Coldiretti Calabria: La Calabria al primo posto per il Turismo delle Radici

Il 37% dei turisti delle radici sceglie la Calabria. È quanto emerso dall’indagine statistica dalla ricerca realizzata da Crea, Università della Calabria e Rete Rurale Nazionale nel 2023 tra le regioni italiane più gettonate dai turisti delle radici.

Dopo la Calabria segue la Sicilia (16%), Campania e Veneto (13%), Marche (12%). Puglia, Toscana e Sardegna (10%), Emilia Romagna e Liguria (9%), Abruzzo (8%) e Basilicata (6%).

L’anno 2024 è stato dichiarato “Anno delle radici italiane” nell’ambito del Progetto Pnrr “Il Turismo delle Radici”. Un fenomeno che è generato dai 60 milioni di emigranti e loro discendenti, di prima, seconda, terza o quarta generazione, che vivono fuori dai confini nazionali. Si tratta di un numero maggiore a quello dei cittadini italiani in patria che rappresenta dunque una importante risorsa del Paese da valorizzare.

Secondo le stime dell’Osservatorio Coldiretti su dati Isnart e Banca d’Italia sono circa 7,8 milioni il numero di turisti stranieri di origine italiana che ogni anno vogliono riconnettersi con le proprie radici visitando la terra di origine della propria famiglia con una spesa annuale stimata pari a 8 miliardi. Il fenomeno riguarda direttamente le aree rurali interne dalle quali è partita una forte emigrazione anche se il viaggio viene finalizzato normalmente anche alla visita dei luoghi più turistici.

il cibo, che rappresenta un elemento sempre più significativo dell’esperienza turistica, assume una rilevanza ancora maggiore in questi casi poiché l’emigrazione ha riguardato aree agricole e le tradizioni a tavola sono espressione più diretta del legame con la terra. Ben il 96% dei viaggiatori delle radici in Italia ha apprezzato la cucina locale e l’80% ha fatto acquisti di cibo o bevande.

Il risultato è che al rientro della vacanza il 43% si rivolge con maggiore assiduità a prodotti agroalimentari italiani e li consiglia a parenti ed amici ma c’è anche un 12% che li compra senza pero’ consigliarli. I turisti delle radici diventano quindi veri ambasciatori all’estero del Made in Italy e contribuiscono anche a ridurre il fenomeno dell’italian sounding poiché l’acquisto rappresenta anche un ricordo piacevole della vacanza frutto anche del desiderio di sostenere la propria terra che è significativo per la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’Unesco. (rcz)

A Mesoraca fa tappa Italea, la tre giorni all’insegna del turismo delle radici

Da giovedì 9 a sabato 11 maggio, a Mesoraca farà tappa progetto nazionale Italea, promosso in Calabria dal team di Radici in Viaggio Impresa sociale, con il supporto del ministero degli Affari Esteri, che punta sul turismo delle radici.

Italea è il programma di promozione del turismo delle radici, lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale all’interno del progetto Pnrr e finanziato da NextGenerationEu per il periodo 2022-2025.Il progetto mira ad attrarre italiani all’estero e italo-discendenti intenzionati a scoprire i luoghi e le tradizioni delle proprie origini, fornendo un insieme di servizi per agevolare il viaggio in Italia, grazie anche all’organizzazione capillare costituita da 20 gruppi, ognuno per una regione italiana, che avranno cura di informare, accogliere e assistere i viaggiatori delle radici.

Italea, dunque, è un progetto dedicato sia a chi conosce già le proprie origini italiane e vuole organizzare un viaggio per scoprire e ritrovare i luoghi, i costumi e la cultura dei propri avi, sia a chi le deve identificare, e che potrà avvalersi di una rete di genealogisti affidabili.

Il nome Italea deriva da “talea”, una pratica con cui si consente ad una pianta di propagarsi. Recidendo una parte e ripiantandola, le si può dare nuova vita, facendo crescere nuove radici: proprio come accade con le migrazioni.
Questo programma rappresenta la riconoscenza della “pianta madre” al proprio fiorire nel mondo.

La mappatura di Italea Calabria, da tre mesi, crea sull’intero territorio calabrese esperienze vivaci e condivise, mettendo in rete e in dialogo cittadini, associazioni, imprese e presidi civici locali con i loro interlocutori Istituzionali a ogni livello.

«Questa è la terza tappa di comunità – hanno detto da Radici in viaggio Impresa sociale – che ci porta ad esplorare e interagire con i luoghi considerandoli e vivendoli come portatori di identità».

«L’obiettivo – hanno spiegato – è sviluppare azioni e segni concreti in grado creare destinazioni turistiche sulla base di esperienze dalla forte connotazione identitaria. Ogni incontro con le realtà locali è per noi – chiudono – il primo passo per generare relazioni tra coloro che vogliono ritrovare il legame, spezzato dall’emigrazione, con la propria terra di origine, esercizio coinvolgente anche per quanti vivono da genius loci».

Una dimensione altra del turismo che ha a che fare con i sentimenti e con il giusto valore da attribuire ai luoghi, una lente d’ingrandimento sulla cultura delle tradizioni, dell’enogastronomia e delle testimonianze storico – artistico – religiose.

Giovedì 9, alle 18.30, alla Casa della Cultura si terrà un incontro di Comunità con storie, luoghi e personaggi di Mesoraca. Venerdì 10, alle 17, degustazione olio presso Cantina Azienda agricola biologica Tesoriere” via Magna Grecia Mesoraca.

Sabato 11, dopo la visita guidata nella Riserva Naturale regionale del Vergari alle 10, nel pomeriggio, alle 17, al Santuario SS. Ecce Homo, si terrà un dibattito.

Dopo i saluti di Eloisa Tesoriere, assessore alla Cultura di Mesoraca, intervengono Cristina Porcelli, coordinatrice Regionale Italea Calabria, Emiliano Cistaro, presidente Riserva Regionale del Fiume Vergari, Roberto Tesoriere, ambasciatori di Calabria, Padre Francesco Bramuglia, convento SS Ecce Homo, Umberto Ferrari, naturalista (Calanchi del Marchesato), Mario Cimieri, geologo e presidente Ass. Halite, Concetta e Nicolò Trimarchi, Boschi puliti, Elisabetta Brittelli, imprenditrice e presidente Confartigianato Imprese Donna Crotone, Mariella Cosentino, Slow Food Crotone. Modera Serena Franco, referente Italea Calabria.

Chiude l’evento il concerto Canti della Terra, anima, Corpo, Poesia, Musica e Voce di e con Daniel CundariDaniele Fabio(rkr)

All’Unical presentata la conferenza scientifica internazionale sul Turismo delle Radici

di FRANCO BARTUCCI  – Si è svolta presso l’aula Sorrentino del Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche dell’Università della Calabria, su iniziativa del Centro Ricerche e Studi sul Turismo, una conferenza stampa per presentare un meeting internazionale sul “Turismo delle radici”, che si svolgerà nel Campus universitario di Arcavacata dal 12 al 15 dicembre 2024 ed avrà come titolo Roots Tourism.

Una sintesi indicativa sulla evoluzione del significato ormai chiaro e programmatico noto come Turismo delle radici, che ha trovato nell’Università della Calabria fin dall’avvio del corso di laurea in Scienze Turistiche, con presidente del consiglio il prof. Ezio Marra e successivamente con la prof.ssa Sonia Ferrari nel periodo 2007/2016, una particolare fonte di ricerca e di sviluppo sociologico e culturale internazionale, con la condivisione dei componenti dello stesso organo di gestione, che ha portato il Ministero degli Esteri a sovvenzionare la ricerca con la pubblicazione di un libro in doppia lingua inglese/italiano, curato proprio da Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera.

Per presentare la Conferenza internazionale “Roots Tourism”, promossa dal Centro Ricerche e Studi sul Turismo (CReST) dell’Università della Calabria e dall’Osservatorio Universitario sul Turismo (OUT) dell’Università Federico II di Napoli, si è svolta una conferenza stampa, moderata da Tullio Romita del CReST del Dipartimento di Scienze Aziendali e Scienze Turistiche, ideatore e coordinatore della Conferenza “Roots Tourism”, che in apertura ha dato spazio al saluto della prorettrice dell’Università della Calabria, prof.ssa Patrizia Piro, la quale si è complimentata della corposità del comitato scientifico e dell’aspetto internazionale, con accademici appartenenti ad oltre 30 Atenei italiani, europei ed extraeuropei. 

Nel suo intervento ha manifestato soddisfazione per il taglio interdisciplinare dato alla conferenza, soffermandosi sulla evidente opportunità che l’avvenimento offre ai ricercatori di confrontarsi su aspetti rilevanti attinenti lo sviluppo sostenibile del territorio. Ha, altresì, sottolineato ed auspicato all’interno dell’Università della Calabria la maturazione di gruppi interdisciplinari dediti alla creazione di progetti mirati allo sviluppo della stessa Università in rapporto alla crescita della Regione Calabria e della sua società in termini, sociali, economici e culturali, nella logica di dare valore alla sua collocazione nell’area del Mediterraneo di fronte alle attese del continente europeo.

Quale componente dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria” ha annunciato l’interessamento della stessa associazione nello studiare le forme migliori per portare i figli degli emigranti calabresi sparsi nel mondo a trascorrere un periodo di studi nell’Università della Calabria ed attingere informazioni e conoscenza sul patrimonio culturale e storico delle proprie fonti di origine dei genitori.

La Conferenza, ha spiegato subito dopo Tullio Romita, si concentra sull’identità di luogo, la glocalizzazione, i processi di sviluppo locale, l’economia, il lavoro e il mercato nel contesto del turismo delle radici. Oltre agli Atenei promotori, ricercatori provenienti da numerose istituzioni italiane ed estere parteciperanno alla conferenza, contribuendo a una discussione internazionale su buone pratiche, ricerca scientifica e aspetti economici di questo settore in crescita.

«Il tema del “Turismo delle Radici”, in questa Conferenza – ha spiegato Tullio Romita – viene proposto come forma di viaggio e soggiorno rilevante per lo sviluppo economico, sociale e culturale, delle comunità che lo accolgono, fatto di persone emigrate e/o loro discendenti che viaggiano verso i propri luoghi d’origine». 

L’idea della conferenza internazionale si è sviluppata a seguito di uno stimolo dei guest editors (Tullio Romita, Fabio Corbisiero, Antonella Perri, Philippe Clairay) dello special issue “Roots Tourism”, pubblicato nel 2023 dalla Rivista Scientifica “Fuori Luogo”, ed ha trovato compiuto avvio grazie alla collaborazione scientifica in essere fra il Centro Ricerche e Studi sul Turismo (CReST) del Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche dell’Università degli Studi della Calabria e l’Osservatorio Universitario sul Turismo (OUT)del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi Federico II di Napoli.

«È stata questa – ha sottolineato Tullio Romita – la strada apparsa più utile al fine di acquisire conoscenze più approfondite su un fenomeno sociale che nella società contemporanea sta trovando un interesse crescente, anche a livello di governance pubblica. A tal proposito si ricorda che il Pnrr ha destinato 20 milioni di euro proprio alla valorizzazione, tramite il Maeci, del Turismo delle Radici, e che la Calabria per prima ha proposto il progetto Terra dei Padri».

Nel parlare dei contenuti della Conferenza in cantiere per la fine dell’anno Tullio Romita ha ricordato la più che ventennale esperienza di ricerca maturata sul tema dal gruppo di lavoro del Centro Ricerche e Studi sul Turismo dell’Unical: nonché delle varie pubblicazioni che si sono succedute negli anni a partire dal 1999. Il fenomeno turistico in questione era stato segnalato quale questione rilevante, in particolare per la Calabria.

A seguire sono intervenuti: Antonella Perri, che ha sinteticamente esposto l’organizzazione scientifica, i tempi per l’invio dei contributi ed il funzionamento del sito internet del convegno, che sarà ulteriormente migliorato nei prossimi giorni; Giovanni Tocci, che ha illustrato i temi e le aree tematiche su cui gli accademici interessati potranno proporre i loro contributi scientifici; ed  infine, Fabio Corbisiero, dell’Università di Napoli, che oltre a ricordare la proficua collaborazione con l’Università della Calabria, ha evidenziato che per arrivare alla pubblicazione del numero speciale sul Turismo delle Radici prima citato sono occorsi 14 mesi di lavoro, ed ha anche sottolineato che l’evento prevede altri due spazi di confronto e discussione, uno riservato alle professioni, e l’altro al mercato, del turismo delle radici.  (fb)                            

Turismo delle radici, gemellaggio tra Seniors di Siderno e Toronto

di ARISTIDE BAVATurismo delle radici, anche i Seniors del Centro di Aggregazione socio culturale di Siderno sono dell’opinione che questo tipo di turismo possa funzionare e portare sempre più nuova gente sul territorio.

E proprio in virtù dell’interesse che il Turismo delle radici sta portando nel nostro Paese il folto gruppo di pensionati sidernesi hanno firmato un accordo di  gemellaggio con i Seniors sidernesi di Toronto e sono pronti ad impegnarsi per favorire il “ritorno” dei tanti emigrati sparsi in vari Paesi del mondo.

Nei giorni scorsi, a questo proposito ha avuto luogo nella sede del Centro Aggregazione Socio-culturale di Siderno una emozionante cerimonia indirizzata a festeggiare due cittadini Sidernesi, Pino Correale e Vincenzo Reale, da tantissimi anni emigrati in Canada, che si stanno particolarmente distinguendo  per il continuo contatto che hanno mantenuto e mantengono con i Sidernesi emigrati a Toronto e nello stesso tempo per il legame stretto e  mai interrotto con Parenti e Amici che vivono nella  cittadina ionica. I due sono stati accolti dalla presidente del Centro, Cesira Sorace, da Mario Diano, presidente del Corsecom e dal folto gruppo dei seniors locali.

La notizia non assumerebbe particolari rilevanza se i due “Ambasciatori” come ci piace chiamarli, arrivati a Siderno dopo aver avuto contatti frequenti con i soci del nuovo Centro di Aggregazione ,rinato da meno di un anno, non avessero ufficialmente proposto un gemellaggio con il quale creare delle opportunità di diversa natura, soprattutto in considerazione del fatto che solamente nell’Area di Toronto risiedono oltre 6000 cittadini di origine Sidernese con i quali sia Correale che Reale  negli anni hanno creato e mantenuto conoscenze e contatti.

Questi contatti sono stati facilitati dalla presenza a Toronto della Storica e molto frequentata Associazione dei Sidernesi che ha visto i nostri 2 concittadini in veste di fondatori sempre in prima linea nelle varie attività sociali. Addirittura Vincenzo Reale per circa 6 anni è stato Presidente  Durante l’incontro sidernese Vincenzo Reale ha tenuto ad evidenziare come in in questi ultimi anni si e sviluppato maggiormente tra gli emigrati la voglia di viaggiare, e soprattutto  un grande desiderio di ritornare in Italia nella propria terra, in Calabria, per scoprire i luoghi di origine.

Per visitare quei posti dove ritrovare le proprie radici e che molti di loro portano sempre nel cuore. Per riscoprire vecchie tradizioni , ricordare la loro storia, la loro identità. Questo desiderio di venire in Calabria è maggiormente sentito dalle persone che oggi si trovano in pensione e che vogliono riappropriarsi della loro storia familiare e culturale. Pino Correale, dal canto suo, dall’alto della sua esperienza,,ha evidenziato, con piena convinzione, che è arrivata l’ora di creare le condizioni per incoraggiare e facilitare questo ritorno alla terra natia che occupa un posto speciale nel cuore di ogni emigrato.

Gli esperti chiamano questa nuova voglia dei nostri emigrati, appunto “Turismo delle radici” oggi decisamente di moda e recentemente celebrato in una corposa riunione organizzata a Roma dal Ministro Antonio Tajani che ha chiamato a raccolta tantissimi sindaci. Gli stessi esperti affermano che già in Calabria questo tipo di turismo si sta diffondendo dalle località marine e quelle interne, in particolare nei suggestivi  Borghi Antichi dove si creano e si sviluppano momenti di grande umanità, .socialità, e sopratutto intense attività culturali accompagnati da una importante attività economica e occupazionale.

Correale e Reale, alla luce della splendida accoglienza loro riservata dai seniors sidernesi si sono già messi al lavoro per far arrivare sempre più gente nel territorio della Locride e sono convinti che in sede locale non mancherà uno scatto d’orgoglio per non lasciarsi sfuggire questa storica opportunità che potrebbe finalmente segnare una svolta decisiva per il turismo e permettere ai  giovani che desiderano restare  nella loro terra di abbandonare l’idea di emigrare e di trovare nel loro territorio una dignitosa possibilità di lavoro oltre che una vita certamente decorosa.

Un incontro, dunque, decisamente positivo che certamente non rimarrà isolato. (ab)

Presentato a Roma il progetto del Turismo delle Radici di Squillace e Stalettì

È stato presentato, al ministero degli Esteri, il progetto Il bello delle origini, alla ricerca di memorie e di legami, del Comune di Squillace e Stalettì con l’attiva collaborazione del team dello Sportello Europa del comune di Squillace per il bando Turismo delle Radici.

Si tratta di un’ iniziativa finalizzata a coinvolgere gli italiani all’estero e gli italo-discendenti non solo nella scoperta dei luoghi da cui provenivano gli antenati, ma anche nella conoscenza di tutti quegli elementi di cui si compone il patrimonio culturale del territorio regionale e nazionale.

 Il progetto è in piena sintonia con le indicazioni del piano di sviluppo turistico 2023-2025, da pochi giorni approvato dalla giunta regionale della Calabria. Il documento regionale  sottolinea la necessità di mettere in campo proposte territoriali volte a favorire l’incremento delle presenze turistiche nella nostra regione, attraverso la diversificazione dell’offerta. Come noto, i flussi turistici della Calabria sono caratterizzati da un’elevata concentrazione nel periodo estivo. Il turismo di ritorno rappresenta indubbiamente un  filone ricco di potenzialità da cui i comuni di Squillace e Stalettì prevedono di  ottenere importanti risultati.

Squillace, già dal 2020 attraverso il progetto Squillace-Day, nato con lo scopo di rafforzare i legami con gli squillacesi emigrati, ha realizzato anche interessati raccolte di foto d’epoca su singoli aspetti della vita comunitaria della Squillace dei decenni passati.  Nell’ambito di tali iniziative, nel corso della passata stagione, con lo squillacese Giuseppe Mungo, emigrato in Francia dagli anni ’50, è stato condiviso l’avvio del cammino dell’emigrante. Nella strada provinciale sotto il Castello è stato installato il primo pannello in ceramica artistica, donato dallo stesso Mungo, con testi ed immagini dei delicati momento della partenza e del distacco dal proprio paese.  

Attraverso il progetto, presentato al ministero egli esteri, si prevede di attivare dei veri e propri “Laboratori delle Radici” con cui promuovere la conoscenza delle tradizioni, della cultura, della storia e del dialetto delle comunità di Squillace e Stalettì, promuovere percorsi culturali, ambientali ed enogastronomici. In particolare, anche con la diretta partecipazione dei volontari delle associazioni locali impegnate nel settore della promozione turistica, sono previste attività di raccolta foto d’epoca e di storie di vita degli Squillacesi emigrati all’Estero. Saranno inoltre censite e coinvolte le attività aziendali interessate ad offrire ai giovani residenti all’estero, durante i periodi di vacanza presso le nostre comunità, la possibilità di effettuare un’esperienza lavorativa nella terra dei propri antenati.   

È prevista, inoltre, l’attivazione di uno spazio interattivo (sia fisico che digitale), all’interno del quale svolgere le attività necessarie ai lavori ed alle riunioni operative che avranno come punto di riferimento i locali comunali già in uso allo Sportello Europa ed alla pro-loco. Il sito-web dedicato avrà, in stretta collaborazione con l’ufficio tecnico comunale, una sezione dedicata alla possibilità di investimento strategico o immobiliare sul territorio da parte dei viaggiatori delle radici, mediante un censimento di tutti gli edifici ed abitazioni che risultano allo stato abbandonate o non utilizzate.

Una particolare attenzione sarà dedicata alla realizzazione di ricerche genealogiche, presso gli archivi comunali, sotto l’aspetto storico, sociologico ed antropologico.  Altra azione prevista è una stretta collaborazione con le associazioni di squillacesi all’estero. Tra queste è stata già sottoscritta l’adesione dell’associazione culturale italiana de la “Broye”, con sede in Svizzera, il cui presidente è lo squillacese Pino Vallone, da anni impegnato nella promozione della cultura e dell’identità di Squillace all’estero.

«Dopo aver toccato con mano – ha puntualizzato l’assessore alla programmazione e turismo, il sociologo Franco Caccia i limiti ed i rischi della globalizzazione, puntare con decisione sulla ricerca e sulla valorizzazione dell’identità dei nostri territori, attraverso il coinvolgimento dei nostri concittadini, residenti in altri contesti territoriali, costituisce una bella opportunità da utilizzare per rigenerare la vita sociale ed economica delle nostre comunità». (rrm)

In copertina, l’antica Banda musicale di Squillace

Siderno all’incontro a Roma sul Turismo delle Radici

di ARISTIDE BAVATurismo delle radici, Siderno c’è.  Anche la Città di Siderno ha partecipato all’incontro, convocato dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, che si è tenuto nei giorni scorsi nella Sala conferenze internazionali della Farnesina a Roma, in merito all’adesione del Comune al progetto di promozione “Turismo delle radici”.

L’incontro era indirizzato ai Comuni con più di sei mila abitanti e  mirava ad approfondire la possibilità di organizzare eventi e iniziative in occasione del 2024, anno delle radici italiane nel mondo, e di sviluppare strategie condivise tra i Comuni aderenti. L’Amministrazione Comunale di Siderno, è stata  rappresentata  da Davide Lurasco, consigliere delegato ai Rapporti con le Associazioni, allo Sport, alle Manifestazioni e agli Eventi.

Siderno si è resa, subito, disponibile a collaborare a questo nuovo progetto del Ministero degli Affari Esteri, che mira a far scoprire le proprie origini italiane a chi è nato all’estero, mettendolo in collegamento con le tradizioni e la cultura della sua famiglia.  L’iniziativa, in una nota dell’amministrazione comunale  viene definita «una interessante operazione turistica e culturale, che, al contempo, potrà dare spazio a nuove future collaborazioni internazionali, anche sul piano degli investimenti economici, facendo conoscere la Città nel mondo attraverso chi, a Siderno, conserva le sue radici».

D’altra parte, questo è già stato evidenziato nel recente passato il Turismo  delle radici è una grande occasione per i territori come questo della Locride, ricco di piccoli centri interni in gran parte abbandonati proprio dai migranti di prima generazione. E se è vero che l’anno 2024  è stato dichiarato proprio  l’anno del turismo delle radici, ovvero quel tipo di turismo per cui gli italiani emigrati nel mondo e i loro discendenti (circa 60/70 milioni di persone) vogliono tornare a visitare i luoghi natii, è certamente molto importante approfittare di questa occasione e cercare di promuovere quanto più è possibile questi luoghi ancora pieni di fascino che sono, adesso, parte integrante del turismo moderno.

Sono moltissimi gli emigrati, o i loro discendenti, che vogliono scoprire o riscoprire i luoghi dei loro antenati. Siderno e con Siderno l’intera Locride, dovrebbe organizzarsi seriamente per questo tipo di turismo. Un turismo  che dovrebbe puntare, soprattutto,  all’investimento nei borghi antichi di cui il territorio e ricco e dove si possono proporre un vasto raggio di offerte turistiche mirate soprattutto al coinvolgimento del grande numero di italiani sparsi nel mondo.

Nella Locride si è vissuto in maniera fortemente “pesante” il dramma dell’emigrazione negli anni del dopoguerra e, uindi, l’intero territorio  può vantare numeri molto rilevanti di emigrati o loro discendenti, dislocati in tanti Paesi, che sarebbero molto propensi a riscoprire i luoghi delle loro origini o dell’origine dei propri avi. Per ottenere risultati seri e rilevanti, però, bisogna dire basta all’improvvisazione e attivare una seria programmazione progettuale che con tutti gli accorgimenti necessari potrebbe essere veramente dirompente per il territorio e diventare  un potenziale incredibile per la qualificazione e la riscoperta degli stessi borghi antichi.

La riscoperta dei luoghi di origine, della cultura, dei modi di essere, dell’enogastronomia, delle tradizioni  sono, infatti, gli elementi giusti per incidere in modo significativo sul tessuto sociale ed economico delle  comunità della Locride.

A Roma sono state dettate le linee per puntare a questo nuovo tipo di turismo. Resta l’augurio che si sfrutti seriamente questa occasione. (ab)

 

LA SCOMMESSA DEL TURISMO DELLE RADICI
ANCHE TAJANI (MINISTRO ESTERI) CI CREDE

di FRANCO CACCIA  – Nonostante i tanti impegni, in campo nazionale ed internazionale, il ministro degli esteri, on. Le Antonio Tajani, ha inteso presenziare e seguire di persona buona parte dei lavori della riunione con i sindaci ed amministratori dei comuni della Calabria,  tenuta alla Farnesina lo scorso 15 dicembre, programmata per dare il via alle iniziative inerenti il progetto turismo delle radici, curato dalla stesso ministero. Con il termine turismo delle radici ci si vuole riferire a quel numeroso e variegato mondo di emigrati che, nei decenni passati,  si sono trasferiti dai paesi di origine, quasi sempre per motivi di lavoro e che esprimono il desiderio, possibilmente accompagnati anche da figli e nipoti, di rincontrare luoghi e persone della loro infanzia. 

La popolazione di calabresi emigrati all’estero si aggira ad oltre 6 milioni di persone, il triplo della popolazione attualmente residente in regione Calabria. Un numero sicuramente ricco di grandi potenzialità per il turismo calabrese anche perché, come recita un detto riportato dal direttore Santo Strati nel suo ultimo libro dal titolo Calabria, Italia, «è facile togliere alla Calabria un calabrese. Impossibile togliere ad un calabrese la Calabria». È sintetizzato in questa illuminante frase il legame ed il vissuto emozionale che contraddistingue i calabresi che vivono fuori regione.

Nel suo intervento introduttivo il ministro Tajani ha rimarcato la bontà dell’iniziativa Turismo delle radici, che «consentirà a tanti italiani residenti all’estero,  di fare ritorno, sia pur temporaneamente, nei paesi dove sono nati e/o cresciuti, incontrare loro coetanei, riscoprire il valore delle tradizioni, rigenerare le emozioni»

Giova evidenziare che la presenza di questa tipologia di turisti consentirà ai comuni non solo di destagionalizzare la propria offerta turistica ma anche di animare le rispettive comunità con il diretto coinvolgimento operativo da parte delle associazioni e della popolazione del territorio, testimoni di un’identità sociale e culturale da tutelare e valorizzare. All’incontro presso la Farnesina era presente una folta delegazione di sindaci ed amministratori dei comuni della Calabria, già sottoscrittori nei mesi scorsi di una convenzione con il ministero degli esteri finalizzata allo sviluppo di attività ed iniziative di accoglienza ed animazione territoriale nell’ambito del progetto Turismo delle radici.  I dettagli delle fasi del progetto sono stati illustrati dal dr. Luigi Vignali, dirigente generale del dipartimento italiani all’estero e politiche migratorie e dal consigliere del ministro Tajani, dott. Antonio Corsi.

Secondo quanto riferito dai citati referenti, il ministero degli esteri promuoverà a breve un avviso pubblico, per un ammontare complessivo di 5 milioni di euro,  rivolto ai comuni per il sostegno alle spese previste per la realizzazione di attività di accoglienza ed animazione nei territori interessati. Molto partecipato l’incontro con domande ed osservazioni da parte degli amministratori locali. Tra le principali richieste al ministro Tajani quella di intervenire, anche in concorso con altri istituzioni pubbliche ( ministeri, regioni), per ottenere facilitazioni e sconti adeguati  da parte dei turisti delle radici nell’acquisto di biglietti aereo e treno.

Come noto per la Calabria, l’attuale offerta dei principali vettori aereo, per esosità dei costi e per l’esiguità del numero dei voli (nazionali ed esteri), costituisce una vera e propria criticità che rischia di diventare l’ennesimo freno allo sviluppo di questa interessante  iniziativa di sviluppo turistico. Tra le proposte avanzate dagli amministratori anche quella di replicare la felice iniziativa realizzata negli anni scorsi in Calabria con l’istituzione del treno del sole. In quel caso, l’iniziativa promossa da Michele Traversa, assessore pro-tempore al turismo della regine Calabria, prevedeva la gratutità  del treno per quanti s’impegnavano ad effettuare un soggiorno di almeno 7 giorni presso in strutture ricettive della Calabria.

Nel caso dell’istituzione di voli charter dedicati al turismo delle radici, come già proposto dal direttore Santo Strati nel corso di un convegno su questo tema tenutosi  a Squillace nello scorso mese di settembre, si potrebbe ipotizzare la formula del 2×1 con un biglietto gratuito ed uno a carico dei turisti che arriveranno in Calabria nel corso dei prossimi mesi. 

Nell’intervento conclusivo è stato sottolineato dai dirigenti ministeriali che l’attuale progetto debba intendersi come l’avvio di un percorso nuovo, tra comuni e lo stesso ministero, destinato a crescere nel tempo ed a rafforzare le sinergie istituzionali e territoriali per il raggiungimento di risultati di qualità, sia di tipo economico ma soprattutto di tipo sociale, culturale e relazionale. (fc)

Giovedì si presenta la Ricerca sulla Valorizzazione di olio e territori agricoli rurali attraverso il Turismo delle Radici

Giovedì 14 dicembre, nell’Aula Sorrentino dell’Unical, alle 15, sarà presentata la Ricerca sulla valorizzazione di olio e territori agricoli rurali attraverso il Turismo delle Radici.

Dopo 3 anni dalla pubblicazione dell’ampio lavoro di ricerca sul “Turismo delle Radici” a firma di Sonia Ferrari, docente di marketing del turismo e marketing territoriale presso l’Università della Calabria, e Tiziana Nicotera, cultore della materia presso la stessa Università ed esperta del ramo, è maturata l’idea di allargarne i contenuti con un’ulteriore indagine, condotta dalle due ricercatrici con Anna Lo Presti dell’Università di Torino, in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA).

È nata, dunque, una nuova ricerca dal titolo: Turismo delle radici e promozione all’estero dei prodotti agroalimentari italiani: un focus sul settore olivicolo-oleario, svolta nell’ambito del progetto Oleario – Dove l’Italia lascia un segno.

Essa ha inteso scandagliare le potenzialità per ampliare il mercato del nostro agroalimentare e favorire lo sviluppo delle aree rurali a vocazione olivicola, un fenomeno che potrebbe interessare circa 60 milioni di italiani all’estero e un possibile introito di 8 miliardi di euro.

Essi mostrano che gli italiani emigrati che tornano come turisti per riscoprire le proprie radici sono fortemente legati alla terra dei propri avi (71%), ne apprezzano la cucina (83%), acquistano e  consumano prodotti agroalimentari italiani anche al ritorno dopo il viaggio (oltre il 61% li ha acquistati negli ultimi 6 mesi e oltre la metà li ha consumati anche più volte a settimana) e li promuovono  presso parenti e amici una volta tornati a casa (più dell’87% del totale). Infine, per oltre 73%, l’olio di oliva italiano è di qualità superiore, nonostante il mercato poco sviluppato all’estero – sia per la difficoltà a reperire il prodotto che per i prezzi elevati-.

Come illustreranno Ferrari, Nicotera e Lo Presti, sono state condotte due indagini.  Una prima indagine, di tipo qualitativo, ha esplorato il tema e offerto un primo approccio conoscitivo, utile alla definizione dell’indagine statistica. È stata svolta attraverso interviste in profondità e focus group che hanno coinvolto 40 soggetti, fra cui turisti delle radici, rappresentanti di associazioni di italiani all’estero e in Italia, amministratori pubblici, produttori di prodotti enogastronomici (in particolare oleari), rappresentanti di istituzioni, esperti e operatori turistici.

L’indagine statistica, a cui hanno partecipato oltre 600 turisti delle radici, è stata condotta attraverso un questionario strutturato, composto da 52 domande, disponibile on line in italiano, inglese, spagnolo e portoghese. Si è focalizzata sulla connessione che può sussistere tra viaggio delle radici in Italia e acquisto, consumo e promozione presso amici e conoscenti dei prodotti agroalimentari e del cibo italiano, sia durante il soggiorno in Italia, sia al rientro, indagando anche il possibile ruolo nel contrasto all’Italian Sounding. Relativamente all’olio, è stata evidenziata la scarsa consapevolezza sul mondo dell’olio extra vergine di oliva italiano non solo nel nostro Paese, ma, soprattutto, all’estero.

Dopo i saluti delle autorità, Alfio Cariola (direttore dipartimento DISCAG dell’Unical), Alessandra Pesce (Direttore CREA Politiche e Bioeconomia) ed Enzo Perri (Direttore CREA Centro Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura), Klaus Algieri (Presidente CCIAA e Confcommercio di Cosenza), Rosaria Succurro (Presidente della Provincia di Cosenza), Giovanni Maria De Vita (responsabile Turismo delle Radici del Ministero degli Esteri) e Gianluca Gallo (Assessore Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione della Regione Calabria), avranno inizio i lavori.

In apertura Sonia Ferrari, Tiziana Nicotera ed Anna Lo Presti descriveranno i principali risultati della ricerca. Successivamente Gabriella Lo Feudo del CREA tratterà il tema delle etichette e certificazioni come strumenti attrattivi per i viaggiatori delle radici mentre Emilia Reda del CREA discuterà dell’impatto del turismo delle radici sullo sviluppo delle aree rurali.

Il convegno proseguirà con uno spazio di interventi riservati ad alcuni rappresentanti di associazioni di categoria ed esperti, fra cui Maria Grazia Bertaroli (presidente Consorzio Turismo dell’Olio evo dop, igp e bio), Francesco Cosentini (direttore Coldiretti Calabria), Francesco Giacobbe (segretario 9° Commissione permanente Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato), Paola Granata (presidente Confagricoltura Cosenza), Mario Grillo (presidente nazionale Turismo Verde CIA), Lina Pecora (responsabile qualità O.P. Asprol Cosenza), Fabiola Pulieri  (giornalista ed esperta di oleoturismo) e Angelo Sollazzo (presidente Confederazione Italiani nel Mondo). Concluderà Giovanni Maria de Vita. (rcs)

Un significativo esempio dell’importanza del Turismo delle Radici

di ARISTIDE BAVATurismo  delle radici: ecco un esempio della sua importanza. Arriva dalla famiglia Mazzone, da Toronto, con una lettera che testimonia la “voglia” di rivedere i luoghi natii o dei propri antenati e traccia il viaggio fatto in Calabria accomunando alcuni posti significativi della regione prima di concludersi in contrada Chiusa di Mammola, terra di nascita dei più anziani.

Un piccolo borgo, ormai quasi del tutto abbandonato, dove si respira, però, il fascino dei tempi antichi. «Noi, famiglia Mazzone – dice la lettera – viviamo in Canada dagli anni ‘50, esattamente a Toronto, metropoli dove  il tempo non si ferma mai. Ogni anno, per tradizione, ci riuniamo per stare insieme e, durante la cena di Natale, tra giochi per i bambini, brindisi e racconti, facciamo conoscere le nostre origini anche ai più piccini, davanti ad immagini che diventano emozioni, come accade ogni volta che pensiamo alla nostra casa ormai quasi abbandonata al borgo Chiusa di Mammola».

«Così, colti da una grande voglia di far ritorno in Calabria e  far conoscere la nostra terra a chi non c’era mai stato – aggiunge la lettera – abbiamo deciso di rivolgerci ad Antonio Muià, direttore della Diano Viaggi, agenzia specializzata, il quale ha capito sin dall’inizio quale fosse il nostro desiderio proponendoci un pacchetto, denominato “Gustando la Calabria” che si è rivelato  un mix esplosivo di cultura, arte, tradizioni e, appunto, ritorno  alle origini».

Poi  il toccante racconto del capofamiglia, Enrico Mazzone, che dopo aver riunito un buon gruppo di parenti ha confermato il viaggio in Italia. «Il tour – è precisato con dovizia di particolari nella lettera – è iniziato nel migliore  dei modi:  partendo dalla Riviera dei Cedri con la piccante Diamante e i suoi Murales, passando per la sacralità di un luogo mistico quale il Santuario di San Francesco di Paola, inebriandoci nei profumi del cedro. E ancora godere dell’arte della tessitura della ginestra delle Fabbriche Bossio, respirare la magia del Museo Diocesano di Rossano con il Suo Codex Purpureus e l’eccellenza della Liquirizia Amarelli. E poi… camminare per le vie di Pizzo Calabro e Tropea, gustando la Cipolla rossa e il tartufo (gelato artigianale), ammirando scorci mozzafiato di rara bellezza davanti ai quali è impossibile non rimanere  estasiati e colorare di una nota piccante la giornata con la ‘Nduja di Spilinga. Eccoci, quindi, arrivare  in un piccolo paese dell’Aspromonte, Ciminà, ospitati da un’azienda locale dove si produce il Caciocavallo  in modo ancora artigianale e concludere con la visita di Gerace, uno dei Borghi più Belli d’Italia, incastonato tra antichi palazzi, maestose Chiese , stretti vicoli che profumano di storia e tradizioni».

La gita in Calabria, racconta ancora Mazzone nella sua lettera, ha continuato con una sosta  a Reggio Calabria e al Museo con i suoi Bronzi di Riace, e Scilla con il suo suggestivo quartiere di Chianalea  per ammirare le sue bellezze con le vedute sul mare, inebriati, al rientro, dal profumo del bergamotto nella zona di Brancaleone. Quindi l’arrivo nel paese natio di Mammola, oggi famosa per il suo stocco.

«Questo ritorno – dice Mazzone – ha generato commozione e gioia a tutti e, a Borgo Chiusa nostro luogo natio, l’impatto emotivo è stato incredibile soprattutto per chi aveva rivisto i luoghi dell’infanzia ma anche per coloro che mai c’erano stati e avevano solo potuto immaginarlo da qualche fotografia e/o da qualche racconto. Nella nostra terra avvolti dal calore delle famiglie calabresi abbiamo vissuto momenti indimenticabili tra danze e canti popolari in costumi tipici calabresi, buon cibo e vino, sorrisi sinceri e affettuosi abbracci».

Una esperienza dice Mazzone a nome di tutti che non si può scordare e che vorremmo ripetere nuovamente negli anni futuri. Certamente un buon viatico per chi spera che il “turismo delle radici” riesca a prendere piede anche in Calabria dove l’emigrazione agli albori degli anni ’50 è stata molto intensa. (ab)

L’OCCASIONE DEL TURISMO DELLE RADICI
TROVA IL TERRENO IDEALE NELLA LOCRIDE

di ARISTIDE BAVATurismo delle radici: una grande occasione per i territori come questo della Locride, ricco di piccoli centri interni in gran parte abbandonati proprio dai migranti di prima generazione. La riscoperta dei luoghi di origine, della cultura, dei modi di essere,  dell’enogastronomia, delle tradizioni sono, infatti, gli elementi giusti capaci di incidere in modo significativo sul tessuto sociale ed economico delle piccole comunità della Calabria.

Ormai è chiaro che il turismo delle radici si porta appresso una forte nicchia di mercato, e certamente un territorio come quello calabrese, ha tutte le carte in regola per porsi come punto di riferimento di questo settore. Non a caso ci si è accorti dell’importanza di questo tipo di turismo. L’anno 2024, infatti, è stato dichiarato proprio l’anno del turismo delle radici, ovvero quel tipo di turismo per cui gli italiani emigrati nel mondo e i loro discendenti (circa 60/70 milioni di persone) vogliono tornare a visitare i luoghi natii.

Per i piccoli comuni della Calabria, e per la provincia reggina e la Locride in particolare, è certamente molto importante approfittare di questa occasione e cercare di promuovere quanto più è possibile questi luoghi ancora pieni di fascino. Luoghi che possono, adesso, diventare parte integrante del turismo moderno. Sono moltissimi gli emigrati, o i loro discendenti, che vogliono scoprire o riscoprire i luoghi nativi dei loro antenati. Secondo un apposito studio fatto dagli esperti del settore le tipologie delle persone che appartengono a questo particolare tipo di turismo sono, principalmente, quattro. 

Si parte dal cosiddetto “nostalgico”, ovvero un migrante di prima generazione che ha un legame molto stretto con il suo luogo d’origine e con il territorio circostante. Parla bene l’italiano, o più spesso il dialetto, e si sente il classico  italiano all’estero. Per lui il turismo delle radici è un desiderio di condividere con la famiglia la propria storia. Nel suo viaggio riesce ad essere anche una buona guida e ancora sa dove andare e come muoversi. C’è, poi, chi viene spesso in Italia per motivi lavorativi. Si sente italiano. Organizza da solo i propri viaggi anche con la famiglia. È una persona che ha una buona influenza nella propria comunità di adozione e che è un vero e proprio testimonial di italianità all’estero. Poi c’è l’ Italiano di seconda generazione, che non si definisce solo italiano ma italo-americano, o italo-argentino, o italo-brasiliano, o spesso, soprattutto in Calabria, e nella Locride in particolare, è anche Italo-canadese.

Questo tipo di turista approfondisce le sue radici come ricerca di identità. Il viaggio in Italia significa rivedere i luoghi di origine, i borghi, le case, i cimiteri dove sono sepolti i propri antenati. Questo turista ha bisogno di percorsi programmati e di vivere esperienze di italianità. Infine c’è l’italiano nato all’estero che desidera venire in Italia per fare esperienze immersive non necessariamente legate alla volontà di riscoprire le proprie radici genealogiche. Fa parte di un gruppo con un profilo più turistico, che non si sente italiano, ma che desidera fare esperienza di italianità a lui veicolate, spesso, tramite filmografia e, più recentemente attraverso i social.

Anche per questo, il territorio calabrese dovrebbe organizzarsi seriamente per questo tipo di turismo. Un turismo  che dovrebbe  puntare, soprattutto,  all’investimento nei borghi antichi di cui il territorio e ricco e dove si possono proporre un vasto raggio di offerte turistiche mirate soprattutto al coinvolgimento del grande numero  di oriundi italiani sparsi nel mondo.

E chi, meglio della Locride, ad esempio, che ha vissuto in maniera fortemente “pesante” il dramma dell’emigrazione negli anni del dopoguerra può vantare numeri molto rilevanti di emigrati o loro discendenti, dislocati in tanti Paesi, che sarebbero molto propensi a riscoprire i luoghi delle loro origini o dei propri avi?

È chiaro, però, che bisogna dire basta all’improvvisazione e attivare una seria programmazione progettuale che con tutti gli accorgimenti necessari. Ciò potrebbe essere veramente dirompente per il territorio e diventare  un potenziale incredibile per la qualificazione e la riscoperta degli stessi borghi antichi perché si porterebbe appresso effetti positivi a cascata in diversi comparti. E con essi economia e occupazione. (ab)