L’OPINIONE / Emilio Errigo: Saline Joniche; Gli affari pubblici e privati in danno del paesaggio costiero

di EMILIO ERRIGO – La Calabria inizia a riprendersi il maltolto a Saline Joniche. Un territorio costiero e un mare unici al mondo, violati, deturpati  e abbruttiti, con  due cattedrali in mezzo al verde, più verde che c’era!

Ricordo quando frequentavo quelle spiagge bianche come il latte fresco, un mare cristallino e un sole caldo gradevole.
L’imponente Capo dell’Armi, un promontorio alto a picco sul mare, dove sulla sommità svetta lo storico faro di Capo d’Armi, sicurezza  lampeggiante dei naviganti.

A meno di due miglia da questi scorci di paradiso terrestre e marittimo, ancora incontaminati e isolati, felicità dei diportisti, bagnanti e dei subacquei, esistono immobili da  diversi decenni, due triste realtà ambientali: i resti metallici e le opere costruite in cemento armato, brutti a vedersi in tutti i sensi, i beni  industriali  arrugginiti della ex Fabbrica della Liquichimica costruita a Saline di Montebello Jonico, realizzata con fondi pubblici e privati negli anni 70 e  le opere mastodontiche inutilizzate e impattanti,  di quello che doveva risollevare le sorti occupazionali della Calabria Jonica, le Grandi Officine Riparazioni delle Ferrovie dello Stato.

Ora quei luoghi un tempo simbolo dell’ambiente agricolo ricco di agrumeti, orteti  e bargamotteti, sono dei veri e propri cimiteri di un disastro pubblico e privato, arrecato alla Calabria con il c.d. Pacchetto Colombo, con l’intento di anestetizzare il Popolo Calabrese, oramai pronto all’insurrezione popolare, in parte sfociata  nei moti insurrezionali di Reggio, denominati “Boia chi Molla”, innescati dalla decisione affrettata della politica nazionale e regionale,  di togliere  senza pensieri a Reggio Calabria,  la sede amministrativa e storica, del Capoluogo della Regione Calabria.

Andate su Google o sulla piattaforma e motore di ricerca You Tube e digitate Grandi Officine Riparazioni e Liquichimica Saline Joniche, vi renderete conto da soli quanti scempi ambientali e sperpero di ingentissime risorse pubbliche,  fanno bruttissima mostra delle incompiute di Stato, su un tratto costiero  un tempo di incomparabile bellezza, lungo oltre 5 km.

Si vedono chilometri e chilometri,  di  piloni a pochi passi dal mare e sovrastanti infrastrutture in cemento armato cadente con il ferro arrugginito  i quali, vistosamente denotano i segni di incuria e inqualificabile spregio della cosa pubblica. Oggi le cose parrebbero che iniziano a cambiare passo amministrativo e politico, tanto è vero che il Governo ha deciso di intervenire e  tentare di salvare il salvabile, manifestando la volontà di riqualificare il territorio di Saline Joniche.

Con il Decreto legge n.121 del 10 settembre 2021, art. 4, convertito in Legge n.156 del 2021, il Porto regionale di Saline Joniche è stato, considerato  giuridicamente e commercialmente di interesse nazionale,  e trasferito nelle competenze amministrative dell’Autorità di Sistema  Portuale dello Stretto. È di qualche giorno la notizia che le Autorità pubbliche competenti, alla presenza del Sindaco del Comune di Montebello Jonico, Comandante del Compartimento Marittimo di Reggio Calabria e il Presidente dell’AdSP dello Stretto Ing. Mario Mega, hanno sottoscritto il Verbale di Consegna demaniale ex  art. 28 e 34 del C.N., del Porto  di Saline Joniche e altre aree demaniali marittime ricadenti nel perimetro Portuale e Retroportuale.
Sono tantissimi i lavori e opere marittime che si renderanno necessarie e urgenti,  per la messa in sicurezza e riattivazione funzionale del Porto, ora insabbiato è bloccato, che si spera tanto possa essere destinato al traffico commerciale, peschereccio, turistico, crocieristico e diportistico.

Il Porto di Saline Joniche è posizionato al centro del Mar Mediterraneo, potrebbe costituire un porto rifugio sicuro  per i naviganti. Sarà sicuramente una vera manna venuta dal cielo per volontà di Dio Padre. Importante che tutti, dico tutti, si rendano conto che i miracoli economici hanno sempre bisogno di tanta fede e lavoro, altrimenti il nulla continuerà a regnare a Reggio Calabria e nei 97 Comuni metropolitani.

Contestualmente mi permetto in fede e diritto, di chiedere al Presidente  della Regione Calabria, di voler sensibilizzare il Presidente del Consiglio e i Ministri competenti, a riqualificare l’ambiente costiero, dichiarato per la maggior parte, Siti di Interesse Comunitario, (SIC -D.M. Ministro Ambiente e del Territorio 25 marzo 2005 , ai sensi  della Direttiva n. 92/43 CEE) che da Punta Sant’Agata, Punta Pellaro, Capo dell’Armi,  arriva  in  quel che fu l’area della gioia di noi  ragazzi  e Giovani di Saline Joniche,  decretando la completa bonifica e rimozione immediata in danno, delle diverse migliaia di tonnellate  ferraglie arrugginite, situate all’interno e all’esterno  delle  infrastrutture industriali da oltre un trentennio abbandonate a se stesse e al degrado della Liquichimica e Grandi Officine Riparazioni delle Ferrovie dello Stato.

Il sole  e la felicità possono così un giorno non tanto lontano, ritornare a splendere e leggersi negli occhi disorientati, tristi e rassegnati  dei Giovani Calabresi di Saline Joniche e di Reggio Calabria.

[Emilio  Errigo è nato a Reggio Calabria, Generale della Guardia di Finanza in ausiliaria, docente  universitario di “Management delle Attività Portuali” e “Diritto Internazionale e del Mare”]

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Gli imbarcaderi, la portualità e la logistica a Reggio Calabria

di EMILIO ERRIGO – Gli Imbarcaderi, i Porti, la Logistica Portuale e Retroportuale, presenti  nella  Città Metropolitana di Reggio Calabria, (Reggio e Villa San Giovanni) AdSP dello Stretto, escludendo i porti e le aree demaniali, rientranti nella competenza amministrativa dell’AdSP, sede legale di Gioia Tauro, hanno  storicamente rappresentato quanto di meglio potessero offrire il mercato dei trasporti via Mare-Porto e la logistica portuale e retroportuale del Mezzogiorno.

L’evoluzione delle così chiamate, Autostrade del Mare e l’affievolirsi del trasporto via reti autostradali su gomma, a favore delle reti trasportistiche ferroviarie e vie del mare, se da molti profili si è riscontrata una diminuzione di traffico veicolare su gomma dei mezzi pesanti(camion) e autoveicoli leggeri (auto), sulle Autostrade e interconnessioni costiere, da altro punto di analisi, si è assistiti a una saturazione delle vie di accesso e uscita agli imbarchi portuali, con conseguenze  economiche sicuramente  favorevoli per le attività locali imprenditoriali, turistiche, di contro problematiche ambientali  non gradevoli per gli abitanti delle Città e Comuni Portuali di riferimento.

I flussi di traffici veicolari e passeggeri, dalla Calabria verso la Sicilia e i movimenti registrati da Villa San Giovanni e Reggio Calabria, in direzione Messina, fanno dei due imbarcaderi multi task portuali,  tra i più importanti tra i porti  passeggeri e automezzi d’Italia per la continuità territoriale.

I costi e benefici economici e sociali, sono sicuramente di segno positivo verso i benefici economici e sociali, anche e soprattutto per il minor tasso di inquinanti presenti nei carburanti di ultima generazione. In questi giorni sono in corso di ultimazione le procedure amministrative per l’acquisizione ufficiale delle aree demaniali marittime a favore dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto.

Ho appreso da fonte qualificata attendibile, che tra breve  tempo, forse uno o due giorni lavorativi, avverrà la formale “Consegna Demaniale del Porto” e delle specifiche aree demaniali del Porto di Saline Joniche, situato a circa 20 chilometri  dalla sempre “bella e verde” Reggio Calabria.

A mio convincimento questa nuova acquisizione di una complessa e complicata infrastruttura portuale dormiente e aree retroportuali vicine, necessitano di un consistente e generalizzato impegno  amministrativo e finanziario da parte dell’AdSP dello Stretto.
Se come credo, il determinato, ben motivato ed  esperto Presidente dell’AdSP,  l’Ing. Mario Mega, sarà messo nelle migliori condizioni ambientali e operative, per poter iniziare il lavori di messa in sicurezza delle opere marittime soprattutto, compreso il dragaggio della sabbia balneabile che ostruisce l’entrata del porto , la navigabilità in sicurezza e la praticabilità delle esistenti banchine del Porto, necessarie e urgenti,  per la riattivazione funzionale  delle infrastrutture portuali e necessarie opere marittime ausiliarie, i benefici economici, occupazionale  e sociali,  per il territorio saranno rilevantissimi.

Io credo molto nella vittoria di questa importante scommessa pubblica economica marittima e portuale di Saline Joniche.
Occorre solo  sostenere e supportare politicamente, finanziariamente e amministrativamente,  tutte le iniziative volte alla realizzazione delle infrastrutture portuali,  finalizzate alla costruzione di opere strategiche, a cura del Presidente Mega e del suo  Comitato di Gestione dell’Autorità dello Stretto.

Come ha più volte affermato e sostenuto pubblicamente e nelle sedi istituzionali, la Parlamentare del territorio l’On. Maria Tripodi, sempre molto attiva e propositiva,  Saline Joniche può e deve rappresentare, per i 97 Comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria, la più estesa area Logistica retroportuale disponibile e necessaria per la crescita economica  della parte ionica della Provincia di Reggio Calabria.

I presupposti logistici sono presenti tutti, ANAS è pronta per adeguare e ridondare le infrastrutture delle reti super stradali esistenti, il Management delle Ferrovie dello Stato, ha in corso azioni a favore  della manutenzione delle interconnessioni logistiche ferroviarie, via Reggio Calabria-Taranto, adeguando il tracciato ferroviario, già presente latitante  al Porto,  la nuova compagine societaria di gestione Sacal, voluta dalla Presidenza Roberto Occhiuto, dell’ Aeroporto “Tito Minniti” dello Stretto, situato  a pochi chilometri,  parrebbe che intenda creare un riposizionamento strategico e funzionale dell’Aeroporto di Reggio Calabria, aree retroportuali estese, libere da insediamenti  industriali inutili e comunque da liberare al più presto tecnicamente e amministrativamente possibile.

Tanti ettari di territorio demaniale marittimo e pubblico, da rendere fruibili a quanti intendono investire capitali privati e pubblici a Saline Joniche. Far rientrare  tutto il territorio di Saline Joniche nell’area Zes della Calabria, deve essere una priorità del Governo Regionale e Nazionale.

Importante che l’iniziativa privata nelle aree portuali e retroportuali sia veramente libera da condizionamenti criminali, sempre in agguato e in volo come avvoltoi affamati. Il moltiplicatore forza di reddito d’impresa portuale e dei servizi portuali annessi e connessi, sono rapportati su parametri di convenienza d’investimento  incentivanti.

Per semplificare e rendere più chiara l’idea, su 100 euro investiti  nelle Aree demaniali e Spazi retroportuali a Saline Joniche,  il coefficiente di tornaconto economico  sarà superiore  300/400 euro di incremento reddituale, sia  nelle attività d’impresa, che nei servizi  portuali, senza calcolare i sicuro vantaggio economico a beneficio degli operatori della logistica entro e retro portuale.

Il futuro di Saline Joniche  è complessivamente a somma economica e sociale sicuramente positiva. La vicinissima sorella Sicilia alla quale ci unisce il Mare Jonio, con le sue mete turistiche raggiungibili via mare, rendono appetibili agli Armatori navali e agli opetatori turistici, nazionali ed esteri, aprire linee di traffico pregiato e investire nella Calabria Jonica.

Occorre solo lasciare lavorare chi vuole fare e fare bene, in santa pace, senza interferenze dannose per la già fragile economia  dei Comuni Jonici e Grecanici  della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Il presente e futuro dei Giovani Calabresi dello Jonio, si chiama Saline Joniche!

[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, docente universitario di Management delle Attività Portuali, e Consigliere Giuridico Economico Finanziario Internazionale]

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Porto turistico e commerciale, aree retroportuali e interporto a Saline Joniche

di EMILIO ERRIGO – Il futuro occupazionale dei giovani diplomati e laureati, i quali completeranno gli studi, presso gli  Istituti Superiori, ITS e Università della Calabria, nei prossimi 10 anni, potranno trovare adeguata e specializzata occupazione, infrastrutturando con funzionali opere marittime  e riqualificando, la vasta e idonea area costiera, portuale e retroportuale, di  Saline Ioniche.

Le preziose e balneabili fasce costiere marittime del Mare Jonio, Calabro- Greco -Siciliana, che dallo Stretto di Messina, toccano le coste più belle della Sicilia, le spiagge uniche della Calabria, e poi i 39 porti turistici e commerciali Calabresi, tra questi:  Scilla, Cannitello, Reggio Calabria, Roccella, Corigliano, Ciró , Sibari, Crotone, in Puglia, Taranto, Otranto, Gallipoli e il basso Mare Adriatico, le vicine meravigliose Isole greche, l’Isola di Malta  e le Isole Pelagie ed Eolie, potrebbero essere facilmente raggiunti dai  sei Porti dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, in primis dal Porto di Saline Ioniche.

Questo porto e aree pregiate retroportuali, (in fase di perfezionamento della consegna amministrativa demaniale marittima) da ritenersi epicentrici e di altissimo valore economico,  storico e ambientale, da un punto di vista delle rotte diportistiche, mete turistiche, crocieristiche e navigazione commerciale Mediterranee, allo stato è da moltissimi anni insabbiato, quindi, ancora prima di essere infrastrutturato con le necessarie e consistenti  opere marittime  di protezione e banchinamento, sopra e sotto flutto,  dovrà essere liberato, dalle enormi quantità di sabbie  bianche balneabili, molto utili per essere destinati al ripascimento dei tratti costieri interessati dall’erosione.

Le acque limpide e calde del Mare di Saline Ioniche, i territori di tutte le località dei “Comuni Grecanici e non”, rientranti nella  costa Jonica della Città Metropolitana di Reggio Calabria, sono ricchi di veri tesori ambientali, urbanistici, artistici, storici e architettonici, ancora tutti da far conoscere ai tour operator Turistici internazionali.

Il tutto favorito dal vicino Aeroporto dello Stretto e adiacente rete e Stazione ferrovia e superstrada ionica. Ove solo si realizzasse una banchina polivalente soprattutto  idonea a far attraccare e ormeggiare, una, due o più, navi da crociera, per l’economia del territorio del comprensorio, sarebbe una vera grande ricchezza  che viene dal mare, la così detta Blue Economy.
Si calcola che ogni nave da crociera di ultima generazione, lasci complessivamente al territorio per ogni toccata nave, da un minimo di 270.000 a un massimo di 350.000 dollari.

Immaginate l’indotto che genera un Porto Turistico, Diportistico e  Commerciale.

Ogni Unità da Diporto ha un moltiplicatore di forza lavoro tre unità, mentre una nave da carico commerciale, genera una forza lavoro per servizi e operazioni  portuali,  minimo n. 20 unità lavorative, per navi porta rinfuse e liquide e minimo n.50, unità lavorative portuali per una nave porta container, senza calcolare il rilevantissimo potenziale occupazionale del trasporto intermodale del carico da ciglio banchina e destinazione.

Basti leggere il Regolamento UE n.352/2017, e la legge 28 gennaio 1994, n.84 e successive modifiche e integrazioni correttive, per averne maggiore consapevolezza. Piloti di Navi, Rimorchiatori, Ormeggiatori, Battellieri, Spedizionieri, Raccomandatari marittimi, Agenzie Doganali, Operatori Portuali e Prestatori di Servizi marittimi, navali e portuali.

Il trasporto su gomma e su ferro, quindi autisti specializzati e abilitati di mezzi pesanti e ferrovieri, avrebbero sicuramente ben remunerata occupazione. Prima si adeguano le infrastrutture portuali a mare e a terra in banchina e aree retroportuali, prima l’economia territoriale di Saline Ioniche e Comuni contermini crescerà.

Non c’è nulla da inventare, c’è solo da realizzare le opere marittime e portuali, tutto il resto è già previsto dal mercato del trasporto e della logistica multimodale.
Chi prima inizia è a metà dell’opera! Fare, fare bene e fare sapere di aver fatto bene il proprio dovere.
A Reggio Calabria e Provincia c’è tanto bisogno di fare bene, di lavoro onesto e di crescita economica, civile e sociale, per il bene di tutti i Cittadini Calabresi dello Jonio e perché no, del Tirreno! (er)

[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, docente universitario di Management delle Attività Portuali e Consigliere Giuridico Economico-Finanziario internazionale]

Il Porto di Saline faccia parte dell’Autorità dello Stretto

Il Porto di Saline ha una grande potenziale e si candida a polo di elevatissimo v altre: per questa ragione, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore Domenica Catalfamo, ha deliberato di proporre al ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili l’inserimento del porto di Saline Joniche all’interno dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto e il contestuale approfondimento istruttorio per la localizzazione nel retroporto di 32 ettari di aree Zes.

La deliberazione è il frutto di un ampio processo partecipativo avviato dall’assessore Catalfamo con il presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto e il sindaco di Montebello Jonico, poi esteso ai vari soggetti pubblici coinvolti: Guardia Costiera, Agenzia del Demanio, Agenzia delle dogane e dei Monopoli, Università Mediterranea di Reggio Calabria.

«La proposta – ha spiegato l’assessorato – nasce da valutazioni sulla complementarità del porto di Saline Joniche rispetto agli altri porti calabresi dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, e in particolare sulla potenzialità data dal retroporto, che presenta una ampia disponibilità di aree, al contrario fattore limitante per gli altri porti inseriti in contesti urbani».«Il valore aggiunto – viene precisato – è quindi dato dall’area industriale del Corap, nella quale sono già insediate alcune attività industriali e vi è disponibilità di lotti di proprietà pubblica e privata in cui è possibile l’insediamento di ulteriori attività produttive, oltre alla presenza delle dismesse Ogr (Officine grandi riparazioni) di proprietà delle Ferrovie dello Stato, e in cui l’Università Mediterranea di Reggio Calabria intende realizzare il Campus Agapi (Area Grecanica Advanced platform for innovation), che fungerà da parco tecnologico e distretto di innovazione».

«La deliberazione della Giunta – si legge in una. nota dell’Assessore – pone l’attenzione sulla necessità di soluzioni che siano sostenibili sia dal punto di vista ambientale, tutelando i rilevanti elementi naturali presenti e preservando la costa dai fenomeni erosivi, sia dal punto di vista sociale, prevedendo una residua funzione peschereccia, turistica e da diporto del porto, a vantaggio soprattutto della comunità locale».

«La proposta deliberata – ha affermato l’assessore Catalfamo – si inserisce in un quadro convergente di più azioni sinergiche, riguardanti il porto e il retroporto, che possono condurre alla rifunzionalizzazione dello scalo e a un rilancio economico dell’area, devastata dagli infruttiferi investimenti industriali del pacchetto Colombo degli anni 70, ripetendo un percorso del tutto analogo a quello che ha interessato l’area di Gioia Tauro negli anni 90. Il tavolo di lavoro istituito è la migliore garanzia di proseguire questo percorso in sintonia fra i vari enti coinvolti, che in questa occasione intendo ringraziare per la fattiva collaborazione e per la condivisione dell’iniziativa. Il momento è peraltro propizio all’individuazione di importanti risorse di investimento, nell’ambito della programmazione 2021-2027 che sta per essere avviata».«Sono certa – conclude l’assessore – che questa iniziativa possa cambiare radicalmente il volto di un’area dimenticata del sud del sud della Calabria. Un’area che, per le sue potenzialità paesaggistiche, si candida a essere un polo di elevatissima valenza culturale, commerciale e turistico». (rcz)

Hitachi a Saline Joniche e nuovo aeroporto di Reggio: uno studio (trascurato) del 2019

Il commercialista reggino Alberto Porcelli ha scritto a Calabria.Live una cortese lettera allegando un ritaglio di stampa di agosto 2019, a proposito del progetto Agàpi di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi.

«Leggo con molto interesse, sul suo giornale – scrive il dr Porcelli , quanto l’università di Reggio sta portando avanti. Lungi da me di fare polemica o non accettare quanto proposto, essendo un modesto artigiano Dottore Commercialista, ma mi creda sarei felicissimo e altrettanto contento che potessimo superare tutte le difficoltà che nascono quando si è a quasi 2.000 km dall’ Europa e lontani dalle filiere che necessitano per completare una opera.
Nell’articolo allegato si legge quello che ho sempre portato avanti da circa 15 anni dopo un attento studio del settore. Lo spostamento  dell’Hitachi certamente non creerà 400 nuovi posti di lavoro, ma almeno 100 li dovrebbe assumere perché passa da 47 mila  mq. attuali a circa 547.000 mq., dove andrebbe ad avere, se vuole otto/dieci linee di produzione e sviluppo di ogni e qualsiasi prodotto delle innumerevoli attività.
Ma non solo. Si svilupperà il porto di Saline , mettendo in condizioni di trasportare i treni direttamente da Saline.
Caro Direttore, ma lei sa dove porta per tastare i treni l’Hitachi? In Cecoslovacchia , quando con la linea ferrata sotto casa potrebbe farlo qui.
Non è finita caro Direttore.
Più importante ancora sarà la nuova collocazione dell’ aerostazione che permetterà di avere un aeroporto baricentro del Mediterraneo e di grande interesse per una grandissima comunità come quella di Messina e delle Isole Eolie,   che se si prospetta reali comodità certamente si serviranno del Tito Minniti.
Oggi l’attuale aerostazione la puoi fare di oro ma non incrementerà i passeggeri e né i voli.
Certamente pensare che sia perfetto, sarei un illuso. Diamo spazio agli esperti ad un tavolo di lavoro».
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«Il dr Alberto Porcelli – si legge nel servizio di StrettoWeb –, supportato da altri amici che hanno molto a cuore le sorti della città, ha riproposto ad un gruppo numeroso di attenti rotariani, una vecchia idea progettuale che da tempo era in elaborazione pensando alle possibilità di sviluppo futuro ed al rilancio in grande sia dell’Hitachi che del contiguo Aeroporto.«L’ipotesi progettuale così come  condivisa dall’ing. Filippo Maltese, e virtualmente realizzata assieme all’arch. Luciano Zingale è stata illustrata ai presenti dal dott. Alberto Porcelli, originario fautore e strenuo sostenitore dell’idea il quale, sempre più convinto sia della fattibilità che della utilità allo sviluppo della città, ha enumerato tutti gli aspetti positivi che a suo giudizio dovrebbero indurre i politici lungimiranti, che hanno a cuore lo sorti della città, di sposare in toto l’idea All’incontro fra gli altri era presente anche  il prof. Michele Buonsanti, pilota ed istruttore di sicurezza del volo presso A.M. ed AECI, oltre che componente ENAC Flight Safety ed in atto Presidente della commissione sicurezza volo AECI/ENAC per il volo turistico e VdS, il quale, nel suo apprezzato e competente intervento ha segnalato alcune delle criticità dell’attuale scalo sia in tema di sicurezza che di atterraggio e decollo degli aeromobili, manifestando un vivo interesse per l’iniziativa, invitando i promotori affinché vengano coordinate le operazioni a medio e lungo termine con quelle a breve che, se istituite male affosserebbero ancora di più il già carente “Tito Minniti”, definendo altresì l’idea molto interessante e che finalmente si parli in grande.

«Consapevoli di tale complessa situazione da tempo era stato predisposto uno studio di fattibilità e l’idea è stata sempre accolta favorevolmente da quanti ne sono venuti a conoscenza, mentre le istituzioni, più volte interessate, non sempre hanno dimostrato la dovuta  attenzione al problema lasciando che tutto continuasse a muoversi nel consueto solco tracciato ormai da lungo tempo. I fautori dell’idea progettuale sono sempre stati e oggi lo sono ancor di più, fermamente convinti che le Officine ex OMECA, oggi Hitachi, in questo particolare momento di evidente successo, non debbano essere compresse, limitate o condizionate, ma al contrario devono guardare molto lontano e pensare ad ampliamenti degli stabilimenti produttivi non condizionati o limitati, ma invece liberi di potersi sviluppare nell’area circostante dando contestuale incremento ad un indotto certamente utile all’economia locale. Ed in questo momento alla gloriosa azienda non è possibile. E proprio in questa ottica, e pensando in grande, si è ipotizzato l’acquisto da parte della Città Metropolitana o di altri enti pubblici locali disponibili all’acquisto (come avvenuto in passato per la sede dell’ex compartimento FFSS), dello stabilimento Grandi Officine di Saline, messo in vendita dalle FFSS da circa 10 anni ma senza alcun successo, e ciò al fine di poterlo  offrire gratuitamente all’Hitachi per il suo trasferimento in quel sito, in cambio del rilascio dell’odierna, compressa ed asfittica sede di Torre Lupo, non disdegnando eventuali benefit giustificati dalla notevole ricaduta che avrebbe sul territorio questa sorta di permuta».

Naturalmente ciò non penalizzerebbe in alcun modo le maestranze Hitachi in quanto le stesse potrebbero continuare a raggiungere l’area di parcheggio di Torre Lupo, da dove un apposito trenino li porterebbe in poco tempo a Saline Joniche, e viceversa, senza assoggettarsi al traffico giornaliero della SS106. Questa iniziativa, se accolta, consentirebbe alla società non di ristrutturare un sito privo di qualsiasi possibilità di ampliamento e di sviluppo futuro, ma di attrezzare una nuova sede secondo standard di ultimissima generazione, tali da consentire nel breve periodo un rilancio in grande della produzione, utilizzando ai fini della spedizione non più il lontano porto di Gioia Tauro ma il vicino porto di Saline, che per tale fine potrebbe essere rivitalizzato ed adeguatamente attrezzato, servendosi altresì dell’esistente  raccordo ferroviario, non dimenticando il notevole incremento delle unità lavorative. Nel contempo la vecchia sede di Torre Lupo, ceduta alla città Metropolitana, potrà essere riconvertita in Aerostazione, magari con l’impiego di finanziamenti che certamente i nostri politici riusciranno ad ottenere, ottenendo così l’incommensurabile vantaggio di poter disporre di una stazione ferroviaria quasi all’interno della stessa aerostazione, che costituirebbe un’esclusiva nel panorama aeroportuale.

La nuova aerostazione, a differenza di quella esistente, potrebbe godere ancora di un accesso diretto automobilistico dalla Superstrada attraverso le aste poste all’interno del torrente Sant’Agata, in gran parte realizzate e potrebbe disporre di un parcheggio a più piani, dieci volte più grande di quello attuale, attestato oltre che sul torrente anche sul viale Aldo Moro da dove si avrebbe un ulteriore accesso da e per la città. Parimenti si potrebbe creare un approdo dal mare per i mezzi navali diretti provenienti da Messina o da Taormina o dalle isole Eolie, da collocare in zona protetta, cioè nella parte terminale del torrente S. Agata dove potrebbe essere creato un porto canale che risentirebbe solo in minima parte degli effetti del mare aperto, con approdo posto quasi all’interno dell’area aeroportuale. I nuovi locali dell’aerostazione, opportunamente adeguati alla legge vigente sismica, senza impedimenti derivanti dalla presenza di viaggiatori, nel complesso consentirebbero un maggiore e più agevole sviluppo sia dei servizi aeroportuali che delle attività commerciali, mentre aumenterebbero notevolmente le aree di sosta per gli aeromobili in transito, i quali in fase di atterraggio, una volta raggiunto il fine corsa, non avrebbero più la necessità di ritornare a metà pista per lo sbarco dei passeggeri ma potrebbero raggiungere la nuova e più ampia area di sbarco allocata tra le due piste esistenti.

Tutto questo in un’ottica lungimirante e di grande respiro, pensando ad un aeroporto moderno il quale godrebbe del vantaggio incommensurabile e cioè di poter essere raggiunto facilmente e senza pericolo di ritardi per traffico stradale, utilizzando il treno proveniente sia dalla Tirrenica, sia dalla Jonica che in poco tempo porterebbe i passeggeri all’interno dell’aerostazione. Senza tralasciare che dopo il trasferimento nei nuovi locali, l’attuale edificio di via Ravagnese, oggi difficilmente raggiungibile, potrebbe essere riconvertita, in Albergo, in un Centro Commerciale, in un Centro Congressi, e essere destinato altresì, anche ad ospitare attività connesse al futuro trasporto aereo delle merci. È di tutta evidenza che la programmazione non deve guardare solo al breve periodo ma piuttosto al medio e lungo termine e ciò al fine di non precludere alcuna possibilità di sviluppo all’aeroporto, che al contrario rimarrebbe, a parere di molti, affossato ancora per molti decenni».

L’ipotesi progettuale prospettata dal dr Porcelli – presentata nell’agosto 2019 in un dibattito al Rotary Club che ha visto la partecipazione anche del dr Giuseppe Franco, del prof. Giuseppe Bombino, del dr Giuseppe Bova, del prof. Corrado Trombetta, del dr Riccardo Santacroce, del dr Francesco Fragomeni e del prof. Alfredo Focà, – non ha avuto, a quanto pare, successivi riscontri nonostante fosse stato chiarito che non sarebbe stato condizionato di molto il progetto presentato dalla SACAL e dall’on. Cannizzaro, in quanto molto degli interventi non andavano a interferire con la proposta, fatta eccezione per l’intervento sull’aerostazione che avrebbe dovuto essere sospeso e rimodulato per la riqualificazione ed adeguamento dell’ex officina OMECA, da operare in piena libertà, cioè senza la contemporanea presenza di passeggeri o altro personale, in un’ottica di grande respiro finalizzata ad ottenere risultati molto più ottimali e redditizi con la medesima spesa.

Se si considera che gli interventi di manutenzione per 25 milioni annunciati ad agosto 2019 dall’allora presidente Sacal Arturo De Felice e dall’on. Francesco Cannizzaro, ancora non hanno visto avvitare o svitare un bullone e, nell’ottica dell’entusiasmo mostrato dal sindaco Giuseppe Falcomatà sul progetto Agàpi, forse sarebbe il caso di riconsiderare il progetto del dr Porcelli. Ma l’impegno appassionato dei privati che vogliono il bene di Reggio non trova, generalmente, accoglienza presso l’Amministrazione Comunale e Metropolitana. Non sarebbe opportuno aprire un tavolo di discussione con la città? (s) 

SALINE JONICHE – Il progetto “Ago e filo per cucire i legami”

Si chiama Ago e filo per cucire i legami il progetto ideato, a Saline Joniche, dall’Associazione Arte Antica, presieduto da Maddalena Iervolino.

«In un periodo storico – ha dichiarato il presidente Iervolino – che ci destabilizza per la velocità con cui tutto si consuma, sentiamo forte l’esigenza di ritrovare le nostre radici partendo dalla famiglia, centro di tutto, per poi imparare ad essere responsabilmente comunità».

«Il nostro auspicio – ha concluso il presidente Iervolino – è che tutti, in particolare le famiglie, partecipino a questo momento di incontro per cucire insieme solide relazioni».

Un invito, dunque, a genitori e ai loro bambini ad iscriversi a una serie di corsi laboratoriali i cui lavoretti, poi, realizzati nel corso del laboratorio, saranno esposti al pubblico il 17 agosto, in cui è in programma la terza edizione della Notte magica. (rrc)

In copertina, uno dei lavori realizzati dall’Associazione Arte Antica.

SALINE JONICHE – Il libro “Vento dell’Est”

Questo pomeriggio, a Saline Joniche, alle 18.00, nella sala convegni “Corrado Alvaro”, la presentazione del libro Vento dell’Est di Paolo De Luca.

L’evento rientra nell’ambito del Motorshow 2Mari.

Il libro, edito da Laruffa Editoreapprofondisce i fenomeni politici che riguardano l’Europa dell’Est con particolare attenzione verso le tematiche inerenti dispotismo e democrazia nell’era della globalizzazione. (rrc)

 

SALINE JONICHE – Il convegno “Donne di Calabria”

Questo pomeriggio, a Saline Joniche, alle 17.00, presso la sala convegni “Corrado Alvaro”, il convegno Donne di Calabria. Il coraggio di combattere nella terra dei diritti negati.

L’evento rientra nell’ambito del Motorshow 2Mari.

Intervengono Silvana Ruggiero, Assessore al Comune di Bagnara, Rosita Terranova, Angela Villani, Stefania Gurnari e Sabina Berretta, l’Assessore regionale al Welfare e alle Politiche Sociali, Angela Robbe, il presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione, Cinzia Nava e la vicepresidente della Cpo della città metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppina Massara.

Donne e mamme straordinarie racconteranno le loro storie, vite messe a dura prova da sofferenze di ogni genere che solo il coraggio e l’amore per i figli ha permesso loro di superare. Sarà un momento di confronto anche per discutere su come è possibile non far sentire sole le tante donne che in questa terra si trovano a combattere anche contro l’indifferenza delle istituzioni. (rrc)

Motorshow2Mari, La storia di Schumacher in Ferrari nelle foto di Filippo Di Mario

A Saline Joniche, nel corso del Motorshow 2Mari, nell’area Expo, inaugurata la mostra Passione rossa e Schumacher 50 di Filippo Di Mario.

La mostra, che ha deliziato il pubblico e gli appassionati di F1, ha immortalato la vita in pista e fuori pista di Michael Schumacher in 80 opere, caratterizzate da un prodigioso mix di immagini e pittura. Passione rossa e 50

Perchè 50? Per omaggiare i cinquant’anni di Michael, compiuti il 3 gennaio scorso. L’esposizione è una sequenza di scatti in ordine cronologico, che racconta l’avventura in Ferrari del campione tedesco, dall’inizio nel 1996 fino alla fine, dieci anni dopo.

Che è soprattutto una descrizione dinamica di episodi unici, imperdibili e dello stretto legame di amicizia e di fiducia tra lo stesso Di Mario e Schumacher. Il fotoreporter ci guida all’illustrazione di Passione rossa e Schumacher 50 partendo dalla scintilla della passione, da cui è scaturito tutto il suo lavoro.

«Ho fotografato altri personaggi della F1 – ha spiegato il fotografo Di Mario – ma quando è arrivato Schumacher è cambiato tutto perché fin da subito abbiamo instaurato un rapporto molto bello, da cui è poi nata l’amicizia. Andare in F1 per me significava creare qualcosa che non era ancora stata fatta, ovvero gestire la luce, scegliere la scena e aspettare che lui passasse».

Passione 50

Unicità contrassegnata dalla fusione tra fotografia e pittura per dare un’emozione in più «iniziata da quando – ricorda il fotografo – mi dicevano che fotografavo come se fossi un pittore per l’uso che facevo del colore e della luce. Ho scelto questa nuova tecnica per fare qualcosa di diverso, di originale. Il dipinto nasce in pista da una foto molto bella».

Il suo progetto Passione Rossa, diventato marchio, inizia a vedere la luce nel 2000, grazie alla collaborazione con la Formula One Management (Fom) di Bernie Ecclestone. Di Mario pone l’attenzione sull’episodio cruciale per l’avvio di questa sua attività molto speciale, che ha posto le basi della sua amicizia con il grande Schumacher: i primi test del pilota a Imola con la Ferrari F310 del 1996.

«Facevo fatica – ha ricordato il fotografo – a identificare il punto di frenata con quello in cui la macchina riaccelerava in uscita dalle curve. Quando rientra ai box gli chiedo il perché e lui, sorridendo, mi dice che ha una tecnica di guida molto particolare in quanto frena e accelera contemporaneamente. A quel punto rido anch’io e gli dico che lo domerò. Successivamente mentre gli faccio due scatti lui si copre con la paletta di un meccanico per farmi uno scherzo regalandomi una foto speciale. Da quel momento capisco che per lui svolgerò un lavoro diverso rispetto a tutti gli altri e abbiamo iniziato a comunicare con le fotografie».

Da qui è nato un rapporto umano bellissimo durato anche nel corso del suo approdo in Mercedes nella seconda e ultima parte della carriera. Spinto da una passione ammirevole, Di Mario è un fiume in piena e ogni opera esposta racchiude una storia, uno scrigno di episodi e ricordi indimenticabili.

Ad esempio la prima pole position con la Ferrari nel Gp di San Marino del ’96. E poi la prima vittoria in rosso, leggendaria, sotto la pioggia battente in Spagna nello stesso anno. Le inedite istantanee dell’incidente in Australia nel 2001, richieste con grande interesse da Schumacher a Di Mario.

«A lui – ha proseguito il fotografo – piaceva molto vedere nelle mie foto il controsterzo perchè per Schumacher dominare una macchina pronta per partire in testacoda gli dava emozioni». Negli scatti “pittorici” di Di Mario non ci sono solo pista e monoposto ma anche espressioni tipiche del volto di uno Schumi gioioso o concentrato, il suo celebre salto di entusiasmo dopo una vittoria ribattezzato “Ballo di San Michele” e anche momenti di spensierata dolcezza con la moglie Corinna. Istantanee dalla qualità eccelsa ed assolutamente atipiche nel loro genere perché, come dice lo stesso fotografo, «ognuno di noi, se vuole, può crearsi la sua opera».  (rrc)

 

SALINE JONICHE – Il libro “Storia del Bergamotto di Reggio Calabria”

Questo pomeriggio, a Saline Joniche, alle 17.30, nell’area convegni del Porto, l’incontro con Pasquale Amato, autore del libro Storia del Bergamotto di Reggio Calabria.

L’evento rientra nell’ambito del Motorshow 2Mari.

Il libro è edito da Città del Sole Edizioni.

L’autore ha ricostruito, mediante uno straordinario e felice intreccio tra storia locale e storia italiana, europea e mondiale, l’affascinante percorso del prezioso agrume autoctono di cui Reggio Calabria – e la fascia costiera da Scilla a Monasterace – detengono l’esclusiva mondiale da secoli. (rrc)