L’OPINIONE / Rubens Curia e Francesco Costantino: Vicenda della Casa della Salute di Scilla è un esempio di malasanità

di RUBENS CURIAFRANCESCO COSTANTINO – Tutto ha inizio con l’Accordo del 2009 tra il Ministro della Salute, il Ministro dell’Economia e Finanze e la Regione Calabria per l’adozione di un Piano di Rientro mirato al raggiungimento dell’equilibrio economico e finanziario della sanità calabrese, cui ha fatto seguito l’adozione del DPGR n. 18/2010 – che approvava le nuove reti assistenziali della sanità calabrese ed il correlato DPGR 106/2011 con il quale fu disposta la dismissione di ben 18 presidi ospedalieri, tra cui l’ospedale Scillesi d’America, che doveva avvenire entro il 30 marzo 2012.

Contestualmente si stabiliva che entro il 30 giugno 2012 doveva essere completata la verifica della possibilità di trasformare il vecchio ospedale in Centro di assistenza primaria territoriale (Capt). 

Il successivo 20 dicembre 2012 con il DPGR n. 195 si prendeva atto di una delibera dell’ASP di Reggio Calabria che approvava lo studio di fattibilità della riconversione funzionale dell’ormai ex ospedale in “Casa della Salute”. I fondi necessari per la riconversione venivano individuati all’interno della programmazione regionale comunitaria 2007/2013 che dava spazio al PISR “Rete Regionale Case della salute”. 

Fu necessario attendere fino al mese di febbraio 2016 per poter sottoscrivere apposita Convenzione tra la Regione Calabria e l’Asp di Reggio Calabria regolante il finanziamento delle Case della Salute calabresi, tra cui quella di Scilla. 

L’art. 7 della citata Convenzione prevedeva una realizzazione per fasi successive di cui la prima, riguardante la progettazione preliminare, doveva comprendere anche le indagini e verifiche sismiche necessarie e la valutazione dei relativi costi di adeguamento ove si fossero resi necessari. 

La fase seguente riguardante la progettazione definitiva, esecutiva e realizzativa, poteva essere avviata solo a condizione che gli eventuali costi di adeguamento sismico non risultassero superiori al 15% dell’importo complessivo dei lavori di riconversione. 

Il contributo reso disponibile dalla Regione risultava fissato in € 8.270.000 con una scadenza per il completamento dei lavori fino al collaudo che la Convenzione fissava al 31 dicembre 2018. 

Alla luce di questa lunga premessa e dei fatti recenti che hanno determinato la chiusura improvvisa, ma non inaspettata, di ogni attività all’interno dei corpi di fabbrica di più recente costruzione dell’ex ospedale di Scilla è fondamentale che l’Azienda Sanitaria , visti i tempi biblici trascorsi (oltre 12 anni!!!), fornisca alla comunità di Scilla ed al suo circondario precise notizie in merito: Quali siano le vere ragioni che hanno impedito di concludere le verifiche di vulnerabilità sismica entro i termini fissati dalla Convenzione del 2016, ricordiamo che per la Casa della Salute di Siderno le verifiche sismiche sono state eseguite da molto tempo; Tenuto conto degli aumenti di costo certi, collegati ai ritardi nell’utilizzazione del finanziamento disponibile, quale maggior importo si rende necessario per effettuare i lavori previsti dallo studio di fattibilità del 2012 o di quello eventualmente aggiornato?

Se la percentuale del 15% che blocca la possibilità di procedere all’adeguamento sismico anziché alla demolizione sia stata correlata all’originario finanziamento o a quello certamente maggiore che si renderà necessario; Quali procedure accelerate verranno adottate nel caso che le valutazioni tecnico-economico effettuate determineranno la scelta di demolizione e ricostruzione delle parti inadeguate del nosocomio? 

Queste risposte sono un atto dovuto come risarcimento ai lunghi silenzi e alla perdita del diritto, in questi anni, da parte dei cittadini di non aver usufruito di una vera Casa della Salute. Abbiamo fiducia nella Commissaria dottoressa Di Furia da cui attendiamo precise risposte.. 

Riteniamo che gli interventi di adeguamento e miglioramento sismico programmati con il Dca n. 9/2022, a valere sulle risorse del Pnrr, riguardino poche strutture, visto il risultato della Casa della Salute di Scilla: solo 6, di cui 4 DEA di 2° Livello, 1 Dea di 1° livello e 1 Ospedale di Base. 

Troppo poco per stare tranquilli. In gioco, a noi sembra, non sia solo la sicurezza delle strutture sanitarie, ma, soprattutto dei pazienti. In grave sofferenza, ormai da molti anni, è il concetto stesso di tutela della salute sancito da una norma di grande civiltà quale la 833/78 e da intendersi come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.

Le governance aziendali, ordinarie e/o commissariali che siano, hanno puntato a garantire l’equilibrio finanziario delle aziende che non a rispondere delle prestazioni sanitarie negate ai cittadini calabresi. 

È tempo che anche ai calabresi siano garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza. (rc e fc)

SCILLA – S’inaugura la mostra “Mirabilia”

Oggi, al Castello Ruffo di Scilla, s’inaugura la mostra Mirabilia, patrocinata dal Comune di Scilla e organizzata dallo Studio 2a, fondato da Anna ArbitrioAntonio Labozzetta.

L’esposizione, che porta il nome di Mirabilia, ovvero cose meravigliose, è composta dalle opere di Cilione Chiara, Curcio Davide, Falcomatà Maria Chiara, Granata Giorgio, La Rosa Rosanna, Bruno Salvatore Latella, Leonardi Sara Maria, Marelli Laura Mariana, Marrapodi Silvana, Meli Giusy, Nava Olga, Panetta Angela, Pellicanò Davide, Pirrottina Mariana, Rampino Agostino, Romano Nino, Romeo Valentina, Rotundo Giada, Sacchetti Aldo, Sposato Giovanna, Toma Giulia, Trevisan Cristina, Zambelletti Pina.

«Le opere degli artisti e dei creativi – si legge in una nota – sorprenderanno e meraviglieranno, per dare vita a un’esposizione che stupisca tutti i fruitori, al limite della realtà, del reale, sovrumana, e al confine col possibile. La mostra sarà visitabile gratuitamente da venerdì 2 settembre a domenica 4 settembre, dalle ore 9:00 alle ore 20:00, vernissage alle ore 18:00». (rrc)

 

SCILLA (RC) – Al Castello Ruffo la mostra d’arte contemporanea “Mirabilia”

Il 2 settembre, al Castello Ruffo di Scilla, alle 17.30, s’inaugura la mostra contemporanea Mirabilia organizzata dal collettivo “Studio 2a” e curata da Anna Arbitrio e Antonia Labozzetta e visitabile fino a domenica 4 settembre.

Il nome e tema di questo evento sarà Mirabilia, ovvero “cose meravigliose”. Termine che deriva dal latino mirabilis derivato di mirari, cioè sorprendersi, meravigliarsi. Le opere degli artisti e dei creativi  sorprenderanno e meraviglieranno, per dare vita a un’esposizione che stupisca tutti i fruitori, al limite della realtà, del reale, sovrumana, e al confine col possibile. (rrc)

 

SCILLA (RC) – In scena “Didone”

Domani sera, a Piazza San Rocco a Scilla, in scena lo spettacolo teatrale Didone di Roberto Lerici e la regia di Carlo Emilio Lerici.

Lo spettacolo, liberamente tratto dall’Eneide di Virgilio, rientra nell’ambito degli eventi organizzati in occasione dei 50 anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace ed è una produzione del Teatro Belli di Antonio Salines.

In scena Francesca BiancoEleonora Tosto. Alla chitarra Matteo Bottini(rrc)

 

Su Scilla interviene il Presidente dei Geologi

Giulio Iovine, presidente dell’Ordine dei geologi della Calabria, ha espresso il proprio parere sul maltempo che ha flagellato Scilla nei giorni scorsi.

Almeno 5 eventi analoghi– dice Iovine – si sono ripetuti negli ultimi dieci anni, nella stessa area. Nelle ultime 2 settimane, nella zona di Scilla si erano già registrati un paio di eventi di pioggia: il primo, più rilevante, tra 31.07 e 01.08 (cumulando meno di 20 mm in 2 giorni); il secondo tra 07.08 e 10.08 (2.6 mm in 4 giorni). L’evento del 12-08 si è sviluppato tra le 6 e le 9 del mattino, facendo registrare ai pluviometri tra 40 e oltre 80 mm di pioggia (dati CF-ArpaCal, in corso di validazione): si tratta di quantitativi sicuramente rilevanti, in appena 3 ore. Ma niente di epocale, soprattutto per quella zona.  

Tali precipitazioni temporalesche si sono verificate in un’area, come la Costa Viola, orograficamente accidentata e incisa da corsi d’acqua a carattere torrentizio, i cui bacini idrografici sono generalmente di modesta estensione e caratterizzati da pendenze mediamente elevate. Nell’area, le zone urbanizzate, come pure le principali infrastrutture di trasporto, sono ubicate lungo la costa, alla base dei ripidi versanti, dove sfociano i torrenti. Un osservatore attento non potrà non accorgersi che, spesso, le zone che un tempo erano di pertinenza dei corsi d’acqua sono oggi occupate da aree edificate e strade, e gli impluvi sono a volte scomparsi – “tombati”, cioè costretti a scorrere in tubazioni sotterrate, spesso prive di manutenzione e di dimensioni inadeguate alle portate dei temporali più intensi. In alcuni casi, la memoria del percorso degli antichi corsi d’acqua è ancora conservata nella popolazione, o nella toponomastica. Il territorio, invece, se lo ricorda bene, e se ne riappropria in occasione dei temporali più violenti – come è appunto accaduto a Scilla. 

Gli eventi di pioggia estremi appaiono sempre più frequenti, probabilmente in conseguenza di cambiamenti climatici che il genere umano sta contribuendo ad amplificare con emissioni sconsiderate di gas serra. Questi temporali si abbattono su un territorio generalmente trascurato (alcune aree interne sono state abbandonate negli ultimi decenni), e sfregiato dagli incendi (praticamente tutti appiccati dai sapiens). Estese porzioni di territorio sono state trasformate, e rese meno permeabili: a parità di pioggia, oggi una maggiore quantità tende a ruscellare in superficie invece di infiltrarsi nel sottosuolo. In un simile contesto, quando le acque piovane giungono a terra con estrema violenza, tendono a innescare processi erosivi lungo i versanti, e scorrono verso valle sempre più impetuose, trascinando con sé detriti e oggetti vari. Talvolta, lungo il percorso, i flussi incontrano ostacoli o rallentamenti temporanei (es. accumuli di detrito, rifiuti), che poi collassano. In condizioni particolari, le aliquote di acqua che riescono a infiltrarsi nel terreno innescano anche frane “superficiali”, che possono fluidificarsi e propagarsi a grandi distanze dai siti di origine. Nel complesso, questi eventi temporaleschi originano “flussi iperconcentrati” (ricchi in frazione solida) e frane da “colata detritica”, capaci di spostarsi molto rapidamente (fino a decine di metri al secondo). L’impatto di tali flussi – in zone spesso distanti da quelle in cui si sono originati – è devastante, e produce gran parte dei danni e delle vittime che si registrano in occasione di questi eventi.

Duole constatare che a Scilla, il 12 agosto 2022, è accaduto ciò che, da tempo, sappiamo bene che può succedere in simili zone. Grazie all’avanzamento delle conoscenze multidisciplinari, in settori come la geologia applicata, la geomorfologia, l’idrogeologia/idrologia e l’idraulica, è noto infatti con buona precisione “dove” possono accadere questi tipi di eventi, e siamo in grado di stimare anche “quando” possono accadere (o meglio, con che probabilità si possono verificare). Combinando approcci di modellistica ad adeguati strumenti di monitoraggio (anche in remoto, es. satelliti e RADAR meteo), sappiamo perfino riconoscere l’approssimarsi di condizioni meteo critiche, individuare le celle convettive fin dal loro originarsi (es. a mare), studiarne il percorso, e prevedere dove potranno colpire nel giro di poche ore. Esempi di studi di questo tipo sono ben noti nella letteratura scientifica, e andrebbero semplicemente “utilizzati” per la mitigazione del rischio geo-idrologico (in tal senso, un esempio virtuoso è rappresentato dal Progetto RAMSES, finanziato da RFI SpA con la partecipazione di CNR-IRPI e Centro Funzionale ARPACAL). 

Ovviamente, ciò presuppone il rispetto degli strumenti di pianificazione, elaborati ai sensi della L.183/89 e norme collegate. Ma questi strumenti necessitano di aggiornamenti e approfondimenti, e con l’accentramento delle Autorità di Bacino in Autorità Distrettuali le difficoltà per i professionisti calabresi sono aumentate. Questo Ordine ha istituito uno specifico Gruppo di Lavoro su tali problematiche, e ha già segnalato tali esigenze di razionalizzazione, offrendo disponibilità di collaborazione e supporto tecnico. Auspichiamo che i problemi analiticamente segnalati vengano rapidamente risolti. 

Ma limitarsi a parlare, oggi, di prevenzione e di mitigazione del rischio geo-idrologico suona inappropriato. Sono necessari diffusi interventi di protezione, a partire dalle zone maggiormente esposte, col rischio di produrre ulteriori scempi ambientali (per la gioia di chi fa affari con la cementificazione). Ma serve anche un deciso cambio di rotta, una presa di coscienza generale da parte della popolazione, di chi fa informazione, e degli Amministratori e politici, locali e nazionali. Come in tante altre parti d’Italia, la meraviglia e lo sconforto dureranno solo qualche ora (al più, qualche giorno, nei casi in cui si contano vittime). Poi ci dimenticheremo di tutto, anche perché così conviene a molti, e saremo punto e a capo, pronti per il prossimo disastro. Negli ultimi anni, abbiamo anche trovato un comodo “capro” cui addossare tutte le colpe: il cambiamento climatico. Vero è che gli eventi estremi si stanno verificando con maggior frequenza, ma non possiamo certo limitarci a subire passivamente. E invece, continuiamo imperterriti a utilizzare malamente il territorio, insofferenti verso vincoli e prescrizioni. E qualcuno pensa, perfino, di eliminare i fastidiosi adempimenti in materia urbanistica. (rrc)

SCILLA (RC) – Grande successo per lo Scilla Jazz Festival

Si è chiusa con successo la sesta edizione dello Scilla Jazz Festival, con la direzione artistica di Francesco Barillà.

A concludere la rassegna, due straordinari momenti musicali che si sono avvicendati sul palco la sera dell’11 agosto e hanno conquistato un pubblico che non ha lasciato Piazza San Rocco, gremita fino al termine delle esibizioni ben oltre la mezzanotte.

«Siamo giunti anche quest’anno alla conclusione del nostro viaggio musicale e artistico – ha detto Barillà – grazie al sostegno dell’Amministrazione comunale di Scilla nella veste del sindaco Ciccone e dell’assessora Gattuso. Grazie a loro oggi lo Scilla Jazz Festival è diventato una realtà continuativa della città e un punto di riferimento culturale.  Speriamo di continuare a lavorare negli anni a venire per portare i più importanti nomi del mondo del jazz qui da noi, ma l’aspirazione dello SJF è anche quella di fungere da volano di sviluppo per il territorio e da riflettore per le tante eccellenze che provengono da questi luoghi».

«Proprio per questo – ha concluso – stasera abbiamo scelto di portare sul palco Nicola Sergio, partito da Galatro dopo aver studiato a Reggio e oggi artista di fama internazionale.  Ma spazio alla Calabria anche nel concerto di apertura con il giovane talento del trio Correale, Freno, Morabito e il loro promettente progetto che stasera avrà il generoso pubblico dello SJF da conquistare».

L’ultimo appuntamento con lo SJF entra nel vivo con la presentazione in anteprima del nuovo album di Nicola Sergio, dal titolo “Flamants Roses”, i cui brani sono stati ascoltati per primi proprio dagli spettatori della rassegna scillese. Un album costruito intorno a una metafora: l’immagine dei fenicotteri rosa in cui l’artista identifica tutti coloro che si battono per i propri sogni.

Il pianoforte di Nicola Sergio e il flauto del coreano Ujin Ko ammaliano gli spettatori trasportandoli in un viaggio che procede dalla Costa degli dèi sino all’antica Rhegion e raccontato magistralmente da Sergio, il quale ha introdotto i brani di volta in volta con affascinanti descrizioni: «Nella Grecia Antica la musica era qualcosa di diverso rispetto ad oggi – spiega il musicista – perché non aveva lo stesso modo di fruizione ed era legata al teatro o alla poesia. Questa sera proporremo dei brani che mi sono stati commissionati dall’associazione reggina Archigramma. Tempo fa sono stati scoperti dei papiri greci risalenti al V secolo a.C. che con grande perizia sono stati decodificati dall’università di Oxford e l’associazione di Reggio, innamorata della propria terra, mi ha chiesto di riarrangiarne i brani. Mi sono ritrovato a ricostruire la musica da piccoli frammenti e sono nati pezzi come “Nemesys”, “Invocation to a muse” e “Tarantella dell’Antica Grecia” che ascolterete stasera».

I due musicisti hanno eseguito, poi, pezzi provenienti dallo straordinario humus culturale reggino come “Pur dolente son io” del grande compositore Francesco Cilea, passando a una sofisticata reinterpretazione di “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini e arrivando al brano “Scilla”, scritto da Sergio e a cui sono legate una serie di fortunate coincidenze raccontate dall’artista e capaci di generare un vortice di emozioni che dal palco ha coinvolto tutti i presenti.

A sorpresa, poi, sul palco sale per salutare il pubblico dello SJF la grande concertista francese Dona Sévène, un’inattesa presenza che ha portato un’altra grande suggestione in musica.

Durante la serata, spazio anche per i giovani talenti del nostro territorio grazie al concerto di apertura affidato al trio di Roberto Correale, Antonio Freno e Marco Morabito che dopo aver completato gli studi ora stanno muovendo i loro primi passi sulla scena musicale con il progetto “A Simple Day”, un album che vuole descrivere un processo di crescita, in cui si scopre qualcosa di nuovo e l’alternarsi di momenti di tensione e distensione.

Una conclusione in grande stile per una manifestazione che si è ancora una volta distinta per aver osato e proposto valore nel panorama artistico-culturale della regione.

Una riuscita commistione tra arte e musica alla quale il pubblico ha risposto con una partecipazione sentita ed entusiasta, sancendo una continuità con il passato del festival e stabilendo una fiduciosa curiosità per la prossima edizione che non sarà disattesa.
Appuntamento al prossimo anno, quindi, con la VI edizione dello “Scilla Jazz Festival”. (rrc)

SCILLA (RC) – Allo Scilla Jazz si ripercorre la storia dei Bronzi con Daniele Castrizio

È stato un viaggio nella storia dei Bronzi di Riace – di cui il 16 agosto ricorrono i 50 anni dal ritrovamento – quello fatto dal prof. Daniele Castrizio, nel corso della prima serata dello Scilla Jazz Festival, organizzato dall’Amministrazione comunale.

Il professor Castrizio, docente di numismatica presso l’Università di Messina, da decenni si dedica allo studio dei Bronzi di Riace e su di essi ha elaborato una teoria in merito alla loro creazione e alla loro identità. Ha all’attivo la pubblicazione di numerose opere, sia nel campo della Numismatica che approfondimenti sui Bronzi.

L’ultimo volume che ha curato I Bronzi di Riace. Studi e ricerche, edito da Laruffa Editore, vede inoltre la partecipazione dei più importanti studiosi in materia a livello internazionale e proprio, ieri commenta ironicamente l’autore, è stato consegnato a Richard Gere dalla vicepresidente della Regione Calabria.

Il racconto di Castrizio ha seguito lo spirito del luogo e non poteva mancare la narrazione dei miti di Scilla, strettamente legati a quelli di Reggio e alla nascita della parola Italia che appartiene proprio a questi lidi. Poi, entrando nel vivo dell’argomento e approfittando della complicità del pubblico attento, Castrizio ha portato sul palco la grande storia dei Bronzi di Riace attraverso risvolti nuovi e studi ancora inediti su questi capolavori di arte severa che oggi concorrono a diventare Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Tra i più affascinanti recenti aggiornamenti gli studi effettuati su colori e materiali dei Bronzi di Riace che si soffermano sulla barba del Bronzo A, i cui riccioli lavorati singolarmente presentano quantità di stagno ogni volta differenti che consentirono all’artista di ottenere molteplici sfumature che andavano dal biondo al rosso.

Il docente ha poi passato in rassegna le più fantasiose teorie che negli ultimi tempi hanno avuto un immeritato risalto come quella che propone i Bronzi come guerrieri della Tracia imbraccianti la pelta (uno scudo troppo leggero per giustificare lo sforzo muscolare dei due eroi); e con sempre carismatica ironia ha avvicinato il pubblico anche ai particolari più tecnici come la realizzazione delle costole della statua B modellate su “salsicciotti di argilla” in un procedimento del tutto innovativo. (rrc)

SCILLA (RC) – Il concerto di Ada Montellanico

Domani sera, a Scilla, alle 21, a Piazza San Rocco, il concerto Jazz, round and round di Ada MontellanicoAndrea Molinari.

Lo spettacolo è il secondo appuntamento dello Scilla Jazz Festival.

Ada Montellanico è una delle più originali autrici e cantanti della scena del jazz italiano. A lei si attribuisce l’apertura di una nuova strada nell’ambito vocale del jazz nazionale di cui il cuore è proprio la fusione tra questo genere musicale e la lingua italiana.
Artista poliedrica ha portato la sua voce a Cuba e trasformato in musica “La tempesta” di Shakespeare, esplorato l’immagine femminile attraverso il suono e ripercorso la storia musicale di Billie Holiday, ma soprattutto ha ricercato repertori inusuali e originali a cui infondere la sua voce ambrata e carismatica.

Il nuovo progetto di Ada Montellanico nasce dall’incontro con il “suono” a lei caro, già utilizzato con successo in altre incisioni discografiche. Il duo Voce e Chitarra, infatti, ha una lunga tradizione e permette una sperimentazione così ampia che questa formazione può essere considerata una tra le più cangianti e versatili nell’ambito musicale.

Andrea Molinari, giovane musicista ormai appartenente alla schiera delle nuove star nazionali, vanta già importanti collaborazioni oltre ad essere alla guida di una propria formazione.

La chitarra, usata nella più ampia e imprevedibile gamma sonora dà modo ai due musicisti di creare un percorso particolare, che spazia da composizioni originali a brani di Lee Konitz, Carole King, Simon & Garfunkel, Lennon-McCartney e altri della grande tradizione jazzistica.

La voce inconfondibile di Montellanico si fonde così alla poliedricità strumentale e alla

cantabilità di Molinari per dar vita ad appassionate storie musicali. (rrc)

SCILLA (RC) – Si presenta il libro “I Bronzi di Riace” di Daniele Castrizio

Domani sera, a Scilla, a Piazza San Rocco, alle 21.30, è in programma l’incontro e reading con Daniele Castrizio, autore del libro I Bronzi di RiaceStudi e ricerche.

L’evento è il primo appuntamento dello Scilla Jazz Festival, giunto alla sesta edizione, che ha deciso di aprire la kermesse celebrando il 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace.

Il professor Castrizio, docente di numismatica presso l’Università di Messina, da decenni si dedica allo studio dei Bronzi di Riace e su di essi ha elaborato una teoria in merito alla loro creazione e alla loro identità. Ha all’attivo la pubblicazione di numerose opere, sia nel campo della Numismatica che approfondimenti sui Bronzi. L’ultimo volume che ha curato I Bronzi di Riace. Studi e ricerche, edito da Laruffa Editore, vede inoltre la partecipazione dei più importanti studiosi in materia a livello internazionale.

Castrizio proporrà una narrazione dei Bronzi, della loro storia, raccontata in maniera coinvolgente, cercando la complicità del pubblico attraverso la sua trascinante capacità divulgativa. Una prospettiva diversa con cui esplorare questi capolavori, attraverso risvolti nuovi e studi ancora inediti, che oggi concorrono a diventare Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Nella sua breve ma peculiare tradizione lo SJF si è distinto per l’aspirazione ad esaltare la musica attraverso il connubio con altre forme d’arte e di cultura, così quest’anno la rassegna sarà accompagnata dal reading e dall’incontro con l’autore del volume, ma anche dalla mostra d’arte contemporanea internazionale a cura del museo Miit ed Italia Arte, visitabile presso le sale del castello dal 10 al 20 del mese.

Alle 22.30, il concerto Jazz dello Spiritual Trio, con Fabrizio Bosso (tromba), Alberto Marsico (organo) e Alessandro Minetto (batteria). (rrc)

SCILLA (CRC) – Al Castello Ruffo la mostra “Sciumare”

S’inaugura domani, al Castello Ruffo di Scilla, alle 18.30, la mostra personale Sciumare dell’artista reggino Nino Mangano e presentata dall’Associazione Culturale Anassilaos con il patrocinio del Comune di Scilla.

L’inaugurazione avverrà alla presenza di Maria Teresa Prestigiacomo, giornalista, critico d’arte e presidente dell’Accademia Euromediterranea delle Arti. Previsto l’intervento dell’editore Eduardo Lamberti Castronuovo oltre ai saluti del sindaco di Scilla, Pasquale Ciccone e di Stefano Iorfida, presidente dell’associazione Anassilaos.

L’artista si presenta con opere che non potevano essere scorporate, divise. Mangano non poteva sottrarsi al fascino del mare e delle sue coste (definite la Florida del Sud d’Italia) e non poteva esimersi dal cantare il fascino, altrettanto intrigante delle sue Fiumare, delle vere e proprie sculture d’acqua.

«Mangano – ha spiegato Maria Teresa Prestigiacomo – richiama la letteratura italiana, in particolare Corrado Alvaro che scrive ‘non è bella la vita dei pastori in Aspromonte d’inverno, quando i torbidi torrenti corrono al mare e la terra sembra navigare sulle acque’ e si ispira anche a quella di Ungaretti della poesia ‘Fiumi’. L’artista richiama anche l’antropologia culturale e i proverbi legati alla fiumara. Ne consegue che una pittura solo apparentemente e fortemente decorativa e tecnicamente studiata per trasferire bellezza, contenga in sé riferimenti filosofici profondi. Ad esempio riferimenti al proverbio ‘la petra chi non faci lippu si la leva la chiùmara’, cioè chi non si ancora alla realtà, rischia, vivendo di illusioni, di essere travolto da storie rovinose. Le fiumare, le Sciumare, sono legate alla memoria storia dell’infanzia e dell’adolescenza di Nino Mangano. I simboli di una terra magica, dal fascino protoromantico nelle sue fiumare, si trasformano in splendide opere, totem orizzontali che ammaliano».

«Mangano ne coglie gli istanti di bellezza – ha concluso – anche nel torbido. In molte di queste opere, l’artista esalta le brillanticromìe variegate, viranti tra i verdi e gli azzurri, o l’indaco, esaltando la corrispondenza biunivoca del cielo e del fiume e condividendone il sentimento del tempo che tutto trascina». (rrc)