Al via TropeArte Plein Air Festival

Prende il via domani, a Tropea, la terza edizione del TropeArte Plein Air Festival, che, per una settimana, vedrà arrivare circa 60 artisti dipingere e creare arte “en plein air”, gestito dall’Associazione Artistico Culturale Il Giardino di Persefone, e gode del patrocinio e del contributo del Comune di Tropea.

Obiettivo della kermesse è quella di dipingere “en plein air” (all’aperto) a Tropea, e promuovere l’incontro tra artisti e appassionati. Come negli anni passati, il festival è ispirato dai maestri locali, come il grande impressionista tropeano, Albino Lorenzo, il cui spirito artistico è sempre presente a Tropea. Gli artisti che parteciperanno provengono da altre regioni d’Italia e dall’estero, includendo artisti che sono provenienti dall’Algeria, da Malta, dalla Polonia, e dalla Svizzera. Come negli anni precedenti, parteciperanno anche gli artisti bambini del TropeArte Junior, e gli artisti diversamente abili, sotto la guida di Pasqualina Del Mastro di Il Giardino di Persefone.

Gli artisti, dunque, si raduneranno  in quattro punti di riferimento: Piazza Cannone, Largo Duomo, Largo Migliarese, e Largo Galluppi. Si incomincia oggi, 9 ottobre, con un tour gratis del centro storico di Tropea, guidato da Dario Godano di Libertas e l’attrice Adele Rombolà (con una traduzione in inglese di Francesco Femia), coprendo la dimensione storica, mitica, e leggendaria di Tropea. Il tour sarà seguito da una degustazione fornita da Patrizia Fortunato della Boutique della Cipolla Rossa. Dopodiché gli artisti saranno liberi di pitturare “en plein air” fino alla sera dell’11 ottobre. Il festival culminerà il 12 ottobre con una celebrazione e un’esposizione delle opere realizzate, accompagnate dalla musica di Luigi Cerra, al pianoforte, e Thekla De Marco, al canto, e con un brindisi con taglio della torta offerto dal team TropeArte. Le opere rimarranno in mostra fino al 15 ottobre, con la possibilità di un’estensione di due giorni. (rvv)

TROPEA – Successo per Teatro d’aMare

Conclusa con successo, a Tropea, la nona edizione di Teatro d’aMare, il festival di LaboArt diretto da Maria Grazia Teramo e Francesco Carchidi. Per tre giorni, Tropea ha ospitato 14 appuntamenti in cartellone tra teatro, danza, musica, incontri e installazioni site-specific, e oltre 50 ospiti tra artisti, musicisti, performer e operatori culturali.

Teatro d’aMare 2025 è stato realizzato con il contributo economico del Comune di Tropea, con il sostegno della Camera di Commercio Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e dei main sponsor LaboApartments e Tropis Hotel.

Tre giornate – dall’11 al 13 settembre – in cui a fare da filo conduttore è stato il tema della cura nella scena contemporanea, indagato attraverso pratiche e testimonianze concrete: dall’esperienza laboratoriale annuale condotta da LaboArt insieme a persone ai margini, confluita nello spettacolo “Nella mia stanza l’Orsa Maggiore”, alla pratica della “non-scuola” di Marco Martinelli raccontata nel libro della giornalista e insegnante Francesca Saturnino, fino alle voci dei Putéca Celidònia che in una conferenza-spettacolo hanno presentato le loro esperienze portate avanti nel Rione Sanità di Napoli e nell’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida.

La cura è stato anche il focus del dibattito inaugurale del festival, che ha intrecciato le testimonianze di artisti, operatori e terapeuti, mostrando come le arti performative possano farsi strumento concreto di incontro e trasformazione.

A partire da lì, la riflessione si è articolata attraverso linguaggi e forme diverse: la performance itinerante “Trans. Essere Paesaggio”  di Pietro Spoto e Andrea Gerlando Terrana ha invitato a guardare la città come un organismo vivo, mentre il trittico “Metamorphosis” della C&C Company ha attraversato con potenza il tema delle mutazioni e del confine tra uomo e bestia.

Cura intesa anche come possibilità di oltrepassare i limiti e trasformarli in possibilità condivise: la cena-performativa “Limine” è stata allo stesso tempo approdo e varco, aprendo il festival verso nuove possibilità di relazione tra arte, comunità e territorio; “Peccato” di Mucchia Selvaggia ha invitato il pubblico a spingersi oltre i concetti di bene e male, mentre “Afànisi” del gruppo CTRL+ALT+CANC ha ribaltato la relazione tra spettatore e scena e la potenza di Annalisa Limardi in “NO” ha ricordato l’importanza di far valere la propria voce.

Accanto a loro, le voci dei musicisti hanno amplificato il senso di comunità: dalle sonorità urbane di DonGocò, al jazz del Claudio Francica Trio, fino alla reinterpretazione della tradizione calabrese firmata da Federica Greco e Paolo Presta.

«È stata un’edizione che ha raccolto, ma soprattutto ha costruito un mosaico di esperienze dove la cura si è manifestata come pratica concreta: nel lavoro quotidiano al fianco delle persone fragili, nel corpo che resiste e si trasforma, nelle comunità che si incontrano, nelle voci che raccontano i margini – affermano i direttori artistici Maria Grazia Teramo e Francesco Carchidi -. La risposta del pubblico, attento e partecipe, ci ha confermato che la strada intrapresa è quella giusta. La scelta di privilegiare linguaggi universali come la danza e la musica ha permesso anche ai tanti turisti stranieri presenti a Tropea di avvicinarsi al festival, scoprendo una città che non offre solo bellezza paesaggistica, ma anche una dimensione culturale viva e dinamica». (rvv)

TROPEA – La mostra Visio Mentis

Da domani al 9 agosto  Al Museo Civico Diocesano di Tropea si potrà visitare Visio Mentis, la mostra collettiva internazionale di fotografia che esplora le infinite sfumature della mente umana attraverso lo sguardo dell’arte visiva.

Il percorso espositivo accoglie le opere di artisti contemporanei provenienti da diversi Paesi, uniti dal desiderio di indagare – con approcci stilistici unici – i temi della percezione, identità, memoria e trasformazione interiore. Visioni, simboli e metafore si intrecciano in un viaggio introspettivo che stimola riflessione e consapevolezza.

L’iniziativa fa parte del cartellone culturale estivo della città ed è aperta a tutti, cittadini e turisti, con ingresso gratuito per l’intera durata della mostra. (rvv)

TROPEA – Da Bach a Morricone: due serate di grande musica

Mercoledì 30 luglio, a Tropea, a Palazzo Santa Chiara, alle 22, è in programma il concerto del Des Brass Quintet: Daniel Enrique Ibarra e Simone Bottino (tromba), Cecilia De Novellis (corno), Andrea Amoretti (trombone) e Davide Marinucci (tuba).

L’evento rientra nell’ambito della rassegna diretta dal M Emilio Aversano “Armonie della Magna Graecia – Serate Musicali”, che sta regalando all’estate calabrese serate di grande fascino e intensità, tra virtuosismo e atmosfere suggestive.

“Armonie della Magna Graecia”, a cura dell’Associazione “Amici del Conservatorio”, è realizzata con il contributo economico del Comune di Tropea, della CCIAA CZ-KR-VV nell’ambito del “Bando Turismo 2025” e candidata agli avvisi della Regione Calabria a valere sulle risorse “POC 2014/2020”.

 Un viaggio musicale che abbraccia tre secoli di storia, dal contrappunto barocco della Fuga in sol maggiore di J.S. Bach alla luminosità corale dell’ Hallelujah di G.F. Handel, fino alle passioni dell’opera romantica con l’Aida di Verdi e La Bohème di Puccini. L’energia e l’affiatamento del quintetto promettono una serata dal ritmo incalzante, dove ogni brano rivivrà con la potenza e la brillantezza degli ottoni.

La rassegna proseguirà poi sabato 2 agosto 2025, sempre alle 22, con un recital dedicato alla magia del grande schermo. Sul palco, il pianista Lucio Grimaldi interpreterà le immortali colonne sonore di Nino Rota ed Ennio Morricone, in un concerto che fonde nostalgia, emozione e melodia. Da Amarcord a Nuovo Cinema Paradiso, passando per i temi epici dei film di Sergio Leone, la musica diventa racconto e ricordo condiviso. La serata si arricchirà della speciale sezione “Musica à la Carte”, dove il pubblico potrà scegliere i brani da ascoltare, trasformando il concerto in un dialogo vivo tra artista e spettatori. (rrv)

TROPEA (VV) – Al via Armonie della Magna Graecia

È con il concerto del pianista Lucio Grimaldi che ha preso il via, a Tropea, “Armonie della Magna Graecia”, il festival musicale diretto dal Maestro Emilio Aversano, che ogni anno porta nella perla del Tirreno il grande repertorio classico, romantico e contemporaneo.

Giunto a una nuova e ricchissima edizione, il cartellone 2025 propone oltre trenta concerti che spaziano dalla musica da camera alle celebri colonne sonore del cinema, dalle arie liriche al virtuosismo pianistico, grazie alla partecipazione di artisti internazionali e giovani talenti provenienti da tutta Europa. Il progetto è realizzato con il contributo della Regione Calabria – POC 2014/2020, della CCIAA CZ-KR-VV (bando Turismo 2025), del Comune di Tropea con il sostegno dell’Associazione “Amici del Conservatorio”.

Il programma offre appuntamenti imperdibili con il pianista Emilio Aversano, protagonista dei concerti “Il Pianoforte Romantico” e delle suggestive serate “Candlelight”, oltre a esibizioni di prestigiosi ensemble come il Quartetto d’Archi “Magna Graecia”, i Solisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l’Ensemble da camera dell’Orchestra Filarmonica di Bacau.

Tra i momenti più attesi, la serata di martedì 26 agosto, quando la celebre violinista Naydenova incanterà il pubblico interpretando le “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi, accompagnata dall’ensemble d’archi del festival: un viaggio emozionante attraverso le pagine più amate del barocco italiano.

Non mancano gli omaggi al cinema con le musiche di Morricone, Rota, Williams e Piovani, interpretate da solisti come Lucio Grimaldi, Dana Nigrim, Cristian Florea, e spettacoli tematici come “La Storia della Musica da Film” e “Trio De Salon”. (rvv)

TROPEA (VV) – Il 2 giugno la prima edizione di “Onda Creativa”

Il 2 giugno a Tropea, a Villa Paola, prende il via la prima edizione di Onda Creativa, un’iniziativa culturale dedicata alla valorizzazione dei giovani artisti calabresi e alla promozione dell’arte contemporanea sul territorio.

Realizzata da Villa Paola assieme alla Fondazione Cesare Berlingeri Ets, il progetto nasce con l’obiettivo di sostenere il talento emergente e offrire un palcoscenico d’eccezione a nuove voci del panorama artistico regionale. A ispirare e guidare l’iniziativa è Cesare Berlingeri, figura di riferimento dell’arte contemporanea italiana, da sempre legato alle sue radici calabresi. Attraverso l’azione della sua Fondazione, il maestro rinnova il suo impegno verso la cultura, offrendo ai giovani un’opportunità concreta di visibilità e crescita.

Le opere degli artisti selezionati saranno esposte per l’intero mese di giugno 2025 all’interno degli spazi suggestivi di Villa Paola, antico convento del XVI secolo oggi raffinato relais, che per vocazione promuove cultura, bellezza e dialogo tra passato e presente. L’iniziativa rappresenta un vero e proprio incontro tra arte e ospitalità, tradizione e contemporaneità.

L’obiettivo di Onda Creativa è duplice: raccontare una Calabria autentica e vibrante attraverso l’arte e, al tempo stesso, sostenere concretamente i giovani talenti offrendo loro un contesto prestigioso per esprimersi, farsi conoscere e generare nuove connessioni con il pubblico.

Gli artisti selezionati per l’edizione 2025 sono Antonio Costantino, Bandini Blues, Victoria Cojocaru, Carmelo Ventura, Eva Fruci, Giorgia Guaglianone, Curcio Giuseppe, Luca Granato, Maria Neve Vallone, Mariano Monea, OKÜBER, Vanessa Morabito, Arianna Pinna, Loredana Lo Fiego, Maria Grazia Sergi. (rvv)

A Tropea si presenta il libro “Oro Rosso di Calabria” di Cinquegrana

Domani pomeriggio, a Tropea, alle 18, all’Istituto Alberghiero, sarà presentato il libro “Oro Rosso di Calabria: storia, miti e leggende  della cipolla rossa di Tropea” di Giuseppe Cinquegrana ed edito da Libritalia.

L’evento è stato organizzato nell’ambito del simposio “Demeter Raccontare il cibo – Scoprire l’identità mediterranea dei territori dell’Istituto, diretto dal dirigente scolastico Nicolantonio Cutuli.

Dopo i saluti del dirigente Cutuli e dell’editore Libritalia, Enrico Buonanno, relazionerà lo studioso Cinquegrana. I lavoro saranno moderati dal giornalista e professore di lettere dell’Istituto Superiore, Nicola Rombolà. A seguire ci sarà una Master-Class sulle proprietà alimentari della cipolla rossa di tropea e si concluderà con uno Show-Cooking a cura delle studentesse e degli studenti  del corso serale con degustazioni.

Un appuntamento che lega la storia e le tradizioni di questo ortaggio, che in passato era considerato persino moneta versata ai tanti lavoratori e lavoratrici della “rossa”, a forme paramiologiche, offerte votive, religiosità e cultura popolare del Mediterraneo che per i suoi nutrienti è disciplinata nella Dieta Mediterranea di cui il prof. Cinquegrana è Componente Scientifico. Ha seguito il viaggio della grande emigrazione con le sue settantadue foglie che avvolgono l’elemento gastronomico tropeano lungo la cui costa i Cavalieri Templari portarono la semenza dalle terre orientali dell’Escalogne. La cipolla ha avuto grande diffusione soprattutto in Egitto, assieme ad altri prodotti ortofrutticoli come ad esempio il porro. Da alcuni studi sembra che, assieme al ravanello, facesse parte della dieta alimentare degli operai che costruivano le piramidi dei grandi faraoni.

Ad ogni modo ha riscosso moltissimo successo tra gli egizi, non solo perché si trasportava e immagazzinava facilmente, ma anche perché, grazie alla sua forma sferica ed agli anelli concentrici al suo interno che formano una volta tagliata, veniva associata alla vita eterna. veniva anche largamente utilizzata ascopo terapeutico contro i morsi di serpente, o per alleviare il mal di testa, o contro la perdita di capelli; a partire dal XVI secolo la cipolla veniva inoltre prescritta come rimedio contro l’infertilitàoltre che per le donne, anche per gli animali domestici. Insomma miti, leggende che andranno a raccontare l’identità magica della terra di Tropea. (rvv)

A Tropea conclusa la rassegna nazionale “Christmas Inside”

di CATERINA SORBILLI – Il Coro Polifonico “Don Giosuè Macrì” di Tropea si è fatto promotore di una serie d’eventi speciali durante questo periodo natalizio, illuminando ulteriormente le festività con una proposta musicale che ha saputo toccare il cuore delle comunità incontrate.

Le performance presentate hanno unito musica sacra e tradizione, mettendo in risalto la bellezza del repertorio e l’abilità interpretativa dei circa 40 membri del coro, guidato abilmente dal Maestro Vincenzo Laganà e presieduto con molta sensibilità dal dott. Paolo Ceraso.

Quello presentato è stato un repertorio vario che ha spaziato dai canti natalizi classici a quelli dialettali calabresi, nell’ottica della missione che lo stesso Coro, facente parte dell’associazione “Nazionale Federcori”, ormai da anni si è prefissato cioè non solo quella di celebrare la bellezza intrinseca alla musica, ma anche di sensibilizzare le nuove generazioni al suo valore sociale e alla cultura in senso lato.

Il tour natalizio, cinque concerti offerti in diversi comuni della Provincia di Vibo Valentia, ha fatto parte della rassegna nazionale Christmas Inside, essendo il Coro “Don Giosuè Macrì” associato alla federazione “Chorus inside Calabria”; ogni esibizione è iniziata con il “Cantate Domino” di Valentino Miserachs, creando un’atmosfera solenne e gioiosa. Poi, una serie di brani natalizi ha accompagnato gli ascoltatori in un viaggio musicale che ha incluso classici come “Adeste Fideles”, “Tu scendi dalle stelle” e composizioni della tradizione calabrese, come “Nesciu u Bambineu” “Allestimundi”, “Ch’è duci ‘stu figghju”, quest’ultimo canto interpretato dalla voce solista della Soprano Gemma Fazzari. Un momento particolarmente emozionante è stato proposto con il Magnificat anima Mea, scritto da don Marco Frisina per la voce della grande Mina, ed interpretato per questi concerti dalla soprano Claudia Andolfi.

Quindi non solo musica, per questa compagine musicale, ma essa si è distinta anche per il suo impegno verso il territorio con la sua attività che va oltre la performance artistica, cercando di portare la musica in luoghi dove è stato possibile offrire conforto e speranza in contesti particolarmente delicati come quello assistenziale-sanitario.

Il Coro “Don Giosuè Macrì” è già in cammino per l’allestimento di future esibizioni musicali come quella Mariana, nella sua quinta edizione, in occasione della festività della SS Madonna di Romania, e quelle in attesa della Santa Pasqua che lo vedrà esibirsi nella Via Crucis di don Macrì con testo di san Leonardo da Porto Maurizio e riflessioni del beato don Francesco Mottola e, ancora nel mese di giugno, la partecipazione alla decima edizione della “Lunga Notte delle Chiese”. (cs)

Successo a Tropea per Teatro d’aMare

Si è conclusa, con successo a Tropea, l’ottava edizione di Teatro d’aMare, che ha deliziato il pubblico con un cartellone interamente dedicato alla drammaturgia al femminile e firmato da Francesco CarchidiMaria Grazia Teramo.

Il festival è stato organizzato dall’Associazione LaboArt Tropea e patrocinato dal Comune di Tropea, main sponsor dell’iniziativa sono LaboApartments, Tropis Hotel, Acqua degli Dei e Associazione Albergatori Tropea (As.Al.T.). LaboArt Tropea è un’Associazione nata nel 2010 che opera in ambito culturale e sociale. Produce spettacoli teatrali, organizza corsi di formazione a lungo termine ed eventi culturali tesi ad incrementare l’offerta culturale nel territorio calabrese, durante tutto il corso dell’anno.

L’associazione si occupa principalmente di percorsi di teatro-terapia, teatro sociale e teatro di comunità; per la naturale vocazione a coinvolgere utenti con disagi mentali, sociali o propensi all’emarginazione. Non avendo a disposizione un teatro, LaboArt ha abbattuto il concetto classico di teatro e ha sfruttato luoghi inconsueti per le pratiche teatrali (chiese sconsacrate, ex biblioteche, spiagge, boschi).

L’Associazione organizza dal 2015 il festival “Teatro d’aMare” durante il periodo estivo e la rassegna “Zona di Contagio” durante il periodo invernale. Le due manifestazioni sono nate con l’obiettivo di migliorare il tessuto culturale della zona, di riportare lo spettacolo dal vivo tra le abitudini della comunità e per provare a creare un movimento culturale che instauri legami con i gruppi artistici che hanno sede sul territorio regionale e nazionale.

«L’esito dal punto di vista emotivo, è stato devastante – hanno detto Carchidi e Teramo – abbiamo fatto i conti con l’imprevedibilità, ma questi apparenti ostacoli sono diventati preziosi compagni di viaggio, tramutando questa esperienza in qualcosa di indimenticabile. Il pubblico che ha assistito alle serate è stato eroico perché ha deciso di volerci essere a tutti i costi, nonostante le intemperie. Di fronte alla manifestazione del loro consenso per ciò che abbiamo realizzato, ci siamo sentiti capiti, amati».

Il tratto distintivo che rende questo Festival unico è rappresentato dall’osmosi che si crea fra l’ambiente, gli artisti e le compagnie. Un insieme di persone uniche che hanno reso il cartellone di quest’anno una poesia in movimento. Alessandra Cristiani in primis, che a causa di una forzata assenza si è trasformata in  natura primordiale, in una marea di lacrime che scendevano dal cielo per quello che è solo un appuntamento rimandato con la sua straordinaria espressività. Magnifico nel suo carisma dominante Roberto Latini che ha recitato con tutto il suo corpo i versi scolpiti nell’aria di Mariangela Gualtieri, nel tramite di uno strumento che evoca parole urgenti e struggenti.

«E poi Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich – ha spiegato Carchidi –  che anche se li hai appena incontrati ti sembra che li conosci da una vita. Luisa Borini e la sua iconica leggerezza nel giocare con le ferite del suo passato. Michele Losi e Campsirago, residenza capace di traslare il festival dalle mura del giardino del Museo Diocesano, per spostarlo in ogni angolo della città. A Pakkyone, tenero e inquietante, accogliente e perturbante. E ancora ai Quotidianacom e alla loro cinica ironia che mentre ridi ti devasta dentro».

Il festival si è chiuso con una performance musicale delle Tarab Ensamble, con una selezione di musiche dal mondo rielaborate con grande intensità e partecipazione emotiva.

«E poi – conclude la Teramo – varie ciliegine sulla torta, con la polverina magica della fatina B interpretata da Elisa Trapuzzano, la materia in movimento di Caterina Stillitano, le rughe delle sagge sculture di Nadia Riotto e la comunicatività della pietra scolpita da Meduso, ovvero Gerardo Mazzitelli. A rendere uniche le notti del festival poi ci ha pensato anche il nostro staff organizzativo e tecnico. Insieme a loro siamo diventati una famiglia. Al termine di questa esperienza ci sentiamo indubbiamente stanchi ma allo stesso tempo fieri per ciò che abbiamo messo in piedi. Ma soprattutto siamo commossi. Ci scende una lacrima perché sappiamo che questi pazzi quattro giorni resteranno sempre nel nostro cuore». (rvv)