Unical: un incubatore per le imprese di cultura e turismo

di FRANCO BARTUCCI – Arriva dall’Università della Calabria nel centro storico di Cosenza un con un incubatore di imprese per cultura e turismo – Il progetto sarà presentato in Conferenza Stampa giovedì 6 ottobre, alle ore 11,00, nell’aula “Umberto Caldora”.
Il Rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, insieme ai suoi delegati, presenterà il progetto “Cosenza Open Incubator”. Si tratta del primo importante passo di avvicinamento – anche logistico – dell’Unical verso il territorio, dato che l’incubatore di imprese avrà sede nel Convitto nazionale Telesio, messo a disposizione dalla Provincia di Cosenza.

Il sito è attualmente interessato da lavori di ristrutturazione, motivo per cui il Comune di Cosenza, nell’attesa, ha offerto all’Unical ospitalità nello storico Palazzo Spadafora, nel centro storico della città.
In particolare il progetto si sviluppa nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) che ha assegnato alla città 90 milioni per la rigenerazione del centro storico, uno dei quali destinato all’Unical per promuovere la selezione di startup con idee progettuali finalizzate alla creazione e allo sviluppo di imprese nel territorio, con particolare attenzione per il contesto turistico-culturale.

L’Unical ha già emanato un bando, con scadenza 31 ottobre 2022, per la selezione delle startup che saranno ospitate nell’incubatore di imprese nel centro storico.
Tutti i particolari saranno illustrati nel corso della conferenza stampa che vedrà la partecipazione, oltre che del Rettore, di Anna Laura Orrico, attuatrice Cis Calabria, di Maurizio Muzzupappa, delegato del Rettore al Trasferimento tecnologico dell’UniCal, di Andrea Attanasio, responsabile area Ricerca innovazione e impatto sociale dell’Unical, di Franz Caruso, sindaco di Cosenza, di Rosaria Succurro, presidente della Provincia di Cosenza, di Alfredo Fortunato, presidente della Sezione terziario innovativo di Unindustria Calabria, di Klaus Algieri, presidente della Camera di Commercio di Cosenza e di Antonio Costabile, delegato del Rettore alla Missione sociale dell’UniCal. (fba)

LEGGI IL BANDO COSENZA OPEN INCUBATOR

La Commissione Cultura del Comune di Cosenza ricorda i 50 anni dell’Unical

La Commissione cultura dell’Amministrazione comunale di Cosenza, con presidente Domenico Frammartino, ha inteso ricordare il  50° anniversario della nascita dell’Università della Calabria ricevendo in audizione, nella sala del Consiglio comunale, il giornalista Franco Bartucci, già responsabile dell’ufficio stampa della stessa Università ed autore del libro L’avventura di Andreatta in Calabria – Un Campus per competere nel mondo, pubblicato da Pellegrini Editore.

Presentato dallo stesso presidente Frammartino, anch’egli studente in Scienze Economiche e Sociali dell’Università della Calabria e componente in rappresentanza degli studenti nel Consiglio di Amministrazione dell’Università per due mandati dal 1979 al 1983, Franco Bartucci ha illustrato ai componenti della commissione ciò che accadde nel 1971 con la nomina ed insediamento del Comitato Tecnico Amministrativo e dei Comitati Ordinatori delle quattro Facoltà previste dalla legge istitutiva n° 442 del 12 marzo 1968.

Ha raccontato loro, con sindaco il dott. Fausto Lio, come palazzo dei Bruzi, la piazza circostante, il Palazzo Ferrari con il vicino relativo portico hanno costituito il cuore pulsante di partenza del progetto di nascita dell’Università della Calabria, sia per l’impostazione degli uffici amministrativi, del rettorato e della segreteria studenti, presso la quale, come racconta Enzo Arcuri nel suo libro La Restaurazione dell’Università – Scena e Retroscena del Campus calabrese, sono avvenute le relative operazioni di iscrizione per le prime seicento matricole; mentre alcuni alberghi della città ed istituti religiosi hanno ospitato rispettivamente studenti e studentesse, quali luoghi residenziali.

 La prima mensa è stata operativa presso l’albergo Excelsior; mentre le aule per le lezioni vennero organizzate presso l’Istituto Monaco di via Popilia per gli studenti di Fisica e per gli studenti di scienze economiche e sociali presso l’Inapli in Via Sicilia. Solo per gli studenti del corso di laurea di ingegneria venne costruita rapidamente l’aula circolare dell’edificio polifunzionale inaugurata dal Rettore, Beniamino Andreatta il 20 dicembre 1972 contestualmente al primo anno accademico.

Lo stesso Statuto dell’Università venne presentato nel mese di ottobre 1972 alla città e alle componenti politiche locali e regionali  nell’aula consiliare del Comune di Cosenza, dove si svolse nel mese di dicembre la prima assemblea degli studenti convocati per eleggere i loro rappresentanti per il Consiglio di amministrazione dell’Opera Universitaria, chiamata a curare tutti i servizi residenziali per l’intera comunità universitaria.

Palazzo dei Bruzi e Palazzo Ferraro costituiscono i luoghi dove sono state impiantate le radici per la nascita dell’Università della Calabria, dove il Comitato Tecnico Amministrativo e i Comitati Ordinatori delle quattro Facoltà hanno lavorato e scelto l’area  d’insediamento della nuova Università in un territorio a Nord di Cosenza, più idoneo rispetto all’area Sud, per la sua vasta estensione, quanto più facilmente proteso a realizzare una nuova “unica città” in un’ area urbana più vasta  comprendente Rende,  Montalto Uffugo, Castrolibero.

Una storia che non tutti oggi conoscono o quantomeno ricordano, a cominciare dalle generazioni degli anni settanta/ottanta, ed è per questo che il presidente della Commissione Cultura, Domenico Frammartino, preso atto dei contenuti del racconto e del fatto che fino ad oggi probabilmente dall’Università della Calabria sono stati laureati oltre diecimila cosentini, ha proposto alla commissione, che ha approvato, l’organizzazione di una manifestazione pubblica per rinnovare questa memoria con la presentazione del libro di Franco Bartucci L’Avventura di Andreatta in Calabria – Un Campus per competere nel mondo, attraverso un Recital predisposto dall’autrice cosentina Diana Iaconetti, una laureata in Dams della stessa Università. (rcs)

Medicina a Cosenza. La vicesindaca di Rende: superare le divisioni

 

a vicesindaca di Rende, Annamaria Artese, è intervenuta in merito alla polemica sulla Facoltà di Medicina all’Università della Calabria, ribadendo che «bisogna avere una visione chiara sul futuro: c’è bisogno di un approccio condiviso, di dare risposte concrete ai cittadini, andare oltre le divisioni e le visioni miopi e populiste. Bisogna pensare a costruire il nostro futuro, aldilà dei nostri naturali mandati».

«Porre l’accento sul tema della istruzione e della salute pubblica quali diritti fondamentali e centrali nell’agenda politica regionale – ha spiegato – significa riconoscere all’Unical un ruolo fondamentale nel contribuire ad affrontare i problemi che affliggono la Calabria, in questi anni minata dai continui commissariamenti e dal depotenziamento delle strutture sanitarie esistenti. Il corso di laurea in Medicina e tecnologie digitali è stato pensato come integrato alle nuove tecnologie legate all’ingegneria informatica e alla intelligenza artificiale: un campo questo dalle potenzialità massime. Non comprendere la portata e l‘importanza di tale opportunità significa condannare la nostra regione a rimanere ancorata a fondamentalismi da prima repubblica».

«Come municipalità siamo e saremo sempre pronti a recepire la diffusione della conoscenza come contributo fondamentale al benessere collettivo e allo sviluppo economico, sociale e culturale delle comunità, prodotta nell’Università sul territorio – ha evidenziato –. Soprattutto dinanzi alle impellenti e gravose sfide economiche, sociali e ambientali di questo particolare momento storico, si dovrebbe superare il provincialismo che attanaglia menti troppo avulse al cambiamento e prodigarsi a moltiplicare e sostenere azioni sinergiche per lo sviluppo strategico della nostra regione».

«Valorizzare le eccellenze presenti all’interno dell’ateneo di Arcavacata, così come di ogni università calabrese – ha evidenziato – è fondamentale per avviare una progettazione che determini quel cambio di passo necessario a far crescere la nostra regione e a determinare la costruzione di un futuro più sostenibile».

«Con l’avvio del corso di laurea magistrale a Ciclo unico in Medicina e Chirurgia Td (Tecnologie digitali) all’Università della Calabria – ha detto ancora – si può determinare il cambiamento di rotta necessario a garantire il diritto costituzionale alla salute e di cura e quello all’istruzione, oggi ancor più minati da una crisi pandemica senza precedenti e da una vacatio politica evidente. Migliorare i servizi di assistenza alla cittadinanza significherebbe non solo per la provincia di Cosenza, ma per la Calabria coniugare innovazione e ricerca».

«La medicina si fa sul territorio – ha concluso – è l’organizzazione territoriale a fare la differenza e appare evidente come sia più che mai necessario garantire il diritto alla salute per i nostri cittadini implementando un’offerta sanitaria che trovi nei poli sanitari forza e sostegno. Solo così sarà possibile ridefinire l’offerta formativa, la ricerca, il servizio sanitario regionale: promuovendo il confronto e la cooperazione tra tutti gli attori dei territori, creando una rete in grado di valorizzare le competenze e le conoscenze in relazione ai bisogni dei cittadini, delle istituzioni, delle imprese, delle associazioni». 

50 anni Unical, Innova Rende: La politica ha bisogno di una visione lungimirante

Innova Rende ha ribadito che «i 50 anni dell’Unical sono un traguardo importante non solo per il nostro Ateneo, ma per l’intera Regione Calabria»,

«In una terra afflitta da ataviche criticità, la nostra Università, negli anni – viene spiegato in una nota –è diventata sinonimo di progresso, innovazione, efficienza e capacità di immaginare un futuro migliore per migliaia di ragazzi e ragazze calabresi, soprattutto per i meno abbienti, che non potevano permettersi di studiare nei centri universitari del centro e del nord Italia, cosi come accadeva per i (pochi) figli della medio-alta borghesia cittadina calabrese».

«Siamo convinti che il bilancio dell’Università della Calabria, nei suoi primi 50 anni – continua Innova Rende – non può che essere considerato ampiamente positivo e fa bene il Rettore Nicola Leone a rivendicare i risultati ottenuti, anzi, con umiltà ci permettiamo di rispondere al Magnifico Rettore: la Calabria senza l’Unical sarebbe stata certamente una terra più povera ed isolata, priva di quella speranza di crescita culturale, sociale ed economica che l’Unical ha garantito in questi anni».
«C’è ancora tanta strada da fare per emancipare, finalmente – prosegue la nota – una terra ricca di potenzialità e capitale umano, ma che per ragioni storiche e politiche continua ad essere flagellata da disoccupazione, opacità e da enormi carenze infrastrutturali.

Di certo, non può essere esclusivamente l’Università a raddrizzare la sorte dei calabresi, le Università sono enti di formazione e di ricerca, sta alla classe politica e dirigente avere una visione complessiva e lungimirante attraverso la quale fornire una rotta che porti la Regione fuori dalle “secche” del sottosviluppo e verso ben altri lidi».
«Oggi con il Pnrr abbiamo un importante e decisiva chance di rilancio e di recupero del tempo perduto – conclude la nota – soprattuto per quanto riguarda l’area urbana di Cosenza, Rende, Montalto e Castrolibero, si potrebbe prefigurare un ruolo guida in sinergia con l’Università della Calabria, la quale grazie al suo Know-How, fatto di competenza, ricerca e professionalità di caratura internazionale, darebbe il via ad una nuova fase di progresso e sviluppo del territorio capace di trainare l’intera Regione». (rcs)

La modernità di Andreatta per il futuro della Calabria

di DEBORA CALOMINOCinquant’anni di storia, cinquant’anni di lezioni, cinquant’anni di aneddoti. Ma da dove è partito tutto? Franco Bartucci, con il suo libro L’avventura di Andreatta in Calabria. Un campus per competere nel mondo, edito da Pellegrini, ripercorre i primissimi anni di vita dell’Università della Calabria, attraverso la figura del primo rettore dell’Ateneo calabrese.

Di questi temi si è discusso domenica sera a San Lucido, nella splendida cornice del chiostro comunale. Un secondo appuntamento dunque dedicato all’Università della Calabria, alla vigilia della cerimonia celebrativa del cinquantesimo anno accademico organizzata dallo stesso Rettore, prof. Nicola Leone, dopo la consegna delle pergamene ai laureati sanlucidani nella serata del 14 settembre.

Stavolta l’incontro è stato incentrato sul libro di Bartucci, memoria storica dell’Università, che con orgoglio e commozione ha parlato del suo primo incontro con Beniamino Andreatta, quando era poco più che un giovane che credeva come tanti alla nascita della prima Università calabrese sui territori dei Comuni di Rende e Montalto Uffugo.

Ricordi speciali e vivi nella mente e nel cuore del giornalista, narrati con passione e con quel senso di appartenenza che contraddistingue la sua genuinità. Una vita dedicata all’informazione dell’ateneo cosentino, 36 anni pieni di attività al servizio dell’Università e del territorio.

Alla presentazione del volume sono intervenuti il Sindaco di San Lucido, dott. Cosimo De Tommaso, l’assessore alla Cultura, prof.ssa Floriana Chiappetta, che hanno espresso sentimenti e parole di sostegno ed orgoglio nei confronti dell’Università della Calabria per essere divenuta fucina di conoscenza e centro culturale, oltre che formativo, per tanti giovani calabresi, pensando agli oltre 300 laureati sanlucidani licenziati con un titolo accademico di qualità nell’arco dei cinquant’anni della sua presenza sul territorio cosentino.

L’incontro di presentazione del  libro è stato organizzato dall’Amministrazione Comunale di San Lucido e dall’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, con il patrocinio della stessa Università, dell’Associazione “Onda d’urto” di San Lucido e dal Circolo della stampa “Maria Rosaria Sessa” di Cosenza, rappresentata nella circostanza dal suo vice presidente, prof. Franco Mollo.

Una presenza ed una testimonianza la sua molto importante e storica per effetto di aver fatto parte delle prime seicento matricole dell’Università della Calabria nell’anno accademico 1972/1973 per il corso di laurea in Fisica; oltre  che per la sua elezione, in rappresentanza degli studenti, chiamato a far parte del primo Consiglio di Amministrazione dell’Università, presieduto dal Rettore Beniamino Andreatta. Chi meglio del prof. Franco Mollo poteva parlare della figura di Andreatta accademico ed anche politico, sostenitore della Democrazia Cristiana, aperto al dialogo con tutti in modo molto umano, accogliente e aperto al servizio.

La sua formazione politica era strettamente legata a un dialogo aperto e costruttivo soltanto con quei soggetti politici appartenenti ai “partiti dell’arco costituzionale”. Una formula oggi non più considerata e oggetto di discussioni e contrapposizioni meritevole di approfondimento soprattutto alla luce della crisi politica in atto.

Per il prof. Mollo ancora oggi, guardando alla figura del primo Rettore dell’Università della Calabria, Beniamino Andreatta, ne scaturisce una figura di grande modernità che sapeva guardare al futuro della Calabria e del Paese, pensando alle sue azioni e interventi mirati alla ricerca applicata in materia energetica con la valorizzazione dell’energia solare; come alla tutela del territorio impostando con l’area d’ingegneria un percorso di studio finalizzato alla conoscenza del dissesto idrogeologico; come all’insegnamento pensando alla scuola di formazione primaria.

Ma della modernità di Andreatta ne ha parlato Franco Bartucci ricordando i periodi emozionanti vissuti nel sostenere il lavoro del primo Rettore, insieme al gruppo dei primi dirigenti, che credevano nelle sue idee di gestione amministrativa, ben esplicitate nel primo Statuto dell’Ateneo. Ha parlato dei primati di Andreatta presenti nella storia dell’UniCal, come il diritto d’informazione e della “trasparenza” degli atti amministrativi, della costituzione del primo nucleo italiano di “Protezione Civile”, con un pronto intervento effettuato  nel 1973 nel Comune di Fabrizia sulle Serre vibonesi.

Con Andreatta l’Università della Calabria ha oggi una eredità straordinaria di valori e stimoli per migliorare se stessa, soprattutto sapendosi  rapportare con la società calabrese, così come potrà incidere ancora meglio se verranno portate a compimento quelle strutture mancanti del progetto internazionale di realizzazione delle strutture universitarie, scaturite dal concorso internazionale del 1973, che non ha fatto mancare atti giudiziari di contrapposizione rallentandone il suo percorso di sviluppo.

È una storia da scoprire e leggere dato che son passati  oltre cinquant’anni dall’inizio degli insediamenti degli organi didattici ed amministrativi. Conservarne la memoria è fondamentale ed è auspicabile che l’Università, con lo stimolo dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, ne prenda atto creando nella nuova generazione di studenti e personale tecnico amministrativo, come negli stessi docenti, tutte le opportunità mirate a conoscerne la storia e di conseguenza agire utilizzando al meglio i suoi valori fondanti. (dc)

L’Unical celebra il suo 50esimo anno accademico con la lectio del premio Nobel Parisi

di FRANCO BARTUCCIL’Università della Calabria, celebra lunedì 19 settembre, nel centro congressi dell’Ateneo Beniamino Andreatta il suo 50° anno accademico con la partecipazione del Premio Nobel per la Fisica 2021, prof. Giorgio Parisi, che terrà una lezione magistrale dal titolo Il valore della Scienza.

 Secondo il consueto protocollo di queste specifiche cerimonie il programma prevede, prima della lezione magistrale del prof. Giorgio Parisi, gli interventi di Marilena Lovoi, la più giovane dipendente UniCal in rappresentanza del personale tecnico amministrativo; Elizabeth Doria Rosales, studentessa cubana laureata in Fisica e iscritta ora al corso di informatica in rappresentanza degli studenti; Maria Chiara Carrozza, presidente del CNR; Antonio Uricchio, presidente dell’Anvur, l’Agenzia nazionale che si occupa della valutazione dell’Università e della Ricerca; mentre toccherà al Rettore, prof. Nicola Leone, aprire la cerimonia inaugurale con una sua relazione attraverso la quale farà  certamente il punto sullo stato di salute dell’Università.

Una relazione che avrà una forte motivazione pensando al primo anno accademico 1972/1973 e al grande impegno che misero il primo Rettore, Beniamino Andreatta, coadiuvato dai Presidenti dei Comitati Ordinatori delle quattro Facoltà: Paolo Sylos Labini per Scienze Economiche e Sociali; Elio Giangreco per Ingegneria; Gianfranco Ghiara per Scienze Matematiche Fisiche e Naturali; Gianvito Resta subentrato a Paolo Prodi per Lettere e Filosofia. Organi che insieme al Comitato Tecnico Amministrativo puntarono a dare alla Calabria un Centro culturale, scientifico e formativo di eccellenza utile al suo sviluppo. 

«Dopo mezzo secolo – si legge nel testo di presentazione dell’evento predisposto dal polo di comunicazione dell’Ateneo – l’Università della Calabria è diventato il campus immaginato da Andreatta (non ancora portato a completamento secondo gli elaborati del concorso internazionale), al servizio di oltre 25 mila studenti. È il più grande d’Italia; con i suoi 200 ettari immersi nel verde (in origine ne erano previsti 600), ed è in grado di ospitare, insieme ad aule e a 120 laboratori, oltre 2.500 posti letto, 5 mense, due teatri, due cinema, due anfiteatri, il sistema bibliotecario più grande del Sud Italia, l’orto botanico e i musei, un Centro sportivo, il Centro Sanitario, un polo d’infanzia, un incubatore di startup innovative, un Polo tecnologico che si sviluppa intorno a una innovativa sorgente a raggi X. Ed è un’università che, dal profondo Sud Italia, non rinuncia alla sua vocazione internazionale e al suo protagonismo oltre i confini nazionali, come testimoniano le oltre 5000 domande di iscrizione da studenti provenienti dall’estero, i tanti progetti vinti, i risultati eccellenti ottenuti in bandi competitivi, le posizioni di rilievo guadagnate nelle varie classifiche». 

Sarà per l’Università della Calabria una giornata di straordinaria importanza che si chiuderà in serata con un incontro musicale nel Teatro Auditorium dell’Unical,  dove si svolgerà  un concerto di Goran Bregovic: un compositore unico, capace di contaminare insieme le sonorità di una fanfara tzigana, le polifonie tradizionali bulgare, una chitarra elettrica e percussioni tradizionali con delle accentuazioni rock. Per questo atteso ritorno in Italia, a distanza di 3 anni dall’ultimo tour, Goran Bregovic sarà accompagnato dalla sua Wedding and funeral band, per un concerto che si preannuncia come una grande festa.

Fin qui il programma della giornata senza trascurare un sintetico ricordo di quel primo anno accademico 1972/1973 ch’ebbe inizio subito dopo la chiusura del primo bando di concorso di ammissione ai tre corsi di laurea attivati: Ingegneria, Scienze Economiche e Sociali, Fisica per una disponibilità di 600 posti, che alla chiusura del bando fissata al 5 ottobre 1972 si raccolsero complessivamente 996 domande d’iscrizione. Se ne immatricolarono 590, così suddivisi per territorio: 511 della provincia di Cosenza, 63 della provincia di Catanzaro e 15 della provincia di Reggio Calabria.

La parte storica della nascita 

In quei giorni l’attenzione era pure rivolta al risultato del concorso internazionale indetto per la raccolta di manifestazioni d’interesse per la costruzione delle strutture della nuova Università, la prima in Calabria e la prima attivata dalla Repubblica Italiana con riconoscimento di istituzione statale. 

È il Rettore Beniamino Andreatta che diffonde un comunicato stampa attraverso i giornali che viene pubblicato il 24 settembre 1972, nel quale si porta a conoscenza che per il progetto dell’Università si sono iscritti ben 500 gruppi di progettazione appartenenti a 25 diversi Paesi europei, con una copertura del 29 per cento di progettisti italiani.

«Non vi è dubbio – dichiara il Rettore Andreatta nella sua nota stampa – che tale massiccia partecipazione evidenzi l’interesse veramente eccezionale che l’impostazione data al problema ha suscitato nell’ambiente professionale europeo; e se definiamo tale interesse eccezionale è perché mai, in analoghe esperienze, si era registrata la partecipazione di oltre 500 gruppi di progettazione. L’Università della Calabria, così, pur tra perplessità non ancora definitivamente fugate, si avvia verso la sua realizzazione sotto i migliori auspici».

«Ora, la classe dirigente calabrese, a cui va ogni merito se l’Università della Calabria sarà realizzata secondo la impostazione data con la legge istitutiva, dovrà, compatta, provvedere a che non manchino i fondi necessari alla fase della realizzazione, che seguirà alla scelta del progetto. I tempi programmati dal Rettore, dal Comitato Tecnico Amministrativo e dai Comitati Ordinatori sono stati fino ad oggi rispettati. È auspicabile che nessuno intralcio si frapponga al prosieguo dell’attività dei suddetti organi, che, da quando insediati, hanno dimostrato sempre una encomiabile fruttuosa attività».

Alla luce degli auspici  fatti dal Magnifico Rettore Beniamino Andreatta è il caso di far notare che purtroppo il progetto dell’Università è rimasto tronco fermo sulle colline di contrada Vermicelli di Rende senza alcun sbocco fino a contrada Settimo di Montalto Uffugo che si chiudeva con la stazione ferroviaria di servizio sulla tratta ferroviaria Cosenza/Paola/Sibari.

Il primo anno accademico per gli studenti immatricolati iniziò a metà ottobre con dei corsi di azzeramento in matematica; mentre l’anno accademico ebbe inizio per i tre corsi di laurea attivati come sopra detto a metà novembre. Gli studenti di fisica seguivano le lezioni presso l’Istituto Industriale “Monaco” di Cosenza, quelli di Scienze Economiche e Sociali presso l’Inapli di via Sicilia; mentre gli studenti di ingegneria avevano la loro sede di studio nell’aula circolare dell’edificio polifunzionale, dove il 20 dicembre si tenne la cerimonia inaugurale sia dell’aula che dell’anno accademico.

Alcuni alberghi di Cosenza ed istituti religiosi venivano utilizzati come residenze per gli studenti e studentesse in attesa della disponibilità delle prime maisonettes di Arcavacata in fase di costruzione. La prima mensa universitaria trovò sede nell’albergo Excelsior di Cosenza, mentre il Rettorato e gli uffici amministrativi erano funzionanti in alcuni piani di palazzo Ferrari e sotto i portici in Piazza dei Bruzi.

«La nuova università – dice sempre il Rettore Andreatta attraverso le pagine della Gazzetta del Sud del 28 ottobre – deve collegarsi e integrarsi in tutti i modi con l’ambiente e la vita circostante e deve costituire un centro di propulsione sotto ogni aspetto. Gli edifici, le attrezzature, i mezzi tecnici, così come gli strumenti giuridici forniti dallo statuto, alcuni dei quali sono del tutto nuovi nella nostra legislazione, costituiscono solo una condizione necessaria per il pieno successo della nuova Università; la condizione sufficiente sarà costituita dagli uomini-studenti, docenti, amministrativi – che la faranno vivere. Di questa verità tutti i membri dei Comitati Ordinatori e del Comitato Tecnico Amministrativo sono profondamene convinti: essi hanno fatto e stanno facendo tutti gli sforzi umanamente possibili per realizzare entrambe le condizioni che possono consentire un esito positivo a questo grande esperimento».

Il vento contrario di Catanzaro 

Con l’avvio dei corsi anche il Senato Accademico, presieduto dal Rettore Beniamino Andreatta, il 30 novembre 1972 volle dire la sua attraverso un documento diffuso mediante gli organi d’informazione, in cui indirizzava un appello rivolto alle componenti politiche e alla stessa società calabrese chiedendo atti di solidarietà e sostegno verso il rapido decollo dell’Università, alla luce di alcune voci che giungevano da Catanzaro dove erano in atto azioni mirate a creare una libera università. 

Un documento in cui il Senato Accademico fa riferimento alla presenza di tali operazioni che vanno contro l’impegno dei docenti e studenti dell’Università della Calabria. Proprio gli studenti, riunitisi in assemblea esprimono una esplicita condanna del tentativo di istituire altre università in Calabria, anche se libere, da parte di alcune forze  politiche «il cui unico disegno – dicono gli studenti – è di dar vita ad una proliferazione di facoltà nel territorio calabrese con conseguente rinascita di campanilismi che certamente non giovano allo sviluppo economico e sociale della nostra regione».

Anche gli operai addetti alla costruzione dell’edificio polifunzionale, del blocco delle prime residenze e della mensa universitaria, invitati alla cerimonia inaugurale dell’aula circolare e del primo anno accademico dallo stesso Rettore Beniamino Andreatta, che si svolge nella mattinata del 20 dicembre 1972, alla presenza del Senato Accademico, del corpo accademico e del Comitato Tecnico Amministrativo, hanno da lamentarsi pubblicamente attraverso un documento con il quale vedono in pericolo, con la costituzione della libera università di Catanzaro, il loro futuro occupazionale per la mancanza dei relativi fondi da destinare alla realizzazione delle strutture dell’Università.

Ma sono le parole del Rettore Andreatta che li rasserena affermando che «Ormai nessuno può fermare il cammino di una Università che si avvia a diventare la più moderna del nostro Paese e una delle più avanzate d’Europa».

L’area di Arcavacata è ormai un cantiere aperto anche se nel frattempo si registrano voci discordanti dell’on. Giacomo Mancini nei confronti del Rettore Andreatta critico sul suo modo di governare la nascente università. Ma questa è un’altra storia che in questo momento esula dall’importanza dell’avvio delle attività didattiche e scientifiche dell’Ateneo che registra pure nel mese di dicembre la prima convocazione degli studenti per eleggere tre loro rappresentanti che dovranno far parte del Consiglio di amministrazione dell’Opera Universitaria, costituita dal Rettore Andreatta a norma dell’art. 189 del Testo Unico, per occuparsi della gestione dei servizi residenziali.

Vengono eletti gli studenti Aldo Semeraro, Paolo Guaglianone e Francesco Zaffino. È l’inizio della nascita in embrione del Campus universitario. (fb)

Franco Fasano a settembre in Calabria per presentare il suo libro “Io Amo”

di FRANCO BARTUCCIIl Maestro Gianfranco Fasano presenterà il suo libro Io Amo in Calabria, il 14 settembre alle 20, nell’ambito dell’evento sociale della conferenza internazionale IEEE CyberSciTech, organizzata dal prof. Giancarlo Fortino dell’Università della Calabria, che si svolgerà presso l’hotel Eurolido di Falerna (CZ).

Il libro “Io Amo”, uscito nel novembre 2021, prendendo il titolo da un famosissimo brano composto dal cantautore per Fausto Leali, racconta la carriera, il percorso e le canzoni di uno dei più poliedrici poeti musicali della nostra storia. Un vero e proprio viaggio tra le diverse epoche, attraverso cambiamenti sociali che hanno imposto anche modi differenti di ascoltare la musica, senza mai privarci del gusto di viverla.

Il maestro Fasano è autore di altri grandissimi successi della musica leggera italiana: da Mi manchi” a “Ti lascerò”, da “Regalami un sorriso” a “Colpevole” passando per grandi classici dello Zecchino d’Oro come “Goccia dopo goccia”, “Il Katalicammello”, “L’Inno del Girino”,fino a sigle dei cartoni animati come “Piccoli problemi di cuore” e “Rossana”, il leitmotiv è sempre uno: l’amore. 

Per la prima volta Franco Fasano ripercorre la sua lunga carriera fatta di sorprendenti retroscena e importanti incontri con gli interpreti delle sue canzoni (Bruno Lauzi, Mina, Mia Martini, Massimo Ranieri, Franco Califano, Iva Zanicchi, Fausto Leali, Al Bano e tanti altri) e scoperte straordinarie come Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble (Il Volo).Una storia incredibile che svela segreti e verità della nostra musica in una lettura appassionante e ricca di emozioni fino all’ultima pagina.

Dopo la cena sociale della conferenza internazionale IEEE, Franco Fasano intratterrà gli ospiti, nazionali ed internazionali, con alcuni dei suoi brani più importanti, quali “E quel giorno non mi perderai più” (cantata a Sanremo 1989), “Io Amo”, e “Ti Lascerò (versione originale)”, e duetterà infine con uno dei piccoli cantanti, Carlo Antonio Fortino (che viene citato proprio nel libro “Io Amo”), che ha cantato, a soli 4 anni, proprio una delle sue canzoni “l’Inno del Girino” alla 62° edizione dello Zecchino D’oro (2019) e che ha poi vinto nel 2021 la prima edizione di “Alltogethernowkids” su Canale 5 con il brano “I wanna be your brave”.

Una breve presentazione della Conferenza scientifica internazionale

La conferenza internazionale CyberSciTech (http://cyber-science.org/2022/) sponsorizzata dalla società internazionale IEEE, che include quattro importanti conferenze congiunte, si terrà per la prima volta in Italia ed in particolare in Calabria. L’organizzazione è stata affidata al prof. Giancarlo Fortino dal comitato internazionale fondatore della conferenza proprio per i suoi meriti scientifici e tecnologici nell’ambito degli argomenti di punta della conferenza: l’Internet delle Cose, l’Industria 4.0, la sicurezza dei sistemi cyberfisici, le infrastrutture edge e cloud, l’intelligenza artificiale distribuita. 

Il programma scientifico è di assoluta eccellenza internazionale, saranno infatti presentati (sia in modalità fisica che virtuale) circa 190 articoli scritti da autori provenienti da 56 paesi del mondo (nord e sud americani, europei, africani, asiatici, e australiani), offerti 7 seminari discussi da importanti scienziati italiani e internazionali, organizzata una “tavola rotonda” sulle “fabbriche del futuro” abilitate dalle nuove tecnologie dell’IoT e dell’AI. Infine sarà presentato il progetto strategico nazionale Radioamica, sull’applicazione della radiomica e dell’AI alla medicina di precisione non invasiva per la diagnostica dei tumori, recentemente approvato dal Ministero della Salute e che vede come capofila l’Università della Calabria con il prof. Fortino come responsabile scientifico.

Il prof. Fortino è un eminente scienziato di ingegneria informatica, professore ordinario di sistemi di elaborazione delle informazioni presso il dipartimento Dimes dell’Università della Calabria (https://labs.dimes.unical.it/speme/), che è attualmente non solo IEEE Fellow (il massimogrado dei membri della società IEEE) ma anche l’unico Highly CitedResearcher italiano in computer science in accordo a Clarivate/Web of Science, la più importante organizzazione in ambito bibliometrico a livello internazionale.

La conferenza è co-sponsorizzata anche dal dipartimento Dimes dell’Università della Calabria e dalle aziende Sensyscal, Bigtech e ITHEA/Relatech, fondate come start-up/spin-off della stessa Università. (fb)

Unical primo referente per il PNRR in ambito della Computer Science

È l’Unical è il riferimento nazionale per la ricerca in Computer Science per i progetti del PNRR. L’Università della Calabria viene indicata tra le quattro università del Paese a essere spoke sia per l’Intelligenza Artificiale che per la Cybersecurity nei partenariati estesi selezionati dal Mur. L’ateneo è coinvolto anche nei progetti su Invecchiamento, Telecomunicazioni, Energia e Cultura umanistica

L’Unical, dunque, prosegue il suo grande impegno nell’ambito delle attività di ricerca, progettazione e sviluppo di soluzioni innovative, riuscendo a cogliere le importanti opportunità offerte dal Piano nazionale di riprese e resilienza. 

Lo confermano i risultati dell’ultimo bando competitivo, in ordine di tempo, pubblicato dal ministero dell’Università e della Ricerca (Missione 4 “Istruzione e ricerca” – Componente 2 “Dalla ricerca all’impresa”) per la costituzione dei partenariati estesi alle università, ai centri di ricerca, alle aziende sul territorio nazionale.

I partenariati sono organizzati sul modello hub-spoke, in cui l’hub presiede allo svolgimento delle attività amministrative e lo spoke è la sede di attuazione delle attività di ricerca, con funzione di coordinamento dei partner affiliati. 

L’Unical è presente in 6 dei 14 progetti che sono stati selezionati dal ministero per passare alla fase negoziale. In due di questi – relativi alle aree ‘intelligenza artificiale’ e ‘cybersecurity’ – l’Unical sarà uno spoke nazionale, con un ruolo primario quindi di organizzazione e coordinamento delle attività di ricerca. Insieme a Bologna, Roma Sapienza, e Politecnico di Torino, l’Unical è tra i pochissimi atenei che saranno uno spoke in entrambi i partenariati sull’information technology, a conferma del primato dell’ateneo in questo ambito.

Il primo partenariato (denominato Future Artificial Intelligence Research) ha come capofila il Cnr. Referente Unical è il rettore Nicola Leone, coadiuvato dal prorettore Francesco Scarcello, e il budget assegnato all’ateneo supera i 16 milioni. Di questi, quasi 7 saranno investiti in bandi a cascata, che amplieranno sul territorio il raggio d’azione del finanziamento, mentre 1 milione 700mila euro saranno destinati all’assunzione di nuovi ricercatori e 1 milione ai dottorati di ricerca. 

Fanno parte del partenariato, con il ruolo di spoke, anche i Politecnici di Milano e Torino, la Fondazione Bruno Kessler, l’Istituto italiano di tecnologia, le università di Bari, Napoli Federico II, Roma Sapienza, Bologna, Pisa.

Il secondo partenariato in cui l’Unical è spoke (SEcurity and RIghts in the CyberSpace) vede come capofila l’Università di Salerno. Il referente Unical è il professor Andrea Pugliese, che coadiuverà il responsabile scientifico professor Francesco Buccafurri della Mediterranea di Reggio Calabria, e il budget per l’ateneo supera i 14 milioni di euro. Circa 1 milione di euro finanzierà bandi a cascata. Sono coinvolti insieme all’Unical, con il ruolo di spoke, il Cnr, le università di Salerno, Cagliari, Genova, Verona, Bologna, Roma Sapienza, Milano e il Politecnico di Torino.

L’Unical è poi coinvolta come partner nel progetto Age-in, guidato dall’Università di Firenze, sulla tematica “Conseguenze e sfide dell’invecchiamento”. L’ateneo è co-founder dell’hub e affiliata in tre spoke. Il referente Unical è il professor Giuseppe Passarino e il budget assegnato all’ateneo supera i 6 milioni di euro.

Ad altri tre partenariati, infine, l’Unical partecipa con il coinvolgimento diretto di suoi ricercatori, che opereranno “in convenzione” presso atenei sedi di spoke. Si tratta, nello specifico, dei progetti Telecomunicazioni del futuro, Scenari energetici del futuro, Cultura umanistica e patrimonio culturale come laboratori di innovazione e creatività. 

Concordate le linee guida per collaborazione tra Unical e Comune di Crotone

Sono state concordate, nel corso di una riunione operativa nella Casa della Cultura le linee guida per una concreta collaborazione tra l’Università della Calabria e il Comune di Crotone.

Nello specifico, questo accordo permetterà di realizzare master, corsi di Alta formazione, oltre a specifiche attività di orientamento destinate alle scuole del territorio, finalizzati non solo alla crescita formativa dei giovani ma anche per offrire concrete possibilità di inserimento lavorativo.

All’incontro hanno partecipato l’assessore Gianni Pitingolo e l’assessore Rachele Via, il Prorettore prof. Francesco Scarcello, il prof. Francesco Valentini del senato accademico, il prof. Enrico Giap Parini Direttore del dipartimento Dispes, il prof. Fabio Carbone docente e ricercatore presso l’Università di Coventry e l’avv. Tiziana Paletta presidente dell’associazione #IoResto.

Il tavolo tecnico ha concordato alcune linee guida del percorso che si pone l’obiettivo di realizzare attività che siano finalizzate ad un coinvolgimento dei giovani in percorsi di alta formazione, con argomenti che siano rispondenti alla vocazione del territorio e che consentano anche la prosecuzione dal punto di vista professionale degli attori coinvolti.
Un primo progetto che Unical e Comune intendono realizzare è la creazione di un “laboratorio di idee” secondo un nuovo modello innovatore dove protagonista sarà anche la società civile che si impegnerà a portare il proprio contributo di sviluppo su temi di natura ambientale, economica e sociale, oltre ad un centro di orientamento destinato ai giovani che principalmente si propone di favorire la creazione di Spin-off e Start-up nei settori chiave per l’economia crotonese.
Un altro punto che è stato concordato è quello di compartecipare all’avviso pubblico Creative Living Lab, volto alla promozione di progetti in luoghi da rigenerare, trasformare le aree urbane residuali e gli spazi in disuso, in luoghi accessibili e fruibili, di scambio e apprendimento, attraverso la realizzazione di processi collaborativi, di innovazione sociale e a basso impatto ambientale, che interesserà il quartiere Fondo Gesù.
Altre iniziative saranno formalizzate e prevederanno Master, Corsi di Alta Formazione, Formazione Continua, oltre a specifiche attività di orientamento destinate alle scuole del territorio.
Particolare attenzione è stata riservata da parte della delegazione universitaria che, tra l’altro, ha visitato alcune realtà cittadine come il Museo e i Giardini di Pitagora ed ha incontrato il sindaco Voce, che ha ringraziato per l’attenzione del polo universitario nei confronti della città.
I Giardini di Pitagora, in particolare, si presterebbero anche alla realizzazione di un percorso di studio di scienze astronomiche.
La stessa impressione positiva è stata ricavata dalla visita al parco Archeologico di Capo Colonna. Anche in questo caso corsi di alta formazione su temi come archeologia, beni culturali, biologia ed archeologia marina rappresenterebbero possibilità non solo di crescita formativa per i giovani ma anche concrete possibilità di inserimento lavorativo. (rkr)

UNICAL, GRANDE AIUTO A SANITÀ E SALUTE
LA SUA AREA MEDICA È IN VETTA IN ITALIA

di FRANCO BARTUCCI – L’Università della Calabria può svolgere un importante ruolo in aiuto della sanità e della salute dei calabresi: la sua area di medicina è stata valutata dall’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione universitaria e ricerca) ai primi posti in Italia a livello scientifico e il laboratorio STAR, dove ha sede il laboratorio della sorgente a raggi X entrato in funzione qualche settimana, offre un ausilio fondamentale nel campo biomedicale. Una conferma che l’eccellenza premia il territorio e la scelta della Facoltà di Medicina e Tecnologie digitali, in tandem con l’Università Magna Graecia di Catanzaro, si sta rivelando davvero felice.

In questo contesto, risulta utile considerare la visita del sottosegretario alla salute Costa all’UniCal e le sue considerazioni sul futuro e le grandi potenzialità dell’Ateneo cosentino. È soprattutto il segno di un’attenzione crescente verso l’Unical proiettata a diventare un polo di eccellenza anche nel campo biomedico. 

Il sottosegretario del Ministero della Salute, Andrea Costa, accompagnato da Franco Pichierri, componente della direzione nazionale del partito “Noi con l’Italia” e responsabile del settore sanità, ha fatto tappa all’Università della Calabria per un incontro con il Rettore, che però si è dovuto assentare per ragioni istituzionali in quanto impegnato a Roma con il Ministro all’Università e Ricerca Scientifica, Maria Cristina Messa, per discutere sulle prospettive delle Università del Sud. Ad accogliere il sottosegretario Costa il Pro Rettore, prof. Francesco Scarcello.

Un incontro quello del sottosegretario Costa che gli ha consentito di avere delle delucidazioni e comunicazioni sulle potenzialità dell’Università della Calabria circa le sue competenze in  materia  di sanità e salute grazie alla buona organizzazione che si è concretizzata in questi anni con il supporto iniziale del Dipartimento di Biologia e del Centro Sanitario, dai quali sono scaturite  a seguire l’ istituzione della Facoltà di Farmacia e Scienze della Salute e Nutrizione e finalmente dallo scorso anno, in accordo con l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, l’avvio del primo anno della laurea specialistica in “Medicina e Tecnologie Digitali”, una delle novità in campo nazionale dei percorsi formativi universitari.

All’incontro con il Pro Rettore Scarcello vi hanno partecipato il prof. Marcello Maggiolini, coordinatore del corso di laurea in “Medicina e Tecnologie Digitali” presso l’Università della Calabria, nonché il prof. emerito Sebastiano Andò, già direttore del dipartimento di Biologia, primo ed unico Preside della Facoltà di Farmacia e Scienze della Salute e Nutrizione fino al suo scioglimento a seguito della legge di riforma universitaria Gelmini; nonché già Presidente del Centro Sanitario dell’Università della Calabria, uno dei cinque centri comuni previsti dallo Statuto della stessa Università, di cui al DPR 1 dicembre 1971 n°1329; ma di fatto attivato dal Rettore, prof. Pietro Bucci, nel 1980 con apposito decreto con l’affidamento della delega di direttore sanitario al prof. Sebastiano Andò e direttore amministrativo ad dr. Aldo Orrico.

Funzioni che lo hanno portato a svolgere un ruolo di forte stimolo per istituire all’interno della Facoltà di Farmacia e Scienze della Salute e  della Nutrizione la scuola di specializzazione in “Patologia Clinica” ed il raggiungimento dell’accordo con l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro per l’istituzione del corso di laurea in “Medicina e Tecnologie Digitali”, grazie alla particolare sensibilità ed attenzione trovata da parte dei due Rettori, Nicola Leone e Giovambattista De Sarro.

Nel tracciare il ruolo svolto dal prof. Andò durante questi anni di lavoro scientifico, accademico ed anche politico, iniziato fin dagli anni di partenza dell’Università, a cominciare da quello esercitato nel dipartimento di biologia, utilizzando le sue varie funzioni sopra elencate, è il caso di dire inoltre, che per gli interessi scientifici sorti in materia di fitoterapia e fitofarmaci, molto intenso è stato il legame creato con alcune università cinesi e con la Repubblica Popolare Cinese fin dal 1979. Un rapporto che ha portato nel Campus universitario di Arcavacata, per prima in Italia a livello universitario, un consistente numero di studenti cinesi per consentire loro l’acquisizione delle lauree facenti parte del pacchetto dei titoli accademici della Facoltà di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, come anche delle altre, con l’ organizzazione pure di una Scuola di Fitofarmacia, con il contributo pure del prof. Francesco Menichini, che hanno portato alla creazione di  alcuni Master di reciproco interesse e studio di alta formazione nei campi della fitoterapia ed integrazione alimentare.

Come è il caso di sottolineare che in questi ultimi anni l’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione universitaria e ricerca) ha collocato l’Area di Medicina, presente a livello scientifico nell’Università della Calabria, al primo posto in Italia stimolando nuovi interessi all’interno della stessa.

La sorgente a raggi X ad alta energia – inaugurata dalla ministra Messa – ha un potere penetrante che consente di esaminare, attraverso l’acquisizione di immagini tridimensionali ad altissima risoluzione, la struttura interna dei materiali a cominciare da quelli utilizzati in campo biologico e biomedicale. 

Con il tavolo anatomico tridimensionale creato all’Università della Calabria ed utilizzato per ragioni di studio dagli studenti del corso di laurea in “Medicina e Tecnologie Digitali” si è potuto effettuare all’Ospedale Annunziata di Cosenza un intervento di chirurgia oncologica avanzata di straordinario valore medico scientifico, coordinato dal prof. Bruno Nardo, Primario della Chirurgia Generale dello stesso Ospedale e Ordinario presso il Dipartimento di Farmacia dell’Università della Calabria, asportando ad una paziente un tumore maligno complesso di  7,5 Kg, frutto di una collaborazione multidisciplinare di diversi professionisti medici e chirurghi.

Un risultato incredibile e innovativo frutto anche del paziente lavoro costante elaborato in questi anni dal prof. emerito Sebastiano Andò all’interno dell’Università della Calabria e che ha trovato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa attento osservatore pronto a riconoscere all’Università della Calabria meriti dovuti e soprattutto l’espressione di pensieri e stimoli nel perseguire nuovi percorsi di sviluppo e crescita al servizio della Calabria e del Paese utilizzando progetti nuovi e programmi derivanti dal PNRR.

In entrambi gli incontri presso il rettorato con il pro Rettore, prof. Francesco Scarcello, che presso il Centro Sanitario con la dirigenza, il personale e i giovani ricercatori, il sottosegretario Costa ha rimarcato il significato ed il valore del nuovo corso di Medicina e Tecnologie Digitali quale valida opportunità occupazionale per i tanti giovani che vi accederanno, i quali potranno contribuire a creare servizi sanitari di qualità per i cittadini. «C’è bisogno di creare sinergia e unità d’intenti tra mondo sanitario, della ricerca, sistema universitario e politico, come con la stessa società del territorio, per individuare il modo migliore come attuare una sanità in Calabria di alta qualità ed intenso servizio utile a garantire il diritto alla salute per tutti i calabresi».

Altro argomento trattato ha riguardato la questione del personale che in Calabria risulta carente in varie strutture sanitarie, come nella stessa università, causa i vari tagli che sono stati atti nel corso di questi anni. Occorre anche in questo una pianificazione nuova urgente che il Presidente della Regione Roberto Occhiuto ha inserito nel suo programma di governo del territorio. I fondi del PNRR rappresentano una valida opportunità da non farsi sfuggire. 

«Per la prima volta – ha detto il sottosegretario Costa – abbiamo aumentato il fondo del  servizio sanitario nazionale prevedendo due miliardi all’anno per i prossimi tre anni, raddoppiando le borse di specializzazione e le borse per i medici di medicina generale e oggi c’è consapevolezza che la salute non è una spesa ma un investimento e quindi anche la Calabria certamente potrà averne dei benefici. Dobbiamo insieme costruire una sanità che non si prenda solo cura della malattia ma soprattutto della persona».

La decisione finale dove realizzarlo spetta adesso al Presidente della Regione Roberto Occhiuto e in tanti auspicano una decisione ponderata che sappia ben guardare pure alle potenzialità accumulate in questi anni dall’Università della Calabria in materia di competenze sanitarie per come è stato raccontato in questo servizio. Ed è bene che le istituzioni locali interessate siano aperte ad aprire un rapporto stretto di collaborazione con la stessa Università anche perché ci deve essere uno sforzo comune a portarla a compimento nelle strutture per come disegnato nel progetto strutturale Gregotti. Alla base di tutto per ottenere il successo sperato occorre solo lavorare e credere  nella creazione di un rapporto “sinergico”, la parola miracolosa del nostro futuro. (fba)