradimento, Non capisco il mondo arabo, Partire, La rivoluzione dei gelsomini, Fuoco. Per il profondo messaggio contenuto nel volume Il razzismo spiegato a mia figlia gli è stato conferito dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il “Global Tolerance Award”. Ben Jelloun ama e conosce l’Italia, in particolare il Sud, a cui ha dedicato il romanzo L’Albergo dei poveri, ambientato a Napoli e il saggio Dove lo Stato –  scritto nel 1991 ma drammaticamente attuale – resoconto di un viaggio nel Sud la cui solitudine evoca l’assenza di uno Stato che con la sua lontananza infligge la pena maggiore ai territori che dimentica, destinandoli ad un eterno oblio che rende queste terre straniere. Potremmo benissimo dire, se lui è d’accordo, che Tahar Ben Jelloun è uno di noi.


IL PROGRAMMA DELLA 51.MA EDIZIONE DEL RHEGIUM JULII

  • Sabato 14 dicembre – ore 10.30.
    I vincitori ed i componenti della Giuria dei Premi Rhegium Julii incontrano gli studenti degli Istituti scolastici superiori e dei Licei (coinvolti Liceo Classico Campanella, Liceo Scientifico Alessandro Volta, Liceo Scientifico Leonardo da Vinci, Istituto superiore economico Raffaele Piria, Istituto Superiore Nostro-Repaci di Villa San Giovanni, Liceo Fermi di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Istituto d’istruzione superiore Nicola Pizi di Palmi, e ben 2000 studenti).
  •  Sabato 14 dicembre – ore 18.30 – Palazzo Alvaro Sala Boccioni
    DIETRO LE QUINTE – Conversazioni ed interviste con i vincitori e i componenti della giuria dei Premi Rhegium Julii condotte dalla giornalista Anna Mallamo;
  • Domenica 15 dicembre – ore 21.00 – Teatro comunale “Francesco Cilea”
    Cerimonia di consegna dei Premi Rhegium Julii 2018 e del Premio internazionale Città dello Stretto” Conduce la giornalista Ilda Tripodi.
    I saluti saranno portati dal Presidente del Circolo culturale Rhegium Julii, dal Sindaco della Città metropolitana e dal Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, dal Presidente della Giuria Corrado Calabrò.
    Le conclusioni della serata sono affidate all’Orchestra del teatro “Francesco Cilea” condotta da Alessandro Tirotta.
  • Lunedi 16 dicembre – Campo Calabro – ore 10.30
    Omaggio a Gaetano Cingari:
    Conversazione di Antonella Orefice vincitrice del premio Rhegium Julii per gli studi meridionalistici
    Conduce lo storico Giuseppe Caridi
    I saluti saranno portati dal primo cittadino di campo Calabro Sandro Repaci
  • Lunedi 16 dicembre – ore 10.30 – Palazzo San Giorgio Sala dei Lampadari
    Cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria al poeta Dante Maffia
    Saluti del Sindaco di Reggio Calabria Avv. Giuseppe Falcomatà e del Presidente del Rhegium Julii Dott. Giuseppe Bova
    Prolusione del poeta Marco Onofrio (finalista del premio Rhegium Julii per la poesia)
     

SOSTENITORI DEL PROGETTO

Regione Calabria
Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria
Città metropolitana di Reggio Calabria
Comune di Reggio Calabria
Comune di Campo Calabro
Università Mediterranea
ANMIG Reggio Calabria
Rotary Club Reggio Calabria
Lions Club Host
Lions Club e Magna Grecia

PATROCINIO
Planetario Pytagoras
Panathlon Reggio Calabria
Circolo del Tennis “Rocco Polimeni”
Fondazione “Italo Falcomatà”

REGGIO – Dire Fare Comunicare, il giornalismo di Mantineo

Si può fare del buon giornalismo nell’era delle fake news? Certamente, se ci sono le professionalità adeguate e si rispettano i principi di deontologia: è quanto emerso dall’interessante incontro di ieri sera al Circolo del Tennis Rocco Polimeni di Reggio con il giornalista Aldo Mantineo, autore del libro Dire fare Comunicare (Media&Books edizioni), Eduardo Lamberti Castronuovo, editore di ReggioTv, e il giornalista Santo Strati. Il libro di Mantineo (già caposervizio a Reggio della Gazzetta del Sud, narratore e formatore) è un non-manuale sulle regole del giornalismo, con attenzione alla comunicazione istituzionale mediata dagli uffici stampa. Gli addetti stampa (e non solo quelli di enti e istituzioni) hanno il compito di informare i colleghi giornalisti che a loro volta devono intermediare la comunicazione ricevuta. Se manca la professionalità (e una legge apposita, la 150 la richiede) è facile creare confusione e disordine nella comunicazione, col risultato di fare cattiva informazione.

Il tema della serata, dunque, era il buon giornalismo e le regole: Lamberti Castronuovo ha incalzato Mantineo con puntute domande riuscendo ad innescare un vivace confronto sulla qualità dell’informazione e Strati ha evidenziato la necessità della formazione dei giovani aspiranti giornalisti. Se manca la qualità – è emerso dal dibattito – è facile produrre informazione parziale se non totalmente inventata, ma ai giovani occorrono strumenti formativi che li guidino e insegnino loro il “mestiere”. Manca una scuola di giornalismo in Calabria ed ecco che, in diretta col rettore dell’Università per gli Stranieri di Reggio, il dott. Lamberti Castronuovo (che a UniStraDa insegna Etica del giornalismo) ottiene il via per progettare un corso specifico.

È intervenuto nel dibattito anche il giornalista Tonino Raffa, storica voce di RaiSport e assiduo protagonista dei Caffè Letterari del Rhegium Julii. Ha introdotto la serata con l’abituale affabilità il presidente del Circolo “Rocco Polimeni” dott. Igino Postorino e ha moderato con piglio deciso il presidente del Rhegium Julii Pino Bova che non ha nascosto la soddisfazione del grande successo dei Caffè Letterari proposti con grande successo al Circolo del Tennis, un appuntamento di grande cultura che promuove un continuo scambio di idee ed opinioni e favorisce il contatto diretto tra autori e lettori. (rrc)

REGGIO – Affollata serata con Mimmo Nunnari al Rhegium Julii

Il giornalista e scrittore Mimmo Nunnari con Destino Mediterraneo (Rubbettino editore) libro vincitore del Premio Costa Smeralda ha inaugurato la stagione 2019 dei Caffè Letterari del Rhegium Julii che si svolgono nella splendida cornice del teatro del Circolo tennis “Rocco Polimeni”, affacciato sull’incanto dello Stretto, particolarmente affascinante di notte, con le luci di Messina di fronte.

È stato il primo dei dodici incontri con autori romanzieri e saggisti che con la storia lunga e prestigiosa del Rhegium hanno legami antichi e d’amicizia, come ha spiegato il presidente del sodalizio Pino Bova. Nunnari è stato presentato dallo storico Pino Caridi e intervistato da Franco Costantino e Vincenzo Filardo. Il tema del Mediterraneo vecchio nome che si porta dietro la storia di tre continenti e di tre insiemi di civiltà Nunnari lo ha affrontato, ha spiegato Caridi, con riferimenti e letture di “scritture fondamentali” di storici letterati e studiosi autorevoli: da Fernando Braudel a Paul Valéry, Cyprian Broodbank, Predrag Matijevic, Umberto Eco e tantissimi altri. Il risultato è che “Destino Mediterraneo”, ha spiegato lo storico, è un libro di “attraversamenti”, con una trama storica e culturale che parte dal mito e arriva alla cronaca, con quel fenomeno delle migrazioni oggi precipitato sulle nostre fragilità di occidentali che hanno smarrito il filo della loro esistenza.

È partito proprio da queste ultime considerazioni Nunnari, nel suo intervento, e rispondendo alle domande del pubblico, per dire che il Mediterraneo «non può essere visto come una frontiera per sbarrare il passo ai migranti, facendoci dimenticare che proprio dal mare nostrum sono giunte fino a noi le storie che ci hanno reso quello che siamo». Serve pensare, secondo l’autore, che malgrado le contraddizioni, i conflitti, i tormenti dell’oggi, il Mediterraneo possa diventare il luogo del prossimo Rinascimento, del “nostro destino comune”.

Dal dibattito che è seguito alla presentazione, con numerosi interventi del pubblico, tra cui il presidente del sodalizio sportivo che ospita i Caffè Letterari Igino Postorino, il presidente della Fondazione Mediterranea Enzo Vitale e il magistrato Vincenzo Macrì, è emerso il ruolo che in una prospettiva futura potrà svolgere il Mezzogiorno nel rapporto col Mediterraneo.

«Qualcuno – ha detto Nunnari in risposta alle domande – dice che nel Sud del Mediterraneo accade ciò che accade nel Sud Italia da due secoli almeno: stessa eredità di antiche civiltà, stesso crepuscolo e declino. Tutto ciò ci fa pensare che il Sud sta all’Italia come il Mediterraneo sta all’Europa. Prima che sia troppo tardi è il momento che l’Europa e l’Italia, le due questioni, Mediterraneo e Meridione, sono la nostra cultura d’origine, che ha contribuito alla nascita dello spirito europeo. E da lì che bisogna ripartire». Rileggendo il sottotitolo del suo libro Nunnari ha concluso con l’auspicio che “solo il mare nostro ci salverà”. (rrc)

Nella foto di copertina: Mimmo Nunnari con il presidente del Rhegium Julii Pino Bova, lo storico Pino Caridi e Vincenzo Filardo

OTELLO PROFAZIO HA CHIUSO I CAFFÈ LETTERARI DEL RHEGIUM JULII

21 agosto – Una chiusura alla grande, con un ospite d’eccezione: ai Caffè Letterari del Circolo Rhegium Julii, ospitati dal Circolo del Tennis “Rocco Polimeni” di Reggio, il cantastorie n. 1, Otello Profazio, ha confermato la validità di un ciclo di incontri che hanno spaziato in tutti i campi della cultura e della scienza. L’iniziativa del Rhegium Julii, guidato dal presidente Pino Bova, ha portato al Circolo di Pentimele il fior fiore di autori e scienziati, con grande soddisfazione dei reggini accorsi sempre in gran numero per ascoltare l saggista Nuccio Ordine, gli scrittori Gioacchino Criaco e Matteo Marani, il giornalista-scrittore Marino Bartoletti, lo scienziato Gianfranco Bertone, il matematico Francesco Magris.
Con Otello Profazio è stata tutta un’altra “ballata” (è il caso di dirlo): il “mastro cantaturi” (Premio Tenco e massima autorità nel campo della canzone dialettale) ha mostrato tutta la magia della musica in vernacolo, prima raccontando storie e retroscena della sua lunga carriera artistica, poi deliziando un’affollatissima platea con la sua chitarra Profazio ha presentato brani del suo ultimo libro-disco “La storia – Ballata consolatoria del popolo rosso” e vecchie popolarissime ballate che hanno, ovviamente, affascinato i presenti. Una bellissima serata e un doveroso grazie al Rhegium Julii per questi appuntamenti estivi che hanno accompagnato le vacanze dei reggini (e dei tantissimi ospiti). Ma non finisce qui: lunedì prossimo nuovo appuntamento col Rhegium Julii per il Premio l’Inedito 2018, sempre al Circolo del Tennis, col presidente Igino Postorino e il vice Ninni Romeo che, alternativamente, hanno introdotto le varie serate con quel garbo e quella simpatia che rendono unici i reggini e i calabresi. (rrc)

Nella foto di copertina: Il vicepresidente del Circolo del Tennis Ninni Romeo, Otello Profazio, il presidente del Rhegium Julii Pino Bova e il giornalista-regista Paolo Bolano.

REGGIO: AL CIRCOLO DEL TENNIS L’ECONOMISTA FRANCESCO MAGRIS

30 luglio  – Stasera alle 21.30, al Circolo Tennis “Rocco Polimeni”, quarto appuntamento con i Caffè letterari organizzati dal “Rhegium Julii”. Ancora un ospite d’eccezione, un figlio d’arte, già vincitore del Premio internazionale Rhegium Julii “Città dello Stretto”: Francesco Magris, ordinario presso l’Università Francois Rabelais, di Tours (Francia, economista, già autore diTornaconti. Economia, letteratura e paradossi quotidiani nell’era del mercato globale (2006) e Topology for economics (2006) L’economia in tasca (2012), La concorrenza nella ricerca scientifica (2012), Al Margine (2015).
Il nuovo testo pubblicato per i tipi “La nave di Teseo” ha per titolo Libertà totalitaria. Si tratta di un saggio ricchissimo e illuminante attraverso il quale Magris ci guida alla scoperta ed all’analisi dei fenomeni sociali e politici che maggiormente caratterizzano la nostra epoca, offrendo risposte a domande che spesso non siamo riusciti ancora a porci.
Nella sua riflessione Magris rappresenta una società in continua tensione che va verso lo sgretolamento delle classi e l’affermazione di un individualismo sfrenato, di un populismo xenofobo, di un ripiegamento verso l’apatia politica.
La difesa del consumismo e la competizione tra i singoli sembra non dare più alternative alla logica capitalista. In un tale contesto in cui la libertà, dai più invocata, diventa una pura illusione, arresa com’è, al conformismo ed allo snaturamento delle identità culturali.
Si avverte ora l’esigenza di ricostruire il tessuto sociale, di valorizzare il sentire collettivo di ripartire dai diritti condivisi, dove la libertà offre opportunità al dialogo con l’altro, senza arrendersi  agl’imperativi del mercato ed alle derive sociali.
Ma saranno sufficienti gli sforzi di uomini illuminati per portarci sulla retta via? Questa è domanda capitale che oggi vogliamo porci? Sarà possibile recuperare il divario tra due grandi impostori che si chiamano ricchezza e povertà sempre più ripiegato a favore dei ricchi?
La serata apre ad un incontro dibattito di grande interesse che scopre le carte su uno dei temi più avvincenti del nostro tempo che già  ha fatto le fortune di un noto saggista e conoscitore di problemi sociali come Zigmunt Baumann.
L’introduzione all’incontro sarà curata dal Prof. Domenico Siclari. A porre gli interrogativi sarà il pubblico con Mafalda Pollidori chiamata a rompere il ghiaccio. (rrc)