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Il concerto "CandleLight Concert"

TROPEA – Il concerto “CandleLight Concert”

Domani sera, a Tropea, alle 21, a Palazzo Santa Chiara, è in programma CandleLight Concert del Maestro Emilio Aversano, direttore artistico del Festival musicale Armonie Magna Graecia.

La “Maratona” per pianoforte e orchestra (l’esecuzione di seguito di quattro concerti per pianoforte e orchestra nella stessa serata), ispirata alla folle corsa di Fidippide per annunciare agli ateniesi la vittoria dei greci nella battaglia di Maratona, è un genere esecutivo la cui invenzione è stata riconosciuta ad Aversano, che l’ha eseguita a Milano (Sala Verdi del Conservatorio), Lipsia (Gewandhaus), Berlino (Universität der Kunst), Vienna (Sala d’oro del Musikverein). È in tale direzione che si muove la scelta di presentare due Sonate di Domenico Scarlatti e due Sonate di L. Van Beethoven, oltre che due improvvisi dall’op. 90 di F. Schubert e due notturni di Chopin.

Non è un caso, dunque, che Scarlatti sia l’autore più importante della grande scuola napoletana del 1700. La folgorante dialettica dei temi presente nelle sue Sonate ha precorso – più di ogni altra composizione dell’epoca – la Forma Sonata, di cui Beethoven fu il più ardito innovatore a partire dalla creazione di una comunanza strutturale ritmica tra i due temi principali, celata dietro un’opposizione di carattere emotivo degli stessi e in cui la critica più attenta ha ritrovato un chiaro riferimento alla filosofia di Parmenide di Elea e conseguentemente di Eraclito. La Sonata ” Appassionata” ne è l’esempio più fulgido.

Sulla stessa linea programmatica la proposta degli improvvisi Op. 90 n. 3 e n.4 di Schubert.

L’improvviso n.3, in particolare, dal punto di vista metrico fonda il tema sul dattilo, metro classico per eccellenza, ed attraverso uno sviluppo delicatissimo della melodia volge verso un’atmosfera che precorre in maniera mirabile il romanticismo, dunque il mondo della nostalgia e del mistero. I due notturni di Chopin previsti in programma non sono altro che la naturale continuazione della scrittura schubertiana, ancor più impreziosita dalla codificazione del “rubato”, certamente già presente in nuce in autori precedenti ma che il genio polacco ebbe la capacità di affermare come nessun altro. (rvv)