CATANZARO – Venerdì si presenta la stagione artistica del Politeama

Venerdì 6 dicembre, alle 11.30, al Foyer del Teatro Politeama di Catanzaro, sarà presentata la stagione artistica del Teatro Politeama Mario Foglietti.

I dettagli del cartellone saranno illustrati alla presenza del Sindaco e Presidente della Fondazione Politeama, Nicola Fiorita; della Sovrintendente, Antonietta Santacroce, del Direttore generale, Settimio Pisano, e dei membri del CdA.
Il Presidente della Camera di Commercio di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, Pietro Falbo, interverrà, inoltre, in merito al programma di iniziative condiviso con la Fondazione.

Verranno presentate, tra le altre, le produzioni ideate in collaborazione con la Scuola di Ballo del Politeama e l’Orchestra Filarmonica della Calabria(rcz)

CATANZARO – Presentata la rassegna del Teatro Politeama

È stata presentata la nuova stagione del Teatro Politeama di Catanzaro. Sono quattro gli appuntamenti tra Opera & Danza che animeranno questa rassegna, ennesima occasione per sottolineare il ruolo del Politeama come polo di riferimento in Calabria per produzioni di qualità e prestigio, tra tradizione e innovazione.

Si partirà il 18 novembre con Baroque Suite, atto unico per la danza contemporanea, le arti performative e la musica classica barocca, una coproduzione di Ramificazioni Festival e Orchestra Sinfonica Brutia, presentata dai rispettivi direttori artistici Filippo Stabile e Francesco Perri: «Un motivo di orgoglio poter calcare per la prima volta il palco del Politeama con questa nuovo spettacolo. Ci saranno in scena 30 musicisti ed un corpo di ballo di 30 elementi, provenienti dalle compagnie Create Danza di Cosenza, Colonna da Firenze e Damnedancers da Roma, tra suggestioni ed evocazioni, danza contemporanea e danze urbane, arti performative aeree ed incursioni elettroniche».

Poi il 25 novembre sarà la volta dell’Opera con Cavalleria Rusticana & Pagliacci, coproduzione di Fondazione Politeama e Sicilia Classica Festival con l’Orchestra Filarmonica della Calabria ed il Coro Lirico Mediterraneo ed un cast di respiro internazionale. Il 22 dicembre Carmen a cura del Balletto di Milano: sarà l’occasione per scoprire le coreografie coinvolgenti, tra tradizione e modernità, nell’originale messinscena di Marco Pesta ispirata all’opera di Georges Bizet. Infine, il 4 gennaio La traviata chiuderà il cartellone con tutte le suggestioni dell’opera verdiana.

«Il ritorno della lirica al Teatro Politeama è un grande segnale per la città perché è il frutto di impegni e sacrifici necessari a superare ristrettezze economiche e difficoltà operative», ha affermato il sindaco di Catanzaro e Presidente della Fondazione Politeama, Nicola Fiorita.

«Il teatro in queste settimane ha scoperto una nuova illuminazione – ha aggiunto – che insieme al rifacimento degli impianti di climatizzazione consentirà un importante risparmio energetico. Il calendario di queste settimane è strapieno di eventi grazie anche a promoter e festival che hanno scelto la location del Politeama. Mi emoziona poter annunciare gli appuntamenti di Opera e danza nel giorno in cui il compianto Mario Foglietti scomparve sette anni fa. La tradizione della lirica rivivrà ancora, nel ricordo dello stretto legame che questa ha avuto con la famiglia Colosimo per la nostra città».

Il direttore generale Aldo Costa ha sottolineato «gli importanti sforzi profusi per mantenere il teatro sempre aperto e preservare la continuità degli eventi anche nei momenti più difficili. Il Politeama vuole confermarsi un polo di produzione che mira alla qualità, senza perdere di vista il rapporto con il pubblico: vogliamo aprirci sempre più ai giovani con biglietti e abbonamenti a prezzi agevolati».

Anche il Sovrintendente Gianvito Casadonte ha ricordato che «per costruire questo cartellone, è stata decisiva la collaborazione avviata con altre realtà artistiche, dalla Calabria alla Sicilia, che condividono la stessa mission e la stessa sensibilità. Lavoriamo insieme affinché l’andare a teatro torni ad essere per tutti una piacevole abitudine».

«Siamo molto felici di debuttare con le nostre produzioni Cavalleria Rusticana – Pagliacci e La Traviata – ha commentato il direttore artistico di Sicilia Classica Festival, Nuccio Anselmo, affiancato dal baritono Giovanni Palminteri – in quello che è il più giovane tra i grandi teatri italiani, la cui architettura e la storia si sposano perfettamente con la classicità dell’Opera. Questa co-produzione con la Fondazione Politeama e la collaborazione con l’Orchestra Filarmonica della Calabria, tutte realtà del Sud Italia, ci fanno guardare con ottimismo alla realizzazione del nostro obiettivo più importante: quello di diffondere la cultura dell’Opera, valorizzando al contempo le più belle location d’Italia, e il talento degli artisti, specie di quelli che abitano il Sud del Paese. Speriamo senz’altro che sia solo l’inizio». (rcz)

CATANZARO – Sabato al Politeama in scena “Le Metamorfosi”

Sabato 4 novembre, al Teatro Politeama di Catanzaro, in scena Le Metamorfosi, produzione originale realizzata dall’Associazione Donne in arte e scritta da Francesco Colella insieme a Francesco Lagi.

Lo spettacolo rientra nell’ambito della 20esima edizione del Festival d’Autunno.

Le metamorfosi, in latino Metamorphoseon libri XI e anche nota con il titolo “L’asino d’oro” (Asinus aureus), è un’opera scritta da Lucio Apuleio nel II secolo d.C. ed è uno dei tre soli romanzi della letteratura latina a essere pervenuto fino a oggi insieme al Satyricon di Petronio e alla Storia di Apollonio re di Tiro d’autore ignoto, ma è l’unico sopravvissuto integralmente, poiché degli altri due sono rimasti solo dei frammenti.

Come nel romanzo latino originale, c’è la narrazione di un uomo che si ritrova, in seguito a un errore durante un rito magico, trasformato in un asino e che, perdendo la voce e l’aspetto, proverà ad affrontare un viaggio per ritrovarsi; andando avanti nella narrazione, scoprirà che solo mangiando delle rose potrà tornare quello che era.

L’opera si snoda tra rapimenti avventurosi, feste da ballo, tragici amori, fughe vertiginose, tradimenti improvvisi, torture cruente. Come nell’opera originale, l’esistenza e l’essenza umana si troverà racchiusa nel corpo un animale, senza la capacità di comunicare, attraverso un viaggio inizialmente senza uscita, appassionando lo spettatore alla ricerca di un modo per tornare ciò che si era.

Il poliedrico Francesco Colella, formatosi all’Accademia Silvio d’Amico di Roma e cresciuto artisticamente grazie ad un maestro come Luca Ronconi, è riuscito a ritagliarsi un posto importante nella scena artistica italiana non solo teatrale ma soprattutto cinematografica e televisiva.

Nella sua carriera, ha collaborato con importanti nomi del teatro italiano contemporaneo, da Federico Tiezzi a Serena Sinigaglia e Carmelo Rifici, imponendosi però al grande pubblico grazie a numerose serie tv come “Vite in fuga”, “Zero zero zero”,  “Vostro Onore” e “The good mothers”; solo pochi giorni fa è stato protagonista, all’ultimo Festival del Cinema di Roma, con il film “Suspicious Minds”. (rcz)

Teatro Politeama di Catanzaro, il Festival d’Autunno compie 20 anni con Maurizio Battista

di PINO NANO – Al Teatro Politeama di Catanzaro tutto è pronto per il gran galà di domani sera, venerdì 22 settembre, potagonista un sempre bravissimo Maurizio Battista.

«Per il suo ventesimo anno il Festival d’autunno – dice il direttore artistico del Festival Antonietta Santacroce – ha deciso di puntare anche su un momento di leggerezza con Maurizio Battista, uno dei comici più amati del momento, per la prima volta Catanzaro, reduce da un tour sold out nei principali teatri italiani con il suo spettacolo “Ai miei tempi non era così».

Venti anni volati via, forse troppo in fretta, per il Festival d’Autunno che Antonietta Santacroce, direttore artistico del Festival, dedica oggi alla sua città e alla Calabria tutta. Storia di una eccellenza tutta calabrese.

«Venti anni insieme, tra musica, danza e teatro. Venti anni – sottolinea Antonietta Santacroce – scanditi da eventi di prestigio che hanno da un lato promosso, a livello nazionale, l’immagine più bella della nostra regione e che, dall’altro, hanno offerto una straordinaria opportunità di crescita al territorio: culturale, senza dubbio, ma anche economica per l’indotto che il Festival d’Autunno ha generato. Un compleanno che festeggiamo assieme a tutto il nostro pubblico – quello di sempre e quello che verrà – con un cartellone che rispetto agli anni passati ha ampliato notevolmente la sua durata e il numero di eventi».

Il bilancio che ne fa oggi il direttore artistico del Festival è entusiasmante.Del resto lei ha dato al Festival tutta se stessa e ha dedicato al Festival tutta la sua vita.
«Resta, come fil rouge di questi quattro lustri – ripete Antonietta Santacroce -, la qualità dell’offerta: non banale, ricercata, mirata a trasmettere il gusto per il bello che solo l’Arte – con la A in maiuscolo – può diffondere. Ventiquattro spettacoli con artisti nazionali e internazionali e una proposta che include jazz, pop, rock, lirica, classica, danza classica e contemporanea, pièces teatrali drammatiche e comiche, circo teatrale, spettacoli d’autore, importanti prime nazionali e produzioni originali».

Quest’anno poi è stato un anno dedicato alle grandi donne della musica italiana.
«Non a caso, mi creda.L’edizione 2023 vuole rendere omaggio a tre donne – simbolo della musica italiana: Loredana Bertè, Patty Pravo e Carmen Consoli. Ma non solo questo. Celebriamo la musica internazionale grazie alla presenza di Gonzalo Rubalcaba, tra i più importanti pianisti Jazz al mondo, che arriva al nostro Festival a Catanzaro in prima nazionale, all’indomani dell’apertura del tour internazionale in Francia e a Remo Anzovino, considerato uno dei più originali e innovativi compositori in circolazione».

Direttore, possiamo parlare di un Festival fortemente caratterizzato?
“Vede, le produzioni e le coproduzioni del Festival d’autunno sono dedicate alla valorizzazione dell’identità calabrese miscelando la nostra musica tradizionale con i suoni del Mediterraneo (Eastbound) o con la musica popolare irlandese (Taranta Celtica) e alle celebrazioni degli 80 anni della nascita di Lucio Battisti (con il concerto di Gianmarco Carroccia) e della pubblicazione del Piccolo principe affidata a tre ambasciatori della Calabria – Francesco Colella, Alessandro Meacci Fulvio Calderoli e a una riflessione sull’attualità, con la rilettura di Medea di Anna Maria De Luca, che è un atto d’accusa contro il femminicidio”.

Ma anche tanta danza?
«Abbiamo avuto in cartellone appuntamenti con la danza con la giovane compagnia siciliana Ocram e un gradito ritorno per il Festival con il Balletto del Sud, con una produzione originale in prima nazionale. Infine tre grandi eventi per la prima volta in Calabria, all’insegna del divertimento. Si tratta: della magia di Machine du cirque, physical theatre dell’omonima compagnia canadese, reduce dai sold out nei più importanti teatri del Mondo; della comicità irresistibile di Maurizio Battista, domani sera, e dell’attesissima reunion di Elio e le storie tese con un travolgenteElio e le storie tese con un travolgente concerto».

Ma veniamo al gran galà di Maurizio Battista.Il comico romano si chiederà se siamo veramente sicuri che il passato coincida con l’idea di vecchio e il presente con l’idea di un nuovo che ci costringe ad arrancargli dietro, fino a farci invecchiare prima del tempo. Chi l’ha detto che la felicità consista in un accumulo di effetti speciali e non invece, com’era una volta, dal sapersi divertire con talmente poco che eravamo noi a sentirci speciali?

Maurizio Battista si muoverà tra queste e altre domande, in un precisissimo slalom per non urtare i paletti dell’ipocrisia e dell’ignoranza, nella sala del teatro che riprodurrà una sala cinematografica di tanti anni fa, con tanto di proiezione di vecchi film, accompagnato dalla musica dei Los Locos, dalle canzoni di Renato Zero interpretate dal suo erede naturale Daniele si Nasce, e dall’irriverenza del comico Dado, sempre pronto a smascherareinganni e sotterfugi della contemporaneità. Un evento straordinario per la città di Catanzaro e per la storia del Politeama. (pn)

CATANZARO – Aggiudicati lavori efficientamento energetico per il Politeama

Sono stati aggiudicati i lavori di efficientamento energetico del Teatro Politeama di Catanzaro.

La gara d’appalto, bandita dall’amministrazione comunale, ha visto la presentazione di 28 offerte ed è stata aggiudicata alla ditta Sa.Mi. di Catanzaro per un importo di 751mila euro circa con un ribasso d’asta del 29 per cento.
Un intervento che rientra nell’ambito delle azioni, finanziate con Agenda Urbana, mirate alla promozione dell’ecoefficienza e alla riduzione dei consumi di energia negli edifici comunali attraverso l’utilizzo di sistemi di gestione e di controllo innovativi.
«Il Teatro Politeama rappresenta una delle strutture che, nel corso dell’ultimo anno, ha sofferto maggiormente l’aumento dei costi legati al fabbisogno energetico», ha commentato il consigliere comunale Giorgio Arcuri (Catanzaro al centro).
«Questi lavori saranno, dunque – ha continuato – di grande rilievo strategico per garantire una migliore sostenibilità ambientale e finanziaria nell’immediato futuro, raggiungendo risultati tangibili sul fronte delle spese legate a luce e gas. Un investimento che, unito a quello messo in campo sul fronte dell’efficientamento energetico delle scuole comunali, traccia il percorso di un’amministrazione in grado di proiettarsi al futuro con responsabilità».
Nel progetto è previsto il revamping totale del parco macchine a servizio degli impianti di condizionamento; l’adeguamento del sistema di telecontrollo in relazione al nuovo sistema di generazione principale; l’installazione di un impianto di autoproduzione da fonti rinnovabili di tipo fotovoltaico; l’ammodernamento del sistema di telecontrollo, telegestione e regolazione di edificio; l’efficientamento dell’impianto di illuminazione normale. (rcz)

CATANZARO – Al Politeama l’edizione speciale del Festival del Sociale

Domani sera, alle 19.30, al Teatro Politeama di Catanzaro, si terrà un’edizione speciale del Festival del Social della Life Communication presieduta da Mariella Manna.

L’evento, organizzato in occasione della 31esima Giornata mondiale del Malato, sarà presentato da Domenico Gareri. Parteciperanno volti noti del mondo dello spettacolo italiano, come l’attore Ettore Bassi, il cantautore Pierdavide Carone e l’artista Gigi Miseferi che testimonieranno le proprie esperienze personali vissute nella sanità.

Interverranno i vertici della A.O. “Pugliese-Ciaccio” e della A.O.U. “Materdomini” di Catanzaro, dell’Asp di Cosenza e del Forum del Terzo Settore, nonché medici ed infermieri.
Verranno consegnati dei riconoscimenti realizzati dal maestro Gerardo Sacco a personalità e progetti che si sono distinti con passione e dedizione nel campo sociale e sanitario: Annalisa Manduca, giornalista per Rai e La7; Fondazione Scholas Occurentes, Mons. Francesco Savino, vice presidente Cei e vescovo di Cassano allo Jonio; Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio Onlus; Giovanni Bisignani, cardiologo; Futuro Salute, web tv della buona sanità.
L’evento sarà impreziosito dalle esibizioni dell’orchestra dell’Istituto di Studi Superiore di Musica “P.I. Tchaikovsky”.
«L’obiettivo che stiamo portando avanti ormai da molto tempo – ha spiegato la presidente Manna – è quello di stimolare il dialogo tra pazienti, medici, aziende, associazioni e politica sull’importante tema della salute. Riteniamo fondamentale comunicare e far arrivare messaggi positivi e di stimolo che, oltre a ridare speranza, possano essere strumenti di soluzione di tanti problemi che il sistema sanitario vive, non per ultimo la diffusione di una cultura più sensibile ai temi della salute». (rcz)

IL RICORDO / Franco Cimino: Vent’anni di Politeama

di FRANCO CIMINO – Mi accorgo solo ora di non aver detto una sola parola per il ventennale della nascita del nuovo Politeama di Catanzaro. Sono passati anche ventidue giorni da quell’anniversario, direi storico per noi, che abbiamo piccole e preziose cose, le quali, nel sentimento catanzarese, dovremmo tenere care come ci hanno insegnato i nostri padri, e non ho detto una parola.

Pensavo potesse bastare il buon Sergio Dragone, che a più riprese ha saputo, da par suo, trasformare la cronaca di questi vent’anni in una bella pagina di storia. Una pagina ben scritta. Da conservare. Ovvero, sintetizzare in un depliant o libricino che mi auguro la Fondazione vorrà, pure potendo, confezionare, non solo per ricordare ma anche per pubblicizzare la bellezza del nostro Teatro. Forse, non ne ho scritto per merito suo, di Dragone.

Non è che io creda che ciò che penso interessi alla gente, fossero anche i pochi o molti che mi leggono. Sono solito, però, non risparmiarmi nel pensare e nel sentire e nell’esprimere ad alta voce ciò che penso e che sento. Lo facevo e l’ho fatto, e spero di poterlo fare ancora, dalle diverse tribune e dalle cattedre da cui ho parlato intensamente. Lo faccio, attraverso la scrittura, adesso per me. Per non perdere il gusto del pensare, il piacere di sentire. Il dovere di dire.

Per non perdere memoria di me. Forse, anche, illusoriamente, di non far perdere memoria di me. E per non far cessare il battito del mio cuore, che dinanzi al vissuto, e in esso al mio vedere la realtà, si emozione e batte forte. Lo faccio per me, sì. Per non invecchiare morendo o per non perdere la fanciullezza perdendo i capelli e la forza muscolare. Lo faccio per me, sì, per il dovere di prendermi cura anche della mia persona al fine anche di poter sostenere il bene che io auspico per gli altri. Per la nostra Città, in particolare, che io amo tanto. E che vorrei servire, per come potrò, e oltre le mie risorse, sempre.

Questa volta non ho scritto forse per paura, la prima volta che la sentirei, di questi vent’anni. Eh, vent’anni! Gioia e tristezza insieme. Di esserci, innanzitutto, e di esserci in una situazione di intrecciati cambiamenti. Vent’anni, eh! Sono tanti o pochi? Vai a darla la risposta! Ma proviamo. Sono tanti nella vita di una persona. Sono pochissimi nella vita di una comunità. Un sospiro del vento per la nostra Catanzaro. Il tempo, tuttavia, non andrebbe misurato.

Di certo non con la nostra “ metronomica” convenzionale, quella dell’orologio e del calendario. Neppure per quella che passa sulle nostre singole vite, attraverso la modificazione del nostro aspetto e della nostra forza fisica. La misura più corretta del tempo, anche se resta come tutte le cose umane imperfetta, è quella di valutare con serietà e rigore la qualità del suo passaggio, le cose in esso avvenute. I fatti realizzati. Il bene e il male prodotti. Il quanto del primo e il quanto del secondo. Meglio ancora, verificare il grado di rapporto tra idea iniziale e e loro realizzazione, tra progetto e fatto, tra sogno e vita vissuta. Tra bisogno e desiderio.

Il Politeama è il mezzo con il quale applicare tutto questo nella vita delle persone e in quella della nostra comunità, a prescindere da quanti catanzaresi abbiano direttamente partecipato alla sua camminata ventennale nelle vene di questa Città. Ma è soltanto un teatro! Direbbero in tanti. Sì, è soltanto un teatro, appunto. Ma il Teatro è vita, alimento della cultura, palestra educativa, fonte di innovazione della civiltà. È una chiesa laica per la formazione delle coscienze laiche e di quel senso critico che anima la democrazia e contribuisce a vestire quel potere che nudo si fa cinico e corruttore di se stesso e degli uomini.

Quel ventinove novembre di vent’anni fa si apriva una pagina nuova per una Catanzaro ancora avvolta in una crisi profonda. Quella lunga crisi che l’aveva bloccato in tutti i suoi ambiti. Una crisi così profonda che, dalla caduta progressiva di quella borghesia elitaria ma “producente”, di cui sarebbe lungo il parlarne, ha intrecciata fortemente quella di due mondi, della cultura e della politica, rimasti lungamente separati. Il solo fatto che si sia data conclusione alla costruzione di una delle tante opere da tempo sospese fu il segnale che si stava imboccando una strada nuova. Quella del progresso, dell’efficienza anche amministrativa, della costruzione di una nuova ricchezza. Una ricchezza più vera e produttiva, più equamente diffusa nelle tasche dei catanzaresi in quanto foriera di sempre più larga e stabile occupazione e di animazione di quel circolo virtuoso fatto dal guadagno e dai consumi, strettamente collegati insieme al risparmio, di cui i catanzaresi sono stati cultori. Una ricchezza anche cultura, anche se questa rappresenta un bene in sé e non di consumo. Il sogno riprese a vivere. Più scuole. Più campi di calcio nelle periferie.

Più Università nella Città. Più Politica e più partecipazione alla vita democratica in quel fiume corrente sempre pulito, portatore continuo di nuova classe dirigente a tutti i livelli. Anche in quello imprenditoriale, affinché si potesse costruire una nuova economia. Nuova e sana, che sapesse coniugare imprenditoria moderna e forza lavoro competente e aggiornata sulle continue innovazioni. Il Politeama, il Teatro della Città perché sarebbe stato fruibile dall’intera Città, con quelle doppie serate in ogni spettacolo che consentissero la più ampia partecipazione, con abbonamenti e prezzi per tutte le tasche. E con con quella pur timida iniziativa, che avremmo voluto si istituzionalizzasse, di aprire il Politeama stabilmente a tutte le scuole con abbonamento premio per i ragazzi bisognevoli e meritevoli. Anche quella borghesia, vestita di abiti elegantissimi e di gioielli, che abbiamo visto in quel primo anno, che tanti hanno conosciuto fisicamente per la prima volta proprio lì, a teatro, appariva salutare. Anche simpatica.

Di buon auspicio per una società, la nostra, che, mai vittima della feroce invidia sociale, ha soltanto auspicato il bene e la crescita di tutti, convinta che una Città serena sia il luogo della pace e della solidarietà. Dell’unione e della felice identità. Misurati questi vent’anni con la verifica della loro qualità, cosa possiamo dire? Possiamo dire che c’è poco da far festa. Il Politeama che ieri rappresentava la misura delle nuove grandi ambizioni, proprie e della Capoluogo, rappresenta, contraddittoriamente a una bella realtà artistica che si muove altrove, e a due passi, la spia luminosa di una grave crisi che attraversa il capoluogo.

La Città è diventata più povera. Di quella povertà che si è estesa in quelle fasce sociali che, nella propria sicurezza di status, garantivano un certo benessere quasi generale. È povera di persone che la vogliono abitare e in essa vivere e camminare, specialmente sul Corso storico sempre più vuoto. È più povera di cultura e di uomini che la rappresentino. Con coraggio e devozione. E più povera di relazioni. All’interno con le Università e i centri di formazione, Chiesa cattolica, anch’essa in difficoltà, compresa. E all’esterno, con il resto del territorio, cui essa, per dono della natura e di Dio, si affaccia per abbracciarlo, proteggerlo, guidarlo. È povera di sicurezza, sotto tutti i profili in cui essa venisse concepita e dei quali abbiamo più volte parlato. Come della sua mancanza di unità territoriale, che quella insicurezza aggrava unitamente alla crescente povertà dello spirito di unità e di identità cittadina.

Quello spirito che in altre parti del mondo fa forti le città e resistenti e vincenti rispetto alle crisi e alle avversità. È povera sul terreno della Politica e della sua condizione e culturale e morale rispetto, innanzitutto, al sentimento per Catanzaro e alla sacra cultura delle istituzioni, la casa più sicura di tutti i cittadini. L’intreccio Politeama-Città lo si ritrova in queste settimane, nelle quali per la prima volta si registra quasi l’impossibilità, almeno finora, di allestire una qualsiasi programmazione, anche, e purtroppo, in progressione rispetto alle non poche ultime di progressivo meno robusto spessore. Scaricare le colpe sulle situazioni esterne, guerre e costi energetici tra questi, che pure gravano, ma su tutti i teatri del mondo, è assai riduttivo. Come anche inutile e disturbante sarebbe andare, qui, alla ricerca delle responsabilità, che tuttavia appaiono evidenti. C’è tempo per analizzarle tutte ed intervenire con la necessaria efficacia e il dovuto coraggio. E con l’intelligenza che la questione richiede. Oggi si festeggia con una certa melanconia e preoccupazione, perché negarlo. Un stato dell’animo collettivo che potrebbe, tuttavia, modificarsi se nel frattempo faremo appello all’orgoglio per questi vent’anni (moltissimi di altissimo livello e qualità) e alla certezza che il Politeama, Teatro tra i più belli in Italia, c’è, ben solido anche se bisognevole di ritocchi leggeri alla struttura. C’è con una sua bella storia.

C’è, soprattutto, con le sue enormi potenzialità. Sia oggi, pertanto, festa. E giorno della speranza. Per la ripresa piena del Teatro, questo nostro, e il rafforzamento del Comunale che ha saputo, e da solo negli anni, sostenere tanta fatica buona e generosa per garantire programmazione differenziate di alto livello artistico e di basso costo del biglietto. Sia un giorno di rinascita della Cultura. E della Città, che ha bisogno di un dignitoso presente per un luminoso avvenire. Io questa sera ci sarò.

Finito di scrivere questa riflessione e fatto pranzo correrò a prepararmi. Mi vestirò bene con l’abito più elegante, indosserò le migliori cose che ho. Le andrò tutte a prendere nell’armadio di vent’anni fa. E ci andrò. Con gioia per quella serata lontana, che ricordo in ogni suo attimo, come in ogni metro percorso a piedi da casa fino a quel gioiello anche architettonico, checché se ne voglia dire. E con tristezza dolce, che si fa nostalgia serena e non dolore. Vent’anni fa mi accompagnava una donna bellissima, magnifica creatura.

Il mio amore per sempre. È anche per sentire quella presenza, oltre che per rispondere sempre sì alla Città che chiama, che sono stato continuamente presente in questi vent’anni. Mai mancato, tranne quel periodo dell’inutile lotta, a uno spettacolo. Mai saltato un abbonamento. Sempre seduto, in quella poltroncina che fu sua, la numero 5 della fila D. Sarà così per tutto il mio per sempre. Grazie Politeama. Con la mano sul cuore e i miei occhi al cielo. (fc)

Ventennale Politeama, il 20 dicembre “Quando sarò capace di amare. Massini racconta a Gaber”

Martedì 20 dicembre, al Teatro Politeama di Catanzaro Stefano Massini presenta Quando sarò capace di amare. Massini racconta a Gaber.

Si tratta di uno degli eventi organizzati in occasione del Ventennale del Teatro Politeama di Catanzaro.

La serata sarà preceduta da un momento di incontro e di festa, aperto a tutta la città, a partire dalle ore 19 con la presentazione di una mostra fotografica dedicata ai ritratti dei personaggi più famosi che hanno calcato il palcoscenico catanzarese. Non solo, sarà inoltre svelato il manifesto originale delle celebrazioni firmato dal catanzarese Smoe, l’omaggio alla sua città di un artista emergente che con la street art si è fatto conoscere e apprezzare a livello nazionale ed internazionale. «Ho avuto molto piacere che la mia proposta sia stata ben accolta per dipingere il manifesto celebrativo per il ventennale del Politeama», ha raccontato.

«L’idea è stata quella di creare, in primis, un tributo all’architettura interna del teatro di Portoghesi che ha in sé uno spazio unico, ti avvolge completamente appena entri. E poi i colori e la disposizione delle balconate creano quell’effetto di slancio dato soprattutto dal dislivello tra il palco e la platea. Ho voluto dare forma ad un ambiente onirico nel quale attori e pubblico si incontrano dal punto di vista del palcoscenico, immaginando un teatro scoperto come il celebre vecchio Politeama, per amplificare il significato di catarsi delle arti, del teatro e delle meraviglie dello spirito umano. Contribuire, anche con piccoli progetti, per la mia terra è sempre un occasione alla quale cerco di non mancare». (rcz)

20 anni fa s’inaugurava il Teatro Politeama di Catanzaro

di NICOLA FIORITADONATELLA MONTEVERDI – Oggi è un giorno speciale per Catanzaro che celebra i vent’anni dall’inaugurazione del Teatro Politeama. Un anniversario che offre l’occasione per ricordare quante belle pagine sono state scritte, in un lasso di tempo comunque ristretto, e immaginare le prossime sfide da cogliere in campo culturale.

Il Politeama “Mario Foglietti” ha rappresentato per Catanzaro un’autentica scommessa nel restituire alla città un teatro all’altezza della storica e nobile tradizione del territorio e, al contempo, costruire un’identità moderna ed una reputazione in grado di proiettare il Capoluogo nel grande panorama dello spettacolo. Una realtà di provincia, paragonata ad altre più autorevoli, che ha saputo affermarsi nel tempo e contribuire a promuovere il nome di Catanzaro al di fuori dei propri confini.
Riepilogare i nomi delle personalità che hanno calcato il palcoscenico del Politeama è un esercizio difficile, così tanti sono stati gli artisti avvicendatisi in questi vent’anni che sarebbe un peccato dimenticarne qualcuno. Gli articoli di Sergio Dragone, apparsi in questi giorni, hanno contribuito a ricordare i grandi protagonisti della musica e della prosa, le esaltanti produzioni della lirica, gli straordinari direttori d’orchestra, musical e solisti. Alcuni ci hanno tristemente lasciati, ma il loro ricordo vivrà sempre nella mente e nel cuore di chi ha avuto la fortuna ed il privilegio di ammirarli dal vivo a Catanzaro.
Il Politeama ha attraversato una lunga stagione d’oro, ma le contingenze più recenti legate alla pandemia, alle abitudini che cambiano, ai costi di gestione divenuti esorbitanti e alle casse sempre più povere degli enti locali, ci hanno posto davanti all’esigenza di disegnare nuove possibili strategie per garantire lunga vita al teatro pubblico. Le risorse non sono più quelle di una volta, ma questo non significa che non riusciremo ad aprire un percorso importante anche per i prossimi vent’anni.
Ci sarà l’occasione di discuterne, con tanti protagonisti di questa avventura, anche grazie alle attività che la Fondazione Politeama ha inteso programmare per queste celebrazioni, a partire dal prossimo 20 dicembre con lo spettacolo di Stefano Massini  – il primo autore italiano a vincere l’Oscar del teatro – accompagnato da altre iniziative collaterali pensate per aprire le porte del teatro alla città. (nf e dm)

L’OPINIONE / Nicola Fiorita: Politeama è un bene che appartiene alla città

di NICOLA FIORITA – Il Teatro Politeama è un bene che appartiene alla città intera e che per questo nel passato ha sempre visto lavorare in maniera unitaria tutte le forze politiche e istituzionali. E così occorrerebbe procedere anche in questo caso, privilegiando le proposte concrete – specie da parte di chi ha governato la città per molti anni – rispetto ai proclami sterili e alle polemiche inutili. Noi siamo al lavoro non solo per salvare, ma anche per rendere più forte il Politeama, altri mi sembra che lavorino solo per salvare se stessi, dopo essere stati protagonisti della più cocente sconfitta mai registrata dal centrodestra nella città di Catanzaro.

Come preannunciato al management del Politeama, dopo aver verificato che nessuna risorsa era a disposizione del teatro nel bilancio comunale e che i fondi utilizzati negli ultimi due anni erano già stati spesi per far fronte alle maggiori spese di energia elettrica e di gas, ho avviato un’opera di ricognizione delle economie presenti nel bilancio ereditato dalla precedente Amministrazione che ci consentirà di stanziare 100.000 euro circa in favore del teatro. Ovviamente verranno compiuti tutti gli sforzi possibili per trovarne ulteriori e più stabili a beneficio della Fondazione Politeama.

Rispetto a quanto sostenuto stamane davanti ai giornalisti dallo sparuto gruppo di centrodestra capeggiato dai consiglieri Polimeni e Riccio, bisognerebbe chiedersi: perché l’Amministrazione Abramo, in carica fino a giugno scorso, non ha stanziato all’atto dell’approvazione del bilancio annuale un contributo idoneo per il teatro? Perché i consiglieri di centrodestra non si adoperano nei confronti della Giunta regionale, che nomina un membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione – sin dall’atto della sua nascita – affinché contribuisca in favore del Teatro della città Capoluogo di Regione? Perché gli stessi consiglieri non aiutano i vertici del Politeama, da loro nominati, a intercettare bandi regionali o nazionali, come accaduto di recente per Primavera dei Teatri e come accade da anni per i prestigiosi Festival d’autunno e Armonie d’arte?

Il loro appello “Salviamo il Politeama” risulta oggi, perlomeno, incompleto se pronunciato dalla parte politica che ha governato per decenni la città e che ha sempre rinviato il problema della gestione di una macchina complessa, come quella della Fondazione, che si è retta quasi esclusivamente sulle risorse comunali, seppur non prevedendo uno stanziamento specifico e fisso. Più corretto sarebbe dire “Salviamo il Politeama” dai disastri di Polimeni & company. Il centrodestra catanzarese deve fare i conti con il suo passato, in questa e in tante altre vicende, prima di parlare del futuro. Oggi, la nuova Amministrazione – davanti ad una congiuntura aggravata dall’aumento sproporzionato delle bollette – eredita la responsabilità di salvare il Politeama dalla voce zero lasciata nel bilancio e, al contempo, di elaborare una visione strategica di sviluppo in grado di garantire un futuro più stabile e duraturo. L’impegno politico che ci siamo già assunti è quello di favorire un percorso che porti la Fondazione verso una più rafforzata sostenibilità, coinvolgendo gli altri Enti soci fondatori, ma anche le forze imprenditoriali e i privati che vogliano sostenere fattivamente questo percorso. 

Di concerto, mi auguro che i vertici del Politeama proseguiranno nella ricerca di nuove partnership e nella partecipazione a quei bandi che consentono a molti teatri di ridurre il peso percentuale del contributo pubblico.

In questa ottica, ribadisco che tutti coloro che intendono portare sul tavolo proposte e suggerimenti utili alla causa potranno contare sempre sulla massima apertura di questa Amministrazione, poco interessata, al contrario, a restituire credibilità a chi l’ha perduta nei decenni precedenti. (nf)