Il Complesso di San Domenico di Cosenza Polo delle Professioni Sanitarie dell’Unical

Il Complesso monumentale di San Domenico di Cosenza diventa il Polo delle Professioni sanitarie dell’Unical, grazie all’accordo siglato a Palazzo dei Bruzi, tra il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, e il Rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone.

L’accordo prevede l’uso gratuito degli spazi per i prossimi nove anni, con l’impegno dell’Unical nella gestione e manutenzione ordinaria.

Il Complesso, dunque, ospiterà entrambi i corsi attivati in quest’ambito dal Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione diretto da Vincenzo Pezzi.

L’antico edificio che da 18 mesi ospita già il corso di laurea in Infermieristica, vedrà l’arrivo anche degli studenti di Fisioterapia, superando la soglia dei 500 iscritti che frequenteranno quotidianamente le sue aule da ottobre, studenti che diventeranno più di 1.000 a regime. A questi studenti in città si aggiungeranno più di 300 giovani che seguiranno le Scuole di specializzazione sanitarie dell’Unical (oggi sono 31, ma aumenteranno molto rapidamente) e gli stagisti che frequentano l’incubatore di imprese realizzato dall’ateneo a Palazzo Spadafora.

Una svolta storica che rafforza il legame tra la città di Cosenza e l’Unical, con l’università che si radica ancor più profondamente nel territorio, con azioni concrete. Il Complesso di San Domenico, con la sua maestosa architettura e il fascino della sua storia, le strade che dalla città vecchia arrivano fino al centro urbano, si trasforma così in spazio vivo, dove i giovani frequentano i luoghi storici, in un dialogo continuo tra passato e futuro. Entro l’anno, al termine dei lavori di ristrutturazione in corso, all’aula da 120 posti già attiva, si aggiungeranno 2 aule da 184 posti, 1 aula da 78 posti, 1 aula da 95 posti, oltre a spazi per laboratori, aule studio e servizi.

Nel complesso saranno organizzate anche manifestazioni culturali, dai reading di poesia e narrativa a eventi musicali, dai seminari ai workshop. Ma la vera rivoluzione sta nel fatto che gli studenti non solo frequenteranno il centro storico, ma lo abiteranno. Il Rettore ha, infatti, dato notizia dell’apertura di una nuova residenza universitaria, individuata a pochi passi da San Domenico. Un nuovissimo edificio diviso in miniappartamenti, con spazi separati per lo studio e la vita quotidiana, e un servizio di portierato.

Il collegamento con l’ateneo di Rende sarà comunque costante, grazie a 27 corse giornaliere dei bus, in modo che i ragazzi possano sempre godere di tutti i servizi del Campus, garantiti dallo status di studenti Unical: accesso alle strutture sportive, alle attività ricreative, alle mense e alle specifiche attività formative che si svolgono nelle aule dell’ateneo. Gli studenti aventi diritto alle borse di studio, avranno così la possibilità di alloggiare gratuitamente in una struttura dotata di ogni comfort.

Allo stesso tempo, la loro presenza costante porterà una nuova energia nel centro storico di Cosenza che non sarà più solo un luogo di passaggio per la formazione, ma diventerà uno spazio vissuto 24 ore su 24: una cittadella universitaria dentro la città, in cui i giovani contribuiranno a rendere le piazze più animate e i locali pubblici più frequentati.

«È la narrazione di un sogno che continua e del quale siamo fieri – ha dichiarato il sindaco z Caruso –. L’averlo realizzato, portando l’Università nel centro storico, è per noi non solo un fatto di estrema rilevanza, ma anche motivo di orgoglio, consapevoli di essere riusciti nell’impresa nella quale tanti, prima di noi, avevano fallito».

«Diamo, così – ha proseguito – seguito alla deliberazione adottata dal Consiglio comunale che ha consentito di conseguire un risultato senza precedenti, destinando uno dei nostri monumenti storici più apprezzati ad attività culturali e formative importanti e significative ed assegnando agli studenti che popoleranno le aule e il nostro centro storico un protagonismo attivo per una nuova vitalità che auspichiamo possa presto animare Cosenza vecchia».

«La combinazione tra un polo formativo nel cuore della città e una residenza moderna e ben attrezzata – ha spiegato il Rettore Leone – garantirà agli studenti un’esperienza universitaria immersiva e stimolante».

«La sfida per Cosenza, ora – ha concluso – è saper accogliere tanti altri giovani che arriveranno in città, agevolando l’affitto degli alloggi e creando le giuste condizioni per favorire la socialità degli universitari. Il centro storico potrà divenire non solo un patrimonio da ammirare, ma un luogo da vivere appieno». (rcs)

L’Unical pubblica bando d’ammissione anticipata

L’Università della Calabria ha pubblicato il bando d’ammissione anticipata per i corsi di laurea triennali e a ciclo unico (quinquennali), con una disponibilità  di oltre 4 mila posti.

Si tratta di una fase di iscrizione sempre più apprezzata dagli studenti che, in questo modo, hanno la possibilità di assicurarsi con largo anticipo l’accesso a un corso di laurea Unical e di pianificare al meglio la vita universitaria nel campus più grande e attrezzato d’Italia.

La scelta di ampliare la soglia è stato a seguito dell’elevato numero di richieste  di ammissione anticipata registrato lo scorso anno.

L’ammissione anticipata coinvolge la maggior parte dei corsi di laurea di primo livello dell’Università della Calabria (39 su 45), inclusa Scienze e tecniche psicologiche, una delle grandi novità dell’offerta formativa 2025/26. Sono esclusi da questa fase i soli corsi ad accesso programmato a livello nazionale: Infermieristica, Ingegneria edile-Architettura, Medicina e chirurgia TD (Tecnologie digitali),  Scienze della formazione primaria e il corso di nuova istituzione in Fisioterapia; nonché il corso di Conservazione e restauro dei beni culturali, che è soggetto a dei vincoli particolari. Per tali corsi saranno successivamente pubblicati bandi specifici.

Il bando è rivolto sia agli studenti che conseguiranno il diploma di maturità quest’anno, sia a coloro che ne sono già in possesso. Le graduatorie saranno stilate in base ai risultati dei test TOLC (Test On Line CISIA), pertanto è necessario, oltre alla presentazione della domanda di ammissione, prenotare e sostenere il test. Il TOLC rappresenta uno strumento per valutare la preparazione iniziale degli studenti e per l’assegnazione di eventuali Obblighi Formativi Aggiuntivi (OFA), che potranno essere assolti frequentando i precorsi organizzati dall’Ateneo a settembre e superando il relativo test. Inoltre, per 23 corsi di laurea non è prevista una soglia minima di punteggio, quindi, pur rimanendo obbligatorio, il test non influirà sull’ammissione, salvo esaurimento dei posti disponibili. Per conoscere i dettagli sui test e sulle modalità di accesso per ogni singolo corso, clicca qui.

Per garantirsi subito un posto nel corso di laurea. Chi risulta vincitore, infatti, potrà immatricolarsi già nel corso del mese di giugno e partecipare subito al bando per il diritto allo studio che mette a disposizione borse, alloggi e servizio mensa e che sarà disponibile entro il 30 giugno 2025. In questo modo gli aventi diritto potranno godere di tutti i servizi fin dall’inizio dei corsi.

Inoltre, l’Unical ha ampliato i posti mettendo a bando la maggior parte proprio adesso per offrire a tutti la possibilità di acquisire sin d’ora la certezza dell’ammissione all’ateneo e l’opportunità di programmare la vita universitaria.

Per partecipare all’ammissione anticipata, è necessario presentare due domande:

  1. Domanda di ammissione: da compilare sul portale Esse3 Unical, previa registrazione. È possibile indicare un solo corso di laurea, con possibilità di modifica fino al 3 giugno 2025.

Prenotazione TOLC: da effettuare sul sito cisiaonline.it, con un costo di 35 euro. Il TOLC può essere ripetuto, ma non più di una volta al mese. La graduatoria, in questo caso, terrà conto del miglior punteggio ottenuto.

L’Università della Calabria ha previsto delle date per i TOLC che potranno essere sostenuti presso i laboratori informatici dell’ateneo secondo il seguente calendario: 14, 21, 28 marzo 2025; 11, 17, 18 aprile 2025; 9, 16, 23, 30 maggio 2025.

In ciascuna di queste date l’Ateneo organizza tutte e sette le tipologie di TOLC disponibili (maggiori indicazione sulla disposizione delle aule saranno comunicate in seguito). Per effettuare la prenotazione e il versamento, Cisia prevede in generale una scadenza di circa 7 giorni precedente alla data del test (ad esempio per il primo TOLC del 14 marzo le prenotazioni devono essere effettuate entro il 7 marzo) ma è opportuno verificare le scadenze ufficiali sul sito del Consorzio.

Il test relativo al corso di laurea a cui si vuole accedere può essere prenotato e sostenuto anche presso un altro ateneo o dal proprio domicilio, in modalità TOLC@casa, in una delle date messe a disposizione da una qualunque delle sedi universitarie aderenti al Cisia entro il 31 maggio 2025. La scelta della sede è ininfluente, basterà sostenere il test della tipologia richiesta dal corso di laurea prescelto per poi utilizzarlo per l’ammissione all’Unical. Anche in caso di test sostenuto presso altre sedi universitarie o in modalità TOLC@casa, è sempre necessario compilare la domanda su Esse3 Unical. (rcs)

Francesco Vommaro, talento della chirurgia vertebrale rinforza la squadra medica dell’Unical

l’Università della Calabria è pronta ad accogliere Francesco Vommaro, un altro scienziato di prestigio dell’ortopedia che rafforzerà il corpo docente del corso di laurea in Medicina e chirurgia TD (Tecnologie digitali) e presterà servizio presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza.

Il giovane talento calabrese della chirurgia vertebrale è stato selezionato attraverso un concorso per ricercatore in tenure track (RTT) nel settore Malattie dell’apparato locomotore e medicina fisica e riabilitativa.

L’Unical continua a puntare sui giovani, affiancandoli anche nei ruoli dirigenziali ad alcuni “big” al culmine della loro carriera professionale: dei 9 reparti universitari dell’Annunziata ben 5 sono guidati da primari “under 50”. Una prevalenza di giovani, quindi, ma che possiedono già ottime competenze ed esperienze altamente qualificate, che fanno ben sperare per il futuro dell’ospedale cosentino. Vommaro, in particolare, nonostante la giovane età, è già un’eccellenza nel campo della chirurgia vertebrale e ha deciso di lasciare il rinomato Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna per fare ritorno nella sua regione e accettare la sfida del Progetto Unical per la Sanità.

Francesco Vommaro, un riferimento nella chirurgia vertebrale

Originario di San Lucido (Cs), Francesco Vommaro è un “cervello di ritorno” che rientra in Calabria dopo un prestigioso percorso professionale. Specializzato in ortopedia e traumatologia, è un pioniere nella chirurgia correttiva delle scoliosi, con particolare attenzione a tecniche mininvasive e trattamenti innovativi, con competenze che spaziano in tutti gli ambiti della chirurgia della colonna vertebrale.

Ricopre attualmente il ruolo di responsabile della Struttura Semplice “Deformità Vertebrali” presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli e da alcuni anni è consulente dell’Ospedale Meyer di Firenze, svolgendo interventi chirurgici per bambini affetti da gravi malformazioni vertebrali.

Per il Rettore Nicola Leone «la scelta di Vommaro di tornare nella sua terra, all’Unical, pur lavorando in un ospedale ortopedico tra i dieci migliori al mondo, conferma che il nostro ateneo è sempre più credibile, capace di attrarre eccellenze anche nel campo della medicina».

«Con due specialisti del calibro di Iacono e Vommaro puntiamo a creare una scuola di ortopedia di alta qualità per i nostri studenti e un nuovo reparto universitario di chirurgia ortopedica che offra in Calabria prestazioni mediche di elevata complessità, riducendo la migrazione sanitaria».

La presa di servizio, sia in ateneo che all’ospedale dell’Annunziata, avverrà dopo l’approvazione dell’atto aziendale per la creazione della nuova Uoc di Chirurgia ortopedica, all’interno della quale Vommaro dirigerà il “Centro scoliosi” attivando anche una collaborazione bidirezionale con l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

Si tratta di un ulteriore tassello nell’ampio progetto portato avanti dall’Università della Calabria, in piena sinergia con l’Azienda ospedaliera di Cosenza e la Regione Calabria, finalizzato alla formazione di giovani medici altamente specializzati e al contrasto del fenomeno della migrazione sanitaria.

Vommaro, infatti, che nella pratica chirurgica potrà avvalersi anche del braccio robotico e dell’apparato di imaging intraoperatorio 2D/3D acquisiti dall’Unical e messi a disposizione dell’Annunziata, dirigerà un’unità operativa dove saranno effettuati interventi chirurgici per la correzione di scoliosi, cifosi, instabilità vertebrali e per la cura di patologie tumorali, degenerative o infettive della colonna. Molti di questi interventi non erano eseguibili in Calabria e tanti pazienti, pertanto, troveranno in regione l’alta specializzazione medica che fino ad oggi erano costretti a cercare al Nord.

Non solo, l’arrivo di Francesco Vommaro – che si aggiunge a quello recente di Iacono – potrà contrastare il clima di sfiducia che spinge tanti cittadini ad affrontare “viaggi della speranza” anche per prestazioni mediche di routine già disponibili sul territorio.

«È necessario un cambio di marcia – ha dichiarato Vommaro – dobbiamo invertire la tendenza e creare un clima di fiducia. L’entusiasmo del rettore Nicola Leone e il suo progetto per la Sanità mi hanno trasmesso un forte entusiasmo e l’idea che all’Unical e all’Annunziata si possa cercare un centro di riferimento regionale per la chirurgia della colonna limitando la migrazione fuori regione per gli interventi sulle vertebre. Un polo chirurgico dove si potrà fare ricerca, formazione – con l’introduzione della scuola di specializzazione – innovazione e affinare tecniche chirurgiche sempre più sofisticate». (rcs)

“Houston, abbiamo un problema”, occorre creare nell’UniCal una coscienza libera

di FRANCO BARTUCCIAvviandomi verso la conclusione dell’accurata analisi sullo stato di salute dell’Università della Calabria, dopo la bocciatura e il ritiro dell’emendamento presentato al Senato della Repubblica, che prevedeva una proroga del mandato per il rettore Leone; constatato il perdurare di “strani” comportamenti in atto in ambito universitario, è opportuno riproporre il pensiero manifestato dal primo rettore, prof. Beniamino Andreatta all’indomani della sua elezione, prima di dare il via all’impostazione del progetto esecutivo della nostra Università, pubblicato il 16 giugno 1971 dal quotidiano “Il Resto del Carlino”, che deve essere di guida e stimolo in questi momenti per la scelta del nuovo rettore, che rimarrà in carica nel periodo 2025/2031.

«L’Università della Calabria deve assumere una funzione civile oltre che scientifica e deve mobilitare nelle coscienze dei professori e degli studenti tutte le energie per realizzare un grande ed effettivo motivo fusivo. L’impegno fondamentale sarà quello di considerare l’Università come luogo di convergenza non soltanto dei giovani ma degli adulti, un luogo dove, al di là della formazione didattica, si sviluppi un rapporto di tipo pubblico».

Di solito le assemblee di Ateneo, come le convocazioni del Corpo Accademico di Ateneo, sono organismi democratici che hanno delle loro funzioni ben definite nell’essere strumento di analisi e valutazioni che intervengono nel dare pareri e giudizi di sorta ogni qualvolta si presentano situazioni e casi similari che intaccano lo spirito di autonomia delle università. La mancata convocazione costituisce un elemento di negatività che va ad incidere sui giudizi del buon governo o meno dell’Ateneo. 

Giunge notizia, intanto, che sono state già avviate in ambito universitario una serie di consultazioni riservate ad individuare e consigliare chi potrebbe essere il nuovo Rettore che, invece, dovrebbe scaturire da confronti pubblici. Incontri e confronti  pubblici che potrebbero portare a sanare l’ambiente nel dare una risposta alle domande poste dai professori Cersosimo e Costabile, che hanno, tra l’altro, chiesto parole di rassicurazione circa l’estraneità dell’Ateneo alle manovre politiche che tendevano a ledere l’autonomia dell’Università e di avviare, vista la bocciatura, nel tempo previsto, le procedure per l’elezione del nuovo rettore, «così da difendere – è quanto hanno puntualizzato i due docenti onorari dell’UniCal nella loro lettera indirizzata al corpo accademico – la qualità dei processi democratici, la dignità e la reputazione dell’Università della Calabria».

Qui si aprono, quindi, due opportunità di “urgenze” che sono: la convocazione di un’assemblea di Ateneo affinché le tre componenti (docenti, non docenti e studenti) vengano resi edotti nella trasparenza su quanto accaduto e vengano messi nelle condizioni di una nuova ripartenza responsabile e matura, coscienti di decidere responsabilmente e in libertà le formi migliori per il proprio futuro, considerato il tempo di presenza nel campus universitario e, soprattutto, dell’Università della Calabria, almeno per i prossimi cinquant’anni (Per tale convocazione occorrerebbe una voce forte delle organizzazioni sindacali interne). La seconda opportunità di urgenza è dovuta alla indizione delle elezioni del nuovo rettore, che il Decano, prof. Francesco Altimari, secondo l’apposito articolo dello Statuto, dovrebbe indire sei mesi prima della conclusione del mandato del rettore uscente, fissata al 31 ottobre 2025. Ciò dovrebbe accadere entro il prossimo mese di aprile prevedendo, in tale periodo, la presentazione delle candidature ed incontri assembleari di presentazione dei candidati, che non avvengano nelle segrete stanze in modo da formare cordate di sorta.

Praticamente siamo, quindi, alla vigilia quasi dell’indizione dell’elezione del nuovo rettore, ed è bene che ci si ritrovi come comunità universitaria in forma pubblica per acquisire, soprattutto, la consapevolezza di essere comunità universitaria facente parte di un Campus universitario, unico e straordinario, di comunità dialogante e costruttiva nel portare a termine un progetto naturale finalizzato ad essere lievito e punto di appoggio per l’intera regione Calabria, per come ideato e pensato dai padri fondatori. 

Si tratta di prendere consapevolezza delle origini dell’UniCal ed auspicare che la comunità ricomponga quella coscienza libera che Beniamino Andreatta, primo rettore dell’UniCal, nei suoi quattro anni di permanenza in città, ci ha mostrato e lasciato in eredità per “vivere nella luce e vincere le tenebre quando queste appaiono”, per dare uno spirito sano e propositivo all’intera comunità universitaria, chiamata a ridare slancio al cammino di sviluppo dell’Università della Calabria, la quale non appartiene alle singole persone (siano rettori o direttori di Dipartimento), ma in primo luogo a chi vi vive e lavora e poi all’intera comunità calabrese.

Non a caso è stata chiamata “Università degli Studi della Calabria” per essere funzionale nella sua estensione alla creazione di una “Grande Cosenza”, area unica, città metropolitana luogo di riferimento per l’intera area del Mediterraneo, ampiamente trattato questo argomento lo scorso anno con diversi servizi nelle pagine di questo giornale. (fb)

Houston, abbiamo un problema”, ciò che di buono il Rettore Leone ha fatto nel suo rettorato e ciò che non ha fatto

di FRANCO BARTUCCI – Il superamento del pericolo del commissariamento dell’UniCal, creato dalla politica regionale, ed eliminato dalla stessa politica in ambito nazionale, per “Non creare un precedente” pericoloso, evitando, così, in ambito parlamentare discussioni e polemiche velenose tra maggioranza e minoranza, per effetto di un emendamento con consone ai principi della legalità, creando non poche preoccupazioni anche al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che avrebbe certamente respinto al mittente il decreto “milleproroghe”, ha pur creato e stimolato di conseguenza in ambito comunitario giudizi e pareri da parte di varie persone attente alla vicenda.

C’è stato chi ha detto: “Solo con Leone l’UniCal ha acquisito prestigio e forza”; ed ancora “Perché ce l’hai con Leone? A me pare uno all’altezza. Penso che per l’UniCal potrebbe essere un danno perdere Leone. E magari anche per la Calabria. Ma siamo bravi a buttarci sempre la zappa sui piedi. Credo sia stato un buon rettore. Credo dopo Andreatta il migliore”.

A costoro è bene dire subito, che grazie ai mezzi di comunicazione, si è creato il culto della persona trascurando l’effetto autonomia, parte integrante delle Università, come già sottolineato nel messaggio dei professori Cersosimo e Costabile, che assegna per legge, compiti, tempi e durata del mandato, sia per i direttori di dipartimento che del Rettore.

Avere istituito il corso di laurea in Medicina Chirurgia Tecnologie Digitali, perché questo era il motivo principale legato alla presentazione dell’emendamento di proroga del mandato, è stato per il rettore Leone un merito parziale pari al 40%, mentre il 60% è frutto di un lavoro ultra trentennale, iniziato dal prof. Pietro Bucci e portato avanti dal prof. Sebastiano Andò e della sua equipe di collaboratori, che hanno creato un’area medica di prestigio a livello nazionale in ambito Università della Calabria, con un corpo di docenti e ricercatori da fare invidia alla stessa Università di Catanzaro, e di ciò nulla è stato detto dagli operatori del mondo dell’informazione.  Altra cosa sono poi gli arrivi dei cosiddetti luminari di chiara fama del settore medico arrivato per dare corpo, in ambito didattico al corso di laurea in medicina, e specialistico professionale nel policlinico universitario (già azienda Ospedaliera Annunziata) che merita la costruzione di una appropriata nuova sede.

Un altro merito da riconoscere al Rettore Leone è la scelta di avere incrementato l’attivazione dei corsi di laurea in lingua inglese, portandoli da tre, attivati dal Rettore Gino Mirocle Crisci, a dieci, che hanno fatto arrivare nel Campus universitario un buon numero di studenti stranieri provenienti da vari Paesi del mondo, anche grazie ad accordi stipulati con Atenei esteri per effetto della collaborazione dei suoi delegati ai rapporti internazionali ed alle borse di studio legate agli stessi studenti meritevoli; nonché al buon funzionamento dell’area internazionale e di coordinamento istituzionale Erasmus+. Per quanto riguarda poi i piazzamenti di prestigio ottenuti nei vari sondaggi internazionali per le attività di ricerca, il merito è di esclusiva appartenenza dei vari gruppi e coordinatori delle aree che hanno lavorato intensamente per mantenere alto il loro prestigio di ricercatori e di conseguenza dell’Università di appartenenza.

Se ci sono dei meriti nel periodo del rettorato del prof. Leone ci sono anche dei demeriti, che hanno fortemente penalizzato il presente e il futuro dell’Università, sfuggiti ai più che non conoscono i contenuti storici e programmatici della nostra Università. Partiamo con il primo demerito che ha una data precisa che coincide con il suo insediamento avvenuto nel mese di novembre 2019:

 1) Non è stata spesa una sola parola per lo scippo perpetrato a danno dell’UniCal per il blocco ed il congelamento, ad opera del presidente f.f. della giunta regionale Spirlì, circa il progetto della metropolitana leggera di collegamento Università della Calabria/Rende/Centro storico di Cosenza. Lavori, che in base alla gara di appalto, per un importo di 160 milioni di euro, grazie all’interessamento del presidente Mario Oliverio, dell’assessore Roberto Musmanno e del rettore Gino Mirocle Crisci, che ne aveva previsto come capolinea la stazione ferroviaria di Settimo di Montalto Uffugo, al servizio della cittadella universitaria, dovevano essere ultimati entro il 2023; 

2) La netta chiusura dei rapporti esterni all’Università, come dichiarato pubblicamente fin dalla sua cerimonia d’insediamento, estesi anche all’interno dell’Ateneo, mantenuti tutt’ora, in cui qualsiasi richiesta d’incontro per motivi legati alla stessa Università sono state respinte con la formula “per non creare un precedente”, penalizzando così il valore dell’UniCal di essere considerato un Campus residenziale, proprio per effetto dei rapporti sociali; 

 3) La mancanza di tali rapporti non ha consentito di aprire un canale di collaborazione con professionisti, enti, istituzioni, mondo della politica locale, per utilizzare al meglio i fondi del PNRR che arrivavano dall’Europa e programmare il completamento dei lavori di cui ai progetti Gregotti e Martensson, bloccati sulla collina Vermicelli/Rocchi fin dal 2007;

 4) Il totale silenzio sulla celebrazione del 50° anniversario della nascita dell’Università della Calabria, che tra il 2021 e il 2023, con eventi diversi, poteva essere una straordinaria occasione per creare un rapporto intenso e vivo, anche di collaborazione, con i propri laureati e loro famiglie, nel fare il punto sulla  propria storia dei primi cinquant’anni, aperta al contributo e conoscenza della società, della quale ne  fa parte, per costruire insieme e collaborare in modo sinergico nel compimento del suo progetto e trovare il modo come meglio attuare delle politiche sociali, culturali, economiche per il bene dei giovani, in modo da favorirne il loro stato occupazionale con la realizzazione di nuove opere, nonché  della collettività;

 5) un silenzio manifestato anche di fronte allo smistamento, da parte del presidente della Regione Occhiuto, di un residuo finanziario di 68 milioni di euro, giacenti nelle casse della Regione, che facevano parte dei 160 milioni di euro destinati alla realizzazione della metropolitana UniCal/Cosenza, a sostegno del completamento della metropolitana Germaneto/Catanzaro.  Un dirottamento che ha cestinato la promessa fatta dal presidente f.f. Spirlì, che nell’accogliere le insistenze della parlamentare europea Laura Ferrara, che chiedeva il blocco dei 160 milioni di euro per destinarli ad opere di sostegno delle piccole medie imprese e a interventi mirati alla lotta contro il Covid-19, si impegnò ad un recupero dei fondi in altra data futura;

6) la scarsa attenzione riservata al disegno di legge regionale che prevedeva la fusione dei comuni di Rende, Castrolibero e Cosenza in città unica depennando parte del territorio vincolato per la realizzazione del progetto Gregotti/Martensson fino in località Settimo di Montalto Uffugo, da cui, secondo il pensiero del primo Rettore dell’Università della Calabria, prof. Beniamino Andreatta, bisognava partire nel creare la “Grande Cosenza”, estesa su un’area urbana unica. (Continua) (fb)

 

“Houston, abbiamo un problema”, che inizi una nuova avventura per rendere più grande l’Unical

di FRANCO BARTUCCIBocciato e ritirato da Forza Italia al Senato l’emendamento costruito per prorogare il mandato del Rettore Nicola Leone fino al 31 dicembre 2027, per la comunità (docenti, non docenti e studenti) dell’Università della Calabria inizia, come il finale del film “Via col vento”, un “Nuovo giorno”, con l’auspicio che sia impostato per vivere una nuova avventura nella costruzione di una Università a dimensione umana e più grande.

Intanto è bene partire da una considerazione e valutazione dei fatti, trattandosi per noi giornalisti che viviamo l’anno Giubilare della “Speranza”, che deve avere, su invito di Papa Francesco, come motivazione forte la ricerca della “verità”, per raccontarla e testimoniarla in modo da partecipare alla realizzazione di una società più giusta ed equa e a maggior ragione una comunità universitaria.

Parto dai numerosi colloqui e messaggi ricevuti, all’indomani della conclusione della vicenda, da conoscenti ed amici che mi hanno posto questa prima domanda: “Perché Latorre sì e Leone no?”. Come noto il Rettore Giovanni Latorre nel 2004 portò, in virtù della legge sull’autonomia universitaria del 9 maggio 1989, n. 168 e del suo secondo statuto del 1997 e, quindi, del 2004, il Senato Accademico allargato a modificare l’articolo che prevedeva la durata e il numero dei mandati rettorali. Venivano, infatti previsti due mandati con durata quadriennale ed il senato accademico allargato ne autorizzò un terzo di durata quadriennale, che fece regolarmente, con l’aggiunta di altri due anni per effetto dell’entrata in vigore della legge di riforma universitaria, nota come legge Gelmini, del 30 dicembre 2010, n. 240.

Una legge, quest’ultima, che ha stabilito la durata del mandato rettorale in sei anni massino, così come è stata la durata del mandato del Rettore Gino Crisci dal 2013 al 2019. Con un aggravante a parer mio, che penalizzò le specificità e gli effetti della legge istitutiva dell’Università della Calabria, che nessuno seppe difendere e tutelare all’epoca.

Mi riferisco alla chiusura delle Facoltà a vantaggio dei dipartimenti che da 21 furono scesi a 13, ma soprattutto con l’eliminazione del consiglio di amministrazione del Centro Residenziale che ne faceva perdere per molteplici aspetti la sua autonomia gestionale, tradendo così il suo progetto originario. Alla luce di tutto ciò, quel terzo mandato del rettore Latorre, cercato con la modifica dell’articolo specifico dello Statuto, è stato di scarso mordente che ha influito nei rapporti e sulle tensioni ideali dello stesso Ateneo.

Mentre la modifica dello Statuto per consentire al rettore uscente Latorre il terzo mandato fu un fatto interno all’Università ampiamente dibattuto democraticamente, attraverso le assemblee di ateneo e gli stessi organismi accademici e studenteschi, l’emendamento della proroga del rettore Leone non è stato altro che un accordo segreto tra lo stesso rettore e il presidente della regione Roberto Occhiuto dando valore al contenuto della lettera dei professori Cersosimo e Costabile, di cui a seguire.

L’emendamento predisposto dai tre senatori di Forza Italia su sollecitazione del Presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, è stato con precisione contestato attraverso una lettera che i professori onorari Domenico Cersosimo e Antonello Costabile hanno inoltrato ai colleghi del corpo accademico dell’UniCal, nella quale riconoscevano la gravità dell’iniziativa, invitandoli ad esprimere tutta la loro contrarietà: «La proroga biennale, per legge, del mandato rettorale – hanno scritto – rappresenterebbe, comunque la si voglia intendere, un “commissariamento” dell’Unical: infatti, la fonte di legittimazione democratica del Rettore passerebbe dal corpo elettorale dell’Ateneo (docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, studenti) direttamente alla politica nazionale, stravolgendo le regole elettorali che presiedono a tale incarico. Si tratterebbe, dunque, di un grave vulnus istituzionale, di una sospensione immotivata del diritto della comunità accademica di scegliere, attraverso il voto, il proprio Rettore». (Continua) (fb)

“Houston, abbiamo un problema”, non tutto il male viene per nuocere

di FRANCO BARTUCCIAd oggi, dopo il ritiro di Forza Italia dell’emendamento “farlocco” che prevedeva, fuori dalle regole stabilite per legge, una proroga del mandato rettorale del prof. Nicola Leone, si può dire che dopo la tempesta la quiete è subentrata nel Campus universitario di Arcavacata.

Resta il fatto che quanto accaduto è molto grave e voglio ringraziare pubblicamente, sia il rettore Leone che il Presidente Roberto Occhiuto, perché attraverso il loro comportamento hanno denudato i veri problemi che esistono all’interno dell’Università. Certo il rettore pensava a Medicina, mentre i problemi dell’Università, come abbiamo visto e descritto in precedenza sono altri e gravi, quasi a dimenticare che la nostra Università ha delle specificità che altre non hanno, come il Campus universitario (pur non ancora realizzato secondo lo spirito della legge istitutiva), che obbliga comportamenti sociali ed umani molto alti per essere lievito in una società che vi vive attorno.

Questa vicenda è stata, per come condotta, la vittoria della trasparenza (che si può dire sia nata nell’UniCal per merito del suo primo Rettore Beniamino Andreatta, che ha preteso di inserire nel primo Statuto del 1971 un apposito articolo), in quanto abbiamo reso trasparente la lotta per annullare l’emendamento “farlocco”, che doveva essere inserito in un decreto “milleproroghe”, noto negli anni quale documento delle segretezze.

Certo c’è stata una vittoria del buon senso, capitata guarda caso in giorni storici importanti dell’UniCal, che tutti hanno dimenticato ed è grave: come il 25° anniversario del silenzio del prof. Beniamino Andreatta, primo rettore della nostra università, grande maestro, accademico, politico e statista di profonda umanità che ci ha lasciato in eredità un capitale di cose e di valori che rimangono ad insegnamento per il presente ed il futuro; nonché il decimo anniversario della scomparsa del prof. Jacques Guenot, che come preside della facoltà di Ingegneria, conferì nel mese di novembre 1991 la laurea “honoris Causa” in ingegneria gestionale all’imprenditore Silvio Berlusconi, non ancora in politica, che in quella circostanza lanciò agli studenti parole incoraggianti e di apprezzamento che ci hanno aiutato a non farci sentire soli ed insistere nel raggiungimento della meta: «Queste opere vanno fatte vedere.  Sono stupito e felice. Complimenti. Auguri Calabria».

«Preparatevi bene, non temete di osare e battetevi per raggiungere quello che sembra impossibile raggiungere. Provate, riprovate, lavorate anche quando gli altri riposano e vedrete che il successo sarà vostro. Io, da oggi, vi sarò più vicino, sarò più vicino a questa Università del profondo Sud».

Ecco ciò che è stato fatto in questi giorni per ottenere il risultato che abbiamo raggiunto.

Ma ciò che più di tutto, al di sopra delle varie analisi e considerazioni politiche che sono state fatte, ad emergere con chiarezza e luminosità in quei momenti di solitudine, ma anche di grande “Speranza”, e siamo nell’anno Giubilare, sono state ancora una volta le parole del nostro primo Rettore Beniamino Andreatta, che nel 20° anniversario della nascita dell’UniCal, nel mese di aprile 1991, ci ebbe a dire: «Come vorrei vedere un drappello di studenti impegnati in manifestazioni di lotta al cambiamento per l’affermazione di diritti civili e per la costruzione di una società moderna e umana. Bisogna dimostrare che l’Università è il mondo del futuro e che le forze migliori del Paese esprimono la propria negazione al sistema di violenza, impegnandosi nelle grandi battaglie civili per la costruzione di una società moderna e migliore».

Non dico altro se non invitare l’intera comunità dell’Università della Calabria ad uscire da quelle grotte in cui si è rintanata in questi anni perdendo il loro ardore di essere una comunità viva e di considerare da subito che un nuovo giorno, una nuova era, è apparsa all’orizzonte. Acchiappatela e portate a termine un grande sogno che ci hanno lasciato i padri fondatori, una “Università compiuta” nei suoi giusti confini in una “Grande Cosenza” ancora tutta da costruire dopo oltre cinquant’anni. Un invito che vale per il Presidente Roberto Occhiuto, che ringrazio ancora per il gesto di amore finale come avevamo augurato nel nostro servizio di ieri, nonché l’intera classe politica ed istituzionale cosentina affinché si crei un tavolo immediato di lavoro per definire insieme la nascita della Grande Cosenza.

Stia tranquillo il Presidente Occhiuto, prendendo atto e consapevolezza che le Facoltà non esistono  in quanto cancellate dalla legge Gelmini del 2010, l’Unical anche con un nuovo Rettore o  Rettrice continuerà a svolgere il suo ruolo di crescita e sviluppo per sé stessa e la Regione. Potranno sorgere il policlinico universitario, l’alta velocità con tracciato interno Praia/Tarsia/Cosenza/Lamezia, la metro ed altre opere ancora. Basta che stia vicino e si metta in ascolto di chi vive oggi nell’Università non avendo il culto dell’io, ma del noi. 

A chiusura di questa esperienza sarebbe opportuno e bello che i docenti di buona volontà promuovessero all’interno dell’Università, come la stessa istituzione, seminari ed incontri per presentare l’ultimo numero della rivista Arel interamente dedicata alla figura del Rettore Beniamino Andreatta, pubblicata nel 25° anniversario del suo silenzio, ed entrare così nella conoscenza delle radici storiche dell’UniCal. (fb)        

RENDE (CS) – Il 5 marzo si presenta il libro “Diritto e ragion pratica”

di ELIA FIORENZA – Il 5 marzo 2025, alle 10.30, si terrà la presentazione del libro “Diritto e ragion pratica” del prof. Francesco Viola, presso l’università della Calabria, nel dipartimento di scienze aziendali e giuridiche (DiScAG). L’evento offrirà l’opportunità di approfondire una riflessione sul diritto, non solo dal punto di vista teorico, ma anche nella sua dimensione pratica, come si manifesta nella vita quotidiana.

Il volume del prof. Viola esplora il diritto come una prassi che si sviluppa in contesti sociali reali, evidenziando le sue implicazioni e connessioni con le precomprensioni e i pregiudizi che lo attraversano.

In questo senso, l’autore propone un approccio narrativo che intende cogliere la “vitalità” del diritto, considerandolo non solo un insieme di concetti e teorie astratte, ma anche un fenomeno che prende forma attraverso l’esperienza concreta.

La presentazione sarà organizzata in forma di colloquio-intervista, in cui il prof. Viola dialogherà con un giusprivatista per offrire una visione completa del diritto come pratica effettiva. A introdurre l’evento ci saranno i saluti della professoressa Patrizia Piro, prorettrice dell’Unical, e del prof. Franco Ernesto Rubino, direttore del DiScAG.

Seguiranno gli interventi di esperti del settore, tra cui il prof. Giovanni Perlingieri dell’università Sapienza di Roma, e il prof. Gian Pietro Calabrò, già ordinario di filosofia del diritto. L’incontro sarà coordinato dalla professoressa Giovanna Chiappetta, coordinatrice della sezione Calabria della SISDiC, e vedrà anche gli interventi del prof. Antonio Cilento (universitas Mercatorum) e della professoressa Alessia Fachechi (Università degli Studi della Campania L. Vanvitelli).

L’evento rappresenta un’opportunità di confronto e discussione sul diritto e la sua applicazione nella realtà sociale, e si rivolge a tutti coloro che sono interessati ad approfondire il legame tra teoria e pratica giuridica. (ef)

Ritirato l’emendamento per proroga del mandato rettore UniCal

di FRANCO BARTUCCII tre senatori di Forza Italia hanno ritirato l’emendamento per la proroga del mandato del Rettore dell’Unical, Nicola Leone. L’emendamento era sostenuto dal Presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, e aveva come obiettivo la proroga del mandato del Rettore Nicola Leone, in scadenza il prossimo 31 ottobre 2025, fino al 31 dicembre 2027, imponendo all’intera comunità universitaria (studenti, docenti e non docenti) una presenza dirigenziale nell’Ateneo fuori dal comune, dalle regole e in contrasto con le leggi sull’autonomia 9 maggio 1989, n. 168, sugli Statuti dell’Università del 1997 e del 2004, nonché della legge di riforma universitaria, nota come legge Gelmini, n° 240 del 30 dicembre 2010, che fissava la durata dei mandati rettorali in due (tre più tre) con durata massima di sei anni.

Il pomeriggio di ieri sono state ore di attesa, di ansia e forte preoccupazione sull’esito dell’approvazione o meno dell’emendamento, il cui risultato era incerto per il fatto che giungevano notizie preoccupanti, dovute ad un interessamento di sostegno dello stesso governo.

Non avevamo la certezza di appoggi in quanto a denunciare con articoli quasi quotidiani la gravità e la illegalità dell’emendamento e il danno che si arrecava all’Università e alla sua storia, grazie a Calabria live, siamo stati quasi da soli, trovando nei quotidiani un disinteresse quasi totale nel non interessarsi della vicenda, se non il Quotidiano, attraverso la rubrica di Opinioni e Commenti, con interventi prima di Annarosa Macrì, che ringrazio pubblicamente, ed in ultimo del direttore Massimo Razzi; mentre ho trovato attenzione soltanto in due giornali web Corriere della Calabria e Quicosenza. it, che si sono interessati della lettera appello rivolta all’intero corpo accademico dell’Università dai professori Domenico Cersosimo e Antonello Costabile, che hanno trovato il modo di spiegare ai colleghi la gravità che si creava con quell’emendamento e quindi di mobilitarsi nel respingere quell’azione politica a tutela della propria autonomia e della buona immagine dell’Università della Calabria.

Una lettera che mi porta a ringraziare i due professori onorari, che non mi ha fatto sentire solo nel perorare la causa della legalità e della coscienza democratica all’interno dell’Ateneo e per questo andrebbero ringraziati dall’intera comunità universitaria in quanto, di fronte ai pensieri dell’opinione pubblica, ha salvato la loro dignità e la stessa immagine dell’università di fronte il silenzio quasi totale, anche se in diversi si sono mobilitati riservatamente. Un grazie ai sindacati Cgil, Snals e Unione Sindacale Autonoma, che hanno fatto conoscere la loro posizione di forte condanna dell’emendamento proroga mandato del Rettore.

Sono state ore di attesa, che mi hanno portato a ripensare ai miei trentasei anni di lavoro nell’UniCal ed alle varie situazioni che sono intervenute nell’arco di questi lunghi anni, a partire dal Rettore Beniamino Andreatta, per finire al Rettore Giovanni Latorre. Ho avvertito fortemente la vicinanza dei pensieri e del lavoro svolto dal Magnifico Andreatta, maestro e progettista, che in quattro anni di permanenza tra di noi ci ha creato e lasciato in eredità un meraviglioso progetto di Campus inserito nel contesto di una “Grande Cosenza”.

Come avrebbe reagito di fronte a tale scempio politico? Mi è ritornato in mente l’Andreatta politico, ministro, docente e Rettore, visto il 5 aprile 1991 nell’aula “Umberto Caldora”, in occasione delle celebrazioni del 20° anniversario della nascita della nostra Università, che parlando delle finalità e specificità dell’Università, quale luogo di discussione, dialogo e lotta, nella salvaguardia della sua identità, ebbe a precisare la necessità di creare manifestazioni in forma attiva, contro la degenerazione della criminalità organizzata: «Mi piacerebbe vedere il Rettore dell’Università della Calabria – disse in quella circostanza – dietro ogni feretro di morto ammazzato in Calabria; così come vorrei vedere un drappello di studenti partecipare al dolore ed ai funerali dei morti uccisi come risposta e manifestazione di lotta al cambiamento per l’affermazione dei diritti civili e per la costruzione di una società moderna e umana. Non mi dispiacerebbe che nello Statuto si dica che un presidio dell’Università parteciperà a qualunque funerale di persona uccisa per dimostrare che l’Università è il mondo del futuro e che le forze migliori del Paese esprimono la propria negazione al sistema di violenza e di morte, impegnandosi nelle grandi battaglie civili per la costruzione di una società moderna e migliore».

Ecco il migliore Andreatta che ricordo: la sua umanità e la sua bontà che si legavano al grande progetto di legame forte tra l’Ateneo ed il territorio in cui essa operava per una società giusta ed anch’essa umana. Un emendamento che in prospettiva portava all’annullamento del grande progetto e del suo grande sogno di vedere in essa una comunità viva e socialmente attiva nella frequentazione dei rapporti per la creazione di una comunità, avendo il suo campus residenziale, chiamata a dare prova di buon governo e partecipazione attiva nella sua gestione.

Di fronte al pericolo di distruzione di quel disegno innescato da tre senatori di Forza Italia e dal presidente della Regione, stranamente il mio pensiero è andato, guarda caso a Silvio Berlusconi, che a distanza di poco più di sette mesi di quello stesso anno e precisamente il 27 novembre 1991, la Facoltà di Ingegneria, con preside il prof. Jacques Guenot, e Rettore il prof. Giuseppe Frega, gli conferiva la laurea “honoris causa” in Ingegneria gestionale, lasciando alla fine della cerimonia ai giovani, al mondo universitario e alla Calabria, delle parole e dei pensieri, che avrebbero potuto essere di aiuto ai promotori forzisti dell’emendamento in questione a capire che non si poteva infangare quei luoghi e l’istituzione stessa universitaria, adducendo dei motivi non attinenti al ruolo e funzioni della stessa Università.

«Queste opere vanno fatte vedere, vanno portate all’attenzione nazionale in primo piano. Certo forse fanno meno notizia, non fanno vendere tante copie di giornali così come parlare dei delitti di mafia. Sono stupito e felice. Complimenti. Auguri Calabria».

«Preparatevi bene, non temete di osare e battetevi per raggiungere quello che sembra impossibile raggiungere. Provate, riprovate, lavorate anche quando gli altri riposano e vedrete che il successo sarà vostro. Io, da oggi, vi sarò più vicino, sarò più vicino a questa Università del profondo Sud. La materia uomo qui non manca, la vostra intelligenza, la vostra cultura saranno le armi vincenti di questa bellissima terra di Calabria».

Dopo le 20 ho avuto conferma che l’emendamento proroga Leone ad “hoc” era stato bocciato dalla commissione istituzionale del Senato e che comunque Forza Italia non lo aveva ritirato. Stamani sul giornale leggo che Fora Italia è orientata a ritirarlo. Spero che lo faccia per come avevamo scritto nel servizio di ieri. Perché l’Università deve essere messa nelle condizioni di creare quello spirito augurato di Andreatta: «Come vorrei vedere un drappello di studenti impegnati in manifestazioni di lotta al cambiamento per l’affermazione di diritti civili e per la costruzione di una società moderna e umana. Bisogna dimostrare che l’Università è il mondo del futuro e che le forze migliori del Paese esprimono la propria negazione al sistema di violenza, impegnandosi nelle grandi battaglie civili per la costruzione di una società moderna e migliore».

Non di meno anche Berlusconi ci ha lasciato una sua testimonianza per il presente, il futuro. Ci ha lasciato un messaggio che bisogna osare per il raggiungimento degli obiettivi giusti e che bisogna amarla. Ecco Presidente Occhiuto, compia questo ultimo gesto di amore e rispetto verso la comunità universitaria ritirando l’emendamento Leone prima dell’approvazione finale del Decreto milleproroghe, che dovrebbe avvenire entro stasera o domani.  (fb)

RENDE (CS) – Giovedì il concerto della pianista Zlata Chochieva

Giovedì sera, alle 20.30, al Teatro Auditorium dell’Unical, si terrà il concerto della pianista Zlata Chochieva.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna “Meridiano Sud”.

La raffinata musicista si esibirà in opere di Schumann, Chopin, Rachmaninov e Mendelsshon-Bartholdy.

Zlata Chochieva ha debuttato in pubblico all’età di quattro anni e a sette ha interpretato un concerto di Mozart con orchestra nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca.

Nel corso della sua carriera, la raffinata pianista russa di origine osseta ha calcato i palcoscenici delle più prestigiose sale da concerto del mondo, come l’Herkulessaal di Monaco, il Concertgebouw di Amsterdam, la Philharmonie di Parigi, il Teatro La Fenice di Venezia, il Konzerthaus di Berlino, l’Elbphilharmonie di Amburgo, la Victoria Hall di Ginevra, la Tivoli Concert Hall di Copenhagen, la Casa della Musica di Porto e il Centro delle Arti National Kaohsiung di Taiwan. (rcs)