Lea: Occhiuto: Calabria verde anche su prevenzione

«Anche l’area della prevenzione – possiamo adesso dirlo con certezza – è verde». Lo ha reso noto il presidente della Regione e commissario ad acta. Roberto Occhiuto, dopo essere stato informato dal ministero della Salute che il Comitato Lea, nel corso della riunione dello scorso 26 marzo, ha accolto la richiesta della Regione Calabria in merito al riconteggio delle vaccinazioni riguardante l’area della prevenzione.

«Pertanto – scrive il Ministero – a seguito delle rielaborazioni condotte per il 2023 sono stati aggiornati i valori degli indicatori P01C (92,63) e P02C (93,49) e, di conseguenza, è stato aggiornato il punteggio per l’area della prevenzione (che arriva a 68), che supera la soglia di sufficienza (60)».

«Un risultato storico per la Calabria – ha detto Occhiuto – la certificazione avuta dagli uffici tecnici della Salute, che si occupano di monitorare i livelli essenziali di assistenza di tutte le Regione, che stiamo facendo un buon lavoro e che abbiamo imboccato la strada giusta.

«Tutte e tre le aree che compongono il punteggio Lea – ospedaliera, prevenzione e distrettuale – ce lo aveva detto la Fondazione Gimbe qualche settimana fa, sono in costante crescita», ha continuato Occhiuto, evidenziando come «oltre che nell’area ospedaliera siamo dunque verdi anche su quella della prevenzione, e siamo ottimisti per il prossimo futuro per l’area distrettuale».

«Inoltre, dai calcoli che la struttura commissariale ha fatto in questi mesi – ha proseguito – quando tra qualche settimana uscirà il report definitivo della Salute, la Calabria – dopo decenni – non sarà più ultima nella classifica Lea.
Tutte buone notizie che ci spronano ad andare avanti, ma siamo consapevoli del titanico lavoro che ancora ci aspetta nei prossimi anni. Siamo contenti, ma non festeggiamo, sono ancora troppi i problemi da risolvere per dare ai calabresi un sistema sanitario che garantisca loro il sacrosanto diritto alla cura».

«Per di più – ha continuato – ci muoviamo in un contesto storico nel quale tutti i sistemi sanitari regionali vivono anni complicatissimi. In questo scenario, però, mentre c’è una generale retrocessione della sanità in tutta Italia, la Calabria – in controtendenza nazionale – recupera qualche posizione».

«Usando una metafora calcistica, è come se i sistemi sanitari di eccellenza fossero scesi dalla serie A alla serie B; mentre nello stesso arco temporale noi siamo riusciti a portare in serie C una Calabria che tre anni e mezzo fa avevamo ereditato in terza categoria. Ma la scalata è ancora lunga», ha concluso il governatore.

«Siamo fieri del percorso che stiamo facendo», ha detto il consigliere regionale Domenico Giannetta, a margine del decimo Simposio sulla Pneumatologia dell’Area Grecanica a Reggio Calabria, ribadendo come «faremo di tutto per superarla anche nell’area distrettuale».

«Sono risultati che non ci bastano – ha evidenziato –. Ma che ci danno la misura dell’inversione di tendenza rispetto al passato. Con Roberto Occhiuto la sanità calabrese sta crescendo progressivamente e ogni passo in avanti è fondamentale».

«Voi medici conoscete la sanità delle vostre regioni e vivete dall’interno la complessità del momento  – ha sottolineato Giannetta ai medici congressisti – in Calabria, le complessità sono particolarmente pesanti, ma mai come in questo momento, la nostra sanità regionale sta dimostrando di avere imboccato la strada giusta».

«La Regione è al vostro fianco – ha ribadito  crede e sostiene le professionalità sanitarie e sta cercando di recuperare il proprio svantaggio competitivo anche con investimenti in risorse tecnologiche, in termini di robotica all’avanguardia, di innovazione e nella formazione universitaria, per fare in modo che i nostri talenti possano formarsi e lavorare in Calabria».

«Così come ha scelto la Calabria la luminare della robotica polmonare, la prima al mondo ad eseguire un intervento chirurgico oncologico con un robot, Franca Melfi, che ha scelto di tornare qui ad insegnare», ha detto, sottolineando come «sono segnali importanti, di recupero di credibilità, di fiducia, che ci incoraggiano ad andare a avanti».

«Così come l’aver superato la sufficienza nei Lea anche dell’area prevenzione. Dopo quella ospedaliera. Ecco – ha continuato – sappiamo molto bene che sono fatti concreti, ma che non bastano. Ma sappiamo anche molto bene che sono fatti che possono dar fastidio».

«A chi dice di volere una Calabria migliore – ha concluso – ma quando poi questo succede, fa di tutto per screditarla. D’altra parte, come ci insegna Esopo: “Quando la volpe non arriva all’uva dice che è acerba”».

«Il Ministero della Salute, attraverso una comunicazione al Presidente Occhiuto inviata in data odierna (venerdì 4) ha riconosciuto l’errore e provveduto alla correzione. Secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale Vaccini, infatti, le coperture vaccinali per l’anno 2023 risultano superiori al 90%», ha detto la consigliera regionale Pasqualina Straface, parlando di un altro risultato storico del presidente Occhiuto.

«In generale – ha spiegato la Presidente della Terza Commissione Sanità del Consiglio regionale – rispetto al 2023 la Regione Calabria ha registrato un aumento del punteggio Lea in tutte e tre le aree, assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e lavoro (prevenzione), assistenza distrettuale; assistenza ospedaliera, con un incremento complessivo di 18,21 punti, passando da 135,25 a 153,46».

«I risultati prodotti dal Presidente e Commissario Roberto Occhiuto – ha sottolineato Straface – sono misurabili. Tra il 2022 e il 2023, il punteggio LEA dell’area della prevenzione aumenta da 36,59 a 43,82 (+7,23 punti); in quella distrettuale da 34,88 a 40,48 (+5,60 punti); in quella ospedaliera da 63,78 a 69,16 (+5,38 punti). Siamo verdi, dunque adempienti, nell’area ospedaliera e nell’area prevenzione; ancora rossi, ma in crescita, nell’area distrettuale».

«In merito alle postazioni di emergenza urgenza sul territorio, come specificato anche dal direttore generale di Azienda Zero Gandolfo Miserendino, per il reclutamento di personale (infermieri ed autisti) si attingerà dalle graduatorie esistenti. In generale – ha concluso – il servizio di emergenza-urgenza registra un potenziamento. Lo testimoniano le Pet passate da 54 a 75 con l’assunzione di 163 autisti e 153 infermieri. Con le ambulanze del Terzo settore incrementeremo le postazioni attuali». (rcz)

 

SANITÀ, IN CALABRIA SPESI SOLO 40 MILIONI
DEI 320 DISPONIBILI (INCLUSI I FONDI PNRR)

di RUBENS CURIA e FRANCESCO COSTANTINO – È sempre accaduto che, situazioni impreviste, modifichino il corso della storia e i popoli si trovino davanti a un bivio.

Il mondo intero, e più ancora l’Europa, negli ultimi 5 anni hanno dovuto fare i conti con una pandemia devastante e con un conflitto bellico come non se vedeva da 80 anni.

Nel primo caso la risposta più rilevante la si è individuata nel Pnrr per il quale le risorse destinate all’Italia risultavano pari a 194,4 mln di euro ripartite in 7 missioni: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione; Salute; RepowerEU

Per finanziare ulteriori interventi il Governo italiano ha approvato un Piano Nazionale Complementare (Pnc) con risorse pari a 30,6 miliardi di euro.

In aggiunta, il Piano promuove un’ambiziosa agenda di riforme, e in particolare, le quattro principali riguardano: pubblica amministrazione; giustizia; semplificazione; competitività

Il Pnrr ha destinato alla Missione Salute  15,63 milioni di euro, pari all’8,16% dell’importo totale, per sostenere importanti riforme e investimenti a beneficio del Servizio sanitario nazionale, da realizzare entro il 2026.

Ma, complessivament,e le risorse straordinarie per l’attuazione del Pnrr e il rinnovamento della sanità pubblica italiana superano i 20 miliardi di euro.

Tra queste, le risorse messe in campo dall’Italia con il Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC), che destina alla salute ulteriori 2,89 milioni di euro.

Le risorse disponibili servivano: per adeguare il nostro SSN a un mutato contesto demografico ed epidemiologico; per garantire uguaglianza nel soddisfacimento dei bisogni di salute, indipendentemente dal genere e dalle condizioni socioeconomiche; per rendere la rete dell’assistenza primaria territoriale in grado di rispondere al fabbisogno di salute lasciato scoperto dalla razionalizzazione della rete ospedaliera; per rendere capillare l’offerta di salute sul territorio, in termini di prevenzione e cura, eliminando le disparità geografiche, in particolare tra Nord e Sud; per sfruttare appieno le opportunità di miglioramento dell’offerta di salute derivanti dall’impiego dell’innovazione tecnologica, dall’avanzamento della ricerca in campo medico e dalla valorizzazione del personale del SSN.

Se limitiamo lo sguardo a ciò che è accaduto in Calabria, per quanto desumibile dall’ultima relazione di  monitoraggio sulle linee d’intervento della Missione 6 pubblicata sulla piattaforma Regis (gennaio 2025), non possiamo non essere preoccupati perché a fronte di circa 320.000.000 milioni di euro complessivamente disponibili, risultano impegni assunti per poco più di 40.000.000 milioni di euro e pagamenti effettuati per circa 18.000.000 milioni, dovendosi concludere la spesa rendicontata entro l’anno 2026.

Leggiamo, in questi giorni, che per i progetti che si stima non possano essere conclusi entro il termine ultimo dell’anno 2026 sarà possibile “spondare” gli investimenti sui fondi di coesione della comunità europea per avere maggiore termine temporale per la spesa.

Tutto questo ci preoccupa per 2 ordini di motivi. Il primo perché la sanità calabrese ha, quanto mai, bisogno urgente di una assistenza primaria territoriale in grado di rispondere al fabbisogno di salute lasciato scoperto dalla razionalizzazione della rete ospedaliera, e ogni ritardo non fa che aggravare una situazione già di per sé precaria.

Il secondo perché non ci convince il principio che, ai fondi di coesione, venga sottratta una quota importante di risorse.

Lo spostamento sui fondi per la coesione significa che la dimensione quantitativa di quei fondi che dovevano essere destinati ad altre misure verrà ridimensionata e la pratica dello “spondamento” di fondi su altre fonti di finanziamento diverse da quelle originariamente previste rappresenta sempre una perdita secca.

Se la spesa programmata con i fondi del Pnrr fosse stata effettuata nei tempi stabiliti, non ci sarebbe stato bisogno di usare i fondi per la coesione.

A meno che le somme non spese in tempo utile in ambito Pnrr non diventino aggiuntive di quelle ordinarie dei fondi di coesione europei. Ma questo non è stato chiarito. (rc, fc)

[Rubens Curia e Francesco Costantino sono di Comunità Competente]

Chiusura punto nascita Sacro Cuore di Cosenza, insorgono le mamme

Da pochi giorni si è diffusa nuovamente la voce della chiusura del punto nascita presso la clinica Sacro cuore di Cosenza.
Non è stato dato neanche il tempo di meditare sul da farsi che, improvvisamente, oggi viene diffusa dai canali social del gruppo IGreco Ospedali riuniti, una notizia: apre il reparto di urologia. Wow, che bella notizia! Verrebbe da dire.
Eppure, basta porsi una domanda per capire che questa notizia va a discapito di tante mamme che, come le scriventi, l’anno scorso sono scese in piazza per protestare contro la prevista chiusura del punto nascita.
Solo un anno fa, gli stessi vertici che oggi esultano per l’apertura del reparto di urologia, l’anno scorso “brindavano” per l’evitata chiusura del reparto di ostetricia.
Allora ci si chiede: com’è possibile questo “cambio di rotta”? Non importa più a nessuno che le future mamme di Cosenza e provincia, che solo un anno fa facevano sentire la propria voce ed esprimevano il sacrosanto diritto di scelta del luogo del parto, non potranno più esercitare il citato diritto? Non importa più a nessuno che le future mamme, che inevitabilmente convergeranno verso l’Ospedale dell’Annunziata, non trovando posto, dovranno recarsi a Paola, o Cetraro o Castrovillari per poter ricevere le opportune cure?
Perché dopo la notizia della mancata chiusura del punto nascita della Clinica Sacro Cuore (così si è espresso Giancarlo Greco dopo l’incontro tra la proprietà e il Sub commissario alla sanità della Regione Calabria, Esposito), il dm 14.3.2024 n.69 non è stato mai revocato dal Presidente della Regione Calabria? Forse era già in accordo che bisognava proseguire per qualche mese per poi comunque chiudere?
Si ricorda che sempre Giancarlo Greco, nell’annunciare la mancata chiusura del punto nascita, l’anno scorso, così si esprimeva: «Vorrei dare una buona notizia alle future mamme dell’area urbana di Cosenza e del suo immediato retaggio. Il punto nascita Sacro Cuore di Cosenza resterà aperto contrariamente a quanto inizialmente previsto dal riordino della rete ospedaliera», e ancora «è una buona soluzione per tutta l’utenza preoccupata, le mamme – continua Giancarlo Greco – noi, del resto, ci siamo sempre resi disponibili nel continuare a fornire apporto in ausilio alla Ostetricia e Ginecologia degli ospedali della provincia di Cosenza, spesso purtroppo in affanno nell’erogazione neonatale. Sono numeri importanti quelli storicizzati dalla clinica Sacro Cuore che ora potranno restare a disposizione delle future mamme, le quali hanno sensibilizzato e combattuto per raggiungere questo risultato».
Ora invece tramite i canali social la proprietà sostiene il riordino della rete ospedaliera operata dal Dca 69/2014. Lasciamo le conclusioni a chi legge. (Le mamme del “Comitato contro la chiusura del punto nascita della clinica Sacro Cuore di Cosenza)

La Garante Stanganelli incontra Commissaria Gom Frittelli

È stato un incontro proficuo e all’insegna della collaborazione quello avvenuto tra la neo commissaria dell’azienda ospedaliera reggina, Tiziana Frittelli e la Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, nella direzione generale del Gom di Reggio Calabria.

Un primo approccio costruttivo con i nuovi vertici del Gom, all’insegna del solco avviato dall’Ufficio regionale, sin dal suo insediamento, e caratterizzato dalla sinergia istituzionale, che ha consentito la risoluzione della maggior parte delle problematiche pervenute all’attenzione del Garante da parte dell’utenza.

All’incontro, oltre alla Stanganelli e alla Frittelli, erano presenti, per il Gom, il direttore sanitario, Salvatore Costarella; per l’Ufficio del Garante, il coordinatore medico – scientifico e già direttore sanitario dell’Asp reggina, Santo Caridi e il consulente esperto sulla sicurezza, Angelo D’Ascola.

In cima all’agenda della Commissaria Frittelli, da quanto emerso nel corso del confronto, c’è sicuramente il miglioramento organizzativo e strutturale del Pronto Soccorso, per il quale è stato elaborato un piano apposito che prevede un nuovo layout in termini di decoro e presa in carico del paziente, con aree di ricovero, che dovrebbero sorgere nell’attuale Obi e in una da ricavare ex novo; tali zone dedicate serviranno ad alleggerire il carico dei medici e nei reparti.

Si sta, inoltre, progettando un potenziamento del triage e rivendendo gli organici, oltre che gli indici di occupazione dei vari reparti. Nel proseguo della discussione la Commissaria Frittelli ha annunciato che dal 1. aprile si partirà con una pre ospedalizzazione centralizzata; maggiore attenzione verrà riservata alle liste d’attesa, con particolare riguardo per il paziente oncologico, per il quale si è attivato un tavolo di lavoro con l’Asp, per garantire l’accompagnamento dello stesso durante il percorso della malattia.

Grande attenzione sarà riservata inoltre alla Pet, nell’ottica di migliorare l’accesso alle prestazioni. Sempre di concerto con l’azienda sanitaria, sono state predisposte delle schede più “smart” per i trasferimenti dei pazienti all’interno del territorio. Con uno sguardo ai reparti, la dott.ssa Frittelli ha evidenziato che si sta lavorando sul fabbisogno e per destinare contingenti di anestesisti in alcune UO, come quella di terapia intensiva chirurgica.

Frittelli ha evidenziato la necessità di costituire una filiera di coordinatori infermieristici, figure fondamentali per la gestione delle varie unità operative. Sulla base delle criticità emerse in alcuni reparti, si procederà a formare il personale sanitario attraverso degli accordi con altre strutture sanitarie del panorama nazionale.

È in corso, inoltre, la predisposizione del nuovo atto aziendale e una convenzione con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, sulla base di un’esperienza avviata con l’Università di Tor Vergata dalla stessa Frittelli, che prevede il supporto del Corso di laurea in Ingegneria gestionale, per la riorganizzazione dell’area chirurgica e ambulatoriale.

La Garante, da parte sua, ha ribadito l’impegno dell’ufficio nella gestione delle segnalazioni, relative ad anomalie e disservizi ravvisati dai cittadini, sottolineando l’importanza della collaborazione avviata con tutte le autorità sanitarie per la risoluzione delle stesse. Passando in rassegna le varie istanze pervenute e relative all’azienda ospedaliera, la Stanganelli ha riferito che le maggiori segnalazioni sono relative al pronto soccorso, per episodi di sovraffollamento, per carenze strutturali e per la vetustà di piccoli ausili; a disservizi relativi al Cup e a lunghe liste d’attesa per accedere a prestazioni e servizi. Frittelli ha comunicato alla Garante che, attraverso dei fondi regionali in conto capitale, si procederà all’acquisto di piccole attrezzature, quali nuove carrozzine e barelle e che, per quanto riguarda il Cup, si sta aderendo a quello sovraregionale per ridurre le problematiche riscontrate dall’utenza.

Grande attenzione, anche, sul fronte della sicurezza, con l’installazione, a breve, di videocamere di sorveglianza, che dovrebbero fungere da deterrente e la riduzione degli accessi incontrollati, e sulla necessità che si avvii un potenziamento della telemedicina, che certamente potrà migliorare il processo di integrazione ospedale – territorio, favorendo il teleconsulto, come strumento efficace per intervenire in modo tempestivo sul bisogno del paziente.

Novità in arrivo, infine, sul piano delle assunzioni con il Pronto Soccorso che dovrebbe dotarsi di sei nuovi medici specializzandi nell’emergenza urgenza e che dovrebbero dare man forte al personale sanitario guidato dal primario Paolo Costantino.

L’incontro si è concluso con un sopralluogo proprio al Pronto Soccorso, cui ha fatto seguito un confronto con i medici e gli infermieri, nel corso del quale la dott.ssa Frittelli ha ribadito che il suo impegno sarà massimo, per quella che, dopo un lungo cursus honorum rappresenta «la più grande sfida della sua vita».  (rrc)

 

SALUTE MENTALE, IN CALABRIA OLTRE
470MILA PERSONE SOFFRONO DI DISTURBI

di CATERINA CAPPONI – Ansia, depressione, senso di solitudine e frustrazione sono diventati sentimenti diffusi. E come amministratori pubblici, abbiamo il dovere di rispondere a questa emergenza sociale, non solo con il potenziamento dei servizi sanitari, ma con una visione globale di inclusione e sostegno psicologico.

La salute mentale è un tema che, come tutti sappiamo, è ormai divenuto centrale nel dibattito pubblico e nelle priorità politiche, soprattutto in seguito alle sfide che la pandemia ha posto alle nostre comunità. È una questione che trascende il solo ambito sanitario, e le politiche sociali giocano un ruolo fondamentale nel suo trattamento e nella sua prevenzione. La salute mentale, infatti, non può essere separata dalla qualità della vita che una persona conduce, dai contesti sociali in cui cresce, vive e si relaziona.

La povertà, l’isolamento, la disoccupazione, le disuguaglianze, la difficoltà di accesso ai servizi sono solo alcune delle determinanti sociali che influenzano la salute mentale, spesso in modo profondo e devastante. Il nostro impegno come amministratori pubblici non si limita alla sola implementazione delle politiche sanitarie, ma deve abbracciare un approccio integrato, che consideri il benessere sociale ed emotivo di un individuo. Le politiche sociali devono favorire il benessere emotivo e psicologico attraverso interventi che coinvolgano scuola, famiglia, lavoro e ambiente urbano. Solo così potremo  creare una rete di supporto che aiuti a prevenire i disturbi mentali, ma anche rispondere tempestivamente a quelli che si manifestano, offrendo percorsi di recupero e reintegrazione.

Non possiamo ignorare che la pandemia ha lasciato un segno indelebile sulla salute mentale delle persone, in particolare dei bambini e dei giovani. Gli effetti collaterali del lockdown, della didattica a distanza, dell’isolamento sociale e delle incertezze legate alla situazione sanitaria globale sono stati devastanti per le nuove generazioni. I bambini, ancora in fase di sviluppo emotivo e relazionale, e i giovani, spesso privi degli strumenti necessari per gestire il trauma, hanno visto peggiorare il loro benessere psicologico. Ansia, depressione, senso di solitudine e frustrazione sono diventati sentimenti diffusi. Come amministratori pubblici, abbiamo il dovere di rispondere a questa emergenza sociale non solo con il potenziamento dei servizi sanitari, ma con una visione globale di inclusione e sostegno psicologico.

L’integrazione tra il settore sanitario e il settore sociale è la chiave per una risposta efficace. A tal fine, la Regione Calabria ha avviato una serie di iniziative per garantire un accesso più rapido e diffuso alle risorse psicologiche, con progetti che coinvolgono scuole, associazioni, e centri di aggregazione giovanile.

Vogliamo offrire ai nostri bambini e ragazzi uno spazio protetto dove possano esprimere le proprie emozioni, affrontare le difficoltà e acquisire gli strumenti per affrontare le sfide future.

Inoltre, la pandemia ci ha mostrato quanto sia importante investire nel rafforzamento della rete di supporto sociale. Non possiamo più permetterci che le persone vulnerabili siano lasciate sole a fronteggiare le proprie difficoltà.

Le politiche sociali devono puntare a garantire la protezione, il supporto e l’inclusione di tutti, a partire dai più giovani, che sono i cittadini del nostro domani. Solo costruendo una società che offra pari opportunità di crescita e sviluppo emotivo potremo sperare di ridurre il carico delle malattie mentali e favorire il benessere collettivo.

Questo convegno rappresenta un’opportunità fondamentale per discutere le soluzioni e le pratiche che possiamo mettere in atto per rispondere in modo adeguato alla sfida della salute mentale nella nostra Regione. (cc)

[Caterina Capponi è assessore regionale alle Politiche Sociali]

 

I dati della Calabria

Secondo i dati dell’ultimo rapporto sulla salute mentale pubblicato dal Ministero della Salute alla fine del 2024, le persone in carico ai Dipartimenti della Regione, nel 2023, erano 17.636, con circa 470mila soggetti (le stime parlano del 20-30% della popolazione) che convivono con situazioni di disagio psicologico e disturbi mentali sottosoglia.

Numeri che raccontano di un disagio crescente, come confermano i dati degli accessi nei Pronto Soccorso calabresi per problematiche psichiatriche che, nel 2023, sono stati 15.407, ossia più di 40 al giorno. L’analisi delle diagnosi principali che hanno portato agli accessi in pronto soccorso mostra che le sindromi nevrotiche e somatoformi costituiscano il problema più frequente, con oltre cinquemila casi segnalati. Oltre 164mila, poi, le prestazioni erogate in un anno dai servizi territoriali, di cui 8.385 a domicilio.

La rete di assistenza psichiatrica in Calabria è articolata con cinque Dipartimenti di salute mentale, 43 centri territoriali, 22 strutture residenziali e 5 strutture semiresidenziali che offrono, rispettivamente, 412 e 52 posti tra pubblico e privato. Il costo complessivo dell’assistenza psichiatrica territoriale nella regione (ma i dati, ha precisato il Ministero nel report, sono provvisori) ammonta a 88 milioni di euro, di cui quasi 48 milioni destinati all’assistenza ambulatoriale e domiciliare, 4,6 milioni per l’assistenza semiresidenziale e 31,5 milioni per l’assistenza residenziale.

Per quanto riguarda il personale, secondo i dati diffusi dal Ministero alla fine del 2024, aggiornati al 31 dicembre 2022, il personale dei dipartimenti di salute mentale della Calabria contava 423 unità, di cui 98 medici (41 dei quali psichiatri). E poi 178 unità di personale infermieristico, 9 tecnici della riabilitazione psichiatrica, 11 educatori professionali, 31 Ota/Oss, 23 assistenti sociali, 13 amministrativi e 37 figure rientranti in altre categorie. Gli psicologi dei Csm sono 31, in media uno ogni 43mila abitanti.

In Italia, il numero di persone affette da disabilità mentali è di 16 milioni, con un incremento del 6% rispetto al 2022. Il 75%, circa 12 milioni, soffre di ansia e depressione. I numeri, però, raccontano di un Paese che arranca. I dipartimenti di salute mentale (Dsm) sono crollati, passando da 183 nel 2015 a 139 nel 2023.

Un taglio che si accompagna a un esodo di professionisti, con 25.000 operatori attivi, 55 ogni 100.000 abitanti, molto al di sotto degli 83 previsti dagli standard dell’Agenas e ratificati dal Ministero della Salute. La spesa pubblica per la salute mentale, intanto, rimane anemica: appena 3,6 miliardi l’anno, facendo dell’Italia il fanalino di coda tra i Paesi europei ad alto reddito. Dietro questa cifra, però, si nasconde un vuoto doloroso: un 3,5% di italiani, oltre due milioni di persone, secondo le stime non riesce a trovare aiuto. (rrm)

Bevacqua, Tavernise e Lo Schiavo: Occhiuto faccia chiarezza su gestione risorse sanità

I consiglieri regionali Mimmo Bevacqua (PD), Davide Tavernise (M5S) e Antonio Lo Schiavo (Misto), hanno chiesto al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di fare chiarezza sulla gestione dei fondi per la sanità.

«Lo scontro tra Inail e la Protezione Civile – di cui abbiamo appreso dalla stampa e fin qui mai smentito – in merito alla gestione dei 600 milioni di euro destinati alla costruzione di cinque ospedali in Calabria, che fanno parte del progetto complessivo dei nove ospedali previsti, evidenzia gravi criticità e desta profonda preoccupazione», hanno detto i consiglieri di opposizione, sottolineando come «il consiglio di amministrazione dell’Inail avrebbe contestato il fatto di essere stato scavalcato nella gestione delle risorse, che, pur essendo di sua competenza, sono state rimesse al controllo diretto di Roberto Occhiuto, presidente della Giunta regionale».

«La questione – hanno proseguito – non riguarda solo un conflitto tra Enti, ma espone al rischio concreto che possa essere vanificata la stessa nomina di Occhiuto a commissario straordinario per la costruzione degli ospedali. La gestione diretta delle risorse senza una chiara collaborazione con l’Inail, rischia di compromettere la realizzazione dell’intera operazione sulla quale avevamo già fortissimi dubbi”»

«È necessario fare immediata chiarezza su come verranno gestiti i fondi e quale sia al momento la reale interlocuzione con l’Inail che avrà un ruolo fondamentale per l’esito positivo dell’intera operazione. La Calabria – hanno ribadito i capigruppo di minoranza – ha bisogno di una pianificazione trasparente, che coinvolga tutti gli attori istituzionali in modo armonioso e rispettoso delle competenze. Solo con una gestione condivisa e senza sovrapposizioni di poteri si potrà garantire l’efficacia degli interventi e una reale risposta alle esigenze sanitarie dei calabresi».

«La strada dei commissariamenti non ha portato a nulla fin qui – hanno concluso – e non lo farà di certo con contrapposizioni istituzionali sull’allocazione delle risorse». (rrc)

l’opinione / Rubens Curia: Con Pnrr acquistate 49 Grandi apparecchiature medicali all’Asp di RC

di RUBENS CURIA – Oggi c’è, giustamente, una notevole attenzione da parte dei calabresi sul malfunzionamento della nostra sanità  che costringe ai cosiddetti “viaggi della speranza” che sono costati al Fondo Sanitario Regionale oltre 300 milioni di euro nell’ultimo anno, a lunghe Liste d’attesa per effettuare esami diagnostici, alla bocciatura dei Livelli Essenziali Assistenziali come nel caso degli screening dei tumori della cervice dell’utero, della mammella e del colon-retto e molto altro.

Con il Pnrr, altri Finanziamenti Europei dedicati a sette regioni del Sud, tra cui la nostra Regione, e alla legge speciale Calabria si è offerta  una grande opportunità per dare risposte ai bisogni di salute dei calabresi.
Comunità Competente con il suo Osservatorio ha monitorato l’utilizzazione dei Fondi del PNRR finalizzati  all’acquisto di 49 ” Grandi  Apparecchiature Medicali” presso gli Ospedali e le Strutture Sanitarie Territoriali dell’Asp di Reggio Calabria la cui linea rossa, che aveva stabilito l’Unione Europea, era il 30 giugno… l’obiettivo è stato raggiunto, infatti 47 “Apparecchiature” sono state collaudate e le ultime due saranno collaudate nei prossimi giorni: ottimo risultato!
Entriamo nel merito perché, dal 6 settembre 2022, con l’acquisto di un Ecotomografo Cardiologico 3D con i Fondi del Pnrr sono stati acquistati: 28 Ecotomografi Multidisciplinari di cui 5 Presso l’ Ospedale di Polistena, 6 Presso l’Ospedale di  Locri, 3 presso l’Ospedale di Melito P.S., 2 presso l’Ospedale di Gioia Tauro e ben 12 per le Case della Comunità ed i Poliambulatori della provincia di Reggio per valorizzare la ” Medicina Territoriale”; 5 Ecotomografi Cardiologici 3D di cui 4 per i Presidi Ospedalieri ed 1 per la Casa della salute di Scilla; 4 Ortopantomografi 2 D ( Ospedale di Comunità di Oppido, Polo Sanitario Reggio Nord, Ospedali di Locri e Melito P.S.) che forniscono l’immagine radiologica dei denti, delle ossa mandibolari e mascellari; 3 Ecotomografi ginecologici presso gli Ospedali di Polistena, Melito P.S, e Locri.
E, ancora, 3 Sistemi Radiologici Fissi Telecomandati per esami di Reparto presso gli Ospedali di Polistena, Melito P.S. e Locri; 3 Sistemi polifunzionali per Radiologia Digitale diretta per la “Medicina Territoriale” (Palmi, Siderno e Reggio Cal.); 2 Mammografi con Tomosintesi   presso le Case della Comunità di Palmi e Siderno); 1 Telecomandato Radiologico per Esami di Pronto Soccorso presso l’ Ospedale di Gioia Tauro.
A queste 49 “Grandi Apparecchiature” desidero aggiungere, acquistati con i finanziamenti della Delibera Cipe n° 51 del 2019: 2 Mammografi per gli Ospedali di Gioia Tauro e Melito P.S.; 2 TAC per gli Ospedali di Gioia Tauro e Locri.
Adesso, in attesa che possano essere assunti a tempo indeterminato i medici specialisti di branca, investiamo negli specialisti ambulatoriali interni abolendo, come richiesto nel punto 4 del Manifesto di Comunità Competente “Per una democrazia delle Cure”, il tetto di spesa stabilito dal Decreto del Commissario ad acta n° 82/2015 per gli stessi specialisti. (rc)
[Ruben Curia è portavoce di Comunità Competente Calabria]

L’OPINIONE / Giuseppe Falcomatà: Altro che Calabria Straordinaria, ancora oggi qui si muore per un’infezione

di GIUSEPPE FALCOMATÀ – Mentre parliamo di Sanità in Calabria, siamo costretti a dover registrare l’ennesimo episodio di forte criticità con l’elisoccorso che, a Crotone, non è riuscito a soccorrere un bimbo di 3 mesi perché privo di carburante.

Questo, purtroppo, è solo l’ennesimo episodio di tanti che si sono consumati in una Calabria spesso narrata, usando le parole del Governatore Roberto Occhiuto, come “straordinaria”. Invece, quanto accaduto a Crotone, ci ricorda che la nostra terra precipita sempre di più sui temi che riguardano la carne viva delle persone e ci impediscono la possibilità di immaginare e costruire un futuro in questa regione.

La nostra è la regione dei commissariamenti, ovvero di quelle pratiche che dovrebbero rappresentare una parentesi nella vita democratica di un Paese e delle sue istituzioni, ma che qui stanno diventando la normalità. Così, l’annuncio della fine del commissariamento di Occhiuto viene puntualmente smentito dall’ulteriore dichiarazione dello stato d’emergenza che interessa i nostri ospedali.

Un commissariamento che nasce nel 2007 con la previsione della realizzazione di quattro grandi ospedali in Calabria che, però, non hanno mai visto la luce, comportando l’aggravamento del sistema e disattendendo aspettative ed esigenze dei cittadini calabresi.

Di quel programma, vecchio ormai di 20 anni, restano progetti vetusti e l’aumento esponenziale della spesa. Basti pensare all’ospedale di Palmi, il cui costo partiva da 66 milioni di euro, diventati 152 milioni nel 2015 ed, oggi, arrivati a 140 milioni.

La Calabria è una regione in cui la sanità territoriale è totalmente diversificata, dove sotto la parola “razionalizzazione” chiudono gli ambulatori, le guardie mediche, le ambulanze vanno in giro senza medici. La situazione della psichiatria è al collasso. Nei nostri ospedali, ancora oggi, si muore per un’infezione.

Oggi è primavera, ma la sanità calabrese vive nell’inverno più freddo di sempre.

[Giuseppe Falcomatà è sindaco di Reggio]

La Garante della Salute Stanganelli incontra i sindaci

È stato un confronto schietto e una nuova alleanza tra sindaci l’incontro promosso dalla Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, tra i sindaci della Città Metropolitana di Reggio Calabria e il direttore generale dell’Asp reggina, Lucia Di Furia.

L’incontro, molto partecipato, si è svolto a Palazzo Campanella a seguito delle numerose segnalazioni provenienti dal territorio, relative ad anomalie e disservizi inerenti alle postazioni di continuità di assistenziale, alle difficoltà di accesso a prestazioni e servizi da parte del cittadino nelle zone di residenza, all’assistenza primaria di base, nello specifico ai servizi offerti dai MMG e pediatri di libera scelta e alle ataviche criticità strutturali e organizzative dei presidi sanitari.

Presenti in sala i sindaci Ranuccio (Palmi), Tripodi (Polistena), Larosa (Canolo), Valente (Pazzano), Giovinazzo (Rizziconi), Gatto (San Pietro di Caridà), D’Angelis (Serrata), Tropeano (Stilo), Casile (Bova), Micari (San Roberto),  Filocamo (Fiumara), Penna (Roccaforte Del Greco), Verduci (Motta San Giovanni), Femia ( Marina di Gioiosa), Marra (Sant’Alessio), Zavettieri (Roghudi), Albanese (Giffone), Arfuso (Cardeto); il presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria, Marra; gli amministratori delegati alla Sanità: Frajia (Caulonia), Murace (Bivongi), Barbieri (San Ferdinando), Randazzo (Bagnara), De Maria (Rosarno), Idone (Campo Calabro), Pellegrino (Siderno), Melito (Villa San Giovanni); il direttore del distretto, dr.ssa Eburnea, il dirigente amministrativo dell’Asp, dr.ssa Roso, l’oncologa, dr.ssa Serranò e il segretario provinciale della FIMMG Reggio Calabria, dr. Biasi.

Numerosi i primi cittadini intervenuti alla riunione, provenienti dalle diverse aree della provincia, in rappresentanza della fascia tirrenica, jonica, aspromontana, grecanica e della vallata dello Stilaro, che, a turno, hanno illustrato le criticità e i bisogni dei comuni di appartenenza, esponendo le loro posizioni in modo determinato, ma comunque in un clima di ritrovata serenità. 

Il filo conduttore degli interventi dei sindaci provenienti dalle aree interne è stata l’impossibilità di garantire nei territori di rispettiva competenza un’adeguata assistenza territoriale, in alcuni casi per mancanza di guardie mediche, postazioni di continuità assistenziale che funzionano a singhiozzo o carenza di MMG, mentre per i centri più popolosi, come Palmi e Polistena, si è ovviamente discusso del futuro dei presidi ospedalieri e delle costituende case della comunità.

Diversi i cambiamenti in atto rispetto alle sopracitate istanze passati in rassegna dalla Dg Di Furia, che ha evidenziato la propria disponibilità costante nel confrontarsi e ascoltare i rappresentanti del territorio. Parlando della continuità assistenziale, la dr.ssa Di Furia ha ribadito l’importanza di questo presidio fondamentale nelle aree remote, rimarcando però la necessità di ragionamenti che non siano di semplice campanilismo, ma puntino ad una proposta riorganizzativa nelle aree più critiche, che miri a garantire il soddisfacimento del bisogno del cittadino non necessariamente nel territorio di appartenenza, ma in un’ottica di ottimizzazione per viciniorità, rendendosi disponibile a sedersi attorno a un tavolo di proposte, cartina alla mano.

Per quanto attiene i medici di medicina generale, passando in rassegna la riorganizzazione sanitaria secondo le AFT (aggregazioni funzionali territoriali), secondo la Dg dell’Asp, sempre in un’ottica di miglioramento delle risorse, prioritaria resta la presa in carico del paziente, che sia nel comune di appartenenza o in quello limitrofo. Un passaggio dell’intervento della Di Furia è stato dedicato all’implementazione delle postazioni di prelievo, annunciando la prossima apertura di un presidio a Palizzi, sul modello Bagnara.

Si è parlato, altresì, di case di comunità e ospedali di comunità: a tal proposito, la Dg Di Furia ha evidenziato l’importanza di dare seguito agli interventi previsti dal Pnrr, evitando di ripetere gli errori del passato, ovvero di sperperare i soldi dei cittadini, con strutture realizzate, prive di contenuti e poi vandalizzate. In tal senso l’impellenza è quella di reperire i professionisti necessari per la loro piena attivazione.

Novità sul piano della prevenzione sono state inoltre illustrate dalla Dg, come l’acquisizione di strutture mobili, ovvero dei camper, per l’effettuazione di mammografie, visite odontoiatriche per anziani e consultorio, in modo da rispondere alle carenze di professionalità nelle aree più disagiate. In questo senso la dr.ssa Di Furia ha richiesto ai sindaci un loro impegno, perché tali servizi vengano supportati nei loro territori.

Un ragionamento a parte per Palmi e Polistena: su Palmi la Di Furia ha ricordato come la struttura abbia tutti i requisiti per incarnare appieno le funzioni di casa della comunità, mentre per quanto riguarda Polistena, ha ribadito a gran voce come l’attenzione dell’Asp nei confronti di questo presidio sia “enorme”.

La dr.ssa ha, quindi, biasimato ogni tentativo di strumentalizzazione, che spesso sfiducia il cittadino, sottolineando che il terrorismo psicologico rispetto ad un paventato ridimensionamento dell’ospedale Spoke è completamente privo di fondamento.

Viceversa, ha annunciato l’intenzione di potenziare il nosocomio con ulteriori spazi, come ad esempio l’ambulatorio di oncologia e i reparti di riabilitazione, con 10 posti dedicati anche all’ospedale di Gioia Tauro.

A seguire, la dr.ssa Roso ha snocciolato i numeri del nuovo contratto per la definizione dell’organico relativo ai medici di medicina generale: un medico ogni 1200 residenti; un medico per una frazione superiore al 50% di 1200 e un correttivo di un medico ogni 5000 residenti, in un territorio che, secondo la recente deliberazione aziendale, viene suddiviso nei seguenti ambiti: 4 per il distretto di Reggio Calabria, 7 ambiti per i distretti jonico e tirrenico, per un totale di 180 medici (Reggio Calabria), 94 ( Tirrenico) e 85 (Jonico).

Rispondendo alle istanze del sindaco di Stilo, la Dg Di Furia ha garantito che entro il 2025 tale territorio sarà coperto dalla presenza di un medico. A margine dell’incontro, la Garante ha comunicato la volontà di effettuare un censimento dei soggetti fragili e dei bambini inguaribili, chiedendo ai Comuni di supportarla in questa richiesta.

Coadiuvata dalla dr.ssa Serranò, e con il supporto del coordinatore medico scientifico dell’Ufficio del Garante, Santo Caridi e del consulente esperto, Angelo D’Ascola, la Garante si è impegnata a mantenersi vigile rispetto al dialogo intavolato con i sindaci, rimarcando la propria disponibilità all’ascolto e al confronto.

Al termine del confronto, il sindaco di Roghudi, Zavettieri, ha proposto l’inserimento della presenza della Garante della Salute all’interno della Conferenza dei Sindaci, proposta sposata appieno dalla dr.ssa Di Furia.  (rrc)

 

NUOVI OSPEDALI, PER OCCHIUTO UNA SFIDA
NON SOLO SANITARIA, MA ANCHE POLITICA

di MASSIMO CLAUSI – Tutto si può dire al presidente Roberto Occhiuto tranne che non abbia il coraggio di assumersi le sue responsabilità.

Come definire altrimenti la scelta di farsi nominare commissario delegato «per l’attuazione degli interventi concernenti il sistema ospedaliero della Regione Calabria, da realizzare nella vigenza dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 7 marzo 2025».

Una scelta che ha fatto molto discutere perché dà poteri amplissimi ad Occhiuto che era già commissario alla Sanità. Con questa nuova nomina, il presidente può decidere tutto quello che riguarda l’iter per la realizzazione dei vari ospedali (Sibaritide, Vibo Valentia, Gioia Tauro, Locri, Gom di Reggio Calabria, Asp di Reggio Calabria, Cosenza, Azienda ospedaliero-universitaria di Catanzaro e Asp di Crotone). I detrattori hanno parlato di un commissario che si è fatto commissariare per avere le mani più libere possibile. E non è certo un affare da poco sia dal punto di vista economico sia politico.

Sotto il primo aspetto si tratta di quasiun miliardo e mezzo di euro da gestire attraverso procedure spedite, sulla falsa riga del Ponte Morandi di Genova, eliminando lungaggini burocratiche, passando sopra anche la volontà degli enti locali (il riferimento è al contenzioso con il Comune di Cosenza sull’ubicazione del nuovo ospedale). Un piatto talmente ricco da far tremare le vene ai polsi.

Sul piano politico la posta in gioco è altrettanto alta perché, come noto, alcuni di questi ospedali sono stati finanziati nel lontano 2004 e quello più avanti nella realizzazione è quello della Sibaritide, arrivato al 35% dei lavori. Se Occhiuto dovesse riuscire ad avviare un po’ di questi ospedali e completare quello della Sibaritide porterebbe a casa un grandissimo risultato politico. In caso contrario non avrà più giustificazioni perché nessuno ha mai avuto maggiori poteri di lui nella gestione della sanità regionale. Prima con i decreti Calabria due volte reiterati, ampliando i poteri del commissario, adesso con questo nuovo incarico dopo il fallito tentativo di inserire alcuni emendamenti ad hoc per la sanità calabrese nel Milleproroghe.

Quanto tempo avrà a disposizione? Il timing non è certo perché il decreto non lo fissa. Se ne desume, quindi, che anche se Occhiuto scadrà da commissario per il Piano di rientro non così da quello investito dalla Protezione Civile per la realizzazione dei nosocomi calabresi. A meno, ovviamente, di un nuovo decreto da parte del Governo.

Ma la posta in gioco è altissima soprattutto per i calabresi che anni aspettano un’offerta sanitaria segna di questo nome. La speranza, per tutti i calabresi indipendentemente dalle magliette politiche, è che Occhiuto riesca nell’impresa.

Si perché anche

Ma la posta in gioco è altissima soprattutto per i calabresi che anni aspettano un’offerta sanitaria segna di questo nome. La speranza, per tutti i calabresi indipendentemente dalle magliette politiche, è che Occhiuto riesca nell’impresa.

Si perché anche questa nomina non è inedita nella disastrata storia della sanità calabrese. Occhiuto ha avuto un predecessore. L’ordinanza numero 3635 del 21 dicembre 2007, firmata dall’allora presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi, prevedeva infatti la nomina – su proposta del Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri – dell’assessore regionale alla Salute della Giunta Loiero, Vincenzo Spaziante come commissario “per il superamento della situazione di emergenza socio-economico-sanitaria determinatasi nella Regione Calabria”.

Era l’inizio del commissariamento in sanità della nostra regione. Spaziante veniva poi incaricato della realizzazione delle strutture ospedaliere previste dall’Accordo di programma integrativo, sottoscritto dal Ministero della Salute e dal presidente della regione Calabria in data 6 dicembre 2007, oltre che della riorganizzazione, dell’adeguamento e del potenziamento delle dotazioni tecnologiche ospedaliere esistenti.

Sapete come è andata a finire? Gli ospedali non vennero realizzati e, come racconta Carlo Guccione nel suo libro “Amara verità” nel settembre 2009, sarà l’intera Giunta regionale a denunciare Spaziante per interruzione di pubblico servizio e rifiuto di atti d’ufficio con possibili danni all’erario.

Per Occhiuto tifiamo tutti per un esito diverso. (mc)

[Courtesy LaCNews24]