Dulbecco Institute: il prof Crea da San Francisco a Roma per i fondi del Pnrr

Appresa la notizia dell’approvazione del finanziamento del progetto Renato Dulbecco Institute di Lamezia Terme, il prof Roberto Crea, direttore scientifico della Fondazione Renato Dulbecco ha spiccato il volo da San Francisco, dove vive e opera da 40 anni, per incontrare il prof. Giuseppe Nisticò ex presidente della Regione Calabria e attualmente commissario della stessa Fondazione. Obiettivo la costituzione di una task force di esperti, guidati da Crea e Nisticò, al fine di utilizzare il più rapidamente possibile il finanziamento di circa 14 milioni di euro del Ministero del Sud stanziati per la realizzazione dell’Istituto.

I due ricercatori si sono doverosamente recati a salutare la ministra Carfagna particolarmente apprezzata per la selezione su base meritocratica dei progetti approvati per la creazione di ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno.

Al ministero sono stati accolti con molta cordialità dal delegato della ministra, on. Paolo Russo, figura di grande competenza nel settore delle biotecnologie mediche, essendo stato docente presso l’Università Cattolica di Roma. Il Prof. Crea ha avuto così l’opportunità di discutere a lungo con lui del progetto volto a creare in Calabria una piattaforma di eccellenza nel campo delle biotecnologie mediche e nel settore agro-alimentare (marchio di qualità dei prodotti calabresi).

Fin dalla sua concezione, due anni or sono, il prodotto biotecnologico era stato avviato sia in California, a San Francisco, sia in Calabria, presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, e ha già dato luogo a risultati molto interessanti. Le pronectine bispecifiche, prodotte a San Francisco, sono state sperimentate nel carcinoma ovarico da oncologi di prestigio internazionale, come il prof. Pierfrancesco Tassone e Pier Sandro Tagliaferri dell’UMG. Così le prime pronectine si sono rivelate molto efficaci in modelli sperimentali di colture cellulari di cancro dell’ovaio “a cellule chiare”, malattia orfana in quanto attualmente non esiste per questo tipo di cancro, particolarmente aggressivo e mortale, alcun trattamento farmacologico. D’altro canto, anche in modelli animali di carcinoma ovarico gli effetti delle pronectine si sono rivelate molto efficaci e tollerate. 

La visita romana del prof. Crea, accompagnato dal prof. Nisticò, è stata dedicata anche al consolidamento della rete degli istituti scientifici (Università La Sapienza di Roma, Università di Tor Vergata, Istituto Superiore di Sanità, Ospedale Spallanzani e Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico Santa Lucia), che hanno già avviato progetti scientifici con il Renato Dulbecco Institute per valutare   l’efficacia in senso anticoronavirus (Sars-Cov-2) e tutte le varianti) che contro forme di cancro ad alto potere metastatizzante e letali, come il melanoma, ricerche che saranno condotte dal prof. Giovanni Pellacani, direttore della Clinica dermatologica della Sapienza, e collaboratori dell’UMG come il prof. Steven Nisticò, direttore della Dermatologia. Un altro progetto riguarda il neuroblastoma, malattia orfana, per la quale non esiste alcun trattamento, sarà sviluppato presso i laboratori della Santa Lucia diretti dal prof. Carlo Caltagirone e dal prof. Emiliano Giardina.

Inoltre, le stesse pronectine saranno impiegate, in collaborazione con l’Istituto diretto dal prof. Eugenio Gaudio per il trattamento del colangiocarcinoma, e presso il Dipartimento diretto dalla prof.ssa Antonella Polimeni per il trattamento di carcinomi testa-collo.

Difatti, particolare interesse è stato dimostrato per tali linee di ricerca dalla Rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, la quale era stata per lungo tempo presidente della conferenza nazionale di tutte le facoltà di odontoiatria del nostro Paese. Nella lunga conversazione con il prof. Crea, la Rettrice ha confermato le sue brillanti doti strategiche e ha riferito di voler rendere il suo Ateneo una punta avanzata della Ricerca in Europa, valorizzando i giovani laureati e anche le donne più qualificate e meritevoli.

Grande entusiasmo è stato espresso anche dal prof. Gaudio, già Rettore della Sapienza il quale oggi ricopre il ruolo di Presidente della Fondazione dello stesso Ateneo, ed è stato insieme con i prof. Crea, Nisticò e Franco Romeo, uno fra i fondatori della Fondazione Dulbecco. Il prof. Gaudio è profondamente convinto che la Ricerca applicata, quando finalizzata alla scoperta di nuovi farmaci, porta vantaggi non solo scientifici a beneficio di pazienti affetti da malattie incurabili, ma anche di natura economica con un indotto straordinario a favore di giovani ricercatori universitari e anche del mondo dell’industria.

Al fine di poter utilizzare rapidamente le risorse del PNRR è stato necessario organizzare in primis una macchina amministrativa, scientifica e legale perché purtroppo, come ha dichiarato il prof. Nisticò, «ancora oggi la burocrazia di tipo borbonico del nostro Paese fa tremare le vene e i polsi e c’è il rischio di perdere le risorse assegnate». 

A tal riguardo, molto rassicurante è stato il portavoce della ministra Mara Carfagna, l’on. Paolo Russo, che ha garantito tutto il suo impegno per superare eventuali nodi burocratici e permettere il monitoraggio continuo dell’evoluzione del progetto presso l’Agenzia per la Coesione Territoriale. Questo perché – sottolineato l’on. Russo – il Dulbecco può rappresentare un progetto modello per altre iniziative analoghe da realizzare nel Mezzogiorno.

Il prof. Crea ha anche espresso piena disponibilità di traferire il know-how per la produzione delle pronectine a industria nazionali o multinazionali che intenderanno produrre questi prodotti biotecnologici innovativi per la loro immissione in commercio.

Si  aprono così in Calabria nuove frontiere sotto la presidenza di Roberto Occhiuto, che segue quotidianamente molto da vicino il progetto Dulbecco, e che nei prossimi giorni riceverà la visita del Premio Nobel israeliano Aaron Ciechanover, uno degli alti consulenti del progetto Dulbecco, insieme con l’altro Premio Nobel Thomas Südhof della Stanford University e con sir Salvador Moncada, lo scienziato che ha scoperto il nitrossido (la cosiddetta molecola della vita), per il quale è stato insignito del titolo di baronetto dalla regina Elisabetta d’Inghilterra.

Nei mesi scorsi, c’era stato già un primo incontro tra il presidente Occhiuto e il Nobel Ciechanover accompagnato dal prof. Giuseppe Nisticò a Montecitorio e fra di loro era nata una ondata di stima e di immediata e spontanea amicizia. Ciò porterà sicuramente in futuro a un’interazione positiva fra i campus biomedici delle Università israeliane e quelli della Regione Calabria, laddove il settore medico, farmaceutico, bioinformatico ed elettronico permetteranno di creare condizioni di collaborazione scientifica fra giovani ricercatori di entrambi i Paesi, prerequisito fondamentale pe ril rientro di cervelli di calabresi nella loro terra e per arrestare la fuga dei migliori talenti verso altre regioni o all’estero.

In occasione della visita romana del prof. Roberto Crea, la Fondazione Dulbecco gli ha voluto conferire la sua prima medaglia d’oro come segno di gratitudine per essere stato insieme al prof Nisticò l’ideatore e il socio fondatore della Fondazione Renato Dulbecco. La composizione artistica è opera del maestro orafo Gerardo Sacco di Crotone venuto apposta a Roma per tale occasione: è uno degli orafi più famosi del nostro Paese che da ormai circa 50 anni con le sue creazioni porta lustro alla Calabria in ogni parte del mondo. (rrm)

REGIONE, IL SÍ AL POLO BIOTECNOLOGICO
APRE UNA GRANDE STAGIONE DI SCIENZA

di SANTO STRATI – C’è voluto quasi un anno, grazie alla solerte burocrazia di Germaneto che annienta tutto, ma alla fine il risultato è arrivato: la Giunta regionale ha finalmente approvato la delibera con la quale vengono concessi i locali della Fondazione Mediterranea Terina alla Fondazione Renato Dulbecco per realizzare l’omonimo Istituto a Lamezia Terme. Una piattaforma di eccellenza destinata produrre nanoanticorpi volti a combattere le patologie da coronavirus e altre malattie ancora incurabili. Era il sogno della compianta presidente Jole Santelli che credeva moltissimo nella realizzazione di un Parco biotecnologico che avrebbe trasformato radicalmente la Calabria in una mega-città della Scienza con grandi opportunità di formazione e occupazione per centinaia di laureati e specializzati degli Atenei Calabresi. La sua morte precoce e crudele non ha fermato il progetto che lei aveva già avviato con molta convinzione. Se questo non è avvenuto, bisogna dirlo, è grazie all’impegno straordinario e alla tenacia dell’assessore competente Gianluca Gallo: la situazione si è sbloccata e ieri è arrivata la tanto attesa firma che ratifica l’apertura di una nuova stagione di scienza destinata a trasformare in maniera decisa questa terra. Gallo nel mese di giugno aveva fatto già visitare i locali destinati all’Istituto (individuati dalla Santelli con la collaborazione del prof. Giuseppe Nisticò commissario della Fondazione Dulbecco) al prof. Roberto Crea venuto appositamente dalla California. L’assessore Gallo, inoltre, aveva firmato qualche mese fa il protocollo d’intesa tra la Regione e la Fondazione Renato Dulbecco insieme con il presidente ff Nino Spirlì,  dopo l’intervento autorevole e risolutore di Matteo Salvini, atto propedeutico e necessario per la formalizzazione della delibera odierna che consente alla Fondazione Dulbecco di avviare la ristrutturazione dei laboratori attrezzati secondo standard internazionali.

La fase immediatamente successiva sarà la firma di una convenzione tra Fondazione Dulbecco e la Fondazione Mediterranea Terina per definire gli obiettivi da raggiungere, stabilire rapporti di collaborazione scientifica tra le due istituzioni e avviare in tempi rapidi la formazione del personale per poter procedere, in una prima fase, alla certificazione di qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari della Regione, in attesa di avviare la produzione di nanoanticorpi. Il problema della certificazione di qualità era stato l’obiettivo primario dell’ex presidente della Regione Giuseppe Nisticò quando ha istituito vent’anni fa il Centro Agroalimentare di Lamezia. Obiettivo oggi condiviso dall’assessore Gallo, oltre che atteso da anni dalla comunità del mondo agricolo al fine di valorizzare nel marketing internazionale i nostri prodotti con la certificazione della loro qualità. C’è da dire, peraltro, che lo stesso obiettivo è stato perseguito da Pietro Molinaro, presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, il quale sta seguendo con abnegazione passo passo le varie tappe per la realizzazione dell’Istituto Renato Dulbecco.

Si conclude, quindi, oggi l’iter avviato dalla presidente Santelli che con grande intuito aveva compreso l’importanza strategica nel settore delle biotecnologie avanzate da quando ha indicato i locali della Terina quale sede per realizzare il Renato Dulbecco Institute, come aveva anche ribadito in una “storica” telefonata al prof. Roberto Crea che, bloccato in California dalla drammatica evoluzione della pandemia da covid, a luglio dello scorso anno non era potuto essere presente all’incontro programmato alla Regione a proposito del progetto.

Roberto Crea e Giuseppe Nisticò
Roberto Crea e Giuseppe Nisticò

Abbiamo chiesto al prof. Nisticò – commissario della Fondazione Renato Dulbecco  – perché c’è voluto tutto questo tempo per una semplice firma di ratifica di un progetto così grandioso. E, soprattutto, gli abbiamo domandato  quanto tempo sarà necessario alla Regione per assegnare le risorse per la formazione del personale tecnico e laureato per avviare la fase iniziale del marchio di qualità dei prodotti agroalimentari.

«Oggi non è possibile – ha detto a Calabria.Live il prof. Nisticò, ex presidente della Regione Calabria e farmacologo di fama internazionale – essere competitivi a livello internazionale se non vengono messi in atto procedure accelerate di tipo commissariale per realizzare le suddette infrastrutture di ricerca.Per esempio, noi come Fondazione Dulbecco stiamo studiando un nuovo nanoanticorpo per combattere la variante delta del coronavirus. E questo lo stiamo facendo in collaborazione con il prof. Roberto Crea e con la società Twist di San Francisco. Quindi, se in Calabria si perde ancora altro tempo è naturale che altri gruppi di ricercatori nel mondo ci supereranno e noi avremo perduto una sfida storica. Inoltre non sappiamo ancora quanto tempo sarà necessario per avere a disposizione le risorse del Recovery Plan per la realizzazione dei laboratori in GMP e GLP secondo standard europei presso l’Istituto Renato Dulbecco».

Altra preoccupazione riguarda il destinatario delle risorse del Renato Dulbecco Institute che sarà molto verosimilmente la stessa Regione.  Abbiamo chiesto al prof. Nisticò:  Se si procede con il ritmo attuale, di una lentezza elefantiaca, come si può stimare il tempo necessario per avviare le gare di appalto per la ristrutturazione dei locali come pure per l’acquisto delle attrezzature? Non sarebbe il caso di pensare al modello Genova, con l’affidamento commissariale della realizzazione del progetto?

«Onestamente – ha detto il prof. Nisticò – non so rispondere sul tempo necessario per l’attivazione dell’Istituto perché questo dipenderà unicamente dalla volontà politica e dall’efficienza del nuovo Governo regionale. Tuttavia, devo esprimere la mia fiducia nel prossimo futuro perché il candidato presidente Roberto Occhiuto ha sempre dimostrato grande entusiasmo per la realizzazione di questa nuova infrastruttura d’eccellenza a Lamezia che rappresenta la prima iniziativa scientifica e culturale del progetto più ampio denominato Calabria Silicon Valley. Un progetto straordinario che mira a creare in Calabria una rete di centri di eccellenza che comprende tutte le province e coinvolge le tre Università per valorizzare i migliori cervelli che non dovranno più andar via dalla Calabria. Sono sicuro che Occhiuto – se diventerà presidente – si renderà conto che è necessario e urgente un cambio di marcia per rilanciare la Calabria. Mi ha fatto altresì piacere che l’on. Occhiuto abbia dimostrato grande interesse e sensibilità a discutere della realizzazione del progetto Renato Dulbecco Institute con il prof. Roberto Crea nella sua recente visita di giugno a Roma e in Calabria. È noto che il prof. Crea sia riconosciuto come padre delle biotecnologie nel mondo ed è uno dei due protagonisti, insieme con me, del progetto Renato Dulbecco».

C’è da sottolineare che, di recente, Roberto Occhiuto ha voluto incontrare a Roma il premio Nobel prof. Aaron Ciechanover alto consulente del Renato Dulbecco Institute. Con lui hanno discusso dei vantaggi enormi che ci saranno in Calabria analogamente a quello che è successo a Israele, laddove il bioparco da loro creato – ha dichiarato il Premio Nobel – comprende l’Hebrew University, il Weitzmann Institute, industrie farmaceutiche, di bioinformatica, di ingegneria elettronica, e ha contributo a far raggiungere a Israele altezze inimmaginabili nel mondo della scienza come ha consentito di prevenire la fuga dei migliori talenti verso altri Paesi del mondo.

Il progetto Dulbecco Institute – che vanta la collaborazione di tre Premi Nobel, oltre a scienziati di chiara fama, come sir Salvador Moncada, lo scienziato che ha scoperto la prostaciclina e il nitrossido – è una scommessa vincente per la Calabria: la sua entrata in funzione significherà formare nuovi ricercatori, studiare nuove molecole e nuovi farmaci, aprire il campo – grazie anche all’area Zes vicina – a iniziative industriali nel campo farmaceutico (i nanoanticorpi e i farmaci saranno poi prodotti su scala industriale), così da far diventare la Calabria un riferimento centrale in Europa – ma senza esagerare potremmo dire nel mondo – per l’attività di ricerca scientifica finalizzata al benessere dell’umanità. Si tratta di partire, cambiare registro negli impedimenti burocratici, e portare a termine, nel più breve tempo possibile questa futura eccellenza della regione. Il prof. Nisticò, a Roma, da commissario speciale mise in piedi l’Istituto Rita Levi Montalcini in pochissimo tempo, realizzando una struttura che ha conquistato subito notorietà e autorevolezza in tutto il mondo. Il Dulbecco Institute non sarà da meno. (s)

CATANZARO – Il sindaco Abramo accoglie lo scienziato Roberto Crea

È stato un incontro breve, ma denso di significato quello Sergio Abramo e lo scienziato Roberto Crea. In particolare, il sindaco del capoluogo della Calabria ha accolto con grande calore il prof. Crea accompagnato dal prof. Giuseppe Nisticò, ex presidente della Regione Calabria, ringraziandolo perché con il suo rientro in Calabria dopo 40 anni di grandi successi ottenuti in California porta il suo bagaglio culturale e scientifico a beneficio della Calabria e del nostro Paese.

Roberto Crea e Giuseppe Nisticò
I proff. Roberto Crea e Giuseppe Nisticò

Il prof. Nisticò aveva già ottenuto dal sindaco il parere favorevole per intitolare una piazzetta sul corso Mazzini vicino al Complesso Monumentale del San Giovanni al prof. Renato Dulbecco, nato a Catanzaro nel 1914, Premio Nobel della Medicina 1975.

È stato convenuto che la piazzetta costituirà la sede di rappresentanza sociale dell’IRD, pertanto da tale piazzetta saranno comunicati al mondo per la prima volta i risultati delle ricerche scientifiche del Renato Dulbecco Institute. Infatti, le prime collaborazioni con il prestigioso Dipartimento di Oncologia dell’UMG, diretto dal prof. Pierfrancesco Tassone e dal prof. Pier Sandro Tagliaferri, i quali hanno creato un team di ricercatori di altissimo profilo internazionale, stanno cominciare a dare i primi risultati incoraggianti.

Alcune pronectine, difatti, si stanno rivelando efficaci nel trattamento in vitro di tumori solidi in cui attualmente non esiste alcuna terapia. Questi e altri risultati saranno comunicati anche grazie al bravissimo giornalista scrittore e poeta di Catanzaro Franco Cimino che, fra l’altro, ha scoperto questo angolo ricco di storia della città di Catanzaro.

Sergio Abramo è apparso visibilmente commosso nell’abbracciare Roberto Crea che ha ringraziato insieme con il prof. Nisticò perché con le attività culturali e scientifiche della Fondazione Dulbecco Catanzaro si riapproprierà del ruolo di vera capitale della cultura e della scienza nella nostra Calabria. (rcz)

 

Dulbecco Institute: due giornate storiche per il futuro della ricerca in Calabria

Dopo le prime giornate trascorse a Roma per incontri istituzionali (con il candidato presidente Regione Calabria Roberto Occhiuto, il segretario della Lega Matteo Salvini, la seconda carica dello Stato Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato) incontri che si sono rivelati della massima importanza per la nascita del Renato Dulbecco Institute a Lamezia, il prof. Roberto Crea scienziato di fama internazionale e padre delle biotecnologie, arrivato venerdì scorso dalla California è sceso in Calabria. Accompagnato dal prof. Giuseppe Nisticò, commissario ad acta del Dulbecco Institute, si è recato in Cittadella a Germaneto per formalizzare con la Regione gli accordi di avvio delle procedure di concessione dei locali in comodato d’uso gratuito della Fondazione Mediterranea Terina. Lo scopo della visita era anche quello di firmare un protocollo d’intesa con la Regione Calabria, con il sindaco di Lamezia Terme e alcuni dipartimenti dell’Università Magna Graecia e dell’Unical, protocollo propedeutico per poter accedere ai fondi del Recovery Plan dedicati all’innovazione tecnologica e scientifica.

I due scienziati sono stati accolti calorosamente dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo il quale si è immediatamente dimostrato entusiasta di poter dotare la Regione di una infrastruttura di eccellenza che opera nel campo delle biotecnologie mediche avanzate e nel campo agro-alimentare.

Giuseppe Nisticò, Roberto Crea e Gianluca Gallo
Giuseppe Nisticò, Roberto Crea e Gianluca Gallo

Quindi, insieme con il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro e un gruppo di personalità politiche del Lametino tra cui l’on. Leopoldo Chieffallo, l’ex assessore regionale alla Sanità Gianfranco Luzzo e Gennarino Masi presidente della Fondazione Mediterranea Terina, hanno visitato specificatamente i locali destinati al Renato Dulbecco Institute.

Il sindaco Mascaro già dallo scorso anno è stato uno dei promotori più motivati insieme con la presidente Santelli per creare a Lamezia il Renato Dulbecco Institute. La scelta di Lamezia era stata concertata dal commissario ad acta Nisticò con la Presidente Santelli perché in una posizione baricentrica rispetto alle università di Catanzaro e Cosenza.

Il prof. Crea ha visitato con grande interesse i locali dell’edificio ex Telcal dove saranno localizzati rispettivamente i laboratori in GLP e in GMP per la produzione di pronectine o nanoanticorpi, proteine di piccole dimensioni che rappresentano gli strumenti terapeutici più efficaci e tollerati per il trattamento del Covid e della sue varianti nonché di varie forme di cancro resistenti alle terapie tradizionali. Inoltre, nell’edificio ex ISPELS saranno localizzati i laboratori di farmaco-tossicologia in cui si procederà come richiesto dall’assessore Gallo alla certificazione di qualità e di sicurezza dei prodotti agro-alimentari della Calabria.

Alla fine dell’incontro con l’assessore Gallo il prof. Roberto Crea ha ricevuto una ottima impressione e ha dichiarato: «Ecco un esempio della nuova classe politica di cui la Calabria ha bisogno per un suo rilancio e cioè una classe politica costituita da giovani preparati, intelligenti e con una visione internazionale per rendere la regione competitiva con altre regioni del Centro-Nord e dell’Europa».

Fiducia è stata espressa, infine, dal prof. Nisticò perché l’esperienza straordinaria di Roberto Crea sarà trasferita in Calabria con alcuni brevetti da lui depositati a livello internazionale che certamente permetteranno di far arrivare in Calabria risorse di industrie multinazionali, che hanno già espresso interesse per i prodotti biotecnologici innovativi che deriveranno da Lamezia grazie ai suddetti brevetti.

La seconda giornata è da considerare una giornata storica per la Calabria perché si è chiuso a distanza di un anno il ciclo avviato con piena convinzione dalla compianta presidente Jole Santelli che nel luglio scorso aveva invitato il prof. Roberto Crea a dirigere il Renato Dulbecco Institute presso la Fondazione Terina. Il presidente Nino Spirlì, nell’accogliere il prof. Crea e il prof. Nisticò, ha voluto assicurare che è pronto l’atto deliberativo con cui la Regione procederà nei prossimi giorni a formalizzare la concessione dei locali in comodato d’uso gratuito per i primi anni degli edifici ex Telcal ed ex Ispels della Fondazione Mediterranea Terina. Lo stesso atto individua le risorse finanziarie per la formazione del personale tecnico  e laureato nel campo delle biotecnologie e della certificazione di qualità e sicurezza dei prodotti agro-alimentari della regione Calabria.

Piacevole è stata la conversazione tra il presidente Spirlì e Roberto Crea: entrambi hanno ricordato le comuni origini essendo nato Crea a Palmi e Spirli nella vicina Taurianova, città in cui hanno trascorso la loro infanzia.

«Roberto Crea – ha detto Spirlì – rappresenta il modello di calabrese che grazie ai fondi PNRR rientrerà nella sua terra, dopo 40 anni di eccellente lavoro di studi scientifici in California, portando il suo enorme bagaglio scientifico e manageriale, così come potranno fare numerosi italiani che attualmente lavorano in prestigiosi laboratori stranieri».

«Supporteremo questa causa – ha dichiara il presidente Spirlì – in nome dell’eccellenza: sono sempre più convinto che la ricerca rappresenti lo strumento più efficace per accompagnare la nostra terra e i nostri cittadini verso l’avvenire.

«L’incontro di oggi, per me – ha sottolineato il presidente – è stato un onore. La creazione di un centro così importante è il segno di una regione che, anziché lasciarsele sfuggire, vuole diventare la casa delle grandi menti calabresi. Guardiamo al futuro facendo nostri il sapere e la conoscenza dei nostri grandi corregionali del passato, come Gioacchino da Fiore, Cassiodoro, Mattia Preti e Francesco di Paola: personaggi illustri che, in ogni arte, in ogni scienza e nella fede, non solo si sono distinti, ma sono stati maestri di maestri».

ll prof. Nisticò, da parte sua, si è detto convinto e sicuro del successo internazionale del progetto Renato Dulbecco Institute che ha già presentato nelle scorse settimane al presidente Mario Draghi e successivamente alla ministra per il Sud Mara Carfagna ricevendo ampio consenso.

Tale fiducia deriva – hanno concluso Spirlì e Nisticò – dalla ricchezza di un patrimonio straordinario di giovani talenti che in Calabria rappresentano la più preziosa risorsa.

Infine, il presidente Spirlì ha siglato come capofila il protocollo d’intesa della regione con la Fondazione Renato Dulbecco e con le università Magna Graecia di Catanzaro, Unical di Cosenza, l’Università di Tor Vergata e quella della Sapienza di Roma. (rcz)

 

La Carfagna incontra lo scienziato Crea: impegno per la ricerca in Calabria

Il prof. Roberto Crea, in Italia in questi giorni per gli ultimi preparativi del Renato Dulbecco Institute che sta nascendo a Lamezia Terme,  ha incontrato la ministra del Sud Mara Carfagna per illustrarle la rilevanza del grande progetto scientifico in preparazione alla Fondazione Terina di Lamezia Terme.

Accompagnato dal prof. Giuseppe Nisticò, già direttore generale dell’Istituto Rita Levi Montalcini, farmacologo di fama internazionale ed ex presidente della Regione Calabria, lo scienziato Roberto Crea, arrivato a Roma giovedì scorso da San Francisco, ha voluto esprimere tutta la sua gratitudine alla ministra Mara Carfagna per il ruolo straordinario che sta svolgendo per rilanciare il Meridione d’Italia con progetti sull’innovazione tecnologica che permette di valorizzare il patrimonio di giovani talenti, costretti ancora oggi, purtroppo, alla fuga in prestigiosi laboratori in Italia e all’estero.

La ministra Carfagna ha delegato il suo capo gabinetto avv. Giacomo Aiello, esperto della politica e dell’amministrazione delle risorse comunitarie del PNRR, per discutere delle potenzialità di finanziamenti per la realizzazione dell’Renato Dulbecco Institute. in Calabria, regione verso la quale la ministra Carfagna ha dimostrato grande attenzione con la sua spiccata sensibilità.

Il prof. Crea rappresenta un modello di calabrese che dopo una lunga esperienza in California ha deciso di rientrare, anche grazie alle risorse del PNRR, in Calabria e può rappresentare il prototipo di altri italiani che vivono all’estero e che finalmente potranno rientrare nel nostro Paese.

Roberto Crea, nei prossimi giorni, si recherà in Calabria dove incontrerà i vertici della Regione e cioè l’attuale presidente Nino Spirlì e l’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo per definire con loro la concessione dei locali della Fondazione Mediterranea Terina da ristrutturare per il Renato Dulbecco Institute. In tale occasione, il prof. Crea ha espresso la necessità di poter avviare rapidamente la formazione di giovani diplomati tecnici e laureati ricercatori nel campo delle biotecnologie e del settore agro-alimentare.

L’originalità del progetto della Fondazione Dulbecco e la garanzia che questo sarà portato avanti dall’esperienza internazionale di Roberto Crea sono momenti di forza del progetto in quanto il modello Silicon Valley che Roberto Crea ha contribuito ad attivare come direttore della Genentech. Difatti, egli ha creato otto imprese di biotecnologie nel settore medico e agroalimentare di grande successo.

La Fondazione Dulbecco ha ottenuto in concessione 12 brevetti relativi alla sintesi di nuovi anticorpi monoclonali e di nanoanticorpi per il trattamento di malattie ancora incurabili.

Il direttore generale Aiello nella sua illustrazione ha assicurato, inoltre, che la Regione Calabria potrà agire da sponda dal momento che dispone ancora di ingenti risorse del Programma POR non ancora spese.

Inoltre, il progetto potrà essere avviato rapidamente con la formazione del personale anche attraverso stages in qualificati laboratori nazionali ed esteri.

Infine, il prof. Crea metterà a disposizione il suo know how per consentire alla Regione di disporre del cosiddetto marchio di qualità dei prodotti agroalimentari della Calabria, secondo standard statunitensi della Food & Drug Administration e dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) come  richiesto convintamente dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo.

Nell’insieme, l’incontro è risultato molto proficuo e il prof. Crea è rimasto ampiamente soddisfatto dell’illustrazione precisa che denota alta professionalità del capo gabinetto Aiello, il quale ha sottolineato che è necessario seguire un rigoroso piano di spesa che dovrà rispettare la tempistica come imposto dalla Commissione Europea. (rrm)

Renato Dulbecco Institute di Lamezia: primi accordi scientifici con UniSapienza di Roma

Primi accordi con gli Atenei italiani del Renato Dulbecco Institute che avvierà l’attività luce nei prossimi mesi a Lamezia Terme, nell’area della Fondazione Mediterranea Terina. Nel suo breve soggiorno a Roma, il prof. Roberto Crea, arrivato in Italia giovedì scorso da San Francisco per visitare la sede del nascente Renato Dulbecco Institute di cui è direttore scientifico, si è recato, accompagnato dal prof. Giuseppe Nisticò, già direttore generale dell’Istituto Rita Levi Montalcini e commissario ad acta della Fondazione Renato Dulbecco a salutare l’ex Rettore Eugenio Gaudio e ringraziarlo per aver accettato di essere uno dei primi soci fondatori della Fondazione Dulbecco.

Gli altri soci, oltre allo stesso Nisticò, sono il prof. Franco Romeo, uno dei cardiologi interventisti più famosi nel nostro Paese, il prof. Giovambattista De Sarro Rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.

Il prof. Crea, insieme con Nisticò, ha presentato le linee di ricerca su cui la Fondazione Renato Dulbecco ha già avviato le prime attività scientifiche. Queste sono concentrate in questa prima fase sulla produzione di nanoanticorpi (detti anche pronectine) che saranno screenati da una banca di 12 miliardi di pronectine da cui saranno selezionate quelle più efficaci. In particolare, in un primo progetto, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata e con il prestigioso ospedale Spallanzani di Roma, sarà valutata l’efficacia e la tollerabilità delle pronectine più attive, utilizzando tests in vitro e in vivo su modelli sperimentali di infezioni da coronavirus (covid 19 e le sue varianti).

Un secondo filone si sta conducendo in collaborazione con la Clinica oncologica dell’Università Magna Graecia di Catanzaro diretta dal prof. Pierfrancesco Tassone e Piersandro Tagliaferri, i quali stanno valutando l’efficacia di pronectine contro recettori AXL presenti su cellule di tumori ematologici e solidi.

Il prof. Gaudio ha accolto con grande entusiasmo queste informazioni e, in qualità di socio fondatore della Fondazione Dulbecco, ha suggerito di firmare in tempi brevi una convenzione con l’Università La Sapienza di Roma. In particolare, egli ha indicato contratti di collaborazione scientifica con quattro dipartimenti. Con il Dipartimento di Scienze anatomiche da lui stesso diretto, quale erede – come ha detto il prof. Nisticò – del più grande e del primo neuroanatomico della Magna Grecia Alcmeone, (VI-V secolo a.C), si studieranno gli effetti delle pronectine nel trattamento del coloangiocarcinoma delle vie biliari, malattia ancora incurabile.

Il secondo dipartimento sarà quello di Scienze odontostomatologiche, diretto dalla Rettrice prof.ssa Antonella Polimeni, il terzo Dipartimento è quello di Traslazione e di Precisione, diretto dal prof. Mimmo Alvaro, e, infine il Dipartimento di Chimica Tecnologie farmaceutiche diretto dal prof. Bruno Botta.

Il prof. Gaudio si è augurato di scendere in Calabria nei prossimi mesi auspicando che la realizzazione dei laboratori del Renato Dulbecco Institute sia la più rapida possibile per offrire posizioni di lavoro qualificate ai giovani laureati dell’Università della Calabria (Unical) e della UMG di Catanzaro. Si è infatti complimentato per la scelta della sede del Renato Dulbecco Institute a Lamezia, baricentrica ed equidistante dall’Ateneo di Cosenza e da quello di Catanzaro, per cui l’

Istituto si avvantaggerà della collaborazione con eccellenti ricercatori nel settore della Medicina, Biotecnologie, della Chimica e dell’Agro-alimentale.

Inoltre, Gaudio ha accolto con piacere la notizia che l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo intende realizzare presso il Dulbecco Institute i laboratori per conferire il marchio di qualità ai prodotti agro-alimentari della Calabria.

Infine, il prof. Gaudio ha voluto esprimere la propria soddisfazione per l’incontro avuto con il prof. Roberto Crea da cui l’Ateneo di Roma, che è uno dei più prestigiosi e tra i primi al mondo in tanti campi che vanno dalle Lettere alla Giurisprudenza, all’Astrofisica e alla Medicina spaziale, si arricchirà attraverso la nuova convenzione di molecole estremamente innovative come i nanoanticorpi, molto più potenti e tollerati dei classici anticorpi monoclonali per il trattamento non solo del Covid-19 e delle sue varianti ma anche di malattie incurabili e orfane dove ancora non esiste alcun trattamento. (rrm)

Il ritorno in Calabria dello scienziato Roberto Crea: dirigerà il Dulbecco Institute a Lamezia

ll ritorno dei cervelli in Italia è possibile: il prof. Roberto Crea, scienziato di fama mondiale, padre delle biotecnologie, reggino di nascita e da 40 anni in California, è in Italia per il Renato Dulbecco Institute che andrà a dirigere tra qualche mese a Lamezia Terme. Lo scienziato andrà a visitare insieme con il prof. Giuseppe Nisticò, commissario dello stesso istituto, l’attuale presidente della Regione Nino Spirlì e l’assessore all’Agricoltura Giancarlo Gallo, i locali della Fondazione Terina e prendere visione dello stato dell’arte del progetto esecutivo per la realizzazione dei laboratori in GMP e GLP secondo standard europei del nascente Renato Dulbecco Institute. Sarà un centro di eccellenza scientifica a respiro internazionale per lo studio e la produzione di nanoanticorpi (detti anche pronectine) in grado di debellare il covid e le sue varianti, nonché forme di cancro resistenti alle terapie attuali.

Dopo 40 anni di successi internazionali (è detentore di oltre 100 brevetti scientifici), Roberto Crea ritorna nella sua terra per dare un contributo con la sua eccezionale esperienza al progresso scientifico, tecnologico e sociale della Calabria. Una regione ricca di risorse umane e del territorio, però da sempre trascurata e dimenticata. Da Lamezia può partire il riscatto, con l’opportunità offerta a centinaia di ricercatori delle Università di Cosenza e di Catanzaro, di poter crescere, formarsi e lavorare nella propria terra su progetti di biotecnologia che il mondo intero vorrà adottare nella lotta alle pandemie e alle patologie ancora incurabili.

Il prof. Crea è il simbolo, il modello del cosiddetto “rientro” dei cervelli italiani in patria: un emigrato partito 40 anni fa in cerca di lavoro e che ritorna, forte della sua esperienza e della sua professionalità, a dare il proprio contributo al Paese e, soprattutto, alla sua Calabria.

Roberto Crea lancia un messaggio di ottimismo: «Noi saremo sottoposti a delle sfide continue che verranno dai virus, da nuove forme di tumore da debellare: abbiamo bisogno di continuare a investire in tecnologie innovative che ci permettono di combattere queste nuove malattie in tempo reale. Non si deve più aspettare un anno, bisogna essere capaci di reagire immediatamente con mezzi sofisticati ma che ci danno la possibilità nel giro di mesi di contrastare le nuove minacce che derivano dalle variante del Covid».

Dice ancora il prof. Crea: «Possiamo essere ottimisti perché le nuove tecnologie esistono , la scienza ha fatto molti passi avanti e quindi siamo capaci in laboratorio e assieme alle organizzazioni di produzione e sviluppo delle Case farmaceutiche siamo in effetti capaci di disegnare nuovi farmaci da zero e svilupparli nel corso di mesi non più di diversi anni. Quindi bisogna investire di più nella ricerca, selezionare le tecnologie migliori e poi identificare le sinergie che vanno messe assieme per poter arrivare alla creazione di farmaci in tempi molto brevi. È un problema non facile, anzi direi molto complesso, perché coinvolge un gran numero di aziende, esperienze, competenze e tutta una serie di integrazioni dal laboratorio al letto del paziente che devono lavorare insieme. Il progetto del Dulbecco Institute di Lamezia Terme raccoglierà i migliori ricercatori delle università di Cosenza e Catanzaro, offrendo grandi opportunità di formazione e lavoro, ma soprattutto creando quei nuovi farmaci che serviranno a fronteggiare le nuove insidie sanitarie». (rrm)

Dalla California in Calabria: il ritorno dello scienziato Roberto Crea

ll ritorno dei cervelli in Italia è possibile: il prof. Roberto Crea, scienziato di fama mondiale, padre delle biotecnologie, reggino di nascita e da 40 anni in California, è in Italia per il Renato Dulbecco Institute che andrà a dirigere tra qualche mese a Lamezia Terme. Lo scienziato andrà a visitare insieme con il prof. Giuseppe Nisticò, commissario dello stesso istituto, l’attuale presidente della Regione Nino Spirlì e l’assessore all’Agricoltura Giancarlo Gallo, i locali della Fondazione Terina e prendere visione dello stato dell’arte del progetto esecutivo per la realizzazione dei laboratori in GMP e GLP secondo standard europei del nascente Renato Dulbecco Institute. Sarà un centro di eccellenza scientifica a respiro internazionale per lo studio e la produzione di nanoanticorpi (detti anche pronectine) in grado di debellare il covid e le sue varianti, nonché forme di cancro resistenti alle terapie attuali.

Dopo 40 anni di successi internazionali (è detentore di oltre 100 brevetti scientifici), Roberto Crea ritorna nella sua terra per dare un contributo con la sua eccezionale esperienza al progresso scientifico, tecnologico e sociale della Calabria. Una regione ricca di risorse umane e del territorio, però da sempre trascurata e dimenticata. Da Lamezia può partire il riscatto, con l’opportunità offerta a centinaia di ricercatori delle Università di Cosenza e di Catanzaro, di poter crescere, formarsi e lavorare nella propria terra su progetti di biotecnologia che il mondo intero vorrà adottare nella lotta alle pandemie e alle patologie ancora incurabili.

Il prof. Crea è il simbolo, il modello del cosiddetto “rientro” dei cervelli italiani in patria: un emigrato partito 40 anni fa in cerca di lavoro e che ritorna, forte della sua esperienza e della sua professionalità, a dare il proprio contributo al Paese e, soprattutto, alla sua Calabria.

Roberto Crea lancia un messaggio di ottimismo: «Noi saremo sottoposti a delle sfide continue che verranno dai virus, da nuove forme di tumore da debellare: abbiamo bisogno di continuare a investire in tecnologie innovative che ci permettono di combattere queste nuove malattie in tempo reale. Non si deve più aspettare un anno, bisogna essere capaci di reagire immediatamente con mezzi sofisticati ma che ci danno la possibilità nel giro di mesi di contrastare le nuove minacce che derivano dalle variante del Covid». 

Dice ancora il prof. Crea: «Possiamo essere ottimisti perché le nuove tecnologie esistono , la scienza ha fatto molti passi avanti e quindi siamo capaci in laboratorio e assieme alle organizzazioni di produzione e sviluppo delle Case farmaceutiche siamo in effetti capaci di disegnare nuovi farmaci da zero e svilupparli nel corso di mesi non più di diversi anni. Quindi bisogna investire di più nella ricerca, selezionare le tecnologie migliori e poi identificare le sinergie che vanno messe assieme per poter arrivare alla creazione di farmaci in tempi molto brevi. È un problema non facile, anzi direi molto complesso, perché coinvolge un gran numero di aziende, esperienze, competenze e tutta una serie di integrazioni dal laboratorio al letto del paziente che devono lavorare insieme. Il progetto del Dulbecco Institute di Lamezia Terme raccoglierà i migliori ricercatori delle università di Cosenza e Catanzaro, offrendo grandi opportunità di formazione e lavoro, ma soprattutto creando quei nuovi farmaci che serviranno a fronteggiare le nuove insidie sanitarie».

Roberto Crea, “idolo” delle biotecnologie, celebrato dal Reader’s Digest

Riceviamo con piacere dal prof. Giuseppe Nisticò, commissario della Fondazione Renato Dulbecco di Lamezia un articolo pubblicato di recente dal Reader’s Digest dal titolo Roberto Crea, Conquering the Scientific World che riproponiamo integralmente ai nostri lettori.

Il prof. Roberto Crea, già invitato dalla compianta presidente Jole Santelli a rientrare in Calabria dopo 40 anni di attività scientifica a San Francisco, è attualmente il presidente e direttore scientifico del nascente Renato Dulbecco Institute presso la Fondazione Mediterranea Terina di Lamezia Terme.

Il prof. Roberto Crea

Il mondo oggi è un immenso e complesso sistema che comprende vari interessi e per una piccola parte della società un mondo altamente competitivo. Tuttavia, qualcuno può vivere una vita tutta sua, seguendo i suoi pensieri, progetti e idee. Ma non ci si rende conto che è la Scienza che regola la vita umana. La Scienza oggi rappresenta una amalgama di numerose teorie, leggi, origini dei fatti, modelli e conclusioni che di fatto costituiscono la società. La Scienza è la ragione per la quale gli uomini hanno raggiunto il massimo dei successi oggigiorno.

Nonostante gli scienziati che hanno portato una rivoluzione nella vita umana non siano molti, rimangono alcuni che seguendo varie tappe trovano continuamente soluzioni per problemi della vita umana ancora irrisolti e aggiungono valore, benessere e conforto, alla vita degli uomini.

Una personalità di grande spicco in questo contesto è Roberto Crea, il quale con le sue scoperte ha contribuito a salvare vite umane e a fare passi avanti nel cammino della Scienza.

Il dr Crea è da oltre 40 anni uno scienziato di successo, ma anche un manager di diverse industrie biotecnologiche e delle Scienze della Nutrizione. È stato il fondatore di 8 industrie negli Stati Uniti. Inoltre, è stato uno dei co-fondatori e il primo direttore dei laboratori di Chimica del DNA presso la famosissima Genentech e autore unico dei primi due brevetti internazionali di tale industria, che le hanno permesso per la prima volta di quotarsi in Borsa. Inoltre, il dr Crea detiene oggi più di 100 brevetti internazionali e 40 brevetti negli Stati Uniti d’America. Le sue scoperte e le sue ricerche nel campo delle biotecnologie rappresentano il top nella scienza internazionale.

Nato il 1° luglio del 1948, in una piccola città italiana, Palmi (Reggio Calabria), Roberto Crea è considerato un vero genio. Laureato in Chimica biologica presso l’Università di Pavia, in Italia. In seguito si è recato con una borsa di studio in Olanda dove si è specializzato all’Università di Leiden. In questi laboratori ha lavorato e si è dedicato alla sintesi dei nucleotidi, che rappresentano i mattoni che servono per la sintesi del DNA.

Per i suoi interessi e la sua innata curiosità, si è specializzato nella sintesi del DNA/RNA con la tecnica del fosfotriestere. In quel periodo pochissimi ricercatori al mondo studiavano la combinazione dei geni, ma Roberto con suo background forte in questo campo ha giocato un ruolo fondamentale per scoperte di interesse storico.

La sua straordinaria ricerca presso l’Università ha consentito di scrivere molti volumi. Egli è stato reclutato nel 1977 dalla Genentech per dirigere la squadra di ricercatori impegnati nella sintesi dei geni presso la City of Hope Medical School, situata a Duarte, in California. Roberto , allora, aveva solo 29 anni quando ha deciso di trasferirsi in California per lavorare nel campo delle biotecnologie.

La Genentech ha finanziato le ricerche del dr Crea sulla sintesi dei geni. Così, lavorando giorno e notte, egli ha ottenuto grandissimi successi perché, essendo un ricercatore molto brillante, è riuscito a scoprire una nuova metodologia di sintesi chimica degli oligonucleotidi e geni. La sua profonda conoscenza, in collaborazione con quella di altri ricercatori della eccellente squadra della Genentech hanno immediatamente usufruito di tale scoperta per la produzione dei geni A e B dell’insulina umana. Con tale scoperta la Genentech è stata riconosciuta come la prima industria al mondo in grado di sintetizzare l’insulina umana. Inserire i geni dell’insulina umana nell’Escherichia coli ha consentito di produrre quantità di insulina su scala industriale e trattare milioni di pazienti diabetici in tutto il mondo.

Oggi Roberto è riconosciuto come il padre dell’insulina umana sintetica e ha quasi vinto il Premio Nobel. Ma egli dice: «Essendo stato capace di creare un’intera molecola di insulina in laboratorio ha reso possibile eliminare i rischi e assicurare la produzione di insulina sintetica in quantità illimitate con un metodo più facile e meno costoso»

I suoi sforzi sono continuati anche dopo la sintesi dell’insulina umana e hanno portato alla sintesi di numerosissimi prodotti biotecnologici strategici nella terapia di numerose malattie (interferons, GH, prolattina, anticorpi monoclonali, etc).

Nel 1982 Roberto ha cominciato a lavorare anche come scienziato-imprenditore e ha fondato la sua prima industria chiamata Creative BioMolecules. Questa avventura inizialmente ha funzionato come una piccola impresa biotech, ma in seguito è stata in grado di produrre proteine di interesse terapeutico. In tale industria furono scoperti i fattori di crescita (rigenerazione) dell’osso.

Un altro contributo straordinario in Medicina è rappresentato dalla scoperta della ziconotide nell’industria da lui fondata e diretta Neurex Corporation. I ricercatori esperti in neuroscienze sotto la sua guida hanno scoperto questo nuovo principio attivo analgesico di gran lunga più potente rispetto alla stessa morfina e senza alcun effetto collaterale. Nell’aprile 1998 la Neurex fu acquistata dall’industria Elan Corporation di Dublino (Irlanda) per 700 milioni di dollari.

Per le sue scoperte Roberto Crea è apprezzato in tutto il mondo, come documentato da premi e riconoscimenti internazionali che gli sono stati conferiti, quali il Recipient of the David Rumbough Award, Golden Bergamot, Man of The Year by Accademia Fiord of Rhegium, il Pericles International Prize in Biotecnologie a Torre di Ruggiero, in Calabria, il Premio Nello Vincelli a Reggio Calabria, Italy.

In conclusione, il dr Roberto Crea si è affermato ed è riconosciuto come uno dei più grandi ricercatori e scienziati che l’America abbia mai conosciuto. Nei 65 anni della sua vita ha un lungo elenco di scoperte e ricerche e oggi può essere guardato dalle nuove generazioni come un idolo delle Biotecnologie cui molti scienziati nel mondo si ispirano al fine di aiutare l’umanità attraverso la Scienza. (rrm)

LA SCIENZA TROVA “CASA” IN CALABRIA
DULBECCO INSTITUTE, C’È UN ALTRO NOBEL

La scienza trova casa in Calabria: al nascente Renato Dulbecco Institute di Lamezia Terme sono già due i Premi Nobel che hanno dato la loro entusiastica adesione, assieme a quella di decine di scienziati e ricercatori di tutto il mondo che hanno accolto l’invito del prof. Pino Nisticò, commissario della Fondazione intitolata al prof. Dulbecco e del prof. Roberto Crea, padre delle biotecnologie, nonché presidente della Fondazione e direttore scientifico del Dulbecco Institute. Doppia la motivazione di tanto entusiasmo: prima di tutto la possibilità di condividere esperienze e lavorare a fianco di apprezzati colleghi scienziati per formare e specializzare i giovani ricercatori calabresi che usciranno dal Dulbecco Institute, poi il fascino irresistibile della Calabria. All’israeliano Premio Nobel Aaron Ciechanover, si affianca adesso il premio Nobel per la Medicina (2013) il tedesco Thomas Südhof della Standford University della California: entrambi conoscono la Calabria per essere stati ospiti del prof. Pino Nisticò e se ne sono innamorati. Il progetto scientifico della Fondazione Dulbecco, poi, è straordinario e suggestivo e metterà insieme le migliori menti, le più significative competenze in materia medico-scientifica, per realizzare nuove molecole destinate alla cura di malattie ancora inguaribili e di grande impatto sociale. Questo significa che la Calabria, oltre ad essere (o meglio diventare) la California d’Europa, per la mitezza del clima, i paesaggi naturalistici eccezionali, le risorse archeologiche e artistiche d’inestimabile ricchezza (si pensi soltanto ai Bronzi di Riace custoditi nel Museo Archeologico di Reggio) è destinata anche a diventare una regione ad altissimo valore scientifico. Per produrre benessere e cure a malati gravi o terminali, ma anche per formare le classi dirigenti della scienza di domani. Generazioni di studenti e ricercatori calabresi formatisi alla Facoltà di Medicina di Catanzaro e all’Unical hanno avuto modo di mostrare la capacità e l’altissima competenza nella ricerca scientifica, tanto da far apprezzare la Calabria e le sue facoltà scientifiche in ogni parte del mondo (il prof. Luigi Camporota che ha salvato dal Covid il premier inglese Boris Johnson è di Catanzaro e ha studiato all’Università Magna Graecia del Capoluogo). Così, la Fondazione Dulbecco avrà il compito di formare e specializzare le nuove generazioni di scienziati calabresi che, finalmente, non dovranno – se non per fini di specializzazione – andar via dalla propria terra, mettendo a disposizione dei conterranei, ingegno e competenze scientifiche di grandissimo livello.

La notizia dell’adesione di un secondo Premio Nobel all’iniziativa della Fondazione Dulbecco che ha trovato sede nell’immenso spazio (40mila mq degli ex stabilimenti Sir, ora Fondazione Mediterranea Terina) di Lamezia è straordinaria: mai si era vista una tale concentrazione di scienziati e ricercatori di tutto il mondo pronti a venire in Calabria per offrire la propria esperienza, guidare le linee di ricerca, formare nuovi scienziati. Non sembri cosa da poco: è un progetto talmente vasto e importante che rigorosamente dovrà avere la massima attenzione della Regione e di tutte le forze politiche anche nazionali perché offre un’opportunità più unica che rara alla crescita della comunità scientifica italiana. La quale troverà nel Dulbecco Institute le risposte adeguate alla crescente domanda di innovazione nel campo della medicina e della ricerca scientifica. E a scorrere i nomi di quanti a vario titolo sono coinvolti in questo meraviglioso ed eccezionale progetto scientifico si può capire cosa significherà per la Calabria questa iniziativa.

Particolarmente soddisfatto il prof. Pino Nisticò, commissario della Fondazione Renato Dulbecco, già presidente della Regione Calabria, nonché scienziato e farmacologo di levatura internazionale, nel dare la notizia dell’adesione di un altro Premio Nobel al progetto del Dulbecco Institute. «Il Premio Nobel per la medicina Thomas Südhof della Stanford University (California) – ha detto il prof. Nisticò – ha accettato di far parte del consiglio scientifico internazionale (CSI) della Fondazione Dulbecco. Appena finito il periodo di lockdown dovuto al coronavirus egli ha dichiarato che sarà felicissimo di venire in Calabria per visitare i locali della Fondazione Mediterranea Terina in cui sarà allocato il Renato Dulbecco Institute e discutere delle priorità delle linee di ricerca della Fondazione.

Thomas Südhof è stato insignito del premio Nobel nel 2013 per avere scoperto i meccanismi molecolari e ionici (in particolare il ruolo dei canali del calcio) alla base della trasmissione sinaptica nel cervello dovuta alla liberazione di neurotrasmettitori. Ciò ha aperto nuove vie per lo sviluppo di farmaci innovativi nel trattamento delle malattie neurodenegerative.

Per le sue scoperte nel 2018 gli è stato conferito all’Hotel Hassler di Roma il Pericles International Prize, premio condiviso con il dott. Paolo Chiesi per avere quest’ultimo svolto un ruolo straordinario per l’immissione in commercio da parte dell’Agenzia europea del Farmaco (EMA) del primo prodotto al mondo (Holoclar) a base di cellule staminali, capace di riparare lesioni da ustioni degli occhi, restituendo così la vita a persone cieche.

Südhof si è dichiarato molto lieto di poter lavorare in seno al CSI insieme con persone di alto prestigio verso cui nutre grande ammirazione come Aaron Chiechanover, anche lui Premio Nobel, e sir Salvador Moncada, che come diceva Rita Levi Montalcini avrebbe meritato per le sue scoperte (prostaciclina e nitrossido) due premi Nobel. Inoltre, con grande commozione, lo scienziato tedesco ha ricordato la sua collaborazione con Roberto Crea, quando nei laboratori della Neurex svolgeva importanti ricerche su nuove proteine chiave da lui identificate di cruciale importanza per la trasmissione sinaptica che poi furono usate per il controllo del dolore neuropatico. A tal riguardo, ricorda il prof. Crea (presidente della Fondazione Dulbecco di Lamezia) in quegli anni 1996-1997  fu scoperta la conotoxina, un gruppo di neuropeptidi tossici estratti dal veleno del mollusco marino (conus) che poi si è rivelato un farmaco bloccante i canali del calcio di tipo N  provvisto di una attività analgesica mille volte superiore a quella della morfina. Nel 1997 la Neurex fu poi acquistata dall’industria irlandese ELAN per 700 milioni di dollari!

Il Renato Dulbecco Institute parte quindi con il piede giusto, disponendo della supervisione della qualità e originalità dei progetti scientifici da parte di scienziati di altissimo livello, che dovranno valutare le linee di ricerca del CTS regionale composto da qualificati ricercatori dei due Atenei di Catanzaro e di Cosenza e in una fase successiva valutare i risultati delle ricerche condotte in Calabria.

Il CSI comprende ancora, accanto ai due premi Nobel Südhof e Ciechanover e sir Salvador Moncada, altri autorevoli scienziati di chiara fama come l’ex ministro prof. Franco De Lorenzo, pioniere da circa 40 anni nel campo delle biotecnologie, molto stimato nel mondo, così come il prof. Franco Salvatore, uno dei fondatori della Facoltà di Medicina dell’Università di Napoli e di Catanzaro e già presidente del prestigioso Istituto Ceinge dell’Università di Napoli, il prof. Antonino Cattaneo presidente della Fondazione EBRI Rita Levi Montalcini, il dott. Paolo Chiesi, direttore scientifico della Chiesi Farmaceutici di Parma, il prof. Emilio Clementi farmacologo illustre del San Raffaele di Milano che da giovane ha lavorato presso l’Università della Calabria, il prof. Graham Collingridge di Bristol, insignito del The Brain Prize della Lündbeck Foundation, considerato il premio Nobel delle neuroscienze, per la sua scoperta del Long Term Potentiation (LTP), che è l’equivalente neurofisiologico della memoria a livello dell’ippocampo. Oggi queste ricerche sono continuate dal suo allievo prof. Robert Nisticò, preside della Facoltà di Farmacia di lingua inglese dell’Università di Tor Vergata, il quale fa parte del CTS regionale della Fondazione Dulbecco.

Inoltre fanno parte del Comitato Scientifico Internazionale il prof. Silvio Garattini, uno dei leader della farmacologia europea, presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano, il prof. Vincenzo Libri, di Lamezia Terme, che ha studiato alla Facoltà di Medicina di Catanzaro e oggi direttore della Farmacologia Clinica dell’Imperial College di Londra, il prof. Serafino Marsico, uno dei padri fondatori dell’Università di Catanzaro e, in particolare della Pneumologia di Catanzaro, maestro del bravissimo pneumologo Mino Pelaia. Marsico è stato allievo della Scuola del prof. Monaldi e del prof. Blasi di Napoli. Nel CSI  sono anche presenti il prof. Giuseppe Novelli, già rettore dell’Università di Tor Vergata e genetista di fama internazionale, il prof. Michael Pirozyinski, direttore della farmacologia dell’Università di Varsavia e, dulcis in fundo, il prof. Giancarlo Susinno, fisico dell’Università della Calabria, il quale oltre a essere uno scienziato di fama mondiale per avere diretto i laboratori del CERN di Ginevra in cui è stato scoperto il bosone di Higgs, la cosiddetta particella di Dio, e per avere collaborato con il premio Nobel Carlo Rubbia e lo scienziato siciliano Antonino Zichichi, ha  dimostrato e continua a dimostrare grande amore per la Calabria e i suoi giovani e grande fiducia nel progetto del Renato Dulbecco Institute.

«Con queste premesse di cui sono orgogliosa – ha dichiarato la Presidente della Regione Calabria Jole Santelli – sono sicura che riusciremo a vincere la sfida che ci attende, cioè avere una Regione che sa valorizzare i propri giovani talenti in sede, evitando la fuga dei cervelli all’estero o in altre regioni. Addirittura, ci si propone con il ritorno in Calabria dello scienziato Roberto Crea dalla California dopo circa 40 anni, di lanciare un progetto per favorire il rientro in Calabria dei migliori cervelli che attualmente lavorano nel campo delle Biotecnologie e delle Terapie avanzate in prestigiosi laboratori internazionali».

D’altra parte, va evidenziato l’impegno  straordinario del sindaco di Lamezia Paolo Mascaro che ha già convocato per domani,  venerdì 31 luglio, una riunione presso i suoi uffici con i membri del Comitato Tecnico organizzatore, presieduto dal prof. Gianfranco Luzzo e con gli esperti più qualificati del settore economico-finanziario del suo staff, per elaborare le linee strategiche del project financing e così rimodulare i fondi comunitari non spesi per poter partire in tempi più brevi con la ristrutturazione dei locali della Fondazione Terina sulla base delle esigenze funzionali del Renato Dulbecco Institute. (sd)