Domenica mattina, alle 10, in streaming su Zoom, è in programma la presentazione del Vocabolario italiano-Villapianese – Villapianese-Italiano di Federico De Marco e Gianni Mazzei.
L’evento è stato organizzato in occasione della Giornata Internazionale della Lingua Madre dall’Associazione Villapiana Borgo Attivo in collaborazione con Il Borgo di Setea, Villapianonline, l’Associazione la Bottega delle Idee di Cinzia Marzo e Procidaart18 di Antonio Muro con il patrocinio del Comune.
Parteciperanno, in collegamento, docenti dell’Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera e dell’Università Sorbona di Parigi.
Intervengono Paolo Montalti, sindaco di Villapiana, Ilaria Costa, assessore alla cultura, Stefania Celeste, assessore al Turismo, Pia Greca, Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera, Annapaola Bellini, Università Sorbona di Parigi, Antonio Muro attore – ProcidArt18 e Angelo Ventimiglia, direttore del MaVi (Museo Identitario di Villapiana)
Coordina O. Bellini, presidente di Villapiana Borgo Attivo, saranno presenti gli autori.
Questo appuntamento è un’occasione ideale per ribadire che il dialetto va riconosciuto come patrimonio socio-culturale che ogni individuo porta con sé, che ci fa ricordare l’appartenenza ad un luogo, ad una comunità, un linguaggio che attraverso i suoi suoni ci fa riscoprire le nostre radici, ed attraverso di esse la nostra identità. Attraverso il dialetto si riesce, infatti, ad identificare, frazioni, località, contrade, ma ciò vale anche per le persone attraverso i molteplici soprannomi o i mestieri ad esse legati; non è un caso che dai dialetti e dai mestieri siano nati nel medioevo moltissimi cognomi italiani.
In alcuni casi il dialetto ha, inoltre, la capacità di sintetizzare un’idea, e lo fa anche attraverso suoni più o meno armonici, legati ai diversi stati d’animo come la felicità, la sorpresa, la delusione, il dolore. Moltissimi poeti, cantanti, autori, anche di grandissima fama, come ad es. Andrea Camilleri, hanno scelto di esprimersi in dialetto, proprio per la molteplicità di sfumature espressive che esso è in grado di offrire.
La presentazione del libro sarà, appunto, l’occasione per discutere sul significato del dialetto, matrice della cultura del gruppo sociale, sulle caratteristiche fondanti l’identità, sulla memoria storica delle proprie tradizioni. Il dialetto, quindi, non come luogo mentale e culturale di geloso isolamento o di esclusione, ma come sicura struttura dinamica identitaria attraverso la quale veicolare istanze di integrazione tra le diverse visioni del mondo. Proprio guardando ad una visione più ampia bisogna recuperare e conservare questo corredo linguistico per la sua bellezza, ricchezza, diversità ed unicità. Pier Paolo Pasolini ricordava infatti che il dialetto deve essere “protetto” in quanto è una delle poche cose pure ed incontaminate che ancora sopravvivono nella società.
Gli interessati possono ricevere il link di partecipazione inviando il proprio indirizzo mail a: vibattivo@gmail.com. (rcs)