L’APPELLO / Gaetano Nucera e Immacolata Cassalia: Intervenire per rivedere l’organizzazione delle strutture psichiatriche

di GAETANO NUCERA E IMMACOLATA CASSALIA – In qualità di Presidente dell’Associazione “Insieme Per la Disabilità” e  di Presidente della Cooperativa “Libero Nocera”,  gestore di residenze psichiatriche, con la presente vogliamo portare a sua conoscenza, presidente Roberto Occhiuto, alcune serie preoccupazioni relative a queste residenze della Regione Calabria, a causa dell’impossibilita di raggiungere gli obiettivi socio riabilitativi e di integrazione sociale degli utenti, tenuto conto dell’attuale organico previsto dal Dca 81 del 2016.

Sebbene i principi della riabilitazione psicosociale e di integrazione siano bene espressi nel Dca, di fatto l’attuale organizzazione tradisce tali principi con un impatto negativo sulla qualità del servizio.  

Infatti, la drastica riduzione degli educatori professionali da 6 a 2, insieme a un numero insufficiente di ore per lo psicologo, l’assistente sociale e l’istruttore, di fatto impediscono di implementare percorsi terapeutici e riabilitativi strutturati e personalizzati. Ciò che abbiamo sperimentato sul campo è che senza un team adeguato, i programmi di integrazione sociale rimangono solo formali e non applicabili nella realtà quotidiana della struttura. Inoltre, l’attuale programma organizzativo prevede cinque Oss, un numero del tutto insufficiente per garantire la copertura del servizio nelle 24 ore, soprattutto considerando eventuali assenze per ferie, malattie, o permessi durante l’anno. In queste condizioni diventa estremamente difficile mantenere un’assistenza continua e qualificata, mettendo a rischio il benessere e la sicurezza degli utenti. Un aumento degli Oss da cinque a sei sarebbe il minimo necessario per poter gestire turni e garantire una presenza costante, senza interruzioni. 

Questo tipo di organizzazione rischia di trasformare le residenze psichiatriche in luoghi di mera assistenza, piuttosto che spazi di inclusione e recupero, facendo riemergere pericolosamente le vecchie logiche manicomiali.

Un elemento particolarmente critico è la previsione di sole 4 ore settimanali per la figura del direttore sanitario in assenza della figura del Coordinatore di struttura. Sebbene il Direttore Sanitario sia essenziale per il buon funzionamento della struttura, è evidente che un impegno così ridotto non può garantire il monitoraggio e la supervisione costanti necessari per la realizzazione di un programma complesso di cura e riabilitazione. Per questo motivo, diventa vitale prevedere la figura di un Coordinatore a tempo pieno.

Il Coordinatore non solo deve occuparsi dell’organizzazione quotidiana delle attività, ma deve essere il punto di riferimento costante per l’attuazione del programma della struttura, garantendo il coordinamento tra tutte le figure professionali coinvolte.

Nonostante le numerose richieste di incontro formale inviate tramite Pec per affrontare queste problematiche, non abbiamo mai ricevuto risposta. Questa mancanza di dialogo ci preoccupa, poiché un confronto costruttivo è indispensabile per trovare soluzioni adeguate e condivise.

Le nostre richieste specifiche sono: aumentare il numero di Educatori Professionali da 2 a 4, per garantire una copertura adeguata e interventi riabilitativi efficaci; aumentare il numero di Oss da cinque a sei, per consentire la presenza nelle 24 ore e migliorare la qualità dell’assistenza; estendere le ore settimanali dello Psicologo da 8 a 20 (1 ora per ogni utente), per assicurare un sostegno psicologico adeguato; incrementare le ore settimanali dell’Assistente Sociale da 8 a 12, per promuovere l’integrazione sociale dei pazienti; portare l’Istruttore a tempo pieno, rispetto alle attuali 8 ore settimanali, per garantire le attività laboratoriali e terapeutiche; inserire la figura del Coordinatore a tempo pieno, essenziale per assicurare la continuità e il coordinamento del programma riabilitativo, data anche la limitata presenza del direttore sanitario.

Chiediamo al Commissario Occhiuto un intervento urgente per rivedere l’organizzazione delle strutture psichiatriche, e invitiamo a un confronto immediato per garantire che l’assistenza sia realmente orientata alla riabilitazione e all’integrazione sociale, come previsto dalla legge 1801978 e come merita ogni paziente. (gn e ic)

[Gaetano Nucera e Immacolata Cassalia sono rispettivamente presidente della Cooperativa sociale “libero Nocera” e presidente Associazione Famiglie “Insieme per la disabilità”]

Il consigliere di Reggio Latella: Un Consiglio comunale per problematiche delle strutture psichiatriche

Convocare un Consiglio comunale «per discutere le problematiche sanitarie, auspicando che il Presidente della Regione, che funge anche da Commissario, possa non solo mantenere, ma anche aprire nuovi punti sanitari, in particolare quelli territoriali». È la proposta avanza da Giovanni Latella, presidente sella Quinta commissione Politiche sociali e della salute, sanità del Comune di Reggio Calabria, nel corso della discussione in cui si è parlato delle problematiche relative alle strutture psichiatriche territoriali.

Per Latella, infatti, «serve rilanciare la sanità in Calabria, in questo settore fondamentale per la salute dei cittadini non si può risparmiare. È necessario un risanamento dei conti, ma senza compromettere i servizi essenziali». Mettendo in evidenza le problematiche legate al trasferimento dei pazienti fuori regione, un ulteriore onere per le famiglie e per il sistema sanitario, Latella ha espresso la sua vicinanza a tutti gli operatori e alle strutture che si occupano della salute mentale, sottolineando quanto sia «necessario garantire un servizio adeguato a chi ha difficoltà e patologie importanti. Serve un impegno collettivo per migliorare la situazione sanitaria in Calabria e garantire il diritto alla salute per tutti».

Pietro Spanò della Cooperativa Città del sole, ha raccontato la toccante esperienza di vita che, fino dagli anni Ottanta, lo ha visto al servizio del malati di psichiatria, ha espresso la speranza che «il Consiglio Comunale possa intervenire per affrontare le problematiche attuali e garantire un futuro migliore alle persone affette da disturbi mentali e alle loro famiglie. Il lavoro svolto finora è solo l’inizio di un percorso che richiede impegno e dedizione».

La sua testimonianza ha messo in luce non solo le sfide che affrontano i pazienti psichiatrici, ma anche l’importanza di un approccio umano e compassionevole nella cura della salute mentale, con l’invito a non dimenticare mai l’umanità di queste persone e a lavorare insieme per un cambiamento positivo.

Giuseppe Marra, per l’Usb Reggio Calabria, ha, invece, esposto la situazione delle strutture psichiatriche nella provincia di Reggio Calabria, evidenziando vari aspetti critici. «La chiusura del manicomio – ha chiarito preliminarmente – ha portato alla creazione di strutture che operano con una gestione mista, con l’Asp (Azienda Sanitaria Provinciale) che si occupa della parte sanitaria e le cooperative che gestiscono l’assistenza. Una situazione che ha creato confusione e ha reso le strutture illegali dal 2015».

Marra ha sottolineato che dal 2015 non ci sono stati nuovi ricoveri, costringendo i pazienti a essere trasferiti fuori regione con costi elevati per il sistema sanitario. La situazione economica delle strutture è diventata insostenibile a causa delle spese fisse e della diminuzione dei pazienti, portando a manifestazioni di protesta per richiamare l’attenzione su queste problematiche.
Il sindacalista ha evidenziato che nel 2012 è stato stipulato un “contratto ponte” tra l’Asp reggina e strutture psichiatriche con l’intento di regolarizzare la situazione delle strutture che, dopo la chiusura dei manicomi, erano diventate illegali. Questo contratto, inizialmente previsto per pochi mesi, è ancora attivo e continua a regolare le operazioni delle strutture.
«Alcune strutture, nate dopo la chiusura del manicomio, sono rimaste escluse dagli accreditamenti – ha detto Marra –. Queste strutture hanno fatto ricorso al Tar che, nel luglio scorso, ha dato loro ragione, affermando che gli atti indicavano chiaramente che queste strutture dovevano essere accreditate, poiché avevano fornito un servizio fondamentale per il territorio per oltre trent’anni. La sentenza del Tar ha annullato i progressi fatti per cercare di applicare le normative e sbloccare i ricoveri, riportando la situazione indietro nel tempo».
Marra ha espresso preoccupazione per il fatto che le cooperative sono a rischio di fallimento e non si sa quando si arriverà a una soluzione per sbloccare i ricoveri. Ha concluso il suo intervento chiedendo un intervento urgente da parte delle autorità competenti per riorganizzare i posti letto e riprendere gli accordi precedentemente stipulati, sottolineando che la situazione attuale è insostenibile e inaccettabile per le famiglie e i pazienti.
Il consigliere Giuseppe Marino, nel suo intervento, «Dobbiamo fare tesoro delle esperienze passate e rivendicare con forza all’Asp e alla Regione una soluzione per le problematiche attuali – ha affermato, evidenziando che – nonostante gli sforzi, le soluzioni proposte non sono state accolte e la situazione rimane critica. Serve alzare la voce su un piano istituzionale e politico, e preparare un atto per il Consiglio Comunale, in modo da discutere approfonditamente la questione della sanità e sostenere le richieste delle strutture psichiatriche».
Il consigliere Filippo Burrone ha chiarito che «il trasferimento dei pazienti fuori regione non solo comporta un onere economico, ma ha anche un impatto emotivo significativo, poiché le famiglie sono costrette a viaggiare per visitare i propri cari». B
urrone ha chiesto di avere accesso ai documenti e alle sentenze pertinenti, in particolare quelle relative agli accordi e alle decisioni del Tar, per poter meglio comprendere la situazione attuale e prepararsi a discutere in modo informato durante le future riunioni. Ha sottolineato che è fondamentale garantire un’assistenza adeguata e dignitosa per i pazienti psichiatrici, e ha invitato a considerare le esperienze passate per migliorare il sistema attuale.
Infine, il consigliere Giuseppe Giordano ha fatto presente che «la situazione attuale è il risultato di un lungo periodo di indeterminatezza e di problematiche mai risolte, che hanno lasciato gli operatori e le famiglie in una condizione di difficoltà».
Giordano ha evidenziato come, a distanza di sedici anni, le problematiche legate alla salute mentale non siano state affrontate in modo adeguato, creando una situazione di “deportazione” della dignità del trattamento terapeutico e ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un intervento deciso da parte delle istituzioni, affermando che le questioni legate alla salute mentale non possono essere ricondotte a meri aspetti finanziari. Giordano ha insistito sul fatto che i diritti delle famiglie e dei pazienti devono essere garantiti e che l’assistenza deve essere considerata un diritto fondamentale. Da qui la proposta di convocare un Consiglio Comunale per discutere apertamente di queste problematiche e per coinvolgere tutti gli attori del sistema sanitario, in modo da trovare soluzioni concrete e tempestive. (rrc)

Spiragli per le strutture psichiatriche reggine: Sospesa l’occupazione all’Asp

«Ancora una volta i lavoratori delle strutture psichiatriche provano a dare fiducia agli impegni assunti dalla Regione Calabria». Lo hanno annunciato Usb Reggio Calabria e la Coolap a seguito dell’incontro in Cittadella regionale, con il sub Commissario alla Sanità Ernesto Esposito e la dirigente del settore accreditamenti Rosalba Barone per la Regione Calabria, la direttrice generale Lucia Di Furia e la direttrice amministrativa Maddalena Berardi per l’ASP 5, i rappresentanti delle cooperative e una delegazione di USB e Coolap. Presenti anche i politici reggini Tilde Minasi, Giovanni Muraca e Antonino Zimbalatti.

«È stata una lunga discussione – dice la nota congiunta – che ha permesso di mettere a fuoco le maggiori problematiche di un settore ormai al collasso, mettendo in un lungo elenco cronologico tutti i passaggi, gli errori, le mancanze che negli anni hanno prodotto un intrigo talmente contorto che non si può certo rimuovere con un colpo di spugna».

«Dal tavolo è venuto fuori l’ennesimo iter per l’accreditamento delle strutture esistenti dal ‘90 – viene spiegato – con il necessario ampliamento dell’insufficiente numero dei posti letto, anche attraverso una rimodulazione delle diverse tipologie di strutture, e il conseguente sblocco dei ricoveri. Inutile nascondere che avremmo voluto una risposta immediata sullo sblocco dei ricoveri, dramma sociale oltre che spada di Damocle sulla testa dei lavoratori, ma la garanzia della dott.ssa Di Furia, che si è caratterizzata come un’interlocutrice seria e puntuale nell’assolvere gli impegni presi, e la promessa del dott.Esposito di un avvio immediato di quanto concordato hanno portato a sospendere l’occupazione».

«Si chiudono, così – continua la nota – sei faticosissime giornate, per lavoratori che si sono dovuti barcamenare tra turni nelle strutture e turni nell’occupazione. Ma è stata un’azione necessaria a rendere chiara a tutte le istituzioni la drammaticità della situazione. Ringraziamo tutti quelli che ci hanno dato sostegno in questi giorni, dal Vescovo Fortunato Morrone, al sindaco Giuseppe Falcomatà, a tutti i politici del territorio e alle realtà associative che ci hanno sostenuto e che sollecitiamo a verificare con noi il percorso di questo iter, in modo che non si interrompa per l’ennesima volta. Naturalmente un grande ringraziamento anche ai familiari che hanno partecipato all’occupazione con noi».

«L’occupazione si sospende, quindi – conclude la nota – ma preannunciamo già da adesso nuove e più eclatanti azioni se quanto sottoscritto ieri si tramuterà in una ulteriore presa in giro per i lavoratori e, soprattutto, per i pazienti e i loro familiari». (rrc)

PROBLEMA STRUTTURE PSICHIATRICHE RC
LE ISTITUZIONI LO RENDANO UNA PRIORITÀ

di GIUSEPPE FOTI, VINCENZO BARBARO E FILIPPO LUCCISANO – Il 10 ottobre in tutto il mondo si terrà la giornata mondiale della salute mentale. Quale momento più favorevole per impegnarsi nella risoluzione di un problema come quello delle strutture psichiatriche reggine che perdura da oltre trent’anni? Proprio per questo la Coolap ha scritto una lettera aperta, con l’obiettivo di scuotere gli animi, assopiti da tempo, su un settore come il nostro.

Una lettera nata dall’esigenza di far comprendere che il tempo per le strutture psichiatriche reggine sta volgendo al termine e, con loro, il sacrificio e l’impegno più che trentennale di oltre 150 operatori.

Crediamo che sia superfluo ricordare che tale apocalittica tragedia comporterebbe conseguenze nefaste e irrimediabili per tanti pazienti, famigliari, operatori e per un territorio in piena crisi sociale ed economica.

Sebbene la salute mentale sia riconosciuta e tutelata dalla Costituzione e dall’organizzazione mondiale della sanità, ancora i servizi a lei dedicati soffrono dell’indifferenza e dello scarso pragmatismo di chi li dovrebbe tutelare e riconoscere.

Noi operatori del Coolap lottiamo da tempo e con ogni mezzo per scongiurare tale tragedia, ma l’indifferenza e il benaltrismo politico ci sconforta e ci rende consapevoli che il disagio mentale, che fa parte della complessità umana, non interessa a nessuno.

È necessario che tale considerazione sia da parte Vostra riconsiderata così da agire nel più breve tempo possibile.

Vi ricordiamo, a tal proposito, che da oltre otto anni i ricoveri sono bloccati e questo ha comportato il venir meno del diritto alla cura per tanti pazienti, che avrebbero come unica alternativa la strada.

Molti vengono, passateci il termine poco ortodosso, “deportati” in altre strutture fuori regione, rendendole più che mai traboccanti e assumendo sembianze manicomiali: tutto il contrario di quanto compiuto dall’Italia con la legge Basaglia, tesa proprio ad eliminare questo tipo di strutture. Abbiamo constatato con la pubblicazione della rete territoriale, che i numeri dei posti letto (170 circa) non sono assolutamente corrispondenti alla richiesta di un territorio vasto come quello di Reggio Calabria e provincia.

Il rapporto ISTISAN (istituto superiore di sanità) di giugno 2023 presenta un’analisi dettagliata della residenzialità psichiatrica in Italia, che vede la Calabria essere sotto il valore medio nazionale del 50%, sia per strutture psichiatriche attive (-93%), posti letto residenziali psichiatriche (-81,1%), presenze in strutture psichiatriche (-98,4%) e ammissioni in strutture residenziali psichiatriche (-98%).

Numeri, a parer nostro, che dovrebbero fare riflettere e che vedono la Calabria fanalino di coda nella cura e nel trattamento del disagio mentale.

Ovviamente, messi in condizione di farlo, noi operatori avremmo la possibilità di fare meglio e di più, ma purtroppo siamo costretti ad una lotta psicologica e quotidiana per mantenere la sopravvivenza e per non far mancare il nostro supporto ai nostri pazienti che, vi assicuriamo, vedono in noi un punto di riferimento e in alcuni casi una famiglia.

Quest’ultimo e fondamentale punto ci spinge verso la lotta dei diritti e ci sprona a non mollare fino allo stremo delle nostre forze e alla risoluzione dei problemi.

Il delicato lavoro terapeutico e riabilitativo che noi svolgiamo non è sostenuto ed è in balia d’inerzie amministrative che ne bloccano la crescita, questa è la realtà dei fatti. Partendo da queste consapevolezze, Vi chiediamo un confronto immediato e che dia delle reali soluzioni e non ulteriori perdite di tempo o di energie.

L’obbiettivo da raggiungere dev’essere comune e deve contrastare la rassegnazione e l’inoperosità che aleggia nella mente di chi ancora non comprende l’importanza di certi temi, che evidenziano quelle fragilità umane più devastanti nei giovani, portandoli a idee suicide di cui sono piene le cronache odierne.

La cura della salute mentale dev’essere “strumento maturo” e sufficientemente attendibile, ma al momento risulta ostaggio di criticità e di carenze di risorse economiche e strutturali di cui la politica, e non solo, si deve fare assolutamente carico, come facciamo noi da sempre e con spirito di sacrificio. (gf, vb e fl)

[Giuseppe Foti, Vincenzo Barbaro e Filippo Lucisano sono operatori della Coolap]

Strutture psichiatriche reggine, domani nuovo presidio degli operatori

Domani è previsto un presidio presso gli uffici dell’Asp di Reggio Calabria da parte di Usb RC e di Coolap – Coordinamento Lavoratori Psichiatria per denunciare «ancora una volta – si legge in una nota – a tutta la cittadinanza la vergogna rappresentata dal blocco dei ricoveri, che impedisce di fatto la cura nel nostro territorio per patologie la cui diffusione, secondo l’Oms, aumenta costantemente».

Un presidio che si terrà in occasione dell’incontro in programma con la direzione dell’Asp, per discutere, appunto, della situazione delle strutture psichiatriche reggine.

Quello dei blocchi dei ricoveri, infatti, è un problema ben noto che vige dal 2015.

«E così – continua la nota – mentre il governo parla di riforma del settore, di riorganizzazione del tavolo sulla psichiatria, di incremento di strutture e personale sanitario, la realtà che vivono pazienti, familiari e lavoratori nel territorio dell’Asp 5 di Reggio Calabria è sempre più precaria e incapace di delineare un minimo di prospettiva di futuro».

Obiettivo del presidio, quello di chiedere, con forza, «la salvaguardia degli operatori, che da anni – alcuni dalla chiusura del manicomio reggino – assistono i pazienti con dedizione e che, dovesse rimanere inalterato il percorso intrapreso dalla Regione Calabria, in diverse decine rischiano di perdere il proprio posto di lavoro».

«L’invito a partecipare – conclude la nota – è per gli operatori e i familiari dei pazienti, ma soprattutto chiediamo di partecipare anche ai singoli cittadini, perché questa non è una semplice vertenza lavorativa ma una battaglia sociale e di civiltà, e tragedie come quella della dott.ssa Barbara Capovani ce lo ricordano benissimo. Facciamo che questa morte, passato il momento, non venga dimenticata come i precedenti eventi drammatici». (rrc)

Strutture psichiatriche a Reggio, Legacoop Calabria chiede un tavolo di conciliazione

Legacoopsociali Calabria chiede l’attivazione di un tavolo di conciliazione, e di ogni atto necessario ad aprire un dialogo con i vertici dell’Asp di Reggio Calabria, per individuare una soluzione per gli oltre 100 lavoratori delle strutture residenziali psichiatriche a Reggio Calabria che rischiano di rimanere senza lavoro.

Richiesta fatta scrivendo al prefetto, Massimo Mariani: «Imbarazzante il silenzio della politica e delle istituzioni rispetto ad una situazione divenuta oramai esplosiva – si legge nella lettera –.  Lo stato di agitazione e la proclamazione di sciopero da parte dei lavoratori delle cooperative sociali che operano nelle strutture residenziali psichiatriche a gestione “mista”, insieme all’Azienda Sanitaria Provinciale n. 5 di Reggio Calabria, sembra non interessare nessuno. Eppure oramai da tantissimo tempo si continua a denunciare una situazione non più sostenibile che rischia di produrre effetti devastanti dal punto di vista sanitario, sociale ed economico in un territorio impoveritosi fortemente negli anni di servizi anche essenziali».

«Oltre cento lavoratori impegnati in tali strutture – si legge ancora – da più di trent’anni, rischiano di rimanere disoccupati. Forte è la preoccupazione dei familiari degli utenti ricoverati di ritrovarsi da soli, abbandonati al proprio destino ed a dover gestire in solitudine l’eventuale dimissioni dei propri congiunti per la chiusura di tali servizi». (rrc)

REGGIO – Strutture Psichiatrice, USB incontra il commissario Asp Di Furia

Un importante incontro si è svolto tra la delegazione della USB Reggio Calabria e il commissario straordinario dell’Asp di Reggio, Lucia Di Furia, per discutere dell’annosa questione delle strutture psichiatriche e del blocco dei ricoveri nella Provincia reggina.

«La dott.ssa Di Furia – si legge – che nei giorni scorsi ha incontrato su questo punto i presidenti delle diverse cooperative, ha dimostrato di avere competenza e sensibilità sulla questione e ha garantito il suo impegno per cercare di addivenire a un incontro con gli uffici regionali per verificare lo stato del processo di accreditamento».

USB, comunque, ha ricordato come «le cooperative che gestiscono le strutture in questione continuano ad operare dietro continue proroghe emergenziali, non essendo accreditate e rimanendo confinate in una sorta di limbo. Il percorso di accreditamento è stato formalmente avviato dalla Regione Calabria nell’ormai lontano 2012, senza che ad oggi vi sia stato alcun esito, né in positivo né in negativo».

«Il principale effetto di tutto ciò, di contro, è stato il blocco dei ricoveri per l’area della Città della Metropolitana reggina che dal 2015 impedisce ai malati psichiatrici di potersi curare nel proprio territorio, se non affrontando la malattia dentro le mura domestiche» conclude la nota, insistendo sulla necessità di trovare «una soluzione per ottenere al più presto lo sblocco dei ricoveri che, oltre ai danni a pazienti e familiari, grava sui bilanci della nostra sanità». (rrc)

Tilde Minasi: dopo l’Hospice ora si pensi alle strutture psichiatriche in Calabria

La consigliera regionale Tilde Minasi ha dichiarato che l’accreditamento dell’Hospice ‘Via delle Stelle’ «rappresenta un tassello fondamentale che cristallizza il nostro impegno a beneficio di una struttura da anni fiore all’occhiello del territorio reggino per tutte le attività che svolge con abnegazione e professionalità, nonostante i difficili periodi che ne hanno scandito la storia.  Un passaggio che testimonia un cambio di passo nel settore rispetto al passato: quindi non solo buona volontà e presa in carico della vicenda da parte del presidente Spirlì e del dirigente regionale Autorizzazioni e Accreditamenti, Cosimo Caridi, ma un vero lavoro di squadra che ha prodotto un risultato atteso ed auspicato, aprendo anche nuovi scenari per le altre strutture nella medesima situazione. E proprio conoscendo la sensibilità del governatore Spirlì, sono certa che la stessa attenzione sarà riservata alle esigenze delle strutture psichiatriche impegnate, ormai da più di 30 anni, in tale servizio.

«Prestazioni mai venute meno, pur a fronte di disagi di natura burocratica legati all’accreditamento ed alle autorizzazioni, e a mancanze di remunerazioni per diverso tempo. Nonostante questo gli operatori hanno, con continuità, garantito il loro prezioso apporto, colmando, quando necessario, le insufficienze sanitarie, soprattutto in piena pandemia. A tali problematiche si aggiungono anche ostacoli connessi al mantenimento, nelle strutture preesistenti, di un certo numero di posti per determinate tipologie di pazienti quali anziani e diversamente abili. Ciò che al momento viene richiesto, infatti, e che noi faremo in modo venga accolto celermente, è la riconvocazione da parte del presidente Spirlì e del commissario alla Sanità di un apposito tavolo tecnico che affronti la questione messa in luce dalle stesse. Un iter che seguirò personalmente affinché vengano tutelati e corrisposti gli interessi non solo delle strutture coinvolte e di chi vi opera quotidianamente, ma soprattutto, dei pazienti e delle loro famiglie».  (rp)

Psichiatria, il Coordinamento chiede lo sblocco dei ricoveri

Il Coordinamento unico delle strutture psichiatriche, esprimendo soddisfazione per l’impegno assunto dal commissario dell’Asp di Reggio e dal commissario ad acta di effettuare il pagamento delle spettanze ai soggetti gestori dei servizi  e ad accelerare la procedura di accreditamento, definendolo «sicuramente un importantissimo risultato», ha chiesto di intervenire sul blocco del ricoveri, in vigore dal 2015.

« Il motivo, paradossale – viene spiegato in una nota – risiede nella circostanza che le strutture esistenti, ancora pubbliche in quanto cogestite dall’Asp,  non sono ancora transitate verso il nuovo regime di strutture private accreditate in capo alle cooperative che gestiscono il servizio di riabilitazione. Un singolare teatrino dell’assurdo, anche  ove si pensi che così facendo l’Asp corrisponde gli stipendi ai propri dipendenti impegnati nelle strutture, al contempo obbliga i propri pazienti a trasferirsi in altro territorio, con evidente  raddoppio dei costi per l’Asp 5 medesima. Quali sono gli interessi che muovono questo assurdo teatrino, ove da un lato si impedisce l’accreditamento alle cooperative, mentre dall’altro si vieta  il ricovero  in strutture ancora pubbliche, considerando anche che non esiste certo motivo logico e giuridico alcuno per impedirlo?».

«Questo coordinamento – continua la nota – ritiene che il Commissario dell’Asp 5 ed il Commissario alla Sanità della Regione Calabria possano dare una sola ed immediata risposta a questo quesito, provvedendo a sbloccare  immediatamente i ricoveri nelle strutture. Si resta pertanto in attesa di questo provvedimento, in mancanza del quale si sarà costretti, nostro malgrado, a riprendere lo stato di agitazione».

«Orbene – conclude la nota – questo coordinamento, ben consapevole del quadro che ha sino ad oggi dominato lo scenario, vigilerà con la dovuta attenzione affinché stavolta il processo venga condotto realmente e non solo nei proclami da parte di  Asp e Regione nell’interesse della collettività, dei pazienti e dei loro familiari. Occorre rispondere ai fabbisogni concreti, stabilendo parametri adeguati  rispetto ai servizi da prestare ed agli standard, anche di operatori,  da adottare, ispirandosi alle regioni virtuose e non ad ignobili interessi che troppe volte hanno preso il sopravvento». (rrc)

 

Strutture psichiatriche, Minasi (Lega): Bene garantire rimborso ai lavoratori

La consigliera regionale della LegaClotilde Minasi, ha espresso soddisfazione per le «azioni messe in campo con determinazione dal commissario dell’Asp Gianluigi Scaffidi, che, insieme al commissario regionale alla sanità Guido Longo, ha garantito a questi lavoratori i rimborsi dovuti».

«Dopo tanti giorni di lotta, finalmente – ha aggiunto – sembra essersi delineata l’auspicata svolta per le cooperative reggine, che con il loro impegno e la loro abnegazione garantiscono un servizio indispensabile ai malati psichiatrici ed alle loro famiglie».

«Una decisione – ha proseguito – che attesta la precisa volontà dell’Azienda sanitaria a fornire le giuste risposte per dei nostri concittadini che si trovavano a vivere un grave disagio sia di natura economica sia di natura sociale, essendo impossibilitati, per oltre sei mesi in cui sono mancate le remunerazioni, ad affrontare la propria quotidianità con tutte le conseguenze che ne derivano».

«Sono certa – ha concluso – che il commissario Scaffidi, che ha gestito questa vicenda delle strutture psichiatriche con forte piglio decisionale, saprà affrontare con la medesima verve ed egregiamente anche le altre problematiche che riguardano l’Asp di Reggio Calabria, avendo dimostrato che, nonostante sia insediato da qualche mese, con il lavoro e la professionalità si raggiungono traguardi significativi». (rrc)