La call dell’Università della Calabria è stata un vero e proprio successo: Sono 272 i medici, altamente specializzati, che sono pronti a lavorare per l’Unical negli ospedali di Cosenza.
La manifestazione di interesse era rivolta a medici con esperienza accademica, destinati ad entrare nel corpo docente del nuovo corso di laurea in Medicina e chirurgia TD (Tecnologie Digitali), che andranno a rinforzare il servizio assistenziale nelle strutture sanitarie della provincia di Cosenza. Un ulteriore tassello del progetto Unical per la sanità, che tra pochi mesi inaugurerà il nuovo corso di Medicina interamente erogato nel campus di Rende.
Sono state 272 le domande arrivate da parte di altrettanti specialisti, pronti a prestare la loro opera nelle corsie dell’ospedale dell’Annunziata e nelle aule e nei laboratori dell’Unical. Disponibilità al trasferimento immediato a Cosenza, sono arrivate da tutta Italia: Milano, Napoli, Palermo, Bologna, Roma, Bergamo, solo per citare qualche città. Tra di loro 55 sono professori universitari, 22 primari in ospedali pubblici, 106 sono dirigenti, 28 lavorano in ruoli apicali nella sanità privata e 44 domande arrivano da “cervelli di ritorno”, calabresi che lavorano in altre strutture nazionali o estere, anche in posizioni di responsabilità, e vorrebbero rientrare in regione.
«Come avevamo ipotizzato – ha dichiarato il Rettore Nicola Leone – le posizioni di professore e primario hanno destato molto interesse e tanti specialisti qualificati hanno mostrato di credere nel nostro ambizioso progetto. La sfida non è solo quella di strutturare un nuovo corso di laurea, ma di essere protagonisti di un progetto di cambiamento, di grande rilevanza scientifica e sociale, che mira al rilancio della sanità in una zona particolarmente svantaggiata come la Calabria, da cui i medici più validi tendono a fuggire».
«Noi stiamo provando a ribaltare questa tendenza – ha aggiunto – e a rendere attrattiva la sanità calabrese, creando un positivo effetto di controesodo. Il successo di questa call mostra che l’impresa non è impossibile. Avvieremo, quindi, a breve le procedure per reclutare 6-7 specialisti di alto profilo che prenderanno servizio entro l’anno all’Unical e in reparti chiave all’Annunziata».
«Questo canale è attrattivo – ha proseguito il Rettore – e può assicurare il reclutamento di medici di elevata qualità. Se anche la Regione Calabria, come già avviene in altre regioni, sosterrà l’attivazione del nuovo corso di Medicina finanziando posizioni mediche universitarie, potremo colmare velocemente le vacanze ospedaliere con specialisti altamente qualificati. La Regione Puglia, ad esempio, a sostegno della nuova attivazione di Medicina a Lecce, ha stanziato 83 milioni per reclutare 66 medici universitari all’Università del Salento entro il 2026. Un investimento della Regione Calabria sul progetto Unical consentirebbe un rapido potenziamento della Sanità del territorio».
Spetterà ora al Consiglio di Amministrazione Unical individuare i settori scientifico-disciplinari e la posizione (professore ordinario o professore associato o ricercatore in tenure track) da porre a concorso, tenendo conto da una parte delle esigenze didattiche e di ricerca dell’ateneo, e dall’altra, delle esigenze assistenziali dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. In particolare, la struttura sanitaria di afferenza ed il ruolo ospedaliero dei vincitori dei concorsi, saranno individuati con apposito atto del commissario dell’Azienda Ospedaliera previa intesa con il Rettore, in conformità alla programmazione universitaria e aziendale. Per i professori vincitori, si potrà prevedere anche il conferimento del ruolo di primario di Unità operative complesse.
Alcune candidature sono arrivate anche da Paesi esteri quali Inghilterra, Francia, Austria, Colombia e Stati Uniti. Per riuscire ad arruolare un numero maggiore di medici, con i fondi disponibili, l’Unical nei prossimi giorni lancerà un secondo avviso pubblico, destinato solo a professionisti in arrivo dall’estero, che potranno essere assunti con chiamata diretta, beneficiando di finanziamenti ministeriali. Si tratta di una forma di reclutamento diretto, attraverso una procedura speciale, che non prevede bandi da parte delle singole università, ma una proposta nominativa che l’ateneo invia direttamente al Ministero. Una pratica incoraggiata proprio dal Ministero dell’Università e della ricerca, che punta molto sul cosiddetto “rientro dei cervelli”. (rcs)